Mine e miniere: fake azere per giustificare una pulizia etnica
Non deve essere difficile in Azerbaigian costruire fake news. Ne sanno qualcosa gli attivisti per i diritti umani, i giornalisti, gli oppositori al regime di Aliyev che vengono incarcerati con le scuse più banali: le più ricorrenti sono il “possesso di droga” o la “collusione con il nemico”.
Nessuno si è quindi sorpreso della reale natura dei “manifestanti per l’ambiente” che dal 12 dicembre hanno bloccato la strada che passa per il corridoio di Lachin e unisce il Nagorno Karabakh (Artsakh) all’Armenia. Due mesi di blocco, crisi umanitaria in corso e tentativo di pulizia etnica. Una “protesta” organizzata dal governo dell’Azerbaigian come peraltro ammesso anche dal suo stesso presidente.
La scusa iniziale erano le miniere (un paio) che all’improvviso sono diventate un problema per gli azeri: sfruttamento illegale (considerano l’Artsakh territorio loro) e inquinamento ambientale (chiudendo due occhi su quello vero sulle sponde del Caspio dove non si può protestare altrimenti si finisce in prigione).
A fine dicembre Stepanakert annuncia l’interruzione dell’attività di scavo nelle miniere. Fine della protesta? No, ovviamente, perché dalle miniere si passa alle mine (coincidenza, in inglese è la stessa parola, mine) che gli armeni avrebbero disseminato nel territorio, di qui la necessità di ispezionare tutti i carichi in transito sulla strada.
A giustificazione delle loro rivendicazioni, ecco produrre foto di mine made in Armenia e datate 2021. La prova certa della colpevolezza armena!
Peccato che quegli ordigni siano stati prelevati dagli azeri nel corso delle loro invasioni (da maggio 2021, fino all’ultima grave aggressione del settembre 2022) nel territorio sovrano della repubblica di Armenia. La difesa di Yerevan le aveva collocate lungo il confine con l’Azerbaigian (i territori ora occupati dagli azeri dell’Artsakh, Kashatagh e Karvachar) nel disperato (e vano) tentativo di arginare le incursioni del nemico.
Il quale, evitato l’ostacolo, ha utilizzato le mine per giustificare il blocco della strada e il suo tentativo di pulizia etnica.
Dalle miniere alle mine, il passaggio ortografico è breve ma il risultato è sempre lo stesso: fake!