Dal parlamento europeo altra dura condanna dell’Azerbaigian

Il 24 ottobre, il parlamento europeo ha votato una risoluzione sulla situazione in Azerbaigian, la violazione dei diritti umani e del diritto internazionale e le relazioni con l’Armenia. Il testo è passato a larghissima maggioranza con 453 voti a favore, 31 contrari e 89 astenuti.
Nel documento alcuni passaggi riguardano strettamente l’Artsakh (Nagorno Karabakh) e ne diamo conto qui di seguito. In calce il link rimanda alla risuoluzione completa.

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Q. considerando inoltre che, nel settembre 2023, dopo mesi di blocco illegale del Nagorno-Karabakh, l’Azerbaigian ha lanciato un attacco militare pianificato e ingiustificato contro tale territorio, costringendo oltre 100 000 persone di etnia armena a fuggire in Armenia, il che equivale a una pulizia etnica; che, di conseguenza, il Nagorno-Karabakh è stato quasi interamente svuotato della sua popolazione armena che da secoli viveva in quella regione; che tale attacco rappresenta una grave violazione dei diritti umani e del diritto internazionale, una chiara violazione della dichiarazione trilaterale di cessate il fuoco del 9 novembre 2020 e il venir meno agli impegni assunti durante i negoziati mediati dall’UE;

R. considerando che gli armeni del Nagorno-Karabakh hanno dovuto abbandonare le loro proprietà e i loro beni per sfuggire all’offensiva militare dell’Azerbaigian e da allora non sono riusciti a recuperarli; che da allora proseguono le azioni che corrispondono a una pulizia etnica; che l’UE ha fornito aiuti umanitari alle persone sfollate dal Nagorno-Karabakh; che esistono informazioni attendibili che confermano la distruzione organizzata del patrimonio culturale e religioso armeno nel Nagorno-Karabakh; che i leader e i funzionari azeri ricorrono ripetutamente all’incitamento all’odio nei confronti degli armeni;
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9. insiste affinché qualsiasi futuro accordo di partenariato tra l’UE e l’Azerbaigian sia subordinato al rilascio di tutti i prigionieri politici, all’attuazione di riforme giuridiche e al miglioramento generale della situazione dei diritti umani nel paese, come pure al fatto che l’Azerbaigian dimostri la sua reale disponibilità a impegnarsi fedelmente nei negoziati per un accordo di pace con l’Armenia e a rispettare i diritti degli armeni del Nagorno-Karabakh;

15. chiede la piena attuazione di tutte le ordinanze emesse dalla Corte internazionale di giustizia, compresa l’ordinanza del 17 novembre 2023 che indica misure provvisorie relative al rimpatrio sicuro, rapido e senza ostacoli delle persone fuggite dal Nagorno-Karabakh; ricorda che la decisione di organizzare la COP29 a Baku è stata presa dopo che l’Azerbaigian non ha rispettato la summenzionata ordinanza della Corte internazionale di giustizia, né le ordinanze del 7 dicembre 2021 e del 22 febbraio 2023; ribadisce la sua richiesta che siano condotte indagini indipendenti sugli abusi commessi dalle forze azere nel Nagorno-Karabakh; reitera il suo appello alle autorità azere affinché permettano il ritorno in sicurezza della popolazione armena nel Nagorno-Karabakh, si impegnino realmente in un dialogo globale e trasparente con gli armeni, forniscano solide garanzie per la tutela dei loro diritti, fra cui i diritti fondiari e di proprietà, nonché la tutela della loro identità distinta e dei loro diritti civili, culturali, sociali e religiosi, e si astengano da qualsiasi retorica incendiaria che possa fomentare la discriminazione nei confronti degli armeni; esorta le autorità azere a rilasciare tutti i 23 prigionieri di guerra armeni detenuti a seguito della ripresa della regione del Nagorno-Karabakh da parte dell’Azerbaigian;

16. ribadisce il suo invito alle istituzioni dell’UE e agli Stati membri a continuare a offrire assistenza all’Armenia per far fronte ai rifugiati provenienti dal Nagorno-Karabakh; invita l’UE, a tale riguardo, a fornire un nuovo pacchetto di assistenza all’Armenia per aiutare il governo armeno ad affrontare le esigenze umanitarie dei rifugiati; apprezza tutti gli sforzi profusi dal governo armeno per fornire rifugio e aiuti agli armeni sfollati;

17. esprime una profonda preoccupazione per la conservazione del patrimonio culturale, religioso e storico del Nagorno-Karabakh a seguito dell’esodo di massa della sua popolazione armena; esorta l’Azerbaigian ad astenersi dal distruggere e trascurare ulteriormente il patrimonio culturale, religioso o storico della regione, o dall’alterarne le origini, e invita il paese ad adoperarsi invece per preservare, proteggere e promuovere questa ricca diversità; chiede con fermezza la protezione del patrimonio culturale, storico e religioso armeno nel Nagorno-Karabakh, in linea con le norme dell’Unesco e con gli impegni internazionali dell’Azerbaigian; insiste affinché l’Azerbaigian permetta lo svolgimento di una missione dell’Unesco nel Nagorno-Karabakh e le accordi il necessario accesso;

La risoluzione votata fa inoltre riferimento ai rapporti tra Azerbaigian e Armenia, alle violazioni dei diritti umani, agli arresti compiuti dal regime di Baku, alle sue iniziative e antieuropee e in particolare antifrancesi, all’importazione di gas russo, alla posizione azera su Cipro nord. Insomma, un atto di accusa molto forte verso il regime di Aliyev. Ma anche, diciamo noi, alla stessa Unione europea che ha tollerato e fatto crescere questo mostro e nulla ha fatto mentre con la forza occupava l’Artsakh, affamava la popolazione e alla fine determinava lo sfollamento di tutti gli armeni.

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla situazione in Azerbaigian: violazione dei diritti umani e del diritto internazionale e relazioni con l’Armenia | RC-B10-0133/2024 | Parlamento Europeo