Caos caucasico
Difesa online, 20 luglio 2020, di Andrea Gaspardo
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Nei giorni recenti si è registrato un inusuale risalto, sia da parte dei quotidiani che delle agenzie di stampa online, riguardo agli ultimi scontri che hanno opposto le forze armate della Repubblica d’Armenia a quelle della Repubblica dell’Azerbaigian. La novità interessante è che, questa volta, gli scontri sono avvenuti lungo il confine di stato internazionalmente riconosciuto e non lungo la “Linea di Contatto” che da 1994 separa le forze armate armene e nagornine da un lato e quelle azere dall’altro segnando inevitabilmente un innalzamento dello scontro ad un nuovo livello.
Per i neofiti, il conflitto tra Armeni e Azeri si trascina ormai da diversi secoli e ha cambiato i suoi connotati a seconda delle stagioni politiche e delle entità che si sono contese il controllo del Caucaso, spesse volte utilizzando la contesa armeno-azera, come pretesto e foglia di fico ad un tempo, per giustificare le proprie macchinazioni. Che si trattasse di Russi, Turchi o Persiani, il Caucaso faceva gola a tutti i contendenti e i conflitti locali dovevano necessariamente essere strumentalizzati ad uso e consumo dell’egemone di turno.
L’attuale fase “calda” del conflitto armeno-azero trova principale (ma non unica) giustificazione nel possesso del territorio del Nagorno-Karabakh (Artsakh), territorio in larga parte montuoso, e caratterizzato da paesaggi mozzafiato, situato sulle estreme propaggini meridionali del Caucaso e noto alle popolazioni turcofone con il nomignolo di “Giardino Nero” (a causa delle sue fitte foreste, così diverse dalle steppe sconfinate caratterizzanti le terre dell’Asia Centrale da dove arrivarono le orde genitrici dei Turchi moderni).
Il primo mito da sfatare quando si parla del Nagorno-Karabakh (Artsakh) è che il suddetto territorio sia stato invaso dagli Armeni e che sia attualmente “occupato” dalle forze militari della Repubblica d’Armenia. Tale versione, ufficialmente adottata dalle autorità di Baku, rappresenta la quintessenza della malafede degli Azeri e dei loro fiancheggiatori a livello internazionale (ahimé, la maggioranza).
La popolazione del Nagorno-Karabakh (Artsakh) è sempre stata costituita da Armeni per la sua assoluta maggioranza sin dall’origine della scrittura ed, anzi, questa regione rappresenta il cuore stesso del territorio d’origine del popolo e della cultura armena, assieme alla finitima provincia di Syunik (facente parte della Repubblica d’Armenia) e alla Repubblica Autonoma del Naxçivan (quest’ultima ancora parte dell’Azerbaigian e completamente “ripulita” in anni recenti dalle autorità di Baku sia della sua popolazione armena che dei monumenti da essa costruiti nel corso del tempo).