Tag Archivio per: Aliyev

(31) INCONTRI PRESIDENTE – Il presidente Arayik Harutyunyan ha visitato la Corte suprema dell’Artsakh e ha incontrato giudici e funzionari del sistema giudiziario con i quali ha parlato dell’attuale situazione militare e politica e delle aspettative che ripone nelle forze dell’ordine e nei sistemi giudiziari dell’Artsakh nelle condizioni attuali. L’incontro con i rappresentanti del sistema giudiziario dell’Artsakh è stato il successivo di una serie di incontri iniziati il 23 maggio, che mirano a informare diversi gruppi del pubblico dell’Artsakh sulle sfide esistenti e a discutere di ciò che le autorità e la società dell’Artsakh dovrebbero fare.

(31) ATTIVITA’ AGRICOLA – Quest’anno la semina primaverile in Artsakh è stata effettuata in condizioni ovviamente difficili. Ciò nonostante sono stati sostanzialmente raggiunti i volumi principali previsti. Lo ha affermato il ministro dell’Agricoltura della Repubblica dell’Artsakh, Georgi Hayriyan. “Le priorità sono state determinate dalla realtà del blocco, durante il quale è diventato chiaro l’elenco dei prodotti agricoli più richiesti: patate, carote, barbabietole, cavoli, pomodori, cetrioli, melanzane, peperoni, cipolle e una serie di altre colture. La loro coltivazione è stata incoraggiata dall’apposito programma di sostegno, pari a 500-200mila. dram per ettaro”, ha detto il ministro. Secondo il capo del dipartimento, le difficoltà nell’attuazione dei lavori agricoli sono legate al blocco, in particolare alle forniture parziali o ritardate di sementi, fertilizzanti, fitofarmaci, materiali da costruzione per la realizzazione di serre, nonché foraggi , carburante. Questa difficoltà di approvvigionamento ha avuto un impatto negativo su tutti i rami del settore agricolo.

(30) VIOLAZIONI AZERE – L’Azerbaigian intensifica intenzionalmente la tensione lungo la linea di contatto con l’Artsakh. Oggi, le forze armate azere hanno violato il regime di cessate il fuoco nelle direzioni settentrionale e orientale della linea di contatto, utilizzando armi leggere e mortai. Secondo le prime informazioni, intorno alle 11:40 (ora locale) la parte azera ha sparato 7 colpi da un mortaio da 60 mm verso una delle posizioni difensive. Non ci sono state perdite dalla parte dell’Artsakh. La violazione del cessate il fuoco è stata denunciata al comando delle forze di pace russe. Alle 13:00, la situazione lungo la linea di contatto rimane relativamente stabile.

(30) MICHEL PER DIALOGO BAKU-STEPANAKERT – Su Twitter il presidente del Cosiglio europeo, Charles Michel, scrive che è in attesa di continuare le discussioni sulla normalizzazione armeno-azera, con il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev e il primo ministro armeno Nikol Pashinyan, nella capitale moldava Chisinau il prossimo1 giugno. “Essenziale per riconfermare il rispetto reciproco della sovranità e dell’integrità territoriale e per avanzare nella delimitazione dei confini, anche per ridurre i rischi nelle aree di confine“, ha aggiunto Charles Michel. Secondo il presidente del Consiglio europeo, il dialogo tra Baku e gli armeni che vivono nell’ex Nagorno-Karabakh Autonomous Oblast (NKAO) sui loro diritti e sicurezza è ora cruciale. “È importante astenersi da posizioni massimaliste e puntare al dialogo. Dopo oltre 30 anni di conflitto, le ferite richiedono tempo per rimarginarsi. Servono decisioni coraggiose”, ha aggiunto Michel riferendosi evidentemente alle ultime dichiarazioni di Aliyev.

(29) RAPIMENTO SOLDATI – L’Armenia ha presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) chiedendo misure provvisorie nel caso dei due militari armeni rapiti dalle forze azere il 26 maggio. “Il 28 maggio l’Armenia ha presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo chiedendo misure provvisorie per il fatto del rapimento dei due militari che stavano fornendo cibo a una postazione militare. Il tribunale sta aspettando la risposta dell’Azerbaigian. In questo momento è confermato che i [militari] sono a Baku e ci aspettiamo di ricevere una risposta nei prossimi giorni“, ha dichiarato l’Ufficio del Rappresentante dell’Armenia per gli Affari Legali Internazionali. I due militari delle Forze Armate dell’Armenia sono stati rapiti da una squadra militare azera che si era infiltrata nel territorio dell’Armenia. I militari armeni rapiti stanno affrontando accuse inventate a Baku.

(28) NUOVE MINACCE DA ALIYEV – Il presidente dell’Azerbaigian, Aliyev, parlando da Lachin (Berdzor) ancora una volta ha rivolto minacce agli armeni e ha lanciato un ultimatum alle autorità dell’Artsakh.
Nel precisare che la “delimitazione dei confini [tra Armenia e Azerbaigian, NdR] deve avvenire alle nostre condizioni”, ha intimato che “deve essere aperta la strada dal Nakhchivan” e tutti i soldati armeni devono ritirarsi dal Karabakh. “Dichiaro queste condizioni qui, nella città di Lachin, in modo che tutti possano vedere: oggi siamo qui e saremo qui per sempre. Fate anche sapere loro [gli armeni, NdR] che i villaggi dell’Armenia sono visibili da qui. Vediamo anche questi villaggi, cioè, che non se ne dimentichino anche loro” ha tuonato il dittatore azero. Dopo aver minacciato l’Armenia, ha anche lanciato un ultimatum all’Artsakh intimando che “il ‘parlamento’ deve essere sciolto, l’elemento che si autodefinisce ‘presidente’, tutti i ‘ministri’, ‘deputati’ e altri devono lasciare l’incarico: solo in questo caso si possono fare delle concessioni per loro”. Solo in questo caso si può parlare di qualsiasi tipo di amnistia.” Aliyev ha altresi dichiarato che l’unico modo rimasto per gli armeni del Karabakh è “obbedire alle leggi dell’Azerbaigian, diventare leali, normali cittadini dell’Azerbaigian, buttare via i loro ‘falsi attributi’ statali nella spazzatura e sciogliere il parlamento”.

(27) POPOLAZIONE IN CRESCITA – Nel primo trimestre, nella Repubblica di Artsakh è stata registrata una crescita naturale della popolazione. Lo ha detto il presidente del Servizio statistico nazionale dell’Artsakh, Manush Minasyan, riassumendo gli indicatori della situazione socio-economica nella Repubblica di gennaio-marzo dell’anno in corso. “Il numero delle nascite ha superato il numero dei decessi. Nel gennaio-marzo 2023 il tasso di vitalità della popolazione era del 166,3%. Il 50,7% dei nati sono ragazzi. Nessun caso di morte materna è stato registrato”, ha detto Minasyan.

(27) CONFERMATO SEQUESTRO SOLDATI ARMENI – I due militari armeni scomparsi ieri sera lungo il confine del Syunik, Harutyun Hovakimyan e Karen Ghazaryan, sono stati effettivamente catturati e portati in Azerbaigian. L’ufficio del procuratore azero ha dichiarato che sono stati arrestati come sospetti con l’accusa di terrorismo, infiltrazione illegale e trasporto illegale di armi. Ieri sera, alle 19:00 ora locale, è stato ritrovato sulla strada di interposizione un veicolo di rifornimento di retroguardia gestito da due militari delle Forze Armate della Repubblica di Armenia che trasportava cibo e acqua destinati alle basi di combattimento.

(26) LEGGE MARZIALE – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha firmato decreti su ulteriori restrizioni applicate ai sensi della legge marziale. Il decreto presidenziale proibisce ogni tipo di raduno, ad eccezione dello scopo di realizzare il diritto all’autodeterminazione del popolo dell’Artsakh, così come i raduni organizzati nei giorni festivi e commemorativi della Repubblica dell’Artsakh, che possono essere organizzati solo con il permesso del governo della Repubblica dell’Artsakh. Un altro decreto del Presidente limita la libertà di espressione delle opinioni, vieta la ricerca, la ricezione e la diffusione di informazioni sulla capacità di difesa, la sicurezza, l’integrità territoriale, la sovranità, l’ordine costituzionale o pubblico, il normale sviluppo dell’economia della Repubblica dell’Artsakh attraverso qualsiasi mezzo di informazione.

(26) SPARITI DUE SOLDATI ARMENI – Due militari della repubblica di Armenia sono scomparsi mentre stavno portanto vettovagliamenti alle postazioni difensive lungo il confine del Syunik. Media azeri hanno riferito che è stata sventata un’azione di sabotaggio. Probabilmente i due soldati sono stati rapiti dagli azeri che intendono scambiarli con i due soldati penetrati in Armenia (anche fino a venti chilometri) il mese scorso; uno di questi due azeri ha anche commesso un omicidio.

(26) CROCE ROSSA INTERNAZIONALE – Sono ripresi a cura del Comitato Internazionale della Croce Rossa i trasporti di pazienti gravemente malati dall’Artsakh ai centri specializzati dell’Armenia. Oggi 15 persone sono state trasferite mentre 12 hanno fatto rientro in Artsakh.- Al momento ci sono sei bambini in terapia intensiva neonatale e altrettanti adulti in analogo trattamento all’ospedale repubblicano di Stepanakert.

(26) FESTA DELL’ “ULTIMA CAMPANELLA”– I diplomati delle scuole superiori di tutta la Repubblica dell’Artsakh festeggiato oggi la loro ultima campanella.

(26) ACCORDO DI PACE – Per Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, l’Armenia e l’Azerbaigian potrebbero firmare un trattato di pace nel prossimo futuro. Peskov ha sottolineato che ciò che conta è la soluzione finale di tutti i problemi, e non il tempo. ”I rappresentanti di Armenia, Russia e Azerbaigian si riuniranno la prossima settimana a Mosca per discutere le questioni esistenti. Non c’è l’obiettivo di finalizzare tutto perché ciò che conta è il risultato finale, nessuno ha fretta“, ha detto Peskov alla Tass. Nessuno può prevedere un tempo esatto per la firma del trattato di pace, ha osservato. “Anche se, come è stato notato nella riunione di ieri, le circostanze sono ora cambiate in molti modi, e sostanzialmente queste mutate circostanze consentono di raggiungere la firma del trattato di pace nel prossimo futuro“, ha aggiunto.

(26) CRISI ECONOMICA PER IL BLOCCO – Il prodotto interno lordo (PIL) della Repubblica dell’Artsakh nel gennaio-marzo 2023, rispetto all’anno precedente, era del 67,9%. Il calo dell’economia in termini reali è stato del 32,1% (37 miliardi e 180 milioni di dram contro i 52 miliardi e 900 milioni di dram nello stesso periodo dello scorso anno). Rispetto all’anno precedente, è stato registrato un calo dell’economia di circa un terzo. In particolare – 15,6% nell’industria, -7,4% nell’edilizia, -5,4% nel commercio e nei servizi, -1,2% nell’agricoltura e -3,5% nelle tasse sui prodotti

(25) CONCLUSO VERTICE MOSCA – Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan, il presidente russo Vladimir Putin e il presidente azero Ilham Aliyev si sono incontrati al Cremlino. Hanno discusso questioni relative allo sblocco dei trasporti regionali e delle infrastrutture economiche. E’ stato raggiunto un accordo per riprendere i lavori tra una settimana durante un incontro che ha coinvolto i vice primi ministri dei tre Paesi.

(25) VERTICE DI MOSCA (segue) – Il trilaterale (Aliyev, Pashinyan e Putin) è iniziato intorno alle 21ora italiana (le 22 a Mosca) ed è stato preceduto da due incontri bilaterali con il padrone di casa e da una tavola rotonda organizzata nell’ambito dei lavori del Consiglio economico euroasiatico. Nel corso di questa tavola rotonda c’è stato un battibecco tra il premier armeno e il presidente azero. “L’Azerbaigian, purtroppo, ha bloccato questo corridoio“, ha detto Pashinyan riferendosi al blocco di Lachin che isola da oltre cinque mesi l’Artsakh (Nagorno Karabakh). Il presidente dell’Azberbaigian Ilham Aliyev ha risposto: “L’Azerbaigian non ha bloccato alcun corridoio … Non è necessario utilizzare questa piattaforma per accuse infondate“. I due leader hanno continuato a discutere per diversi minuti prima che Putin chiudesse la conversazione, sottolineando che l’argomento era delicato. In seguito avrebbe dovuto ospitare colloqui a tre con Aliyev e Pashinyan. “Ora avremo l’opportunità, come concordato, di parlare di tutto con calma in modo professionale in un formato trilaterale, e spero di raggiungere alcuni accordi che metteranno la situazione non solo tra Armenia e Azerbaigian, ma anche nella regione , sulla via di uno sviluppo costruttivo“, ha detto Putin. “Posso assicurarvi che tutti qui sono interessati a questo, assolutamente tutti.”

(25) VERTICE DI MOSCA (segue) – Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha annunciato che l’Armenia e l’Azerbaigian hanno raggiunto un accordo per riconoscere reciprocamente l’integrità territoriale dell’altro, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa TASS. Allo stesso modo, il presidente azero Ilham Aliyev ha affermato che l’Azerbaigian non ha rivendicazioni territoriali contro l’Armenia. Queste affermazioni sono state fatte durante una sessione allargata del EEU (alla quale l’Azerbaigian non fa parte ma alla quale è stato invitato come ospite).

(25) VERTICE DI MOSCA – Secondo il quotidiano russo “Kommersant”, i leader di Armenia, Azerbaigian e Russia puntano ad adottare almeno due documenti dopo il vertice di Mosca. Il coordinamento di questi documenti è stato predisposto nell’intera giornata di ieri 24 maggio. Un documentopreparato dai vice primi ministri, sarebbe concentrato sullo sblocco delle comunicazioni di trasporto, mentre le agenzie di politica estera dei tre Paesi hanno perfezionato la quinta dichiarazione congiunta di Aliyev, Pashinyan e Putin nella quale molto probabilmente, ci sarà un riconoscimento reciproco dell’integrità territoriale tra Yerevan e Baku sulla base delle mappe sovietiche del 1975. Il Ministero degli Affari Esteri armeno non ha ancora commentato queste informazioni. Il vertice trilaterale (Aliyev, Pashinyan, Putin) è in calendario per oggi e sarà preceduto da incontri bilaterali del presidente russo con il presidente azero e il premier armeno.

(25) OCCUPAZIONE DI SHUSHI – Kanan Guliyev, consigliere capo della Rappresentanza speciale del presidente dell’Azerbaigian a ShushI, ha confermato che entro la fine dell’anno è previsto il trasferimento di 1500 azeri nella città armena occupata. Al riguardo, dalla scorsa estate sono in costruzione alcuni edifici residenziali per complessivi 450 alloggi.

(25) L’ARIZONA PER L’ARTSAKH – L’assemblea legislativa dell’Arizona ( Stato degli USA con oltre sette milioni di abitanti) ha rilasciato un documento di piena solidarietà all’Artsakh appoggiando il suo diritto all’autodeterminazione. Il proclama cita l’Artsakh come “la patria indigena del popolo armeno, ed è stato un centro della vita culturale, politica e religiosa armena per diversi millenni“. Prosegue documentando i decenni di oppressione dell’Artsakh e di aggressione post-indipendenza da parte dell’Azerbaigian sovietico, “culminati in un assalto al Nagorno-Karabakh nel 2020 che ha visto l’Azerbaigian perpetrare crimini di guerra contro la popolazione armena della regione, e ha portato l’Azerbaigian a prendere il controllo del 70% del Il territorio del Karabakh”. Il proclama saluta gli armeni dell’Artsakh “gli sforzi per esercitare il diritto all’autodeterminazione e vivere liberi dalla violenza e dalla repressione, e riconoscendo il governo dell’Artsakh, la comunità internazionale può aiutare a porre fine a questo conflitto secolare“.

(23) ALIYEV SU PACE CON ARMENIA – Il presidente Ilham Aliyev ha sottolineato che l’Azerbaigian favorisce la firma di un trattato di pace con l’Armenia sulla base dei cinque principi avviati dall’Azerbaigian, in particolare, il riconoscimento reciproco dell’integrità territoriale e della sovranità dei Paesi. Aliyev lo ha annunciato ricevendo il presidente Margareta Cederfelt all’Assemblea parlamentare dell’OSCE. Aliyev ha osservato che è stato l’Azerbaigian ad avviare la piattaforma comune che riunisce Azerbaigian, Georgia e Armenia e la creazione del modello del Caucaso meridionale. Durante l’incontro si è discusso anche dell’apertura di linee di trasporto e di comunicazione regionali.

(23) DICHIARAZIONE DEL GOVERNO DELL’ARMENIA – Artur Hovhannisyan, segretario del partito “Contratto civile”, forza politica di maggioranza al governo dell’Assemblea nazionale dell’Armenia, ha dichiarato che le autorità armene in carica prevedono di garantire i diritti e la sicurezza degli armeni del Nagorno Karabakh nella loro terra attraverso la creazione di meccanismi internazionali. Ha altresì precisato che “Abbiamo rilasciato una dichiarazione che parla della nostra disponibilità. Anche l’Azerbaigian ha rilasciato una dichiarazione a Bruxelles. Ma tutto questo dovrebbe essere messo sulla carta, dopodiché è necessario valutare i possibili rischi. C’è una questione di delimitazione e demarcazione del confine [Armenia-Azerbaigian], la questione delle enclavi dovrebbe essere discussa separatamente, e riguarda anche i territori [azerbaigiani] occupati dell’Armenia. Quando questo è specificato sulla carta, allora il [ Il pubblico armeno] vedrà tutto. Stiamo facendo di tutto per firmare un trattato di pace [con l’Azerbaigian] il prima possibile“, ha sottolineato il legislatore della forza di governo armena. I colloqui di pace sono attualmente in corso e, mentre questo processo è in corso, il parere espresso sui punti del suddetto trattato, secondo Hovhannisyan, non consentirà flessibilità nei colloqui futuri.
Quando allineeremo le nostre posizioni, quando la sovranità e la sicurezza del territorio dell’Armenia riconosciuto a livello internazionale di 29.800 chilometri quadrati saranno garantite e i diritti e la sicurezza degli armeni del Nagorno-Karabakh saranno garantiti, allora discuteremo con il pubblico, lo faremo determinare quale processo legale implica la firma di questo documento“, ha spiegato Hovhannisyan.

(23) GLI EX PRESIDENTI RISPONDONO AL PARLAMENTO – A seguito della risoluzione votata ieri sera dall’Assemblea nazionale, gli ex presidenti di Armenia e Artsakh hanno risposto ai deputati che chiedevano loro di prendere posizione riguardo la dichiarazione di Pashinyan. Arkadi Ghukasyan, il secondo presidente dell’Artsakh, e Bako Sahakyan, il terzo presidente dell’Artsakh, hanno sottolineato che il comportamento e la posizione delle attuali autorità della Repubblica di Armenia, basate sulla logica della sottomissione incondizionata ai desideri dell’Azerbaigian su questioni cruciali per il popolo dell’Artsakh, sono inaccettabili: “Ciò che è stato pronunciato oggi dall’attuale Primo Ministro dell’Armenia, ha scosso le fondamenta della statualità armena; in particolare, violando l’obbligo di essere il difensore dei diritti di tutti gli armeni” si legge in una loro dichiarazione.
Dal canto suo, il secondo presidente dell’Armenia, Robert Kocharyan, ha dichiarato che ritiene inopportune e offensive le richieste di ultimatum rivolte agli [ex] presidenti: “Vi siete accorti solo ora di cosa sta accadendo? Siete così ingenui? Anche in caso di grande desiderio, era impossibile non vedere che negli ultimi due anni è avvenuta la consegna aperta dell’Artsakh [all’Azerbaigian]. Ne abbiamo parlato pubblicamente e in tutte le occasioni. L’Artsakh NA, con la sua maggioranza (tranne 4 parlamentari), i loro leader non hanno rispondere in alcun modo ai nostri avvertimenti“.
E’ intervenuto anche l’ex presidente Sargsyan il quale ha detto di ritenere incomprensibile se non offensiva la richiesta di un suo parere dal momento che “costantemente, anche negli ultimi cinque anni, in tutte le occasioni possibili, ho annunciato: l’Artsakh non farà parte dell’Azerbaigian. Io e la forza politica da me guidata, il Partito Repubblicano d’Armenia, in tutte le nostre dichiarazioni, discorsi, e i messaggi abbiamo costantemente enfatizzato e annunciato i nostri approcci di principio alla questione dell’Artsakh, affermato punto per punto le nostre posizioni su tale questione vitale per noi“.

(23) PRIGIONIERI DI GUERRA – Il Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian ha rilasciato una dichiarazione riguardo ai prigionieri di guerra sottolineando che “l’Azerbaigian in molti casi ha restituito unilateralmente all’Armenia prigionieri di guerra catturati durante la guerra [nel 2020]“. Quanto al gruppo di soldati armeni ancora detenuto, Baku ribadisce che non si tratta kdi prigionieri di guerra ma di “militari armeni inviati dall’Armenia per commettere provocazioni militari sul territorio dell’Azerbaigian dopo la guerra. (…) Nonostante il fatto che l’Azerbaigian, in una dimostrazione di buona volontà ha restituito quasi la metà di questo gruppo in Armenia, l’Armenia ha rifiutato di restituire 2 militari azeri che si erano persi e sono passati in Armenia attraverso un processo fittizio, minando così gli sforzi di rafforzamento della fiducia”, ha aggiunto il Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian.” Da notare, però, che i prigionieri armeni, chiamati dall’Azerbaijan “il gruppo di militari armeni inviati dall’Armenia per compiere provocazioni militari”, sono detenuti da circa tre anni. Nel frattempo, uno dei soldati azeri “dispersi” è accusato di omicidio.

(23) LA RISOLUZIONE VOTATA DAL PARLAMENTO – Il portavoce dell’Assemblea nazionale Arthur Tovmasyan, i leader delle forze politiche presenti nel Parlamento, i parlamentari hanno tenuto discorsi di condanna della dichiarazione fatta ieri dal Primo ministro dell’Armenia, Pashinyan. E alla fine, i deputati hanno accettato all’unanimità la dichiarazione di Vahram Balayan, presidente del Comitato permanente per le relazioni estere dell’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh. La dichiarazione recita:
La dichiarazione rilasciata dal Primo Ministro della Repubblica di Armenia, Nikol Pashinyan, nella conferenza stampa odierna, in cui ha ribadito la sua volontà di includere l’Artsakh in Azerbaigian, ha causato grande indignazione e rabbia nella Repubblica dell’Artsakh. Infatti, con quel suo impegno, Nikol Pashinyan viola gravemente la Dichiarazione di Indipendenza della Repubblica di Armenia e le disposizioni della Costituzione sull’Artsakh, in particolare il principio imperativo della decisione dell’8 luglio 1992 del Consiglio Supremo della Repubblica di Armenia che recita “considerare inaccettabile per la Repubblica di Armenia qualsiasi documento internazionale o nazionale in cui la Repubblica del Nagorno-Karabakh sarà menzionata come parte dell’Artsakh”.
Ancora una volta, riaffermiamo che lo status dell’Artsakh è già stato determinato dalla Dichiarazione popolare del 10 dicembre 1991 e nessuna autorità ha il diritto di annullarlo.
Per noi, qualsiasi dichiarazione di Nikol Pashinyan che ignori la sovranità della Repubblica dell’Artsakh e il diritto all’autodeterminazione del nostro popolo, e qualsiasi documento redatto sulla sua base, è inaccettabile e priva di valore. Artsakh non rinuncerà mai alla sua lotta incrollabile.
Profondamente preoccupata per la pericolosa realtà esistente, l’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh invita tutti gli armeni a non consentire alle attuali autorità della Repubblica di Armenia di prendere una parte della madrepatria Armenia: la Repubblica dell’Artsakh e i territori sovrani della Repubblica dell’Armenia, in nome delle enclavi all’Artsakh. Ciò porterà inevitabilmente alla perdita della statualità armena.
Allo stesso tempo, facciamo appello agli ex e attuali presidenti della RA e della Repubblica dell’Artsakh, chiedendo di condannare le dichiarazioni rilasciate da Nikol Pashinyan il 22 maggio 2023. In caso contrario, considereremo il vostro silenzio come un segno di accordo con il Primo Ministro della Repubblica di Armenia
.”

(22) SESSIONE STRAORDINARIA DEL PARLAMENTO – Una sessione straordinaria dell’Assemblea nazionale dell’Artsakh è stata convocata per questa sera alle ore 23,00 locali (le 21,00 in Italia) per discutere questioni urgenti. Oggi, nel corso di una conferenza stampa, il Primo ministro dell’Armenia, Pashinyan, ha di fatto ammesso che l’Armenia è pronta a riconoscere l’integrità territoriale di 86.600 km2 dell’Azerbaigian che include il Nagorno Karabakh,con la precisazione che i diritti e la sicurezza degli armeni del Nagorno Karabakh devono essere discussi attraverso il dialogo Baku-Stepanakert.

(22) CORTE DI GIUSTIZIA – L’Armenia ha presentato una petizione alla Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite (ICJ) per la seconda volta dopo che l’Azerbaigian ha installato un posto di blocco sullabstrada che collega l’Armenia e l’Artsakh. Fino al verdetto finale sulla causa dell’Armenia, l’Armenia si aspetta che (ICJ) applichi una misura provvisoria contro l’Azerbaigian, chiedendo a quest’ultimo di garantire un movimento ininterrotto attraverso il corridoio Lachin. L’ufficio del rappresentante dell’Armenia sulle questioni legali internazionali ha sollevato la questione dell’irresponsabilità dell’Azerbaigian anche presso la Corte europea dei diritti dell’uomo in quanto l’Azerbaigian non solo non attua le decisioni provvisorie dell’ICJ, ma ignora anche le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo. La parte armena ha sottoposto questo fatto al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, organo che sovrintende all’esecuzione delle sentenze.

(22) LA QUESTIONE DELLE ENCLAVI – Le enclavi sono incluse negli 86.600 chilometri quadrati di integrità territoriale dell’Azerbaigian secondo quanto conferma il Primo ministro armeno Pashinyan nel corso di una conferenza stampa. “E Artsvashen [villaggio] fa parte dell’integrità territoriale dell’Armenia di 29.800 chilometri quadrati. Ci sono diverse opzioni per le enclavi. Una di queste potrebbe essere la seguente: le aree dell’enclave su entrambi i lati della linea [di confine] [tra Armenia e Azerbaigian] rimangono sotto il controllo della parte in cui si trovano. L’altra opzione è che dopo la firma del trattato di pace [tra i due paesi], Artsvashen tornerà sotto la sovranità dell’Armenia, gli altri territori – dell’Azerbaigian. Questo è il posizione dal punto di vista politico, ma l’aspetto legale deve ancora essere studiato“, ha affermato il primo ministro armeno. Più tardi, alla domanda di un altro giornalista se il villaggio di Tigranashen e le enclavi della provincia di Tavush fossero inclusi nei 29.800 chilometri quadrati dell’Armenia, Pashinyan ha risposto: “No”.
Il premier altresì ha affermato che “c’era un punto nella dichiarazione tripartita del 9 novembre [2020] che abbiamo rimosso e detto che non avremmo firmato in nessuna circostanza. Uno dei punti si riferiva alle enclavi, il secondo a un corridoio attraverso il territorio dell’Armenia“.

(22) DICHIARAZIONI DI PASHINYAN – Il premier armeno in una conferenza stampa ha dichiarato che l’Armenia è pronta a riconoscere l’integrità territoriale di 86.600 km2 dell’Azerbaigian che include il Nagorno Karabakh, ma i diritti e la sicurezza degli armeni del Nagorno Karabakh devono essere discussi attraverso il dialogo Baku-Stepanakert.
Gli 86.600 km2 includono il Nagorno Karabakh. Ma dobbiamo notare che stiamo dicendo che la questione dei diritti e della sicurezza degli armeni del Nagorno Karabakh deve essere discussa nel formato Baku-Stepanakert”, ha detto Pashinyan.
L’Armenia è pronta a riconoscere l’integrità territoriale di 86.600 km2 dell’Azerbaigian. Ed è nostra comprensione che l’Azerbaigian è pronto a riconoscere l’integrità territoriale di 29.800 km2 dell’Armenia. Se ci intendiamo correttamente con l’Azerbaigian in questa materia, l’Armenia, infatti, riconosce l’integrità territoriale di 86.600 km2 dell’Azerbaigian, con la consapevolezza che l’Azerbaigian riconosce l’integrità territoriale di 29.800 km2 dell’Armenia“, ha affermato il primo ministro Pashinyan aggiungendo che è molto importante creare garanzie internazionali per i colloqui diretti tra Stepanakert e Baku sui diritti e la sicurezza degli armeni nel Nagorno Karabakh. “Intendiamo, ad esempio, che la questione dei diritti e della sicurezza degli armeni del Nagorno Karabakh potrebbe essere dimenticata e l’Azerbaigian potrebbe continuare la sua politica di pulizia etnica e genocidio contro gli armeni del Nagorno Karabakh attraverso la forza“, ha detto Pashinyan, sottolineando la necessità di garanzie per impedire questa politica.

(21) VIOLAZIONI AZERE – L’esercito azero ha aperto il fuoco di armi leggere nelle direzioni settentrionale e orientale della linea di contatto dell’Artsakh. La parte armena non ha subito vittime. Il ministero della Difesa ha dichiarato di aver informato il comando del contingente di mantenimento della pace russo della sparatoria.

(20) PARENTI DEI CADUTI – Il presidente Harutyunyan ha incontrato, su loro richiesta, un gruppo di parenti di soldati morti durante la guerra dei 44 giorni. Rispondendo alle domande dei partecipanti alla riunione, il Presidente ha toccato una serie di questioni relative agli sviluppi interni ed esterni. Il Capo dello Stato ha altresì sottolineato la necessità di stabilità interna e di tolleranza reciproca in queste condizioni di crisi, evidenziando il ruolo dei presenti in questa vicenda.

(20) MANIFESTAZIONE NEL SYUNIK – Alcune migliaia di persone hanno manifestato contro il blocco azero con un corteo che si è sviluppato nei pressi del villaggio di Kornidzor (Armenia) all’ingresso del corridoio.

(19) COLLOQUI A MOSCA – Alcuni progressi sono stati compiuti nel contesto della normalizzazione armeno-azera intorno a diverse disposizioni del possibile trattato di pace secondo quanto ha affermato il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan all’inizio dei colloqui trilaterali oggi a Mosca con il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e il ministro degli Esteri azero Jeyhun Bayramov. I ministri si erano visti a inizio mese negli Stati Uniti.
A margine dell’incontro, il ministro azero Bayramov ha dichiarato che il suo Paese è costantemente a favore del processo di risoluzione postbellica con l’Armenia sottolineando però come dalla fine dello scorso anno vi sia stata una certa “stagnazione” nel processo negoziale che ha ripreso impulso da maggio.
Dal canto suo, il ministro armeno Mirzoyan ha affermato che si sta cercando l’intesa sul processo di sblocco delle comunicazioni regionali e sulla delimitazione dei confini tra Armenia e Azerbaigian. “Sia la parte armena che altri dovrebbero lavorare sull’ulteriore specificazione dei parametri di tale processo. Vorrei sottolineare l’inammissibilità di un ulteriore surriscaldamento [della situazione] e l’importanza di astenersi dall’uso della forza, che i leader dei due paesi ha concordato e rilasciato una dichiarazione congiunta in merito. L’Armenia rimane fedele al 9 novembre 2020 dei nostri leader e a tutte le successive dichiarazioni tripartite. Grazie. Faremo un lavoro costruttivo“, ha osservato il ministro che ha anche ringraziato la Russia per il ruolo di mediatore.
Il ministro Lavrov, infine, ha precisato che non c’è alternativa alle dichiarazioni trilaterali dei leader di Armenia, Russia e Azerbaigian riguardo alla soluzione della situazione nel Caucaso meridionale. In questo formato trilaterale, Lavrov ha proposto di considerare l’intera gamma di questioni sulla normalizzazione delle relazioni armeno-azere e di concordare ulteriori passi, tenendo conto delle capacità della Russia. Separatamente, Lavrov ha sottolineato la necessità di stabilizzare la situazione nel Nagorno Karabakh e al confine tra Armenia e Azerbaigian, la necessità di risolvere i problemi umanitari, sbloccare le comunicazioni di trasporto regionali e concordare il testo dell’accordo di pace tra Armenia e Azerbaigian.

(18) VIOLAZIONI AZERE IN ARTSAKH – Le forze armate dell’Azerbaigian hanno violato il cessate il fuoco nella direzione settentrionale, orientale e centrale della linea di contatto, utilizzando armi da fuoco e lanciagranate. Nell’area del villaggio di Berdashen, la parte azera ha aperto il fuoco su civili che lavoravano in un giardino e da un lanciagranate in direzione della miniera di Kashen. La parte armena non ha vittime. Questa violazione del cessate il fuoco è stata segnalata al comando del contingente di mantenimento della pace russo in Artsakh.

(18) VIOLAZIONI AZERE IN ARMENIA – Colpi di mortaio sono stati sparati, intorno alle 17,20 ora locale, dalla parte azera verso postazioni difensive armene nei pressi del villaggio di Norabakh (ARM). Non risultano feriti.

(18) DICHIARAZIONE CONGIUNTA SU VERTICE DEL 14 – Una dichiarazione è stata rilasciata da oltre 30 gruppi politici in Armenia e Artsakh, esprimendo le loro preoccupazioni riguardo ai risultati del recente incontro di Bruxelles e agli approcci articolati da Nikol Pashinyan a Reykjavik. QUI IL TESTO

(18) CONFERENZA STAMPA VARDANYAN – Ruben Vardanyan, coordinatore del movimento “Artsakh Security and Development Front” ed ex ministro di Stato dell’Artsakh in una conferenza stampa ha dichiarato che il popolo dell’Artsakh è pronto al 100% a difendere la propria patria fino alla fine. “Mi sento responsabile della fiducia che le persone hanno in me; lo sento ogni giorno. Non si tratta di un salvatore o di un ufficio, ma di decidere il futuro della patria“, ha detto. “Il futuro dell’Artsakh è nelle nostre mani, non in quelle di qualcun altro; siamo noi a decidere il nostro futuro. Diverse persone di diversi campi si sono unite attorno a questa idea. Questo è un esempio molto importante che le persone possono unirsi attorno a un’idea, non a un persona. Le persone si sono unite e si sono rese conto della grave situazione che stiamo affrontando”, ha affermato Vardanyan.

(18) COMITATO DI DIFESA DELLO STATO – Il presidente dell’Assemblea nazionale dell’Artsakh ha esortato Arayik Harutyunyan a dimettersi se il Comitato per la difesa dello Stato non viene istituito. Artur Tovmasyan, che è un membro del Partito “Libera Patria” guidato da Arayik Harutyunyan, ha dichiarato: “Signor Presidente, non ho mai interferito nei suoi affari e lei non ha mai interferito negli affari dell’Assemblea nazionale. Propongo un modello specifico: il Comitato di Difesa dello Stato, che si è rivelato efficace durante le sfide che abbiamo affrontato negli anni 90. Ho suggerito di includere due persone nella sua composizione: Ruben Vardanyan e Samvel Babayan. Non sono sicuro della loro opinione, ed è molto probabile che possano rifiutare. Si prega di astenersi dal fare ulteriori domande.” Nel caso in cui questo modello non funzionasse, ha esortato Harutyunyan a dimettersi o ad avviare un referendum di fiducia.

(18) PREANNUNCIATO NUOVO VERTICE – La Russia ha proposto di organizzare a Mosca il giorno 25 maggio un vertice trilaterale con i leader di Armenia e Azerbaigian. La parte armena comunica di aver accettato l’invito. Domani invece si svolgere un vertice trilaterale fra i ministri degli Esteri Lavrov, Bayranov e Mirzoyan.

(18) DICHIARAZIONI PASHINYAN – Il premier armeno ha riferito in parlamento riguardo all’incontro di domenica a Bruxelles: “Il 14 maggio si è svolto a Bruxelles il mio incontro con il leader dell’Azerbaigian attraverso la mediazione del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Come ricorderete, durante l’incontro tenutosi a Praga il 6 ottobre 2022 alla mediazione del Presidente della Francia e del Presidente del Consiglio europeo, il Presidente dell’Azerbaigian ed io avevamo ribadito l’impegno dei nostri Paesi nei confronti della Carta delle Nazioni Unite e dell’Alma Ata Dichiarazione del 1991, sottolineando che sulla base di esse riconosciamo l’integrità territoriale e la sovranità reciproche. Lo ha dichiarato giovedì il primo ministro Nikol Pashinyan alla riunione di gabinetto del governo armeno. Inoltre, avevamo confermato che questa sarà la base per il lavoro delle commissioni di delimitazione delle frontiere. Il 14 maggio abbiamo compiuto un altro passo e, come affermato nella dichiarazione del Presidente del Consiglio europeo dopo la riunione del 14 maggio, abbiamo registrato che l’Azerbaigian riconosce il 29.800 chilometri quadrati di integrità territoriale dell’Armenia e dell’Armenia, gli 86.600 chilometri quadrati [integrità territoriale] dell’Azerbaigian Devo registrare che considero questo un passo importante per l’instaurazione della stabilità e della pace nella regione in termini di la messa a punto del testo del trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian e anche la delimitazione dei confini. Naturalmente, il passo successivo dovrebbe essere l’identificazione e l’accordo sui motivi giuridicamente validi e significativi per la delimitazione [del confine]“, ha aggiunto Pashinyan.
Ha richiamato l’attenzione sul fatto che nella dichiarazione del Presidente del Consiglio europeo a seguito della riunione del 14 maggio, l’importanza di un dialogo tra l’Azerbaigian e il Nagorno-Karabakh in merito ai diritti e alla sicurezza degli armeni del Nagorno-Karabakh, e in cooperazione con la comunità internazionale , è stato sottolineato.
Questo è un processo essenziale per la reale e completa normalizzazione delle relazioni con l’Azerbaigian e l’instaurazione di una pace a lungo termine nella regione. Pertanto, accelererà notevolmente la firma del trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian“, ha affermato il ha detto il primo ministro armeno.

(17) VIOLAZIONI AZERE A SOTK, MUORE SOLDATO ARMENO – Oggi, verso le 16:15 (ora locale), unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco sulle posizioni armene situate in direzione di Sotk. A seguito di ciò , un militare del ministero della Difesa armeno è rimasto ferito. In seguito è deceduto mentre veniva portato in ospedale. Inoltre, le unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco anche su un’ambulanza, che trasportava il soldato ferito. Di conseguenza, secondo il ministero della Difesa armeno, è rimasto ferito anche un paramedico che viaggiava con lui.

(17) CROCE ROSSA – Ancora sospesi gli aiuti umanitari attraverso il corridoio Lachin. Al momento, l’arresto del movimento umanitario del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) è dovuto principalmente al fatto che l’organizzazione è in dialogo con tutti i decisori in merito alla necessità di alcuni chiarimenti sulle procedure. Zara Amatuni, responsabile del programma di comunicazione e prevenzione dell’ufficio del CICR in Armenia, ha dichiarato: “Speriamo che, a seguito del raggiungimento di un accordo, l’organizzazione possa riprendere il suo lavoro umanitario”.
L’ultima volta che un paziente medico è stato trasferito in Armenia dall’Artsakh attraverso la mediazione del CICR è stato il 29 aprile.

(17) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha convocato una sessione del Consiglio di sicurezza durante la quale erano all’ordine del giorno della discussione gli ultimi sviluppi politico-militari intorno all’Artsakh e la questione dell’adozione di misure appropriate

(16) TRASPORTO PAZIENTI – Nove malati affetti da grave patologia sono riusciti ad arrivare in Armenia portati in ambulanza, accompagnati da forze di pace russe. Al momento, oltre 100 pazienti sono stati privati della possibilità di essere trasportati in Armenia per cure mediche cruciali da quando il 29 aprile il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha dovuto interrompere i trasferimenti e la fornitura di farmaci all’Artsakh. Di questo centinaio di pazienti, 25 sono in condizioni critiche.

(15) UNESCO – Nel corso della 216ma riunione del Comitato Esecutivo dell’UNESCO l’ambasciatore Christian Ter-Stepanian, delegato permanente dell’Armenia presso l’organismo, ha tenuto un discorso nel quale emergenza e di guerra, il delegato permanente dell’Armenia ha ricordato la situazione attuale a seguito dell’aggressione militare scatenata dalle forze armate dell’Azerbaigian sul territorio sovrano dell’Armenia il 13 settembre 2022. Ha altresì evidenziato le conseguenze del blocco del corridoio Lachin da parte dell’Azerbaigian per la popolazione armena del Nagorno Karabakh, inclusa la violazione del diritto all’istruzione di 30.000 bambini e ha ribadito l’urgenza di inviare la missione conoscitiva inter-agenzia delle Nazioni Unite a causa della situazione descritta. Sempre nel suo intervento, il delegato permanente dell’Armenia presso l’UNESCO ha espresso preoccupazione per le minacce al patrimonio culturale armeno nei territori del Karabakh ora controllati dall’Azerbaigian, in particolare nelle regioni di Shushi e Hadrut. In tale contesto, l’Ambasciatore Ter-Stepanian ha ribadito la volontà di inviare con urgenza una missione UNESCO in Nagorno Karabakh e territori limitrofi.

(15) MANIFESTAZIONE A STEPANAKERT – Sotto la pioggia, alcune centinaia di persone si sono ritrovate in piazza della Rinascita a Stepanakert chiedendo che Samvel Babayan, presidente del partito “Patria unita”, sia nominato Ministro di Stato della repubblica. Babayan nel suo intervento ha indicato tre programmi da portare avanti: la creazione di un esercito professionale, una politica sociale ed economica che consenta di promuovere il tasso di natalità e interventi per far uscire il popolo dall’attuale situazione socio-economica.

(15) MINISTERO ESTERI – Il ministero degli Esteri ha rilasciato una nota a commento della dichiarazione del presidente del Consiglio europeo Michel. QUI NELLA TRADUZIONE ITALIANA

(14) VERTICE A BRUXELLES – E’ durato circa quattro ore il vertice tra Aliyev e Pashinyan organizzato dal presidente del Consiglio europeo, Michel. Al termine dell’incontro, questi ha rilasciato la seguente nota:
È stato un piacere ospitare oggi il Presidente Aliyev e il Primo Ministro Pashinyan per un quinto incontro a Bruxelles. I nostri scambi sono stati franchi, aperti e orientati ai risultati. Si sono concentrati sui progressi nel percorso verso la normalizzazione dell’Armenia-Azerbaigian. I leader condividevano una volontà comune per un Caucaso meridionale in pace.Mi congratulo con i loro rispettivi sforzi. Insieme, abbiamo esaminato tutte le questioni all’ordine del giorno.
A seguito dei recenti colloqui positivi tenutisi negli Stati Uniti sul trattato di pace, dovrebbe essere mantenuto lo slancio per compiere passi decisivi verso la firma di un accordo di pace globale tra Armenia e Azerbaigian.
Sulle questioni relative ai confini, abbiamo esaminato i progressi e le prossime fasi relative alla delimitazione del confine. In tale contesto, i leader hanno concordato la ripresa degli incontri bilaterali sulle questioni di frontiera. I leader hanno confermato il loro inequivocabile impegno nei confronti della Dichiarazione di Almaty del 1991 e della rispettiva integrità territoriale dell’Armenia (29.800 km2) e dell’Azerbaigian (86.600 km2). La delimitazione definitiva del confine sarà concordata attraverso i negoziati.
Per quanto riguarda la connettività, le parti hanno compiuto chiari progressi nelle loro discussioni volte a sbloccare i collegamenti di trasporto ed economici nella regione. Le posizioni su questo tema sono ormai molto vicine tra loro in particolare sulla riapertura dei collegamenti ferroviari da e via Nakhchivan. Le rispettive squadre sono state incaricate di finalizzare un accordo di principio sulle modalità per l’apertura dei collegamenti ferroviari e sui necessari lavori di costruzione insieme a un calendario concreto. Hanno inoltre convenuto di avvalersi del sostegno dell’Organizzazione mondiale delle dogane per sostenere questo lavoro.

Per quanto riguarda le questioni umanitarie, si è capito che ulteriori detenuti sarebbero stati rilasciati nelle prossime settimane. Ho anche sottolineato la necessità di salvaguardare la comprensione reciproca che i soldati che si sono semplicemente persi e sono passati dall’altra parte continueranno a essere rilasciati attraverso una procedura rapida. Abbiamo anche discusso dell’importanza di intensificare i lavori per affrontare il destino delle persone scomparse e per lo sminamento.Abbiamo continuato i nostri scambi sulla questione dei diritti e della sicurezza degli armeni che vivono nell’ex Oblast autonomo del Nagorno Karabakh. Ho incoraggiato l’Azerbaigian a impegnarsi nello sviluppo di un’agenda positiva con l’obiettivo di garantire i diritti e la sicurezza di questa popolazione, in stretta collaborazione con la comunità internazionale. Ho anche sollevato la necessità di un dialogo trasparente e costruttivo tra Baku e questa popolazione.
Credo che sia importante astenersi dalla retorica ostile, impegnarsi in buona fede e mostrare leadership per raggiungere soluzioni reciprocamente accettabili.
L’UE non ha un’agenda nascosta. Il nostro unico obiettivo è aiutare l’Armenia e l’Azerbaigian a raggiungere una pace completa ed equa. Siamo pronti a contribuire ai loro sforzi congiunti. Abbiamo concordato di tenere le riunioni di Bruxelles tutte le volte che sarà necessario. I leader si incontreranno nuovamente a Bruxelles a luglio. E come già annunciato pubblicamente, ci incontreremo di nuovo in un futuro molto prossimo insieme al presidente francese Macron e al cancelliere tedesco Scholz a margine del 2° vertice della Comunità politica europea a Chișinău. Intendo inoltre invitare i leader per un altro incontro simile a margine del terzo vertice della Comunità Politica Europea a Granada in ottobre
.”

(13) CALENDARIZZATO VERTICE ARMENO-AZERO – Il Consiglio d’Europa ha reso noto il calendario degli incontri previsti per il vertice armeno-azero. In particolare, questa sera alle 19 locali, Charles Michel incontrerà Nikol Pashinyan. L’incontro di Michel con Aliyev è invece previsto per domani, 14 maggio, alle 9 ora locale, e l’incontro tripartito di Charles Michel con i leader di Armenia e Azerbaigian è previsto per lo stesso giorno, alle 13.

(12) UCCISO SOLDATO ARMENO – A seguito dell’attività bellica azera, il 20enne Narek Baghdasaryan è stato ucciso. Altri due soldati sono rimasti feriti. Complessivamente i feriti armeni nei due giorni di scontri sono otto. L’Azerbaigian ha anche confermato la perdita di un suo soldato.

(12) ANCORA VIOLAZIONI – Segnalate nel pomeriggio nuove violazioni azere del cessate-il-fuoco ancora nell’area di Sotk e di Kut. Non risultano al momento feriti.

(12) NUOVE VIOLAZIONI AZERE IN ARMENIA – Intorno alle 10:00 ora locale, le forze armate dell’Azerbaigian hanno violato il cessate il fuoco in direzione di Sotk utilizzando un drone” secondo quanto ha affermato il ministero della Difesa dell’Armenia, aggiungendo che due militari delle forze armate dell’Armenia sono rimasti feriti nell’attacco dei droni. Uno dei due soldati feriti è in gravi condizioni. Nel pomeriggio di ieri altre violazioni erano state registrate nell’area di Verin Shorzha e di Norabak.

(12) TORTURE A PRIGIONIERI ARMENI – I detenuti armeni sono stati duramente picchiati dalla polizia militare dell’Azerbaigian. Lo ha detto venerdì in conferenza stampa l’avvocato Siranush Sahakyan, rappresentante dei prigionieri di guerra armeni (POW) presso la Corte europea dei diritti dell’uomo, presentando il nuovo rapporto speciale preparato insieme ad Arman Tatoyan, l’ex difensore civico dell’Armenia.

(11) TRASFERITI NOVE PAZIENTI – Le forze di pace russe (e non la Croce Rossa) hanno provveduto al trasfrimento urgente di nove malati gravi dall’Artsakh all’Armenia. Dallo scorso 29 aprile i convogli umanitari della Croce Rossa sono stati sospesi in quanto non è stato raggiunto un accordo con gli azeri. Quello di oggi è il primo trasferimento da dodici giorni.

(11) ATTACCO AZERO A SOTK – Questa mattina, intorno alle 6:00 ora locale, le forze armate azere hanno aperto il fuoco usando artiglieria e mortai in direzione delle posizioni armene situate vicino a Sotk, secondo un rapporto del ministero della Difesa dell’Armenia. Quattro militari armeni sono rimasti leggermente feriti e le loro condizioni non destano preoccupazione. Le truppe azere hanno anche sparato contro un’ambulanza che trasportava militari armeni feriti. Gli azeri hanno impiegato droni TB2. Verso le 10 la tensione è diminuita. In volo si sono levati dei droni azeri di sorveglianza. L’Azerbaigian ha ammesso la morte di un proprio soldato e il ferimento di altri. Durante l’odierna riunione del governo, il premier armeno Pashinyan ha dichiarato di non aver cambiato la sua decisione di recarsi a Bruxelles per i negoziati, aggiungendo che la probabilità di firmare un accordo di pace con l’Azerbaigian a Bruxelles è bassa. Secondo il premier armeno, l’azione azera mira a distogliere l’attenzione internazionale dal blocco illegale del corridoio di Lachin.

(10) 150° GIORNI DI BLOCCO – Il blocco azero all’Artsakh, prima con i presunti “eco-attivisti” poi dal 23 aprile con il checkpoint doganale all’ingresso del corridoio di Lachin, è giunto al 150° giorno. Da undici giorni sono sospesi i trasferimenti in Armenia dei pazienti affetti da patologie cardiache od oncologiche dal momento che la Croce Rossa Internazionale non ha raggiunto un accordo con gli azeri per il passaggio.

(10) DISTRUTTA BIBLIOTECA AD HADRUT – Il direttore della Biblioteca centrale “Avetik Isaakyan” di Hadrut, Varsik Amirjanyan, ha informato che sulla scorta di risultanze video la sede della biblioteca (che contava 39.720 libri) sarebbe stata demolita dagli azeri. “L’edificio della biblioteca centrale di Hadrut è stato costruito nel 1932. Dal video pubblicato dagli azeri, si può vedere che non è rimasto quasi nulla dell’edificio della biblioteca“, afferma il direttore della biblioteca. “Avevamo circa 750-800 lettori. Al momento, non ci sono informazioni dal fondo del libro“, ha osservato Amirjanyan, aggiungendo che si rivolgeranno al Consiglio di Stato dell’Artsakh per la protezione del patrimonio culturale per sollevare dinanzi ai tribunali internazionali la questione di l’ennesima manifestazione di vandalismo culturale da parte dell’Azerbaigian.

(10) PROSSIMI VERTICI ARMENO-AZERI – Domenica 14 maggio è previsto un vertice a Bruxelles tra Aliyev e Pashinyan alla presenza di Michel. I due dovrebbero vedersi anche con Macron e Shultz a giugno in Moldavia. Intanto per il 19 maggio è programmato a Mosca un nuovo incontro tra i ministri degli esteri Mirzoyan e Bayramov il cui precedente vertice di quattro giorni negli Stati Uniti si è concluso con commenti improntati a un (cauto) ottimismo.

(9) MANIFESTAZIONE A STEPANAKERT – A Stepanakert prende il via la manifestazione “NO alla pulizia etnica dell’Artsakh”. La manifestazione, lanciata dal gruppo di iniziativa della petizione e della campagna firme “NO alla pulizia etnica dell’Artsakh”, è iniziata ad Artsakh (Nagorno-Karabakh) Stepanakert.

(9) TRATTATO DI PACE – Parlando con i giornalisti al parco della Vittoria, il Segretario del Consiglio di sicurezza dell’Armenia, Armen Grigoryan, ha dichiarato che “abbiamo affermato molte volte il nostro approccio riguardo all’Artsakh [(Nagorno-Karabakh)], che dovrebbe essere creato un meccanismo internazionale, Stepanakert e Baku dovrebbero discutere di diritti e questioni di sicurezza“. Alla domanda se l’Armenia è incline a firmare un trattato di pace con l’Azerbaigian sotto gli auspici dell’Occidente o della Russia, Grigoryan ha risposto: “Per quanto riguarda la firma finale dell’accordo di pace, non è stata decisa in nessuna forma in questo momento. Lo firmeremo lì dove ci sarà l’opportunità di fare progressi e raggiungere un accordo finale “. E riguardo al fatto che il nome “trattato di pace” è stato sostituito dal nome “accordo sulla normalizzazione delle relazioni”, Grigoryan ha detto: “Il titolo non è così importante, l’importante è il contenuto. Ci sono diverse questioni importanti ; e se siamo in grado di trovare soluzioni a questi problemi, non importa quale sarà il titolo“.

(9) CELEBRAZIONI FESTA DEL 9 MAGGIO – Il 9 maggio il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha visitato il memoriale di Stepanakert per onorare le truppe cadute
Arayik Harutyunyan, insieme a funzionari governativi e comandanti militari, ha reso omaggio alla memoria degli eroi martirizzati della Grande Guerra Patriottica e delle guerre per la libertà della nostra patria.

(8) BACINO SARSANG QUASI VUOTO – Durante il blocco, la centrale idroelettrica operante sul bacino di Sarsang ha operato in una modalità senza precedenti per sopperire alla carenza di energia elettrica e il bacino è ormai quasi vuoto
Da più di tre mesi, l’Azerbaigian impedisce l’eliminazione dell’incidente dell’unica linea ad alta tensione che entra in Artsakh dall’Armenia nella sezione Aghavno-Berdzor.
Il Ministero dell’Amministrazione Territoriale e delle Infrastrutture della Repubblica dell’Artsakh ne dà informazione, aggiungendo che per aggravare la crisi energetica, l’Azerbaigian sta regolarmente interrompendo i lavori del gasdotto che entra nell’Artsakh dall’Armenia. Sono già passati 2 mesi dall’ultima chiusura dell’unico gasdotto che fornisce gas naturale dall’Armenia all’Artsakh. Di conseguenza, la centrale idroelettrica costruita sul bacino di Sarsang era l’unica opzione per alleviare la crisi energetica. Una quantità senza precedenti di acqua è stata rilasciata dal serbatoio per generare elettricità in inverno.

(8) ANCORA MINACCE TURCHE – Il ministro degli Esteri turco ha parlato ancora delle preoccupazioni della Turchia riguardo al monumento dedicato all’operazione Nemesis che è stato inaugurato nella capitale dell’Armenia; Yerevan. Durante un programma di un’emittente televisiva turca, Mevlut Cavusoglu ha affermato che è inaccettabile per loro l’installazione di un monumento “che trasforma in un eroi le persone che hanno ucciso gli ufficiali dell’esercito ottomano e i fratelli azeri”. Egli ha sottolineato che la Turchia ha informato le autorità armene tramite l’inviato o attraverso altri canali. “Stiamo discutendo i passi da compiere contro l’Armenia con il presidente della Turchia”, ha aggiunto il ministro turco. La Turchia, nel frattempo, ha vietato il sorvolo del proprio spazio aereo a tutti i vettori armeni, compreso quello del Primo ministro Pashinyan. Per la cronaca il governo armeno ha chiarito che il monumento è stato ideato dalla municipalità della capitakle armena.

(8) CONDANNATO AZERO – Aghshin Babayev, uno dei due sabotatori azeri entrati illegalmente nel territorio dell’Armenia, ha ricevuto un verdetto. Il tribunale regionale di giurisdizione generale di Syunik lo ha condannato a 11,5 anni di carcere dopo averlo ritenuto colpevole di aver attraversato illegalmente il confine e aver trasportato illegalmente armi da fuoco e munizioni attraverso il confine di stato. Babayev si è dichiarato colpevole delle accuse. Nel frattempo, le indagini sul caso del secondo sabotatore, Khusoyin Akhundov, sono ancora in corso. È accusato di aver ucciso una guardia presso lo Zangezur Copper and Molybdenum Combine, come affermato dal procuratore generale della RA in risposta a una richiesta della televisione pubblica armena.

(8) INCONTRO ALIYEV-PASHINYAN – Secondo quanto riferisce il Financial Time il 14 maggio a Bruxelles vi sarà un incontro tra il presidente azero e il premier armeno ospiti del presidente del Consiglio europeo Michel.

(5) ENCLAVE – Catherine Colonna, ministro francese per l’Europa e gli affari esteri, ha definito il Nagorno-Karabakh una “enclave all’interno dell’Azerbaigian”.”Dobbiamo distinguere la situazione tra Armenia e Azerbaigian da quella del Nagorno-Karabakh, che e’ un’enclave all’interno dell’Azerbaijan abitata da armeni”, ha detto Colonna in onda su France Inter, la radio pubblica francese.

(5) SPARI CONTRO AGRICOLTORE – E’ stata seganalata violazione azera nella mattinata, intorno alle 10,55 allorchè soldati azeri hanno sparatro all’indirizzo di un agricoltore armeno che stava svolgendo lavori nei campi con il trattoire nelle vicinanze del villavvio di Vardadzor, regione di Askeran. Non risultano feriti.

(5) OCCUPAZIONE HADRUT – Le autorità dell’Azerbaigian hanno avviato l’insediamento illegale della città armena Hadrut di Artsakh occupata dagli azeri. Il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev ha partecipato personalmente a questo processo illegale, insieme a sua moglie Mehriban. Gli Aliyev “hanno partecipato alla cerimonia inaugurale per il primo quartiere residenziale nell’insediamento di Hadrut”, riferisce l’APA citando informazioni del servizio stampa presidenziale azero.

(4) VERTICE MINISTRI, BLINKEN FIDUCIOSO ACCORDO – L’Armenia e l’Azerbaigian sono decisamente alla portata di un accordo. Lo ha riferito il Segretario di Stato Antony Blinken nelle sue osservazioni conclusive alla sessione di chiusura dei negoziati di pace bilaterali con il Ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan e il Ministro degli Esteri dell’Azerbaigian Jeyhun Bayramov. “Le due parti hanno discusso alcune questioni molto difficili negli ultimi giorni e hanno compiuto progressi tangibili su un accordo di pace durevole. Spero che vedano e credo che facciano come me, che c’è un accordo in vista, a portata di mano e il raggiungimento di tale accordo sarebbe non solo storico ma profondamente nell’interesse del popolo in Azerbaigian e in Armenia e sarebbe molto positivo effetti anche al di fuori dei due paesi. Penso che il ritmo dei negoziati e le fondamenta che i nostri colleghi hanno costruito dimostrino che siamo vicini a raggiungere un accordo. L’ultimo miglio di ogni maratona è sempre il più difficile, lo sappiamo, ma gli Stati Uniti sono qui per continuare ad aiutare entrambi i nostri amici a tagliare il traguardo e come ho detto siamo alla portata di questo.La leadership che stiamo vedendo sia dall’Armenia che dall’Azerbaigian e dai miei amici, i ministri degli Esteri, è stimolante. Non che sia facile, ma l’impegno, la determinazione ad andare avanti, ad affrontare le restanti questioni difficili è reale“, ha affermato.

(3) ALIYEV CHIUDE A QUALSIASI TRATTATIVA – Il presidente azero si rifiuta persino di discutere la questione del Nagorno Karabakh. “Qualsiasi tentativo di inserire il cosiddetto Nagorno-Karabakh, che non esiste, nel testo del trattato di pace è controproducente“, ha detto Ilham Aliyev durante un evento tenutosi nella città armena occupata dall’Azerbaigian di Shushi in Artsakh. Notando che l’Azerbaigian spera che l’Armenia mostri costruttività, Aliyev ha detto: “Tuttavia, non prevediamo di prendere altre misure, ad eccezione di misure diplomatiche. Se non c’è pace, se non c’è comunicazione, loro [cioè l’Armenia] lo faranno essere di nuovo isolati”, riferisce APA.

(2) NUOVO INCONTRO MINISTRI – I ministri degli Esteri dell’Armenia e dell’Azerbaigian stanno discutendo per il secondo giorno a Washington la definizione delle relazioni armeno-azerbaigiane. Secondo la parte americana, i negoziati dureranno diversi giorni. Il segretario di Stato americano Anthony Blinken, che ha ospitato Mirzoyan e Bayramov a Washington, ha affermato che il dialogo tra Yerevan e Baku è la chiave per raggiungere una pace duratura nel Caucaso meridionale. Ieri, in un briefing al ministero di Stato, un diplomatico a conoscenza dei negoziati ha definito “costruttive” le discussioni armeno-azerbaigiane.

(2) PESKOV – Non ci sono altre basi legali per risolvere la situazione in Karabakh a parte gli accordi tripartiti tra Russia, Armenia e Azerbaigian secondo quanto affermato da Dmitry Peskov, addetto stampa del presidente russo. “La soluzione dei problemi esistenti tra i due paesi [vale a dire, Armenia e Azerbaigian] e il possibile sviluppo di alcune azioni e misure congiunte volte ad allentare la tensione nella regione sono, prima di tutto, ovviamente, possibili sulla base dei documenti tripartiti che sono stati firmati insieme alla Russia. Non ci sono ancora altri motivi legali che potrebbero contribuire alla soluzione [della situazione in Karabakh]”, ha detto Peskov.

(1) INCONTRO MINISTRI DEGLI ESTERI – I ministri degli Esteri di Armenia (Mirzoyan) e Azerbaigian (Bayramov) si incontrano a Washington in una riunione organizzata dal Segretario di Stato USA Blinken. Secondo indiscrezioni di fonte statunitense, nel corso della settimana dovrebbero esserci altri incontri tra i due ministri finalizzati a “una normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian”. Previsto anche un possibile incontro a Mosca nei prossimi giorni.

(1) NUOVO COMNDANTE RUSSO – Le autorità dell’Artsakh hanno incontrato oggi il nuovo comandante della forza di pace russa, ten. gen. Alexander Lentsov. Alla riunione rano presenti il presidente della repubblica, il ministro di Stato, il ministro degli Esteri e altri funzionari governativi.

(1) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha convocato una sessione del Consiglio di sicurezza nel corso della quale sono state discusse l’installazione del check point azero nel corridoio Lachin che collega la Repubblica dell’Artsakh alla Repubblica di Armenia, le azioni illegali dell’Azerbaigian che ostacolano la libera circolazione dei cittadini della Repubblica dell’Artsakh, la loro ulteriore prevenzione e altre questioni. È stata presentata la situazione operativa nel territorio del corridoio, durante l’incontro è stata sottolineata la necessità di osservare rigorosamente quanto previsto dalla Dichiarazione Tripartita del 9 novembre 2020.

(1) BLOCCATI RESIDENTI ARTSAKH – Alcuni residenti di quattro comunità sotto blocco bilaterale sono stati fermati dagli azeri mentre tornavano da Goris con il supporto delle forze di pace russe. L’esistenza del check point azero e la strada chiusa nell’area di Shushi sono i maggiori ostacoli e pericoli che violano le disposizioni della Dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020 e la decisione della Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite.

(1) ARTSAKH E ARMENIA – Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha affermato che dovrebbero essere inclusi i peacekeeper internazionali con un ampio mandato per garantire la sicurezza del corridoio di Lachin, oscurando così le attività delle forze di peacekeeping russe. Lo ha annunciato il deputato dell’opposizione Metakse Hakobyan all’Assemblea nazionale dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh). Quindi si è rivolta al Ministro di Stato Gurgen Nersisyan, osservando: “Considerando che Nikol Pashinyan dichiara sempre che le autorità dell’Artsakh sono a conoscenza di tutti i processi riguardanti l’Artsakh, anche lei concorda e condivide questo approccio? Inoltre, secondo lei, cosa dovrebbero fare le autorità di L’Armenia fa quello che non fa?” In risposta, Nersisyan ha dichiarato: “Qualsiasi dichiarazione rilasciata dalle autorità armene non è stata discussa con me in qualità di rappresentante delle autorità dell’Artsakh. Sono in contatto regolare con le persone impegnate nei processi legali per tutti i compiti che vengono svolti da noi e deve essere realizzato dalle autorità dell’Armenia. Nell’ambito di tali contatti, presento le mie proposte. Non ho comunicazioni dirette con le autorità dell’Armenia, quindi comunico con il nostro Ministero degli Affari Esteri.”

Da oltre quattro mesi gli azeri hanno bloccato la strada Stepanakert-Goris (Armenia) all’altezza del bivio per Shushi con presunti “manifestanti” che protestano per la difesa dell’ambiente. Già abbiamo scritto in passato quanto pretestuosa fosse la scusa che serve solo a costituire un alibi per isolare la popolazione armena dell’Artsakh.

A questo blocco stradale si è aggiunto quello del gas e quello alla rete elettrica proveniente dall’Armenia, che è stata sabotata nel tratto tra Aghavno e Berdzor (Lachin), un tempo corridoio di Lachin sotto tutela russa e da agosto scorso territorio occupato dall’Azerbaigian. A posteriori si è capito perché gli azeri insistevano tanto nel far slittare il corridoio più a sud: avevano così occasione di mettere mano su gasdotto ed elettrodotto provenienti dall’Armenia e così interrompere le forniture all’Artsakh.

Il mancato arrivo della corrente elettrica è stato solo parzialmente sostituito da produzione locale che non impedisce tuttavia di avere programmati blackout giornalieri che garantiscono solo poche ore al giorno di elettricità e frequenti guasti.

Una delle poche fonti di approvvigionamento elettrico è data dal bacino idrico del Sarsang il cui livello delle acque sta però calando drasticamente a causa proprio del maggior consumo per la produzione elettrica.

Dei 600 milioni di metri cubi disponibili, ne sono rimasti circa 100. Ancora pochi giorni e non sarà più possibile produrre energia elettrica dal Sarsang perché è necessaria una determinata quantità di acqua per far funzionare le turbine e non sarà quindi possibile soddisfare nemmeno il fabbisogno energetico minimo della popolazione.

Un disastro ambientale e un aggravamento della crisi umanitaria per la popolazione armena locale. Intanto i “manifestanti” azeri protestano per l’ambiente…

Intervista al ministro degli Esteri della repubblica dell’Artsakh, Sergey Ghazaryan.

Come commenterebbe la dichiarazione fatta dal Presidente dell’Azerbaigian il 18 aprile secondo cui gli armeni che vivono in Karabakh dovrebbero o accettare la cittadinanza azera o cercare un altro luogo di residenza?

Non è la prima volta che il Presidente dell’Azerbaigian ha rilasciato dichiarazioni che rivelano le vere intenzioni dell’Azerbaigian di pulire etnicamente l’Artsakh ed espellere la sua popolazione indigena dalla loro patria storica. Il blocco imposto all’Artsakh dalla leadership autoritaria dell’Azerbaigian per più di quattro mesi è solo uno degli strumenti per l’attuazione di quei piani criminali. Attraverso la coercizione, la minaccia e l’uso della forza, l’Azerbaigian sta essenzialmente cercando di costringere il popolo dell’Artsakh ad accettare le richieste illegali dell’Azerbaigian, che contraddicono, inter alia, le norme perentorie del diritto internazionale generale.
Il fatto che la leadership dell’Azerbaigian non stia più nascondendo le proprie intenzioni criminali dimostra l’insufficienza della risposta internazionale e dell’impegno negli sforzi per porre fine al blocco in corso dell’Artsakh e prevenire le intenzioni di genocidio dell’Azerbaigian. Infatti, le autorità azere, agendo in un ambiente di assoluta impunità e permissività, stanno espandendo sempre più la portata e la geografia dei loro crimini commessi contro il popolo dell’Artsakh e dell’Armenia.
A questo proposito, vorrei sottolineare che gli Stati, sia individualmente che collettivamente, hanno l’obbligo di adottare misure efficaci e decisive per prevenire i crimini più gravi, in primo luogo il genocidio ei crimini contro l’umanità, compresa la pulizia etnica e lo sfollamento forzato. Allo stesso tempo, la responsabilità diretta di prevenire tali crimini spetta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, un organo che non solo ha il mandato appropriato, ma anche gli strumenti necessari per fermare le intenzioni criminali dell’Azerbaigian contro l’Artsakh e il suo popolo.
In questo contesto, è deplorevole che, nonostante l’impegno a prevenire crimini così gravi, i rappresentanti di alcune organizzazioni e Stati internazionali compiano sforzi politici che promuovono indirettamente la posizione illegittima dell’Azerbaigian e incoraggiano la sua politica di genocidio. Riteniamo che un simile approccio da parte degli attori internazionali, in particolare quelli coinvolti nella risoluzione del conflitto Azerbaigian-Karabakh e nella normalizzazione delle relazioni Armenia-Azerbaigian, sia non solo inaccettabile e controproducente, ma anche gravido di conseguenze imprevedibili per l’intera regione.

Come commenterebbe la dichiarazione del presidente dell’Azerbaigian secondo cui il Karabakh è un affare interno dell’Azerbaigian?

Il conflitto Azerbaigian-Karabakh non è mai stato considerato un affare interno dell’Azerbaigian, né durante l’esistenza dell’Unione Sovietica, né nel successivo periodo di formazione di stati indipendenti sul territorio dell’ex Unione Sovietica. Ciò è dimostrato dal fatto che dopo che l’Artsakh (Nagorno Karabakh), l’Armenia e l’Azerbaigian hanno ottenuto l’indipendenza, la comunità internazionale ha creato un meccanismo speciale per la risoluzione del conflitto dell’Azerbaigian-Karabakh: il processo di Minsk. La decisione di creare un formato internazionale per determinare lo status politico finale dell’Artsakh indicava che la comunità degli Stati non riconosceva l’Artsakh come parte dell’Azerbaigian indipendente. A sua volta, il consenso dell’Azerbaigian ad essere coinvolto nel Processo di Minsk è stato anche un riconoscimento del fatto che il conflitto del Nagorno-Karabakh non era una questione interna dell’Azerbaigian.
Inoltre, la parte armena ha sempre sottolineato che il conflitto Azerbaigian-Karabakh è principalmente una questione di diritti umani e libertà e, prima di tutto, il diritto del popolo dell’Artsakh all’autodeterminazione. In questo senso, secondo gli obblighi internazionali, compresi quelli assunti dallo Stato dell’Azerbaigian, le questioni dei diritti umani e delle libertà sono di interesse diretto e legittimo di tutti gli Stati e non sono esclusivamente una questione interna di uno Stato. Ci sono molti esempi nel mondo in cui alcuni paesi e organizzazioni internazionali sono intervenuti direttamente in situazioni di conflitto per prevenire genocidi, massacri e altre gravi violazioni dei diritti umani. In situazioni in cui i diritti umani e le libertà, compresi i diritti collettivi dei popoli, sono sistematicamente e gravemente violati, solo l’intervento della comunità internazionale e il libero esercizio del diritto dei popoli all’autodeterminazione possono garantire una risoluzione pacifica e civile di tali situazioni , senza ricorrere all’uso della forza, alla violenza, alla deportazione forzata e alla pulizia etnica.
Sullo sfondo del blocco in corso, delle massicce violazioni dei diritti individuali e collettivi del popolo dell’Artsakh e di altre azioni aggressive, gli sforzi della Baku ufficiale per presentare il conflitto dell’Azerbaigian-Karabakh come un loro affare interno sono un chiaro tentativo da parte del leadership dell’Azerbaigian per ottenere carta bianca dalla comunità internazionale per continuare la pulizia etnica dell’Artsakh ed espulsione dei suoi indigeni dalle loro terre d’origine. Consideriamo assolutamente inaccettabili le dichiarazioni di ultimatum e le minacce di Aliyev di scatenare una nuova guerra. Il popolo e le autorità dell’Artsakh rimangono impegnati nel percorso di libertà e indipendenza che hanno scelto, e nessuna minaccia o difficoltà creata dall’Azerbaigian può farci deviare da questo percorso.

Sono possibili negoziati tra Artsakh e Azerbaigian?

La Repubblica dell’Artsakh è stata e continua ad essere impegnata nella risoluzione pacifica del conflitto tra l’Azerbaigian e il Karabakh. Crediamo che una pace duratura nella regione possa e debba essere raggiunta attraverso negoziati e sulla base di approcci reciprocamente accettabili. Le misure coercitive unilaterali possono, ovviamente, contenere il problema, ma questo sarà temporaneo, come evidenziato dai 70 anni di esistenza dell’Artsakh all’interno della RSS dell’Azerbaigian. Le questioni politiche della risoluzione del conflitto Azerbaigian-Karabakh dovrebbero essere discusse in un formato negoziale concordato e riconosciuto a livello internazionale, basato sulla parità di diritti delle parti e in presenza di forti garanzie internazionali per l’attuazione dei loro impegni.
Per quanto riguarda l’affrontare urgenti questioni tecniche e umanitarie, tali contatti tra le parti sono iniziati dopo il cessate il fuoco stabilito dalla Dichiarazione Trilaterale del 9 novembre 2020. L’11 aprile le autorità della Repubblica dell’Artsakh, attraverso la missione di pace russa, hanno inviato un proposta alla parte azera di tenere un incontro nel luogo di schieramento e con la mediazione del comando delle forze di mantenimento della pace russe per discutere questioni umanitarie urgenti. Tuttavia, non vi è stata alcuna risposta dall’Azerbaigian.
L’Azerbaigian ha cercato di politicizzare questi contatti per eliminare la necessità di un meccanismo internazionale per la risoluzione del conflitto. Rifiutando il meccanismo internazionale di dialogo con lo Stepanakert ufficiale, l’Azerbaigian sta cercando di evitare l’attuazione di possibili accordi. Il coinvolgimento della comunità internazionale nel dialogo tra l’Artsakh e l’Azerbaigian è l’unico modo per garantire una soluzione globale del conflitto.

Qual è la sua posizione sull’affermazione della parte azera secondo cui, secondo la Dichiarazione di Alma-Ata del 1991, i confini tra le repubbliche federate sono considerati confini di stato e, pertanto, il Karabakh è riconosciuto come parte integrante dell’Azerbaigian?

Innanzitutto, va notato che la Dichiarazione di Alma-Ata non è mai stata considerata una base politica e giuridica per la risoluzione del conflitto Azerbaigian-Karabakh o per la determinazione dello status dell’Artsakh. Ciò è indicato dal fatto che al momento dell’adozione di questa dichiarazione, i negoziati sulla risoluzione del conflitto tra l’Azerbaigian e il Karabakh erano già in corso da diversi mesi nell’ambito del processo di Zheleznovodsk, attraverso la mediazione della Federazione Russa e del Kazakistan. Dopo la firma della relativa dichiarazione, il processo di risoluzione del conflitto è proseguito con la mediazione della Russia, della CSI e della CSCE/OSCE. Come parte del processo di negoziazione, i mediatori internazionali hanno sviluppato i principi e gli elementi di base dell’accordo, secondo i quali lo status dell’Artsakh doveva essere determinato attraverso un’espressione legalmente vincolante della volontà della sua popolazione. In tal modo è stato riconosciuto il diritto del popolo dell’Artsakh all’autodeterminazione ed è stato proposto un meccanismo per la sua attuazione. Pertanto, le parti coinvolte nel conflitto e i mediatori internazionali non sono stati guidati dalla Dichiarazione di Alma-Ata nello sviluppo dei principi di base della soluzione.
Inoltre, la Dichiarazione di Alma-Ata, come qualsiasi documento internazionale, deve essere guidata dagli obiettivi e dai principi della Carta delle Nazioni Unite e da altre norme universali del diritto internazionale. Pertanto, la Dichiarazione di Alma-Ata contiene gli stessi principi e norme della Carta delle Nazioni Unite, compreso il diritto all’autodeterminazione.
A questo proposito, riteniamo necessario sottolineare che in caso di massicce e gravi violazioni dei diritti umani e di politiche discriminatorie, il diritto alla secessione basato sul principio dell’autodeterminazione dei popoli prevale sul principio dell’integrità territoriale degli Stati. Questa formula, in particolare, è descritta nella Dichiarazione sui principi del diritto internazionale concernente le relazioni amichevoli e la cooperazione tra gli Stati, ed è anche sancita dalla giurisprudenza di vari paesi.

[traduzione redazionale intervista pubblicata su “Artsakhpress” del 19 aprile 2023]

La comunità internazionale dovrebbe comprendere il livello delle minacce esistenziali contro il popolo dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) messe in atto dall’Azerbaigian che da 115 giorni ha bloccato l’unica strada di collegamento tra la regione e l’Armenia.
Ieri, 4 aprile, ennesimo incidente che qui riassumiamo:

  • agenti del governo azero (“eco”-terroristi) hanno bloccato il movimento di 27 civili dell’Artsakh dall’Armenia all’Artsakh. Il gruppo di civili, composto principalmente da donne, anziani e bambini, è stato prelevato dalla città di Goris in Armenia intorno alle 15,30 ora locale con due veicoli delle forze di pace russe per ricongiungersi alle proprie famiglie in Artsakh in quanto queste persone erano state costrette a rimanere in Armenia a causa del blocco dell’Artsakh in corso già da 115 giorni.
  • Sono stati fermati nel punto del blocco della strada per il corridoio di Lachin vicino al bivio per  Shushi da agenti del governo azero.
  • Per oltre cinque ore, le forze di pace russe hanno negoziato con la parte azera per aprire la strada al gruppo, ma non è stato ottenuto alcun successo.
  • Gli azeri hanno intimidito le persone nei veicoli irrompendo in una delle auto e usando minacce.
  • Hanno avanzato le condizioni preliminari per l’accesso: “accettare la cittadinanza azera” e controllare tutti.
  • Ventitré persone su 27 sono tornate a Goris di notte senza avere accesso alla loro patria.
  • A seguito delle intimidazioni azere, la situazione sanitaria di quattro donne è peggiorata drasticamente e tre di loro sono svenute.
  • Le forze di pace al seguito hanno chiamato un’ambulanza e hanno trasferito quei quattro all’ospedale di Stepanakert con veicoli russi e azeri.  La parte azera non ha permesso alle forze di pace di portare e utilizzare l’ambulanza dell’Artsakh e ha tentato di trasferire i pazienti all’ospedale di Shushi sotto il controllo azero. Tuttavia, la gente ha protestato e ha chiesto che i pazienti fossero invece trasferiti a Stepanakert.

Questa è un’altra manifestazione del blocco totale dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian: bloccano soprattutto l’ingresso in Artsakh, non solo quando le persone viaggiano con le proprie auto ma spesso anche con mezzi delle forze di pace russe e l’accompagnamento della Croce Rossa, come è accaduto ieri.

A volte creano meno ostacoli all’uscita, come ha affermato Aliyev il 10 gennaio, perché il loro scopo è quello di effettuare la pulizia etnica del popolo Artsakh.

Il regime dittatoriale di Aliyev ignora non solo la dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, ma anche l’ordine vincolante della Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite di garantire il movimento senza ostacoli di persone, veicoli e merci lungo il corridoio di Lachin in entrambe le direzioni.

Con la politica statale di discriminazione e odio razziale/etnico in Azerbaigian e le sue manifestazioni regolari, la comunità internazionale dovrebbe comprendere il livello delle minacce esistenziali contro il popolo Artsakh sotto qualsiasi tipo di controllo azero.

Il blocco in corso, i periodici crimini motivati dall’odio e il terrore psicologico da parte dell’Azerbaigian, nonché l’incapacità della comunità internazionale di proteggere efficacemente il popolo Artsakh e prevenire nuovi crimini, richiedono misure urgenti, forti e pratiche per garantire un’adeguata protezione della sicurezza e diritti del popolo Artsakh, compreso il diritto all’autodeterminazione.

Il governo della repubblica del Nagorno Karabakh (Artsakh) ha diramato oggi, 4 aprile, il consueto bollettino informativo con alcune statistiche che qui di seguito vi riportiamo. Da 114 giorni la strada per il corridoio di Lachin è bloccata da un criminale blocco azero, orchestrato dal regime di Aliyev per attuare una pulizia etnica “soft” della regione.

– circa 140 ettari di terreno agricolo nella regione di Askeran non possono essere coltivati perchè le macchine agricole vengono colpite dai cecchini azeri. Anche la semina è in ritardo;

– circa un migliaio di persone sono state private dell’opportunità di ricevere le cure mediche necessarie a causa della sospensione degli interventi chirurgici programmati in tutte le strutture mediche dell’Artsakh. Ad oggi 264 sono state trasferite in Armenia per operazioni urgenti o terapie indifferibili; molte hanno già fatto ritorno in Artsakh;

– circa 3.900 persone, tra cui 570 bambini, sono state separate dalle loro case a causa del blocco, ma alcune sono già tornate a casa con l’assistenza della Croce Rossa e delle forze di pace russe;

nessun cittadino ha viaggiato liberamente lungo la strada Stepanakert-Goris, e il numero di spostamenti di persone lungo tale via è diminuito di circa 184 volte (1.521 entrate e uscite invece di 279.300 in 114 giorni), ed è avvenuto solo con il sostegno della Croce Rossa e delle forze di pace russe;

non una sola auto di cittadini dell’Artsakh è passata per la strada bloccata, e sul Corridoio Lachin è stato registrato un movimento di veicoli quasi 46 volte inferiore a quello che sarebbe stato senza il blocco (invece di 104.880 in 114 giorni, 2.297 veicoli, esclusivamente quelli della Croce Rossa e caschi blu russi, entrati e usciti);

– sono state importate circa 12 volte meno merci vitali di quelle che avrebbero dovuto essere a causa del blocco (sono state consegnate 3.948 tonnellate invece di circa 45.600 tonnellate in 114 giorni e solo ed esclusivamente dalla Croce Rossa e dalle forze di pace russe);

– Durante il blocco, l’Azerbaigian ha interrotto completamente o parzialmente l’unica fornitura di gas all’Artsakh per un totale di 44 giorni e la fornitura di elettricità è stata completamente interrotta per 81 giorni. Ciò ha portato a blackout giornalieri di sei ore e ulteriori arresti di emergenza, con la conseguente chiusura o riduzione delle operazioni di molte strutture;

782 soggetti imprenditoriali (il 18,3% del totale) hanno sospeso la propria attività per le condizioni operative impossibili dovute al blocco, mentre i restanti operano parzialmente o con il sostegno dello Stato;

– si stima che 9.800 persone (compresi i collocamenti temporanei sostenuti dallo Stato e oltre il 50% dei lavoratori del settore privato) abbiano perso il lavoro e le fonti di reddito a causa dell’impatto sull’economia del blocco e delle interruzioni delle infrastrutture vitali;

sono stati interrotti i lavori di costruzione di 32,6 chilometri di strade, decine di chilometri di acquedotti, impianti di irrigazione per migliaia di ettari di terreno, 3.717 appartamenti e più di 40 infrastrutture sociali e industriali;

– durante il blocco, l’economia della Repubblica dell’Artsakh ha subito una perdita di circa 220 milioni di dollari USA, portando a un calo dell’indice del PIL annuo previsto (903 milioni di dollari) di oltre il 24%.

Nonostante questo criminale blocco e le conseguenze negative, il popolo dell’Artsakh resiste!

Gli ultimi giorni hanno visto una intensa attività intorno e dentro il corridoio di Lachin che, ricordiamolo, rappresenta il passaggio tra Armenia e Artsakh. Una strozzatura di una decina di chilometri di larghezza che, per effetto dell’accordo post-guerra del novembre 2020, è sotto controllo delle forze di pace russe.

Nell’agosto dello scorso anno, peraltro dopo l’ennesima incursione azera, fu accettato lo spostamento del corridoio leggermente più a sud così determinando il pieno controllo azero su Berdzor (Lachin), Aghavno e Sus. Fu creata una strada alternativa provvisoria in attesa che la strada alternativa ufficiale venisse completata nel tratto armeno.

Da ieri, teoricamente, il nuovo percorso che passa a sud del precedente e si innesta sulla strada per Stepanakert (sotto controllo armeno) è operativo. Non così però il collegamento fino alla capitale dal momento che dal 12 dicembre gli azeri hanno operato un blocco all’altezza del bivio per Shushi, isolando di fatto l’Artsakh.

Per alcuni giorni gli armeni hanno provato ad aggirare il blocco utilizzando una strada sterrata forestale: gli azeri se ne sono accorti, hanno cominciato a diffondere disinformazione riguardo il trasferimento di armi dall’Armenia (persino con convogli scortati dai russi!) alla regione isolata e questo ha dato il pretesto al regime di Aliyev per un nuovo affondo militare.

I suoi soldati hanno superato, in violazione degli accordi, la linea di contatto, sono penetrati in territorio armeno per oltre due chilometri e si sono attestati su un’altura dalla quale controllano la strada sterrata e minacciano chiunque passi di lì (ricordiamo che il cinque marzo assaltarono un pulmino della polizia uccidendo i tre occupanti).

Il 31 marzo, con la cessazione dell’esercizio del vecchio tracciato nel corridoio, le forze armate azerbaigiane si sono ulteriormente avvicinate alla frontiera con l’Armenia all’altezza del villaggio di Tegh che è il capolinea di partenza per la nuova rotta verso l’Artsakh.
Anzi sembra che in alcuni tratti abbiano oltrepassato il confine e si siano attestati in aree di pertinenza del villaggio cominciando subito a fortificare le loro posizioni. Sarebbero in corso trattative con gli armeni per stabilire con certezza la delimitazione degli Stati.

Sempre ieri, è stato registrato il movimento di centinaia di soldati azeri in marcia presumibilmente nella zona di Lachin (non vi è certezza al riguardo e non possiamo darne conferma). Dal video diffuso su un canale Telegram i soldati non sembrano attrezzati per imminenti azioni offensive (non si vedono armamenti particolari) ma sono comunque molti per presidiare una zona che dovrebbe essere tranquilla.

Che sta dunque preparando Aliyev?
La situazione al momento è la seguente:

  1. Dal 12 dicembre la strada di collegamento tra Armenia e Artsakh non è transitabile causa blocco azero
  2. Un percorso alternativo su strada sterrata per aggirare il blocco è divenuto impraticabile causa avanzata dell’Azerbaigian in territorio armeno
  3. All’imboccatura del corridoio di Lachin gli azeri si sono posizionati in modo da poter controllare da posizione avvantaggiata il transito sul nuovo percorso e all’occorrenza intervenire
  4. Risulterebbero presenti in zona molti soldati di Aliyev

Si potrebbe anche ipotizzare che:

  1. Aliyev vuole dare una nuova “spallata” militare all’Artsakh, visto che il blocco non sta funzionando e gli armeni non se ne vanno; questa volta si tratterebbe di una operazione definitiva.
  2. Presidiando l’ingresso del corridoio di Lachin, Aliyev si assicura che nell’eventualità di questa azione militare, non affluiranno aiuti dall’Armenia il cui territorio verrà occupato proprio nella zona interessata di Tegh-Kornidzor.

Si tratta evidentemente di una ipotesi pessimistica ma la storia e la cronaca ci insegnano che dal dittatore azero dobbiamo aspettarci di tutto; quindi sarebbe auspicabile che l’esercito armeno non si facesse trovare impreparato di fronte a una eventualità del genere che ci auguriamo sia remota.

[mappa rivisitata da Civilnet.am]

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133° giorno del #ArtsakhBlockade. L’Azerbajgian stringe ulteriormente il cappio e chiude anche l’ingresso del Corridoio di Lachin (Korazym, 23 apr)

Armenia: denuncia dell’Œuvre d’Orient, “continua il genocidio armeno in Nagorno-Karabakh” (Agenzia SIR, 24 apr)

L’Azerbaijan blocca il “Corridoio di Lachin” (Osservatore romano, 24 apr, per abbonati)

Un posto di blocco strozza il Nagorno-Karabakh. Dove spetterebbe ai russi garantire la pace (Huffington post, 24 apr, per abbonati)

134° giorno del #ArtsakhBlockade. Il genocidio armeno non va solo ricordato. Va impedito che con l’indifferenza accada di nuovo (Korazym, 24 apr)

108° anniversario di un genocidio senza fine (Assadakah, 24 apr)

135° giorno del #ArtsakhBlockade. Una ad una, l’autocrazia azera fa sì che scompaiano tutte le risorse necessarie alla sopravvivenza del popolo dell’Artsakh (Korazym, 25 apr)

Verso una guerra tra Iran e Azerbaigian? (Pagine Esteri, 26 apr)

Armenia-Azerbaijan, tensioni in aumento lungo il corridoio di Lachin (Osservatorio Balcani Caucaso, 26 apr)

136° giorno del #ArtsakhBlockade. “L’inizio della fine”. L’Azerbajgian si prepara ad iniziare l’ennesima guerra, che potrebbe coinvolgere l’Armenia nel suo insieme (Korazym, 26 apr)

Le mosse dell’Azerbaigian nel Nagorno-Karabakh irritano Bruxelles: “Posti di blocco unilaterali non riducono le tensioni” (Eunews, 27 apr)

137° giorno del #ArtsakhBlockade. L’orrore della guerra condotta dall’Azerbajgian contro il popolo dell’Artsakh continua a crescere (Korazym, 27 apr)

NAGORNO KARABAKH. Per il mantenimento della pace la Russia cambia comandante (AGC news, 28 apr)

“L’Armenia si impegna per raggiungere la pace e la stabilità nella regione del Caucaso”. L’ambasciatore armeno replica all’omologo azero (Faro di Roma, 28 apr)

138° giorno del #ArtsakhBlockade. «Le cause perse sono le uniche per cui valga la pena combattere» (Korazym, 28 apr)

Genocidi di ieri, paure di oggi. (Storiaverità, 28 apr)

139° giorno del #ArtsakhBlockade. “Coloro che rinuncerebbero alla Libertà essenziale, per acquistare un po’ di Sicurezza temporanea, non meritano né Libertà né Sicurezza” (Korazym, 29 apr)

140° giorno del #ArtsakhBlockade. L’Armenia è pronta a rinunciare al Nagorno-Karabakh. Cosa ci aspetterà? (Carnegie Endownment) (Korazym, 30 apr)

(29) FERITO SOLDATO ARMENO – Intorno alle 18 (ora locale) un soldato dell’esercito dell’Armenia è stato ferito da colpi azeri mentre si trovava in una postazione difensiva nell’area del villqggio di Tegh già oggetto nelle scorse settimane di violenti scontri. Le sue condizioni non sono gravi.

(29) MINISTRI ESTERI – Washington si sta preparando per un altro ciclo di colloqui sull’Artsakh tra l’Azerbaigian e l’Armenia la prossima settimana, nel tentativo di colmare le divergenze e sviluppare una “road map” per la pace. I ministri degli Esteri dell’Azerbaigian e dell’Armenia Jeyhun Bayramov e Ararat Mirzoyan dovrebbero arrivare nella capitale degli Stati Uniti lunedì 1 maggio, su invito del Segretario di Stato americano Antony Blinken. Nessun altro dettaglio è stato fornito salvo che la riunione dei ministri degli Esteri potrebbe “durare diversi giorni”.

(29) TRASFERIMENTO PAZIENTI – La Croce Rossa Internazionale ha curato il trasferimento di pazienti con patologie oncologiche o cardiovascolari che necessitano di trattamenti e cure in Armenia. Sedici sono stati quindi trasferiti superando i due blocchi azeri mentre dieci sono rientrati in patria. In totale, ad oggi, sono 394 i cittadini dell’Artsakh che hanno eseguito cure in Armenia.

(29) BLOCCO CONTINUA – Dalle 21:00 di ieri circa alle 11:10 di oggi, le forze di sicurezza azere hanno bloccato il movimento dei veicoli delle truppe di pace russe che trasportavano beni umanitari dall’Armenia all’Artsakh, fermandoli sulla strada nei pressi di Shushi, per circa 14 ore. A seguito di trattative tra il comando delle truppe di mantenimento della pace e la parte azera, è stato consentito il movimento dei veicoli (che trasportavano principalmente cibo e articoli per la casa caricati a Goris in Armenia) che si sono spostati a Stepanakert.Prosegue dunque il blocco dell’Artsakh in due punti: il checkpoint istituito nei pressi del ponte Hakari il 23 aprile e il lato bloccato dal 12 dicembre 2022 nei pressi di Shushi il 12 dicembre 2022, dove ieri gli agenti in borghese del governo dell’Azerbaigian (presunti attivisti per l’ambiente) erano già stati sostituiti da dipendenti delle forze dell’ordine e soldati azeri.

(28) ATTIVISTI AZERI INTERROMPONO IL BLOCCO – Dopo 138 giorni il gruppo di “manifestanti ecoattivisti” azeri ha interrotto il blocco sulla strada Stepanakert-Goris (Arm) all’altezza del bivio di Shushi in contemporanea con l’attivazione del checkpoint all’inizio del corridoio di Lachin. Il presidio ha cessato l’attività alle 18 ora locale.

(28) SPARI AZERI VERSO AGRICOLTORI – Il ministero degli affari interni della Repubblica dell’Artsakh ha riferito che militarI delle forze armate dell’Azerbaigian hanno sparato dalle loro postazioni usando varie armi e hanno preso di mira due civili che stavano eseguendo lavori agricoli. Uno dei contadini era alla guida di un trattore, mentre l’altra stava semplicemente lavorando nei campi. Gli attacchi li hanno costretti a interrompere il lavoro agricolo. L’incidente è stato segnalato alle forze di pace russe.

(28) TRASFERIMENTO PAZIENTI – La Croce Rossa Internazionale ha curato il trasferimento di pazienti con patologie oncologiche o cardiovascolari che necessitano di trattamenti e cure in Armenia. Tredici sono stati quindi trasferiti superando i due blocchi azeri mentre dieci sono rientrati in patria. In totale, ad oggi, sono 378 i cittadini dell’Artsakh che hanno eseguito cure in Armenia.

(27) TRASFERIMENTO PAZIENTI – La Croce Rossa Internazionale ha curato il trasferimento di pazienti con patologie oncologiche o cardiovascolari che necessitano di trattamenti e cure in Armenia. Dodici sono stati quindi trasferiti superando i due blocchi azeri mentre sette sono rientrati in patria. In totale, ad oggi, sono 365 i cittadini dell’Artsakh che hanno eseguito cure in Armenia.

(27) NUOVO COMANDANTE RUSSO – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha ricevuto il colonnello generale Alexander Lentsov, il nuovo comandante delle truppe russe di mantenimento della pace schierate nella Repubblica dell’Artsakh. Accogliendo il comandante appena nominato, il presidente Harutyunyan ha sottolineato il ruolo delle truppe russe di mantenimento della pace nella situazione militare e politica creatasi, garantendo la sicurezza del popolo dell’Artsakh e la stabilità nella regione. Entrambe le parti hanno sottolineato la necessità di una costante attuazione delle disposizioni della dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020. Il Presidente della Repubblica ha trasmesso l’aspettativa delle autorità dell’Artsakh dalle truppe russe di mantenimento della pace che in un breve periodo di tempo sarà assicurata la rimozione di tutti gli ostacoli alla comunicazione bilaterale tra l’Artsakh e l’Armenia e la sicurezza, in conformità con gli obblighi assunti dalla Dichiarazione Tripartita. Durante l’incontro sono state discusse le attività delle truppe di mantenimento della pace, la revoca del blocco dell’Artsakh, il mantenimento del regime del Corridoio Lachine, la garanzia del normale funzionamento delle infrastrutture vitali e altre questioni.

(27) RIUNIONE MINISTRI ESTERI – Raggiunto l’accordo per un incontro a Mosca tra i ministri degli Esteri di Armenia e Azerbaigian (Mirzoyan e Bayramov). Maria Zakharova, rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri russo, lo ha annunciato oggi durante la conferenza stampa del ministero.

(26) RIPRESO TRASFERIMENTO PAZIENTI – La Croce Rossa Internazionale ha negoziato con la parte azera il trasferimento di pazienti con patologie oncologiche o cardiovascolari che necessitano di trattamenti e cure in Armenia. Sedici sono stati quindi trasferiti superando i due blocchi azeri mentre undici sono rientrati in patria. In totale, ad oggi, sono 353 i cittadini dell’Artsakh che- hanno eseguito cure in Armenia.

(25) BENI DI PRIMA NECESSITA‘ – A seguito degli sforzi del governo della Repubblica dell’Artsakh e delle forze di mantenimento della pace della Federazione Russa, l’ingresso di beni umanitari dalla Repubblica di Armenia, interrotto dal dispiegamento del posto di blocco illegale dell’Azerbaigian al confine tra l’Artsakh e l’Armenia negli ultimi giorni, è stato in qualche modo restaurato. “La parte principale del carico importato con l’aiuto delle forze di pace era costituita da beni di prima necessità: generi alimentari inclusi nel sistema dei coupon, che da domani verranno consegnati ai negozi e i cittadini potranno effettuare acquisti” riferisce un comunicato dell’Info center Artsakh.

(25) ANNULLATO TRASFERIMENTO MALATI – A causa del nuovo blocco in corso dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian, conseguente all’installazione di un posto di blocco azero illegale al confine tra l’Artsakh e l’Armenia, è stato annullato il programmato trasferimento di 28 pazienti indirizzati alle istituzioni mediche specializzate della Repubblica di Armenia. Lo riferisce il Ministero della Salute dell’Artsakh. Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha in corso interlocuzioni con la parte azera per risolvere la situazione.

(25) FORZA DI PACE RUSSA – Il generale Volkov è stato destituito dal comendo della forza di pace russa in Artsakh. Al suo posto è stato nominato il generale Aleksandr Lentsov. Lentsov era il Vice capo delle forze di terra russe, Consigliere del Ministero della Difesa, ha preso parteparte alle operazioni militari in Siria.

(25) CHECKPOINT ILLEGALE – Gli azeri hanno completato l’installazione del posto di blocco illegale all’inizio del corridoio di Lachin apponendo tra l’altro un cartello che avvisa che si sta entrando nel territorio dell’Azerbaigian. Le operazioni avvengono davanti al personale del contingente di pace russo che non le ha ostacolate.

(24) PREOCCUPAZIONE RUSSIA – Anche la Russia si dice preoccupata per gli ultimi sviluppi nel corridoio di Lachin. In una nota rilasciata dal ministero degli Esteri si esprime “seria preoccupazione per la situazione nella zona di responsabilità del contingente russo di mantenimento della pace in Nagorno-Karabakh, la linea di contatto armeno-azerbaigiana, nonché per il dialogo tra Baku e Yerevan“. Il comunicato inoltre sottolinea “l’inammissibilità di qualsiasi passo unilaterale in violazione delle disposizioni fondamentali della dichiarazione tripartita dei leader di Russia, Azerbaigian e Armenia del 9 novembre 2020, sia che si tratti di un cambiamento non consentito del regime operativo del corridoio Lachin o tentativi di utilizzarlo per scopi non coerenti con l’agenda di pace“.

(24) GENOCIDIO ARMENO – Nella serata di ieri si è svolta la tradizionale imponente fiaccolata a Stepanakert per commemorare l’anniversario del genocidio armeno. Nella giornata odierna il presidente della repubblica Harutyunyan ha reso omaggio al Memoriale dei caduti e rilasciato un messaggio.

(23) STATI UNITI PREOCCUPATI – Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha affermato che l’installazione da parte dell’Azerbaigian di un posto di blocco nel Corridoio Lachin mina gli sforzi per costruire la fiducia nel processo di pace. “Gli Stati Uniti sono profondamente preoccupati per il fatto che l’istituzione da parte dell’Azerbaigian di un posto di blocco sul corridoio di Lachin comprometta gli sforzi per stabilire la fiducia nel processo di pace“, ha dichiarato domenica il Dipartimento. Il Dipartimento di Stato ha ribadito “che dovrebbe esserci libera e aperta circolazione delle persone e del commercio lungo il corridoio Lachin” e ha esortato le parti “a riprendere i colloqui di pace e ad astenersi da provocazioni e azioni ostili lungo il confine”.

(23) UCCISO SOLDATO ARMENO A SOTK – Un soldato dell’esercito della repubblica di Armenia, Artyom Poghosyan, è stato mortalmente colpito dal fuoco azero mentre si trovava in una postazione difensiva nei pressi di Sotk (ARM), località ripetutamente interessata da violazioni azere nei giorni scorsi.

(23) BLOCCATO PONTE – Gli azeri hanno occupato, in violazione dell’accordo del 9 novembre 2020, il tratto iniziale del corridoio di Lachin e hanno istituito un posto di blocco all’altezza del ponte sul fiume Hakari. L’installazione del checkpoint è stata confermata da una nota del ministero degli Esteri di Baku.

(21) INTERVENTI CHIRURGICI – Il ministero della Salute informa che è stato deciso di riprendere parzialmente gli interventi chirurgici programmati e poi sospesi a causa del blocco azero. Circa 1130 operazioni sono saltate a causa dell’impossibilità di reperire medicine e forniture mediche. Ora, d’intesa con la Croce Rossa Internazionale, è stato garantito un parziale ripristino dell’approvvigionamento necessario.

(21) SMENTITE FAKE AZERE – Il governo dell’Armenia ha seccamente smentito che un convoglio della forza di pace russo abbia scortato mezzi armeni che trasportavano armi, munizioni e soldati in Artsakh.

(20) SPARI SU VERIN SHORZA – Tra le 15:40 e alle 19:00, unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco con armi da fuoco di diverso calibro in direzione delle postazioni di combattimento armene situate nel Verin Shorzha (Armenia), prendendo di mira anche attrezzature che eseguivano lavori di ingegneria

(20) SPARI VERSO AGRICOLTORI – La polizia dell’Artsakh informa che sono stati sparati colpi da posizioni di combattimento azere su un gruppo di civili mentre svolgevano lavori agricoli nei campi controllati dagli armeni nel villaggio di Aknaghbyur nella regione di Askeran. I lavori nei campi sono stati interrotti. Un rapporto è stato trasmesso al contingente di mantenimento della pace russo in Artsakh.

(20) CONFINI ARM-AZE – Il premier armeno Pashinyan ha riferito in Parlamento che dei cinque chilometri di confine “problematico” nella zona di Tegh (degli undici iniziali) altri 1400 metri sono stati risolti posizionando le parti a distanza concordata. Rimangono 3600 metri di forntiera da definire.

(19) TRASFERIMENTO MALATI – Con un convoglio straordinario della Croce Rossa Internazionale, 11 malati sono stati trasferiti dall’Artsakh all’Armenia per cure e interventi chirurgici. Dieci invece sono ritornati in patria dopo i trattamenti in Armenia. A oggi, complessivamente sono 337 i pazienti trasferiti superando il blocco di Lachin. Al momento ci sono quattro bambini in terapia intensiva neonatale all’ospedale pediatrico Arevik e sei adulti presso l’ospedale repubblicano (di cui due in gravi condizioni).

(19) CONSIGLIO ANTI CRISI – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha ricevuto i membri del Consiglio anti-crisi, guidato da Tigran Petrosyan, capo di questo organismo.

(19) MINIERA DI SOTK – Ancora sospeso il lavoro alla miniera di Sotk, sul confine armeno-azero, a causa di ripetuti colpi di arma da fuoco dei soldati dell’Azerbaigian. L’attività produttiva è ferma da cinque giorni.

(18) VIOLAZIONI AZERE – Due violazioni del cessate-il-fuoco sono state registrate nella regione di Askeran. Non risultano feriti. Il Comando della forza di pace russa è stato informato.

(18) INTERRUZIONE ELETTRICITA’ – In conseguenza dei lavori di ripristino della rete elettrica tra Sarsang e Stepanakert danneggiata dal forte vento, oggi tra le 10 e le 17 tutta la repubblica è stata priva di elettricità. Così è stato comunicato da Artsakh Energo.

(18) ACCUSATO L’AZERO – Con decisione del procuratore supervisore, le accuse mosse contro il cittadino azero Huseyn Akhundov (uno dei due sabotatori entrati nel territorio dell’Armenia l’11 aprile scorso) sono state modificate e integrate. È stato accusato dell’omicidio di una guardia di sicurezza di 57 anni, Hayrapet Meliksetyan, nella regione di Syunik. Le indagini hanno accertato che il 12 aprile 2023, il cittadino della Repubblica dell’Azerbaigian Huseyn Akhundov è arrivato al posto di guardia di “Zangezour Copper-Molybdenum Combine CJSC” situato nel villaggio di Shgarshik del comune di Kapan della regione di Syunik. Qui, per rubare auto e cellulare, ha assassinato una guardia in servizio all’impianto. Akhundov, uscendo dal luogo dell’incidente, ha girato un videomessaggio utilizzando il cellulare rubato, dicendo: “(…) grazie a Dio, abbiamo raggiunto con successo l’Armenia e decapitato da 400 a 500 armeni, non siamo traditori, e speriamo tornare con successo in Azerbaigian (…)”. Quindi, Akhundov ha scaricato un’applicazione Internet sul telefono cellulare rubato e ha pubblicato il videomessaggio registrato sulla sua pagina del social network. Successivamente, Akhundov si è diretto a piedi in direzione del villaggio di Achanan nella regione di Syunik (non è stato in grado di far partire il veicolo della vittima) ed è stato trovato il 13 aprile 2023 da passanti che, scoprendo che era un impiegato delle Forze Armate dell’Azerbaigian, lo hanno neutralizzato. e lo ha consegnato alle forze dell’ordine della Repubblica di Armenia.

(17) VIOLAZIONI AZERE A SOTK – Unità azere hanno sparato contro le postazioni armene situate in direzione di Sotk; così riferisce l’addetto stampa del ministero della Difesa dell’Armenia Aram Torosyan. “Il 16 aprile, intorno alle 22:50, le unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco con fucili di diverso calibro contro le posizioni armene situate in direzione di Sotk. La parte armena non ha perdite“, ha osservato. Secondo le sue informazioni, alle 10 odierne la situazione in prima linea è relativamente stabile.

(16) TRASFERIMENTO MALATI – Con un convoglio straordinario della Croce Rossa Internazionale, 9 malati sono stati trasferiti dall’Artsakh all’Armenia per cure e interventi chirurgici. Dodici invece sono ritornati in patria dopo i trattamenti in Armenia. A oggi, complessivamente sono 326 i pazienti trasferiti superando il blocco di Lachin. Al momento ci sono quattro bambini in terapia intensiva neonatale all’ospedale pediatrico Arevik.

(15) MINIERA DI SOTK – Le attività lavorative presso la miniera di Sotk al confine tra Armenia e Azewrbaigian sono sospese dalla parte armena a casua di colpi di arma da fuoco sparati dai soldati azeri.

(15) TRASFERIMENTO MALATI – Con un convoglio straordinario della Croce Rossa Internazionale, 12 malati sono stati trasferiti dall’Artsakh all’Armenia per cure e interventi chirurgici. Otto invece sono ritornati in patria dopo i trattamenti in Armenia. A oggi, complessivamente sono 317 i pazienti trasferiti superando il blocco di Lachin. Al momento ci sono tre bambini in terapia intensiva neonatale all’ospedale pediatrico Arevik e otto adulti all’ospedale repubblicano di Stepanakert di cui tre in gravi condizioni.

(13) SECONDO SOLDATO AZERO – Il secondo soldato azero che si era infiltrato tre giorni fa nel territorio dell’Armenia, regione di Syunik, è stato trovato ed è ora detenuto. Prima della cattura l’azero ha ucciso un cittadino armeno e si è impossessato del suo telefono vantandosi di aver ucciso 4-5cento nemici.

(13) CONSIGLIO ANTI CRISI – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha firmato un decreto in base al quale è stato istituito un Consiglio anti-crisi sotto il presidente ed è stata approvata la carta del Consiglio.

(13) REAZIONI INTERNAZIONALI – In risposta a una domanda del servizio armeno di Voice of America, il Dipartimento di Stato USA ha affermato che l’uso della forza per risolvere le controversie è inaccettabile e interrompe il processo negoziale affermando che l’unico modo per ottenere una pace sostenibile è attorno al tavolo dei negoziati. Dal canto suo, il ministero degli Esteri francese ha espresso profonda preoccupazione per ciò che ha descritto come “violenza vicino all’insediamento di Tegh in territorio armeno al confine tra Armenia e Azerbaigian l’11 aprile”. “La Francia ricorda che la delimitazione deve avvenire esclusivamente attraverso negoziati e invita le parti a proseguire gli sforzi in questa direzione. Il rispetto per l’integrità territoriale dell’Armenia e il ritiro delle forze azere dalle posizioni occupate della parte armena della linea di contatto sono di notevole importanza per prevenire futuri incidenti e mantenere le basi per una pace sostenibile nella regione” si legge nella dichiarazione.

(13) PREMIATI SOLDATI – I militari che hanno reagito prontamente e mostrato la necessaria resistenza durante l’aggressione azerbaigiana del 5 marzo hanno ricevuto una ricompensa in denaro dall’ex ministro di Stato dell’Artsakh, Ruben Vardanyan. Ricordiamo che quel giorno, una squadra di sabotaggio delle forze armate azere ha preso di mira e ha aperto il fuoco contro l’auto di turno del dipartimento passaporti e visti della polizia [Artsakh] nell’area chiamata “Khaypalu” in Artsakh. 3 agenti di polizia sono stati uccisi a seguito dell’infiltrazione di sabotaggio.

(12) VIOLAZIONI AZERE – Registrate oggi quattro violazioni nella regione di Askeran. Non risultano feriti. Informato il Comando della forza di pace russa.

(12) AGGIORNAMENTO SU SCONTRI LINEA DI CONTATTO – La situazione lungo la linea di contatto tra Armenia e Azerbaigian è stabile e relativamente calma dopo gli scontri di ieri. Dei sei feriti di parte armena, uno è in gravi condizioni, altri due presentano lesioni moderate, altri quattro solo lievi lesioni.
L’Unione Europea con un comunicato fa sapere che deplora gli scontri armati che ieri hanno provocato la morte o il ferimento di diversi militari armeni e azeri al confine tra Armenia e Azerbaigian nella zona di Tegh. “Questo incidente sottolinea ancora una volta che in assenza di un confine delimitato, la linea del 1991 deve essere rispettata e le forze di entrambe le parti si devono ritirare a distanza di sicurezza da questa linea per evitare che si verifichino incidenti simili. Devono essere rispettati gli impegni precedenti, compresi quelli raggiunti a Praga nell’ottobre 2022 in merito al riconoscimento reciproco dell’integrità territoriale in linea con la Dichiarazione di Almaty del 1991. L’UE sollecita inoltre l’intensificazione dei negoziati sulla delimitazione del confine e continua a tenersi pronta a sostenere questo processo. Rinnoviamo i nostri appelli alla moderazione e alla risoluzione di tutte le controversie con mezzi pacifici. L’UE continua a sostenere questi sforzi, anche al più alto livello, anche attraverso la presenza della missione dell’UE in Armenia“, aggiunge la dichiarazione.
Il vice ministro della Difesa armeno Arman Sargsyan non esclude che possano esserci nuovamente provocazioni azere.

(12) RUSSIA SU BLOCCO DI LACHIN – La Russia è favorevole allo sblocco completo del corridoio Lachin secondo quanto riferito da Maria Zakharova, rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri russo, durante l’odierna conferenza stampa. “I rispettivi sforzi sono in corso da parte del Ministero della Difesa della Federazione Russa, il comando del contingente di mantenimento della pace [in Nagorno vKarabakh], in collaborazione con il nostro dipartimento. I nostri partner armeno e azero hanno proposte dettagliate al riguardo. I caschi blu [russi] stanno risolvendo sul posto i problemi di fornire alla popolazione del Karabakh cibo, beni di prima necessità, decine di tonnellate di beni umanitari vengono importati quotidianamente e ci aspettiamo una rapida risoluzione della situazione al fine di promuovere la normalizzazione delle relazioni bilaterali armeno-azerbaigian e sulla base di accordi tripartiti di alto livello“, ha aggiunto Zakharova che, tuttavia, non ha risposto alla domanda su come valuta l’ultima violazione dell’integrità territoriale dell’Armenia da parte dell’Azerbaigian, nel villaggio di Tegh, nella provincia di Syunik.

(11) PRIMO TRAGICO BILANCIO – L’azione azera ha provocato quattro caduti arneni e sei feriti. Gli aggressori lasciano sul campo tre soldati (imprecisato il numero dei feriti).

(11) VIOLAZIONI IN ARTSAKH – Due violazioni azere sono state registrate nella regione di Martuni. Non risultano feriti.

(11) COMBATTIMENTI A TEGH – Violenti combattimenti a seguito della ennesima violazione azera sono in corso dal primo pomeriggio nell’area di Tegh (Syunik), nel territorio della Repubblica di Armenia dove si sono posizionate, sconfinando, truppe azere a fine marzo. Riferiti scontri anche nell’area di Sotk (Gegharkunik) nei pressi della miniera. Gli azeri avrebbero fatto uso anche di mortai da 82 mm.

(11) TRASFERIMENTO MALATI – Con un convoglio straordinario della Croce Rossa Internazionale, 15 malati sono stati trasferiti dall’Artsakh all’Armenia per cure e interventi chirurgici. Dieci invece sono ritornati in patria dopo i trattamenti in Armenia. A oggi, complessivamente sono 305 i pazienti trasferiti superando il blocco di Lachin. Al momento ci sono sette bambini in terapia intensiva neonatale all’ospedale pediatrico Arevik e cinque adulti all’ospedale repubblicano di Stepanakert di cui uno in gravi condizioni.

(11) PROPOSTA INCONTRO – Il quartier generale dell’informazione dell’Artsakh riferisce che le autorità della Repubblica dell’Artsakh hanno utilizzato la missione di mantenimento della pace della Federazione Russa per trasmettere una proposta alla parte azera. La proposta prevede di tenere una riunione presso la sede del contingente di mantenimento della pace russo e sotto la mediazione del loro comando, per discutere questioni umanitarie urgenti.

(10) CATTURATO AZERO NEL SYUNIK – Nella notte, tra l’una e le due, un militare delle forze armate azere è stato scoperto e detenuto nel territorio della Repubblica di Armenia. Questa informazione è stata confermata dal ministero della Difesa dell’Armenia. Il militare azero è entrato in una casa a Sisian, regione di Syunik, parlando armeno ed è fuggito dopo che il residente si è insospettito.Secondo il militare azero, con lui c’era un altro militare, la cui ricerca continua. Fonti azere riferiscono che due militari si sono persi nel territorio di Nakhijevan e sono stati arrestati nel villaggio di Ashotavan a Sisian. Il villaggio di Ashotavan dista circa 18 chilometri dagli attuali confini con Nakhijevan.

(10) MASSACRO DI MARAGA – Nel 31° anniversario del massacro di Maraga, il ministero degli Esteri dell’Armenia ha rilasciato un comunicato nel quale ricorca l’eccidio dei residenti armeni e la pulizia etnica del villagio.

(9) VIOLAZIONE AZERA – Una violazione del cessate-il-fuoco è stata registrata nella regione di Martuni.

(8) ALTRI MALATI IN ARMENIA – Nuovo trasferimento di malati in Armenia e contestuale ritorno di pazienti che si sono sottoposti a cure (prevalentemente oncologiche e cardiologiche). In 14 hanno viaggiato alla volta dell’Armenia mentre 7, sempre con convogli speciali della Croce Rossa, hanno fatto il percorso all’inverso. A oggi, complessivamente sono 290 i pazienti trasferiti superando il blocco di Lachin. Al momento ci sono sei bambini in terapia intensiva neonatale all’ospedale pediatrico Arevik e nove adulti all’ospedale repubblicano di Stepanakert di cui tre in gravi condizioni.

(8) SPARI AZERI NEL SYUNIK – Soldati azeri hanno preso di mira alcuni contadini che lavoravano nei campi del villaggio di Khnatsakh  nella regione del Syunik in Armenia. Non è la prima volta che si registrano tali violazioni nella regione.

(7) TRASFERIMENTO MALATI – Con un convoglio straordinario della Croce Rossa Internazionale, 12 malati sono stati trasferiti dall’Artsakh all’Armenia per cure e interventi chirurgici. Nove invece sono ritornati in patria dopo i trattamenti in Armenia. A oggi, complessivamente sono 276 i pazienti trasferiti superando il blocco di Lachin. Al momento ci sono sette bambini in terapia intensiva neonatale all’ospedale pediatrico Arevik e nove adulti all’ospedale repubblicano di Stepanakert di cui tre in gravi condizioni.

(7) TRASFERIMENTO RUSSI – 63 russi, di cui cinque bambini, sono stati evacuati con un convoglio delle forze di pace. Si trovavavno in Artsakh per visitare i familiari impegnati nella missione di peacekeeping.

(7) CIPRO – Il parlamento cipriota ha votato una risoluzione che condanna l’Azewrbaigian per il blocco della strada per Lachin e invita a rimuovere qualsiasi ostacolo al libero transito.

(6) OCCUPAZIONE AZERA – Emergono dettaglia sulla situazione intorno al villaggio di Tegh in Armenia. Il premier Pashinyan ha confermato che gli azeri nel riposizionamento dopo la chiusura della strada provvisoria per il corridoio di Lachin hanno occupato fasce di territorio armeno da 100 a 300 metri. Il Primo ministro dell’Armenia ha informato che sono in corso lavori con i cartografi di ambo le parti per risolvere la situaziuone. Secondo un quotidiano locale ci sarebbe stata anche una scazzottata tra soldati armeni e azeri, vintadai primi nonostante l’inferiorità numerica: gli azeri, peraltro già in territorio armeno, non volevano che la contropostazione armena si schierasse troppo vicino a loro.

(6) ESERCITAZIONI AZERE – L’Azerbaigian ha condotto esercitazioni militari in Nakhjivan. Ne dà notizia la stampa azera.

(5) ANCORA UNA PERSONA RICOVERATA – Delle quattro persone ricoverate a Stepanakert a seguito di malore accusato durante l’aggressione azere di ieri, tre sono state dimesse mentre una è ancora sotto osservazione.

(5) MINISTRO DI STATO – Il ministro di Stato, Nersisyan, ha informato che al fine di prevenire ulteriori provocazioni azere le uscite dalla repubblica di Artsakh dovranno essere comprovate da giustificati motivi e concordate con il centro di cooperazione del contingente russo; per motivazioni sanitarie dovrà essere raggiunto un accordo con la Croce Rossa Internazionale.

(4) RESPINTI DAGLI AZERI – Un convoglio delle forze di pace russe con 27 cittadini dell’Artsakh (soprattutto donne e anziani) che da Goris volevano rientrare in patrria è stato respinto dagli attivisti azeri e non ha potuto superare il blocco sulla strada per Stepanakert. Alcuni “agenti” azeri sono entrati in un mezzo e hanno minacciato i passeggeri. Quattro persone hanno accusato malore e sono state trasportate in ambulanza nella capitale dell’Artsakh.

(4) FERITO CITTADINO – Un ventiseienne di Karmir Shuka è rimasto gravemente ferito a causa dell’esplosione di una mina mentre raccoglieva asparigi selvatici in un campo. Il giovane ha riportato l’aputazione del piede sinistro ed è stato operato all’ospedale di Stepanakert.

(4) VILLAGGI ISOLATI – Le forze armate azere hanno paralizzato le strade intercomunitarie di quattro villaggi della regione di Shushi: Lisagor, Hin Shen, Mets Shen e Yegtsahogh. Secondo un parlamentare di Stepanakert, i villaggi non sono occupati dal nemico ma gli azeri tengono sotto tiro le strade che portano a tali insediamenti.

(4) TRASFERIMENTO MALATI – Con un convoglio straordinario della Croce Rossa Internazionale, 12 malati sono stati trasferiti dall’Artsakh all’Armenia per cure e interventi chirurgici. Altrettanti invece sono ritornati in patria dopo i trattamenti in Armenia. A oggi, complessivamente sono 264 i pazienti trasferiti superando il blocco di Lachin. Al momento ci sono quattro bambini in terapia intensiva neonatale all’ospedale pediatrico Arevik e nove adulti all’ospedale repubblicano di Stepanakert di cui due in gravi condizioni.

(3) APPELLO ALL’ONU – Con l’iniziativa della Democracy Development Foundation (DDF), circa 20 organizzazioni della società civile dell’Armenia hanno inviato una lettera congiunta all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Turk, chiedendo all’ufficio del Commissario di adottare misure immediate in merito all’emergenza dei diritti umani nell’Artsakh. In particolare viene richiesto l’invio di una missione umanitaria urgente nel Nagorno Karabakh e nel corridoio di Lachin.

(2) GUERRA DEI 4 GIORNI – Il Presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan presso il Complesso Commemorativo di Stepanakert ha reso omaggio alla memoria delle vittime della guerra scatenata dall’Azerbaigian contro la Repubblica dell’Artsakh nell’aprile 2016. Il presidente Harutyunyan era accompagnato dal primate della diocesi dell’Artsakh della Chiesa apostolica armena, il vescovo Vrtanes Abrahamyan, alti funzionari della Repubblica dell’Artsakh, rappresentanti del personale di comando dell’Esercito di difesa.

(2) TRASFERIMENTO MALATI – Con un convoglio straordinario della Croce Rossa Internazionale, 11 malati sono stati trasferiti dall’Artsakh all’Armenia per cure e interventi chirurgici. Otto invece sono ritornati in patria dopo i trattamenti in Armenia. A oggi, complessivamente sono 252 i pazienti trasferiti superando il blocco di Lachin. Al momento ci sono quattro bambini in terapia intensiva neonatale all’ospedale pediatrico Arevik e undici adulti all’ospedale repubblicano di Stepanakert di cui cinque in gravi condizioni.

(1) TRASFERIMENTO MALATI – Con un convoglio straordinario della Croce Rossa Internazionale, 12 malati sono stati trasferiti dall’Artsakh all’Armenia per cure e interventi chirurgici. Cinque invece sono ritornati in patria dopo i trattamenti in Armenia. A oggi, complessivamente sono 241 i pazienti trasferiti superando il blocco di Lachin. Al momento ci sono cinque bambini in terapia intensiva neonatale all’ospedale pediatrico Arevik e nove adulti all’ospedale repubblicano di Stepanakert di cui cinque in gravi condizioni.

(1) FRONTIERA ARMENIA-AZERBAIGIAN – Il Servizio di Sicurezza nazionale dell’Armenia informa che questa mattina si è tenuto un incontro fra i rappresentanti delle due parti per definire esattamente il confine degli Stati. Secondo il SSN la situazione è migliorata e si riserva ulteriori aggiornamenti informativi in seguito.
Ieri registrato l’afflusso di decine di soldati azeri nell’area del corridoio di Lachin prossima alla frontiera con l’Armenia.

(1) EVACUATI RUSSI – L’evacuazione di un gruppo di cittadini russi che si trovavano in Nagorno Karabakh è stata effettuata nell’ambito degli accordi raggiunti dal contingente russo di mantenimento della pace secondo quanto ha informato il canale Peacekeeper di Telegram. “A seguito dell’evento, 28 persone sono state evacuate, tra cui 8 bambini”, informa il messaggio.

(1) STRADA ALTERNATIVA – Oggi dovrebbe entrare in esercizio la strada alternativa attraverso il corridoio di lachin che sostituisce il vecchio tracciato via Berdzor. Il percorso è stato completamente asfaltato con tre strati di bitume e la segnaletica completa sarà pronta nell’estate. Al momento però il collegamento con Stepanakert è interrotto a causa del blocco azero all’altezzadi Shushi.

Fanno finta di protestare per l’ambiente ma in realtà da oltre tre mesi hanno isolato 120.000 armeni del Nagorno Karabakh (Artsakh). Un’azione politica ovviamente, che nulla ha a che fare con la protezione ambientale.
Ma che, ironia della sorte, sta avendo gravi ripercussioni negative proprio su tale tema.

Infatti, il blocco operato dagli azeri della linea ad alta tensione che porta elettricità dall’Armenia all’Artsakh sta costringendo le autorità di Stepanakert ad attingere risorse dal bacino idrico di Sarsang (capacità 600.000 mc) dove opera la maggiore centrale idroelettrica della regione.

Il livello dell’acqua scende al ritmo di 50 cm al giorno anche perché quando il livello dell’acqua è basso, come sta accadendo in questo periodo, è necessario un maggior consumo in conseguenza della diminuita pressione sulle turbine.

Questa significativa e inarrestabile diminuzione del bacino di Sarsang avrà disastrose conseguenze in primavera perché mancherà l’acqua per irrigare i campi. Non solo quelli armeni dell’Artsakh ma anche e soprattutto quelli in Azerbaigian. I 96.000 ettari di terreno agricolo nelle regioni azerbaigiane di Tartar, Aghdam, Bardi, Goranboy, Yevlakh e Akhjabad rischiano fortemente di rimanere a secco.

Con buona pace dei finti “attivisti per l’ambiente” mandati da Aliyev a lasciare senza cibo, medicine, gas e corrente elettrica un intero popolo.

Comunicato del ministero degli Affari esteri della repubblica di Artsakh (Nagorno Karabakh) a seguito dell’attacco azero odierno:

”L’infiltrazione del gruppo di sabotaggio azero nel territorio dell’Artsakh e l’attacco agli agenti di polizia dell’Artsakh è un’altra flagrante violazione della Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, che indica che la parte azera sta cercando di avviare un’escalation della tensione. In precedenza, il 2 e la notte tra il 2 e il 3 marzo, unità delle forze armate azere di stanza nei territori occupati delle regioni Askeran, Martakert e Martuni della Repubblica dell’Artsakh avevano violato anche il cessate il fuoco stabilito dalla Dichiarazione Trilaterale del 9 novembre 2020.

Il 5 marzo, verso le 10:00, un gruppo di sabotaggio delle forze armate azere ha attraversato la linea di contatto e ha attaccato un veicolo del dipartimento passaporti e visti della polizia della Repubblica dell’Artsakh. A seguito di questo attacco, tre agenti di polizia disarmati sono stati uccisi e un altro è rimasto ferito. Un’analisi preliminare delle circostanze dell’uccisione di agenti di polizia consente di considerare le azioni della parte azera come un crimine di guerra.

Va notato che questi attacchi sono stati effettuati immediatamente dopo i colloqui sullo sblocco del corridoio Lachin tenutisi il 1° marzo tra rappresentanti dell’Artsakh e dell’Azerbaigian. Attraverso le sue azioni, Baku dimostra apertamente il suo rifiuto dei negoziati come mezzo per trovare soluzioni a qualsiasi problema.

Sullo sfondo del blocco di oltre 80 giorni dell’Artsakh, volto a creare deliberatamente condizioni di vita insopportabili per la sua popolazione, una grave escalation della situazione, con conseguenti vittime, dimostra ancora una volta i veri obiettivi dell’Azerbaigian e la sua intenzione di completare il pulizia etnica dell’Artsakh. Apparentemente, la mancanza di misure adeguate da parte della comunità internazionale volte a fermare gli atti illeciti a livello internazionale dell’Azerbaigian è stata percepita dalle autorità di questo paese come una carta bianca per commettere nuove atrocità.

Chiediamo ancora una volta alla comunità internazionale nel suo insieme e alle parti coinvolte nella risoluzione del conflitto Azerbaigian-Karabakh in particolare di riconsiderare i loro approcci e adottare misure efficaci ai sensi del diritto internazionale per fermare la politica terroristica e genocida dell’Azerbaigian”

ATTACCO AZERO, TRE POLIZIOTTI ARMENI UCCISI