Angelino, ci pensi tu?
Il nostro ministro degli Esteri, Alfano, incontra domani il collega azero Mammadyarov. Gli parlerà dei diritti umani violati in Azerbaigian o degli affari della Trans Adriatic Pipeline?
Mentre neppure in Italia, così poco incline ad occuparsi delle vicende estere, non si è ancora spenta l’eco per l’ignobile farsa referendaria in Turchia, ecco che sbarca nel nostro Paese il rappresentante di un altro bel campione di democrazia. Da domani sarà a Roma il ministro degli esteri dell’Azerbaigian, Elmar Mammdyarov, che ha in programma alcuni incontri istituzionali e e una conferenza per rivitalizzare l’immagine del suo Paese.
Ormai è una bella lotta tra Aliyev e il fratello turco Erdogan a chi reprime i diritti umani, sopprime la libertà di stampa, annichilisce ogni parvenza di democrazia; parlano da sole le classifiche di Freedom Press e Reporter Senza Frontiere che collocano Turchia e Azerbaigian agli ultimissimi posti della scala mondiale.
Al punto che la visita di Mammadyarov viene preceduta dall’appello di organizzazioni del calibro di Amnesty International Italia che chiedono al capo della Farnesina di affrontare il problema degli oppositori politici e dei giornalisti in carcere a Baku. Magari con l’occasione si potrebbe pure richiamare il governo di Aliyev anche al rispetto dell’accordo di cessate-il-fuoco che dovrebbe essere in vigore lungo la linea di confine con il Nagorno Karabakh e invitarlo a non giocare con il fuoco rinunciando alle provocazioni e all’aumento di tensione nel Caucaso del sud.
Di tutto questo Alfano, con il garbo che spetta ai politici che si occupano di questioni diplomatiche, potrebbe parlare con l’ospite azero. Dubitiamo tuttavia che lo faccia.
Non riesce neppure a fare la voce forte con la Turchia per far rientrare il giornalista Del Grande ingiustamente detenuto da quelle parti, figuriamoci se oserà toccare tali temi scottanti. Dei buoni principi etici dell’Europa possiamo anche fare a meno.
Si parlerà di TAP ovviamente, Mammadyarov si lamenterà per quei rompicoglioni armeni del Nagorno Karabakh-Artsakh che sognano da decenni di vivere liberi e indipendenti nella loro patria; se la prenderà con qualche giornalista italiano che non si è fatto comprare dal caviale degli azeri, ammiccherà agli interessi economici e alla sempiterna amicizia fra i due Paesi.
L’ultima volta che il dittatore Aliyev (a proposito, nuova legge in Azerbaigian, due anni di lavori forzati a chi lo offende…) è venuto in Italia la nostra sciocca diplomazia stava per creare un patatrac internazionale firmando una dichiarazione congiunta che buttava a mare anni di lavoro dell’Osce…
Ma questa volta sarà diverso, il nostro ministro degli Esteri farà la voce grossa con il collega azero, batterà i pugni sul tavolo, disposto anche a mandare all’aria il progetto TAP se l’Azerbaigian continuerà a rimanere fuori dal perimetro della civiltà europea, a mandare i suoi soldati a uccidere o decapitare gli armeni, a reprimere con la forza ogni forma di dissenso interno.
Questa volta sarà diverso, ne siamo sicuri… Angelino, ci pensi tu, vero?