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Ha suscitato proteste nella comunità armena e imbarazzo fra gli addetti ai lavori la recente intervista che il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, ha rilasciato alla testata “Formiche”.

Tra sgrammaticature storiche e affermazioni al limite del ridicolo riguardo la volontà di pace del presidente azero Aliyev, il politico italiano non ha mancato di attaccare violentemente la diaspora armena in Italia (cioè italiani di origine armena) accusata di “vagheggiare con visione sciovinista e nazionalista” e di “non essere realmente a conoscenza dei problemi“.

Tutto l’impianto dell’intervista, all’interno di una cornice di generica speranza per la pace nella regione, è impostato in chiave pro-azera al punto che qualcuno ha sospettato che le parole siano state scritte da qualche addetto stampa dell’ambasciata dell’Azerbaigian in Italia.
Un sospetto, non una certezza, alimentato anche dall’uso del toponimo azero “Garabagh” invece dell’internazionalmente più noto “Karabakh”.

Cirielli si è sempre dimostrato molto “sensibile” alla causa dell’Azerbaigian; tuttavia, qualsiasi motivazione politica, strategica o di qualsiasi altra natura (nella sua intervista ci ricorda il sostegno all’Ucraina e la diversificazione dell’approvvigionamento energetico), non dovrebbe prescindere da una valutazione più obiettiva e meno appiattita sulla narrazione di una delle peggiori dittature al mondo specie se le parole provengono da un rappresentante delle Istituzioni al quale vengono richiesti equilibrio e lungimiranza e che dovrebbe difendere valori su cui si fonda la nostra Repubblica e non quella di un Paese dove i cittadini non hanno libertà di pensiero e di parola e dove da più di 30 anni il potere politico è in mano a una sola famiglia.

Invece, Cirielli si produce in una serie di affermazioni tra il risibile e l’offensivo come quando parla del genocidio armeno del 1915 (“di cui gli azeri non hanno nessuna responsabilità”): si dimentica che Baku è pienamente allineato alla politica negazionista di Ankara e che alla parata della vittoria dopo la guerra del 2020 Erdogan e Aliyev hanno invocato l’anima di Enver Pasha; offende poi gli armeni quando parla della “vergogna del genocidio” quasi fosse stata una colpa loro.

Non parliamo poi di quando dipinge Aliyev come un uomo di pace (“ha cercato in questi tre anni una soluzione pacifica”). Il viceministro dimentica la storia, trascura anche la cronaca di quanto recentemente accaduto, sorvola, anzi nega, su tre azioni militari dell’Azerbaigian contro il territorio sovrano dell’Armenia (maggio e novembre 2021, settembre 2022) costate centinaia di morti e che hanno determinato l’occupazione di oltre 200 km2.
Eppure dovrebbe esserne informato dal momento che il capo del suo partito proprio a settembre 2022 condannava l’attacco dell’esercito azero“all’Armenia.

Tralascia pure l’esodo forzato di oltre centomila armeni del Nagorno Karabakh-Artsakh in fuga dalla pulizia etnica, dopo l’ultima campagna militare del settembre scorso del ‘pacifista’ Aliyev.

Caro sen. Cirielli, non basta dire di avere “simpatia” per gli armeni per quanto loro hanno passato con il genocidio e poi riempire un’intervista con una sequenza di baggianate storiche aggrappandosi a tutte le cartucce della propaganda del regime azero.

Non sappiamo se le Sue affermazioni siano un “atto dovuto” o debbano essere inquadrate alla stregua di una incomprensibile provocazione; non ci interessa, non vogliamo neppure pensarci.

Spiace solo che un rappresentante delle Istituzioni italiane non comprenda che su un tema così delicato servono equilibrio e comprensione.

(30) GRUPPO DI LAVORO SU ARTSAKH – Eric Beglaryan, presidente della Camera degli avvocati della Repubblica d’Armenia, ha informato che con il sostegno della Camera degli avvocati della Repubblica dell’Artsakh, della Camera degli avvocati della Repubblica di Armenia e dell’Accademia degli avvocati della Repubblica di Armenia, è stato formato un gruppo di lavoro per discutere le questioni di interesse per gli armeni dell’Artsakh con il compito di studiare i problemi e fornire possibili soluzioni legali. Il gruppo comprenderà specialisti provenienti da diversi settori dell’Artsakh, RA, nonché dal campo del diritto internazionale.

(30) PRIGIONIERI – Secondo i dati ufficiali, in Azerbaigian sono attualmente detenuti 55 prigionieri armeni. Di questi 41 sono milutari, 8 sono politici e 6 sono civili. Ci sarebbero però altri 80 prigionieri armeni nelle carceri azere non confermati che farebbe salire il numero totale a 135. Lo ha dichiarato la specialista di diritto internazionale Siranush Sahakyan (nonchè rappresentante degli interessi dei prigionieri di guerra armeni presso la CEDU) che sta seguendo la vicenda dei prigionieri armeni. La stessa ha inoltre dichiarato che l’Azerbaigian non è pronto a scambiare due azeri condannati in Armenia con prigionieri armeni secondo il principio del “tutto per tutti”. Il primo ministro Nikol Pashinyan, rispondendo in diretta alle domande dei cittadini, aveva detto che Yerevan è pronta a scambiare gli azeri condannati in Armenia con prigionieri armeni. “Questo approccio non è accettabile per l’Azerbaigian. Se l’Azerbaigian avesse voluto sostituire 2 militari azeri con 55 persone o almeno 10 prigionieri di guerra, vi assicuro che l’accordo sarebbe stato concluso“, ha affermato la Sahakyan secondo la quale l’Azerbaigian accetterà eventualmente di scambiare 2 militari con 2 prigionieri di guerra armeni trattenendo gli altri per poter esercitare pressioni politiche sull’Armenia.

(30) MIRZOYAN INCONTRA SEGRETARIO NATO – Nell’ambito del 30° Forum ministeriale dell’OSCE a Skopje, il ministro degli Esteri dell’Armenia, Ararat Mirzoyan, ha avuto un incontro con il segretario generale della NATO e rappresentante speciale per il Caucaso e l’Asia centrale, Xavier Colomina Piris. Durante l’incontro sono state discusse le questioni relative alla sicurezza nel Caucaso meridionale.

(30) INCONTRO MIRZOYAN E LAVROV – I ministri degli Esteri di Armenia (Mirzoyan) e Russia (Lavrov) si sono incontrati nell’ambito della conferenza ministeriale degli Stati membri dell’OSCE a Skopje. Durante l’incontro sono state discusse le questioni attuali dell’agenda bilaterale, nonché come cooperazione su piattaforme internazionali e nel quadro delle associazioni generali di integrazione. Il Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa ha rilasciato una nota nella quale si dice che “la parte russa ha confermato la sua disponibilità a contribuire alla normalizzazione delle relazioni armeno-azerbaigian sulla base dell’accordo 2020-2022 tra i leader di Russia, Azerbaigian e Armenia. su una serie di accordi tripartiti previsti, inclusa la firma di un trattato di pace tra Yerevan e Baku“.

(30) TRATTATIVE CON GLI AZERI – Al momento il presidente dell’Artsakh, Samvel Shahramanyan, non sta conducendo alcuna trattativa con la controparte azera come invece dichiarato dall’ex ministro della Difesa Samvel Babayan. Lo ha afferamto il consigliere del presidente dell’Artsakh, Vladimir Grigoryan, in una conversazione con la stampa nel corso della quale ha sottolineato che non vi è nulla da nascondere e che se ci fosse una trattativa, lo staff del presidente dell’Artsakh rilascerebbe una dichiarazione corrispondente.

(30) DEMARCAZIONE CONFINE – Al confine tra Armenia e Azerbaigian (Ijevan e Qazax) ha avuto luogo una riunione della Commissione per la demarcazione del confine tra i due Stati. Le delegazioni sono state guidate dai rispettivi vice primi ministri. Nella stessa zona si è svolta l’ultima riunione delle commissioni, il 12 luglio. Inoltre, queste commissioni guidate dai vice primi ministri Mher Grigoryan e Shahin Mustafaev hanno tenuto altri tre incontri: il primo nel maggio 2022 in direzione dell’insediamento di Yeraskh al confine del Nakhichevan, il successivo a Mosca nell’agosto 2022 e a Bruxelles nel Novembre

(29) ANNUNCIATO INCONTRO VICE PRIMI MINISTRI – I vice primi ministri di Armenia e Azerbaigian Mher Grigoryan e Shahin Mustafaev si incontreranno domani, 30 novembre. L’incontro si svolgerà nelle sezioni Ijevan (ARM) e Qazax (AZE) del confine armeno-azerbaigiano come parte dei lavori delle commissioni statali sulle questioni relative alla demarcazione dei confini.

(28) NEGOZIATI DI PACE – L’accordo di pace tra Armenia e Azerbaigian potrà essere concluso entro i prossimi 15 giorni, se Baku mostrerà la volontà politica. Lo sostiene il portavoce della dell’Assemblea nazionale dell’Armenia, Alen Simonyan2, in una conversazione con i giornalisti. “Se lo si desidera, oggi è il 28 novembre, è possibile concludere l’accordo di pace entro i prossimi 15 giorni, se il governo dell’Azerbaigian mostrerà davvero la volontà politica. Si può dire che abbiamo raggiunto un accordo su quasi tutte le questioni fondamentali. Non voglio aggiungere ulteriori dettagli e quindi danneggiare il processo” ha dichiarato.

(28) STATI UNITI E TURCHIA – Gli Stati Uniti hanno chiesto alla Turchia di smettere di sostenere l’Azerbaigian nella questione del Karabakh. Lo ha affermato Omer Celik, portavoce del Partito turco per la giustizia e lo sviluppo. Secondo i mass media azeri, Celik, in particolare, ha affermato: “Chiunque ricatti la Turchia in materia di sicurezza, a noi non importa. La Turchia non sarà ricattata. Ogni volta inventano scuse sui caccia F-16, F-35. Gli Stati Uniti hanno chiesto alla Turchia di smettere di sostenere l’Azerbaigian nella questione del Karabakh. Quando l’Azerbaigian ha “liberato” il Karabakh, hanno ricattato la Turchia, chiarendo che il sostegno dell’Azerbaigian sarebbe stato un ostacolo all’invio dei suddetti aerei militari” ha detto.

(28) STATI UNITI E AZERBAIGIAN – “Vediamo una reale possibilità di raggiungere la pace tra Armenia e Azerbaigian!” ha dichiarato James O’Brien, sottosegretario di Stato per gli affari europei ed eurasiatici, rispondendo alle domande dei giornalisti. “Vediamo in ciò una reale opportunità a beneficio dell’intera regione. Ad esempio, se il commercio potesse passare dall’Asia centrale attraverso il territorio dell’Azerbaigian e dell’Armenia fino alla Turchia, ciò rappresenterebbe uno stimolo significativo per tutti i paesi che si trovano su quella rotta commerciale. E accogliamo con favore l’opportunità di farne parte. Inoltre, se si decidesse di raggiungere questo obiettivo con mezzi non pacifici, allora dovremo utilizzare tutti gli strumenti possibili per impedire la creazione di tale rotta commerciale” ha dichiarato O’Brien suscitando l’irritazione delle autorità azere.

(28) COLLOQUI BLINKEN – Il segretario di Stato americano Anthony Blinken ha discusso della possibilità di concludere un trattato di pace tra i due paesi con il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev e il primo ministro armeno Nikol Pashinyan. Lo afferma nelle dichiarazioni rilasciate dal capo del servizio stampa del Dipartimento di Stato, Matthew Miller.Secondo una delle dichiarazioni, Blinken “ha ringraziato il presidente Aliyev per il suo impegno per un accordo di pace forte e rappresentativo tra Azerbaigian e Armenia”. Il Segretario di Stato americano ha affermato che “il protrarsi del conflitto ha causato sofferenze sia all’Azerbaigian che all’Armenia”, e ha anche osservato che l’accordo di pace “è vantaggioso per tutti nella regione”. Inoltre, Blinken ha discusso con Aliyev delle relazioni bilaterali tra gli Stati Uniti e l’Azerbaigian, “ha preso atto delle ultime preoccupazioni” e ha fatto riferimento anche alle “possibilità di rafforzare la cooperazione”.
In un’altra dichiarazione, il capo del servizio stampa della politica estera degli Stati Uniti ha osservato che Blinken “ha discusso del sostegno degli Stati Uniti” nella sua conversazione con Pashinyan agli sforzi per raggiungere un accordo di pace. Allo stesso tempo, il Segretario di Stato ha annunciato “il sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Armenia” e ha notato “gli sforzi per aumentare la cooperazione bilaterale con l’Armenia”.

(27) INSEGNANTI SCUOLA – Solo il 10% degli insegnanti del Nagorno Karabakh ha fatto domanda per il programma del governo dell’Armenia per lavorare nelle scuole. A seguito dei tragici eventi di settembre, anche un numero significativo di insegnanti è stato sfollato dal Nagorno Karabakh in Armenia; il problema riguardante gli studenti è stato complessivamente risolto (16.900 studenti sfollati dal Nagorno Karabakh studiano negli istituti scolastici pubblici), ma la questione degli insegnanti senza cattedra rimane seria.

(27) CSTO – L’Armenia è stata e rimane un alleato dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva. Lo dichiara alla stampa il segretario generale della CSTO, Imanghali Tasmaghambetov. “Secondo me è inutile trarre conclusioni drastiche da questa situazione, l’Armenia era e rimane nostra alleata. Questo dice tutto, penso. Per quanto è a conoscenza del segretariato della CSTO, i motivi dell’assenza della delegazione armena erano di natura tecnica. In ogni caso, questa è la decisione di uno Stato indipendente e sovrano, che non può essere influenzato da nessun altro Stato o organizzazione. La CSTO rispetta la decisione della Repubblica d’Armenia come membro a pieno titolo dell’organizzazione”, ha affermato. Ieri il rappresentante del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che la Federazione Russa spera che dopo qualche tempo l’Armenia riprenda la piena partecipazione all’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO).

(27) KHACHATRYAN IN APPELLO – È stato presentato ricorso contro la decisione della corte nel procedimento penale a carico Vagif Khachatryan, residente nell’Artsakh, accusato di “partecipazione al genocidio come parte delle forze armate armene illegali” nel villaggio di Meshali, nella regione di Ivanyan, nell’Artsakh oggi occupato. Lo riferisce il suo avvocato Radmila Abilova.”Ho visto Khachatryan il 24 novembre, non ha problemi di salute, gli ho spiegato tutti i suoi diritti”, ha detto Abilova. Ricordiamo che Khachatryan è stato condannato a 15 anni di carcere dal verdetto del tribunale militare di Baku. Dovrà trascorrere i primi 5 anni in prigione e il resto in una colonia di massima sicurezza.

(26) PROTEZIONE MONUMENTI – Il Ministero dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport della epubblica di Armenia, insieme ai partner sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh, ha compilato un elenco in inglese dei monumenti più importanti da presentare ai partner internazionali.

(25) ASSEMBLEA NAZIONALE ARTSAKH – I parlamentari che si sono trasferiti dall’Artsakh in Armenia a causa dell’aggressione scatenata dall’Azerbaigian intendono convocare una sessione straordinaria dell’Assemblea nazionale la prossima settimana. L’ordine del giorno della riunione e il giorno esatto in cui si terrà non sono ancora stati determinati. Sono in corso discussioni su questo argomento. Tutte le fazioni dell’Artsakh hanno fornito il consenso preliminare per partecipare alla sessione.

(25) MISSIONE UE IN ARMENIA – Dal 27 al 29 novembre arriveranno in Armenia la delegazione del Servizio europeo per l’azione esterna e i rappresentanti della Commissione europea. Durante la visita, le relazioni UE-Armenia saranno discusse in varie dimensioni, con l’obiettivo di considerare le possibili direzioni di approfondimento e rafforzamento delle relazioni UE-Armenia, nonché il modo in cui l’Armenia può sfruttare tutto il potenziale dell’accordo globale UE-Armenia e Accordo di partenariato esteso. Nell’ambito della visita, rappresentanti della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), della Banca europea per gli investimenti (BEI) e di Frontex, l’agenzia per la sicurezza delle frontiere esterne dell’Unione europea, si uniranno ai rappresentanti del Servizio per l’azione esterna dell’UE e della Commissione europea. La delegazione in arrivo incontrerà i rappresentanti di alto rango del governo della Repubblica d’Armenia, nonché i rappresentanti delle Nazioni Unite e delle organizzazioni della società civile. In concomitanza con la visita verrà annunciato il lancio della piattaforma di coordinamento degli investimenti tra l’Unione Europea e la Repubblica d’Armenia.

(24) AIUTI DALLA GERMANIA – La Germania ha annunciato 92 milioni di dollari di aiuti all’Armenia perchè il fatturato commerciale fra i due Paesi è triplicato negli ultimi tre anni. Gli aiuti si concentreranno sul rafforzamento dell’indipendenza energetica.

(24) DIRITTI DI PROPRIETA’ DEGLI ARMENI DELL’ARTSAKH – L’Armenia sta preparando un addendum alla quarta denuncia interstatale contro l’Azerbaigian presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sulla questione del ripristino dei diritti di proprietà delle persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh. Lo ha riferito Hasmik Samvelyan, portavoce del rappresentante dell’Ufficio per gli affari giuridici internazionali dell’Armenia, precisando che la causa sarà depositata nei prossimi mesi, ma senza specificare una data precisa.
Da segnalare che Siranush Sahakyan, specialista in diritto internazionale, ha oggi dichiarato alla stampa armena che i diritti di beni immobili lasciati in Artsakh non saranno persi anche se i proprietari si registreranno a un diverso indirizzo in Armenia.

(24) INDAGINI SU GUERRA DEI 44 GIORNI – Presso l’Assemblea nazionale dell’Armenia si è svolta una sessione a porte chiuse della Commissione investigativa sulla guerra del 44 giorni del 2020. A tale udienza ha partecipato l’attuale presidente della repubblica dell’Artsakh, Samvel Shahramanyan, che all’epoca era ministro del patriottismo militare, della gioventù, dello sport e del turismo dell’Artsakh. Il presidente della Commissione, Andranik Kocharyan, aveva precedentemente dichiarato di avere ancora un mese fino alla scadenza dei suoi poteri e che intendeva invitare Samvel Shahramanian a rispondere alle domande. Il 16 novembre si è saputo che Shahramanyan aveva accettato l’offerta di Kocharyan di presentarsi al comitato investigativo dell’Assemblea e testimoniare al riguardo.

(23) RIUNIONE CSTO – A Minsk si è tenuto un incontro dei capi dei paesi CSTO. La parte armena non partecipa al vertice. All’inizio dei colloqui il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha notato che si è discusso della situazione nel Caucaso. Il ministro degli Esteri bielorusso ha annunciato che dopo il vertice il segretario generale della CSTO si recherà a Yerevan per trasmettere le decisioni adottate ai partner armeni e il portavoce del Ministero degli Esteri armeno ha informato che Erevan esaminerà la questione dell’adesione dell’Armenia ai documenti adottati nella sessione della CSTO.

(23) CASE IN ARTSAKH – Gli appartamenti e i monumenti culturali nel Nagorno Karabakh sono tutti protetti dalle forze speciali azere e le case sono sigillate e non entra nessuno secondo quanto riferisce Farid Shafiyev, presidente del Centro di analisi delle relazioni internazionali (Centro AIR) dell’Azerbaigian. “C’è una certa parte nella decisione della Corte internazionale di giustizia su questo tema. Questa è responsabilità dell’Azerbaigian. Dopodiché, è difficile dire come si svolgeranno fisicamente i processi. Lo capisco, come il governo di L’Azerbaigian ha già annunciato, annunceremo anche che a coloro [cioè agli armeni che hanno lasciato il Nagorno-Karabakh] che lo desiderano verrà dato tempo, in altre parole, ritorneranno coloro che vogliono ritornare completamente, o coloro che vogliono venire a prendere le loro cose, molto probabilmente verranno create le condizioni. In altre parole, l’Azerbaigian attuerà la decisione della corte, su questo il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica dell’Azerbaigian ha già rilasciato una dichiarazione“, ha detto Shafiyev.

(23) EMIGRAZIONE DALL’ARMENIA – Secondo il premier Pashinyan la situazione degli sfollati dell’Artsakh in Armenia si è stabilizzata ed è cessato il flusso iniziale di emigrazione verso l’estero legato presumibilmente alla presenza di parenti degli sfollati in altri Stati.

(22) DICHIARAZIONE RUSSA – La rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha risposto alla dichiarazione di ieri del presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, secondo cui “la Francia sta preparando il terreno per scatenare nuove guerre nella nostra regione”. “Sapete, non siamo affatto sorpresi da una valutazione così netta da parte di Baku delle azioni della Francia. Pensiamo che sia a Baku che in molti altri posti fosse già stanco dell’appiccicosità di Parigi, che sta facendo tentativi infruttuosi di ripristinare il suo nome politico nel Caucaso meridionale“, ha detto Zakharova. “Purtroppo permangono i rischi di una ripetizione (delle operazioni militari, ndr) nel Caucaso meridionale. A questo proposito, la Russia lavora costantemente per trasformare la regione in una zona di stabilità, prosperità e sviluppo basata sugli interessi di tutti i paesi della regione e dei paesi vicini”, ha continuato il rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo sottolineando che gli obiettivi dei mediatori occidentali, in particolare della Francia, sono completamente diversi nel processo di risoluzione armeno-azerbaigiana e vogliono trasformare il Caucaso meridionale in una zona di confronto geopolitico.

(22) ARRESTATI GIORNALISTI A BAKU – Le autorità azere hanno perquisito la redazione della rivista investigativa AbzasMedia e ne hanno arrestato i due dirigenti. La testata aveva scritto della corruzione tra i funzionari, compresi quelli vicini al presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev. Le autorità hanno accusato Hasanli e Vagiggez di contrabbando di denaro. Rischiano fino a 12 anni di carcere.I giornalisti non hanno ammesso la loro colpevolezza e AbzasMedia ritiene che la vera ragione dell’arresto dei capi della testata siano le indagini sulla corruzione da loro condotte. Il Comitato internazionale per la protezione dei giornalisti e l’organizzazione per i diritti umani Amnesty International sono dello stesso parere e chiedono il rilascio dei giornalisti.

(21) BILANCIO AGGRESSIONE AZERA – Secondo l’ex Ministro di Stato, Artak Beglaryan, l’aggressione azera del 19 settembre ha provocato 230 vittime di cui almeno 19 civile (con 6 bambini). La successiva esplosione al deposito di carubrante è costata la vita a 220 persone. Risultano ancora molti dispersi: 42 (12 civili) per l’attacco azero e circa 50 per l’incidente al deposito.

(21) NAZIONI UNITE – I problemi degli sfollati dell’Artsakh sono stati presentati dal vice ministro della Giustizia dell’Armenia, Karen Karapetyan, a Fabian Salvioli, relatore speciale delle Nazioni Unite sulla promozione della verità, giustizia, riparazione e garanzie di non ripetizione, e a Brenda Vukovich, responsabile dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. Nel corso dell’incontro è stato anche fatto riferimento anche all’adempimento degli obblighi internazionali assunti dall’Armenia, compreso il processo di esecuzione delle sentenze emesse contro l’Armenia dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.

(21) NUOVI NATI – Oggi, nel Centro medico di Sevan (regione di Gegharkunik) è nato il sesto bambino originario dell’Artsakh. La piccola Ester, i cui genitori sono di Stepanakert, pesa 2,9 kg ed è alta 53 cm.

(21) NEGOZIATI – L’Azerbaigian è pronto per negoziati diretti con l’Armenia su base bilaterale per la rapida conclusione del trattato di pace. Lo ha annunciato il Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian. “Questa stagnazione nei negoziati di pace non contribuisce alla stabilità e alla prosperità della regione. Crediamo che i due paesi debbano decidere congiuntamente le loro future relazioni. L’Azerbaigian ha invitato l’Armenia ad un incontro al confine di stato, dove si discuterà del processo di pace“, si legge in una nota ufficiale.

(20) STABILE IL MILITARE FERITO – Il soldato armeno ferito il 18 novembre, intorno alle 09:50, da un colpo sparato dalle postazioni azere è stato sottoposto a intervento chirurgico. Le sue condizioni sono valutate stabili ed è sotto la supervisione del personale medico dell’ospedale.

(20) DICHIARAZIONI KLAAR – Il rappresentante speciale dell’Unione europea per la crisi nel Caucaso meridionale e in Georgia, Toivo Klaar, ha rilasciato un’intervista ad ‘Armenpress’ nel corso della quale ha sostenuto che la possibilità di ritorno dei residenti in Nagorno Karabakh sia una cosa molto importante, che prima di tutto dovrebbe essere garantito il loro diritto al ritorno e in secondo luogo, che vengano create le condizioni che forniscano un sufficiente senso di sicurezza e protezione. “Penso che sia importante che da un lato si abbia un contratto, che si abbia un testo che può essere o meno molto esaustivo nella sua formulazione. Tutto dipende da come Armenia e Azerbaigian decideranno e formuleranno il testo dell’accordo. Altrettanto importante è l’attuazione dell’accordo di pace finale, l’adempimento delle condizioni che ne seguiranno. E qui, ovviamente, dovremmo parlare dell’apertura delle comunicazioni, parlare della delimitazione del confine. Per me è molto importante anche garantire la distanza tra le forze lungo il confine, il vero senso di sicurezza che verrà dato ai residenti lungo il confine, ma anche su scala più ampia” ha tra l’altro dichiarato Klaar.
Ha inoltre sottolineato come qualsiasi strada o ferrovia che attraversi l’Armenia debba essere controllata dall’Armenia stessa e ha espresso pieno apprezzamento per il progetto “Crocevia della pace” proposto dalla leadership armena.

(19) UNESCO – L’UNESCO ha chiesto all’Azerbaigian di visitare l’Artsakh: Baku aveva proposto di far effettuare una missione partendo da Aghdam ma l’organizzazione internazionale ha rifiutato. Vuole solo visitare Stepanakert e dintorni e verificare la situazione del patrimonio culturale nella regione ora occupata dagli azeri.

(19) ARMI DALL’INDIA – Bharat Forge, uno dei principali produttori indiani di difesa, conferma la fornitura di obici semoventi all’avanguardia MArG 155 all’Armenia. Rafforzando la partnership strategica tra le nazioni, l’India emerge come un fornitore chiave di attrezzature per la difesa dell’Armenia. Ciò segna una pietra miliare nell’esportazione dell’India di tecnologia di difesa locale. Il MArG 155mm / 39 cal – BR, con mobilità e precisione eccezionali, rappresenta un salto di qualità nei sistemi di artiglieria.Questo recente acquisto si aggiunge a una serie di acquisti effettuati dall’Armenia dall’India a partire dal 2022, che includono il sistema missilistico terra-aria Akash di Bharat Dynamics Limited, obici ATAGS trainati da 155 mm, sistemi Zen Anti-Drone, granate da 30 mm e 40 mm, Proiettili calibro 7,62 mm, lanciarazzi multi-canna PINAKA, munizioni anticarro e munizioni.

(18) VIOLAZIONI AZERE – Oggi, intorno alle 09:50 (ora locale), un soldato dell’unità militare N del Ministero della Difesa della Repubblica di Armenia, E. H. ha ricevuto una ferita da arma da fuoco in seguito al colpo sparato dalle forze armate azere contro le postazioni difensive armen vicino a Paruyr Sevak (confine Armenia-Nakhijevan). Le condizioni di salute del militare sono valutate moderate, senza pericolo di vita al momento.

(18) ARMENIA SU PRONUNCIA CORTE INTERNAZIONALE – Il ministero degli AA.EE dell’Armenia ha accolto con favore la pronuncia della Corte Internazionale di Giustizia contro l’Azerbaigian.”La decisione della corte è significativa, perché nella storia della corte, un tale numero di misure temporanee non è mai stato applicato a nessun altro stato nell’ambito di un unico procedimento giudiziario. Ciò è indice dell’esistenza di una continua minaccia di danno irreparabile ai diritti degli armeni nel quadro della Convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, dovuto al comportamento adottato dall’Azerbaigian” si legge tra l’altro in una nota rilasciata dal ministero.

(18) CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA – La Corte internazionale di giustizia ha obbligato l’Azerbaigian a garantire il ritorno sicuro, senza ostacoli e rapido delle persone che hanno lasciato il Nagorno Karabakh dopo il 19 settembre 2023 e che desiderano tornare nel Nagorno Karabakh. L’Azerbaigian è obbligato a garantire che le persone rimaste nel Nagorno Karabakh dopo il 19 settembre 2023 e che desiderano partire possano farlo in modo sicuro, senza ostacoli e rapido. La Corte ha incaricato l’Azerbaigian di garantire che le persone rimaste nel Nagorno Karabakh dopo il 19 settembre 2023 o ritornate nel Nagorno Karabakh e che desiderano restare siano libere dall’uso della forza o dall’intimidazione. Secondo la decisione, la Repubblica dell’Azerbaigian, in conformità con i suoi obblighi ai sensi della Convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, proteggerà e conserverà i documenti e i registri di registrazione, identità e proprietà privata, accettandoli come base in la sua pratica amministrativa e legislativa.

(17) SENATO USA – Il Senato degli Stati Uniti ha approvato il disegno di legge S. 3000 “Armenia Protection Act del 2023” che è ora in attesa dell’approvazione della Camera. Questo disegno di legge revoca il diritto del Presidente degli Stati Uniti di sospendere la Sezione 907 del Freedom Support Act, che a sua volta proibirà gli aiuti militari all’Azerbaigian per un periodo di due anni. Il disegno di legge, tra le altre cose, consente di fornire all’Armenia finanziamenti militari esterni, comporta lo sviluppo di una strategia di sicurezza per la popolazione del Nagorno-Karabakh / Artskah e introduce sanzioni contro Baku “per le azioni del regime di Aliyev verso gli armeni.”

(16) ARMI DA INDIA – L’India fornirà all’Armenia 150.000 pezzi di granate da 30 e 40 mm. di produzione della Munitions India Ltd. Tale compagnia aveva già fornito cinque milioni di proiettili calibro 7,62.

(16) ISTITUZIONI ARTSAKH – Secondo il presidente dell’Assemblea nazionale dell’Armenia, Alen Simonyan, “preservare le istituzioni dell’Artsakh costituisce una diretta minaccia alla sicurezza dell’Armenia”. Secondo il parlamentare i problemi degli armeni del Nagorno Karabakh dovrebbero essere risolti dalla leadership dell’Armenia.

(16) VERTICE SALTATO – L’Azerbaigian si rifiuta di partecipare al meeting del 20 novembre a Washington tra ministri degli Esteri di Armenia e Azerbaigian. Gli azeri non hanno gradito le dichiarazioni dell’Assistente del Segretario di Stato USA per gli affari euroasiatici O’ Brien che ha affermato che non è prevista al momento alcuna modifica alla norma che vieta la vendita di armi a Baku.

(15) CONSIGLIO MONDIALE DELLE CHIESE – Dall’8 al 14 novembre si è tenuta ad Abuja (Nigeria) la riunione del comitato esecutivo del Consiglio ecumenico delle chiese (WCC). Il WCC (Consiglio mondiale delle chiese) chiede una risposta internazionale ai bisogni dei rifugiati del Nagorno Karabakh. Il popolo e le chiese armeni hanno urgentemente bisogno di “una generosa risposta internazionale ai bisogni umanitari dei rifugiati fuggiti dal Nagorno Karabakh, in particolare delle donne vulnerabili, dei bambini, degli anziani e delle persone con disabilità e di coloro che non hanno altri mezzi di sostegno“. Lo ha dichiarato il comitato esecutivo del Consiglio ecumenico delle chiese il 13 novembre durante il suo incontro ad Abuja, in Nigeria. L’organo di governo ha rilasciato una dichiarazione dopo aver esaminato il rapporto di una visita della delegazione del WCC in Armenia dal 18 al 22 settembre. La dichiarazione “esprime profonda solidarietà al popolo e alle chiese armeni, e in particolare a tutti coloro che sono fuggiti dalla loro antica patria nel Nagorno Karabakh, in seguito agli eventi traumatici del 19-20 settembre 2023“. Il WCC esprime anche profondo rammarico per il fatto che “negli anni successivi alla guerra del Nagorno Karabakh del 1992-1994, non è stato possibile trovare modi per garantire una pace sostenibile tra i popoli della regione”.

(14) BATTESIMI – Più di 140 armeni sfollati dall’Artsakh sono stati oggi battezzati in varie chiese di Masis (regione di Ararat, Armenia.

(13) ARMENIA E CSTO – Il premier armeno Pashinyan ha avuto una conversazione telefonica con il presidente bielorusso Lukashenko nel corso della quale gli ha comunicato che l’Armenia non parteciperà al prossimo vertice CSTO in programma a Minsk.

(13) ARMAMENTI DALLA FRANCIA – 20 veicoli blindati Bastion di fabbricazione francese sono stati sbarcati al porto georgiano di Poti per essere poi trasferiti in Armenia. Proteste azere.

(13) NUOVE ARMI ALL’AZERBAIGIAN– L’Azerbaigian ha concluso l’acquisto di sistemi di difesa aerei israeliani Barak MX per un valore di 1,2 miliardi di dollari.


(12) APPELLO SINDACO DI PARIGI – Il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ha pubblicamente chiesto il rilascio dei 55 prigionieri armeni dell’Artsakh detenuti in Azerbaigian.

(9) INCONTRO PRESIDENTE – Il presidente della repubblica di Artsakh, Samvel Shahramanyan, ha incontrato oggi alcuni membri della organizzazione “Supporto per gli armeni dell’Artsakh”, NGO formata da sfollati.

(12 AMBASCIATORE IRAN – L’ambasciatore iraniano in Armenia, Mehdi Sobhani, ha sottolineato l’importanza di rispettare i diritti armeni in Artsakh. L’Azerbaigian ha bollato come “provocazioni” le parole del diplomatico.

(8) DICHIARAZIONE RUSSA – La soluzione tra Armenia e Azerbaigian sarà possibile solo quando le forze extraregionali smetteranno di interferire nel conflitto e i passi dell’Occidente non faranno altro che aggravare la situazion secondo quanto ha affermato il Segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, Nikolai Patrushev, durante un incontro con i partner della CSI a Mosca. “Siamo interessati a stabilizzare la situazione nella regione del Caucaso meridionale, creando le condizioni per lo sviluppo della stabilità e rafforzando la fiducia reciproca e la cooperazione“, ha assicurato. A questo scopo, secondo Patrushev, la Russia sta costantemente adottando misure verso una regolamentazione globale delle relazioni armeno-azerbaigian, nell’interesse di concludere un trattato di pace tra questi paesi, delimitando i confini e aprendo le comunicazioni di trasporto.

“La pratica dimostra che ciò è possibile solo se non intervengono le potenze extraregionali. Le azioni dei paesi occidentali provocano il degrado della situazione nella regione e contribuiscono al mantenimento delle contraddizioni”, ha sottolineato.

(8) DIPARTIMENTO DI STATO USA – La pace tra Armenia e Azerbaigian rimane una priorità per gli Stati Uniti. Lo ha affermato Vedant Patel, il vice portavoce del Dipartimento di Stato americano, riferisce 1lurer.”Oltre a ciò che sta accadendo sulla scena internazionale, la pace tra questi due paesi rimane una priorità per noi, per il Segretario di Stato Blinken. Il Dipartimento di Stato continuerà ad occuparsi di questo problema”, ha affermato.

(8) ASSOLTO JALA HARUTYUNYAN – Il procedimento penale contro l’ex comandante dell’Esercito di difesa del Nagorno Karabakh, Jalal Harutyunyan si è concluso con un’assoluzione. L’accusa riguaradava l’episodio del contrattacco effettuato il 7 ottobre 2020 che costò la vita a molti soldati. Secondo il parere di 306 pagine della Commissione scientifica militare, 11 scienziati militari esperti hanno confermato all’unanimità che non c’era criminalità nel contrattacco di Harutyunyan, che ha agito in modo coscienzioso, vigile e competente durante il contrattacco. Peraltro, nonostante dal contenuto della suddetta perizia risulti che per le perdite causate dall’attacco del nemico alla divisione D-20 dell’unità militare Tsor in data 12 ottobre, la colpa di Harutyunyan sia apparentemente assente e la responsabilità di ciò sia interamente del comando della divisione D-20, la pubblica accusa penale a questo riguardo non è stata interrotta e su questo capo di imputazione il procedimento va avanti.

(7) CONDANNATO KHACHATRYAN – Vagif Khachatryan, l’armeno dell’Artsakh (Nagorno Karabakh), rapito dagli azeri mentre si stava recando in Armenia sotto protezione della Croce Rossa per sottoporsi a un intervento al cuore, è stato condannato dal tribunale penale di Baku. Accusato (falsamente) di aver partecipato ad attività durante la guerra degli anni Novanta, dovrà scontare 15 anni di galera. Uscirà dal carcere azero alla soglia degli 85 anni… Era accusato “di aver compiuto un genocidio”, di attività terroristica e possesso di armi: accuse farlocche, fossero state reali avrebbe avuto una pena ben più alta.
Gli standard legali internazionali e le garanzie relative ai diritti umani non sono stati rispettati in relazione a Vagif Khachatryan” ha dichiarato Anahi Manasyan, difensore diritti umani dell’Armenia che ha invitato le organizzazioni internazionali ad attivarsi per quanto del caso. Khachatryan si era dichiarato non colpevole e aveva chiesto alla corte l’assoluzione.

(7) ASSISTENZA SANITARIA – Più di 2.200 connazionali sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh sono stati visitati gratuitamente presso le cliniche mobili. Il Centro Nazionale per le Malattie Infettive del Ministero della Salute della RA, con il finanziamento dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, ha condotto una ricerca tra gli sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh per circa un mese, dal 2 ottobre al 1 novembre. Più di 2200 cittadini dell’Artsakh sono stati visitati gratuitamente nelle cliniche diagnostiche mobili del Centro nazionale per le malattie infettive del Ministero della Salute donate dalla Federazione Russa. Nell’équipe di personale medico che ha visitato quasi tutte le regioni dell’Armenia hanno lavorato un terapista, un pediatra, uno psicologo e un neurologo. Gli esami ecografici e la fluorografia sono stati effettuati in cliniche mobili. I cittadini hanno ricevuto consulenza medica gratuita.

(7) AIUTI AGLI SFOLLATI – Inizia oggi il processo di accettazione delle domande online per il programma di assistenza sociale “40.000+10.000 AMD”, previsto per novembre e nei mesi successivi. Secondo il ministro Narek Mkrtchyan, 92.525 persone sono state mandate a pagare dal Ministero degli Interni, di cui 5.358 hanno ricevuto 10.000 dram e 87.167 hanno ricevuto 10.000+40.000 dram ciascuna. Per quanto riguarda il sostegno una tantum di 100.000 dram, i pagamenti principali sono stati effettuati e hanno ricevuto questo sostegno 104.200 persone. Oggi sono stati effettuati gli ultimi trasferimenti.

(7) CONFERENZA AL PARLAMENTO EUROPEO – Si tiene oggi, su iniziativa di un deputato cipriota e del gruppo “Europei per l’Artsakh”, una conferenza al parlamento europeo dal titolo “I diritti degli armeni dell’Artsakh e dell’Unione europea”. Lo scopo della conferenza è discutere le modalità per superare la situazione creatasi nel 2020, gli eventi accaduti in Artsakh dopo la guerra dal punto di vista del diritto internazionale, dei diritti umani in generale, nonché di riflettere sul comportamento politico della comunità internazionale, in particolare delle forze coinvolte nel processo di negoziazione del conflitto, prestando particolare attenzione attenzione al ruolo politico dell’UE.

(6) PROCESSO KHACHATRYAN – Un’altra udienza nel caso di Vagif Khachatryan, accusato di “genocidio” e rapito dal ponte Hakari alla fine di luglio si tiene oggi presso il tribunale di Baku. Secondo l’agenzia azera APA, “si prevede che l’indagine del tribunale finirà oggi, dopodiché il pubblico ministero chiederà la punizione per gli imputati”. L’ultima udienza del tribunale è stata rinviata per l’assenza di uno dei “testimoni”.

(6) PENSIONI E BENEFICI– Attesa la decisione del 26 ottobre del governo dell’Armenia di prendere in carico gli sfollati dell’Artsakh, per legge hanno diritto alla pensione e ai benefici coloro la cui posizione soddisfa i requisiti stabiliti dalla legislazione della Repubblica d’Armenia. In altre parole, indipendentemente dalle circostanze in cui hanno ricevuto una pensione o un beneficio in Nagorno Karabakh, le persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh acquisiranno il diritto a una pensione o un beneficio in Armenia secondo la procedura stabilita dalla legislazione della Repubblica dell’Armenia e a condizione che vi sia l’iscrizione all’indirizzo del luogo di residenza nella Repubblica di Armenia

(5) CITTADINANZA ARMENA – Dal 6 novembre, i nostri connazionali sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh, a cui è stato concesso lo status di rifugiato con protezione temporanea, potranno presentare le loro domande per la cittadinanza della Repubblica Armena a Yerevan e nei capoluoghi regionali presso tutti gli uffici del Servizio Migrazione e Cittadinanza.

(5) NEGOZIATI DI PACE – Il ministro degli Esteri azerbaigiano Jeyhun Bayramov, durante la conferenza stampa congiunta tenutasi dopo l’incontro con il ministro degli Esteri tedesco Annalena Berbock a Baku, ha dichiarato che il processo di normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian ha subito un rallentamento. “A causa dei passi non costruttivi e contraddittori dell’Armenia, il processo di risoluzione è rallentato“, ha affermato. Bayramov ha anche dichiarato che, nonostante ciò che ha detto, l’Azerbaigian ritiene necessario regolare i rapporti con l’Armenia. “I negoziati con l’Armenia continueranno quando Erevan accetterà le condizioni di Baku“, ha detto il ministro degli Esteri azerbaigiano.

(4) FORZA DI PACE – Le forze di pace russe hanno chiuso un altro posto di osservazione nel Nagorno-Karabakh, nella regione di Shushi. Secondo il bollettino pubblicato ieri sera dal Ministero della Difesa russo, dal 19 settembre sono stati chiusi 9 posti di osservazione e 16 posti di osservazione temporanei.”I lavori continuano con la partecipazione delle forze di pace russe per ripristinare la fornitura di elettricità“, si legge nel messaggio.Secondo il messaggio del Ministero della Difesa della Federazione Russa, la rotazione delle truppe di mantenimento della pace sta finendo, così come l’invio di armi ed equipaggiamento militare in Russia per le riparazioni programmate.

(4) DIOCESI DELL’ARTSAKH – La Sede Madre della chiesa apostolica armena ha deciso di preservare la diocesi di Artsakh. L’incontro del Consiglio Spirituale Supremo è stato presieduto da Karekin II, Catholicos di tutti gli Armeni.Il primo giorno dell’incontro, Artak Beglaryan, leader della diocesi dell’Artsakh ed ex ministro di Stato dell’Artsakh, ha presentato una relazione.Come ha affermato il leader della diocesi dell’Artsakh, il vescovo T. Vrtanes Abrahamian, lo scioglimento del filo dell’Artsakh non avverrà.”Sua Santità, con gioia di tutti noi, ha annunciato che la diocesi di Artsakh non verrà sciolta, ma verranno modificate alcune funzioni. Servirà al suo scopo. Ciò significherà che avremo nel cuore il sogno di tornare nuovamente nell’Artsakh”, ha affermato il leader della diocesi dell’Artsakh.

(3) PRIGIONIERO ARMENO – Madat Babayan, il 71enne armeno catturato dagli azeri durante l’attacco del 19 settembre è in carcere a Baku e gli è stata inflitta una temporanea pena di 4 mesi. è accusato di “terrorismo, acquisizione di armi illegali, organizzazione di gruppi armati” durante la guerra degli anni Novanta. Andrà a processo e sarà condannato.

(3) LEVON MNATSAKANYAN – Da molti giorni non si hanno più notizie del generale già ministro della Difesa della repubblica di Artsakh ed eroe nazionale. Mnatsakanyan fa parte del gruppo di autorità armene sequestrate dagli azeri e incarcerate in attesa di processi farsa alle quali verranno sottoposte dal regime di Aliyev. L’ultima volta che ha avuto contatti con la famiglia è stato un paio di settimane fa. Su alcuni canali Telegram si ipotizza la morte del generale per le percosse subite dagli aguzzini azeri.

(3) CURE MEDICHE – Un totale di 113 persone sfollate con la forza dall’Artsakh (Nagorno-Karabakh) in Armenia a seguito delle operazioni militari dell’Azerbaigian e dell’esplosione in Karabakh continuano a ricevere cure in vari centri medici in Armenia. Lo ha annunciato il viceministro della Sanità Artak Jumayan durante la conferenza stampa davanti al governo armeno. Ha aggiunto che 11 di loro sono in gravi condizioni, altri 3 sono in condizioni critiche, e altri 19 pazienti continuano il loro trattamento all’estero, e in tutti loro si osserva una dinamica positiva della loro condizione. Jumayan ha osservato che oltre 100 pazienti medici sfollati con la forza dal Karabakh all’Armenia sono stati dimessi dagli ospedali armeni nelle ultime settimane, ma continuano a essere sotto controllo medico e ambulatoriale.

(3) OCCUPAZIONE ARMENIA – Circa 200 chilometri quadrati dell’Armenia sono sotto il controllo dell’Azerbaigian. Lo ha affermato oggi il ministro degli Esteri Ararat Mirzoyan durante i dibattiti sul progetto di bilancio statale per il 2024 nel corso della riunione congiunta delle commissioni parlamentari permanenti dell’Assemblea nazionale armena.

(2) ALTRO CIVILE CATTURATO – Giunge oggi la notizia che un altro anziano civile armeno – l’ultra settantenne Madat Babayan – era stato catturato dagli azeri durante l’attacco del 19 settembre. È accusato di aver partecipato ad azioni terroristiche durante la guerra degli anni Novanta è in particolare al (controverso) massacro di Khojaly. Andrà ovviamente a “processo” e sarà ovviamente condannato.

(2) AIUTI DALLA GRECIA – La Grecia ha inviato aiuti umanitari all’Armenia per gli sfollati del Nagorno Karabakh. Ne ha parlato Evangelos Tournakis, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Grecia presso Yerevan. Ha informato che oggi la parte greca ha assegnato al governo armeno quattro tonnellate di carico umanitario. A Yerevan è arrivato anche un gruppo di persone particolarmente specializzate, composto da psicologi e assistenti sociali, che forniranno supporto psicologico agli sfollati del Nagorno Karabakh che hanno sofferto a causa della crisi umanitaria.  “La Grecia sta al fianco dell’Armenia, come dimostrato ancora una volta oggi. Approfittando di questa opportunità, vorrei anche dire che la Grecia sostiene fortemente l’integrità territoriale e la sovranità dell’Armenia“, ha affermato l’Ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Grecia in Armenia.  

(2) PRIGIONIERI ARMENI – Dopo le operazioni militari di settembre, è diventato chiaro che oltre alla leadership militare e politica dell’Artsakh, a Baku sono detenute anche altre persone militari e civili. Secondo il rapporto del comitato investigativo della RA, allo stato attuale delle indagini, ci sono dati sulla cattura di 16 persone: 6 militari e 10 civili. “La Repubblica dell’Azerbaigian ha confermato che sono in possesso solo di 9 delle 16 persone, e per quanto riguarda le altre si stanno intraprendendo le azioni appropriate“. Dopo il 19 settembre non ci sono stati contatti con Garegin Martirosyan, residente nel villaggio di Nerkin Sznek nell’Artsakh. I familiari hanno denunciato la scomparsa di quest’ultimo; Suo figlio, Karen, ha informato che suo padre lo aveva contattato dall’Azerbaigian il 9 ottobre e aveva detto che era in prigionia. Garegin non è solo lì, anche altre 3 persone dello stesso villaggio, Davit Allahverdyan, Gurgen Stepanyan e Melikset Pashayan, sono detenute nelle carceri di Baku.

(1) GEORGIA SU ACCORDI DI PACE – La Georgia ha affermato che rifiutarsi di partecipare ai negoziati “3+3” non significa uscire dai problemi regionali. Le autorità sperano addirittura che l’accordo di pace venga firmato a Tbilisi. Lo ha dichiarato Nikoloz Samkharadze, capo della commissione per le relazioni estere del parlamento georgiano, alla televisione pubblica georgiana.

(1) RIUNIONE PRESIDENTE – Il presaidente della repubblica di Artsakh, Samvel Shahramanyan, si è riunito presso l’hotel Marriot di Yerevan con i deputati dell’Assemblea nazionale di Stepanakert per discutere del futuro dell’Artsakh. La riunione è stata promossa dal Comitato per la salvaguardia della statualità dell’Artsakh.

(1) PROCESSO KHACHATRYAN – Nuova udienza oggi a Baku nel processo a carico di Vagif Khachatryan, accusato di “genocidio” e rapito dal ponte Hakari alla fine di luglio; presiede il giudice del tribunale militare di Baku Zeinal Aghayev. Secondo i media azeri, “le vittime parleranno” nella sessione odierna del tribunale.Vagif Khachaturyan viene processato in virtù del “procedimento penale avviato dalla procura dell’Azerbaigian il 22 dicembre 1991, nel villaggio di Meshali, nella regione di Khojaly, sui fatti di genocidio, deportazione di azeri, distruzione e danneggiamento di proprietà statali da parte di membri di gruppi illegali Gruppi armati armeni il 22 dicembre 1991”. Khachatryan nega le accuse avanzate da Baku. Si sono già svolte cinque udienze in tribunale, ma nessuna vittima ha sottolineato che Vagif Khachatryan è colpevole di averlo torturato.

(1) EUMA – La missione di osservazione dell’UE ha aperto un nuovo ufficio a Yeghegnadzor, informando che il numero di pattuglie attualmente raggiunge 1.000 per cento osservatori. Sottolineando che questa regione merita pace e stabilità durature, il capo della missione Markus Ritter ha espresso la speranza che insieme possano contribuire alla realizzazione di questo obiettivo.  Rispondendo alla domanda “Libertà” , Ritter ha informato che il Canada ha aderito alla missione dell’UE e che la questione dell’espansione sarà discussa a Bruxelles entro la fine dell’anno.Alla constatazione di “Freedom” che gli osservatori inviano il loro rapporto direttamente a Bruxelles e alla domanda se sia ancora possibile dire quale sia la situazione al confine in questo momento, Ritter ha risposto: “È pacifica, non c’è tensione al momento.”

Perché l’Armenia sta cercando una pace preventiva con l’Azerbaijan (L’inkiesta, 1 nov)

Mentre il mondo è distratto un’altra volta con lo sguardo altrove, di nuovo l’Azerbajgian non ha buone intenzioni (Korazym, 1 nov)

Chi se ne frega degli Armeni. Il buffetto europeo per la fine del Nagorno Karabakh e le armi israeliane (Nuova società, 1 nov)

Armeni, figli di un Dio minore? (L’incontro, 1 nov)

Altre guerre e tensioni nel mondo (Apiceuropa, 2 nov)

Il Nagorno invaso e già dimenticato, Quando il gas pesa più degli armeni (Avvenire, 2 nov)

Anche George Clooney scende in campo per chiedere la liberazione del leader armeno Ruben Vardanyan: “Temiamo per la sua salute” (Il fatto quotidiano, 2 nov)

Usa. Qualsiasi violazione sovranità e integrità territoriale dell’Armenia porterebbe a gravi conseguenze (Agenpress, 2 nov)

Gli Azeri come gli Armeni sono vittime del “pugno di ferro” del regime autocratico e corrotto dell’Assurdistan (Korazym, 2 nov)

L’Armenia vorrebbe avvicinarsi all’Occidente, ma è sempre più dipendente dalla Russia (Scenari economici, 2 nov)

Tbilisi Silk Road Forum: si incontrano Armenia e Azerbaijan (Osservatorio Balcani Caucaso, 3 nov)

Gli accordi del governo italiano con l’autocrazia azera sono una vergogna (Korazym, 3 nov)

La Chiesa Apostolica Armena ha deciso che la Diocesi di Artsakh continuerà a mantenere il suo status e ad agire (Korazym, 5 nov)

La guerra per la conquista azera dell’Artsakh. Il popolo armeno in ricerca della pace (Korazym, 5 nov)

“Crocevia della Pace”: l’ultimo esorcismo del Premier armeno (Sponda sud, 6 nov)

“Non parlare del male, non vedere il male, non sentire il male”… in modo selettivo (Korazym, 6 nov)

La Tragedia Armena. Lettera di un Monaco Scacciato dall’Artsakh. (Stilum curiae, 6 nov)

ARMENIA: SALVARE UN’ISOLA DI DEMOCRAZIA IN UN OCEANO DI AUTOCRAZIE NON È SOLO UNA QUESTIONE MORALE (Gariwo, 6 nov)

Non c’è libertà senza giustizia. Non c’è giustizia senza libertà (Korazym, 6 nov)

Verrà un giorno… (Korazym, 6 nov)

Il cittadino dell’Artsakh Khachatryan condannato a 15 anni al termine di un processo assurdo a Baku (Korazym, 7 nov)

L’Armenia comincia la cooperazione militare con gli USA. Lo storico alleato russo è sempre più lontano (Renovatio 21, 8 nov)

Oggi in Artsakh occupato l’autocrazia azera celebra con una parata militare il giorno della dissonanza cognitiva (Korazym, 8 nov)

Nagorno-Karabakh, bandiera azera e parata militare nella capitale (Bluewin, 8 nov)

Rappresentante presidente azero, “pace possibile solo con impegno serio Armenia” (Adnkronos, 8 nov)

Nagorno Karabakh, sopravvivere alla guerra (Osservatorio balcani e caucaso, 9 nov)

Sblocco dei collegamenti regionali con “Crocevie di Pace” e delimitazione dei confini fondamenta per la pace nel Caucaso meridionale (Korazym, 9 nov)

Aliyev glorifica la pulizia etnica degli armeni in Artsakh (Tempi, 12 nov)

Nagorno, ambasciatrice armena a Roma: “Parole Aliyev allontanano pace” (Adnkronos, 13 nov)

Aliyev con il “pugno di ferro” vuole dimostrare che non ha l’intenzione di lanciare nuovi attacchi militari e guerre contro l’Armenia? (Korazym, 13 nov)

Armenia, l’avamposto cristiano in pericolo (Evangelici.net, 14 nov)

L’Azerbajgian acquista un sistema missilistico da Israel e si arrabbia perché l’Armenia acquista veicoli militari dalla Francia (Korazym, 14 nov)

Romania: le comunità religiose tendono la mano ai rifugiati del Nagorno-Karabakh. Caritas Romania: colletta nazionale il 10 dicembre (Agenzia S.I.R., 15 nov)

Pasinyan esalta la crescita economica di Erevan e insiste sulla pace con Baku (AsiaNews, 15 nov)

Aliyev annuncia l’invio della quinta revisione del trattato di pace all’Armenia. Perché non accetta il progetto “Crocevie di Pace”? E falla finita! (Korazym, 15 nov)

Nagorno Karabakh: storia e fine dell’autoproclamata Repubblica dell’Artsakh (Osservatorio Diritti, 15 nov)

Mosca accusa l’Occidente per il rifiuto dell’Armenia di prendere parte al vertice sulla difesa a guida russa (Euractiv, 16 nov)

Forti dubbi che in Armenia c’è ancora fiducia nella Russia per la propria sicurezza (Korazym, 16 nov)

I cristiani armeni sfollati sono almeno 120.000: il mondo se ne è completamente dimenticato (Renovatio21, 17 nov)

Il Senato USA approva all’unanimità una legge sulla difesa dell’Armenia che vieta l’assistenza militare all’Azerbajgian (Korazym, 17 nov)

L’Azerbajgian continua a giocare col fuoco. Chi scherza col fuoco rischia di bruciarsi (Korazym, 18 nov)

ICJ. L’AZERBAIGIAN DEVE CONSENTIRE AGLI ARMENI FUGGITI DAL NAGORNO-KARABAKH DI TORNARE ALLE LORO CASE (Notizie geopolitiche, 19 nov)

Il Primo Ministro armeno Pashinyan: non si firma un trattato tra Armenia e Azerbajgian a causa della sfiducia reciproca (Korazym, 19 nov)

“L’altra guerra”, il Nagorno Karabakh (Il mondo, 20 nov)

Una sofferta riconciliazione nel Caucaso? Gli ultimi sviluppi tra Armenia e Azerbaigian (Il caffè geopolitico, 20 nov)

I “grandi” della terra, quando discutono su guerra e pace, dovrebbero ascoltare i bambini (Korazym, 20 nov)

Azerbaigian vs Francia: “Rischia di scatenare guerra nel Caucaso”/ Pesa fornitura di armi all’Armenia (Il sussidiario, 21 nov)

L’Azerbaigian ha accusato la Francia di preparare il terreno per una nuova guerra nel Caucaso meridionale (L’Antidiplomatico, 21 nov)

Aliyev considera difendere gli Armeni un’attacco all’Azerbajgian e un duro colpo alla pace nella regione. Gli sono saltati i nervi (Korazym, 21 nov)

In Azerbaijan due giornalisti sono stati arrestati dopo la pubblicazione di inchieste sulla corruzione di alcuni funzionari di governo (Il post, 21 nov)

L’Azerbaigian rifiuta i colloqui di pace con l’Armenia organizzati dagli USA (Scenari economici, 22 nov)

Con le armi all’Armenia si fomenta la guerra. J’accuse di Baku a Parigi (Formiche, 22 nov)

La nuova alleanza tra Erevan e Kiev (Asia news, 22 nov)

Nagorno Karabakh, un’altra memoria cancellata (Gariwo, 23 nov)

Nagorno Karabakh, l’esodo (Osservatorio Balcani Caucaso, 24 nov)

Nagorno Karabakh, la grande fuga (RSI, 24 nov, video)

Nagorno-Karabakh: l’ultimo Stato spazzato via dalla cartina d’Europa (TPI, 25 nov)

Reportage TPI – Azerbaigian: la dittatura invisibile (TPI, 25 nov)

L’asse Roma-Baku: all’Italia interessano solo gli affari con l’Azerbaigian (TPI, 25 nov)

Il ritorno degli Armeni nell’Artsakh/Nagorno-Karabakh attualmente non è realistico (Korazym, 25 nov)

Perché la vera pacificazione tra Azerbaigian e Armenia è ancora lontana (Lettera 43, 26 nov)

Le notizie dall’Assurdistan (Korazym, 26 nov)

Dopo il Nagorno-Karabakh è la volta dell’Armenia? (Oasis, 28 nov)

Gli sfollati con la forza dell’Artsakh temono che l’Azerbajgian non darà loro pace nemmeno in Armenia (Korazym, 28 nov)

Gli sforzi del popolo armeno per promuovere una cultura di pace nel rispetto dei diritti umani (In terris, 29 nov)

Le commissioni di delimitazione del confine tra Azerbajgian e Armenia hanno tenuto una riunione (Korazym, 30 nov)

Armeni. La persecuzione in Nagorno Karabakh (Doppiozero, 30 nov)

Il Ministero degli Esteri armeno ha annunciato l’espansione della cooperazione con la NATO (Avia pro, 30 nov)

Il premier armeno Nikol Pashinyan ha visitato oggi il parlamento europeo dove ha tenuto un discorso di circa 40 minuti. Abbiamo estrapolato alcune parti che si riferiscono più specificatamente al Nagorno Karabakh-Artsakh.

(…)
Il governo e il popolo della Repubblica d’Armenia hanno unito gli sforzi per risolvere il problema dell’accoglienza degli oltre 100.000 armeni vittime della pulizia etnica nel Nagorno Karabakh, e devo constatare che lo abbiamo fatto con dignità, al punto che i partner della comunità internazionale ammettono di non aver mai visto un caso in cui 100mila rifugiati entrano in un Paese in una settimana e quel Paese può accoglierli tutti senza creare campi profughi e tendopoli.
Siamo riusciti a farlo grazie al popolo armeno e alla democrazia. Persone, perché a volte le persone non aspettavano nemmeno di vedere cosa avrebbe fatto il governo. Sono stati loro a fornire agli sfollati beni essenziali e persino ripari temporanei. Molti semplicemente li hanno ospitati nelle loro case.

Con le decisioni già prese ed entrate in vigore oggi, dovremo stanziare circa 100 milioni di dollari per sostenere le persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh. E abbiamo bisogno di assistenza internazionale, anche sotto forma di sostegno al bilancio. Ritengo necessario sottolineare che abbiamo creato un meccanismo per sostenere gli sfollati forzati in cui i fondi loro assegnati non vengono trasferiti in contanti, vale a dire che l’assegnazione dei fondi è trasparente, verificabile e tracciabile e il meccanismo continuerà a operare in questo modo.
E siamo grati ai nostri partner internazionali, l’UE e gli Stati membri, che hanno già stanziato e/o continueranno a stanziare fondi volti a superare la crisi umanitaria causata dallo sfollamento forzato degli armeni del Nagorno Karabakh.

È triste, estremamente triste, che nonostante centinaia di allarmi, decisioni della Corte internazionale di giustizia, risoluzioni del Parlamento europeo, dell’APCE e dei parlamenti dei singoli Paesi, appelli degli organi esecutivi, della comunità internazionale, non siamo stati tutti in grado di impedire la pulizia etnica degli armeni nel Nagorno Karabakh.

Il governo armeno e il Parlamento europeo hanno ripetutamente messo in guardia sull’imminente pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh, il governo armeno ha inviato numerosi appelli alle Nazioni Unite, all’OSCE e all’UE affinché inviassero una squadra di accertamento dei fatti nel corridoio Lachin illegalmente bloccato e nel Nagorno Karabakh, ma nessuna organizzazione ha preso una decisione rilevante. Abbiamo avviato tre discussioni sulla questione nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ma le discussioni non hanno avuto risultati pratici e qui il Nagorno Karabakh è già spopolato. Nelle condizioni di inattività delle forze di pace russe, più di 100mila armeni hanno lasciato le loro case e la loro patria nel Nagorno Karabakh nel giro di una settimana, altri 20mila sono stati costretti ad abbandonare il Nagorno Karabakh subito dopo la guerra dei 44 giorni, e una parte non hanno avuto la possibilità di tornare nel Nagorno Karabakh a causa del blocco illegale del Corridoio Lachin, iniziato nel dicembre 2022.

E oggi alcuni fingono di non capire perché gli armeni del Nagorno Karabakh abbiano abbandonato in massa le loro case. Questo è di per sé cinismo, perché la risposta è più che chiara. L’Azerbaigian ha chiaramente e inequivocabilmente dimostrato la sua decisione di rendere impossibile la vita degli armeni nel Nagorno Karabakh.

Dal dicembre 2022, durante il periodo del blocco illegale del Corridoio Lachin, gli armeni del Nagorno Karabakh sono stati privati ​​delle forniture esterne di gas, elettricità, carburante, cibo, alimenti per bambini, medicine, beni igienici e altri beni essenziali, mentre i civili impegnati in lavori agricoli sono stati presi di mira dalle forze armate azere.
Dal dicembre 2022, abbiamo allertato decine di volte sul piano dell’Azerbaigian: chiudere il corridoio Lachin, affamare le persone, aumentare la pressione militare, informativa e psicologica, quindi aprire il corridoio Lachin, costringendo tutti gli armeni ad andarsene.

Abbiamo parlato di uno scenario del genere a gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto del 2023, ne abbiamo parlato ad alta voce e pubblicamente. E non accetto i volti sorpresi di alcuni funzionari internazionali per lo spopolamento del Nagorno Karabakh avvenuto a settembre. Allo stesso tempo, devo ringraziare il Parlamento europeo per aver chiamato con il suo nome ciò che è accaduto nel Nagorno Karabakh. Ciò è importante in termini di protezione dei diritti futuri delle persone che sono state private della loro patria.

Nonostante tutte le guerre, le complicazioni e le crisi, sono venuto al Parlamento europeo con il seguente messaggio principale. La nostra regione, il Caucaso meridionale, ha bisogno di pace, cioè di uno stato in cui tutti i paesi della regione vivono con frontiere aperte, sono collegati da legami economici, politici e culturali attivi, con esperienza accumulata e tradizione nel risolvere tutte le questioni diplomaticamente e attraverso dialogo. Voglio sottolineare in particolare che non opponiamo in alcun modo le nostre idee sulla pace agli interessi della nostra regione, perché il nostro Paese può essere pacifico se la regione è pacifica. E considero il sostegno alla costruzione della pace il mio principale impegno politico.

Non è facile assumere un simile impegno, considerato il lungo conflitto con l’Azerbaigian, le numerose vittime, i dispersi, i prigionieri, la sofferenza e la disperazione.

Ma è possibile la pace e, se sì, come? All’inizio di ottobre, prima dell’incontro della Comunità Politica Europea a Granada, abbiamo avuto una seria opportunità di dare una svolta al processo di pace, ma il Presidente dell’Azerbaigian, purtroppo, ha rifiutato di partecipare all’incontro della Comunità Politica Europea e accettare una dichiarazione congiunta con il Presidente del Consiglio europeo, il Presidente della Francia, il Cancelliere tedesco e me, che dovrebbe esprimere i principi per stabilire la pace e le relazioni tra Armenia e Azerbaigian. Tali principi e contenuti non sono affatto nuovi e sono stati formati sulla base dei risultati dell’incontro quadrilatero tenutosi a Praga il 6 ottobre 2022, al quale abbiamo partecipato il Presidente della Francia, il Presidente del Consiglio europeo, il Presidente dell’Azerbaigian e io.

Tali principi sono stati ulteriormente concretizzati nel 2023, durante gli incontri a Bruxelles tra il presidente del Consiglio europeo, il presidente dell’Azerbaigian e me, e ci sono dichiarazioni pubbliche su tali principi.

Il primo dei principi è espresso nella Dichiarazione Quadripartita di Granada come segue. Cito: “Rimangono impegnati in tutti gli sforzi diretti alla normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian, basate sul riconoscimento reciproco della sovranità, dell’inviolabilità dei confini e dell’integrità territoriale dell’Armenia (29.800 km2) e dell’Azerbaigian (86.600 km2), come menzionato nel Dichiarazioni del presidente Michel del 14 maggio e del 15 luglio 2023. Hanno chiesto il rigoroso rispetto del principio di non uso della forza e di minaccia dell’uso della forza.” Fine della citazione.

Questo stesso principio è espresso come segue nella dichiarazione del presidente del Consiglio europeo Charles Michel in seguito all’incontro tripartito tenutosi a Bruxelles il 14 maggio con la partecipazione del presidente del Consiglio europeo, del presidente dell’Azerbaigian e del sottoscritto. Quoto. “I leader (si tratta del presidente dell’Azerbaigian e del sottoscritto) hanno confermato il loro inequivocabile impegno nei confronti della Dichiarazione di Almaty del 1991 e della rispettiva integrità territoriale dell’Armenia (29.800 km2) e dell’Azerbaigian (86.600 km2)“. Fine della citazione.

Cari partecipanti, ciò che dovete sapere in più su questo problema è quanto segue. 
A seguito di questi accordi, ho riaffermato più volte che la Repubblica dell’Armenia riconosce l’integrità territoriale di 86.600 chilometri quadrati dell’Azerbaigian, ma il Presidente dell’Azerbaigian non ha mai fatto tale dichiarazione. 
Recentemente ha annunciato di riconoscere l’integrità territoriale dell’Armenia, ma non ha menzionato 29mila 800 km2, il che fa temere che stia deliberatamente lasciando ambiguità per avanzare rivendicazioni territoriali contro l’Armenia. 
L’accordo sul riconoscimento dell’integrità territoriale con numeri esatti è stato raggiunto proprio affinché né l’Armenia né l’Azerbaijan lascino ambiguità nel riconoscere l’integrità territoriale dell’altro, ad esempio affermando che una parte del territorio di un dato Paese non gli appartiene effettivamente.

Il successivo principio di pace e normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian è espresso nella Dichiarazione di Granada come segue. Cito: “Hanno sottolineato l’urgente necessità di lavorare verso la delimitazione dei confini sulla base delle più recenti mappe dello Stato Maggiore dell’URSS fornite alle parti, che dovrebbero anche costituire una base per il distanziamento delle forze e per finalizzare il trattato di pace e affrontare tutte le questioni umanitarie.” 

Questo principio è stato espresso dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel nella sua dichiarazione dopo l’incontro tripartito tenutosi a Bruxelles il 15 luglio con la partecipazione del presidente del Consiglio europeo, del presidente dell’Azerbaigian e del sottoscritto. Cito: ” Entrambi i leader (si tratta ancora una volta del presidente azerbaigiano e di me) hanno riconfermato il loro inequivocabile impegno nei confronti della Dichiarazione di Almaty del 1991 come quadro politico per la delimitazione“.

Questo stesso principio è stato registrato sulla base dei risultati della riunione del quadrilatero tenutasi a Praga il 6 ottobre 2022 come segue. Cito: “Armenia e Azerbaigian hanno confermato il loro impegno nei confronti della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione di Alma-Ata del 1991, attraverso la quale entrambe le parti riconoscono l’integrità territoriale e la sovranità dell’altra. Hanno confermato che ciò costituirà la base per il lavoro delle commissioni sulla delimitazione.

Dovreste conoscere le seguenti informazioni aggiuntive su questo principio. La Dichiarazione di Almaty è stata firmata dalle 12 repubbliche dell’Unione Sovietica il 21 dicembre 1991. Quella dichiarazione ha segnato due importanti documenti nel contesto della questione in discussione.

1. L’Unione Sovietica cessa di esistere.

2. Le repubbliche riconoscono reciprocamente l’integrità territoriale, la sovranità, l’inviolabilità dei confini amministrativi esistenti, e quindi i confini amministrativi esistenti tra le Repubbliche sovietiche diventano confini statali.

L’Azerbaigian dichiara che non esiste confine tra Armenia e Azerbaigian, il che contraddice la dichiarazione di Almaty e gli accordi sopra menzionati
L’Azerbaigian mantiene anche ambiguità nell’accettare le ultime mappe dell’Unione Sovietica come base per la delimitazione, il che dà ad alcuni esperti anche motivo di supporre che l’Azerbaigian stia preparando le basi per avanzare rivendicazioni territoriali contro l’Armenia e avviare una nuova aggressione militare.

(…)
L’Azerbaigian insiste continuamente affinché l’Armenia sia obbligata a concedere all’Azerbaigian un corridoio attraverso il proprio territorio. Nel linguaggio internazionale quotidiano che vi è familiare, la parola corridoio significa semplicemente strade interstatali. 
Ma c’è una particolarità nel caso della nostra regione. Nella dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020, la parola “corridoio” è usata solo per il corridoio Lachin, che avrebbe dovuto collegare il Nagorno Karabakh e l’Armenia. La particolarità è che, secondo quel documento, il Corridoio Lachin non è solo una strada, ma anche un territorio largo 5 chilometri, che avrebbe dovuto essere fuori dal controllo dell’Azerbaigian, sotto il controllo delle forze di pace. Pertanto, in questo contesto, la parola corridoio ha il significato di uno strato extraterritoriale.

La Repubblica di Armenia non ha mai accettato, da nessuna parte, alcuna limitazione della sua sovranità e giurisdizione su nessuno dei suoi territori, né ha fatto una simile promessa. Cosa significa allora il principio sopra citato?

Significa una cosa semplice. Sulla base della loro sovranità e giurisdizione, Armenia e Azerbaigian dovrebbero aprirsi reciprocamente le strade senza la logica del corridoio sopra menzionata. Ai posti di blocco di quelle strade dovrebbero operare i servizi di controllo delle frontiere e altri servizi pertinenti, in base alla giurisdizione, alla sovranità e alla legislazione dei paesi. 
Ciò dovrebbe essere fatto sulla base del principio di reciprocità e uguaglianza, e noi siamo pronti ad adottare tali soluzioni, siamo pronti a ripristinare la ferrovia Meghri, che collegherà non solo l’Azerbaigian e l’Armenia, ma anche le regioni meridionali dell’Armenia con il regioni nordoccidentali, le regioni sud-occidentali dell’Azerbaigian con la Repubblica Autonoma del Nakhichevan, con la sua ulteriore continuazione collegherà l’Armenia con la Turchia, l’Azerbaigian con la Turchia, la Georgia, l’Azerbaigian, l’Armenia con la Repubblica islamica dell’Iran, l’Est con l’Ovest, estendendosi dal Mar Caspio al Mediterraneo, dal Nord al Sud, dal Golfo al Mar Nero. 
In Armenia chiamiamo questo progetto Armenian Crossroads. Ma penso che sia giunto il momento di regionalizzare ulteriormente questo progetto, rinominarlo e chiamarlo Crocevia della Pace, e questo nome è altrettanto importante e accettabile per noi. 
Nella stessa logica siamo pronti anche per l’apertura delle strade. La Repubblica d’Armenia è pronta a garantire la sicurezza delle merci, dei veicoli, delle persone, delle condutture, delle linee elettriche sul suo territorio, perché il Crocevia della Pace implica anche il passaggio di condutture e linee elettriche.
Questo tipo di soluzioni sono molto importanti anche per la Repubblica di Armenia, perché il nostro paese è sotto il blocco da parte dell’Azerbaigian e della Turchia da 30 anni.

Come potete vedere, non c’è motivo di accusare l’Armenia di ostacolare l’apertura delle comunicazioni di trasporto nella regione, ma ci sono analisi secondo cui le autorità di Baku stanno manipolando la narrativa del corridoio per provocare una nuova guerra nella regione, per occupare nuovi territori di Armenia, o per mantenere l’Armenia sotto blocco.

Ciò non dovrebbe essere consentito. Come avete visto, tutti i principi sopra menzionati sono stati sviluppati e concordati con la partecipazione del Presidente del Consiglio europeo e del Presidente dell’Azerbaigian, e siamo pronti ad attuare questi accordi. Inoltre, in termini di comunicazioni di trasporto, osservando i principi sopra menzionati, compreso il principio di reciprocità, siamo pronti a facilitare le procedure, siamo pronti a garantire la sicurezza del passaggio delle merci azerbaigiane e degli azeri attraverso il nostro territorio, sperando anche in termini di reciprocità, siamo pronti per un ritiro simultaneo delle truppe dalla linea di confine del 1991, il che significherà che l’Azerbaigian non avrà truppe in nessun territorio dell’Armenia, e l’Armenia non avrà truppe in Azerbaigian. 
Siamo pronti ad affrontare la questione delle cosiddette enclavi sul principio di reciprocità, come ho affermato nell’intervista rilasciata alla TV pubblica armena il 10 ottobre.

Infine, siamo pronti a firmare un trattato di pace con l’Azerbaigian entro la fine dell’anno. Naturalmente, il fatto che l’Azerbaigian abbia rifiutato di partecipare alla riunione di Granada, sulla quale tra l’altro era stato raggiunto un accordo il 15 luglio a Bruxelles e tale accordo si esprime anche nella dichiarazione rilasciata da Charles Michel sulla base dei risultati della l’incontro, quindi non venire a quell’incontro non ha reso i nostri affari più facili.

[traduzione e grassetto redazionale]

Dittatore. Arrogante, presuntuoso, despota, affamatore del popolo, guerrafondaio, corruttore, prepotente. Non bastano gli aggettivi per descrivere il presidente azero Aliyev.
Governa con il bastone un Paese che è agli ultimissimi posti al mondo per tutela dei diritti civili e politici e dove la libertà di informazione è pressoché sconosciuta.

Alimenta il suo consenso personale interno facendo leva sui sentimenti ultranazionalisti di una componente della società civile azerbaigiana nutrita per anni a pane e odio contro gli armeni.

La gestione del suo potere è tutta dentro la famiglia: il padre Haydar (ex dirigente comunista di epoca sovietica) è lo spirito guida della patria, Ilham è il figlio presidente, Mehriban è la moglie nonché vicepresidente della repubblica.

Ogni sito istituzionale riporta questa “trimurti” azerbaigiana; aeroporti, musei, teatri, cartellonistica stradale, tutto si riconduce alla sacra famiglia del potere.

Il popolo (o parte di esso, perché c’è anche molto scontento) applaude le conquiste territoriali, inneggia al trionfo in Karabakh e cerca di raccogliere le briciole della ricchezza che gli Aliyev hanno saggiamente depositato all’estero in comodi paradisi fiscali. “Panama papers” non mentono.

Finita la campagna di Artsakh, passata l’euforia per la riconquista di “Kankendi”, lavata col sangue l’onta della sconfitta nella prima guerra degli anni Novanta, ora il dittatore continuerà a rivolgere le proprie attenzioni all’Armenia. Gli serve mantenere viva la tensione ed è per questo che non si arriverà rapidamente a un complessivo accordo di pace perché – una volta chiuso il contenzioso con gli armeni – tutta l’attenzione dell’opinione pubblica si concentrerà inevitabilmente sui problemi interni, sulla povertà che nonostante le ricchezze energetiche ancora colpisce una buona parte della popolazione.

Il crudele Aliyev pagherà prima o poi le colpe dei propri peccati? Le migliaia di armeni e azeri mandati a morire per il suo orgoglio di despota avranno giustizia? Madri, padri, mogli, mariti, figli di una parte e dell’altra potranno un giorno asciugare le loro lacrime con la certezza che l’artefice di tutto questo dolore sta scontando la giusta punizione?

La Storia ci insegna che tanti “dittatori utili” (cit.), una volta completata la loro missione sono finiti in disgrazia. Aliyev non sarà un’eccezione. Finita la guerra in Ucraina, assolto il suo compito di opportuna sponda per i giochi di potere dei grandi player internazionali, il despota del Caspio non sarà più indispensabile, pagherà i troppi sgarbi fatti alle diplomazie di mezzo mondo e verrà buttato giù.

Quel giorno, speriamo il più vicino possibile, brinderemo.

(31) DEPUTATI EUROPEI RICEVUTI DAL PRESIDENTE – l presidente dell’Artsakh, Samvel Shahramanyan, ha ricevuto il 29 e 30 ottobre la delegazione guidata dal deputato francese Nicolas Bey, dall’italiano Vincenzo Sofo e da Marion Marechal, capolista del partito francese “Reconquête” per le prossime elezioni del Parlamento europeo.

(31) BAMBINI DELL’ARTSAKH – Degli oltre 21.000 bambini sfollati con la forza dal Nagorno-Karabakh, 16.371 continuano la loro istruzione in vari istituti scolastici in Armenia. Lo ha riferito il viceministro della Repubblica di Armenia, Araxia Svajyan, durante la conferenza stampa tenutasi al “Centro umanitario”, aggiungendo che 5185 di loro si trovano a Yerevan, il resto si trova in altre località della repubblica.  Ha altresì invitato i genitori dei bambini ancora non iscritti a procedere tempestivamente e, con l’occasione, ha informato anche che che prosegue il programma di formazione continua negli istituti di istruzione professionale primaria e secondaria e nelle università. 

(31) LAVORO PER GLI SFOLLATI – A Yerevan si è tenuta una sorta di “fiera del lavoro” (“Artsakh Career Expo”) per gli sfollati forzati dal Nagorno Karabakh. ltre 2.000 offerte di lavoro provenienti da diversi settori produttivi. Lo scopo dell’iniziativa è sostenere i cittadini dell’Artsakh sfollati con la forza nelle questioni occupazionali, sociali, educative e di integrazione nella vita lavorativa. Il co-fondatore di “Artsakh Career Expo”, Mane Bareghayman, ha dichiarato in una conversazione con i giornalisti che molte persone hanno cercato di mobilitare le proprie forze e proporre varie iniziative per aiutare i cittadini sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh. Riferendosi alle organizzazioni presenti alla fiera, Mane Bareghamyan ha informato che ci sono più di 50 organizzazioni di datori di lavoro e più di 2000 posizioni. I settori sono molto diversi: informatica, manutenzione, servizi, istruzione, finanza, ecc.

(31) PAGAMENTO PENSIONI – Si stanno compiendo sforzi affinché i cittadini che ricevono pensioni e benefici tramite la società “Artsakhpost” abbiano presto l’opportunità di ricevere la pensione e i benefici di settembre 2023 (ad eccezione della pensione militare) dalle filiali di “Artsakhbank”. Così riferisce l’istituto postale dell’Artsakh. Peraltro, in giornata il ministro delle Finanze Vahe Hovhannisyan in una conversazione con i giornalisti all’Assemblea nazionale ha dichiarato che il governo dell’Armenia ha stanziato fondi che ha girato alla repubblica del Nagorno Karabakh la quale a sua volta ha deciso la procedura per il pagamento delle pensioni. Il ministro ha altresì precisato che coloro che vogliono ricevere d’ora in avanti la pensione devono essere registrati in Armenia.

(30) NUOVO BILANCIO VITTIME – La portavoce del Ministero degli Esteri armeno, Ani Badalyan, ha informato che “Il Comitato Investigativo della Repubblica d’Armenia ha pubblicato i dati sul numero di civili uccisi e feriti, compresi bambini, a seguito dell’attacco militare su larga scala dell’Azerbaigian al Nagorno-Karabakh il 19 settembre. 14 persone sono state torturate, 64 sono morte durante il trasferimento dal Nagorno Karabakh“. Ha anche condiviso altre informazioni del comitato investigativo, secondo le quali più di 200 persone, tra cui 9 civili e 2 bambini, sono state uccise e più di 300 sono rimaste ferite, di cui 80 civili. Nel foglio informativo distribuito da Badalyan si precisa che i dati  sono aggiornati al 30 ottobre e potrebbero cambiare man mano che l’indagine è in corso. 

(30) CONSIGLIO D’EUROPA – Il Consiglio d’Europa sta preparando un pacchetto completo di misure per rispondere all’afflusso di rifugiati dopo la visita del Rappresentante speciale per la migrazione e i rifugiati, Leila Kayajic, dall’11 al 13 ottobre 2023. l pacchetto mira ad aiutare l’Armenia a risolvere i problemi legati al reinsediamento di oltre 100.000 armeni sfollati dal Nagorno-Karabakh, tra cui circa 30.000 bambini.Durante la visita in Armenia, il Servizio per la migrazione e i rifugiati ha collaborato con i pertinenti organi statali, partner internazionali e organizzazioni non governative. La rappresentante speciale Leila Kayajic ha visitato anche due rifugi del comune di Artashat.Ha delineato le aree specifiche di sostegno incluse nel Piano d’azione del Consiglio d’Europa per l’Armenia (2023-2026) e nel Piano d’azione per la protezione delle persone vulnerabili nel contesto della migrazione e dell’asilo (2021-2025).
Questi includono: rafforzare la tutela dei diritti umani dei rifugiati in situazioni vulnerabili, agevolare l’accesso all’assistenza sanitaria e mentale, garantire l’inclusività dell’istruzione e rivedere i curricoli professionali, tutelare i diritti dei bambini, aumentare la vitalità degli organi di autogoverno locale.

(30) OMBUDSMAN AZERO SU DETENUTI ARMENI – L’Ufficio del difensore dei diritti umani in Azerbaigian (!) ha rilasciato una dichiarazione nella quale ha affermato che agli ex leader dell’Artsakh viene data l’opportunità di contattare le loro famiglie. “Abbiamo incontri regolari, ci sono stati anche incontri con “persone accusate di aver commesso crimini di guerra contro l’Azerbaigian, i loro diritti sono garantiti” (testuale). Siamo sensibili nei confronti di ogni detenuto, gli viene data l’opportunità di stabilire un contatto con le proprie famiglie, viene loro fornito un interprete“, ha affermato Sabina Aliyeva, difensore civico della Repubblica dell’Azerbaigian.

(29) INSEGNANTI DELL’ARTSAKH – Gli insegnanti sfollati con la forza dall’Artsakh possono continuare le loro attività professionali negli istituti scolastici dell’Armenia e possono candidarsi liberamente ai concorsi annunciati in qualsiasi luogo di residenza e partecipare secondo la consueta procedura. Lo ha annunciato il governo dell’Armenia in un video promozionale che informa anche riguardo alla piattaforma elettronica da utilizzare per le candidature.

(29) PAPIKYAN IN CINA -Oggi una delegazione guidata dal ministro della Difesa della Repubblica di Armenia, Suren Papikyan, è partita per la Repubblica popolare cinese per una visita di lavoro.

(28) CONFERMATE TORTURE E MUTILAZIONI – Il difensore dei diritti umani Anahit Manasyan ha partecipato ad una tavola rotonda nell’ambito del Congresso degli avvocati armeni sul tema degli sfollati forzati dal Nagorno Karabakh. Nel corso dell’incontro ha osservato come il lavoro del suo ufficio sia enormemente aumentato in considerazione degli oltre centomila sfollati arrivati dall’Artsakh. “Durante questo periodo, abbiamo parlato con circa 400 persone, a seguito delle quali abbiamo ricevuto informazioni sulla morte, tortura, mancanza di rispetto dei corpi, mutilazioni e altri maltrattamenti di civili a seguito dell’aggressione azera, proibita dal diritto internazionale” ha osservato il difensore.

(28) CONVERSAZIONE LAVROV-BAYRAMOV – Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha avuto una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri azero Jeyhun Bayramov. I ministri hanno discusso le questioni attuali delle relazioni bilaterali e delle agende regionali e internazionali e in particolare la preparazione del trattato di pace, lo sblocco delle comunicazioni di trasporto e la delimitazione del confine armeno-azerbaigiano.

(27) SITUAZIONE RESIDENTI – La giornalista investigativa  Lindsay Snell ha pubblicato notizie riguardo la situazione dei pochissimi armeni rimasti nel Nagorno Karabakh: “I media statali azerbaigiani si sono recentemente vantati del fatto che l’Azerbaigian ha stabilito comunicazioni locali, ma gli armeni rimasti nel Nagorno-Karabakh non hanno Internet o un servizio di telefonia cellulare e non sono autorizzati a parlare con i parenti senza supervisione. E come parte della facciata di “reintegrazione”, le autorità azere hanno tolto i passaporti armeni a coloro che sono rimasti, ma non hanno rilasciato passaporti azeri. Ciò significa che gli armeni rimasti nel Nagorno-Karabakh attualmente non hanno la cittadinanza“.

(27) MIRZOYAN SU POSSIBILE PACE – Il ministro degli Esteri dell’Armenia ha dichiarato in una conferenza stampa che una pace stabile tra Armenia e Azerbaigian è possibile solo se vi è un riconoscimento inequivocabile dell’integrità territoriale reciproca e se viene attuata la delimitazione. “Per una pace duratura e dignitosa per il nostro popolo nel Caucaso meridionale, è una necessità vitale garantire l’esclusione dell’uso della forza e delle politiche xenofobe, perché abbiamo già assistito alle loro manifestazioni, di cui abbiamo messo in guardia più volte” ha detto il ministro.

(27) INCONTRO PRIMI MINISTRI IN GEORGIA – I primi ministri di Armenia e Azerbaigian, Nikol Pashinyan e Ali Asadov, si sono incontrati a Mukhrani, vicino a Tbilisi, attraverso la mediazione del capo del governo georgiano, Irakli Gharibashvili. I dettagli delle trattative non vengono resi noti. Secondo il canale televisivo “Imedi”, l’incontro dei tre primi ministri è durato diverse ore.

(27) ARMAMENTI DALL’INDIA – L’India sta studiando la possibilità di fornire un nuovo lotto di armi e munizioni all’Armenia secondo il quotidiano Economic Times. Recentemente un alto funzionario armeno è arrivato a Nuova Delhi e ha avuto colloqui al riguardo. Non ci sono ancora dettagli sulle nuove consegne, tuttavia, come nota il giornale, gli osservatori armeni, che hanno voluto rimanere anonimi, hanno affermato che il lotto potrebbe includere attrezzature che serviranno da deterrente in una situazione di conflitto con l’Azerbaigian.
“Le forniture sono state effettuate nel settembre 2022 sulla base degli accordi siglati tra i due Paesi. L’importo dei contratti è di 20 miliardi di rupie (244,7 milioni di dollari). “Secondo loro, l’India ha già fornito all’Armenia i lanciarazzi “Pinaka” di produzione locale, che sono stati venduti all’estero per la prima volta, nonché missili anticarro e un lotto di munizioni”, osserva il giornale. La fornitura di armi è stata effettuata attraverso il corridoio di trasporto che attraversa il territorio dell’Iran. La piattaforma online Indian Defense Research Wing ha riferito che all’inizio di agosto, la società di difesa indiana Bharat Forge LTD ha consegnato sei obici ATAGS da 155 mm trainati all’Armenia con un contratto del valore di 155,5 milioni di dollari. L’accordo prevede la fornitura di 90 pezzi di artiglieria di questo tipo all’Armenia entro tre anni, scrive infoport.am.

(27) DIRITTI UMANI – “Le violazioni dei diritti umani hanno segnato ancora una volta l’ultimo capitolo del conflitto a lungo termine tra Armenia e Azerbaigian nella regione del Karabakh e nei suoi dintorni”, ha affermato il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Dunya Mijatovich, riassumendo le visite in Armenia e Azerbaigian. Mijatović ha visitato due paesi dal 16 al 23 ottobre, ha incontrato i principali funzionari, i difensori dei diritti umani, le vittime del conflitto, i rappresentanti delle organizzazioni internazionali e per i diritti umani, ed è stato anche nello spopolato Nagorno-Karabakh. “Il motivo della visita è stata la massiccia deportazione di oltre 100.600 armeni del Karabakh, fuggiti in Armenia in pochi giorni alla fine di settembre. Ciò ha fatto seguito alle operazioni militari dell’Azerbaigian del 19 e 20 settembre, al successivo pieno controllo della regione e all’interruzione a lungo termine della circolazione delle persone e dell’accesso ai beni di base, ai servizi e all’energia a seguito del blocco di nove mesi da parte dell’Azerbaigian del corridoio Lachin” ha osservato Mijatović, aggiungendo che gli armeni del Karabakh “si sono trovati in uno stato di abbandono, senza alcuna garanzia affidabile di sicurezza o protezione da nessuna parte”; “lasciare le loro case era per loro l’unica opzione possibile“. In Armenia, Mijatovich ha visitato le residenze degli sfollati di Aghavnadzor e Tsaghkadzor a Kotayk marz, “dove ha parlato con gli armeni del Karabakh, comprese famiglie, anziani, disabili e altre persone vulnerabili”. Il commissario ha avuto anche incontri con organizzazioni internazionali e rappresentanti della società civile.

(26) ACCORDO DI PACE – Il premier armeno Pashinyan, intervenendo a un forum a Tblisi (Georgia) ha la speranza di firmare un accordo di pace con un ripristino delle relazioni diplomatiche con Baku “nei prossimi mesi”.

(26) CONSIGLIO D’EUROPA – Il Consiglio d’Europa ha tenuto una discussione urgente sull’Artsakh e ha adottato una dichiarazione. La 45^ sessione del “Congresso dei poteri locali e regionali”, tenutasi nell’ambito del Consiglio d’Europa, condanna fermamente l’operazione militare condotta dall’Azerbaigian nel Karabakh il 19 e 20 settembre 2023 ed il blocco di dieci mesi della regione che l’ha preceduta, che hanno portato ad una situazione umanitaria disastrosa, a numerose perdite di vite umane e alla fuga di oltre 100.000 persone verso la vicina Armenia. Il Congresso riconosce l’integrità territoriale dell’Azerbaigian, ma esprime profonda preoccupazione per le conseguenze umanitarie di questa situazione; elogia inoltre gli sforzi delle autorità armene per accogliere gli armeni del Karabakh fuggiti dalla regione e per soddisfare le loro
esigenze. Il Congresso sostiene gli sforzi internazionali per rispondere alla crisi, deplora le gravi conseguenze umanitarie della situazione derivante dall’operazione militare condotta dall’Azerbaigian e dal blocco della regione che l’ha preceduta, e invita le autorità azere ad astenersi da qualsiasi azione che possa portare ad un ulteriore deterioramento della situazione e ad
un nuovo esodo della popolazione; si unisce all’Assemblea parlamentare e al Comitato europeo delle regioni nel chiedere il rilascio di tutti i rappresentanti del Karabakh, compresi i funzionari locali, detenuti in Azerbaigian.
Esprime la propria solidarietà ed il proprio sostegno agli enti locali armeni, che sono in prima linea negli sforzi per accogliere gli armeni del Karabakh; accoglie con favore l’assistenza già fornita dal governo nazionale armeno alle comunità locali e chiede che continui in futuro ed invita inoltre le autorità nazionali, regionali e locali di altri Paesi europei a sostenere l’Armenia in questi sforzi ed a fornire i necessari aiuti umanitari; afferma di essere pronto ad assistere le autorità nazionali e locali armene, anche attraverso attività di cooperazione sul campo, nel sostenere gli armeni del Karabakh fuggiti dalla regione.
Prende atto delle promesse fatte dalle autorità azere di garantire i diritti e le libertà dei residenti armeni e dei piani annunciati per la loro reintegrazione, e ribadisce la responsabilità dell’Azerbaigian di garantire la sicurezza degli armeni del Karabakh rimasti nella regione e di garantire la protezione dei loro diritti; nvita le autorità azere a garantire la consegna senza ostacoli degli aiuti umanitari a coloro che rimangono nella regione, compresa la piena riapertura del corridoio di Lachin; decide di prestare un’attenzione particolare alla situazione degli armeni del Karabakh e al rispetto dei loro diritti, in particolare quelli tutelati dalla Carta europea dell’autonomia locale.

(26) PATRIMONIO CULTURALE – La Francia aiuterà a preservare il patrimonio culturale del Nagorno Karabakh. Lo ha dichiarato il ministro della Cultura di Parigi, Rima Abdul Malak, nel corso della sua visita in Armenia e dell’incontro con il collega armeno Zhanna Andreasyan. Durante la riunione delle delgazioni, le parti hanno discusso questioni relative alla cooperazione interculturale dei due Paesi, all’attuazione di vari programmi settoriali, all’attuazione di nuove idee. Le parti hanno affrontato la questione della conservazione di oltre 5.000 monumenti storici e culturali armeni, musei e reperti ivi conservati, nonché del patrimonio culturale immateriale in pericolo nel territorio del Nagorno Karabakh a causa dell’aggressione azera. Nell’incontro con il Ministro della Cultura francese, il Ministro della Repubblica di Armenia ha espresso la sua gratitudine per aver sempre tenuto sotto i riflettori la questione del patrimonio storico e culturale in pericolo di estinzione del Nagorno Karabakh, sottolineando il sostegno attivo della Francia, dell’UNESCO e dell’Alleanza Internazionale per la protezione del patrimonio storico e culturale nelle zone di conflitto (ALIPH – Alleanza internazionale per la protezione delle zone di conflitto).
La ministra francese ha dichiarato che la Francia ha acquisito un database di foto satellitari del patrimonio culturale nel Nagorno Karabakh e ha presentato una richiesta ufficiale all’UNESCO affinché possa ottenere il permesso di visitare fisicamente i territori del Nagorno Karabakh e registrare tutti i valori storici e culturali che sono armeni da identificare.

(26) CROCE ROSSA – Dal 19 settembre, i dipendenti del Comitato Internazionale della Crice Rossa (CICR) hanno finora aiutato a trasportare 220 resti dall’Artsakh all’Armenia, comprese le vittime dell’esplosione nel deposito di carburante.

(25) AIUTI AGLI SFOLLATI – Il sostegno per l’affitto e le bollette è stato pagato a 41.611 persone sfollate con la forza dall’Artsakh. Va ricordato che alle persone sfollate con la forza dal Nagorno-Karabakh viene fornito un sostegno sociale di sei mesi: 40.000 dram per vivere in alloggi temporanei e 10.000 dram per pagare le bollette.

(25) AUTORITA’ ARMENE RAPITE – Il Lemkin Genocide Prevention Institute discuterà la questione del ritorno delle figure istituzionali rapite dell’Artsakh. La direttrice esecutiva dell’Istituto per la prevenzione del genocidio Lemkin, Eliza von Yoden-Forge, rispondendo alle lettere allarmanti del deputato armeno Taguhi Tovmasyan sui rapimenti illegali dei nostri compatrioti, leader militari e politici e civili da parte dell’amministrazione dittatoriale dell’Azerbaigian, ha espresso la sua solidarietà riguardo al loro ritorno anticipato.

(25) CONSIGLIO EUROPEO – Anche la situazione nel Caucaso meridionale verrà discussa nella sessione del Consiglio europeo di domani 26 ottobre. Charles Michel ha sottolineato che si affronteranno anche altri temi legati alla politica estera, tra cui i rapporti tra Pristina e Belgrado, la situazione nel Sahel e nel Caucaso meridionale. Nelle sue comunicazioni odierne al Senato la presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha dichiarato che “al Consiglio Europeo parleremo, dunque, anche di quanto sta accadendo nel Caucaso, delle tensioni crescenti tra Azerbaigian e Armenia, dell’esodo di decine di migliaia di cittadini di origine armena dal Nagorno-Karabakh, del rischio che si apra un nuovo fronte di destabilizzazione. E anche questo fronte richiama la comunità internazionale e l’Europa, in particolare, ad un’azione più incisiva per evitare un’escalation“. 

(25) SALTA VERTICE – Un vertice tra Pashinyan e Aliyev era stato ipotizzato per fine ottobre a Bruxelles su iniziativa del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Ma l’incontro non ci sarà. Inizialmente si era detto che non vi erano i tempi tecnici per l’organizzazione ma è poi emerso che il rifiuto del presidente azero a incontrare il premier armeno è all’origine del fallimento del vertice. Il ministro degli Esteri armeno, Mirzoyabn, ha sarcasticamente dichiarato: “Penso che Aliyev non abbia trovato il tempo“. Intanto, il portavoce del Cremlino, Peskov, dichiara che Mosca continua a impegnarsi con Baku e Yerevan per aiutarle a risolvere il conflitto, ma non sono stati ancora compiuti progressi significativi. “Non c’è ancora un’intesa reciproca esatta. Continuiamo i nostri contatti“, ha detto Peskov, rispondendo alla domanda se ci siano progressi nella proposta russa di utilizzare Mosca come piattaforma per la preparazione di un piano di pace.

(24) PRIGIONIERI ARMENI – Il 20 ottobre, i dipendenti del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) hanno incontrato gli armeni catturati dall’Azerbaigian (compresi gli ex presidenti della repubblica di Artsakh Arkadi Ghukasyan, Bako Sahakyan, Arayik Harutyunyan, l’ex ministro di Stato Ruben Vardanyan, l’ex ministro degli Esteri Davit Babayan, l’ex comandante dell’esercito di difesa Levon Mnatsakanyan, l’ex portavoce di NA Davit Ishkhanyan) secondo quanto hanno riferito i mass media azeri. Secondo la fonte, i dipendenti del CICR hanno creato le condizioni affinché potessero comunicare con le loro famiglie. “Conformemente al suo mandato, il CICR valuta le condizioni di detenzione e di trattamento dei detenuti. Il CICR crea anche le condizioni per ripristinare o mantenere i contatti con le loro famiglie. Secondo le procedure del CICR, le osservazioni e le raccomandazioni riguardanti i detenuti vengono discusse solo dalla parte detentrice“, si legge nella nota.

(24) FERITI DALL’ARTSAKH – 150 persone sfollate con la forza dall’Artsakh sono ancora in cura in diversi ospedali dell’Armenia. Le condizioni di 24 di loro sono valutate gravi, mentre le condizioni di 11 sono estremamente gravi . Lo ha detto il portavoce di Nikol Pashinyan, Nazeli Baghdasaryan, durante un briefing al governo. 42.000 cittadini sfollati con la forza dall’Artsakh sono registrati nei centri di assistenza sanitaria di base. 333 di loro sono donne incinte. Durante questo periodo sono state registrate nuove nascite in 88 famiglie sfollate dall’Artsakh.

(24) PROSESEGUE PROCESSO A KHACHATRYAN – A Baku è iniziata una nuova udienza in tribunale sul caso Vagif Khachatryan, rapito illegalmente dagli azeri dal ponte Hakari alla fine di luglio. Il 70enne residente ad Artsakh nega le accuse presentate da Baku, che si riferiscono al presunto “genocidio”. I parenti dell’anziano affermano inoltre che era un autista normale, non ha partecipato ad alcuna operazione militare durante quel periodo, non ha ricoperto una posizione militare e non ha partecipato in alcun modo agli eventi descritti nello stato. accusa. Vagif Khachatryan – vittima probabilmente di uno scambio di persona – è stato rapito e portato a Baku in estate mentre stava cercando di venire in Armenia per un intervento chirurgico urgente al cuore attraverso il checkpoint azero di Hakari. Poche ore dopo il suo arresto, Baku ha annunciato che lo stavano cercando da molto tempo e lo ha addirittura dichiarato ricercato a livello internazionale (ipotesi smentita dalla Criminalpol). Finora non è chiaro quanti anni di reclusione il pubblico ministero richiederà per l’anziano ma è scontata la sua condanna al termine di un processo che altro non è se non una farsa.

(24) BAKU VUOLE UN RISARCIMENTO – In Azerbaigian si moltiplicano le voci (sempre ben pilotate dal governo) secondo cui “l’Armenia dovrebbe pagare un risarcimento all’Azerbaigian”. Anche un deputato, Jeyhun Mammadov, ha espresso questa idea nella sessione odierna della legislatura azera. Il deputato ha sostenuto che “l’Armenia dovrebbe pagare un risarcimento all’Azerbaigian per la distruzione dell’intera infrastruttura e la distruzione del patrimonio culturale in un’area di 10.000 chilometri”. Girano anche nei social network e nei mass media azeri presunte informazioni per coloro che vogliono reinsediarsi, indipendentemente dal luogo di registrazione, a Stepanakert, la capitale del Nagorno Karabakh occupato dall’Azerbaigian. Ma per ora, queste notizie sono (debolmente) respinte a livello ufficiale anche se pochi giorni fa è stata annunciata la volontà di insediare 140.000 azeri nella regione occupata.

(24) DETTAGLI SU ACCORDO FRANCO ARMENO – L’Armenia deve essere in grado di proteggere se stessa e la sua popolazione: lo ha scritto il ministro delle Forze armate francese Sébastien Lecornu nel suo microblog X esprimendo soddisfazione per i progressi compiuti nelle tre direzioni della cooperazione in materia di difesa con il ministro della Difesa della’Armenia Suren Papikyan. Lecornu ha indicato le priorità dell’azione: 1) Sostegno all’esercito armeno nella sua trasformazione (apertura nel gennaio 2023 di una missione di difesa, invio di un ufficiale francese come consigliere militare presso il Ministero della Difesa armeno, numerose visite e incontri di lavoro), 2) Formazione (collaborazione con scuole di formazione per ufficiali e sottufficiali, addestramento da parte di reparti di addestramento operativo, in particolare nei settori del combattimento in montagna e del tiro di precisione), 3) Rafforzamento della difesa terra-aria (firma di un contratto per l’acquisizione di 3 radar GM200 e di una lettera di intenti sulla difesa aerea, firma di una lettera di intenti per l’acquisizione del missile Mistral, prossimo audit della difesa terra-aria armena) 

(23) ACCORDO CON LA FRANCIA PER LA DIFESA – La Francia fornirà all’Armenia sistemi di difesa aerea e radar in un accordo annunciato ieri dal ministro delle Forze armate francesi, Sébastien Lecornu al termine della visita a Parigi del collega armeno Suren Papikyan. La Francia ha finalizzato la vendita di tre radar Thales Ground Master 200 (GM200) e ha firmato un memorandum d’intesa per il sistema di difesa aerea a corto raggio Mistral francese all’Armenia. La Francia si è inoltre impegnata a fornire formazione alle forze di difesa di terra e a sostenere gli sforzi di modernizzazione militare dell’Armenia. Questi sistemi radar e di difesa aerea sono cruciali per contrastare i droni come quelli utilizzati dall’Azerbaigian durante la guerra dell’Artsakh del 2020. Il GM 200 è un apparato che funziona per la sorveglianza aerea o come sensore per un sistema di difesa aerea. E’ trasportabile su strada, ferrovia, aereo tattico (tipo C-130) o elicottero; può essere configurato in 15 minuti e gestito in remoto o localmente. Pesa complessivamente circa dieci tonnellate. Ha una raggio di sorveglianza di 250 chilometri. Questo radar può tracciare il fuoco di artiglieria, mortai e missili, nonché definire il punto di lancio e il luogo esatto dell’impatto, ed eseguire funzioni standard di difesa aerea contro i missili balistici e da crociera. Oltre alla Francia è in uso a Moldavia, Olanda, Norvegia e Ucraina. Ogni pezzo ha un costo di 14,5 milioni di euro.

(23) POSIZIONE RUSSIA – Mosca è pronta a contribuire concretamente al processo di demarcazione del confine tra Azerbaigian e Armenia. Lo ha riferito ai giornalisti il ​​ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, dopo i risultati della riunione ministeriale “3+3” sul Caucaso meridionale. “È ben noto a tutti gli esperti che tutto il necessario per discutere e concordare la demarcazione [del confine tra Armenia e Azerbaigian], comprese, innanzitutto, le mappe lasciate dall’epoca sovietica, sono nelle mani della Federazione Russa. I partner lo capiscono. Non stiamo cercando di farne un grosso problema. Lasciamo che tentino la fortuna a Bruxelles, ma noi siamo sempre pronti a contribuire davvero ad avviare una vera demarcazione dei confini“, ha detto il capo del dipartimento diplomatico russo. Lavrov ha detto anche che il conflitto tra Azerbaigian e Armenia è stato, nel complesso, risolto e ora le parti devono solo compiere ulteriori passi concreti per regolamentare pienamente le relazioni.

(23) DICHIARAZIONI DOPO VERTICE – LAVROV (FR) ha annunciato che il prossimo incontro dei ministri degli Esteri nel formato “3+3” si svolgerà in Turchia nella prima metà del 2024. FIDAN (TUR): “La strada verso la pace e la stabilità regionale passa attraverso la conclusione di un trattato di pace globale tra Azerbaigian e Armenia“. Il ministro ha osservato che la Turchia sostiene la soluzione dei problemi regionali attraverso il dialogo. “La Turchia è sostenitrice della soluzione dei problemi regionali attraverso il dialogo per garantire una pace stabile nella regione“, ha affermato Fidan, sottolineando l’importanza della piattaforma 3+3 per mostrare alla comunità internazionale la capacità dei paesi della regione di “risolvere” i propri problemi. i problemi. A suo parere, “è incoraggiante che gli ostacoli all’instaurazione di cooperazione e amicizia nella regione siano stati eliminati“. ABDOLLAHIAN (IR): “L’incontro dei ministri degli Esteri a Teheran nel formato “3+3” può diventare una pietra miliare sulla strada verso l’instaurazione della pace nel Caucaso meridionale. Ci auguriamo di poter testimoniare la presenza costruttiva ed efficace dell’amica Georgia in questi incontri

(23) VERTICE DI TEHERAN – Presso il Ministero degli Affari Esteri iraniano si è svolto l’incontro dei ministri degli Esteri nel formato “3+3”, proposto da Teheran nei giorni scorsi. La riunione dei ministri degli Esteri è dedicata alla trasformazione del Caucaso: ad essa hanno partecipato i ministri degli Esteri di Iran, Russia, Turchia, Azerbaigian e Armenia. L’incontro si svolge all’insegna del motto “Nuovo mondo, cooperazione e progresso nel Caucaso meridionale”. Tenendo conto dei cambiamenti avvenuti nella regione, l’incontro nel formato 3+3 ha discusso le sfide del Caucaso meridionale e le modalità di sviluppo della cooperazione regionale (politica, economica, sicurezza, transito, energia, ecc.), così come così come le questioni di pace e i colloqui tra Azerbaigian e Armenia. La Georgia, tuttavia, ha ufficialmente rifiutato di partecipare all’incontro in questo formato.

(22) FRANCIA E ARMENIA – Su invito del Ministro delle Forze Armate francesi Sebastien Lecorne, il Ministro della Difesa dell’Armenia, Suren Papikyan, è partito oggi per la Repubblica Francese in visita di lavoro. Qualche giorno fa il ministro della Difesa francese aveva annunciato in una conversazione con un giornale francese che l’Armenia e la Francia firmeranno un contratto per forniture militari.

(22) COLLOQUI A TEHERAN – Il 23 ottobre il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Armenia, Ararat Mirzoyan, parteciperà all’incontro della piattaforma di consultazione regionale (“3+3”) a Teheran su invito della parte iraniana. Anche Azerbaigian e Federazione Russa hanno aderito all’invito iraniano. Al vertice dovrebbe essere presente anche il ministro della Georgia.

(21) SFOLLATI – Il viceministro dell’Amministrazione territoriale e delle infrastrutture della RA, Vache Terteryan, presentando lo stato di avanzamento dei programmi di sostegno attuati dal Centro umanitario del governo per gli sfollati con la forza. “Oggi abbiamo circa 55mila e più persone che sono state indirizzate ai centri di accoglienza dai nostri sistemi, e più di 25mila persone che hanno trovato di propria iniziativa il loro luogo di residenza temporanea. Voglio sottolineare che sono tutti sotto la nostra attenzione e cura, e tutti i responsabili amministrativi stanno lavorando in questa direzione” ha dichiarato. Terteryan ha informato che negli ultimi giorni un numero crescente (da 300 a 500 al giorno) di persone si trasferisce dagli alberghi in altri luoghi di residenza e ha ricordato che alle amministrazioni regionali sono stati forniti contributi di emergenza per due miliardi e 260 milioni di dram (circa 5,3 milioni di euro).

(21) RICERCA SUPERSTITI – Il Comitato Internazionale della Croce Rossa informa che sono ancora in corso le ricerche di eventuali cittadini dell’Artsakh rimasti nella repubblica. Gli operatori girano ancora, a un mese di distanza dall’attacco azero, per i centri cittadini e i paesi di montagna, alla ricerca di segni di vita e di chiunque abbia bisogno di aiuto.Un piccolo numero di persone continua a restare nelle proprie case, alcuni per scelta, altri per non poter partire da soli. Viene fornito loro cibo e assistenza medica, vengono anche aiutati a stabilire contatti con i parenti o creare un’opportunità per trasferirsi in Armenia.

(21) NAZIONI UNITE – Nel dibattito aperto del Consiglio di Sicurezza dell’ONU in occasione della sessione dedicta a “La pace attraverso il dialogo: il contributo degli accordi regionali, subregionali e bilaterali alla prevenzione e alla risoluzione pacifica delle controversie” ha preso la parola l’ambasciatore dell’Armenia, Mher Margaryan, che ha dichiarato che l’Azerbaigian ha approfittato della situazione incerta per risolvere il conflitto del Nagorno Karabakh con mezzi coercitivi e ha anche ricordato il blocco del corridoio Lachin da parte dell’Azerbaigian, con il quale Baku ha violato non solo i suoi obblighi internazionali, ma anche le decisioni della Corte internazionale di giustizia.

(21) INCIDENTI DAVANTI A RAPPRESENTANZA – Le autorità della Repubblica dell’Artsakh condannano quanto accaduto il 20 ottobre presso l’ufficio di rappresentanza permanente dell’Artsakh nella Repubblica d’Armenia, quando un gruppo di persone con manifestazioni di violenza e insulti, violando l’ordine pubblico, ha creato un clima non costruttivo durante il raduno di cittadini nel cortile della rappresentanza, cercando di provocare disordini di massa. Il quartier generale dell’informazione dell’Artsakh ha rilasciato una dichiarazione al riguardo.”Fin dall’inizio il presidente Samvel Shahramanyan si è dimostrato pronto ad ascoltare i cittadini, dando chiarimenti sulle questioni che più possibile li preoccupano. Nonostante tutti gli ostacoli creati artificialmente, il presidente Shahramanyan ha accettato la parte attiva dell’incontro e ha fornito chiarimenti sulla situazione politico-militare creatasi attorno alla Repubblica dell’Artsakh dal 19 al 20 settembre di quest’anno.Durante l’incontro i cittadini hanno sollevato una serie di problemi sociali, tra cui la mancanza di alloggi in Armenia. Samvel Shahramanyan ha osservato che il governo dell’Artsakh continuerà a fare l’inventario di tutte le questioni simili e a sottoporle al governo della Repubblica d’Armenia, perché, come abbiamo già annunciato, il centro umanitario del governo della Repubblica d’Armenia coordina il lavoro sulla salute , istruzione, sostegno sociale e altre questioni simili dei cittadini sfollati con la forza dall’Artsakh Per ottenere chiarimenti su tutte le questioni, è possibile chiamare la hotline attiva 24 ore su 24 del Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali della RA al numero 114, oppure contattare l’ufficio territoriale (provinciale ) centri del Servizio Sociale Unificato).Le autorità della Repubblica dell’Artsakh chiedono perdono a quei giornalisti e cittadini il cui lavoro è stato ostacolato nelle condizioni di disordini e che non hanno potuto rivolgere le loro domande ai rappresentanti del governo nella situazione attuale.Allo stesso tempo, richiamiamo l’attenzione delle forze dell’ordine della Repubblica di Armenia su quanto accaduto, invitando ad escludere ulteriori manifestazioni di violenza e disordini di massa.”

(20) NUMERO SFOLLATI – Armen Ghazaryan, capo del Servizio Migrazione e Cittadinanza del Ministero degli Affari Interni, e Nazeli Baghdasaryan, addetto stampa del Primo Ministro, del “Centro Umanitario” del governo hanno presentato i piani del governo dell’Armenia volti a risolvere i problemi umanitari delle persone sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh. Sono state contate e identificate 101.848 persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh (Artsakh).

(20) SFOLLATI RUSSI – L’Ambasciata russa in Armenia ha sostenuto le famiglie della comunità russa sfollate con la forza dall’Artsakh. Si tratta di 50 famiglie. I dipendenti dell’ambasciata e i loro familiari hanno acquistato con i loro fondi personali coperte, cuscini, biancheria da letto, utensili da cucina e altri oggetti necessari e li hanno donati alla comunità russa. L’ambasciata fornisce anche assistenza consolare. i problemi relativi ai documenti e altre questioni vengono risolti rapidamente.

(20) RAPPORTO SU TORTURE – Si registrano fatti di tortura e barbarie compiuti dai militari azeri durante l’aggressione contro il Nagorno Karabakh del 19-20 settembre. Lo ha detto oggi Arman Tatoyan, direttore della Fondazione Legge e Giustizia “Tatoyan”, in un incontro con i giornalisti. “Ora le autorità dell’Azerbaigian approfittano del fatto che la popolazione era nel panico, i telefoni che potevano essere utilizzati per scattare foto di ciò che stava accadendo non potevano essere caricati e affermano che non ci sono stati crimini. Attualmente stiamo preparando un ulteriore rapporto, ci sono molte prove di crimini, torture, barbarie. È troppo presto per parlare del numero e dell’entità dei crimini, ma i fatti ci sono e li stiamo raccogliendo“, ha detto Tatoyan.

(20) MODALITA’ ATTACCO AZERO – L’ex ombudsman dell’Armenia, Arman Tatoyan, in un incontro con i giornalisti ha illustrato la dinamica dell’attacco azero del 19 settembre. Ha detto che le  autorità dell’Azerbaigian si sono preparate dettagliatamente all’aggressione contro il Nagorno Karabakh. Uno degli obiettivi dell’attacco era separare le aree popolate dell’Artsakh: Martakert, Askeran, Martuni e Stepanakert. Allo stesso tempo, la popolazione civile veniva continuamente bombardata. Inoltre, per aumentare il panico tra la popolazione, è stato interrotto il collegamento tra l’esercito e gli insediamenti. In molti casi, la popolazione non sapeva cosa stesse accadendo e le persone sono fuggite precipitosamente dalle proprie abitazioni. L’attacco è iniziato nel pomeriggio, quando bambini e studenti erano in classe, le famiglie erano separate, i genitori non sapevano dove fossero i loro figli. Anche questo è stato un atto deliberato per causare ulteriori sofferenze e aumentare lo stato di caos, ha sottolineato Tatoyan, mostrando quanto sopra menzionato sulla mappa. “L’attacco a Martakert è avvenuto da quattro lati. Le strade e le comunicazioni sono state interrotte“, ha elencato Tatoyan. Le mappe mostrano chiaramente il movimento delle forze azere e le rotte di movimento della popolazione armena in fuga. Tatoyan ha definito le assicurazioni di Baku sulla “migrazione volontaria” degli armeni dell’Artsakh come il massimo del cinismo. “Se qualcuno non è riuscito a scappare, è stato ucciso o catturato, ci sono casi di uccisione di civili a Getavan“, ha sottolineato Tatoyan. Secondo lui, la popolazione aveva da mezz’ora a un’ora per fuggire, e il quadro generale mostra che le truppe azere hanno semplicemente spinto la popolazione in un angolo e “sono uscite” dall’area. “Di che tipo di uscita volontaria possiamo parlare in tali condizioni?”, ha domandato Tatoyan. La situazione era simile a Martuni e Askeran.
“Tutti ricordano le terribili immagini della folla di rifugiati all’aeroporto”, ricorda Tatoyan. Nel villaggio di Sarnaghbyur, in questa regione, sono stati uccisi 5 civili, tre dei quali erano bambini, due dei quali appartenenti alla stessa famiglia. I bambini sono stati uccisi a scuola, ha sottolineato Tatoyan.
“L’isolamento di Stepanakert era di importanza strategica per recidere il collegamento con altre regioni, in modo che le autorità dell’Artsakh venissero private dell’opportunità di gestirsi e difendersi”, ha detto Tatoyan. Gli azeri sono riusciti a entrare in una zona remota della capitale dell’Artsakh, motivo per cui sono state segnalate sparatorie a Stepanakert. I residenti del distretto di Krkzhan non sono riusciti a raggiungere le loro case nel pomeriggio del 19 ottobre e sono dovuti tornare al centro. Gli azeri hanno anche preso il controllo della stazione di filtraggio. “Ci hanno portato i campioni di quest’acqua “potabile”. Guarda com’è torbida l’acqua. Ciò dimostra anche l’attività criminale degli azeri. Questo è esattamente quello che fanno quando diventano aggressivi, cercano di privare la popolazione dell’acqua. Uno degli obiettivi è causare quanti più danni possibili e provocare il panico”, ha osservato Tatoyan. Secondo lui, gli azeri hanno chiuso tutte le uscite di Stepanakert in modo che nessuno potesse uscire. Ha citato il caso in cui, il 19, un nonno con due generi, non sapendo della situazione, è andato fuori città per andare a prendere suo nipote. Gli azeri hanno sparato alla macchina. Il vecchio è morto. “E come possiamo parlare di assenza di pulizia etnica in tali condizioni?” Al contrario, sono stati presi di mira oggetti civili, l’incidente con la scuola lo dimostra”, ha detto Tatoyan.

(20) SHAHRAMANYAN INCONTRA I CITTADINI – Il presidente della repubblica di Artsakh jha incontrato il gruppo di cittadini che manifestavano sotto la sede della repubblica a Yerevan per protestare contro la decisione di sospendere il pagamento degli stipendi dei dipendenti delle istituzioni statali dell’Artsakh. Shahramanyan ha dato disponibilità ad ascoltare le esigenze di tutti mettendo anche a disposizione dei locali presso la sede per effettuare una raccolta dati delle istanze presentate. Ha chiesto al pubblico comprensione civile per non mettere in pericolo l’Armenia e il futuro dell’Artsakh.

(20) COLONIZZAZIONE AZERA – Secondo quanto riferito da funzionari del governo azero, l’Azerbaigian è intenzionato a trasferire 140.000 persone entro il 2026 nel Nagorno Karabakh.

(20) AIUTI – L’agenzia “Noi siamo le nostre montagne” di Ruben Vardanyan (attualmente detenuto illegalmente in Azerbaigian) fornirà circa 200 tonnellate di cibo secco a 5000 famiglie sfollate. Secondo i calcoli, potrebbe soddisfare il fabbisogno alimentare di 20 giorni di una famiglia di quattro persone. La distribuzione del cibo sarà effettuata in collaborazione con le istituzioni governative e le organizzazioni di beneficenza coinvolte nella fornitura di assistenza umanitaria alle persone sfollate con la forza. Il cibo del valore di circa 600.000 dollari è stato acquistato con il sostegno dei donatori dell’agenzia “Noi siamo le nostre montagne” e della famiglia di Ruben Vardanyan.

(19) NUOVI NATI – Un totale di 72 bambini sono nati nelle famiglie degli sfollati forzati dell’Artsakh. 37 di loro sono nati a Yerevan e 35 in provincia secondo quanto riferito dal viceministro della Sanità armeno, Armen Nazaryan. Questi ha altresì aggiunto che sono 38.102 gli sfollati registrati nei centri di assistenza sanitaria di base. 167 pazienti ospedalizzati a causa dell’attacco del 19 settembre e dell’esplosione di un deposito di carburante nell’Artsakh rimangono ricoverati in ospedale in Armenia; 26 di loro sono in gravi condizioni e 10 in condizioni critiche. 19 pazienti dell’Artsakh continuano le cure all’estero

(19) TORTURE E MUTILAZIONI SUGLI ARMENI – I cadaveri di molti residenti del Nagorno Karabakh trovati e trasportati in Armenia dopo un’altra aggressione su larga scala scatenata dall’Azerbaigian contro il Nagorno Karabakh (Artsakh) il 19 settembre presentano segni di tortura e mutilazione. Lo ha detto il difensore dei diritti umani della repubblica di Armenia, Anahit Manasyan, in un briefing con i giornalisti. E’ stato redatto un rapporto trasmesso agli organismi competenti.

(19) SFOLLATI – Più di 3.000 persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh hanno lasciato l’Armenia. Lo ha annunciato il primo ministro Nikol Pashinyan durante l’odierna sessione governativa. “Ad oggi, più di 3.000 persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh hanno lasciato la Repubblica di Armenia. Non voglio trarre conclusioni relative a questo argomento. Forse molti di loro vanno a trovare i parenti, per passare un po’ di tempo. Spero che trasmetteremo questo messaggio in modo molto chiaro e invito anche i nostri fratelli e sorelle sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh ad avere la priorità di rimanere nella Repubblica di Armenia. Facciamo di tutto per sostenerli. Nel caso in cui non ci fosse di fatto il desiderio e l’opportunità di tornare nel Nagorno-Karabakh, la nostra politica è di fare tutto affinché rimangano nella Repubblica di Armenia“, ha sottolineato Pashinyan. Il Primo Ministro ha nuovamente invitato gli sfollati del Nagorno-Karabakh a non considerare l’emigrazione dalla Repubblica d’Armenia come un piano di azioni future. “Abbiamo stanziato più di 100 milioni di dollari, faremo vari programmi“, ha detto Pashinyan.

(19) AMBASCIATORE FRANCIA – L’ambasciatore francese in Armenia Olivier Decotigny ha ispezionato il confine con la missione dell’Unione europea a Jermuk. “Ho registrato la persistente occupazione di intere parti del territorio armeno da parte dell’Azerbaigian“, ha scritto l’ambasciatore francese in X.

(19) DIPLOMI E CERTIFICATI – Il Ministero dell’Istruzione, della Cultura, dello Sport e della Scienza dell’Armenia informa che i cittadini dell’Artsakh possono ripristinare i propri diplomi e certificati di laurea se non hanno avuto la possibilità di portarli con sé. La richiesta può essere fatta direttamente al ministero in Armenia oppure via mail.

(19) FORZA DI PACE RUSSA – Il contingente russo di mantenimento della pace continua a svolgere compiti nel territorio del Karabakh come informa il ministerod ella Difesa di Mosca. “Viene mantenuta la cooperazione continua con Baku volta a prevenire spargimenti di sangue, garantire la sicurezza e osservare le norme del diritto umanitario nei confronti della popolazione civile. Nella zona di responsabilità delle truppe russe di mantenimento della pace non sono state registrate violazioni del regime di cessate il fuoco. In generale, dal 19 settembre 2023, otto posti di osservazione e 16 posti di osservazione temporanei delle forze di pace russe sono stati chiusi lungo l’ex linea di contatto delle parti nelle regioni di Askeran, Martakert, Martun e Shushi. Per garantire la sicurezza stradale, lungo le strade sono stati installati 14 posti di blocco, di cui 8 in collaborazione con la parte azera.- Con la partecipazione delle forze di pace russe, continuano i lavori per ripristinare la fornitura di elettricità e gas agli insediamenti del Karabakh“, si legge nel bollettino del Ministero della Difesa della Federazione Russa.

(18) PRIGIONIERI ARMENI – Il difensore civico azerbaigiano Sabina Aliyeva assicura che gli ex funzionari del Nagorno-Karabakh nelle carceri di Baku “non hanno lamentele riguardo alle condizioni della loro detenzione“. “Nell’ambito del mio mandato svolgo molto spesso ispezioni negli istituti penitenziari, ho incontrato anche queste persone durante quelle visite. Non hanno lamentele riguardo alle condizioni di detenzione, è stato loro dato immediatamente il diritto di contattare le loro famiglie, hanno utilizzato questo diritto. Sono stati forniti anche i servizi di un avvocato“. Aliyeva ha anche ricordato che “alcuni di loro hanno chiesto occhiali e libri nella loro lingua madre” e che “gli sono stati forniti“.

(18) DICHIARAZIONE CONSIGLIO D’EUROPA – Nella odierna riunione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa l’Unione Europea ha affrontato la situazione nel Caucaso meridionale e ha rilasciato una dichiarazione riguardo all’Armenia e all’Azerbaigian. La dichiarazione dice:
L’Unione europea continua a seguire con preoccupazione la situazione estremamente difficile creatasi dopo l’emigrazione di massa degli armeni del Karabakh a seguito delle operazioni militari dell’Azerbaigian del 19 e 20 settembre e del blocco del corridoio Lachin durato nove mesi. Quasi tutta la popolazione del Nagorno Karabakh, più di 100.600 persone, ha trovato rifugio in Armenia.È necessario garantire un’assistenza umanitaria continua e senza ostacoli a coloro che sono ancora nel bisogno in Karabakh, così come a coloro che se ne sono andati. La settimana scorsa, la Commissione europea ha annunciato un ulteriore pacchetto di aiuti umanitari di 10,45 milioni di euro, in aggiunta ai 20,8 milioni di euro già forniti dal 2020.L’Azerbaigian dovrebbe garantire i diritti umani, le libertà fondamentali e la sicurezza degli armeni del Karabakh, compreso il diritto di vivere con dignità nelle proprie case senza intimidazioni o discriminazioni, nonché creare le condizioni per il ritorno volontario, sicuro, dignitoso e sostenibile dei rifugiati e degli sfollati al Nagorno Karabakh, nel rispetto della loro storia, cultura e diritti umani. Inoltre, il patrimonio culturale e i diritti di proprietà della popolazione locale devono essere efficacemente protetti e garantiti.A questo proposito, ricordiamo che l’Azerbaigian deve attuare le misure provvisorie specificate dalla Corte europea dei diritti dell’uomo il 22 settembre, ovvero astenersi dall’adottare misure che potrebbero portare agli obblighi previsti dalla Convenzione, in particolare dall’articolo 2 ( diritto alla vita) e violazioni dell’articolo 3 (divieto di tortura e di trattamenti o pene inumani o degradanti).Abbiamo preso atto delle dichiarazioni pubbliche del presidente Aliyev sulla sua disponibilità a convivere pacificamente con gli armeni del Karabakh e a preservare i loro diritti. L’Azerbaigian ha una chiara responsabilità primaria per il destino della popolazione. Occorre fornire garanzie tangibili, concrete e trasparenti. Come importante misura di rafforzamento della fiducia, ci aspettiamo un’amnistia globale per tutti gli armeni del Karabakh, compresi i loro rappresentanti, e una moderazione da parte di tutte le parti sulla dura retorica.L’accesso internazionale al Karabakh è fondamentale quando si tratta di fornire gli aiuti tanto necessari e garantire un monitoraggio indipendente della situazione sul campo. L’Unione europea ha preso atto delle ultime due visite delle Nazioni Unite. Apprezziamo il lavoro del Rappresentante Speciale del Segretario Generale per la Migrazione e i Rifugiati, che sta fornendo sostegno e assistenza alle autorità armene nella gestione di questo esodo di massa verso il suo territorio. Attendiamo con ansia la missione conoscitiva del Consiglio d’Europa, guidata dal Commissario per i diritti umani, Dunja Mijatović, e le sue ulteriori raccomandazioni.L’UE riafferma il suo sostegno alla sovranità, all’inviolabilità dei confini e all’integrità territoriale sia dell’Azerbaigian che dell’Armenia. Chiediamo all’Azerbaigian di riaffermare il suo impegno inequivocabile per l’integrità territoriale dell’Armenia in conformità con la Convenzione del 1991 Dichiarazione di Almaty.L’UE resta impegnata a promuovere il dialogo tra le due parti per garantire una pace globale e sostenibile a beneficio di tutte le popolazioni della regione.”

(18) UNIONE EUROPEA – La prossima settimana i ministri degli Esteri dell’UE discuteranno la questione della soluzione delle relazioni armeno-azerbaigiane. Lo riferisce il servizio stampa del Consiglio Ue.Secondo il rapporto, la sessione del Consiglio dei ministri degli Esteri, presieduta dal capo del dipartimento diplomatico dell’UE, Josep Borel, è prevista per il 23 ottobre a Lussemburgo.

(18) PARLAMENTO OLANDA – A seguito delle recenti discussioni sulla situazione nel Nagorno-Karabakh, il parlamento olandese ha adottato a maggioranza di voti due proposte: una sul sostegno militare all’Armenia e l’altra sulla pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh. Nell’offerta di assistenza militare si menziona che l’Azerbaigian ha annunciato ulteriori piani per attaccare l’Armenia dopo la situazione nel Nagorno-Karabakh. I parlamentari hanno chiesto al governo di invitare gli altri Stati membri dell’Unione europea a rispondere positivamente alla possibile richiesta di sostegno militare dell’Armenia.Il Parlamento, tenendo conto della definizione di pulizia etnica data dall’Onu, nella seconda proposta chiede al governo di decidere anche se si riferisce alla deportazione degli armeni dal Nagorno Karabakh dopo oltre 9 mesi di assedio e all’attacco all’enclave.

(18) REAZIONE RUSSA – Mosca considera piuttosto provocatorio il discorso del primo ministro russo Nikol Pashinyan al Parlamento europeo il 17 ottobre. Come scrive la TASS, lo ha detto una fonte di alto rango a Mosca la quale ha anche aggiunto che il primo ministro armeno “sta facendo grandi passi sulla strada del presidente ucraino Volodymyr Zelensky“. “Consideriamo il discorso del primo ministro armeno Nikol Pashinyan al Parlamento europeo il 17 ottobre del tutto irresponsabile e provocatorio, soprattutto in relazione alla Russia e alle relazioni armeno-russe. Vediamo come stanno cercando di trasformare l’Armenia nella terza Ucraina, se consideriamo la Moldova come la seconda Ucraina, e Pashinyan sta seguendo il percorso di Vladimir Zelenskyj a passi di sette miglia“, ha detto la fonte.

(17) AIUTI AI BAMBINI SFOLLATI – l governo della Repubblica Armena ha fornito 100.000 dram (circa € 240) a ciascuno dei circa 14.600 bambini sfollati con la forza dall’Artsakh. Lo ha detto il ministro del Lavoro e degli affari sociali della RA, Narek Mkrtchyan, durante la conferenza stampa tenutasi nel centro umanitario.”Per i minorenni è stata lanciata una piattaforma separata, dove la madre del bambino doveva inserire i dati, dopodiché il denaro veniva trasferito. Sono già state presentate domande per 27.300 bambini su 30.000. La settimana scorsa ne abbiamo pagati 14.593. Altre richieste sono in fase di elaborazione“, ha detto Mkrtchyan. Egli ha sottolineato che anche più di 80.000 cittadini hanno ricevuto 100.000 dram. Il ministro ha anche fatto riferimento al programma in base al quale gli sfollati del Nagorno-Karabakh ricevono anche 50.000 dram di assistenza mensile per l’affitto degli appartamenti e il risarcimento dei servizi pubblici.”Da novembre i nostri connazionali che hanno appartamenti propri in Armenia riceveranno 10.000 dram per compensare i costi delle utenze“, ha detto il ministro. Mkrtchyan ha aggiunto che 200 anziani sfollati dal Nagorno-Karabakh sono attualmente nei centri di custodia del ministero. 

(17) PROCESSO A KHACHATRYAN – Oggi a Baku si è tenuta la seconda udienza nel processo che vede imputato il cittadino dell’Artsakh Vagif Khachatryan, rapito dagli azeri tre mesi fa mentre si stava recando in Armenia con la Corce Rossa. Il 68enne si è dichiarato non colpevole. L’uomo ha dichiarato di non aver partecipato a “crimini” contro gli azeri. “Gli azeri che vivevano lì mi erano vicini, li conoscevo tutti. Non ho preso parte ad alcuna azione durante il combattimento“, ha detto.

(17) PASHINYAN A STRASBURGO – Il Primo ministro armeno Nikol Pashinyan è in visita a Strasburgo. Nella sede del parlamento europeo ha tenuto un discorso. In giornata ha discusso con il Segretario Generale del Consiglio d’Europa, Maria Pejcinovich Burich, la situazione umanitaria creata dall’Azerbaigian nell’Artsakh come risultato della politica di pulizia etnica.Pashinyan ha avuto anche un briefing congiunto con la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metzola, alla quale ha detto che sarà necessario un ulteriore sostegno di bilancio per gli sfollati del Nagorno Karabakh. In precedenza, la presidente Metzola nell’introdurre Pashinyan al parlamento europeo ha detto: “Ospitarvi a Strasburgo significa che noi siamo leali all’Armenia e voi siete leali alla famiglia europea. Il vicinato europeo è oggi più instabile e insicuro che mai. Guerra, conflitto e instabilità: questa è la realtà che ci circonda.Vi assicuro che l’Armenia è per noi un partner importante nel quadro del partenariato orientale dell’UE. Esprimiamo il nostro sostegno incondizionato all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Armenia, all’inviolabilità dei confini

(16) FORZA DI PACE RUSSA – Le truppe russe di mantenimento della pace hanno chiuso un altro posto di osservazione nella regione di Askeran. Dal 19 settembre 2023, otto basi e 16 posti di osservazione temporanei delle forze di pace russe sono stati chiusi nelle regioni di Askeran, Shushi, Martun e Martakert. Il comunicato del ministero della Difesa di Mosca recita che “con la partecipazione delle forze di pace russe, continuano i lavori per ripristinare la fornitura di elettricità e gas alle regioni abitate del Nagorno-Karabakh“.

(16) INSEGNANTI DELL’ARTSAKH – In Armenia è stata lanciata una piattaforma di sostegno per gli insegnanti sfollati con la forza dell’Artsakh. Attualmente sono disponibili 1.422 posti vacanti per insegnanti nelle scuole pubbliche. Gli insegnanti sfollati con la forza dal Nagorno-Karabakh riceveranno un bonus del 30% quando inizieranno a lavorare nelle scuole di tutte le regioni della Repubblica e, in alcune regioni, negli istituti scolastici pubblici delle comunità di Syunik, Vayots Dzor, Chambarak e Vardenis della regione di Gegharkunik, Noyemberyan Le comunità di Ijevan e Berd della regione di Tavush, oltre ad un bonus del 30%, avranno anche un assegno mensile di 50.000 dram (circa 120 euro).

(16) BANCA DATI SFOLLATI – Il Governo della Repubblica d’Armenia informa che, tenuto conto del fatto che il censimento della popolazione sfollata con la forza dal Nagorno Karabakh è stato quasi completamente completato, da oggi è stato interrotto l’inserimento diretto dei loro dati personali nella banca dati elettronica. Eventuali ulteriori aggiornamenti potranno essere fatti rivolgendosi direttamente agli uffici amministrativi delle varie regioni o della municipalità di Yerevan,

(16) CONSULTAZIONE DEL PRESIDENTE – Il presidente della repubblica di Artsakh, Samvel Shahramanyan, ha incontrato oggi i rappresentanti delle forze politiche dell’Assemblea nazionale di Stepanakert. La riunione si è tenuta nella sede di rappresentanza in Armenia della repubblica di Artsakh dove ora operano la presidenza della repubblica e gli uffici amministrativi.

(16) COPRIFUOCO A STEPANAKERT – Il presidente dell’Azerbaigian, dopo la sua visita a Stepanakert, ha imposto il coprifuoco nella città. A questo proposito è stato firmato un ordine corrispondente, secondo il quale il maggiore generale della polizia Sardar Safarov è stato nominato ufficiale di pattuglia della città di Stepanakert.

(16) CONSIGLIO D’EUROPA – La commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, visiterà l’Armenia e l’Azerbaigian, nonché il Nagorno-Karabakh, dal 16 al 23 ottobre, concentrandosi sulla situazione dei diritti delle persone colpite dal conflitto. Il commissario incontrerà funzionari governativi, organizzazioni internazionali e rappresentanti della società civile.

(16) STUDENTI DALL’ARTSAKH – A partire da oggi, 667 (su 994) bambini in età scolare sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh saranno ammessi nelle scuole pubbliche della regione di Gegharkunik. 50 dei 390 bambini in età prescolare registrati in Gegharkunik frequentano la scuola materna. Si sta lavorando per ammettere nelle scuole e negli asili tutti i bambini sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh.

(15) HARUTYUNYAN – L’ex presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan, catturato dall’Azerbaigian e trasferito a Baku, ha contattato la sua famiglia secondo quanto riferisce il suo avvocato Alov Afaraliyev.

(15) DIPARTIMENTO DI STATO USA – Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti smentisce la pubblicazione del periodico Politico secondo cui il segretario di Stato Anthony Blinken durante l’incontro con i parlamentari statunitensi aveva avvertito che l’Azerbaigian potrebbe invadere l’Armenia nelle prossime settimane. Il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller ha affermato che le informazioni contenute nell’articolo sono “errate” e “non riflettono ciò che il Segretario di Stato Blinken ha detto ai legislatori”. Ieri era uscita una nota del Dipartimento di Stato che non smentiva nè confermava le parole di Blinken.

(15) ALIYEV A STEPANAKERT – Il presidente dell’Azerbaigian si è recato a Stepanakert dove ha issato la bandiera azera davanti al palazzo presidenziale. Nel tour fotografico sul sito della presiedenza della repubblica si vede anche il dittatore visitare la sede del parlamento. Aliyev è stato ad Askeran, Ivanian e Shushi nella stessa giornata.

(15) APPELLO DEL PAPA – Nel corso dell’Angelus, papa Francesco ha parlato della situazione in Artsakh con particolare riferimento al problema degli sfollati e della tutela del patrimonio religioso armeno: “Vorrei rivolgere anche un particolare appello in favore della protezione dei Monasteri e dei luoghi di culto della regione. Auspico che a partire dalle autorità e da tutti gli abitanti possano essere rispettati e tutelati come parte della cultura locale, espressioni di fede e segno di una fraternità che rende capaci di vivere insieme nelle differenze“.

(15) TRAGICO BILANCIO – A seguito dell’attacco su larga scala dell’Azerbaigian contro l’Artsakh del 19 settembre, si contano più di 200 vittime tra i militari e più di 2 dozzine tra i cittadini. A questo dato si aggiunge quello riguardante l’esplosione del deposito di carburante: Il portavoce del ministero degli Interni dell’Artsakh, Hunan Tadevosyan, ha riferito che ci sono 220 morti accertati a seguito dell’esplosione del deposito di benzina il 25 settembre.Tadevosyan ha sottolineato che circa 150 di loro sono irriconoscibili.”I resti sono stati rimossi dall’area dell’esplosione e trasferiti al Centro di competenza forense di Yerevan per l’autenticazione tramite un test del DNA. Ci sono anche più di 50 persone scomparse.”

(14) DIPARTIMENTO DI STATO USA – A fronte delle notizie riguardanti un colloquio tra il Segretario di Stato Blinken e alcuni legislatori nel corso del quale si sarebbe prospettata la possibilità che l’Azerbaigian a breve attacchi l’Armenia, il Dipartimento di Stato ha rilasciato una nota sottolineando che “gli Stati Uniti continuano a cooperare con i leader dell’Azerbaigian e dell’Armenia ai massimi livelli, lottando per una pace dignitosa e duratura in cui i diritti di tutti siano rispettati. L’uso della forza è inaccettabile e il dialogo diretto è essenziale per la soluzione di questo conflitto di lunga data“. Il Dipartimento di Stato americano ha inoltre osservato che “gli Stati Uniti sostengono gli sforzi del governo armeno per aiutare gli sfollati a trovare rifugio e conforto in Armenia in stretta collaborazione con le organizzazioni umanitarie. Estendiamo la nostra solidarietà agli sfollati, riconoscendo lo shock e il trauma che stanno attraversando e l’incertezza che stanno affrontando“. Il Dipartimento di Stato ha inoltre aggiunto che Baku ha la responsabilità di proteggere i civili e garantire il trattamento umano di tutti, compresi coloro che sospetta siano coinvolti nelle ostilità. “L’Azerbaigian è anche responsabile di garantire che le sue forze [armate] rispettino il diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario, che regola la condotta delle ostilità, la protezione dei civili e il trattamento umanitario dei partecipanti alle ostilità“.

(14) RESIDENTI IN ARTSAKH – Artak Beglaryan, ex ministro dell’Artsakh, riferisce che un massimo di 40 cittadini dell’Artsakh sono rimasti sotto l’occupazione azera. “La popolazione dell’Artsakh ha dovuto affrontare il genocidio compiuto dal regime dittatoriale di Aliyev, oltre il 99,96% è stato sfollato con la forza. Attualmente, un massimo di 40 residenti dell’Artsakh rimangono sotto l’occupazione azera, e alcuni di loro non sono di etnia armena. sono di origine russa“, ha detto Beglaryan.

(13) PUTIN SU NEGOZIATI – Il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha dichiarato di non vedere alcun problema che possa impedire la conclusione di un trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian dopo gli avvenimenti del Nagorno-Karabakh. “Non vedo alcun problema che possa impedire la firma di un trattato di pace adesso, dopo gli eventi del Karabakh. Siamo pronti a sostenere la ripresa dei negoziati di pace nella speranza di concludere un accordo di pace, abbiamo suggerito a tutti i partner di riunirsi a Mosca“, ha detto Putin in una conferenza stampa a Bishkek. Secondo il presidente della Federazione Russa, ci sono questioni puramente tecniche legate alla demarcazione e alla delimitazione.”100 metri in una direzione, un chilometro in un’altra direzione, non sono più importanti. Tutto questo può essere fatto se c’è la buona volontà di entrambe le parti“, ha aggiunto Putin.

(13) SFOLLATI – 80mila 128 persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh sono state ricollocate in 10 regioni dell’Armenia. Per quanto riguarda gli alberghi, in un giorno circa 300 persone sono state trasferite dagli alberghi in appartamenti separati o case private. Attualmente negli alberghi vivono 7782 persone. 56mila persone su 80mila 128 sono state trasferite negli insediamenti con il sostegno del governo armeno.

(13) PROCESSO A RAPITO – Il portavoce del ministro degli Affari esteri armeno Ani Badalyan sottolinea che a Baku è in corso un falso processo contro Vagif Khachatryan, un residente di 68 anni del Nagorno-Karabakh. “Al rapimento illegale, che costituisce una grave violazione del diritto umanitario internazionale, fa ora seguito la pubblicazione di video e foto che mostrano la sofferenza di un civile di 68 anni. Come richiesto da molte organizzazioni e istituzioni internazionali per i diritti umani, i prigionieri di guerra e i civili ancora tenuti in ostaggio a Baku dovrebbero essere rilasciati“, ha scritto Badalyan.

(13) BILANCIO ESPLOSIONE – Sullo sfondo delle operazioni militari di settembre nell’Artsakh, dell’evacuazione delle vittime, dell’evacuazione dei militari e dei civili feriti e dello sfollamento forzato, il 25 settembre la sfortunata esplosione nel deposito di carburante ha trasformato la vita della popolazione dell’Artsakh in un vero inferno. Secondo i dati raccolti dal comitato investigativo e dalla missione d’inchiesta dell’Ufficio per i difensori dei diritti umani, 212 cittadini sono rimasti vittime dell’esplosione. Centinaia di cittadini sono stati trasferiti in strutture sanitarie armene e straniere, alcuni di loro versano in condizioni estremamente gravi.  Fino al 4 ottobre, a seguito delle operazioni di ricerca e salvataggio effettuate in quella zona dai soccorritori dell’Artsakh, alcuni dei corpi evacuati venivano identificati, 150 corpi irriconoscibili si trovano nell’ufficio degli esami medici forensi. L’informazione secondo cui la parte azera avrebbe trasferito i feriti ad Akna (Aghdam) o Shushi dopo l’esplosione non è vera. Secondo testimoni oculari, c’erano più di 500 persone, tra cui donne e bambini, nell’area del deposito di carburante appartenente al Ministero della Difesa, situato sul lato sinistro dell’autostrada Stepanakert-Askeran. Secondo la versione iniziale, l’esplosione e il conseguente incendio sarebbero il risultato del mancato rispetto delle norme di sicurezza.

(13) FORZE DI PACE RUSSE – Le forze di pace della Federazione Russa devono rimanere ufficialmente nel Nagorno-Karabakh fino al novembre 2025, la questione verrà risolta nei negoziati. Lo ha annunciato il presidente russo Vladimir Putin nel corso della conferenza stampa.”Ufficialmente, le nostre forze di pace sono lì fino a novembre 2025 e, naturalmente, in dialogo con i nostri partner, dobbiamo decidere e risolvere la questione di cosa e come faremo in futuro. Lo decideremo durante i negoziati“, ha detto Putin.Il presidente russo ha osservato che quando nel 2020 è stato raggiunto un accordo sulla presenza delle forze di pace russe nel territorio del Nagorno Karabakh, il loro mandato era solo quello di osservare il regime di cessate il fuoco.”Lo status del Karabakh non è stato tuttavia deciso in modo definitivo e quando l’Armenia ha riconosciuto che il Karabakh fa parte dell’Azerbaigian, si è scoperto che le nostre forze di pace si trovano già definitivamente, senza alcun dubbio, nel territorio della Repubblica dell’Azerbaigian, e certo, ora, per dirla senza mezzi termini, dopo i difficili eventi legati allo sfollamento della popolazione armena, la situazione è completamente e radicalmente cambiata“, ha osservato Putin.

(12) DICHIARAZIONI DI LAVROV“Siamo consapevoli del numero di organizzazioni non governative che sono state fondate in Armenia negli ultimi anni. Queste organizzazioni non sono state create per promuovere relazioni amichevoli tra Armenia e la Russia, al contrario. Hanno lo scopo di creare un terreno per i sentimenti anti-russi e di prepararsi a promuovere gli interessi di Stati Uniti, Europa e della NATO. Vediamo questi tentativi, ottengono alcuni risultati, ma siamo profondamente convinti che la stragrande maggioranza del popolo armeno sia interessata a sviluppare legami storicamente fraterni con la Russia.Un paio di giorni fa, Pashinyan ha rilasciato un’intervista in cui ha detto chiaramente che l’Armenia non cambierà i suoi orientamenti. Speriamo che questa posizione prevalga, nonostante i tentativi di portare Yerevan in una direzione diversa.”

(12) BAKU ATTACCA LA FRANCIA – Il Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian ha risposto alle dichiarazioni fatte al Senato dal Ministro dell’Europa e degli Affari Esteri francese, Catherine Colonna, dichiarando che “condannano e respingono risolutamente le accuse infondate contro l’Azerbaigian“. “Le dichiarazioni di Colonna sul ‘reinsediamento pianificato’ degli armeni dalla regione del Karabakh in Azerbaigian contraddicono la posizione della comunità internazionale e persino del Primo Ministro armeno il 21 settembre“, si legge nella dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian. Inoltre, il Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian ha anche criticato la Francia per la mancata risposta al “mancato adempimento da parte dell’Armenia delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite” e ha invitato a fermare il suo “comportamento distruttivo” e le “minacce contro l’Azerbaigian“. Il ministro degli Esteri francese Catherine Colonna ha ieri dichiarato che l’Azerbaigian ha pianificato e organizzato l’uscita di oltre 100.000 armeni dal Nagorno Karabakh affermando che questo grave crimine non può rimanere senza risposta. Ha altreì aggiunto che il conflitto tra Armenia e Azerbaigian dovrebbe essere risolto attraverso negoziati e che Baku dovrebbe capire che non può seguire la strada dell’uso della forza. Colonna ha informato che la Francia, nell’ambito del Consiglio di sicurezza dell’ONU, chiederà l’adozione di una risoluzione sul ritorno degli armeni del Nagorno Karabakh.

(12) PASHINYAN SUGLI SFOLLATI – Il governo armeno dovrebbe fare tutto il possibile per garantire che tutti gli sfollati forzati del Nagorno Karabakh rimangano nella Repubblica di Armenia, se non hanno la possibilità di tornare nel Nagorno Karabakh secondo quanto dichiarato dal premier armeno. “Nel caso e nell’eventualità che i nostri fratelli e sorelle del Nagorno Karabakh non abbiano l’opportunità di tornare alle loro case, la nostra politica è fare di tutto per garantire che tutte le persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh rimangano nella Repubblica di Armenia. Questo è un record molto importante. Vogliamo che tutti rimangano, vivano e lavorino nella Repubblica di Armenia, senza eccezioni. E questa sarà la nostra politica“, ha detto Pashinyan. Secondo le informazioni del Primo Ministro, 2.500 persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh hanno lasciato l’Armenia. “Spero che visitino i loro parenti che vivono all’estero per trascorrere un po’ di tempo lì e poi tornino solo per superare la situazione shock. Abbiamo piani legati alla demografia, alla fornitura di alloggi, alla costruzione di case nei villaggi di confine. Faremo di tutto con tutti questi programmi affinché le opportunità delle persone di rimanere in Armenia non siano limitate da nulla di oggettivo o soggettivo“, ha concluso Pashinyan.

(12) SOSTEGNO AGLI SFOLLATI – Nella sessione del 12 ottobre del Governo della Repubblica di Armenia è stato approvato il progetto per fornire sostegno sociale per sei mesi agli sfollati forzati del Nagorno-Karabakh. Verranno dati 40.000 dram al mese (circa 100 euro) a testa agli sfollati forzati perché vivano in alloggi temporanei e 10.000 dram (circa 25 euro) al mese per pagare le bollette. Sarà fornito sostegno ai membri adulti e minori delle famiglie sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh, ad eccezione dei casi in cui il richiedente non si trovi in Armenia (perchè andato all’estero) oppure risulti persona iscritta all’anagrafe statale dell’Armenia. Gli sfollati che possiedono immobili residenziali in Armenia non beneficeranno dei 40.000 dram per vivere in alloggi temporanei, ma potranno utilizzare i 10.000 dram per le bollette. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali informa che non è necessario presentare domande per il mese di ottobre in quanto la lista dei pagamenti di questo mese verrà formata elaborando i dati delle persone che hanno ricevuto un sussidio una tantum di 100mila dram (circa 240 euro). Da novembre il contributo non sarà erogato a persone che risiedono che risiedono temporaneamente in aree di proprietà statale o comunale e verrà fornito sulla base di domande online una tantum.

(12) P.AC.E. – Nella sessione autunnale dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, le Commissioni per gli affari giuridici e i diritti umani, la migrazione e il monitoraggio hanno tenuto audizioni congiunte sul tema “Diritti umani e situazione umanitaria degli armeni del Karabakh e obblighi internazionali dell’Azerbaigian”. Durante il dibattito presso gli Istituti Europei di Strasburgo, il rappresentante dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, Andreas Wisner, ha presentato i fatti riguardanti lo sfollamento della popolazione del Nagorno-Karabakh. Ha ricordato che in Armenia hanno ricevuto asilo 100.632 rifugiati, tra cui 30.000 bambini. “I rifugiati appena arrivati ​​sono per lo più confusi e preoccupati per il loro futuro. Non sanno cosa accadrà alle loro case. Non sanno se un giorno potranno tornare. Non sanno se i loro figli avranno accesso all’istruzione. La maggior parte dei rifugiati non ha portato quasi nulla con sé e ha bisogno immediato di beni di prima necessità come coperte, biancheria da letto, medicine, supporto psicosociale e riparo. Molti, sia bambini che adulti, sono rimasti traumatizzati e necessitano di supporto psicologico. “Molti sono preoccupati per i loro parenti anziani che non potevano o non volevano lasciare le loro case e i loro animali domestici“, ha detto Wisner. Secondo lui, il governo armeno ha compiuto sforzi costanti e lodevoli per registrare i nuovi arrivati ​​e soddisfare le loro crescenti esigenze.

(12) CONSIGLIO DIRITTI UMANI ONU – Lo sfollamento di massa degli armeni è legato all’operazione militare dell’Azerbaigian e al blocco di 9 mesi. Lo afferma la dichiarazione di 34 Stati membri del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Secondo la dichiarazione, il prossimo passo dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) sarà quello di monitorare da vicino la situazione dei diritti umani nel Nagorno-Karabakh, incontrare i rifugiati e gli sfollati, nonché coloro che rimangono, e riferire al Consiglio. “Pertanto, esortiamo Armenia e Azerbaigian a invitare i rappresentanti dell’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani a fornire loro tale assistenza tecnica il prima possibile. In questo momento, chiediamo all’Azerbaigian di garantire i diritti e la sicurezza dei restanti armeni del Nagorno-Karabakh e di creare immediatamente le condizioni per il ritorno volontario, sicuro, dignitoso e stabile di coloro che vogliono tornare in patria. Il loro patrimonio culturale e religioso deve essere garantito e protetto. Chiediamo inoltre all’Azerbaigian di rispettare le misure provvisorie adottate dalla Corte europea dei diritti dell’uomo il 22 settembre e le misure provvisorie della Corte internazionale di giustizia adottate il 7 dicembre 2021, 22 febbraio 2023 e 6 luglio 2023. Chiediamo all’Armenia, con il sostegno della comunità internazionale, di continuare a fornire assistenza umanitaria agli sfollati a causa della crisi“, ha affermato in una nota il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

(11) SITUAZIONE AL CONFINE – In un’intervista con la televisione pubblica, Pashinyan ha detto che ogni giorno gli vengono segnalati casi di violazione del cessate il fuoco e durante l’intera giornata precedente un proiettile è stato sparato al confine tra Armenia e Azerbaigian.“Voglio dire, questo è essenzialmente un livello di escalation molto basso, quasi zero. Al momento non abbiamo alcun accumulo di truppe al confine, né da parte nostra né da parte dell’Azerbaigian. Al momento non vi è alcuna tensione al confine. Ma d’altra parte, nel mondo moderno, il movimento delle truppe può avvenire in poche ore, giorni. Cioè, puoi trovare la risposta alla tua domanda dai risultati o dalle conseguenze della mia conversazione. Possiamo uscire di qui, dopo questa trasmissione, e si scopre che qualcosa è successo o può succedere“, ha detto Pashinyan.

(11) UNESCO – Il 9 ottobre l’ambasciatore Christian Ter-Stepanyan, rappresentante permanente dell’Armenia presso l’UNESCO, ha tenuto un discorso alla prima sessione plenaria della 217a sessione del Consiglio esecutivo dell’organizzazione. Nel suo discorso l’ambasciatore ha richiamato l’attenzione dei presenti sui passi compiuti dalle Forze Armate azerbaigiane subito dopo l’attacco militare del 19 settembre e la partenza degli armeni dell’Artsakh, in particolare, sottolineando la distruzione della croce posta vicino a Stepanakert e i tentativi di appropriazione e di distorcere l’identità di Gandzasar, uno dei più famosi monasteri armeni medievali. L’ambasciatore Ter-Stepanyan ha sottolineato che i passi menzionati dimostrano ancora una volta l’intenzione dell’Azerbaigian di distruggere qualsiasi traccia armena nell’Artsakh, cosa che l’Armenia ha denunciato già dal novembre 2020. In questo contesto, l’ambasciatore ha sottolineato in particolare l’urgenza di inviare una missione conoscitiva dell’UNESCO nell’Artsakh, sottolineando che l’attuazione di tale missione rientra nei programmi considerati dal Direttore generale. Molto apprezzata è stata la missione dell’UNICEF già in Armenia con lo scopo di valutare le condizioni necessarie per la continuità dell’istruzione di 30.000 bambini. Concludendo il discorso, il rappresentante permanente della Repubblica di Armenia presso l’UNESCO ha sottolineato l’importanza di un’adeguata valutazione e del coinvolgimento della comunità internazionale nella situazione creatasi.

(11) FORZE DI PACE RUSSE – Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che il futuro destino delle forze di pace russe di stanza nel Nagorno-Karabakh sarà discusso con l’Azerbaigian. Ha risposto così indirettamente al premier armeno Pashinyan che ieri aveva detto che una volta ritiratesi dal Nagorno Karabakh i soldati russi non sarebbero dovuti venire in Armenia. la questione non è stata discussa. “Ora, infatti, sia de facto che de jure, le nostre forze di pace si trovano sul territorio dell’Azerbaigian. Lo riconosce anche il primo ministro armeno Pashinyan. Per quanto riguarda il loro futuro regime, la loro permanenza e tutte le circostanze che lo accompagnano, ovviamente se ne discuterà con la parte azera. E naturalmente continueremo i nostri contatti anche con i nostri amici armeni”, ha detto Peskov.

(10) USTIONATO IN SPAGNA – Oggi, un paziente che ha riportato ustioni a seguito dell’esplosione è stato trasferito in Spagna per continuare le cure specialistiche e complesse all’estero. Circa 2 dozzine di pazienti trasferiti nei centri medici di Yerevan in condizioni estremamente gravi, le cui condizioni di salute si sono stabilizzate grazie agli sforzi dei nostri operatori sanitari, sono stati trasferiti nei principali centri medici negli Stati Uniti, Francia, Bulgaria, Italia e Belgio in continuare il trattamento.

(10) CONSIGLIO D’EUROPA – Nel suo intervento alla sessione ordinaria della sessione autunnale dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa a Strasburgo, la Segretaria generale del Consiglio d’Europa Maria Pejcinovich Burich ha fatto riferimento agli sviluppi nel Caucaso meridionale, informando che il suo rappresentante speciale presso il questione dei rifugiati e dei migranti si è recato in Armenia per comprendere le esigenze di decine di migliaia di sfollati forzati dal Nagorno Karabakh. Alla domanda di Armen Gevorgyan, membro della delegazione armena alla PACE, su come considera il Consiglio d’Europa l’arresto degli ex leader del Nagorno-Karabakh da parte di Baku, Burich ha risposto che anche questo tema sarà all’ordine del giorno della visita della missione del Segretariato in Azerbaigian.Ha inoltre osservato che è necessario lavorare su misure per rafforzare la fiducia tra i popoli.

(10) STUDENTI SFOLLATI – Al fine di organizzare l’istruzione degli studenti sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh, il Ministero dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport della Repubblica di Armenia ha inviato un’altra circolare ai direttori delle scuole e delle università. Secondo la circolare, durante questo periodo il Ministero dell’Istruzione e della Cultura ha ricevuto una serie di domande riguardanti l’organizzazione della continuazione dell’istruzione dei nostri connazionali sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh, il superamento di 8 differenze disciplinari negli studi e nelle preferenze professionali, nonché l’ammissione in una scuola professionale o in un’università di persone che frequentano la scuola superiore o che sono state escluse dagli studi dopo l’istruzione di base. In caso di ripristino del diritto all’istruzione interrotto nella Repubblica del Nagorno-Karabakh, lo Stato prevede un risarcimento delle tasse universitarie allo scopo di organizzare l’istruzione nei college e nelle università statali.

(10) STRESS BAMBINI – I bambini rifugiati sfollati con la forza dal Nagorno-Karabakh e rifugiati in Armenia mostrano segni di acuto stress psicologico. Lo documentano gli assistenti sociali che lavorano con l’UNICEF, che forniscono un sostegno speciale ai bambini e alle loro famiglie che hanno lasciato le loro case nelle ultime settimane.Gli assistenti sociali che lavorano in due postazioni dell’UNICEF a Goris, che servono fino a 300 bambini al giorno, hanno riferito sentimenti di ansia, paura e rabbia, manifestati da incubi, enuresi notturna e pianto inconsolabile. Alcuni bambini si isolano da tutti, diventano poco comunicativi, incapaci di esprimere sentimenti o di capire cosa è successo.
L’UNICEF ha lanciato un appello per 12,6 milioni di dollari nei prossimi sei mesi per fornire servizi essenziali tra cui istruzione, protezione dell’infanzia, salute, nutrizione e servizi igienico-sanitari.

(10) ESENZIONI VEICOLI –  I proprietari di veicoli registrati a Stepanakert possono ricevere un certificato di non obbligo del pagamento dell’imposta sulla proprietà. L’annuncio del Comune di Stepanakert è stato pubblicato sulla pagina Facebook del quartier generale delle informazioni dell’Artsakh.

(10) OCCUPAZIONE DI SHUSHI – Secondo il comunicato stampa del Ministero degli Affari Esteri della Turchia del 9 ottobre, il capo del dipartimento Hakan Fidan si recherà a Shushi, occupata dall’Azerbaigian, per partecipare alla 27esima riunione dei ministri dell'”Organizzazione per la cooperazione economica”.

(10) DICHIARAZIONI LAVROV – Il ministro degli Esteri russo, Lavrov, ha dichiarato che ora che i leader di Armenia e Azerbaigian hanno risolto la questione del reciproco riconoscimento della sovranità, è giunto il momento di stabilire una vita pacifica e il contingente russo di mantenimento della pace di stanza nel Nagorno Karabakh è pronto a contribuire a stabilire una vita pacifica nel Caucaso meridionale. Il ministro ha altresì sottolineato che l’intervento degli Stati Uniti e dell’Unione europea causa instabilità nelle relazioni tra l’Azerbaigian e l’Armenia. 

(10) ESERCITAZIONE FRANCO-ARMENA – Soldati francesi della sicurezza civile sono arrivati in Armenia per partecipare all’esercitazione HOPE 2023 dedicata alla protezione civile e al salvataggio. Un gruppo della Sicurezza civile francese è arrivato in Armenia per partecipare all’esercitazione HOPE 2023 con i soccorritori dell’Armenia e dell’UE, ha riferito l’ambasciata francese a Yerevan sulla sua pagina X. L’ambasciatore francese in Armenia Olivier Decottignies li ha accolti all’aeroporto internazionale Zvartnots di Yerevan. La squadra francese comprende 56 soldati della Sicurezza civile francese, due aerei Dash, una stazione di controllo mobile, 8 tonnellate di attrezzature e due cani da salvataggio.

(10) IRAN E AZERBAIGIAN – Il vice ministro degli Esteri iraniano Mehdi Safari e il ministro degli Esteri dell’Azerbaigian Jeyhun Bayramov hanno discusso della necessità di pace e stabilità permanenti nella regione del Caucaso meridionale. Hanno sottolineato il rifiuto dell’ingerenza esterna nei problemi regionali, così come la necessità di un ruolo costruttivo dei paesi della regione nel quadro delle iniziative regionali, come il formato “3+3” (Armenia, Georgia, Azerbaigian, Iran, Russia, Turchia). Durante l’incontro si è discusso della realizzazione del corridoio di trasporto Nord-Sud, della realizzazione dei progetti economici comuni e delle questioni consolari.

(9) MISSIONE ONU – Una seconda missione delle Nazioni Unite si è recata nel Nagorno-Karabakh.. Tuttavia, i dettagli specifici sulla composizione e sul programma della missione non sono stati resi noti. Vale la pena notare che la precedente visita della missione delle Nazioni Unite ha sollevato critiche da parte di vari esperti. Durante quella missione, i partecipanti non hanno visitato Stepanakert e non hanno potuto assistere alla distruzione e alle conseguenze del bombardamento. Sorprendentemente, hanno visitato Agdam, dove hanno potuto vedere le conseguenze dei bombardamenti. La missione non ha esteso la sua portata ai villaggi remoti, né ha indagato sulle denunce di violenza contro la popolazione armena o sul bombardamento dei siti del patrimonio culturale armeno.

(9) AIUTI UMANITARI – Due aerei con carichi umanitari provenienti dalla Romania e per gli armeni sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh, sono atterrati nella capitale armena Yerevan. Questa è solo una parte del carico inviato in Armenia dal governo rumeno. Un altro volo da Bucarest a Yerevan è previsto per trasportare le persone ferite nell’esplosione a Stepanakert [nel Nagorno Karabakh] alle cure mediche

(9) FERITI IN ITALIA – Cinque armeni dell’Artsakh, rimasti gravemnete feriti nell’esplosione del deposito di carburante, sono stati trasportati con un aereo dell’aereonautica militare italiana in Italia per eseere curati in strutture specializzate.

(9) POSSIBILE VERTICE MINISTRI – Mosca considera la possibilità di organizzare un incontro tra i ministri degli Esteri di Armenia, Russia e Azerbaigian nell’ambito del prossimo vertice della CSI che si terrà il 12 ottobre in Kirghizistan secondo quanto ha dichiarato in un’intervista il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Galuzin.

(8) AIUTO AGLI STUDENTI – Circa 300 studenti sfollati con la forza dall’Artsakh hanno già fatto domanda alle principali università armene per continuare gli studi. Lo ha riferito il vice primo ministro Tigran Khachatryan, che coordina il lavoro del “Centro umanitario” del governo della Repubblica di Armenia, durante la conferenza stampa tenutasi oggi.”Nella prossima settimana, prevediamo di approvare la procedura con la quale verrà fornito sostegno agli studenti per continuare i loro studi, se si tratta di studi retribuiti, e regoleremo la questione“, ha aggiunto il vice primo ministro.

(8) SITUAZIONE FERITI – Ad oggi, il Ministero della Sanità della Repubblica d’Armenia ha informato che 293 pazienti continuano a ricevere cure in vari centri medici, le condizioni di 106 rimangono gravi e 11 sono estremamente gravi.

(8) CINQUE PAZIENTI TRASFERITI IN ITALIA – Cinque pazienti feriti durante l’esplosione di un deposito di benzina vicino a Stepanakert continueranno le cure all’estero, riferisce il Ministero della Salute armeno. Un team di specialisti dall’Italia è arrivato in Armenia di notte e, a seguito di colloqui con i medici armeni, ha selezionato quei pazienti il ​​cui trattamento continuato nel loro paese sarebbe stato più efficace e completo. Anche altri paesi aiutano l’Armenia, con quattro pazienti che ricevono cure in Francia e due in Bulgaria.

(8) BAMBINI A SCUOLA – Quasi il 40% dei bambini trasferiti dal Nagorno Karabakh in Armenia sono già stati inseriti nelle scuole armene. Lo ha affermato Nazeli Baghdasaryan, addetto stampa del Primo Ministro della RA, durante la conferenza stampa tenutasi oggi rilevando che insieme al processo di risoluzione dei problemi educativi e sanitari, lo Stato continua ad essere coerente con ogni persona sfollata con la forza dal Nagorno Karabakh.

(8) NAZIONI UNITE – L’agenzia Onu per i rifugiati ha chiesto 97 milioni di dollari per aiutare gli sfollati dell’Artsakh. Una dichiarazione al riguardo è stata pubblicata sul sito dell’ONU. Va notato che gli aiuti sono necessari per sostenere le azioni portate avanti dal governo armeno. La richiesta di finanziamento è stata lanciata congiuntamente con altre istituzioni delle Nazioni Unite e circa 60 organizzazioni partner. È stato elaborato un piano semestrale per una risposta urgente alla situazione dei rifugiati in Armenia fino alla fine di marzo 2024. È destinato a 231.000 persone: 136.000 rifugiati e 95.000 residenti nella Repubblica d’Armenia, che sostengono i profughi e li accolgono nelle loro case. Il progetto ha tenuto conto anche delle difficoltà dell’avvicinarsi dell’inverno. La dichiarazione propone di fornire sostegno nella fornitura di cibo e alloggio, nonché nell’istruzione e nella sanità. Si raccomanda inoltre di migliorare la fornitura di servizi statali per i rifugiati.

(7) SMANTELLATA ALTRA POSTAZIONE RUSSA – Le forze di pace russe hanno smantellato un altro posto di osservazione nella regione di Askeran. Lo riferisce il Ministero della Difesa della Federazione Russa.Il dipartimento ha informato il 5 ottobre che le forze di pace hanno smantellato i loro posti di osservazione nelle regioni di Askeran, Martakert e Shushi.Secondo il rapporto, in conformità con gli accordi raggiunti sulla cessazione delle ostilità, sotto il controllo delle forze di pace russe, è stato completato l’inventario di armi, equipaggiamento militare, armi da fuoco e munizioni nei magazzini delle forze armate del Nagorno Karabakh.92 unità di veicoli corazzati, 142 unità di autoveicoli, 124 unità di equipaggiamento antiaereo, 112 unità di cannoni di artiglieria da campo, cannoni e mortai antiaerei, 1 unità di cannoni antiaerei, più di 7mila unità di armi leggere e attrezzature anticarro, sono state consegnate circa 66,1 milioni di munizioni.

(7) DISTRIBUZIONE SFOLLATI – Le persone che hanno una certa chiarezza in termini di lavoro e occupazione si spostano nelle regioni dell’Armenia. Secondo i dati del momento, la distribuzione per regioni (Marz) è la seguente: Aragatsot: 4.119 persone, Ararat: 19.054, Armavir: 8.149, Gegharkunik: 4.939, Lori: 4.695, Kotayk: 22.350, Shirak: 3.529, Syunik: 5.436, Vayots Dzor: 2.310, Tavush: 3.195 per un totale di 77.776. Il collocamento di circa 58.000 persone è stato effettuato con il sostegno statale.

(7) ASSISTENZA SANITARIA – Più di 13mila persone sfollate con la forza dal Nagorno-Karabakh sono state registrate nei centri medici primari, nei policlinici e negli ambulatori. 303 cittadini sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh sono ricoverati negli ospedali armeni, le condizioni di 113 sono valutate gravi e 11 sono in condizioni estremamente gravi. 5 bambini continuano a ricevere le cure nelle unità di terapia intensiva.

(7) TELEFONATA TRA PASHINYAN E PUTIN – Il primo ministro Nikol Pashinyan ha avuto una conversazione telefonica con il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin come riferisce il servizio stampa del primo ministro armeno. Gli interlocutori hanno discusso della situazione creatasi dopo il reinsediamento forzato degli armeni del Nagorno-Karabakh [Artsakh], nonché di una serie di questioni all’ordine del giorno bilaterale. Il primo ministro Pashinyan si è anche congratulato con il presidente russo per il suo compleanno.

(7) RICERCA PERSONE – Lo staff del Comitato Internazionale della Croce Rossa continua a cercare le persone del Nagorno-Karabakh non ancora evacuate, tra cui anziani, malati e disabili secondo quanto riferisce. Lo ha detto la delegazione del CICR in Armenia. “Il nostro personale continua a cercare le persone che non sono state ancora spostate, compresi anziani, malati e disabili. Durante le visite dei giorni scorsi abbiamo fornito pacchi alimentari e igienici e abbiamo anche aiutato tre persone a ripristinare i contatti con i loro familiari. È stato un grande sollievo per queste persone poter finalmente parlare con i loro parenti, che fino a quel momento non avevano informazioni su dove si trovassero. Alle visite partecipano anche i nostri medici, che hanno valutato lo stato di salute delle persone vulnerabili al fine di soddisfare le loro esigenze mediche“, si legge nella dichiarazione del CICR in Armenia.

(7) ESPLOSIONE ARTSAKH – Sette pazienti feriti a causa dell’esplosione a Stepanakert e dell’aggressione militare dell’Azerbaigian nel Nagorno-Karabakh sono stati trasferiti in Francia e Bulgaria per continuare le cure nelle migliori cliniche secondo quanto ha riferito il Ministero della Sanità armeno.

(6) PAZIENTI DALL’ARTSAKH – Trecentotre pazienti medici sfollati con la forza dal Nagorno-Karabakh vengono curati nei centri medici dell’Armenia.L’addetto stampa del primo ministro Nazeli Baghdasaryan ha dichiarato in una conferenza stampa che le condizioni di salute di 113 di loro sono gravi; mentre nel caso di 11 pazienti la situazione è gravissima.

(6) CONTABILITA’ SFOLLATI – Alcune delle persone sfollate con la forza dal Nagorno-Karabakh e stabilitesi in Armenia hanno già ricevuto il pagamento una tantum di 100.000 AMD (circa 237 euro) previsto dal governo armeno. L’addetto stampa del primo ministro Nazeli Baghdasaryan ha detto in conferenza stampa che il resto dei pagamenti continuerà lunedì.Baghdasaryan ha inoltre affermato che il 99,2% degli sfollati dal Karabakh sono già stati registrati in Armenia.Inoltre ha osservato che 13.415 persone, pari al 13,5%, sono già state registrate nelle strutture mediche primarie – policlinici, ambulatori. Nazeli Baghdasaryan ha anche informato che 8.000 studenti frequentano varie istituzioni educative armene, ovvero circa il 32% dei bambini in età scolare.

(6) OSCE – Il Presidente in esercizio dell’OSCE, Ministro degli Esteri della Macedonia del Nord Bujar Osmani, ha chiesto maggiore sostegno internazionale e assistenza umanitaria per oltre 100.000 armeni del Karabakh che hanno trovato rifugio nella Repubblica di Armenia.

(6) AIUTI DALLA RUSSIA – La Russia invierà aiuti umanitari per sfollare forzatamente le persone dal Nagorno-Karabakh a medio e lungo termine, ha annunciato il Ministero russo per le Situazioni di Emergenza dopo un briefing con il Ministero degli Esteri armeno il 2 ottobre, riferisce l’Ambasciata russa in Armenia.L’ambasciata ha già predisposto l’elenco dei beni primari che sarà possibile inviare nei prossimi giorni alla Repubblica d’Armenia per far fronte ai bisogni degli armeni del Nagorno-Karabakh.

(6) MISSIONE NAZIONI UNITE – Il presidente dell’Azerbaigian ha informato che a breve ci sarà una nuova missione delle Nazioni unite nel Karabakh.

(6) CONSOLATI A MEGHRI – Dopo la Francia anche la Russia ha deciso di aprire un consolato a Meghri nel Syunik (Armenia del sud).

(6) FERITI ESPLOSIONE IN FRANCIA – Questo pomeriggio, quattro pazienti gravemente feriti nel Nagorno Karabakh sono stati evacuati negli ospedali francesi, secondo l’impegno assunto dal Ministro dell’Europa e degli Affari Esteri francese, Catherine Colonna, a Erevan. Il 4 ottobre il ministro degli Esteri francese, accompagnato dal ministro della Sanità Anahit Avanesyan, aveva visitato il National Burn Center, dove ricevono cure le vittime dell’esplosione nel Nagorno Karabakh. 

(5) DICHIARAZIONE CONGIUNTA A GRANADA – Armenia, Francia, Germania e UE hanno rilasciato una dichiarazione congiunta sui risultati dell’incontro in Spagna. Michel, Macron e Scholz hanno sottolineato il loro fermo sostegno all’indipendenza, alla sovranità, all’integrità territoriale e all’inviolabilità dei confini dell’Armenia. Hanno espresso il loro sostegno al rafforzamento delle relazioni UE-Armenia e hanno convenuto sulla necessità di fornire ulteriore assistenza umanitaria all’Armenia. Hanno sottolineato che questi rifugiati devono essere liberi di esercitare il loro diritto di ritornare alle loro case e ai loro luoghi di vita, senza alcuna condizione, con un monitoraggio internazionale e nel dovuto rispetto della loro storia, cultura e dei diritti umani. Rimangono impegnati in tutti gli sforzi diretti alla normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian, basate sul riconoscimento reciproco della sovranità, dell’inviolabilità dei confini e dell’integrità territoriale dell’Armenia (29.800 km2) e dell’Azerbaigian (86.600 km2).
Hanno sottolineato l’urgente necessità di lavorare per la delimitazione dei confini sulla base delle più recenti mappe dello Stato Maggiore dell’URSS fornite alle parti, che dovrebbero anche fungere da base per il distanziamento delle forze, per finalizzare il trattato di pace e affrontare tutte le questioni umanitarie. Hanno chiesto una maggiore cooperazione regionale e la riapertura di tutti i confini, compreso il confine tra Armenia e Turchia, nonché l’apertura di collegamenti di connettività regionale basati sul pieno rispetto della sovranità e della giurisdizione dei Paesi.
I leader europei hanno chiesto ad Armenia e Azerbaigian di rilasciare tutti i detenuti e di cooperare per affrontare la sorte delle persone scomparse e facilitare il lavoro di sminamento

(5) DICHIARAZIONE PASHINYAN-VON DER LEYEN – In seguito all’incontro tra il primo ministro Nikol Pashinyan e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Granada, a margine della Comunità politica europea, è stata adottata una dichiarazione congiunta. 
“ Ci siamo incontrati oggi nella città di Granada, a margine del vertice della Comunità politica europea ospitato dalla Spagna. Abbiamo ribadito la nostra condanna dell’operazione militare dell’Azerbaigian contro la popolazione armena del Nagorno-Karabakh e riaffermato la necessità di rispettare la sovranità e l’integrità territoriale sia dell’Armenia che dell’Azerbaigian, sulla base della dichiarazione di Almaty del 1991 e con la consapevolezza che il territorio dell’Armenia copre 29.800 km2 e 86.600 km2 dell’Azerbaigian. Abbiamo inoltre sottolineato che l’apertura dei collegamenti di connettività regionale dovrebbe basarsi sul pieno rispetto della sovranità e della giurisdizione dei paesi, nonché sui principi di uguaglianza e reciprocità. 
L’Armenia e l’UE sono legate da valori politici condivisi e dal loro impegno per un ordine internazionale basato su regole. In questi tempi difficili, l’UE e l’Armenia sono fianco a fianco. Siamo impegnati a rafforzare ulteriormente le relazioni UE-Armenia. Come abbiamo discusso all’inizio di questa settimana, il nostro obiettivo immediato è rispondere ai bisogni umanitari degli oltre 100.000 armeni del Karabakh fuggiti in Armenia. Abbiamo discusso di come garantire la massima efficacia degli aiuti umanitari e degli altri aiuti immediati forniti dall’UE, che raggiungeranno i 10,45 milioni di euro.
La presidente von der Leyen ha inoltre annunciato che la Commissione sta mobilitando fondi per stanziare 15 milioni di euro dal suo programma annuale per l’Armenia da utilizzare come sostegno al bilancio. Ciò consentirà al governo armeno di far fronte alle urgenti esigenze socioeconomiche e di sostenere l’acquisto di cibo e carburante. Nel lungo termine, l’Unione Europea e l’Armenia sono determinate a rafforzare i loro legami economici, lavorando per sfruttare appieno il potenziale del nostro accordo di partenariato economico globale. 
In particolare, il Piano di investimenti economici (EIP) dell’UE per l’Armenia prevede fino a 2,6 miliardi di euro da utilizzare per investimenti in importanti infrastrutture e altri progetti. La Commissione e l’Armenia raddoppieranno gli sforzi per attuare progetti importanti. La Commissione sosterrà inoltre la partecipazione dell’Armenia a progetti regionali come il cavo elettrico del Mar Nero. Infine, la Commissione intensificherà l’assistenza tecnica all’Armenia, in particolare nei settori della sicurezza aerea e della sicurezza nucleare. La presidente von der Leyen ha informato dei preparativi per un evento congiunto UE-USA a sostegno dell’Armenia. Continueremo le discussioni sui modi in cui rafforzare ulteriormente la nostra relazione nei prossimi giorni
”.

(5) COLPI AZERI SU VEICOLO ARMENO – Il ministero della Difesa dell’Armenia informa che oggi, alle 13,50 ora locale unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco contro un veicolo che stava provvedendo alla consegna di cibo alle postazioni difensive armene. Danni al mezzo ma nessun ferito. La violazione è avvenuta in direzione di Norabak (Gegharkunik)

(5) UNIONE EUROPEA – Charles Michel, capo del Consiglio europeo, ha sottolineato la necessità del riconoscimento reciproco dell’integrità territoriale tra Armenia e Azerbaigian. Michel ha affermato che durante una recente conversazione con il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev, ha chiarito che Aliyev “non può avere rivendicazioni territoriali contro l’Armenia”. Intanto, Josep Borrell, capo della diplomazia europea, ha espresso la speranza che i negoziati tra Armenia e Azerbaigian possano essere organizzati a Bruxelles. 
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha rivelato che l’Unione europea fornirà oltre 25 milioni di euro in aiuti all’Armenia a seguito dell’operazione militare dell’Azerbaigian nell’Artsakh (Nagorno-Karabakh). Lo ha annunciato durante la sua visita a Granada, dove ha partecipato al vertice della Comunità politica europea. Inizialmente erano stati stanziati 5,2 milioni di euro, ma von der Leyen ha dichiarato che avrebbe informato il primo ministro armeno Nikol Pashinyan della decisione dell’UE di raddoppiare tale importo portandolo a 10,2 milioni di euro. Inoltre, l’UE contribuirà con altri 15 milioni di euro al bilancio dell’Armenia.

(5) CONDANNATI PRESIDENTI – Un tribunale dell’Azerbaigian ha condannato all’arresto due ex presidenti dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh), Arkady Ghukasyan e Bako Sahakyan, e il presidente dell’Assemblea nazionale, Davit Ishkhanyan. Ghukasyan, Sahakyan e Ishkhanyan a una detenzione (provvisoria) di quattro mesi. In precedenza, l’Azerbaigian aveva confermato ufficialmente la notizia dell’arresto dell’ex presidente dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan. Il Servizio di Sicurezza dello Stato dell’Azerbaigian ha pubblicato un video dell’arresto e dell’interrogatorio di Harutyunyan. Arayik Harutyunyan è stato “accusato” ai sensi dei nove articoli del codice penale azerbaigiano e rischia l’ergastolo.

(5) ARMENI RIMASTI – Più di 15 armeni identificati nell’Artsakh (Nagorno Karabakh) sono rimasti sotto il dominio azerbaigiano. Artak Beglaryan, ex ministro di Stato dell’Artsakh, ne ha scritto su Telegram, citando le sue fonti. “Il numero totale non può superare i 40, comprese le persone scomparse”, ha aggiunto Beglaryan.

(5) PARLAMENTO EUROPEO – Nella sessione plenaria di oggi tenutasi a Strasburgo, in Francia, i membri del Parlamento europeo hanno adottato una risoluzione giuridicamente non vincolante che invita l’Unione europea a imporre sanzioni all’Azerbaigian in relazione agli eventi riguardanti il ​​Nagorno Karabakh, nonché a rivedere lo sviluppo della cooperazione e ridurre la dipendenza dall’importazione di gas naturale azerbaigiano. La risoluzione è stata adottata con 491 voti favorevoli, 9 contrari e 36 astensioni. Le risoluzioni del Parlamento europeo sulle questioni di politica estera non sono giuridicamente vincolanti, ma le altre istituzioni europee devono ascoltare le opinioni degli eurodeputati. In particolare, la risoluzione afferma che il Parlamento europeo invita l’UE e i suoi Stati membri ad adottare sanzioni mirate contro i funzionari governativi dell’Azerbaigian responsabili di molteplici violazioni del cessate il fuoco e di abusi dei diritti umani nel Nagorno Karabakh. Inoltre, i deputati chiedono all’Alto rappresentante dell’UE per la politica estera (Borrell) di sospendere i negoziati per un rinnovato accordo di partenariato con l’Azerbaigian fino a quando quest’ultimo non mostrerà una sincera volontà di rispettare i diritti e la sicurezza della popolazione armena del Nagorno Karabakh. In caso contrario, i deputati chiedono all’UE e ai suoi Stati membri di prendere in considerazione la sospensione dell’applicazione dell’accordo di facilitazione dei visti e la riduzione del livello di cooperazione con l’Azerbaigian in altri settori.
Il Parlamento europeo ritiene necessario che l’UE riduca la sua dipendenza dal gas naturale dell’Azerbaigian e, in caso di aggravamento delle tensioni tra Azerbaigian e Armenia, sospenda completamente l’importazione di petrolio e gas naturale dall’Azerbaigian.
I deputati chiedono all’UE di lavorare per fornire garanzie internazionali per garantire la sicurezza degli armeni che ancora vivono nel Nagorno-Karabakh, nonché di ripristinare il pieno accesso umanitario alla regione e di aumentare considerevolmente gli aiuti umanitari. Il Parlamento europeo esprime delusione per l’organizzazione dei lavori della prima missione delle Nazioni Unite che ha visitato il Karabakh e chiede l’istituzione di una presenza internazionale nel Nagorno Karabakh sotto gli auspici delle Nazioni Unite. Inoltre, i deputati hanno chiesto all’Azerbaigian di rilasciare tutti gli armeni, compresi i politici, arrestati nel Nagorno Karabakh.

(4) PRINCIPI PER LA PACE – Rispondendo a una domanda in parlamento il premier armeno Pashinyan ha dichiarato che una pace può essere siglata sulla base di tre principi già illustrati nei precedenti vertici ovvero: 1) riconoscimento reciproca integrità territoriale (Armenia 29.800 km2, Azerbaigian 86.600 km2) 2) Accordo sui parametri per la definizione dei confini (l’Armenia vorrebbe usare le mappe sovietiche del 1975 ma non è categorica su questo punto), 3) l’apertura delle comunicazioni nella regione avverrà secondo il principio di sovranità, giurisdizione, legislazione, uguaglianza e reciprocità dei paesi. Pashinyan ha detto che “se l’Azerbaigian riaffermasse pubblicamente il suo impegno verso questi principi, potremmo praticamente considerare che la conclusione di un trattato di pace è solo questione di breve tempo. Il problema è che gli alti funzionari dell’Azerbaigian, che dicono di essere d’accordo con il processo di pace, non hanno riaffermato il loro impegno verso questi principi, il che solleva dubbi. che quando dicono pace, intendono dopo aver realizzato le loro presunte ambizioni per l’integrità territoriale dell’Armenia. Se riaffermano la loro lealtà a questi 3 principi, allora potremo considerare la pace praticamente raggiunta.”

(4) CONTEGGIO SFOLLATI – Secondo gli ultimi dati risultano ufficialmente sfollati dall’Artsakh 100.632 persone.

(4) IL PRESIDENTE IN ARMENIA? – Secondo alcune fonti l’attuale presidente della repubblica di Artsakh, Samvel Shahramanyan, sarebbe già in Armenia.

(4) SALTA IL VERTICE DI GRANADA – L’Azerbaigian ha dichiarato la indisponibilità a partecipare al previsto vertice di Granada previsto nella cornice della riunione della Comunità politica europea. L’incontro tra Pashinyan e Aliyev con la partecipazione di Macron, Sholz e Michel è saltato. Pare che la ragione del mancato arrivo di Aliyev sia stata la recente posizione della Francia e la non partecipazione di Erdogan. Sembra invece confermata la presenza del premier armeno Pashinyan.

(4) CORRIDOIO DI ZANGEZUR – Maria Zakharova, rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo, ha commentato la realizzazione del “corridoio Zangezur”. “Questo lavoro viene svolto nell’ambito della co-presidenza dei vice primi ministri di Armenia, Azerbaigian e Russia. Il progetto di ripristinare la via di trasporto che collega l’Azerbaigian con la Repubblica autonoma di Nakhchivan attraverso la provincia di Syunik in Armenia è in fase di realizzazione discusso. Nell’attuazione di questo progetto, vediamo un significativo potenziale di progresso verso la normalizzazione delle relazioni tra Yerevan e Baku. E, naturalmente, tutto dipende dalla volontà politica dei paesi e dalla disponibilità a raggiungere accordi concreti“, ha affermato il rappresentante ufficiale del Ministero degli Affari Esteri russo.

(4) SERVIZI SEGRETI ARMENIA – L’ex difensore civico Kristine Grigoryan è stata nominata capo dei servizi segreti esteri con decreto del primo ministro Nikol Pashinyan. L’Ufficio è di nuova costituzione.

(3) ARRESTATI I PRESIDENTI – Gli ex presidenti della repubblica di Artsakh, il 66enne Arkadi Ghukasyan (1997-2007), il 63enne Bako Sahakyan (2007-2020) e il 53enne Arayik Harutynunyan (2020-2023), sono stati presi dagli azeri e portati a Baku. Stessa sorte all’attuale presidente dell’Assemblea nazionale David Ishkhanyan. Salgono così a otto le alte cariche dello Stato imprigionate dall’Azerbaigian.

(3) AIUTI DALL’IRAN – 60 tonnellate di aiuti umanitari per gli sfollati dell’Artsakh sono arrivate in Armenia dall’Iran.

(3) DICHIARAZIONI MICHEL – C’è una grande responsabilità da parte dell’Azerbaigian, che ha lanciato questa operazione militare contro il Nagorno Karabakh, ha detto Charles Michel, presidente del Consiglio europeo. “Spetta ora all’Azerbaigian mostrare buona volontà, impegnandosi nel rispetto del diritto internazionale per proteggere i diritti e la sicurezza dell’intera popolazione che vive in Azerbaigian, compresa la popolazione armena“, ha detto Michel, riferendosi al commento secondo cui il rapporto di Bruxelles con Baku rimane difficile ma promettente. Ha anche affermato che Baku rimane un partner dell’UE nonostante il suo sfrontato attacco. “L’Azerbaigian oggi è un partner, sì, è un partner. Ciò non significa che il rapporto sia semplice. No, non è semplice. Ci sono difficoltà? Sì, e queste difficoltà sono reali e devono essere comprese“, ha spiegato. Alla domanda se l’UE debba riconsiderare l’accordo sul gas con Baku, Michel ha risposto: “Certamente. Ciò che ora dobbiamo guardare è come normalizzare il rapporto tra Armenia e Azerbaigian in modo da poter garantire fermamente e incontestabilmente il reciproco riconoscimento del integrità territoriale di entrambi i paesi.”

(3) ALTI FUNZIONARI LASCIANO L’ARTSAKH – Tre alti funzionari hanno lasciato il Nagorno Karabakh e sono entrati in Armenia. Si tratta del ministro degli Interni dell’Artsakh, Karen Sargsyan, del direttore del Servizio di sicurezza nazionale, Ararat Melkumyan, e del capo di gabinetto del presidente del Nagorno Karabakh.
Ieri sera gli azeri non avevano permesso al direttore del Servizio statale di sicurezza nazionale di attraversare il ponte Hakari, lo avevano portato a Stepanakert, arrestato e poi rilasciato, e dopo trattative gli hanno permesso venire in Armenia. In Karabakh sono rimasti solo i presidenti precedenti e quello attuale e diversi funzionari di alto rango. L’Azerbaigian non consente ad Arkadi Ghukasyan, Bako Sahakyan, Arayik Harutyunyan e Samvel Shahramanyan di lasciare l’Artsakh. Tuttavia, sono in corso trattative attive sulla questione. Il procuratore generale dell’Azerbaigian ha emesso un mandato di arresto per Arayik Harutyunyan.

(3) POLIZIA E SOCCORRITORI SE NE VANNO – Anche la polizia e i soccorritori hanno lasciato Artsakh la scorsa notte, secondo quanto riferito dal portavoce del Ministero degli Affari Interni dell’Artsakh, Hunan Tadevosyan. Egli ha sottolineato che le operazioni di ricerca non hanno dato risultati negli ultimi giorni e quindi sono state interrotte. I soccorritori hanno trasportato in Armenia anche le loro attrezzature di servizio e i camion dei pompieri. I resti umani rinvenuti sul luogo dell’esplosione in un deposito di benzina vicino a Stepanakert sono stati portati nella capitale armena Yerevan per un esame genetico. Ci sono persone disperse sia a causa della suddetta esplosione che a causa delle operazioni di combattimento, ma il loro numero esatto non è stato ancora reso noto.

(3) VERTICE DI GRANADA – Il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev spera che l’incontro che si terrà a Granada darà impulso allo sviluppo dell’agenda di pace nella regione. Lo ha detto Aliyev in un incontro con l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, nella sua residenza a Baku. Aliyev ha notato che l’Azerbaigian ha preso l’iniziativa del trattato di pace e ha notato che nella regione si sono create opportunità storiche per portare avanti l’agenda di pace. Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azero Ilham Aliyev si incontreranno a Granada il 5 ottobre. All’incontro parteciperanno anche i leader di Francia, Germania e il Consiglio europeo.

(3) EVACUAZIONE CONCLUSA – Il comando russo di mantenimento della pace riferisce di aver accompagnato “l’ultimo” autobus di rifugiati di etnia armena diretti dal Nagorno Karabakh all’Armenia il 2 ottobre 2023. Rimangono alcuni armeni in Nagorno Karabakh, come quelli che svolgono attività di ricerca e recupero delle persone uccise.

(2) DICHIARAZIONI DI LAVROV – La decisione che il Karabakh deve diventare parte dell’Azerbaigian è stata presa con la partecipazione diretta del primo ministro armeno Nikol Pashinyan, ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. “È una bugia quando personaggi [politici] di Yerevan hanno affermato che, firmando un accordo per porre fine alla guerra nel novembre 2020, Putin ha costretto Pashinyan a dare il Karabakh all’Azerbaigian. In questo accordo, datato 10 novembre 2020, è scritto che il Karabakh è un’area di responsabilità del contingente russo di mantenimento della pace e c’era un accordo comune secondo cui il dialogo sullo status finale del Karabakh sarebbe continuato. Tuttavia, quando un anno o un anno e mezzo dopo, il primo ministro Pashinyan, in un regolare vertice europeo a Praga, firmò un documento in cui si afferma che Armenia e Azerbaigian si riconoscono entro i confini del 1991, in conformità con la dichiarazione di Alma-Ata, la questione era chiusa. Successivamente ha utilizzato nuovamente il termine a Bruxelles. Inoltre, nel documento in questione, distribuito dall’UE, non si dice che l’Armenia sia preoccupata per la sorte degli armeni che vivevano in Karabakh, e che tutti debbano in qualche modo occuparsi del proprio destino affinché non non devo soffrire“, ha detto Lavrov.
Coloro che vogliono lasciare il Karabakh per la Russia non possiamo farli restare. Stiamo lavorando con i colleghi e i vicini azeri per stabilizzare la situazione in Karabakh, per rafforzare la fiducia lì, per creare le condizioni per la ripresa della vita normale e della vita comune di armeni e azeri. Spero che anche Yerevan sia interessata a questo e che faccia degli sforzi per questo“, ha aggiunto il ministro degli esteri russo.

(2) SPARI A STEPANAKERT – Il contingente russo di mantenimento della pace ha riferito di una violazione del cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh. “È stata registrata una violazione del cessate il fuoco. Nella città di Stepanakert, uno sconosciuto ha sparato con un’arma da cecchino in direzione del servizio di pattuglia russo-azerbaigiano. Non ci sono vittime. Il comando delle forze di pace russe sta conducendo un’indagine con i rappresentanti della parte azera e del Karabakh su questo fatto”, ha detto il Ministero della Difesa russo.

(2) AZERI ATTACCANO SOLDATI IN ARMENIA – Oggi alle 14:45 (ora locale) unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco contro l’auto che trasportava cibo per il personale delle posizioni armene situate a Kut. In seguito al bombardamento del veicolo incaricato della fornitura di cibo al personale armeno in servizio nelle posizioni di combattimento, ci sono state vittime da parte armena. Dalle ore 16 la situazione lungo la linea del fronte sembra essersi in una certa misura stabilizzata. L’attacco azero al veicolo delle forze armate dell’Armenia è costato la vita di un militare e il ferimento di altri due. Il militare ucciso è Aram Tigran Kocharyan dell’unità militare N del Ministero della Difesa della Repubblica di Armenia.

(2) PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA – I quattro presidenti dell’Artsakh – Arkady Ghukasyan, Bako Sahakyan, Araik Harutyunyan, Samvel Shahramanyan – non si sono trasferiti in Armenia. Secondo una fonte attendibile di Aravot.am continuano a trovarsi nell’Artsakh. Da ieri sera sui social network e sui canali telegrafici si è diffusa la notizia che i tre presidenti dell’Artsakh, a seguito dei negoziati, sono stati trasferiti sani e salvi a Yerevan. Tuttavia, secondo le nostre informazioni, i presidenti dell’Artsakh, la maggior parte dei membri del governo, compresi i capi delle strutture di potere, si trovano nell’Artsakh. A seguito di alcuni incontri e discussioni che si terranno oggi, si prevede che verrà deciso il destino dei tre presidenti dell’Artsakh, Arkady Ghukasyan, Bako Sahakyan, Araik Harutyunyan.Ricordiamo che, secondo il messaggio di ieri del quartier generale dell’informazione dell’Artsakh, il presidente Samvel Shahramanyan rimarrà con un gruppo di funzionari a Stepanakert fino alla fine delle operazioni di ricerca e salvataggio di persone scomparse, di militari caduti nell’attacco azero del 19 settembre e fino alla restituzione dei resti delle persone uccise nell’esplosione del deposito di carburante nella regione di Askeran il 25 settembre.
L’ex ministro di Stato dell’Artsakh, Artak Beglaryan, aveva detto che gli ex presidenti dell’Artsakh potrebbero nascondersi in luoghi diversi, forse non sono nemmeno a Stepanakert. “Gli azeri possono entrare in qualsiasi momento e arrestarli, ma devono anche trovarli. Forse si nascondono da posti diversi, forse non si nascondono a Stepanakert.” Dobbiamo anche ricordare che ieri i media azeri hanno diffuso la notizia che è stata annunciata una ricerca internazionale per l’ex presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan e l’ex comandante dell’Esercito di difesa Jalal Harutyunyan. Lo ha detto il procuratore generale dell’Azerbaigian Kyamran Aliyev. Secondo Aliyev, per quest’ultimo è stata annunciata una ricerca internazionale “in relazione agli attacchi missilistici contro la popolazione civile di Ganja e all’uccisione di civili durante la guerra dei 44 giorni”.
Il procuratore generale dell’Azerbaigian ha aggiunto che sono ricercate 300 persone, quattro delle quali sono state arrestate. Stiamo parlando dell’ex ministro di Stato dell’Artsakh Ruben Vardanyan, dell’ex ministro degli affari esteri Davit Babayan, del comandante delle forze di difesa (2015-2018) Levon Mnatsakanyan e dell’ex vice comandante dell’esercito di difesa, maggiore generale Davit Manukyan.

(2) MEDICI ISRAELIANI – Su richiesta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il Ministero della Sanità israeliano ha inviato due medici a Yerevan, in Armenia, per fornire assistenza alle vittime della recente esplosione di un magazzino di benzina vicino a Stepanakert, la capitale del Nagorno-Karabakh (Artsakh ) il 26 settembre. Lo ha annunciato l’ambasciatore israeliano in Armenia, Joel Lyon.

(2) PROCESSO AL RAPITO – Il procuratpre generale azero ha completato nel procedimento penale contro Vagif Khachatryan, residente nel Nagorno Karabakh, e il caso è stato inviato al tribunale militare di Baku. Khachatryan è stato rapito dagli azeri dalle mani della Croce Rossa nel corridoio Lachin. Vagif Khachatryan, come partecipante alla prima guerra del Nagorno-Karabakh all’inizio degli anni ’90, è stato accusato di una serie di articoli pesanti ai sensi del codice penale dell’Azerbaigian: genocidio e deportazione di persone. Rischia una lunga (e probabile) detenzione.

(1) AIUTI AGLI SFOLLATI – Il governo dell’Armenia ha annunciato che pagherà per sei mesi 500.000 dram (circa 100 euro) agli sfollati dell’Artsakh. Di tutte le 100.483 persone sfollate con la forza dal Nagorno-Karabakh, 45.516 cittadini utilizzano gli alloggi forniti dallo Stato. Per gli sfollati dall’Artsakh, la Ferrovia del Caucaso Meridionale offre viaggi gratuiti sui treni locali (per Yerevan, Gyumri, Yeraskh, Araks).

(1) LISTA RICERCATI – La lista dei ricercati dall’Azerbaigian dovrebbe comprendere circa trecento nomi secondo quanto trapela dai media azeri. Intanto il Procuratore generale di Baku ha inserito fra i nomi quello dell’ex presidente Araiyk Harutyunyan (che dovrebbe trovarsi in Armenia) e quello dell’ex ministro della Difesa Jalal Harutyunyan.

(1) MISSIONE ONU – Una missione delle Nazioni Unite è arrivata questa mattina nel Nagorno Karabakh secondo quanto riferiscono i media azeri. I membri della missione sono partiti per Askeran-Stepanakert via Aghdam. “Lo scopo della missione è conoscere la situazione sul posto e determinare i bisogni umanitari dei residenti. La missione comprende rappresentanti di varie agenzie delle Nazioni Unite”. L’ultima volta che la missione delle Nazioni Unite è arrivata in Karabakh circa 30 anni fa.

Davanti alla giornalista che lo intervista per ‘Euronews’ (un’intervista in parallelo con il premier armeno Pashinyan, stesse domande), l’autocrate presidente dell’Azerbaigian non si tira indietro. Non prova a camuffare quella irresistibile voglia di menare le mani che ha da quando è asceso al potere succedendo al padre.
Ilham Aliyev, forte dei successi militari grazie alla montagna di miliardi di dollari spesa in armamenti negli ultimi anni e grazie all’indispensabile aiuto del compare turco Erdogan, non si nasconde dietro inutili giri di parole anche quando logica e diplomazia imporrebbero di addolcire certe dichiarazioni.

Si contraddice in più di un’occasione ma da bravo padre-padrone del suo Paese non se ne cura, tanto le critiche in patria non arriveranno mai e all’estero il suo gas è troppo prezioso per ridare dignità alla politica internazionale.

Esordisce affermando che l’accordo tripartito del 9 novembre 2020 non è un trattato di pace (e in questo ha ragione) ma un “atto di capitolazione” dell’Armenia alla quale imporre poi le condizioni (ovviamente le sue) per una soluzione definitiva del contezioso.
Dietro ogni sua frase si nasconde un’ostilità latente, una voglia repressa di schiacciare definitivamente il nemico, prendersi tutto e risolvere una volta per tutte il problema. In fondo è quel che volevano i Giovani turchi nel 1915…

Non usa quasi mai l’espressione “Nagorno Karabakh” (che nel linguaggio azero è stata abolita) ma solo “Karabakh” nonostante il predetto accordo di tre anni fa la riportasse integralmente. Non dà valore a quella firma post-guerra ma poi rivendica che “l’Armenia ha l’obbligo sottoscritto dopo la seconda guerra del Nagorno Karabakh di consentirci l’accesso alla nostra exclave del Nakhchivan” (in realtà c’è solo una previsione di sblocco delle comunicazioni regionali non un diritto di occupare altra terra armena o di transito…).

Se vedremo un approccio costruttivo da parte degli armeni e soprattutto se questi ultimi metteranno da parte tutte le loro aspirazioni a contestare la nostra integrità territoriale allora potremo trovare una soluzione di pace molto preso forse anche entro la fine dell’anno” afferma: ma gli armeni lo hanno (imprudentemente, forse ora Pashinyan se ne sta pentendo) già fatto chiedendo solo la tutela e la sicurezza dei diritti della popolazione dell’Artsakh. Nel frattempo Aliyev continua a occupare pezzi di Armenia e ad avanzare rivendicazioni sulle “storiche terre azerbaigiane” che già detta così fa ridere per uno Stato nato nel 1918.

Nel suo traporto di certezze il patetico Aliyev si incarta parlando del blocco – a suo dire inesistente – del corridoio di Lachin: prima dice che sono passati 2000 armeni dal 23 aprile, poi parla di provocazione di Yerevan per il ferimento di un soldato (che, per la cronaca, aveva oltrepassato il ponte Hakari e piantato una bandiera dell’Azerbaigian in territorio dell’Armenia, evidente provocazione) e conferma che Baku ha chiuso la strada, poi ammette che i convogli della Croce Rossa sono stati fermati per “contrabbando” di sigarette, iphone e benzina: ma se il corridoio è aperto quale sarebbe il problema di far arrivare delle merci a Stepanakert?

Ma il meglio del dittatore azero arriva nel finale: alla domanda “Quale pensa sia la sua missione? Portare una pace duratura o vincere una guerra?” Aliyev non ha alcuna esitazione. “Vincere la guerra era la mia missione politica”. Un bravo consigliere gli avrebbe suggerito una risposta più diplomatica, meno diretta; ma nessuno si azzarda a contraddire il presidente che non è abituato a domande strane come quella conclusiva quando l’intervistatrice gli chiede cosa vorrebbe dire all’opinione pubblica armena: il sunto della sua risposta è che gli armeni dell’Armenia si devono fidare di lui e delle sue proposte, anzi condizioni, di pace mentre quelli dell’Artsakh dovrebbero essere contenti di diventare bravi cittadini dell’Azerbaigian (177° su 190 Stati per tutela dei diritti politici e civili…) oppure andarsene.

L’intervista si svolge nella città armena occupata di Shushi e il segnale è inequivocabile: qui ci sono e non me ne vado…

Qui il reportage di Euronews (in italiano)

Il presidente della Repubblica dell’Artsakh si è rivolto alla nazione parlando della grave situazione, delle azioni imminenti in mezzo al deterioramento della sicurezza, della situazione umanitaria causata dal blocco dell’Azerbaigian ma anche della inattività della comunità internazionale che non è andata oltre a generici richiami all’Azerbaigian. “Se entro una settimana la situazione del popolo dell’Artsakh non tornerà a uno stato più o meno stabile e normale con l’intervento internazionale, allora ricorreremo ad azioni più dure sia nell’Artsakh che al di fuori di esso” dichiara Harutyunyan.

“Cari compatrioti,
sono più di sette mesi che il popolo dell’Artsakh combatte contro il nuovo crimine azero contro l’umanità, il blocco. Gli ostacoli alla circolazione di cittadini, veicoli e merci dell’Artsakh, il divieto totale di consegna anche di beni umanitari nell’ultimo mese, la continua interruzione della fornitura di gas ed elettricità, le periodiche aggressioni e provocazioni militari, il terrorismo psicologico mirano a reprimere e rompere il libero arbitrio e il diritto all’autodeterminazione del popolo dell’Artsakh, soggiogarlo con la forza e portare infine alla pulizia etnica.

Il popolo e le autorità della Repubblica dell’Artsakh hanno ripetutamente espresso le loro posizioni, di cui vorrei evidenziare quanto segue:

  1. Ci battiamo per la realizzazione, il riconoscimento e la protezione del nostro diritto inalienabile a una vita dignitosa e all’autodeterminazione nella nostra patria, e questo diritto è naturale e non soggetto a negoziazione e concessioni.
  2. Nelle condizioni della politica sistemica di odio etnico e discriminazione contro il popolo armeno prevalente in Azerbaigian, in particolare gli armeni dell’Artsakh stanno affrontando una reale minaccia di distruzione fisica, che è chiaramente evidenziata dai crimini contro l’umanità del 2020 manifestati dalla guerra e l’attuale blocco. In tali circostanze, riconoscere e tutelare il nostro diritto all’autodeterminazione esterna è un mezzo indispensabile non solo per gestire il nostro destino, ma anche per garantire l’esistenza fisica di un intero popolo indigeno.
  3. Considerando inaccettabile la guerra del 2020, le sue modalità criminali e le sue conseguenze, allo stesso tempo abbiamo dovuto tenere conto della nuova realtà formata dalla dichiarazione tripartita del 9 novembre, sperando che almeno fornisca un certo ambiente stabile per lungo tempo tempo per la nostra gente di vivere in sicurezza e dignità nella loro patria. Tuttavia, durante questo periodo, abbiamo avuto una serie di aggressioni militari da parte dell’Azerbaigian, e due anni dopo la fine della guerra, già un blocco, poi un assedio completo, violando non solo le ben note norme del diritto internazionale, ma anche molte disposizioni della Dichiarazione Tripartita, riguardanti il corridoio del Kashatagh (Lachin), le garanzie delle truppe russe di mantenimento della pace e altri aspetti.
  4. Allo stesso tempo, siamo sempre stati aperti a discutere con la parte azera tutte le componenti del conflitto azero-karabako e le preoccupazioni delle parti, ci siamo sempre mostrati una parte costruttiva, rendendoci conto della nostra situazione vulnerabile, ma cercando di preservare i nostri diritti e interessi vitali. Tuttavia, l’Azerbaigian non ha mai voluto avere un vero dialogo con noi, incoraggiato dall’impunità internazionale, scegliendo la via della crescente oppressione e sottomissione.

Durante tutto il blocco, abbiamo sperato che vari attori della comunità internazionale sollevassero il blocco, impedendone l’ulteriore approfondimento. Tuttavia, abbiamo sentito solo belle parole.
Non abbiamo visto l’attuazione pratica né della Dichiarazione Tripartita, né delle ordinanze della Corte Internazionale di Giustizia dell’ONU, né delle sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, né degli appelli delle organizzazioni internazionali, dei singoli stati e di altri attori.

La situazione della gente dell’Artsakh è diventata sempre più complicata.

Dopo l’estenuante blocco che dura da dicembre e il completo assedio dello scorso mese, ora in Artsakh abbiamo una grande carenza di cibo, carburante, medicine, igiene e altri beni di prima necessità; una sospensione quasi totale dei lavori agricoli, continue interruzioni delle infrastrutture idriche e di comunicazione, interruzioni nel lavoro di ospedali, panifici e altre strutture vitali per la mancanza di soluzioni alternative per l’approvvigionamento energetico; malnutrizione di bambini, donne incinte e altri gruppi vulnerabili; centinaia di famiglie separate, ecc., In pochi giorni, questa condizione diventerà molto più grave con tutte le sue conseguenze irreversibili.

Cari compatrioti,

Tenendo conto dell’attuale situazione disastrosa, ho deciso di ricorrere a una misura estrema, ovvero di unirmi al sit-in iniziato da molti cittadini in piazza della Rinascita a Stepanakert da questo momento. Questo è un ulteriore sforzo e allarme per attirare l’attenzione pratica internazionale, per sollecitare la comunità internazionale ad adempiere ai propri obblighi, per spingere il popolo armeno e tutti i nostri amici ad azioni attive e immediate.

Con questo sit-in, ci aspettiamo che Armenia, Russia, Stati Uniti, Francia, Unione Europea, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e altri organismi autorizzati, così come tutti gli altri attori correlati, si astengano dall’incoraggiare l’Azerbaigian e ignorino le sue ulteriori azioni aggressive e criminali.

Aderire al sit-in che è iniziato è un passo estremo verso l’adempimento dei miei obblighi costituzionali, civili e nazionali, in questa situazione non ho trovato un’altra opzione più efficace.

Durante questi giorni, avrò l’opportunità di comunicare con tutti i principali attori e gruppi del movimento popolare, società in Piazza della Rinascita, per discutere insieme ciò che dobbiamo fare e per prendere insieme le decisioni appropriate e attuarle.
Se entro una settimana la situazione del popolo dell’Artsakh non tornerà a uno stato più o meno stabile e normale con l’intervento internazionale, allora ricorreremo ad azioni più dure sia nell’Artsakh che al di fuori di esso.

Possa Dio proteggere l’Artsakh e il popolo dell’Artsakh”

Arayik Hartyunyan, Stepanakert 17 luglio 2023

[Traduzione e grassetto redazionale]

Il Presidente della Repubblica dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan, ha inviato lettere ai leader di tutti gli Stati membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Presidente in carica dell’OSCE, al Presidente del Consiglio europeo, al Segretario Generale del Consiglio d’Europa, nonché al Primo Ministro della Repubblica di Armenia, chiedendo l’applicazione di misure urgenti nel quadro degli obblighi internazionali assunti e misure efficaci per fermare il blocco illegale e completo dell’Artsakh effettuato dall’Azerbaigian e fermare i sistematici crimini di massa e il terrorismo contro il popolo dell’Artsakh.

Come si apprende dal messaggio diffuso dall’ufficio del Presidente dell’Artsakh, le lettere, oltre a presentare le aspettative della Repubblica dell’Artsakh da parte di ciascun destinatario, facevano anche riferimento alla situazione attuale. La parte principale del testo delle lettere è presentata di seguito.

” Io,  in qualità di Presidente della Repubblica dell’Artsakh ( Nagorno Karabakh ), a nome del governo e del popolo dell’Artsakh, con questo appello urgente, allerto la comunità internazionale sull’emergente e l’aggravarsi della crisi di sicurezza e umanitaria nell’Artsakh  che sta rapidamente trasformandosi in un disastro.
Questa situazione si è formata a seguito delle seguenti azioni criminali compiute dall’Azerbaigian.

Nel 2022 il 12 dicembre, a seguito del blocco illegale da parte dell’Azerbaigian del corridoio Lachin (Kashatagh) che collega l’Artsakh all’Armenia e al mondo esterno, circa 120.000 persone dell’Artsakh si sono ritrovate sotto assedio. Inoltre, circa 30.000 cittadini della Repubblica dell’Artsakh sono stati privati ​​della possibilità di esercitare il diritto al ritorno in patria.

Da allora, il movimento umanitario di persone e merci attraverso il Corridoio Lachin avviene esclusivamente dal Comitato Internazionale della Croce Rossa e dalle forze di pace russe, con un volume molto limitato e alcune interruzioni periodiche, e il movimento dei veicoli dei cittadini dell’Artsakh è completamente proibito.

Nel 2023 dal 9 gennaio, l’Azerbaigian ha interrotto la fornitura di energia elettrica sull’unica linea ad alta tensione tra Armenia e Artsakh, causando gravi problemi energetici e umanitari in Artsakh durante questi 185 giorni, blackout giornalieri di sei ore, diminuzione del 48% del consumo di elettricità ed esaurimento dei locali sistemi di produzione e fornitura di energia elettrica.  Dal 13 dicembre, e quasi ininterrottamente dal 21 marzo, l’Azerbaigian ha interrotto l’unica fornitura di gas dall’Armenia all’Artsakh (per un totale di 148 giorni), aggravando così la crisi energetica e umanitaria.

Il 23 aprile, l’Azerbaigian ha istituito un posto di blocco illegale al confine tra Artsakh e Armenia, nel corridoio Lachin, avviando ufficialmente e apertamente un controllo militare, severo e arbitrario su tutti i movimenti.

Dal 15 giugno, l’Azerbaigian ha bloccato completamente il Corridoio Lachin, vietando completamente il trasporto di andata e ritorno di qualsiasi persona o merce (inclusi cibo, medicine, articoli per l’igiene, carburante) anche da parte della Croce Rossa e delle forze di pace.

Dal 25 giugno al 10 luglio è stato ripristinato in misura molto limitata il trasporto di pazienti medici con problemi urgenti ai centri medici armeni attraverso la Croce Rossa, così come l’importazione di alcuni medicinali in Artsakh, e dal 10 luglio il movimento di la Croce Rossa è stato nuovamente bloccato.

Durante tutto questo periodo, l’Azerbaigian ha usato la forza e la minaccia della forza contro il popolo dell’Artsakh, con evidenti manifestazioni di odio etnico e terrorismo, e con lo scopo palese della pulizia etnica.

L’uso della forza da parte dell’Azerbaigian e la minaccia della forza continuano a ostacolare l’organizzazione delle attività agricole su circa 10.000 ettari di terreno adiacente alla linea di contatto, che costituisce una parte significativa del totale dei terreni coltivati.

Soprattutto a seguito della sospensione di tutti gli aiuti umanitari dal 15 giugno e dell’utilizzo delle sole scorte interne, la situazione umanitaria peggiora di giorno in giorno, in particolare:

  • c’è un peggioramento della scarsità di cibo, e questo per il fatto che prima del blocco, circa il 90% di tutto il cibo consumato veniva importato dall’Armenia;
  • A causa della crescente carenza di carburante e di altre risorse necessarie, circa il 70 percento dei lavori agricoli pianificati non è stato eseguito e più in altri rami dell’economia.
  • Per lo stesso motivo la circolazione interna del trasporto pubblico si è ridotta di circa il 50 per cento, e nel caso del trasporto privato, quasi del tutto,
  • La crescente carenza di medicinali, forniture mediche e igieniche e il divieto di trasportare pazienti medici in Armenia rappresentano minacce crescenti per la vita e la salute delle persone,
  • In condizioni di interruzioni di corrente quotidiane e carenza di carburante, le apparecchiature mediche funzionano con grande difficoltà e interruzioni, portando a un’ulteriore diminuzione del volume e della qualità dei servizi forniti,
  • A causa della mancanza di alimenti e vitamine necessari circa 2.000 donne incinte e circa 30.000 bambini devono sopravvivere in condizioni di malnutrizione,
  • Interruzioni di corrente quotidiane e carenze di carburante e altri beni di prima necessità causano gravi interruzioni nell’approvvigionamento idrico e nelle infrastrutture di telecomunicazione in molti insediamenti;
  • A causa del blocco e dell’interruzione delle forniture di elettricità e gas, circa 12.000 persone sono diventate disoccupate e hanno perso la loro fonte di reddito, che rappresenta oltre il 60% delle persone che lavorano effettivamente nel settore privato.

Il blocco completo della Repubblica dell’Artsakh e il suo isolamento dal mondo esterno, effettuato con l’obiettivo di soggiogare con la forza il popolo dell’Artsakh, aggrava la crisi umanitaria e prepara un terreno favorevole affinché i continui crimini contro l’umanità dell’Azerbaigian si trasformino in crimine di genocidio. Con tali misure, l’Azerbaigian crea deliberatamente condizioni insopportabili per la vita del popolo dell’Artsakh, con l’obiettivo di ottenere lo spopolamento dell’Artsakh e la distruzione del popolo dell’Artsakh in quanto tale.

Le menzionate e molte altre questioni di sicurezza e umanitarie pongono minacce crescenti all’esistenza fisica del popolo dell’Artsakh. La situazione attuale è esplosiva e rischia di trasformarsi in un vero e proprio disastro non solo per la popolazione dell’Artsakh, ma anche per l’intera regione in brevissimo tempo.

Purtroppo, l’Azerbaigian continua a dimostrare un intenzionale disprezzo per i suoi obblighi internazionali, violando ripetutamente le disposizioni della Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, la sentenza del 21 dicembre 2023 della Corte europea dei diritti dell’uomo, le ordinanze emesse dalla Corte internazionale di giustizia il 22 febbraio e il 6 luglio 2023. Le azioni dell’Azerbaigian persistono nonostante le richieste e gli appelli di numerose organizzazioni e stati internazionali. Inoltre, le attività aggressive e criminali dell’Azerbaigian sono state alimentate dal prevalente senso di impunità all’interno della comunità internazionale”.

L’ambasciatore statunitense in Armenia, Kristina Kvien, intervistato dalla televisione pubblica armena ha dichiarato tra l’altro che “gli Stati Uniti credono e sperano che i residenti armeni del Karabakh saranno in grado di vivere in sicurezza dentro l’Azerbaigian“.

Non sappiamo se al momento di rilasciare questa dichiarazione l’ambasciatore fosse in pieno possesso delle proprie facoltà mentali o se davvero a Washington pensano che la popolazione armena dell’Artsakh – oggetto di odio azero da decenni – possa vivere tranquillamente all’ombra della dittatura di Aliyev.

Alla sconsiderata affermazione ha replicato Davit Babayan, consigliere del presidente dell’Artsakh.

Il Paese, leader del mondo democratico, la cui intera costruzione statale si basa sulla democrazia e sui diritti umani, sta violando i principi democratici. Non importa se uno Stato democratico sia riconosciuto o meno, il consgenarlo a uno Stato totalitario e dichiarando con una faccia come Madre Teresa che credono che lì andrà tutto bene, è solo un degrado dei principi democratici e dei diritti umani. Dobbiamo essere molto onesti perché noi [l’Artsakh] abbiamo combattuto per la democrazia per diversi decenni e abbiamo fatto di più nella lotta per la democrazia di quella stessa ambasciatrice e dei suoi capi. La questione del Karabakh è, prima di tutto, una lotta per la democrazia e i diritti umani“, ha detto Babayan.

Il quale aggiunge: “Voglio chiedere all’ambasciatore americano quando annuncia la possibilità di garanzie di sicurezza per gli ‘armeni del Karabakh’ in Azerbaigian: e Taiwan non può far parte della Cina? Dopotutto, sono le stesse persone, soprattutto da quando i cinesi hanno dimostrato in pratica di poter costruire “uno Stato, due sistemi” sull’esempio di Hong Kong e Macao.
E il Kosovo non può far parte della Serbia? Perché l’avete bombardata e distrutta? La Bosnia non potrebbe far parte della Jugoslavia? Siria, Libia, Iraq, Afghanistan. È meglio lì adesso rispetto a prima che tu venissi? Allora perché la Crimea non può far parte della Russia? Perché combatti, spendi miliardi di dollari e milioni di persone muoiono in un caso, ma qui ritieni possibile che uno Stato democratico faccia parte di uno Stato totalitario
?”

Babayan, inoltre, sottolinea il fatto che gli Stati Uniti “credono” e “sperano” ma non prometto di far rispettare i diritti umani e politici degli armeni nella regione.