Salvate il popolo armeno dagli orchi
L’aggressione dell’Azerbaigian all’Armenia, invasa e bombardata nel suo territorio sovrano, non è solo l’ennesima avventura bellica del guerrafondaio Aliyev.
Ormai la politica del dittatore azero, tanto caro all’Europa per via del suo gas, è quella della violenza, della minaccia e del ricatto: o accettate le mie richieste o vi anniento.
Su questa nuova provocazione, gravissima per il diritto internazionale perché a danno di uno Stato internazionalmente riconosciuto, si è già scritto molto ed è accertata anche dai commentatori più neutrali la responsabilità dell’Azerbaigian nell’attacco del 12 settembre.
Quel che merita attenzione, invero, non è solo la modalità dell’aggressione (bombardamenti su insediamenti civili a chilometri di distanza dal confine internazionalmente riconosciuto) ma anche i nuovi episodi di barbarie che hanno contraddistinto l’azione dei militari azeri.
Non una novità: già nel 2016 e nel 2020 in Nagorno Karabakh-Artsakh i soldati dell’Azerbaigian avevano compiuto atti orribili a danno di soldati e civili armeni.
Tuttavia, il video dei giorni scorsi girato dagli stessi aguzzini azeri mostra tra pile calpestate di cadaveri dei nemici anche il corpo orrendamente mutilato di una soldatessa armena, Anush Abetyan, 36 anni e tre figli, alla quale (speriamo ormai non più in vita) i soldati di Aliyev hanno amputato le gambe, cavato gli occhi e messa in posa degradante; e Dio sa cos’altro le avranno fatto…
Un video che forse non è neppure l’unico perché sembra che anche un’altra armena, l’infermiera Irina Gasparyan, abbia subìto un simile trattamento.
Ecco, il mondo deve sapere che questi orchi stanno minacciando non solo l’integrità fisica dello Stato armeno ma anche il suo popolo.
L’Europa, troppo attenta a dieci miliardi di metri cubi di gas da Baku, sembra disinteressata da quanto sta accadendo. L’orrore di questi orchi passa in secondo piano di fronte agli interessi economici. E poco importa se questa cecità spianerà a breve la strada al nuovo impero ottomano di Erdogan e Aliyev.
A quel punto spunteranno le lacrime di coccodrillo. Ma sarà troppo tardi.
L’invasione degli orchi sarà ormai inarrestabile.