Le fake news azere sulle risoluzioni ONU
Continuiamo a occuparci delle fake news azere, spesso riprese da poco attenti media anche italiani. Dopo esserci occupati dei cosiddetti “territori occupati”, affrontiamo questa volta il tema delle quattro risoluzioni ONU che secondo la propaganda dell’Azerbaigian sancirebbero il torto della parte armena.
Le citate quattro risoluzioni delle Nazioni Unite (822, 853, 874, 884), invocate dall’Azerbaigian in ogni occasione, furono votate dal Consiglio di sicurezza fra l’aprile e il mese di novembre 1993 in una situazione contingente legata allo sviluppo progressivo della guerra in atto.
Le prime tre chiedono
- 1) la cessazione delle ostilità;
- 2) il ritiro delle forze armene dai territori che le forze armate azere in rotta abbandonavano (Kelbajar, Aghdam, Fizuli e le regioni meridionali al confine con l’Iran);
- 3) la ripresa dei negoziati;
- 4) l’attuazione di tutte le misure umanitarie finalizzate ad alleviare le sofferenze delle popolazioni.
La quarta, in aggiunta alle precedenti disposizioni, chiede all’Armenia di “usare la sua influenza nei confronti degli armeni del Nagorno Karabakh per l’applicazione delle precedenti risoluzioni”, di fatto avallando la neonata piccola repubblica di Stepanakert come soggetto sostanzialmente distinto (al punto che i suoi rappresentanti firmarono l’accordo del cessate-il-fuoco nel maggio 1994 con Armenia e Azerbaigian).
È pleonastico sottolineare che nessuna delle parti in causa rispettò le risoluzioni ONU a cominciare dalle forze armate azere che continuarono a combattere (e a perdere terreno a favore dei partigiani armeni) nonostante gli appelli internazionali. Certo sarebbe stato davvero strano se solo la parte armena avesse aderito all’invito del Consiglio di sicurezza lasciando campo libero alla parte azera di combattere… da sola.
Quando dunque Baku invoca le citate pronunce del Consiglio di Sicurezza dovrebbe in primo luogo spiegare perché l’Azerbaigian per primo non rispettò le stesse e in secondo prendere atto che già le Nazioni Unite, sia pure con il linguaggio che si conviene ai diplomatici, consideravano acquisito de facto un embrione di statualità della repubblica del Nagorno Karabakh.
Erano comunque, ripetiamo, risoluzioni legate al contingente sviluppo degli eventi bellici; al pari di quella del Parlamento europeo che nel 1988 (e poi nel 1990) condannava i massacri degli armeni nell’Azerbaigian ed esprimeva il proprio sostegno alla popolazione del Nagorno Karabakh nella sua richiesta di unificazione all’Armenia.
L’invocazione da parte azera di queste quattro risoluzioni è quindi del tutto fuori luogo e non aggiunge alcun che di nuovo al diritto storico, politico e giuridico della repubblica di Artsakh