Liberateli tutti!
Si moltiplicano gli appelli internazionali affinchè l’Azerbaigian liberi le decine di prigionieri armeni ancora detenuti nelle sue carceri dalla fine del conflitto. Come abbiamo già avuto modo di scrivere in passato, il regime di Aliyev utilizza militari (e civili) catturati durante e perfino dopo il conflitto come strumento di ricatto per alzare la posta al tavolo delle trattative negoziali su qualsiasi tema venga discusso.
Decine, forse anche duecento, uomini e donne armeni sono ostaggio del regime azero. Quersta perdurante violazione delle regole del diritto internazionale e delle convenzioni tra Stati sta tuttavia provocando un aumento della pressione da parte dell’opinione pubblica internazionale che provoca ripetuti inviti a Baku per il rilascio degli armeni.
Dopo l’appello firmato da 120 deputati del Parlamento europeo affinchè le istituzioni comunitarie facciano pressione sull’Azerbaigian, sono arrivate nelle scorse ore le dichiarazioni di Francia e Canada che hanno commentato il rilascio di tre (soli) armeni.
“Chiediamo il rilascio rapido di tutti i detenuti armeni ancora detenuti. Il rilascio di ieri da parte dell’Azerbaigian di tre detenuti armeni è un passo nella giusta direzione“, ha scritto su Twitter il ministero degli Esteri francese. Dello stesso tenore anche la dichiarazione proveniente dal nord America.
Dal canto loro, i copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE (Igor Popov della Federazione Russa, Stephane Visconti della Francia e Andrew Schofer degli Stati Uniti d’America) hanno rilasciato lo scorso 5 maggio la seguente dichiarazione congiunta: ”I copresidenti accolgono con favore il rilascio da parte dell’Azerbaigian dei detenuti armeni Robert Vardanyan, Samvel Shukhyan e Seryan Tamrazyan e invitano entrambe le parti a completare in modo completo e rapido il processo di scambio di tutti i prigionieri, detenuti e resti [umani, NdR], e a rispettare i loro obblighi di garantire il trattamento umano dei detenuti. Ricordando la loro dichiarazione del 13 aprile, i copresidenti esortano le parti a scambiare tutti i dati necessari per condurre uno sminamento efficace delle regioni di conflitto e ad abolire le restrizioni all’accesso al Nagorno-Karabakh, anche per i rappresentanti delle organizzazioni umanitarie internazionali. I copresidenti incoraggiano le parti ad adottare misure concrete per creare un’atmosfera di fiducia reciproca che favorisca una pace duratura, affrontando le restanti aree di preoccupazione delineate nella dichiarazione dei copresidenti del 13 aprile. Ciò include la ripresa del dialogo politico ad alto livello sotto gli auspici dei copresidenti il prima possibile”, si legge nella dichiarazione.
E’ arrivato il momento che anche le istituzioni italiane facciano sentire la loro voce con il governo azero e impongano allo stesso la restituzione dei prigionieri armeni. Compriamo gas e petrolio da Baku per svariati miliardi di dollari all’anno e come “clienti speciali” forse possiamo anche avere il coraggio (oltre che la dignità) di imporre al regime di Aliyev un minimo rispetto dei diritti umani!
(nella foto tratta dal sito Haqquin.az, manichini di soldati armeni prigionieri esposti nel macabro “Parco della vittoria” allestiuto a Baku)