La pace secondo il dittatore
Le dichiarazioni del presidente dell’Azerbaigian, Aliyev, rilasciate ieri nel corso di un forum a Baku fanno quasi sorridere se non fosse che di mezzo ci sono i diritti dei popoli e in particolare di quello del Nagorno Karabakh (Artsakh).
Il dittatore (che l’Europa tanto ama) ancora una volta si è dichiarato disponibile a fare la pace. Ma a modo suo…
Ha liquidato il Gruppo di Minsk che per quasi trenta anni ha cercato di tessere le fila del dialogo diplomatico ritenendolo ormai superato dalla sua azione bellica del 2020. Inoltre (e in questo ha ragione) il Gruppo dei co-presidenti non si riunisce più dall’inizio della guerra in Ucraina.
La pace secondo Aliyev non può prescindere dall’apertura del corridoio di Zangazur (il Syunik armeno): se non può acquisire il territorio dello Stato sovrano dell’Armenia, il dittatore azero vuole quanto meno il libero transito di uomini e merci senza controllo alcuno.
La pace secondo Aliyev considera ovviamente archiviato il problema del Nagorno Karabakh (Artsakh) con la guerra del 2020: nessun diritto per la popolazione armena di Stepanakert e dintorni se non quello di finire sotto il giogo di una dittatura armenofoba e razzista.
La pace secondo Aliyev vuol dire occupare porzioni di territorio dell’Armenia e poi riparlarne con una bella Commissione ad hoc.
La pace secondo Aliyev “è tutta colpa dell’Armenia che non la vuole”…
La pace secondo Aliyev sono le cinque proposte che gli armeni devono accettare altrimenti non se ne fa niente.
L’ennesimo sproloquio di Aliyev ieri a Baku è ancora una volta della arroganza e saccenza di questo dittatore fin troppo assecondato dal mondo civile
In risposta al discorso del presidente azero Ilham Aliyev al 9° Forum mondiale di Baku, il ministro di Stato della Repubblica del Nagorno Karabakh Artak Beglaryan dichiarato:
“Sì, il Nagorno Karabakh non esiste, perché esiste la Repubblica del Nagorno Karabakh (Artsakh), ed è materia di diritto internazionale, anche se non formalmente riconosciuta a livello internazionale. Il conflitto azerbaigiano-Karabakh non è stato e non sarà risolto fino a quando l’Azerbaigian non terrà conto del diritto inalienabile della popolazione indigena dell’Artsakh all’autodeterminazione. La questione del riconoscimento internazionale (da cui lo status) della Repubblica dell’Artsakh sarà risolta prima o poi, e l’Artsakh non farà mai parte dell’Azerbaigian.
Sarebbe meglio se Aliyev pensasse di più a eseguire fedelmente i poteri conferitigli dalla Costituzione dell’Azerbaigian, garantendo i diritti dei propri cittadini (tra cui Lezgins, Talysh, Avari, Tatari e altre minoranze) invece di “preoccuparsi” dei diritti degli armeni. Aliyev si ricorda improvvisamente cosa è successo a più di 500.000 armeni nell’Azerbaigian sovietico, o c’è anche un armeno nei territori occupati dall’Azerbaigian dell’Artsakh? Ci sono una serie di altre domande e risposte rivolte a Ilham Aliyev, ma ve le lascio immaginare“, ha detto.