Novembre 2020
(30 nov 20) YEREVAN-STEPANAKERT – Il servizio di trasporto pubblico gratuito dalla capitale dell’Armenia a quella dell’Artsakh riprenderà domani dopo una breve sospensione dovuta alle condizioni meteo.
(30 nov 20) RIUNIONE SU SCOMPARSI – Il presidente della repubblica ha tenuto oggi una riunione, Presente anche il gen. Muradov comandante delle forze di pace russe, con i familiari di alcuni soldati scomparsi. Nel corso dell’incontro sono stati ribaditi gli sforzi delle istituzioni armene e internazionali sul tema dei soldati armeni fatti prigionieri o rimasti caduti sul campo di battaglia in territorio ora sotto controllo azero. Purtroppo l’Azerbaigian non dimostra collaborazione al riguardo
(30 nov 20) LETTERA DI SARIKISSIAN A PUTIN – Il presidente dell’Armenia Armen Sarkissian ha indirizzato una lettera al presidente russo Vladimir Putin sulla questione del rimpatrio dei prigionieri di guerra armeni dall’Azerbaigian. La lettera del presidente Sarkissian afferma in particolare che la società armena e la diaspora sono profondamente preoccupate per la situazione relativa a questi soldati e civili armeni nella prigionia azerbaigiana e che la rispettiva mediazione del presidente russo fornirà grande assistenza alla questione del ritorno di questi militari armeni e civili catturati dall’Azerbaigian, così come i corpi delle vittime armene. Corre voce, non confermata, che a Baku stiano preparando una parata “della vittoria” nel corso della quale sfilerebbero i prigionieri armeni.
(30 nov 20) QUASI RISTABILITO IL GEN. HARUTYUNYAN – Il generale Jalal Harutyunyan, già ministro della Difesa e comandante dell’Esercito, rimasto gravemente ferito nel corso della guerra, si è quasi completamente ristabilito e sarà dimesso dall’ospedale nell’arco di due o tre giorni
(30 nov 20) OSPEDALE MILITARE RUSSO – Il contingente di pace russo ha completato l’allestimento a Stepanakert un ospedale militare da campo con disponibilità per quaranta posti. Le autorità russe hanno assicurato che sarà garantita assistenza anche alla popolazione civile.
(29 nov 20) SMINAMENTO – Un gruppo di ingegneri del Servizio di emergenza statale dell’Artsakh effettuerà lavori per neutralizzare le mine inesplose e altri tipi di armi a Stepanakert e nel territorio adiacente al villaggio di Mkhitarashen della regione di Askeran. Lo ha comunicato il Servizio di emergenza statale di Artsakh che al tempo stesso ha avvisato la popolazione di non farsi prendere dal panico se saranno udite esplosioni
(29 nov 20) PASHINYAN SU STALLO NEGOZIATI – Il premier armeno Nikol Pashinyan ha affermato che a partire dal 2018 la questione del Karabakh era in un vicolo cieco, l’unica via d’uscita era la resa dei territori. Secondo lui, nel 2011 a Kazan, l’Armenia era pronta a cedere 7 regioni in cambio di un referendum sullo status provvisorio del Karabakh, ma l’Azerbaigian non era d’accordo e aveva avanzato nuove richieste.
(29 nov 20) MEDICI RUSSI – Più di 60 medici russi dalla Russia sono arrivati a Stepanakert. La prima divisione comprendeva chirurghi militari, anestesisti-rianimatori, terapisti ed epidemiologi.
(29 nov 20) CAMPO FORZE RUSSE – La sistemazione del campo per il dispiegamento a lungo termine del raggruppamento russo e un luogo per l’addestramento tecnico di attrezzature pesanti in Nagorno-Karabakh è stata completata. Il campo prevede anche stazioni di rifornimento, lavaggio, manutenzione e riparazione della flotta dei veicoli impiegati nella missione. Il ministero per le situazioni di emergenza ha osservato che ogni giorno i conducenti sono sottoposti a briefing sulla sicurezza stradale, oltre a una visita medica. Nel campo di soccorso è stato dispiegato un centro medico, dove sono presenti i medicinali necessari e specialisti qualificati per prestare il primo soccorso, nonché l’accoglienza ambulatoriale del personale e, se necessario, della popolazione civile.
(28 nov 20) MUOIONO CIVILI AZERI – Quattro o cinque civili azeri sono morti a seguito dell’esplosione di una mina nei pressi di Fizuli, territorio ora sotto controllo dell’Azerbaigian dopo la guerra. Il veicolo su cui viaggiavano, ignorando i segnali di pericolo, avrebbe attraversato un campo minato.
(28 nov 20) RICOSTRUZIONE – Il Servizio di Stato per le situazioni di emergenza dell’Artsakh comunica che appartamenti e infrastrutture pubbliche e vitali distrutte a seguito della recente guerra sono in fase di restauro. Prima dell’inizio della rispettiva costruzione, i rappresentanti del Servizio, il Ministero russo per le situazioni di emergenza e il Ministero dello sviluppo urbano dell’Artsakh hanno condotto una valutazione dei danni.
(28 nov 20) SAREBBERO 25000 SENZA CASA IN ARTSAKH – Secondo il quotidiano armeno Hraparak le famiglie che hanno perso le loro case a causa della guerra, i cui insediamenti sono passati sotto il controllo del nemico, stanno tornando in Artsakh, a Stepanakert , Askeran e in altri insediamenti dove lo stato affitta appartamenti per loro. Il governo sta inventariando gli appartamenti sfitti e lo Stato trasferisce lì i senza tetto provvedendo al pagamento dell’affitto. Alcuni sfollati rientrati in Artsakh sono stati provvisoriamente ospitati in strutture di fortuna quali centri culturali o asili nido. Sarebbero circa 25000 coloro rimasti senza casa.
(28 nov 20) DISPERSI – L’Ombudsman dell’Artsakh, Artak Beglaryan, nel corso di una conferenza ha illustrato la situazione dei dispersi denunciando come l’Azerbaigian stia deliberatamente rallentando le operazioni di recupero dei cadaveri e consegna prigionieri di guerra. I corpi di oltre 400 militari armeni sono già stati recuperati o scambiati da vari luoghi, tra cui Shushi, Martuni, Karmir Shuka, Mataghis, villaggio Vank di Hadrut. Beglaryan ha anche aggiunto che i parenti dei dispersi dovrebbero fare attenzione nel pubblicare notizie su di loro per non pregiudicare il lavoro di ricerca e soccorso delle autorità.
(28 nov 20) SMENTITA CATTURA SOLDATI ARMENI – La notizia diffusa da alcuni canali Telegram dell’Azerbaigian csecondo la quale nella giornata di ieri stati fatti prigionieri più di dieci militari armeni è disinformazione; un incidente del genere non è avvenuto ieri. Così riferisce oggi l’Infocenter unificato armeno.
(28 nov 20) MINISTRO DI STATO DELLA FRANCIA A YEREVAN – Il governo francese ha studiato l’armistizio del Nagorno Karabakh firmato tra Armenia, Russia e Azerbaigian e ritiene che alcuni punti degli accordi necessitino di ulteriori discussioni secondo il ministro di Stato francese Jean-Baptiste Lemoyne in una conferenza stampa a Yerevan dove è giunto ieri. “Abbiamo studiato l’accordo [di armistizio] e naturalmente ci sono punti che non vengono considerati, che dovrebbero essere affrontati. Questo è già il lato politico. Ciò dovrebbe probabilmente essere fatto nell’ambito della Co-Presidenza del Gruppo di Minsk dell’OSCE. Ieri ho incontrato il ministro degli Esteri armeno Ara Ayvazyan, e oggi ho incontrato il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e ho discusso di tutte queste questioni” ha detto Lemoyne.
(28 nov 20) SARKISSIAN A MOSCA – Il presidente dell’Armenia è a Mosca per una visita, definita “privata”, nel corso della quale incontrerà i rappresentanti della folta comunità armena. Nei giorni scorsi si era recato nella capitale russa il presidente dell’Artsakh, Harutyunyan, ma il suo viaggio non era stato comunicato ufficialmente. Pare che anche il premier Pashinyan si stia preparando al medesimo viaggio.
(28 nov 20) DEMARCAZIONE CONFINI – Il ministero degli Affari esteri dell’Armenia afferma che le forze armate di Armenia e Azerbaigian hanno specificato i luoghi effettivi di dispiegamento di avamposti di combattimento al fine di tracciare la linea di contatto. Il ministero degli Esteri ha affermato che la demarcazione del confine di stato è un processo lungo e complesso che viene portato avanti da commissioni interdipartimentali e task force congiunte che si formano tra gli stati, attraverso negoziati intergovernativi, con i cui risultati un documento internazionale viene firmato.
(27 nov 20) CONSEGNA CORPI – L’autorità dell’Artsakh informa che Baku ha consegnato i corpi di cinque soldati armeni caduti ad Hadrut o nei dintorni ma non è chiaro da quale zona esattamente provengano e se vi sono altri soldati morti da recuperare
(27 nov 20) BERDZOR – L’evacuazione dei residenti nei villaggi di Berdzor, Aghavno e Sus della regione di Kashatagh nell’Artsakh è stata interrotta e questi insediamenti rimarranno sotto il controllo armeno, ha detto il capo dell’amministrazione regionale di Kashatagh Mushegh Alaverdyan. Le località si trovano nel corridoio di Lachin. “Senza approfondire, posso dire che gli accordi sono stati modificati, abbiamo ricevuto garanzie di sicurezza. Sotto la mia diretta responsabilità abbiamo interrotto l’evacuazione in questi insediamenti e rimarremo al nostro posto”, ha detto.
(27 nov 20) PRIGIONIERI DI GUERRA – Secondo i media russi, da ieri il Comitato internazionale della Croce Rossa dispone di dati su 150 prigionieri armeni vivi e si sta lavorando per riaverli. Da ieri, sulle piattaforme azere circolano informazioni che nei prossimi giorni si terrà una parata per la vittoria a Baku nel corso della quale verranno mostrati i prigionieri di guerra armeni e equipaggiamento militare armeno. Non vi sono conferme al riguardo. Intanto l’Ombudsman dell’Artsakh denuncia che l’Azerbaigian sta ritardando i tempi di riconsegna dei corpi dei caduti.
(27 nov 20) POSIZIONE DELLA FRANCIA – Parigi non riconosce l’autoproclamata Repubblica dell’Artsakh; lo rileva in una dichiarazione rilasciata dal ministero francese per l’Europa e gli affari esteri. “Il 25 novembre, il Senato [francese] ha approvato una risoluzione che invita le autorità francesi a riconoscere l’autoproclamata Repubblica del Nagorno-Karabakh. Durante il dibattito prima del voto, Jean-Baptiste Lemoyne, Segretario di Stato presso il Ministro per l’Europa e Affari esteri, ha ricordato la posizione del governo francese sulla questione “, ovvero che la Francia non riconosce l’autoproclamata Repubblica del Nagorno Karabakh.
(27 nov 20) SERVIZI GENERALI A STEPANAKERT – La fornitura di elettricità e gas naturale nella capitale dell’Artsakh è stata ripristinata del 95-97% anche con l’aiuto delle forze di pace russe che stanno altresì provvedendo a operazioni di sminamento e messa in sicurezza di terreni ed edifici (compresi due plessi scolastici dove le lezioni riprenderanno a breve)
(26 nov 20) MINIERA D’ORO A SOTK – Questa mattina circa 250 soldati azeri sono entrati nella miniera d’oro di Sotk che sorge proprio a cavallo del confine tra Armenia e regione di Karvachar (ora sotto controllo azero). A difesa del sito vi erano solo sette soldati armeni che hanno contattato l’amministrazione. Trattative in corso. Il governo armeno ha smentito la “invasione” degli azeri nella regione di Vardenis, mentre il capo della comunità locale di Geghamasar, Avetyan, ha riferito che ”sono passati attraverso i cancelli stabiliti e ora si trovano nel territorio della miniera. Gli azeri ci chiedono di liberare il territorio. Ma i negoziati sono in corso ora “. La miniera è di proprietà della GeoPromining Gold di proprietà russa e nei siti specializzati è indicata nel territorio di Vardenis (Armenia). Nello scorso mese di agosto si era registrata una manifestazione di protesta ambientalista da parte degli abitanti della comunità di Sotk (in Armenia) per via dello scarico di residuati di lavorazione nelle acque dei torrenti che poi sfociano nel lago Sevan
(26 nov 20) TRASPORTI A STEPANAKERT – Le autorità comunicano che il servizio di trasporto pubblico è stato ristabilito a Stepanakert
(26 nov 20) SCOMPARSI DUE ARMENO LIBANESI – Due libanesi-armeni, un uomo e una donna, sono scomparsi nell’Artsakh dopo la dichiarazione dell’armistizio secondo l’Alto Commissario per gli affari della diaspora Zareh Sinanyan. “Abbiamo due libanesi-armeni che sono scomparsi. Un uomo e una donna sono scomparsi ad Artsakh dopo il cessate il fuoco. Sono andati lì per prendere le loro cose e ora sono scomparse. Stiamo cercando di scoprire dove si trovano, ma non siamo in grado di trovarli“, ha detto Sinanyan, aggiungendo che persone sconosciute che parlano turco o azero stanno rispondendo ai telefoni cellulari di queste persone scomparse. Uno dei libanese-armeni era rimpatriato dopo l’esplosione del 4 agosto a Beirut e si era stabilito ad Artsakh. La donna rimpatriata è stata temporaneamente ospitata in un hotel a Shushi fino a quando non ha ottenuto una casa. Poi, quando è iniziata la guerra, si è trasferita a Goris in Armenia. Quando la guerra finì, il 10 novembre, accompagnata da un uomo libanese-armeno, sarebbe tornata a Shushi per recuperare i suoi averi. Da allora sono scomparsi. Alle chiamate ai loro numeri di cellulare rispondono persone turche o azere che inizialmente hanno affermato che la donna libanese-armena è tenuta in ostaggio, ma poi ha detto che è stata uccisa. Non ci sono informazioni sull’uomo scomparso. L’Alto Commissario per gli affari della diaspora ha contattato il Servizio di sicurezza nazionale, la Croce Rossa e il Difensore dei diritti umani sulla questione.
(26 nov 20) MATERIALE DA COSTRUZIONE – 300 tonnellate di materiale edile da costruzione sono in arrivo dalla Russia destinate a Stepanakert e Shushi per i primi interventi di riparazione degli edifici dopo i bombardamenti.
(26 nov 20) RITORNO RIFUGIATI – Secondo il ministero della Difesa russo mediamente ogni giorno circa 2000 rifugiati fanno rientro in Artsakh.
(25 nov 20) DICHIARAZIONE MINISTERO ESTERI ARTSAKH – Il Ministero degli Esteri dell’Artsakh ha rilasciato una dichiarazione, salutando la risoluzione adottata dalla Camera alta del parlamento francese, il Senato, sulla necessità di riconoscere la Repubblica dell’Artsakh: ”Esprimiamo profonda gratitudine ai Senatori e a tutti gli individui e le organizzazioni grazie ai cui sforzi l’adozione di questa storica decisione è diventata realtà. È interessante notare che, tra gli altri punti importanti, la risoluzione adottata dal Senato condanna l’aggressione militare azero-turca contro l’Artsakh il 27 settembre, con la partecipazione di mercenari terroristi, e invita le autorità francesi a prendere tutte le misure possibili per garantire il ripristino dei confini definiti dal cessate il fuoco del 1994, che, di fatto, sono stati fissati dall’accordo trilaterale di cessate il fuoco a tempo indeterminato firmato dalla Repubblica di Artsakh, Armenia e Azerbaigian. Sottolineiamo la coraggiosa posizione del Senato francese di invitare il governo a “riconoscere la Repubblica del Nagorno-Karabakh e rendere tale riconoscimento oggetto di negoziati di pace duraturi”. Ci auguriamo che questa decisione del Senato ispiri l’adozione di risoluzioni della stessa natura e potenza, prima di tutto nell’Assemblea nazionale francese, così come in altri paesi del mondo. Annunciamo ancora una volta che, data l’aggressione armata contro l’Artsakh, l’occupazione militare di una parte significativa dei suoi territori, nonché il pubblico diniego dell’Azerbaigian a discutere lo status dell’Artsakh, qualsiasi fattore che ostacoli il riconoscimento dell’indipendenza della Repubblica dell’Artsakh da parte di qualsiasi Stato viene meno atteso che in passato tale decisione era condizionata dalle preoccupazioni di non creare ostacoli alla soluzione pacifica del conflitto Azerbaigian-Karabakh. Siamo convinti che il processo di riconoscimento internazionale della Repubblica dell’Artsakh sia in linea con gli interessi a medio e lungo termine dei paesi copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE, compresa la Federazione Russa. Il riconoscimento internazionale dell’indipendenza della Repubblica dell’Artsakh si basa sui principi di giustizia, uguaglianza dei popoli e fornirà un contributo significativo per garantire maggiore sicurezza, stabilità e prevedibilità nel Caucaso meridionale.“
(25 nov 20) SENATO FRANCESE – Il Senato francese con 305 voti a favore e uno contrario ha approvato una mozione che riconosce la repubblica di Artsakh e condanna l’aggressione azera alla stessa. Questo il sunto come riportato sul sito del senato transalpino: “Questa proposta di risoluzione condanna l’aggressione militare dell’Azerbaigian, condotta con il sostegno delle autorità turche e dei mercenari stranieri, e chiede l’immediato ritiro delle forze armate azere e dei loro sostenitori dai territori presi a seguito delle operazioni di guerra condotto dal 27 settembre 2020 nella regione del Nagorno-Karabakh. Invita il Governo a: – fornire massicci aiuti umanitari alle popolazioni civili del Nagorno-Karabakh, chiedendo l’apertura di corridoi umanitari e utilizzando tutti i canali disponibili; – difendere, nell’ambito del Gruppo di Minsk, l’immediata attuazione della protezione delle popolazioni mediante il dispiegamento di una forza di intervento internazionale sotto la sua egida; – chiedere lo svolgimento di un’indagine internazionale sui crimini di guerra commessi nel Nagorno Karabakh, in particolare contro la popolazione civile e attraverso l’uso di armi proibite dal diritto internazionale; – fare tutto il possibile per le discussioni in vista di una soluzione negoziata e duratura del conflitto, garantendo il ripristino dei confini definiti nel 1994, la sicurezza delle popolazioni armene e il diritto al ritorno degli sfollati, nonché la conservazione del patrimonio culturale e religioso armeno per poter riprendere senza indugio nell’ambito del gruppo di Minsk, di cui la Francia è copresidente; – trarre tutte le conseguenze diplomatiche del ruolo svolto dalle autorità turche, e valutare con i suoi partner europei le risposte più ferme e adeguate; – riconoscere la Repubblica del Nagorno-Karabakh e fare di questo riconoscimento uno strumento di negoziati al fine di stabilire una pace duratura.“
(25 NOV 20) AZERI TENTANO DI PASSARE IN TERRITORIO ARMENO – Mediaport Telegram Channel riporta quanto segue: “La regista britannica indipendente Emily Gesse, che si trova attualmente in Artsakh, riferisce che gli azeri hanno cercato di passare attraverso i territori sotto il controllo del partito armeno con false divise di militari russi. Uno di loro è stato catturato.”
(25 nov 20) RIENTRO RIFUGIATI – Il processo di ritorno dei profughi in Artsakh continua intensamente. Il ministro dell’amministrazione e dello sviluppo territoriale dell’Artsakh, Jirayr Mirzoyan, che oltre 50mila sono già insediati. “I residenti dell’Artsakh, le cui case sono ora sotto il controllo azero, si sono stabiliti a Stepanakert e in altre regioni“, ha detto il ministro, aggiungendo che i problemi sociali causati dalla guerra vengono gradualmente risolti.
(25 nov 20) PUTIN ED ERDOGAN – Le questioni relative alla creazione di un centro di controllo del cessate il fuoco russo-turco per il Nagorno Karabakh sono state tra gli argomenti discussi oggi al telefono dai presidenti russo e turco Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan
(25 nov 20) STATI UNITI SU TREGUA IN ARTSAKH – Gli accordi sulla completa cessazione delle ostilità nel Nagorno Karabakh, raggiunti dalla dichiarazione firmata dai leader di Russia, Armenia e Azerbaigian, sono attualmente mantenuti e la parte americana accoglie con favore tale sviluppo di eventi. Così dichiara Jonathan Rath Hoffman, Assistente del Il segretario alla Difesa per gli affari pubblici.
(25 nov 20) VILLAGGI SOTTO CONTROLLO ARMENO – I villaggi Charektar e Aknaberd della regione Shahumyan dell’Artsakh rimarranno sotto il controllo delle truppe armene. Questo è ciò che il capo del villaggio di Charektar Kamo Chakanyan ha dichiarato dopo essere appena tornato dal villaggio. I residenti dei villaggi hanno scoperto questa decisione all’ultimo minuto.
(25 nov 20) CEDUTA REGIONE DI KARVACHAR – In ottemperanza all’accordo del 9 novembre, la regione di Karvachar (Kelbajar) è passata oggi sotto controllo azero. L’unico accesso alla stessa è attraverso l’impervio passo Omar, inagibile per buona parte dell’anno in quanto in quota. Il portavoce del Ministero della Difesa della Federazione Russa, il Maggiore Generale Igor Konasenkov, ha detto oggi ai giornalisti che le forze di pace russe stanno supervisionando il trasferimento di Karvachar in Azerbaigian, iniziato alle 00:00.
(24 nov 20) MAYILIAN RICEVE CROCE ROSSA – Il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica dell’Artsakh Masis Mayilian ha ricevuto una delegazione del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) guidata dal Sig. Pascal Hundt, Rappresentante Maggiore del CICR. Nell’incontro sono state discusse le questioni relative al ritiro dei corpi dei militari armeni uccisi, il destino dei dispersi e la liberazione di prigionieri di guerra e ostaggi.
(24 nov 20) COLLOQUI TELEFONICI TRILATERALI – Il presidente russo Putin ha avuto nella giornata di ieri e oggi un colloquio telefonico con il premier armeno Pashinyan e il presidente azero Aliyev per illustrare il risultato della visita della delegazione russa a Yerevan e Baku il giorno 21
(24 nov 20) LOCALITA’ SOTTO CONTROLLO AZERO – Sono 121 le comunità dell’Artsakh passate sotto controllo azero. 52 della regione di Kashatagh, 16 della regione di Shahumian, 8 della regione di Askeran, 29 della regione di Hadrut, 2 della regione di Shushi, 6 della regione di Martuni, 8 della regione di Martakert
(24 nov 20) CROCE ROSSA INTERNAZIONALE – I rappresentanti del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) hanno visitato soldati e civili armeni che si trovano attualmente nella prigionia azera. L’Infocentro unificato armeno ha affermato che attualmente le operazioni di ricerca dei dispersi in azione e il recupero dei cadaveri sono in corso grazie alla mediazione delle truppe russe di mantenimento della pace e dei rappresentanti del CICR. Le operazioni di ricerca si svolgono su base giornaliera, coprendo tutte le direzioni del confine dell’Artsakh (Nagorno Karabakh).
(24 nov 20) VILLAGGIO DI CHAREKTAR – Solo nella giornata di domani si saprà se il villaggio (che si trova proprio sulla linea di demarcazione tra la regione di Martakert e quella di Karvachar) finirà sotto controllo azero o meno. Il sindaco della comunità riferisce che le 48 famiglie che vivano lì hanno lasciato il paese, alcune portando via tutto ciò che apparteneva, altre lasciando in loco i propri beni.
(24 nov 20) TURKMENI IN KARABAKH – La Turchia sta aprendo due uffici ad Afrin (Siria) per registrare quei coloni turkmeni che desiderano essere insediati ad Artsakh. Secondo diverse fonti corrispondenti da Afrin, le autorità turche di occupazione hanno recentemente aperto due uffici nel centro della città per ricevere le famiglie di coloni turkmeni che desiderano registrare i loro nomi in preparazione del loro trasferimento nella regione del Karabakh con l’obiettivo del insediamento finale nelle aree recentemente conquistate dall’esercito azero.
(23 nov 20) ESPLOSIONE MINA – L’agenzia russa Ria Novosti informa che a causa dell’esplosione di una mina un ufficiale russo è rimasto ferito ed è stato ricoverato in ospedale ma non in pericolo di vita. Anche alcuni dipendenti del Servizio statale per le situazioni di emergenza dell’Artsakh sono rimasti feriti. Inoltre un militare azerbaigiano è morto.
(23 nov 20) CORTE EUROPEA DEI DIRTTI DELL’UOMO – La Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito di applicare una procedura urgente per il caso relativo alla protezione dei diritti umani di 14 militari armeni che sono detenuti come prigionieri di guerra dall’Azerbaigian. Le famiglie dei militari armeni prigionieri hanno fatto appello alla CEDU chiedendo misure urgenti per la protezione del diritto alla vita e il diritto ad essere liberi da trattamenti disumani. La CEDU ha chiesto al governo azero di fornire una documentazione dettagliata su quando le truppe sono state catturate, dove sono detenute, le condizioni di detenzione e le questioni mediche. La CEDU ha registrato che il governo azero non ha fornito informazioni affidabili e comprovate entro il termine stabilito. Secondo organizzazioni non governative sarebbero almeno un centinaio i militari armeni detenuti dagli azeri
(23 nov 20) MILITARI SCOMPARSI – Il governo dell’Armenia ha creato una commissione interdipartimentale focalizzata sui militari scomparsi nel corso dei combattimento. Oggi il governo ha avuto un incontro con alcuni dei familiari
(23 nov 20) LA SITUAZIONE A MARTUNI – Il sindaco di Martuni riferisce che sono rientrati circa 1.000 residenti. Prima della guerra i residenti erano 6.200 e questo numero era sceso a 400 durante la guerra, per lo più quelli che sono rimasti per difendere la città. Il 70-80% della città è ora distrutto.
(23 nov 20) HARUTYUNYAN AD ASKERAN – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha presieduto una consultazione di lavoro estesa con i leader della comunità e funzionari responsabili della regione di Askeran. Il Presidente ha accennato alle conseguenze della recente guerra scatenata dall’Azerbaigian, affermando che è necessario ripristinare la vita normale il prima possibile. Ha aggiunto che a tal fine il ministero dello sviluppo urbano prenderà misure operative per riparare gli appartamenti danneggiati dai bombardamenti azeri.
(23 nov 20) SMINAMENTO – L’esercito russo ha inviato genieri per essere coinvolti nelle operazioni di sminamento nel territorio dell’Artsakh. Specialisti, attrezzature, armi e cani guida sono stati portati nella zona per la missione di mantenimento della pace. Sono stati trasportati anche i sistemi di sminamento multiruolo Uran-6.
(22 nov 20) OPERATO L’ARCIVESCOVO MARTIROSYAN – Mons. Hovnan Derderian, primate della diocesi occidentale degli Stati Uniti della Chiesa armena, riferisce che il primate della diocesi di Artsakh, l’arcivescovo Pargev Martirosyan, colpito nei giorni scorsi da un attacco di cuore, è stato operato con successo in uno degli ospedali di Los Angeles.
(22 nov 20) RITORNO RIFUGIATI – Altri 1400 rifugiati in Armenia hanno fatto rientro in Artsakh nella giornata di oggi. 34 bus sono stati scortati dalle forze russe fino a Stepanakert
(22 nov 20) HARUTYUNYAN A YEREVAN – Il presidente della repubblica è a Yerevan dove ha già incontrato il premier Pashinyan per discutere dei progetti di ricostruzione post bellica
(22 nov 20) CORRIDOIO DI LACHIN – La situazione lungo la strada che collega Armenia e Artsakh (attraverso il corridoio di Lachin) è tranquilla. La circolazione di veicoli civili è iniziata a metà della scorsa settimana. Così riferisce un rappresentante della missione di mantenimento della pace.
(22 nov 20) SOLDATI TURCHI – Il ministero della Difesa della Turchia informa che i soldati turchi saranno impegnati nel centro di monitoraggio del cessate il fuoco della Federazione Russa nel Nagorno Karabakh nel corso di un anno. Il ministro della Difesa turco Hulusi Akar ha informato che i soldati turchi si recheranno in Azerbaigian e che la preparazione delle truppe di terra è terminata. L’11 novembre, il presidente Erdogan ha dichiarato che Ankara e Mosca hanno firmato un memorandum sulla creazione di un centro di controllo per il cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh e che la Turchia parteciperà “alla missione congiunta di mantenimento della pace”. Prima di questo, il portavoce del presidente della Russia Dmitry Peskov aveva dichiarato che Mosca e Ankara lavoreranno presso il centro di monitoraggio nel territorio dell’Azerbaigian e che “non si è parlato di forze congiunte di mantenimento della pace”. I soldati turchi non saranno ovviamente schierati dentro il territorio armeno ma presumibilmente neppure sul confine lato azero.
(21 nov 20) IL PRESIDENTE VISITA MARTUNI – Il presidente della repubblica si è recato oggi a Martuni per rendersi conto di persona delle distruzioni arrecate dalla guerra e predisporre i primi interventi di restauro e ricostruzione.
(21 nov 20) TRUPPE AZERE LASCIANO SHUSHI – Secondo l’importante quotidiano russo “Izvestiya” le truppe azere hanno lasciato Shushi scortate da forze russe. Non è chiaro se questo significhi un ritiro totale degli azeri dalla città (che potrebbe essere presa in custodia dai russi) oppure un semplice movimento di truppe
(21 nov 20) OMBUDSMAN ARTSAKH SI RIVOLGE ALL’UNICEF – In occasione della Giornata internazionale dell’infanzia, il difensore civico per i diritti umani dell’Artsakh Artak Beglaryan ha inviato venerdì una lettera al direttore esecutivo Henrietta Fore dell’UNICEF. Nella missiva tra l’altro scrive che “i bambini di Artsakh (Nagorno-Karabakh) sono privati dei loro diritti, compreso il diritto intrinseco dei bambini alla vita, il diritto alla salute, il diritto di stare con la famiglia e la comunità, diritto allo sviluppo della personalità e ad essere nutrito e protetto, diritto all’istruzione e altri diritti fondamentali. Sono privati dei loro diritti a causa dell’aggressione lanciata dall’Azerbaigian contro la Repubblica dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) durata dal 27 settembre al 9 novembre. Durante l’aggressione, l’Azerbaigian ha deliberatamente e indiscriminatamente attaccato gli oggetti civili, gli edifici residenziali e le infrastrutture in circa 170 comunità dell’Artsakh (circa il 70%). Sono stati registrati almeno 50 civili uccisi e 163 feriti, tra cui un bambino ucciso e 9 bambini feriti. I bambini dell’Artsakh sono stati sfollati insieme alle loro famiglie, sfuggendo alla minaccia per la loro vita e salute, e si sono rifugiati in luoghi più sicuri nell’Artsakh e nella Repubblica d’Armenia. Anche le scuole, gli asili e gli ospedali sono stati deliberatamente e indiscriminatamente presi di mira. Secondo i dati preliminari, 71 scuole e 14 asili sono stati danneggiati a seguito dell’aggressione azera in Artsakh, escluse le scuole e gli asili che si trovano nelle comunità attualmente sotto il controllo azero. 23978 scolari e 4036 bambini in età prescolare sono privati del diritto all’istruzione.“
(21 nov 20) COMPLETATO 4° RAPPORTO SU ATROCITA’ AZERE – I difensori civici dell’Armenia e dell’Artsakh Arman Tatoyan e Artak Beglaryan hanno terminato il quarto rapporto chiuso sulle atrocità commesse dalle forze armate azere contro armeni e cadaveri di etnia armena catturati nel periodo dal 4 al 18 novembre. Questo rapporto fornisce prove concrete di tutte le atrocità e i crimini di guerra commessi dalle forze armate azere. Tutti questi sono stati commessi solo perché le persone erano di etnia armena. Questi sono il risultato della politica di incitamento all’odio sostenuta dallo stato azero in Azerbaijan. Il rapporto contiene prove e analisi che confermano la politica azera di pulizia etnica e genocidio attraverso metodi terroristici nell’Artsakh. Il rapporto sarà presentato alle autorità internazionali e per la gravità del contenuto è stato deciso di non renderlo pubblico.
(21 nov 20) DISTRUZIONI IN ARTSAKH – Ci sono 284 strutture completamente distrutte in 43 insediamenti del Nagorno-Karabakh. È quanto ha affermato oggi il ministro delle Situazioni di emergenza della Russia Yevgeny Zinichev durante una consultazione tenuta dal presidente Vladimir Putin.
(21 nov 20) SARKISSIAN RICEVE LAVROV – Il presidente dell’Armenia Armen Sarkissian ha ricevuto oggi il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Accogliendo il ministro russo e la sua delegazione in Armenia, il presidente Sarkissian ha affermato in particolare: “Siete arrivati in Armenia in un momento difficile. È un periodo molto difficile, può essere definito come un periodo di crisi. Ci sono grossi problemi nel settore economico, è una situazione postbellica difficile, i nostri problemi sono anche psicologici, purtroppo c’è anche il coronavirus e tante altre questioni. In generale, la situazione è difficile anche nel campo della politica estera”. Il presidente Sarkissian ha ringraziato innanzitutto Lavrov per quello che sta facendo per l’Armenia, la regione in questi anni. Ha chiesto di trasmettere la gratitudine sua e del popolo armeno al presidente russo per il sostegno fornito in questi giorni difficili. “Non importa dove vivono gli armeni, sanno tutti che se gli sforzi tuoi e di Vladimir Putin non fossero esistiti, oggi avremmo continuato a perdere giovani vite“, ha detto il presidente Sarkissian. “Nei primi giorni della guerra sapevamo che tutti gli sforzi della leadership della Russia, personalmente il presidente, erano diretti a farla cessare. Ancora una volta eravamo convinti che la vera amicizia si vede nei momenti difficili ”.
(21 nov 20) LAVROV: ASPETTATIVE DALL’UNESCO – Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov si aspetta che l’UNESCO sarà più attivo nel preservare i monumenti culturali nel Nagorno Karabakh e nei dintorni di quanto lo sia stato ad Aleppo e Palmyra in Siria. “Ieri ho avuto un colloquio approfondito con il Direttore generale dell’UNESCO, proponendo di occuparsi più attivamente della conservazione del patrimonio culturale e religioso di civiltà nel Nagorno Karabakh e dintorni, che sarebbe un investimento importante per la riconciliazione delle nazioni e l’instaurazione della pace in quella regione. Ci aspettiamo che l’UNESCO mostri più attività lì che in Siria, in primo luogo nel preservare i siti culturali di Aleppo e Palmyra”, ha detto Lavrov ai giornalisti a Yerevan.
(21 nov 20) LAVROV IN ARMENIA – Colloqui ad alto livello del ministro degli esteri russo giunto a Yerevan questa mattina con una folta delegazione. Lavorv ha incontrato il presidente della repubblica, il Primo ministro e il collega agli Esteri. Riguardo alla questione dell’Artsakh, Lavorv ha dichiarato che ritiene inaccettabili i tentativi sia in Armenia che all’estero di mettere in discussione la dichiarazione trilaterale firmata sul conflitto del Nagorno Karabakh, aggiungendo che ciò è stato affermato anche durante gli incontri che si sono tenuti oggi in Armenia. Lavrov ha informato i giornalisti sulla visita della delegazione russa a Yerevan e sull’incontro con la leadership armena, affermando che si sono svolte discussioni approfondite, in particolare hanno parlato delle questioni relative alla completa attuazione della dichiarazione firmata dai leader di Armenia, Russia e Azerbaigian, assicurando l’operazione della missione russa di mantenimento della pace e la conduzione di azioni umanitarie per assistere la popolazione civile. “Tutti hanno accettato che questa dichiarazione fosse l’unico mezzo per risolvere la situazione che era stata molto dura diverse settimane fa. È stato affermato che tutti i tentativi sia all’interno del paese che all’estero di mettere in discussione tale affermazione sono inaccettabili. E abbiamo affermato la nostra determinazione a fare di tutto affinché la dichiarazione continui ad essere in vigore. La leadership dell’Armenia – il Presidente, il Primo Ministro, con il quale ci siamo incontrati, ha affermato che questa dichiarazione ha contribuito a risolvere gravi problemi, a salvare vite umane, e si sono impegnati per l’ulteriore attuazione dell’accordo. “
(21 nov 20) CONDOGLIANZE PER RITA SARGSYAN – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha espresso le condoglianze per la morte di Rita Sargsyan, la moglie del terzo presidente dell’Armenia Serzh Sargsyan. “Rita Sargsyan godeva di un grande amore e rispetto ad Artsakh. Importanti progetti strategici sono stati realizzati in diversi ambiti della nostra Repubblica grazie al suo patrocinio e al suo attivo supporto. Centinaia di bambini sono nati grazie al programma del fondo di sostegno per la salute riproduttiva di Aragil. Stava implementando vari programmi culturali con grande energia, portando il suo inestimabile contributo allo sviluppo della cultura in Artsakh ” ha scritto il presidente su Facebook
(20 nov 20) ATTESA DELEGAZIONE RUSSA IN ARMENIA – Una delegazione governativa russa di alto livello visiterà l’Armenia nella giornata di domani. Secondo notizie non confermate, la delegazione sarà composta dal ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, dal ministro della Difesa Sergey Shoygu, dal vice primo ministro Aleksey Overchuk, dal ministro dell’economia Alexander Novak e dal ministro della sanità Mikhail Murashko.
(20 nov 20) DIMESSO MINISTRO DIFESA – Il ministro della Difesa dell’Armenia, Davit Tononyan, si è dimesso. Al suo posto il Primo ministro Pashinyan ha nominato il suo consigliere Vagharshak Harutyunyan. Si è dimesso anche il ministro del Lavoro Zaruhi Batoyan e al suo posto il premier ha nominato il suo consigliere Mesrop Arakelyan. Anche il ministero della Protezione civile ha un nuovo titolare nella persona del generale Andranik Piloyan. Licenziato da Pashinyan l’ambasciatore Karen Mirzoyan, a suo tempo ministro degli Esteri in Artsakh.
(20 nov 20) AZERI ENTRANO NELLA REGIONE DI AGHDAM – Le forze armate azerbaigiane, come previsto dall’accordo trilaterale del 9 novembre, sono entrate nella regione di Aghdam (Akna) del Nagorno Karabakh. Lo conferma l’agenzia russa TASS, citando il servizio stampa del Ministero della Difesa.
(20 nov 20) LETTERA ALL’UNESCO – Il 19 novembre, il ministro degli Esteri della Repubblica dell’Artsakh Masis Mayilian ha inviato una lettera al direttore generale dell’UNESCO Audrey Azoulay sui fatti di profanazione e atti di vandalismo commessi dalla parte azera contro i monumenti storici, religiosi e culturali armeni. La lettera sottolinea che la negazione sistematica dell’esistenza del patrimonio storico e culturale armeno e la sua distruzione sono da tempo la norma in Azerbaigian e fanno parte della politica statale di inculcare l’odio e la xenofobia nei confronti degli armeni. In connessione con la minaccia di distruzione dei monumenti culturali del patrimonio armeno situati nella Repubblica dell’Artsakh e sotto il controllo dell’Azerbaigian, il ministro Mayilian ha sottolineato la necessità di adottare misure efficaci per conto dell’UNESCO per garantire la protezione del patrimonio storico, culturale e religioso armeno. monumenti e per garantire che l’Azerbaigian adempia ai suoi obblighi di preservare il patrimonio culturale di altri popoli. Due giorni fa Azoulay ha ricevuto i rappresentanti di Armenia e Azerbaigian.
(20 nov 20) RIENTRO RIFUGIATI – Altri 1235 rifugiati sono rientrati in Artasakh dall’Armenia nella sola giornata di ieri. Complessivamente il numero di rientri supera le 4000 unità.
(19 nov 20) CENTRI DI AIUTO UMANITARIO – Per fornire aiuto umanitario in Nagorno Karabakh e risolvere problemi specifici, sono stati istituiti cinque centri aggiuntivi russi come parte del Centro interdipartimentale di risposta umanitaria: il Centro di sminamento, il Centro per la riconciliazione delle parti in guerra, il Centro di supporto ai trasporti, il Centro di supporto medico e il Centro commerciale per la casa.
(19 nov 20) SCAMBIO DI CORPI – Dal 13 novembre le parti armena e azera hanno scambiato i corpi di 385 soldati caduti nel conflitto. A ieri le autorità sanitarie dell’Armenia avevano esaminato 2425 corpi, 1609 dei quali identificati.
(19 nov 20) ACCESSI STRADALI IN ARTSAKH – Le strade interstatali dall’Armenia all’Artsakh sono percorribili. Un anota del Servizio di emergenza di Stepanakert riferisce che “il traffico verso l’Artsakh è consentito sia tramite l’interstatale Vardenis-Sotk-Karvachar che tramite la sezione Goris-Berdzor-Shushi. La sicurezza del traffico da Shushi a Stepanakert è assicurata dalle truppe russe di mantenimento della pace. Solo la popolazione civile può viaggiare su questa strada”.
(19 nov 20) AIUTI DALL’EUROPA – La Commissione europea ha annunciato un ulteriore sostegno umanitario di 3 milioni di euro per garantire assistenza fondamentale ai civili più colpiti dal conflitto nel Nagorno Karabakh e dintorni. Questo finanziamento si aggiunge ai 900.000 euro stanziati dall’inizio di ottobre, quando sono iniziate le ostilità.
(19 nov 20) RIUNIONE CO-PRESIDENTI G. MINSK – Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, i co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE (Igor Popov della Federazione Russa, Stephane Visconti della Francia e Andrew Schofer degli Stati Uniti d’America), il Rappresentante personale del Presidente in esercizio dell’OSCE Andrzej Kasprzyk hanno discusso oggi della situazione nel Nagorno Karabakh.
(18 nov 20) NUOVO MINISTRO ESTERI – Ara Ayvazyan, vice ministro in carica dal 14 ottobre scorso, è stato nominato titolare del dicastero dopo le dimissioni di Mnatsakanyan in polemica con le scelte del premier Pashinyan. Ayvazyan lavora nel ministero dal 1994. In giornata anche il capo del servizio di sorveglianza militare presso il ministero della Difesa armeno, Movses Hakobyan (già ministro della Difesa del’Artsakh) ha presentato una lettera di dimissioni.
(18 nov 20) RICONOSCIMENTI – Si moltiplicano in tutto il mondo le mozioni di riconoscimento dell’Artsakh. Oggi è la volta del Consiglio comunale di Parigi. Il Senato francese voterà nei prossimi giorni una mozione firmata dai rappresentanti delle cinque maggiori forze politiche del Paese.
(18 nov 20) EVACUATI SEI VILLAGGI – Gli abitanti di sei villaggi nella regione di Martakert, alcuni dei quali erano tornati alle loro case dopo il cessate il fuoco, hanno ricevuto oggi un ordine di evacuazione. Si tratta dei villaggi di Hovtashen, Nor Maragha e Nor Aygestan che si trovano a ridosso dell’attuale confine con la regione di Askeran ma che erano fuori dall’area dell’oblast del Nagorno Karabakh; e dei villaggi di Karmiravan, Nor Seysulan e Nor Haykajur che si trovano a nord di Martakert sul bordo nord-orientale probabilmente prossimi alla linea di contatto. Per ora gli abitanti di questi piccoli insediamenti dovranno essere collocati nel capoluogo.
(18 nov 20) RIENTRI A STEPANAKERT – Nella giornata di ieri altri 502 residenti hanno fatto rientro a Stepanakert. Dal 14 novembre sono circa 1700 gli abitanti ritornati alle loro case nella capitale.
(17 nov 20) PUTIN SU SHUSHI – Il presidente della Russia, Putin, ha dichiarato che la questione della cessione di Shushi non era all’ordine del giorno prima del recente conflitto. Ha inoltre dichiarato che la dislocazione del centro di controllo sarà dislocato nel territorio dell’Azerbaigian e saranno utilizzati droni di osservazione per il controllo del territorio e il rispetto del cessate-il-fuoco. Ma il presidente russo ha anche sottolineato come la mancanza del riconoscimento dell’Artsakh anche da parte dell’Armenia nonchè della Russia stessa ha inciso sulla situazione. Putin ha altresì dichiarato che è difficile accusare la Turchia di violare il diritto internazionale in relazione al conflitto del Nagorno-Karabakh.
(17 nov 20) AGGIORNAMENTI – Diplomatici statunitensi e francesi saranno domani a Mosca per discutere gli sviluppi dell’accordo sul Nagorno Karabakh. Il ministro degli Esteri francese, Le Drian, ha dichiarato che vanno rimosse ambiguità sul cessatte-il-fuoco, sui rifugiati, sulla presenza turca nella regione e sullo status dell’Artsakh * Nuove dimissioni nel governo dell’Armenia: oggi si sono dimessi il ministro della Protezione civile (Tsolakyan ) , il vice ministro degli Esteri (Kocharyan) e il consigliere del presidente del l’Assemblea nazionale (Ghoulyan, già presidente del parlamento dell’Arsakh) * Il parlamento olandese ha approvato cinque risoluzioni che condannano l’aggressione turco azera all’Artsakh * Nessuna violazione del cessate il fuoco è stata registrata in giornata
(17 nov 20) RIUNIONE DI GOVERNO – Il presidente Harutyunyan ha convocato una riunione di governo per mettere a punto le prime disposizioni di ricostruzione. Servizi pubblici gratuiti per un anno (acqua, luce, gas, ma anche comunicazioni) entro un certo tetto massimo. Aiuti alle famiglie bisogne e ricostruzione delle case con intervento dello Stato
(17 nov 20) SOLDATI TURCHI IN AZERBAIGIAN – Il parlamento ha approvato l’invio di militari in Azerbaigian per il controllo del cessate-il-fuoco. Nn è chiaro se la missione sia riferita solo al centro di verifica sulla tregua (che dovrebbe essere dislocato nella città di Barda) oppure la Turchia vuole inviare i propri soldati sulla linea di contato dalla parte azera. Ipotesi questa che il presidente russo Putin ha definito inappropriata e che peraltro non è prevista nell’accordo negoziale del 9 novembre.
(17 nov 20) ALIYEV: NESSUNO STATUTO SPECIALE – Il presidente dell’Azerbaigian dichiara che «c’è un solo Azerbaigian, multinazionale e multi-confessionale. Ci sono cittadini dell’Azerbaigian, provenienti da vari popoli e religioni che vivono in pace e in buoni rapporti. Il popolo armeno vivrà nelle stesse condizioni», di fatto negando qualsiasi statuto speciale o autodeterminazione per il restante territorio dell’Artsakh ancora in mano armena
(17 nov 20) CATTURATI DIECI ARMENI – Risulta confermata la notizia che dieci armeni sono stati catturati dagli azeri il giorno 11 (a tregua già in corso) lungo la strada che porta da Goris a Shushi.
(16 nov 20) SARKISSIAN SI RIVOLGE ALLA NAZIONE – Il presidente della repubblica di Armenia, Armen Sarkissian, si è rivolto alla nazione armena chiamando all’unità nazionale e invitando il premier Pashinyan alle dimissioni per favorire un provvisorio governo di unità nazionale che porti il Paese a nuove elezioni.
(16 nov 20) MALORE PER ARCIVESCOVO – L’Arcivescovo Pargev Martirosyan, capo della diocesi Artsakh della Chiesa Apostolica Sacra Armena, ha avuto oggi un attacco di cuore. In seguito ha pubblicato quanto segue sulla sua pagina Facebook: “Cari compatrioti, mi sento bene adesso. Esprimo gratitudine a tutti voi per le vostre telefonate e gentili auguri. Resto con la nazione, l’esercito e la patria in preghiera“.
(16 nov 20) MNATSAKANYAN SI DIMETTE – Il ministro degli Affari esteri dell’Armenia, Zohrab Mnatsakanyan, ha presentato lettera di dimissioni al premier Pashinyan. Si aggrava la crisi politica in Armenia dopo la resa in Artsakh. In giornata Artak Davtyan è stato sollevato dall’incarico di presidente della Commissione industria militare e l’incarico ad interim è stato assunto da Pashinyan. Anche l’ex ministro degli Affari esteri dell’Artsakh e attuale ambasciatore per gli incarichi speciali presso il ministero degli Affari esteri dell’Armenia Karen Mirzoyan si è dimesso. In precedenza, come detto, il ministro degli Affari esteri dell’Armenia Zohrab Mnatsakanyan si era dimesso. Ma prima della notizia delle sue dimissioni, il Ministero degli Affari Esteri dell’Armenia aveva riferito che in nessuna fase la questione della consegna di Shushi all’Azerbaigian era stata considerata, in sostanza, accusando Nikol Pashinyan di mentire. Pashinyan ha immediatamente risposto dichiarando che avrebbe licenziato Zohrab Mnatsakanyan che però nel frattempo si è dimesso con una comunicazione scritta di suo pugno.
(16 nov 20) ACCESSO IN ARTSAKH – Il ministero delle Situazioni di emergenza dell’Armenia informa che il traffico verso l’Artsakh è consentito solo tramite la strada Vardenis-Sotk-Karvachar. AGGIORNAMENTO: l’accesso via Goris sarà consentito da domani 17 novembre a partire dalle ore 10 (locali) completati i lavori di messa in sicurezza della strada
(16 nov 20) RUSSI IN ARTSAKH – “I residenti del Nagorno Karabakh hanno un atteggiamento positivo nei confronti delle forze di pace russe e ripongono grandi speranze nel loro aiuto“, ha detto Aleksey Polyukhovich, vice comandante del contingente di mantenimento della pace russo in Karabakh secondo quanto riferisce l’agenzia RIA Novosti. “La gente del posto ha accolto molto positivamente le nostre truppe di mantenimento della pace. Sperano che con il nostro arrivo, la vita pacifica torni“, ha detto. Secondo lui, la vita normale viene gradualmente ripristinata nella capitale dell’Artsakh Stepanakert.
(15 nov 20) RITIRO POSTICIPATO – Il termine per il ritiro delle forze armene dalla regione del Karvachar di Artsakh è stato prorogato. Secondo alcuni rapporti, la nuova data per il ritiro è fissata al 25 novembre, anziché al 15 novembre.
(15 nov 20) AUMENTA IL NUMERO DELLE VITTIME – Il ministero della Difesa dell’Artsakh ha riferito oggi che altri 51 dei suoi militari sono stati uccisi in azione durante la guerra. Il bilancio totale delle vittime nell’esercito di difesa dell’Artsakh ha raggiunto il 1434. Ieri la portavoce del ministero della Sanità armeno Alina Nikoghosyan aveva dichiarato che il servizio forense aveva esaminato i corpi di 2137 militari uccisi, tra cui anche quelli non identificati.
(15 nov 20) MERCENARI JIHADISTI – Secondo l’Osservatorio dei diritti umani siriano, fonte attendibile, sono 293 i mercenari jihadisti morti nei combattimenti mentre alcune centinaia, numero imprecisato, sono quelli feriti.
(15 nov 20) DADIVANK – Il celebre monastero potrebbe rimanere fuori dal controllo azero secondo recenti mappe che evidenziano il dislocamento dei militari russi di interposizione. AGGIORNAMENTO: Confermati soldati russi giunti al monastero di Dadivank.
(15 nov 20) KARVACHAR – Entro la fine della giornata odierna il territorio della regione di Karvachar (Kelbajar) deve essere riconsegnato agli azeri in virtù dell’accordo trilaterale sottoscritto il nove novembre. Gli abitanti stanno abbandonando la zona; alcuni portano via tutto quello che possono, altri hanno dato fuoco alla propria casa per non lasciarla agli azeri. Si tratta del primo passaggio di territori: il 20 novembre è previsto quello di Aghdam (di fatto disabitato o quasi), il primo dicembre quello di Lachin.
(14 nov 20) RITORNO A CASA – Un primo gruppo di cittadini residenti a Stepanakert e Martuni sta facendo ritorno a casa. I primi undici autobus (della municipalità della capitale armena) sono partiti da Yerevan dove gli sfollati erano ricoverati in strutture alberghiere
(14 nov 20) ACCORDO RISPETTATO – L’accordo di cessate il fuoco nel Nagorno Karabakh è pienamente rispettato per il comandante delle forze di pace nel Nagorno Karabakh Rustam Muradov il quale ha dichiarato che “l’importante è che le operazioni militari vengano fermate, oggi non si sentono sparatorie, la situazione si stabilizza gradualmente“.
(14 nov 20) INCERTEZZA SUL NUMERO DEI CADUTI – In risposta a un post su Facebook Mikayel Minasyan (ex ambasciatore presso la S. Sede) secondo cui la parte armena avrebbe avuto 4.750 vittime durante l’ultima guerra dell’Artsakh, Alina Nikoghosyan, portavoce del Ministero della Salute dell’Armenia segnala che “ad oggi, il nostro servizio medico legale ha esaminato i cadaveri di 2.317 militari caduti, tra i quali ci sono anche quelli non riconosciuti. Il processo di scambio dei cadaveri dei militari caduti lasciati all’avversario è appena iniziato, e le parti in conflitto non possono conoscere il numero finale in questo momento, finché queste azioni sono in corso “.
(13 nov 20) LA STRADA PER VARDENIS RIMANE APERTA? – Il presidente della repubblica Harutyunyan annuncia che la strada Martakert-Karvachar-Vardenis continuerà a essere sotto il controllo delle forze armene per molto tempo a venire. Il presidente al termine di una riunione di lavoro ha informato che devono essere prese misure urgenti per tornare a normali condizioni di vita e assicura che i cittadini che hanno perso le loro cause a causa della guerra si stabiliranno principalmente nella capitale Stepanakert, così come in altri insediamenti della Repubblica ma saranno temporaneamente ospitati in hotel e appartamenti affittati dallo Stato.
(13 nov 20) CADUTI IN GUERRA – Il Ministero della Difesa dell’Artsakh ha rilasciato i nomi di altre 44 soldati uccisi in azione durante la guerra, portando il bilancio delle vittime a 1383.
(13 nov 20) HARUTYUNYAN INCONTRA FORZE POLITICHE – Oggi il presidente della repubblica ha incontrato le forze politiche dell’Assemblea nazionale della Repubblica di Artsakh con le quali ha discusso l’attuale situazione politico-militare sul campo e le disposizioni della dichiarazione trilaterale. Harutyunyan ha dichiarato su Facebook di aver fatto anche lui appello al Premier dell’Armenia per la cessazione delle ostilità in quanto la situazione militare stava peggiorando e era evidente il rischio della caduta anche di Stepanakert.
(13 nov 20) INCONTRO HARUTYUNYAN CON MURADOV – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha ricevuto il comandante del contingente russo di mantenimento della pace, il tenente generale Rustam Muradov con il quale ha avuto uno scambio di opinioni su questioni concrete relative all’attuazione della missione responsabile da parte del contingente di peace keeping.
(13 nov 20) ESODO DA KARVACHAR – La popolazione armena rimasta nella regione sta lasciando il territorio che fra tre giorni entrerà sotto controllo azero. Alcuni abitanti portano via i beni che possono, altri bruciano la propria casa per non lasciarla al nemico. Si smontano e si portano via i monumenti armeni. Incerta la sorte del monastero di Dadivank che, forse, potrebbe rimanere sotto controllo armeno a giudicare da alcune mappe che evidenziano il dislocamento dei soldati russi sulla linea di contatto.
(13 nov 20) SOLDATI RUSSI – Un primo contingente di soldati russi impegnati nella missione di peace keeping è giunto a Stepanakert. L’Azerbaigian ha chiesto che vengano dislocati rapidamente anche lungo la strada per Shushi, segno che le vie di accesso alla città sono sotto territorio armeno e l’unica possibilità di accedervi è percorrere strade non carrabili di montagna. Questa richiesta alimenta inoltre i dubbi sul fatto che l’esercito azero abbia effettivamente conquistato la città e non piuttosto che la stessa sia stata ceduta per l’accordo trilaterale.
(12 nov 20) DICHIARAZIONE MINISTRO ESTERI ARMENIA – Il ministro degli Esteri armeno Zohrab Mnatsakanyan ha avuto colloqui telefonici con il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian e il vice segretario di Stato americano Stephen Biegun. Gli interlocutori hanno avuto uno scambio di opinioni sulla situazione in seguito alla dichiarazione del 10 novembre del Primo Ministro dell’Armenia, dei Presidenti di Russia e Azerbaigian. Il ministro Mnatsakanyan ha sottolineato che la dichiarazione citata riguarda l’istituzione del cessate il fuoco e lo spiegamento delle forze di pace in Artsakh e non può essere valutata come una soluzione globale al conflitto del Nagorno Karabakh. Il ministro armeno e gli alti rappresentanti dei Paesi copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE hanno anche fatto riferimento al ruolo centrale della Turchia nella preparazione, nell’incitamento e nella realizzazione della guerra dell’Azerbaigian contro Artsakh, che si è manifestato sia con il coinvolgimento diretto nelle operazioni militari sia con l’invio di terroristi stranieri nella zona del conflitto. Mnatsakanyan ha chiaramente sottolineato che qualsiasi ruolo della Turchia nella missione di pace deve essere escluso, nonostante i tentativi di quel Paese. Il ministro degli Esteri armeno ha espresso profonda preoccupazione per il destino del patrimonio culturale armeno nei territori che sono apparsi sotto il controllo dell’Azerbaigian. Mnatsakanyan ha sottolineato che la comunità internazionale è ben consapevole del trattamento barbaro dell’Azerbaigian nei confronti del patrimonio culturale armeno, a seguito del quale numerosi pezzi del patrimonio armeno sono stati distrutti a Nakhichevan, in Azerbaigian e ad Artsakh durante la prima guerra di Artsakh. Gli Interlocutori hanno sottolineato l’importanza della continuazione del formato dei copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE come l’unico formato autorizzato a livello internazionale. Mnatsakanyan ha sottolineato che qualsiasi questione relativa al processo di pace nel Nagorno Karabakh dovrebbe essere discussa esclusivamente a margine della copresidenza del Gruppo di Minsk dell’OSCE. Mnatsakanyan ha sottolineato lo status di Artsakh e la piena garanzia della sicurezza del popolo di Artsakh come priorità.
(12 nov 20) RESIDENTI DI HADRUT – Un gruppo di residenti della città di Hadrut ha manifestato oggi a Yerevan chiedendo che la città, per la sua storia passata e recente, rimanga in territorio armeno e non venga annessa all’Azerbaigian.
(12 nov 20) CONFERENZA STAMPA DI LAVROV – Durante la conferenza stampa di oggi, il ministro degli Affari esteri della Federazione russa Sergey Lavrov ha affermato che il governo armeno comprende di essere pienamente responsabile e di aver firmato in base al documento, sulla base degli interessi del suo popolo. “Sì, vediamo le manifestazioni che si svolgono a Yerevan e come l’opposizione stia cercando di speculare durante questa situazione. Indubbiamente, ci sono persone sincere che sono offese dal modo in cui tutto è finito in questa fase, ma non dovrebbero esserci illusioni che le 7 regioni intorno al Nagorno-Karabakh sarebbero rimaste com’erano. Credo che le autorità responsabili abbiano dovuto spiegare alla popolazione che sarebbe stato necessario regolare la situazione in una certa fase sulla base dei principi che, come ho già detto, sono sul tavolo da anni. A mio parere, questo era un percorso ideale per risolvere il conflitto senza spargimenti di sangue e senza causare danni alla sicurezza degli armeni del Nagorno Karabakh e di altre minoranze etniche che vivono in Nagorno Karabakh. Ovviamente, lo sblocco di tutti i trasporti e le comunicazioni economiche deve svolgere un ruolo enorme e positivo nell’economia dell’Armenia. Secondo l’accordo già entrato in vigore, questi legami vengono ripristinati. Sono certo che se rispettiamo tutti gli accordi, tutti si troveranno in una posizione favorevole “.
(12 nov 20) INCONTRO PASHIYAN E SARKISSIAN – Il Primo ministro dell’Armenia, Pashinyan, ha incontrato oggi il presidente della repubblica Sarkissian per discutere la situazione politica. Sarkissian ieri aveva dichiarato di aver letto dell’accordo trilaterale sulle agenzie di stampa e di non essere stato consultato per tempo neppure a titolo informativo
(11 nov 20) NOTA FARNESINA – “L’Italia accoglie con sollievo il cessate il fuoco in Nagorno Karabakh raggiunto attraverso la firma di una dichiarazione tripartita tra Azerbaigian, Armenia e Federazione Russa e ne auspica il pieno rispetto. Prendiamo inoltre atto delle altre intese raggiunte dalle parti con l’auspicio che possano creare le premesse per una stabilizzazione e pacificazione sostenibili in tutta l’area. A riguardo l’Italia sottolinea l’importanza del rispetto dell’identità di ogni comunità e del pluralismo culturale e religioso dell’area, quale premessa necessaria per una riconciliazione intra-regionale. L’Italia, anche in quanto membro del Gruppo di Minsk, garantirà ogni sostegno ai co-Chair in vista del consolidamento del cessate il fuoco, premessa indispensabile per una soluzione duratura del conflitto. L’Italia darà il suo contributo, anche nell’ambito dell’UE, alla stabilizzazione e alla crescita della regione che rappresenta, tra l’altro, un importante snodo di connettività e di approvvigionamento energetico per l’Europa e per il nostro Paese. “In una successiva nota si legge che: “In risposta all’emergenza umanitaria provocata dall’escalation di ostilità nella regione del Nagorno-Karabakh, la Cooperazione Italiana, su impulso della Vice Ministra agli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale Emanuela Del Re, ha disposto un contributo finanziario di 500.000 euro a favore del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR). Grazie al contributo italiano, il CICR potrà rafforzare le proprie attività di fornitura di servizi umanitari essenziali, quali cibo ed alloggi, agli oltre 75.000 sfollati colpiti dal conflitto, in ambo le parti della linea di contatto ed in collaborazione sia con la Croce Rossa Armena, che con la Mezzaluna Rossa azerbaigiana.”
(11 nov 20) MANIFESTAZIONE DI PROTESTA A YEREVAN – Imponente manifestazione in piazza della libertà a Yerevan chiede le dimissioni di Pashinyan. Ci sono stati arresti per violazione della legge marziale che impedisce le manifestazioni e gli scioperi. La manifestazione è stata organizzata da 17 partiti politici fra i quali il Partito Repubblicano dell’Armenia, il Partito Armenia Prospera e l’ARF.
(11 nov 20) DISPIEGAMENTO CASCHI BLU RUSSI – Secondo quanto riferisce la Tass, le forze di pace russe inviate per osservare l’armistizio in Nagorno Karabakh si stanno spostando alle loro posizioni. Le colonne militari dovranno percorrere più di 250 chilometri e dispiegare un contingente di mantenimento della pace con il dispiegamento di posti di osservazione russi lungo la linea di contatto in Nagorno-Karabakh e lungo il corridoio di Lachin.Già 400 caschi blu russi, appartenenti alla 15ma brigata risultano atterrati in Armenia. Nella giornata odierna il ministro della Difesa Tonoyan ha tenuto una riunione di lavoro con il generale Muradov comandante delle forze russe di interposizione.
(10 nov 20) CONVERSAZIONE PUTIN ERDOGAN – Su iniziativa della parte turca il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto una conversazione telefonica con il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, durante la quale le parti hanno fatto riferimento all’adozione della dichiarazione sulla fine della guerra in Nagorno Karabakh da parte del primo ministro armeno Nikol Pashinyan e del presidente della Azerbaigian Ilahm Aliyev.
(10 nov 20) CENTRO CONTROLLO RUSSO TURCO – La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, afferma che il ruolo di Ankara nelle operazioni di mantenimento della pace in Nagorno-Karabakh sarà limitato nell’ambito del nuovo centro di controllo del cessate il fuoco russo-turco e non sarà direttamente collegato alle operazioni di mantenimento della pace. Zakharova ha aggiunto che il centro sarebbe stato installato nel territorio dell’Azerbaigian che non è adiacente al Nagorno-Karabakh.
(10 nov 20) SE NECESSARIO IL GOVERNO SI DIMETTERA’ -Il vice primo ministro dell’Armenia Tigran Avinyan ha dichiarato alla tv pubblica che le autorità fermeranno con fermezza qualsiasi tentativo di colpo di stato, ma ha sottolineato che, se necessario, le autorità lasceranno e si formerà un nuovo governo.
(10 nov 20) LE MOTIVAZIONI DELL’ACCORDO – Il vice primo ministro dell’Armenia Tigran Avinyan ha riferito che il primo ministro Pashinyan ha firmato la dichiarazione sulla fine della guerra nel Nagorno Karabakh sulla base delle discussioni con il capo di stato maggiore delle forze armate, ministro della difesa, capi di altri organi in carica, considerando i rischi e minacce di sviluppi futuri. ”La dichiarazione concordata tra il Primo ministro armeno e i presidenti di Russia e Azerbaigian è stata firmata per una semplice ragione e non mi riferirò ai nostri problemi militari e diplomatici degli ultimi 30 anni per descrivere quella ragione. Inizierò dal punto in cui è iniziata la guerra. Il 27 settembre, quando il nemico ha iniziato a bombardare l’intera linea del fronte, la legge marziale è stata dichiarata in Armenia e il Primo Ministro ha chiaramente registrato in parlamento che gli viene offerta un’opzione sulla base dei documenti dei precedenti negoziati: il ritorno di 7 regioni senza precondizioni. Penso che quella proposta sia stata smentita dalle tre fazioni parlamentari. Abbiamo scelto la via della guerra. il modo per combattere con dignità. E voglio registrare che durante i 40 e più giorni in cui l’esercito armeno ha combattuto eroicamente contro forze sproporzionate e incomparabili. Non c’era un luogo in prima linea con una situazione relativamente calma, non c’era un territorio di 100 metri quadrati che non fosse stato bombardato”, ha detto Avinyan. Secondo lui, la situazione ha portato gradualmente a un punto in cui Stepanakert era già a rischio, il che avrebbe portato ad altri problemi in altre parti del fronte. Questa è stata una decisione dolorosa e forzata per il Primo Ministro. “Dobbiamo capire che non era solo l’Azerbaigian a resistere all’esercito armeno. È stato il personale di comando turco, sono stati i terroristi e gli innumerevoli veicoli armati che sono caduti sull’Artsakh”, ha aggiunto Avinyan.
(10 nov 20) MINISTRO DIFESA SU SHUSHI – Le operazioni svolte intorno a Shushi erano dinamiche, ma i cambiamenti avvenivano rapidamente. Questo è quanto ha affermato il ministro della Difesa dell’Armenia Davit Tonoyan in un’intervista alla televisione pubblica armena. “Ci sono stati bombardamenti intensivi per 24 ore. La città di Shushi fu assediata e circondata, ma l’eroica battaglia continuò. Dopo un po ‘eravamo in vantaggio. Le nostre forze erano a Shushi l’ultimo giorno, ma la presenza di quelle forze non significava che fossero influenti in Shushi in termini di ripristino del controllo“, ha detto.
(10 nov 20) PROTESTE – Diciassette forze politiche hanno convocato per domani alle 13 una manifestazione di protesta in piazza della libertà a Yerevan. Nel frattempo il presidente dell’Armenia, Armen Sarkissian, comunica pubblicamente di non essere stato informato dal governo della firma dell’accordo trilaterale con Russia e Azerbaigian.
(10 nov 20) HARUTYUNIYAN – Il presidente della repubblica ha invitato le forze politiche armene, parlamentari ed extraparlamentari, a recarsi domani a Stepanakert per discutere la situazione e stilare una nuova agenza di lavoro.
(10 nov 20) 1302 I SOLDATI MORTI – Il numero dei soldati armeni caduti in battaglia è di 1302. Lo comunica il ministero della difesa. Ieri altri 81 nomi si sono aggiunti alla lista
(10 nov 20) KAREKIN II SI RIVOLGE ALLA NAZIONE – Sua Santità Karekin II, Patriarca supremo e Catholicos di tutti gli armeni, si è rivolto alla nazione. Nel suo discorso il Catholicos di tutti gli armeni ha affermato che “il nostro comportamento non deve mai mettere in pericolo la vita dei soldati che continuano coraggiosamente il loro servizio in prima linea“. “C’è una preghiera nei nostri cuori per la nostra saggezza e unità nazionale. Con la comprensione delle lezioni della nostra storia secolare e la necessità di proteggere l’unità nazionale, chiediamo di mantenere la calma e di non cedere a inutili dimostrazioni di emozioni che ci perseguitano, ad astenerci dalla violenza e dai disordini. L’attuale crisi dovrebbe trovare soluzione grazie agli sforzi congiunti delle forze politico-militari dell’Armenia e dell’Artsakh”, ha affermato, aggiungendo che dovrebbero esserci solidarietà e stabilità per poter trovare insieme soluzioni. “Chiediamo ai dirigenti di Armenia e Artsakh di presentare immediatamente spiegazioni ben fondate e sufficienti alla nostra gente sulle decisioni prese e sul loro impatto sul futuro del nostro Paese. Ci inchiniamo davanti allo spirito vittorioso dei difensori della nostra Patria”, ha detto Sua Santità Karekin II nel suo discorso.
(10 nov 20) PASHINYAN MOTIVA L’ACCORDO – L’esercito armeno e la leadership politica dell’Artsakh hanno definito un chiaro mandato di fermare immediatamente la guerra, ha detto il primo ministro Nikol Pashinyan, spiegando le ragioni alla base della firma dell’armistizio con l’Azerbaigian con la mediazione russa. “In precedenza ho detto di aver preso questa decisione dopo che i militari hanno insistito continuamente sulla necessità di fare questo passo“, ha detto, aggiungendo che c’erano alcuni problemi che non era più possibile risolvere. “Ad esempio, abbiamo affrontato casi in cui un reggimento doveva essere trasportato per scopi di combattimento, ma i residenti di un determinato insediamento avevano bloccato i cancelli della base militare e non hanno permesso ai veicoli di uscire. Abbiamo avuto dozzine di casi come questo. Di conseguenza, c’era un problema nel portare l’attrezzatura in prima linea. In molti casi è stato effettuato un intervento rigoroso, mentre in alcuni casi semplicemente non c’era la possibilità perché gli agenti di polizia erano in servizio in prima linea. Ciò ha causato gravi, gravi conseguenze“, ha detto Pashinyan. Il Primo Ministro ha anche sottolineato i problemi nel sistema di mobilitazione militare, sottolineando che i cittadini arruolati in servizio attivo per integrare l’esercito regolare non sempre hanno la necessaria prontezza al combattimento. “Questo non significa in alcun modo che tutti i [richiamati] fossero nelle stesse condizioni. Abbiamo avuto persone che hanno combattuto eroicamente. In ogni caso, abbiamo anche dovuto affrontare alcuni problemi di abbandono che non siamo riusciti a risolvere. Quando l’intera risorsa coinvolta non era efficace abbiamo avuto problemi, molto spesso chi ha combattuto bene non aveva nessuno che le sostituisse“, ha detto, aggiungendo che c’erano militari che prestavano servizio in combattimento per un mese ininterrottamente senza turni di sostituzione .“Tutto questo ha creato seri problemi al punto che il nostro esercito, la leadership politica dell’Artsakh, ha stabilito chiaramente che era necessario fermare immediatamente la guerra, altrimenti le conseguenze sarebbero state molto peggiori. Questa è stata una decisione estremamente difficile e difficile. Ci ha fatto arrabbiare anche, ma eravamo in una situazione in cui non c’erano alternative” ha detto. Parlando del motivo per cui una tregua non è stata firmata alle stesse condizioni il 27 settembre – il giorno in cui è iniziata la guerra – il primo ministro ha detto che le condizioni erano le stesse allora. “Poteva essere adottata a condizione di cedere i 7 territori a voi e a noi noti. Non potevamo fare quel passo perché credevamo che l’esercito dell’Artsakh, il popolo armeno, sarebbe stato in grado di consentirci di imporre il cessate il fuoco piuttosto che per noi essere interessati a un cessate il fuoco, che, purtroppo, non è avvenuto. Non potevamo pensare che la resa dei territori fosse il modo giusto per ottenere un cessate il fuoco. Verrà posta una domanda, in quel caso perché abbiamo comunque deciso di fare quel passo, per un semplice motivo: dopo aver ascoltato i briefing dei militari ci è diventato chiaro che le conseguenze di una continuazione sarebbero state molto più gravi. Per quanto difficile possa essere, in questo momento tutto questo doveva semplicemente finire” ha detto.
(10 nov 20) MESSAGGIO DEL PRESIDENTE HARUTYUNYAN – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan si è rivolto oggi alla nazione, presentando ciò che è servito come base per prendere la decisione di fermare la guerra. Ha ricordato che la mattina dell’8 novembre ha pubblicato una foto dalla piazza Stepanakert e ha dichiarato che è stato uno dei momenti più difficili della sua vita. “Perché l’ho annunciato senza aprire le parentesi? Perché il 7 novembre abbiamo perso completamente il controllo sulla città di Shushi. Oggi voglio annunciare che forse ho avuto la notte più difficile della mia vita, nel caso in cui ho vissuto molti giorni difficili perdendo molti amici nel 1992-1994, la cui ultima parola è stata nelle mie mani. Ma sono riuscito a trovare una forza, concentrarmi e prendere decisioni. Ma la decisione, che è stata presa ieri, non so quale valutazione darà la storia, ma abbiamo dovuto“, ha detto il presidente dell’Artsakh. Ha spiegato perché: “Durante le operazioni militari che sono durate 43 giorni abbiamo perso la regione di Fisuli, Jabrayil, Ghubatlu, Zangelan, principalmente la regione di Hadrut, una parte dalla regione di Martuni, la regione di Askeran e soprattutto Shushi. Le battaglie si stavano svolgendo alla periferia di Stepanakert, a 2-3 km di distanza. Se le operazioni militari fossero continuate a questo ritmo, avremmo perso l’intero Artsakh entro pochi giorni, avremmo molte più perdite”, ha detto il presidente. Ha detto che per diversi giorni sembrava che la parte armena fosse riuscita a difendersi dai droni, ma negli ultimi due giorni l’avversario ha applicato nuove tecnologie, nuovi droni e ha causato molti più danni alle truppe armene. “Sicuramente, non abbiamo combattuto solo contro l’Azerbaigian. Non solo il personale o l’equipaggiamento degli ufficiali turchi, ma anche i militari turchi, nonché i terroristi e i mercenari hanno partecipato alle operazioni militari”, ha detto. “Ma tutto è avanti. Artsakh, Armenia, il popolo armeno hanno vissuto molti giorni difficili nel corso della storia, ma sono riusciti ad andare avanti nel modo giusto prendendo decisioni intelligenti in futuro e registrando il successo. E chi ha detto che è tutto finito? Tutto è appena iniziato. Avremo l’opportunità di prendere una decisione più calma, ma per questo abbiamo bisogno innanzitutto di solidarietà in Armenia, nell’Artsakh e all’interno del popolo armeno. Abbiamo un sogno, una patria sognata, quindi dobbiamo mantenere la solidarietà e astenerci da fenomeni che non sono tipici del popolo armeno. Abbiamo l’opportunità di prendere decisioni civili, di tenere discussioni. Tutto sta ancora iniziando, non voglio aprire le parentesi, tutto, non siamo stati sconfitti, tutto è avanti, dovremmo pensare, ripensare e valutare, e ancora prendere decisioni“, ha detto il presidente di Artsakh.
(10 nov 20) ORE DRAMMATICHE IN ARMENIA – L’annuncio di un accordo che ha condizioni terribili per la repubblica di Artsakh ha determinato immediate proteste di piazza in Armenia. Decine di manifestanti hanno occupato il parlamento e la sede del Primo ministro (che secondo alcune voci, poi smentite, si trovava all’estero). Ferito nei tafferugli il presidente dell’Assemblea nazionale Ararat Mirzoyan portato in ospedale. Forze politiche (di opposizione) incontrano generali dell’Esercito. Vengono chieste le dimissioni di Pashinyan. Sull’accordo c’è il cappello della Russia che già sta schierando i soldati come forza di peace keeping. Difficilmente, a questo punto, l’Armenia potrà tirarsi indietro.
(9 nov 20) PASHINYAN ANNUNCIA LA FINE DELLA GUERRA – Il premier armeno annuncia di aver firmato una dichiarazione congiunta con Russia e Azerbaigian per la fine della guerra alle ore 1 locali (le 22 in Italia). Questo il messaggio del premier armeno: “Cari compatrioti, sorelle e fratelli, ho preso una decisione difficile, estremamente difficile per me personalmente e per tutti noi. Ho firmato una dichiarazione con i Presidenti di Russia e Azerbaigian sulla fine della guerra a partire dall’01: 00. Il testo della dichiarazione che è già stato pubblicato è estremamente doloroso per me personalmente e per il nostro popolo. Ho fatto quella discussione sulla base di un’analisi approfondita della situazione militare e delle valutazioni degli individui che meglio comprendevano quella situazione, anche sulla base della convinzione che nella situazione esistente questo fosse il miglior risultato POSSIBILE. Mi rivolgerò alla nazione nei prossimi giorni riguardo a tutto questo. Questa non è una vittoria, ma non c’è sconfitta fino a quando non ti consideri sconfitto. Non ci considereremo mai sconfitti e questo deve diventare il punto di partenza della nostra unità nazionale, era di rinascita. Dobbiamo analizzare gli anni della nostra indipendenza, pianificare il nostro futuro per non ripetere i nostri errori del passato. Mi inginocchio davanti a tutti i nostri martiri. Mi inginocchio davanti a tutti i nostri soldati, ufficiali, generali e volontari che hanno difeso e difeso la loro Patria sacrificando le loro vite. Hanno salvato gli armeni dell’Artsakh con il loro altruismo. Abbiamo lottato fino all’ultimo e vinceremo. Artsakh è in piedi. Lunga vita all’Armenia, lunga vita all’Artsakh ”.
(9 nov 20) CONFERENZA STAMPA SERALE – La consueta conferenza stampa serale non è stata tenuta dal portavoce del Comando difesa dell’Armenia, Hovhannisyan, indisposto, ma da quello dell’Artsakh Suren Sanumyan. Negli ultimi due-tre giorni gli azeri hanno concentrato tutte le loro forze su Shushi che gli armeni hanno difeso e stanno difendendo. Nella giornata odierna il nemico ha nuovamente tentato un attacco su Shushi ma è stato scoperto ed è stato sottoposto a fuoco di sbarramento. Le unità armene hanno migliorato le loro posizioni e catturato anche due soldati nemici. Le ostilità nel settore continuano e si potrà dare un risultato finale dei combattimenti solo alla fine degli stessi. Sanumyan ha ribadito che le operazioni richiedono spesso segretezza militare e pertanto è necessario seguire soltanto le informazioni ufficiali. Alcuni gruppi di sabotatori sono riusciti a infiltrarsi nella città e a scattare qualche foto con la bandiera salvo poi essere costretti alla fuga o eliminati.
(9 nov 20) AGGIORNAMENTI – Il premier armeno Pashinyan sui social ha informato che la battaglia di Shushi è ancora in corso. Risulta neutralizzato un attacco nemico nei pressi di Karin Tak (sotto Shushi) con molte perdite azere. Il nemico ha tentato affondi in direzione Martakert, Martuni e Taghavard ma senza successo. Nelle ore centrali della giornata risultano abbattuti altre tre droni azeri.
(9 nov 20) MESSAGGIO DEL PRESIDENTE – Il presidente della repubblica si è rivolto alla nazione con un messaggio nel quale rassicura sul controllo della situazione da parte delle forze di difesa. “Cari compatrioti, i combattimenti continuano in tutta repubblica. L’Esercito di Difesa e i volontari sono saldamente sul suolo patrio e combattono contro il nemico fino alla fine. La nostra lotta unita può cambiare la situazione, possiamo cacciare via il nemico dal nostro Artsakh perchè il risultato della guerra è determinato dalla forte volontà del popolo. Gli armeni possono ancora dimostrare questa volontà e questa determinazione. Ognuno di noi deve essere forte nelle sue posizioni e sarà garantito un risultato positivo. Io ci credo.”
(9 nov 20) QUARANTAQUATTRESIMO GIORNO DI GUERRA – Nella notte intense battaglie difensive nelle direzioni Sud-est, Sud e Sud-ovest della linea del fronte. Tra Shushi e Karin Tak ci sono stati violenti combattimenti contro gruppi azeri, a seguito dei quali questi ultimi, con enormi perdite, si sono ritirati. In mattinata Stepanakert nuovamente colpita da cluster bomb che hanno bersagliato il centro
(8 nov 20) SERVIZIO SICUREZZA NAZ. ARMENIA – Armen Abazyan, già vicedirettore, è stato nominato Direttore del Servizio di sicurezza nazionale dell’Armenia. Prende il posto di Mikayel Hambardzumyan che era stato nominato un mese fa.
(8 nov 20) QUARANTATREESINMO GIORNO DI GUERRA – Nella notte si è svolto il combattimento più feroce nelle vicinanze di Shushi e nel settore sud-orientale. Un gran numero di nemici, insieme a 4 carri armati, 20 altri veicoli corazzati, altri 11 veicoli 2 droni sono stati distrutti. Sempre durante la notte Stepanakert è statasistematico bersaglio di bombardamenti nemici. Ci sono stati otto attacchi missilistici a lungo raggio nei quartieri residenziali nelle infrastrutture della comunità. Secondo i dati preliminari, non ci sono morti denunciati. In mattinata abbattuti altri due droni
(7 nov 20) COMBATTIMENTI IN CORSO – Secondo il portavoce della difesa armena, Hovhannisyan sono in corso forti scontri nel nord e in direzione di Martuni. A sud di Shushi le unità di difesa dell’Artsakh hanno portato a termine con successo diverse operazioni
(7 nov 20) ANCORA RAZZI SU STEPANAKERT – La capitale dell’Artsakh dal pomeriggio è nuovamente colpita con lanciarazzi multipli Smerch e Grad
(7 nov 20) QUARANTADUESIMO GIORNO DI GUERRA – Le ostilità notturne sono continuate in tutte le direzioni del fronte. Intense battaglie si sono svolte nell’area di Shushi-Karin Tak. L’Esercito di Difesa dell’Artsakh ha respinto con successo più tentativi degli azeri, colpendo un gran numero di nemici. In mattinata situazione tattico-operativa in tutte le direzioni del fronte rimasta invariata. Le forze armate azere hanno continuato a bombardare insediamenti pacifici dell’Artsakh con razzi e colpi di artiglieria. La Difesa armena ha distrutto 2 veicoli militari e 4 droni a Sud e Sud-Est
(6 nov 20) QUARANTUNESIMO GIORNO DI GUERRA – Il nemico ha subito gravi perdite nell’area di Berdzor. Sono stati contrastati attacchi da parte di gruppi d’assalto nemici in tutte le direzioni operative, anche in direzione di Shushi. Le operazioni ostili continuano. Ma i gruppi incursori non riescono a raggiungerla. Da sud è quasi impossibile nella gola (ci riuscirono solo gli armeni con il comandante Pekor nel 1992!) da ovest la difesa armena fa buona guardia. Per tutta la notte purtroppo ancora bombe su Stepanakert e ShushiNella capitale colpita una casa, tre vittime civili
(5 nov 20) RESPINTI INCURSORI NEMICI -Le ostilità sono continuate tutto il giorno con tentativi delle forze azere di lanciare attacchi su più direzioni neutralizzati dalle forze di difesa. Nello specifico, piccoli gruppi di infiltrati sono stati osservati nelle vicinanze dei villaggi di Karin Tak (a sud di Shushi) e Lisagor (a sud ovest della città): sono stati eliminati dal fuoco di cecchini e da colpi di mortaio. Un certo numero di veicoli armati è stato osservato vicino Shushi ma distrutto da tiro di precisione.
(5 nov 20) HARUTYUNYAN A SHUSHI – Il presidente era oggi (o ieri, la notizia per ragioni di sicurezza è stata diffusa solo in mattinata) a Shushi dove ha partecipato a una riunione operativa
(5 nov 20) RESPINTI ASSALTI – Le forze azere hanno tentato un assalto (“futile” lo definisce il ministero della difesa armeno) in direzione sud ma sono state respinte abbandonando sul campo un IFV (veicolo di artiglieria), un camion e parecchi soldati morti. Altro tentativo nel settore est con bilancio presso che analogo.
(5 nov 20) QUARANTESIMO GIORNO DI GUERRA – Durante la notte tensione stabile in tutte le direzioni della linea del fronte. Le forze armate azere sono state particolarmente attive a est, sud-est e sud. Le unità dell’esercito di difesa dell’Artsakh hanno soppresso attacchi, causando perdite di uomini e armamenti. Le forze armate azere hanno tentato due attacchi al nord che sono stati respinti dalle Forze di difesa dell’Artsakh. Insediamenti pacifici hanno continuato a rimanere sotto il fuoco di razzi azeri. La Difesa controlla la situazione tattico-operativa lungo tutta la linea del fronte.
(4 nov 20) AGGIORNAMENTO GIORNATA – Durante l’intera giornata le forze armate azerbaigiane, rafforzate da gruppi terroristici, hanno lanciato tentativi di attacco in diverse direzioni, comprese le direzioni nord e nord-est. I tentativi di attacco sono stati effettuati con gruppi tattici plotone-battaglione, gruppi sovversivi separati con combattimenti che si sono svolti anche in direzione sud, lungo il fiume Vorotan. Un distaccamento nemico ha cercato di attaccare con diversi veicoli blindati, ha perso due o tre unità di veicoli blindati ed è stato respinto. L’Azerbaigian ha utilizzato anche l’aviazione e l’artiglieria su piccola scala.
(4 nov 20) 3 DRONI ABBATTUTI IN ARMENIA – Un drone azero è stato abbattuto nei cieli dell’Armenia, villaggio di Shatjrek nella regione di Gegharkunik intorno alle 20 locali (17 in Italia). Poco più tardi altri due sono stati abbattuti nella zona tra Mets Masrik (vicino Vardenis) e il passo Sotk (confine con l’Artsakh)
(4 nov 20) PESANTI BOMBARDAMENTI SU STEPANAKERT – Nel pomeriggio e in serata molti colpi di mortaio sulla città con sirena di allarme aereo spesso in funzione. Al momento si segnala un ferito
(4 nov 20) AGGIORNAMENTO – Un gruppo corazzato nemico in avanzamento con 5 carri armati e due veicoli da trasporto truppe è stato distrutto nell’area sud orientale di Berdzor. Battaglie in corso. Secondo fonte da confermare la strada Berdzor-Shushi è aperta al solo transito militare in quanto le forze di difesa stanno portando avanti operazioni per la ricerca di gruppi di infiltrati. Nel villaggio di Togh (regione di Hadrut), famoso per il festival de vino, un civile è stato decapitato dagli azeri.
(4 nov 20) TRENTANOVESIMO GIORNO DI GUERRA – Per tutta la notte la situazione è rimasta tesa in tutte le direzioni del fronte. Il nemico ha continuato a bombardare con sistemi di artiglieria e missili le posizioni di combattimento dell’Esercito di Difesa e gli insediamenti. Vittime tra la popolazione civile. Dopo mezzanotte, un gruppo sovversivo nemico ha tentato di prendere il sopravvento in direzione di Shushi, ma è stato respinto indietro e ha subito pesanti perdite. Sono in corso operazioni di accerchiamento ed eliminazione del gruppo nemico. Situazione sotto controllo
(3 nov 20) LOMBARDIA RICONOSCE L’ARTSAKH – La Regione Lombardia ha votato una mozione di riconoscimento della repubblica di Artsakh. Si tratta del primo riconoscimento di secondo livello in Italia.
(3 nov 20) ANCORA PESANTI BOMBARDAMENTI – Stepanakert e Shushi ancora colpite duramente in serata da razzi che hanno centrato abitazioni civili senza alcun obiettivo militare nei paraggi. Alcuni civili feriti. Colpito nella capitale l’ospedale pediatrico. tre missili su Shushi
(3 nov 20) INTENSI COMBATTIMENTI – Continuano intensi combattimenti nelle direzioni sud e sud-est dell’Artsakh. Il nemico subisce pesanti perdite di uomini. Distrutti due carri armati e un veicolo trasporto truppe intorno alle 14 (ora locale). Missili azeri sono caduti ancora una volta in territorio iraniano. Nel settore nord, direzione Karvachar, il nemico ha tentato una sortita nel primo pomeriggio (ora locale) con una trentina di uomini aiutandosi con fumogeni ma è stato respinto con ingenti perdite di uomini.
(3 nov 20) MINISTERO DIFESA RUSSO PREOCCUPATO – Il ministero si dice preoccupato per l’internazionalizzazione del conflitto e per il coinvolgimento di combattenti dal Medio Oriente e riferisce di aver ripetutamente invitato gli attori “esterni” (la Turchia, NdR) a utilizzare le proprie capacità per impedire il trasferimento di mercenari nella zona del conflitto.
(3 nov 20) AUTOCOLONNA AZERA ANNIENTATA – Nei pressi del villaggio di Taghavand (regione di Martuni) le forze di difesa dell’Artsakh hanno anninetato una colonna motorizzata azera. Questi veicoli, molti di fabbricazione israeliana (Plasan sanavate), appartenevano al 4 ° Corpo della Riserva dell’Esercito dell’Azerbaigian, 3 ° Battaglione della 651a Brigata di Fucilieri Motorizzati situata a Ghusar.
(3 nov 20) TRENTOTTESIMO GIORNO DI GUERRA – Nella notte unità dell’esercito di difesa dell’Artsakh hanno combattuto battaglie difensive nelle direzioni Est, Sud-Est e Sud. Le unità hanno eliminato veicoli, soldati e 1 carro armato. Per motivi tattici, le Forze di Difesa si sono ritirate da alcune sezioni in direzione Est. In mattinata, le unità dell’Esercito di Difesa hanno neutralizzato equipaggiamenti azeri e militari che stavano tentando di avanzare in direzione Sud costringendoli a ritirarsi nelle posizioni di partenza con perdite. Le unità hanno anche soppresso un’azione offensiva al Nord.
(2 nov 20) AGGIORNAMENTI – Il comando difesa armeno comunica che nella tarda serata del 1 novembre si sono svolte feroci battaglie nella parte nordoccidentale della linea del fronte Artsakh-Azerbaigian. La parte azera ha avviato un attacco che è stato respinto a seguito di aspri combattimenti. Il nemico è fuggito con pesanti perdite, è stato bloccato in una delle gole ed eliminato con un accurato fuoco di mortaio. Le forze azerbaigiane hanno avviato un altro attacco nella stessa direzione, respinto dall’esercito di difesa. Le suddivisioni dell’Esercito della Difesa inseguirono ed eliminarono il nemico in fuga.
(2 nov 20) HARUTYUNYAN IN VIDEO E FOTO – Il video di un discorso ai veterani volontari e una foto con un giornalista smentiscono voci apparse sui media azeri relativi alla morte del presidente dell’Artsakh il cui convoglio sarebbe stato colpito da un drone azero
(2 nov 20) TRENTASETTESIMO GIORNO DI GUERRA – Durante la notte ostilità di varia intensità lungo la linea del fronte. Colonne nemiche in fase di schieramento in determinati settori sono state rilevate e distrutte dalle unità dell’Artsakh. Il nemico ha anche bombardato gli insediamenti civili con missili e artiglieria. Nella direzione SE il nemico ha tentato di portare gli armamenti più vicino al fronte di battaglia. Le contromisure prese dalle unità di difesa dell’Artsakh hanno portato alla distruzione di un carro armato nemico, mentre altri veicoli nemici sono stati costretti ad arretrare. Attualmente la situazione è sotto il controllo della unità difensive.
(1 nov 20) TRENTASEIESIMO GIORNO DI GUERRA – Combattimenti notturni, senza sosta, sono continuati nelle direzioni Sud-ovest, sud-est e nord. Gli azeri hanno continuato a prendere di mira insediamenti pacifici, lanciando attacchi alle città di Martuni, Shushi e al villaggio di Karin Tak. Si segnalano purtroppo molti danni a causa degli intensi colpi di Smerch e Grad. Le forze di Difesa dell’Artsakh hanno soppresso un attacco alla sezione Avetaranots-Sghnakh. Al mattino le forze armate azere hanno ripreso le operazioni offensive continuando a bombardare gli insediamenti pacifici. L’esercito di difesa dell’Artsakh mantiene il pieno controllo lungo l’intera linea del fronte, sferrando colpi mirati alle posizioni militari azere. Giunta la notizia che è stato catturato un altro mercenario siriano.