Se vince l’indifferenza…

L’indifferenza della comunità internazionale nei confronti di Artsakh mette seriamente a repentaglio il significato pratico dell’agenda sui diritti umani. Il Difensore civico dell’Artsakh, Gegham Stepanyan, ha rilasciato una nota in merito all’attacco azero contro una postazione armena la sera del 14 ottobre che ha provocato sei feriti (uno dei quali ancora in serie condizioni ma non in pericolo di vita).


“Gli incidenti registrati dimostrano ancora una volta il comportamento aggressivo e impudente della parte azera, la sua intenzione di usare la forza, con tutti i mezzi, per interrompere la vita normale in Artsakh, sfrattare gli armeni e pulire etnicamente gli armeni dell’Artsakh.
È interessante notare che le forze armate azere hanno preso di mira direttamente quelle posizioni dell’Esercito di Difesa di Artsakh che si trovano a pochi metri dagli insediamenti civili di Nor Shen.
Ciò dimostra che i militari armeni svolgono esclusivamente la funzione di proteggere il diritto alla vita e alla salute della popolazione civile, mentre le postazioni militari azere situate vicino ai nostri insediamenti pacifici rappresentano una minaccia diretta a causa del loro comportamento aggressivo. La loro rimozione immediata è indispensabile per tutelare i diritti della popolazione civile, in particolare il diritto alla vita.

Allo stesso tempo, le forze di pace russe dispiegate in Artsakh e i mediatori internazionali non dovrebbero avere la funzione di registrare post factum gli incidenti, ma dovrebbero svolgere l’autorità e la responsabilità di investigare adeguatamente sugli incidenti e prevenire il loro ripetersi.
Per questo motivo, dal punto di vista del vero mantenimento della pace, è fondamentale la presenza permanente dei peacekeeper russi in tutte le comunità confinanti di Artsakh.

Gli incidenti registrati sono un’altra prova del fatto che le tesi azere sulla convivenza pacifica sono false, mancano di obiettivi reali in quella direzione, volti a gettare fumo negli occhi della comunità internazionale e delle parti interessate alla soluzione del conflitto azero-Karabakh .
Le dichiarazioni dell’Azerbaigian sulla coesistenza pacifica non sono altro che parole vuote che coprono l’agenda anti-armena e fascista dell’Azerbaigian.

Le organizzazioni internazionali, i singoli stati dovrebbero guardare con gli occhi aperti alla situazione attuale, ai veri obiettivi e alle azioni delle parti che non si arrenderanno alle manipolazioni dell’Azerbaigian.
La loro indifferenza alla fine manda in frantumi l’agenda internazionale della protezione dei diritti umani, ne mette a repentaglio il significato pratico, trasformandola in un bel mucchio di parole senza un reale desiderio e determinazione a proteggerla”.

(traduzione e grassetto redazionale. Nella foto, il Ministro di Stato dell’Artsakh visita i feriti in ospedale)