Cosa sta accadendo?
Nelle ultime due settimane abbiamo assistito a diversi eventi che coinvolgono da vicino il futuro della repubblica di Artsakh (Nagorno Karabakh). Li riassumiamo in breve:
- Il Primo ministro dell’Armenia e il presidente dell’Azerbaigian si sono incontrati a Bruxelles il 6 aprile su iniziativa dell’Unione europea e hanno deciso di dare vita a una nuova Commissione per regolamentare i confini esautorando nella sostanza il ruolo di mediatrice della Russia. Il Nagorno Karabakh (Artsakh) non è entrato nella dichiarazione finale del presidente Michel e sembra essere un argomento accantonato.
- I ministri degli Esteri dei due Paesi hanno avuto l’11 aprile un lungo colloquio telefonico (come non avveniva da anni) e hanno parlato di confini e della preparazione a un accordo di pace.
- Di fatto, le funzioni del Gruppo di Minsk dell’Osce sono state annullate dal momento che i co-presidenti di Usa e Francia non dialogano più con il collega russo.
Le autorità dell’Artsakh hanno espresso disaccordo con l’azione del governo armeno e preoccupazione per il fatto che l’Armenia si stia muovendo per firmare un accordo di pace con l’Azerbaigian che sembra considerare Stepanakert come parte dell’Azerbaigian.
In generale, sembra che la leadership armena che cerca un accordo di pace diretto con l’Azerbaigian non persegua più la sicurezza e l’autodeterminazione degli armeni in Karabakh come parte di una dottrina statale in vigore dagli anni ’90. Con lo stesso Karabakh escluso da tutti i negoziati.
Le relazioni tra Yerevan e Stepanakert sono ai minimi storici e le forze di pace russe sembrano al momento l’unica garanzia di sicurezza per il territorio.
I recenti sviluppi bilaterali tra Armenia e Azerbaigian suggeriscono che questi due Paesi stiano cercando di mettere da parte la Russia perseguendo un contatto bilaterale diretto con l’aiuto dell’UE senza la mediazione di Mosca. Una situazione abbastanza complicata con armeni divisi, Russia e Occidente impegnati nella crisi ucraina e la politica azera sul Karabakh come parte integrante dell’Azerbaigian che sembra prendere il sopravvento.
L’accordo di pace Armenia-Azerbaigian, forse volto a mettere da parte la Russia, potrebbe non influenzare necessariamente il Nagorno Karabakh nel suo insieme, ma di fatto lo indebolisce enormemente. Non deve dunque sorprendere la reazione del parlamento dell’Artsakh e le dichiarazioni dei rappresentanti delle istituzioni statali che hanno concordemente convenuto sul fatto che nessuno status può essere ipotizzato che sia diverso dall’autodeterminazione.