Tag Archivio per: Artsakh

(31 mar 22) PUTIN SU NAGORNO KARABAKH – Il presidente russo Vladimir Putin ha discusso telefonicamente della situazione in Karabakh con il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev secondo quanto riferisce il servizio stampa del Cremlino. “È stato discusso lo sviluppo della situazione intorno al Nagorno-Karabakh, ponendo l’accento sulla risoluzione di problemi pratici per garantire sicurezza e stabilità nella regione. L’importanza di un’attuazione coerente di tutte le disposizioni delle dichiarazioni trilaterali del 9 novembre, 2020, 11 gennaio e 26 gennaio 2021. È stato raggiunto un accordo su ulteriori contatti“, si legge nel comunicato.

(31 mar 22) ERDOGAN SU NAGORNO KARABAKH – Il presidente turco ha definito le azioni dell’Azerbaigian nel Nagorno-Karabakh una “risposta difensiva”. “L’Azerbaigian rispetta pienamente le disposizioni dell’accordo trilaterale [tra Russia, Armenia e Azerbaigian]. Pertanto, non vi è alcuna violazione da parte dell’Azerbaigian. Poiché c’è stato un attacco all’Azerbaigian, c’è stata anche una risposta difensiva“, ha detto Recep Tayyip Erdogan ai reporter turchi.

(31 mar 22) SHUSHI PROFANATA – La città armena di Shushi, nell’Artsakh, occupata dall’Azerbaigian, è stata dichiarata nel 2023 “Capitale culturale del mondo turco“. La decisione è stata presa in una riunione del Consiglio Permanente TURKSOY a Bursa, in Turchia, secondo quanto riferito dai media azeri.

(31 mar 22) CONDIZIONE DEI FERITI – I cinque soldati, che hanno riportato ferite di varia gravità a seguito delle azioni criminali delle Forze armate azere compiute lo scorso 25 marzo nei pressi del villaggio di Parukh e all’altezza di Karaglukh, sono ricoverati negli ospedali dell’Artsakh e tutti e cinque sono in condizioni soddisfacenti, sono in fase di convalescenza e saranno dimessi a breve. Le condizioni di uno dei due feriti trasportati a Yerevan sono giudicate lievi, la sua vita non è in pericolo, mentre le condizioni dell’altro ferito sono giudicate critiche.

(31 mar 22) BAYRAMOV: SEGNALI POSITIVI DALL’ARMENIA – Il ministro degli Esteri dell’Azerbaigian ha affermato di aver osservato “alcuni messaggi positivi” dall’Armenia. Jeyhun Bayramov ha dichiarato in una conferenza stampa congiunta con il Presidente in esercizio dell’OSCE, Ministro degli Affari esteri della Polonia, Zbigniew Rau, che dall’Armenia è stata data una risposta agli appelli dell’Azerbaigian per aprire le comunicazioni di trasporto regionale e avviare il processo di delimitazione dei confini.

(31 mar 22) RIUNIONE ARMENO-AZERA A BRUXELLES – L’Unione europea ha ospitato oggi a Bruxelles una riunione di alti funzionari dell’Armenia e dell’Azerbaigian per portare avanti gli sforzi congiunti per trovare soluzioni a una serie di problemi tra i due paesI. In particolare, le discussioni si sono concentrate sui preparativi per il prossimo incontro tra il presidente Charles Michel del Consiglio europeo, il presidente Ilham Aliyev della Repubblica dell’Azerbaigian e il primo ministro Nikol Pashinyan della Repubblica di Armenia prevista a Bruxelles il 6 aprile 2022. L’incontro tra il segretario del Consiglio di sicurezza della Repubblica di Armenia, Armen Grigoryan, e l’assistente del presidente della Repubblica dell’Azerbaigian, Hikmet Hajiyev, è stato facilitato dal rappresentante speciale dell’UE per il Caucaso meridionale Toivo Klaar.

(31 mar 22) SITUAZIONE SU LINEA DI CONTATTO – Da mercoledì sera alle 10 (ora locale) di giovedì, la situazione operativo-tattica lungo l’intera linea del fronte dell’Artsakh non è cambiata, rimanendo tesa ma non sono state registrate violazioni significative del cessate il fuoco. Le autorità dell’Artsakh continuano a compiere tutti gli sforzi per ritirare le forze armate azere dalla direzione orientale della linea di contatto alle loro posizioni originarie.

(30 mar 22) UNITA’ DI COMBATTIMENTO – Nella sessione odierna, l’Assemblea nazionale dell’Artsakh ha votato all’unanimità a favore del progetto di modifica della legge sugli organismi di sicurezza nazionale. La bozza è stata presentata dal rappresentante del Servizio di sicurezza nazionale Nver Gasparyan, che ha affermato: “Gli emendamenti alla legge propongono di aggiungere le parole ‘e unità di combattimento’ nella sezione 2 dell’articolo 4 dopo la parola ‘organismi di sicurezza nazionale’ e nell’articolo 14, aggiungere le parole “e unità combattenti operanti nel sistema dell’organismo autorizzato” dopo la parola “delle truppe“.”

(30 mar 22) NAZIONI UNITE – Le Nazioni Unite rimangono preoccupate per le notizie di continue tensioni all’interno e intorno al Nagorno-Karabakh (Artsakh), ha affermato ieri il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric. “Rimaniamo preoccupati per le notizie di continue tensioni all’interno e intorno al Nagorno-Karabakh. Accogliamo con favore sia gli sforzi per la riduzione dell’escalation nel formato trilaterale sia l’impegno dei copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE ”, ha detto in un briefing. “Devono essere compiuti tutti gli sforzi per garantire il pieno rispetto del cessate il fuoco e la piena attuazione degli impegni concordati. Continuiamo a esortare le parti ad astenersi da qualsiasi azione e dichiarazione che potrebbero aggravare la situazione e ad affrontare tutte le questioni in sospeso, comprese le preoccupazioni umanitarie delle persone sul campo, attraverso il dialogo diretto e nei formati esistenti“, ha affermato Dujarric.

(30 mar 22) SITUAZIONE IMMUTATA – Le forze armate azere rimangono nelle stesse roccaforti su Karaglukh, non sono avvenuti cambiamenti di posizione. Le autorità della Repubblica dell’Artsakh, insieme al personale di comando del contingente di mantenimento della pace russo e attraverso vari mezzi diplomatici, continuano il lavoro coerente per ritirare le truppe azere nelle loro posizioni originarie e per stabilizzare la situazione politico-militare. Parallelamente, le forze armate dell’Artsakh stanno svolgendo le loro funzioni, migliorando continuamente le fortificazioni difensive e i meccanismi della repubblica.

(30 mar 22) PROPOSTE DI PACE – L’Azerbaigian non ha “notato” la richiesta dell’Armenia ai Copresidenti del Gruppo OSCE di Minsk sulla questione di un accordo di pace. Qualche tempo fa, il pubblico armeno ha appreso dai media che l’Azerbaigian aveva inviato alcune proposte in cinque punti all’Armenia per iniziare a discutere un accordo di pace. La parte armena ha confermato la ricezione di tali proposte e ha dichiarato di aver presentato domanda ai Copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE in merito a tale questione annunciando la sua disponibilità a trattare l’accettazione delle proposte. Ma quelli in Azerbaigian, a quanto pare, preferiscono non accorgersene. Secondo l’agenzia di stampa APA, oggi il viceministro degli Esteri azerbaigiano Elnur Mammadov ha dichiarato in una conferenza che “Poco tempo fa, il Ministero degli Affari Esteri [dell’Azerbaigian] ha presentato ufficialmente alla parte armena 5 principi di base che formeranno la base di questo accordo. Il governo azerbaigiano ha offerto all’Armenia di firmare un accordo di pace basato su questi principi al fine di garantire pace e stabilità durature nella regione e attende da tempo una risposta significativa dalla parte opposta“.

(29 mar 22) RIUNIONE DEL PRESIDENTE – Il presidente Arayik Harutyunyan ha convocato una consultazione con i capi delle strutture di comando dell’Artsakh dedicata ai recenti sviluppi lungo la linea di contatto. Il ministro della Difesa Kamo Vardanyan ha consegnato un rapporto sulla situazione operativa-tattica.

(29 mar 22) SITUAZIONE IMMUTATA – Lunedì non sono state registrate violazioni significative del cessate il fuoco lungo l’intera linea di contatto e la situazione operativa-tattica è rimasta tesa. “Le truppe azere rimangono nelle roccaforti di [la] Karaglukh [collina] vicino a Parukh [villaggio] e durante il giorno non sono stati registrati cambiamenti di posizione. Le forze armate dell’Artsakh hanno adottato ulteriori misure precauzionali e restrittive, soprattutto in direzione di Karaglukh. Parallelamente, continuano i lavori con il comando del contingente di mantenimento della pace russo, con l’obiettivo di riportare la parte azerbaigiana nelle posizioni iniziali”, si legge anche in un comunicato diffuso dall’Artsakh Information Center.

(28 mar 22) RIPRISTINATO IL GAS – Dopo un’altra settimana di blocco causato dal boicottaggio azero, è stata ripristinata la fornitura di gas. Il servizio sarà ripreso gradualmente in tutta la repubblica.

(28 mar 22) AGGIORNAMENTO DA LINEA DI CONTATTO – Il Centro informazioni dell’Artsakh comunica che alle ore 12 (locali) l’intera linea di contatto, compresa la sezione orientale, è relativamente stabile, non sono state registrate gravi violazioni del cessate il fuoco. Anche la notte è trascorsa in relativa tranquillità. Il villaggio di Parukh nella regione di Askeran è ora sotto il controllo delle truppe russe di mantenimento della pace e la parte armena è riuscita a sospendere l’avanzata delle forze armate azere e a mantenere il controllo sulla parte principale dell’altura di Karaglukh. Le truppe azere continuano a rimanere in posizioni fortificate di un pendio del Karaglukh. Sono in corso i lavori con il personale di comando del contingente di mantenimento della pace russo per riportare le unità azerbaigiane alle posizioni di partenza.

(28 mar 22) RUSSIA E AZERBAIGIAN – Il Ministero della Difesa dell’Azerbaigian ha accusato il Ministero della Difesa russo di “mentire” in uno scambio di dichiarazioni avvenuto ieri. Mosca aveva annunciato il ritiro delle forze azere dall’area del villaggio di Parukh mentre Baku aveva annunciato che le sue forze non si erano ritirate dall’area. Ma successivamente le autorità azere hanno rilasciato una seconda dichiarazione, estremamente dura “ricordando” alla Russia che non esiste un’unità amministrativa chiamata “Nagorno-Karabakh” in Azerbaigian. Ciò nonostante, anche la odierna mappa rilasciata dal ministero della Difesa russo riporta la dicitura Nagorno Karabakh.

(27 mar 22) PARZIALE RITIRATA AZERA – Secondo una nota del ministero della difesa russo, il monitoraggio odierno in 27 posti di osservazione ha evidenziato due casi di violazione del regime di cessate il fuoco nella regione di Askeran da parte delle forze armate azere. Due persone sono rimaste ferite da ambedue i lati a seguito della sparatoria. Il comando del contingente di peacekeeping russo, in collaborazione con i rappresentanti delle parti in conflitto, ha stabilizzato la situazione.Come risultato dei negoziati tenuti, la parte azerbaigiana ha effettuato il ritiro delle sue unità dell’esercito dal territorio dell’insediamento di Parukh. Le unità del contingente di mantenimento della pace russo hanno assicurato la scorta di tre convogli della Repubblica dell’Azerbaigian attraverso il corridoio di Lachin.

(27 mar 22) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha convocato domenica una riunione allargata del Consiglio di sicurezza. Accogliendo i partecipanti, il Capo dello Stato ha evidenziato l’attività di interlocuzione con la forza di pace russa al fine di risolvere rapidamente e pacificamente l’attuale situazione di crisi e ha accolto con favore le dichiarazioni internazionali che hanno condannato l’azione azera.

(27 mar 22) CONDIZIONE DEI FERITI – Due dei militari dell’esercito di difesa dell’Artsakh, feriti venerdì da un attacco azero di droni da combattimento tipo Bayraktar di fabbricazione turca, sono stati portati a Yerevan in condizioni critiche. Le condizioni di uno di loro sono al momento ancora critiche, le condizioni dell’altro sono valutate moderate, con dinamiche positive. Al momento, sette dei feriti sono in trattamento ospedaliero, le loro condizioni sono valutate buone, mentre altri cinque sono stati dimessi dopo aver ricevuto assistenza medica.

(27 mar 22) PRESIDENTE VISITA ASKERAN – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha visitato la città di Askeran e ha tenuto una consultazione con i funzionari regionali e sulla situazione attuale all’indomani della recente aggressione da parte delle forze armate azere. Il presidente ha assicurato che si stanno compiendo tutti gli sforzi per stabilizzare la situazione e per ritirare, grazie agli sforzi della parte russa, l’avversario alle sue posizioni iniziali, ha riferito il dipartimento informazioni dell’ufficio del presidente dell’Artsakh. Inoltre, Harutyunyan ha visitato i villaggi Khramort e Khnapat della regione di Askeran, ha discusso la situazione attuale con i residenti locali e ha dato una serie di istruzioni sui piani futuri.

(27 mar 22) AGGIORNAMENTO SITUAZIONE – Sabato notte e alle 9 di domenica, la situazione operativa-tattica lungo l’intera linea di contatto, compreso il confine orientale, è relativamente stabile e non sono state segnalate violazioni significative del cessate il fuoco, secondo l’Info Center di Artsakh. La parte azerbaigiana continua a mantenere le posizioni occupate giovedì. Sono in corso le trattative per il ritorno delle unità dell’esercito azerbaigiano alle posizioni di partenza.

(26 mar 22) AGGIORNAMENTO SITUAZIONE PARUKH – Da mezzogiorno del 25 marzo alla mattina del 26 marzo, la situazione e le posizioni lungo la linea di contatto di Artsakh non sono cambiate, le forze armate azere continuano a rimanere nel villaggio di Parukh e su un lato dell’adiacente altura di Karaglukh, e poco prima in questo settore hanno tentato senza successo di attaccarne uno dove sono presenti le forze armate armene. L’Esercito di difesa dell’Artsakh sta adottando adeguate misure precauzionali e di contenimento per neutralizzare possibili minacce. Ieri ha riportato 3 morti e 15 feriti (due gravi) a causa degli attacchi dei droni azerbaigiani, ma anche la parte azerbaigiana ha subito perdite significative nello scontro a fuoco a terra nell’area di Parukh.
Intorno alle ore 11 (ora locale), i reparti delle Forze Armate azere hanno nuovamente messi in atto azioni aggressive, mediante l’impiego di armi da fuoco di vario calibro, tentando di avanzare in direzione del confine orientale della Repubblica dell’Artsakh, nell’area sotto il responsabilità delle truppe russe di mantenimento della pace.
Il Primo ministro dell’Armenia, Pashinyan, ha avuto una conversazione telefonica con il presidente russo Putin riguardo la situazione lungo la linea di contatto. Sia la Francia che gli Stati Uniti hanno espresso preoccupazione per quanto sta accadendo e hanno invitato le truppe azere a ritornare alle loro originarie posizioni.

(25 mar 22) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Il presidente della repubblica ha convocato un ariunione del Consiglio di sicurezza. Arayik Harutyunyan ha osservato che i recenti eventi nella Repubblica stanno forzando una nuova agenda, poiché la parte azerbaigiana sta destabilizzando la situazione attraverso ovvie provocazioni. “Si potrebbe presumere dal conflitto russo-ucraino che la parte azerbaigiana avrebbe sfruttato l’opportunità per ricorrere a varie provocazioni ad Artsakh. Dall’interruzione della fornitura di gas e dall’incursione nel villaggio di Parukh nella regione di Askeran, nonché istigando alcune operazioni militari, le autorità azere hanno dimostrato di non rispettare la dichiarazione trilaterale resa nel novembre 2020 e gli impegni politici da allora assunti a vari livelli. Tuttavia, vorrei esortare il nostro popolo a mantenere la calma, perché nonostante le difficoltà e gli ostacoli, continuiamo a lavorare a stretto contatto con la forza di pace russa ad Artsakh per stabilizzare la situazione“, ha affermato. Il ministro della Difesa, Kamo Vardanyan, ha relazionato sulla situazione lungo la linea di contatto.
Durante la riunione è stata presa la decisione di rivolgersi ufficialmente al presidente della Russia Vladimir Putin sulla base della situazione politico-militare ad Artsakh e delle disposizioni della dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020.

(25 mar 22) ANCORA ALTA LA TENSIONE – Da mezzogiorno ora locale si è registrata una ulteriore intensificazione degli scontri. Confermate due vittime armene e l’uso di droni da bombardamento da parte azera.

(25 mar 22) PREOCCUPAZIONE CROCE ROSSA – Qualsiasi situazione che influisca negativamente sulla vita dei civili è motivo di grande preoccupazione per il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) secondo quanto afferma il capo della missione del Comitato Internazionale della Croce Rossa in Artsakh Nicolas Fleury. “Vediamo che le persone stanno cercando di trovare modi alternativi per riscaldare le loro case e preparare il cibo. Stiamo anche assistendo a come varie sfere (…) della vita pubblica soffrano per l’interruzione dell’approvvigionamento di gas naturale. Il CICR simpatizza con la popolazione civile in questi tempi difficili. Siamo anche preoccupati e cerchiamo di aiutare. Il nostro obiettivo è assistere, in particolare le istituzioni educative e sanitarie“, ha aggiunto.

(25 mar 22) MINISTERO ESTERI ARMENIA – Il ministero degli Esteri dell’Armenia ha rilasciato un comunicato nel quale tra l’altro si legge che “ieri sera le unità infiltrate delle forze armate azere hanno attaccato le basi dell’Esercito di difesa. La situazione in Nagorno-Karabakh resta tesa. Ci aspettiamo che la forza di mantenimento della pace della Federazione Russa adotti misure per garantire il ritiro immediato delle unità infiltrate delle forze armate azere dall’area di responsabilità del contingente di mantenimento della pace russo, il che dovrebbe implicare il ritorno delle forze armate azerbaigiane al posizione di partenza del 23 marzo“.

(25 mar 22) GLI AZERI ACCUSANO GLI ARMENI – Il ministero degli Esteri azerbaigiano ha reagito all’escalation della situazione sulla linea di contatto con il Nagorno-Karabakh, accusando l’Armenia. In risposta a una dichiarazione del ministero degli Esteri armeno, Baku afferma che Yerevan sta cercando di “fuorviare la comunità internazionale“. Tuttavia, il ministero degli Esteri azerbaigiano non ha osato negare le azioni provocatorie del proprio esercito. Baku afferma che “per il momento l’unico modo per garantire pace e stabilità nella regione è la piena attuazione di quanto previsto dalle dichiarazioni congiunte firmate, compreso il ritiro completo dei resti delle formazioni illegali armene da la regione e la normalizzazione dei rapporti sulla base dei principi del diritto internazionale“. Di fatto la dichiarazione evidenzia la volontà azera di vedere un Artsakh completamente smilitarizzato e alla mercè dell’esercito dell’Azerbaigian.

(25 mar 22) BATTAGLIA INTORNO A PARUKH – Nella notte e nella mattinata vi sono stati violenti scontri nei pressi del villaggio di Parukh occupato ieri dagli azeri nonostante diverse disposizioni della forza di pace russa. Stando a quanto diramato, due sono gli armeni uccisi e cinque i feriti mentre il nemico avrebbe riportato almeno cinque perdite. Gli azeri hanno fatto altresì uso di droni turchi da bombardamento Bayraktar TB2. Come recita una nota del Centro informazioni “le autorità dell’Artsakh auspicano che, grazie agli sforzi decisivi della parte russa, le truppe azere tornino alle posizioni di partenza, e la popolazione civile dell’Artsakh possa tornare alle proprie case, altrimenti le garanzie di sicurezza date al la popolazione civile di Artsakh sono in seri dubbi“.

(24 mar 22) AUTODIFESA A KHRAMORT – I soldati dell’esercito di difesa dell’Artsakh a Khramort sono pronti a resistere alle possibili provocazioni dell’Azerbaigian, i residenti locali hanno creato un distaccamento di autodifesa. Riferiscono fonti locali che “Gli azeri sono avanzati in direzione del villaggio di Parukh. Se catturano le alture, otterranno la superiorità posizionale sui vicini villaggi di Noragyugh e Khnabad“.

(24 mar 22) FORZE DI PACE ANCORA FERME – La protezione della linea di contatto in direzione degli insediamenti di Parukh e Khramort, nella provincia di Askeran e la sicurezza dei civili che vivono in queste comunità sono compiti delle forze di pace russe schierate nella Repubblica di Artsakh secondo quanto afferma una dichiarazione rilasciata dal quartier generale delle informazioni di Artsakh. “Le forze di pace sono ora alle loro roccaforti, i negoziati continuano. Ancora una volta invitiamo la popolazione a mantenere la calma, la situazione in tutti gli altri segmenti della linea di contatto è per il momento stabile“, si legge nella nota.

(24 mar 22) GLI AZERI OCCUPANO VILLAGGIO – Alle 16:00 (ora locale), le forze armate azere hanno violato la linea di contatto in direzione del villaggio di Parukh di Askeran. I rappresentanti dell’Esercito di difesa e le forze di pace russe dispiegate nella Repubblica dell’Artsakh stanno cercando di fermare l’ulteriore avanzata del nemico attraverso negoziati per riportarlo nelle posizioni iniziali. Le donne e i bambini della vicina comunità Khramort del distretto di Askeran sono state evacuati per motivi di sicurezza. In un comunicato il Centro informazioni dell’Artsakh esorta la popolazione a mantenere la calma e informa che la situazione in tutti gli altri tratti della linea di contatto è per il momento stabile. Vardan Mkhitaryan, il capo del villaggio di Parukh, ha dichiarato che “Abbiamo evacuato rapidamente le persone, c’erano strade, le abbiamo attraversate. Sono entrati nel villaggio da diverse parti senza sparare, formando una catena. Le posizioni degli azeri sono a 1 chilometro dal nostro villaggio“, ha detto Mkhitaryan.

(24 mar 22) FREEDOM HOUSE SU GAS – L’organizzazione internazionale per i diritti umani Freedom House ha condannato l’interruzione della fornitura di gas naturale all’Artsakh da parte dell’Azerbaigian. “L’Azerbaigian deve prevenire una crisi umanitaria ripristinando le forniture di gas [naturale] senza ostacoli alla popolazione del Nagorno-Karabakh, che ha sopportato settimane di temperature gelide senza riscaldamento o acqua calda”, ha osservato Freedom House su Twitter. Mercoledì, anche un’altra rinomata organizzazione internazionale per i diritti umani, Human Rights Watch, ha affrontato la questione. Lo stesso giorno, l’Unione europea ha anche espresso preoccupazione per le segnalazioni di interruzione dell’approvvigionamento di gas naturale nella capitale dell’Artsakh, Stepanakert.

(24 mar 22) PROTESTA DAVANTI OSPEDALE – Un gruppo di donne dell’Artsakh ha tenuto una manifestazione pacifica, insieme ai figli, fuori dall’ospedale pediatrico della capitale Stepanakert. Chiedono che le organizzazioni internazionali costringano l’Azerbaigian a riprendere la fornitura di gas naturale all’Artsakh. La gente di Artsakh è preoccupata di poter essere privata anche di altre necessità vitali nel prossimo futuro. “Il popolo di Artsakh non vuole lasciare la propria terra e casa; che gli azeri lo capiscano. Il popolo di Artsakh ha vissuto e vivrà ad Artsakh. Artsakh non è l’Azerbaigian e non lo sarà mai! Vivremo e combatteremo per il nostro diritti. Non possono de-armeniizzare l’Artsakh“, ha affermato un partecipante a questa protesta pacifica.

(24 mar 22) ABITANTI DELLA REPUBBLICA – Il Primo ministro dell’Armenia, Pashinyan, ha dichiarato che attualmente vivono in Artsakh 117.000 persone. Secondo le forze di pace russe la cifra sarebbe invece di 120.000 mentre per Stepanakert si parla generaicamente di più di 100.000 abitanti. Prima della guerra la popolazione era di circa 150.000 abitanti.

(23 mar 22) PRESIDENTE HARUTYUNYAN – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha ricevuto una delegazione guidata da Taguhi Tovmasyan, presidente del comitato permanente per la protezione dei diritti umani e degli affari pubblici dell’Assemblea nazionale dell’Armenia. I legami interparlamentari e la diplomazia parlamentare erano all’ordine del giorno di discussione. Evidenziando gli incontri periodici con le forze politiche parlamentari dell’Armenia, il presidente dell’Artsakh ha espresso gratitudine a Tovmasyan per aver costantemente espresso le questioni che l’Artsakh e il suo popolo devono affrontare e per averli tenuti sotto i riflettori.

(23 mar 22) MIRZOYAN SU PROBLEMA GAS – L’Armenia ha compiuto ogni possibile sforzo diplomatico per ripristinare la fornitura di gas al Karabakh il prima possibile secondo quanto ha affermato il ministro degli Affari esteri armeno Ararat Mirzoyan nell’odierna seduta dell’Assemblea nazionale dell’Armenia. Ha osservato che la parte armena è in costante contatto con i suoi partner russi.“Non è chiaro come chiamarlo. Dopotutto, questo non è un incidente sul gasdotto. In ogni caso, il gasdotto danneggiato o chiuso si trova nell’area e nella zona di responsabilità delle forze di pace russe“, ha affermato il ministro. In precedenza è stato riferito che il sito è sotto il controllo delle forze azere. L’Armenia, ha detto, è anche in contatto con il “mondo civile”. Il ministero degli Esteri, ad esempio, ha già inviato una nota ai suoi partner internazionali. “E le risposte sono già state ricevute. Inoltre, durante la precedente chiusura del gas, il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha discusso con il segretario di Stato americano, il presidente della Russia e il presidente della Francia. E stiamo già vedendo una reazione. Tuttavia, purtroppo, la questione non è stata ancora risolta sul posto“, ha affermato il capo del ministero degli Esteri.

(23 mar 22) UE PREOCCUPATA – L’Unione Europea (UE) ha espresso preoccupazione per la cessazione, ancora una volta, della fornitura di gas naturale all’Artsakh. “L’UE è preoccupata per i rinnovati tagli alla fornitura di gas a Stepanakert/Khankendi. È urgente riprendere le forniture alla popolazione locale colpita. L’UE chiede alle autorità di controllo di consentirlo, soprattutto nell’attuale clima rigido”, ha scritto su Twitter Peter Stano, portavoce principale per gli Affari esteri e la politica di sicurezza della Commissione europea dell’UE.

(23 mar 22) ANCORA SENZA GAS – È il terzo giorno che la fornitura di gas naturale viene interrotta ad Artsakh. Il comando del contingente di peacekeeping russo prosegue i negoziati con la parte azerbaigiana. Dal canto suo, il Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian ha negato in modo non chiaro il suo coinvolgimento nella sospensione della fornitura di gas naturale in Artsakh.”L’approccio non costruttivo dell’Armenia, le accuse infondate rivelano le reali intenzioni di quel paese. Consigliamo all’Armenia di garantire l’adempimento degli obblighi assunti dalle dichiarazioni trilaterali, compreso il ritiro delle forze armate dalla regione, e di contribuire così alla pace regionale e sicurezza, e di non fare dichiarazioni infondate“, ha affermato Leyla Abdullayeva, capo del dipartimento del servizio stampa del Ministero degli Affari esteri dell’Azerbaigian.

(22 mar 22) COMUNICATO MINISTERO ESTERI – Il ministero degli Esteri dell’Artsakh ha rilasciato una dichiarazione in relazione all’interruzione della fornitura di gas naturale. La dichiarazione recita quanto segue: “La sera del 21 marzo, le autorità azere hanno nuovamente interrotto la fornitura di gas all’Artsakh, privando la sua popolazione di un’importante risorsa di riscaldamento in condizioni climatiche estremamente fredde. Il comportamento dell’Azerbaigian è terrorismo umanitario. Viola gravemente i diritti umani, le norme e i principi del diritto internazionale umanitario e non rientra in alcun modo nelle norme della moralità. Questo atto atroce è un’altra dimostrazione di odio e nazionalismo. Il Ministero degli Esteri della Repubblica dell’Artsakh condanna fermamente la politica dell’Azerbaigian e si appella alla comunità internazionale con una richiesta urgente di dare un’adeguata valutazione della situazione.I passi misantropici dell’Azerbaigian non possono influenzare la volontà e la determinazione del popolo dell’Artsakh. Continueremo a vivere e creare nella nostra patria storica, a sviluppare e rafforzare la nostra statualità indipendente”. Anche il ministero degli Esteri dell’Armenia ha rilasciato un comunicato di condanna.

(22 mar 22) APPELLO OMBUDSMAN – Il difensore civico per i diritti umani dell’Artsakh, Gegham Stepanyan, si è rivolto a Toivo Klaar, rappresentante speciale dell’Unione europea per il Caucaso meridionale e la crisi in Georgia, e Dunja Mijatovic, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa. “Sig. Toivo Klaar, con l'”impegno attivo” della leadership azerbaigiana, l’Artsakh (Nagorno-Karabakh) è nuovamente privato della fornitura di gas [naturale]. Non vedo l’ora di avere sue notizie presto. Sig.ra Dunja Mijatovic, è ancora interessata ai diritti umani? ” ha scritto su Twitter il difensore civico di Artsakh.

(21 mar 22) ANCORA BLOCCO GAS – Le autorità dell’Azerbaigian hanno nuovamente interrotto la fornitura di gas all’Artsakh. Il Centro informazioni di Stepanakert ha rilasciato un comunicato nel qualke si afferma che in occasione dei lavori di ripristino del gasdotto (rimasto bloccato per oltre dieci giorni) gli azeri hanno installato una valvola che consente loro di interrompere il flusso di gas.

(21 mar 22) PRIGIONIERI DI GUERRA – Nel corso di un’audizione alla Commissione Esteri dell’Assemblea nazionale dell’Armenia, il ministro Mirzoyan ha dichiarato che al momento risultano 38 prigionieri di guerra armeni nelle mani dell’Azerbaigian. Fra di loro tre civili. Il ministro ha affermato che “Erevan continua a sollevare la questione del ritorno immediato dei prigionieri di guerra armeni, degli ostaggi e di altre persone detenute illegalmente in Azerbaigian“. Inoltre, ha annunciato che il prossimo 19 aprile la questione è stata inserita all’ordine del giorno della sessione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE).

(21 mar 22) UNESCO – L’Armenia continua i negoziati per organizzare una visita dei rappresentanti dell’UNESCO nei territori, che sono passati sotto il controllo dell’Azerbaigian a seguito delle operazioni militari nel 2020 secondo quanto ha affermato il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan nel corso di un’audizione alla Commissione Esteri dell’Assemblea nazionale dell’Armenia. Il ministro ha ricordato la dichiarazione del ministro della Cultura azerbaigiano sull’intenzione di Baku di “albanizzare” i monumenti del patrimonio culturale armeno e la necessità di un sollecito intervento dell’Unesco.

(21 mar 22) VITTIME DI GUERRA E SCOMPARSI – Il Comitato Investigativo dell’Armenia continua la sua indagine penale sullo scatenamento e sullo svolgimento di una guerra contro l’Artsakh da parte dell’Azerbaigian nell’autunno del 2020. Nell’ambito di questo procedimento penale, è stato rilevato che il numero totale di militari e civili armeni uccisi nell’Artsakh e in Armenia a seguito di questa guerra è 3.822; a oggi, è sconosciuta la sorte di 187 soldati e 21 civili. Inoltre, 150 militari e civili armeni catturati finora sono stati consegnati all’Armenia dall’Azerbaigian.

(21 mar 22) EMERGENZA NEVE – Il presidente Arayik Harutyunyan ha convocato un’ampia consultazione di lavoro dedicata ai problemi causati dalle nevicate senza precedenti degli ultimi giorni in Artsakh. Il sindaco Davit Sargsyan ha presentato la rispettiva situazione nella capitale Stepanakert, nonché i relativi problemi e le misure adottate per risolverli. Secondo il sindaco, le autorità cittadine stanno facendo del loro meglio per effettuare efficacemente lo sgombero della neve e ha aggiunto che dopo una pausa di due giorni, il trasporto pubblico di Stepanakert ha ripreso le normali operazioni da questa mattina.Il presidente, da parte sua, ha fatto un riferimento particolare all’istruzione, rilevando che l’inizio delle lezioni nelle scuole di Artsakh dovrebbe essere posticipato, se necessario.

(19 mar 22) PROTESTA ARMENA A ONU – Il Coordinatore residente ad interim delle Nazioni Unite in Armenia Lila Pieters Yahia è stata convocata oggi al Ministero degli Affari esteri armeno ed è stato informato che la Repubblica di Armenia condanna fermamente il coinvolgimento dell’Ufficio delle Nazioni Unite in Azerbaigian nell’evento del 18 marzo a Shushi; è stata consegnata una nota di protesta. Il Ministero degli Affari Esteri ha chiesto alle Nazioni Unite di adottare misure per ripristinare la posizione neutrale delle Nazioni Unite nel contesto del conflitto del Nagorno Karabakh.

(19 mar 22) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Si è riunito questa mattina il Consiglio di sicurezza convocato dal presidente Harutyunyan. All’ordine del giorno vi erano una serie di questioni relative al superamento delle sfide interne ed esterne che l’Artsakh deve affrontare. Il presidente ha dato una serie di istruzioni ai funzionari responsabili delle rispettive agenzie statali sui compiti a breve e lungo termine da svolgere.

(19 mar 22) RIPRISTINATO IL GAS – L’Artsakh Info Center ha emesso un annuncio ieri sera con cui informa che la fornitura di gas naturale in Artsakh è stata ripristinata. La nota riferisce che “in giornata sono stati completati i lavori di riparazione del gasdotto danneggiato. Si informa che in questo momento è già in corso la fornitura di gas naturale al punto di raccolta di Artsakhgaz CJSC“.

(18 mar 22) MIN. AA.EE. CONDANNA EVENTO SHUSHI – Il Ministero degli Affari Esteri dell’Artsakh ha rilasciato una dichiarazione sullo svolgimento di un evento nella città di Shushi e dedicato al 30° anniversario dell’adesione dell’Azerbaigian alle Nazioni Unite. La dichiarazione recita quanto segue: “Le autorità di Baku, in linea con il loro stile, continuano a condurre una politica distruttiva volta a legittimare i risultati della sua aggressione contro l’Artsakh, cercando di coinvolgere e sfruttare la comunità internazionale e le varie strutture in quel processo. L’organizzazione nella città di Shushi, occupata dall’Artsakh, di una solenne cerimonia dedicata al 30° anniversario dell’adesione dell’Azerbaigian alle Nazioni Unite e la partecipazione di rappresentanti dell’ONU e delle sue strutture a questo evento è un’altra manifestazione di questa politica. Il Ministero degli Esteri della Repubblica dell’Artsakh condanna fermamente lo svolgimento di un tale evento a Shushi. La partecipazione dei rappresentanti delle Nazioni Unite all’evento organizzato nella città, che è stata uno dei principali bersagli dell’aggressione e dell’armenofobia dell’Azerbaigian, contraddice i principi di attività, ideologia e missione di questa influente organizzazione internazionale, e sarà senza dubbio utilizzata da Azerbaigian per legittimare la sua politica disumana e aggressiva. Questo è anche un duro colpo per la reputazione delle Nazioni Unite, che avrà un impatto negativo sull’efficacia delle attività dell’organizzazione“.

(18 mar 22) NUOVO REPORT OMBUDSMAN ARTSAKH – L’Ufficio del difensore dei i diritti umani dell’Artsakh ha pubblicato un rapporto in tre lingue (armeno, russo, inglese) su “Le violazioni dei diritti del popolo di Artsakh da parte dell’Azerbaigian nel febbraio-marzo 2022”, che è stato inviato ai co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’Osce, alle organizzazioni con un mandato primario di protezione dei diritti umani e alle organizzazioni internazionali per i diritti umani. Il report è scaricabile QUI

(18 mar 22) AGGIORNAMENTO COVID – Attualmente, 17 persone stanno ricevendo cure ospedaliere ad Artsakh per COVID-19. Finora nel 2022 ad Artsakh sono stati condotti in totale 10.364 test per il coronavirus e i risultati di 3.073 di questi sono stati positivi. Dall’inizio dell’anno sono stati registrati 41 decessi per COVID-19.

(17 mar 22) ANCORA SENZA GAS – I lavori di ripresa della fornitura del gas in Artsakh non sono ancora stati completati a causa del terreno e delle condizioni meteorologiche difficili, secondo quanto riportato dalla dichiarazione diffusa dall’Artsakh Information Center. Il comunicato riferisce che ieri sono stati avviati i lavori di riparazione del gasdotto danneggiato ma per i motivi di cui sopra la ripresa dell’approvvigionamento del gas non è ancora stata completata.

(17 mar 22) SITUAZIONE A KHRAMORT – Canzoni patriottiche armene vengono suonate e diffuse con altoparlanti nel villaggio Khramort in risposta al “mugham” azerbaigiano. A causa delle provocazioni portate avanti dalle forze armate azere nei giorni scorsi, le donne ei bambini del villaggio sono stati temporaneamente trasferiti dalla comunità di Khramort nella regione di Askeran ad altri insediamenti. Fino a ieri non era chiaro quando sarebbero tornati al villaggio. Il fatto è che il vantaggio posizionale degli azeri ha messo il popolo di Khramort sotto il fuoco diretto dell’avversario; ed essendo sulla collina, gli azeri stanno sparando al villaggio come bersaglio.

(17 mar 22) OCCUPAZIONI AZERE – l’ex difensore dei diritti umani dell’Armenia Arman Tatoyan scrive sui socila che ad oggi sono state registrate quattro incursioni di militari azeri nel territorio dell’Armenia. 1) Nerkin Hand villaggio della provincia di Syunik (marzo 2022); 2) Comunità Vardenis della provincia di Gegharkunik (Kut, Verin Shorzha e un certo numero di altri villaggi) (maggio 2021); 3) Comunità Goris della provincia di Syunik (area del Lago Nero; vicino ai villaggi di Akner e Verishen) (maggio 2021); 4) Area di confine vicino al villaggio di Tsav nella provincia di Syunik (2020 ottobre).
Tatoyan sottolinea anche la presenza illegale delle forze armate azere sulle strade Goris-Kapan e Kapan-Chakaten (da novembre-dicembre 2020), nonché blocchi illegali di tali strade (da novembre 2021). Ricorda inoltre che in prossimità dei villaggi armeni i militari azeri sono ancora presenti nelle case e nei terreni di proprietà di cittadini e comunità dal novembre 2020 e le autorità azere continuano la loro politica di armenofobia, il loro odio politico e l’inimicizia al più alto livello rendendo impossibile la vita normale dei residenti armeni di confine attraverso la loro presenza e atti criminali.

(16 mar 22) SHUSHI OCCUPATA – Le autorità azere iniziano a ricostruire la città armena occupata di Shushi. Secondo quanto riferiscono i media dell’Azerbaigian, è stata indetta una gara per la costruzione del primo complesso residenziale della città. Il complesso di sei blocchi sarà composto da 24 edifici. Si terrà la gara per la realizzazione dei primi due blocchi. Il complesso residenziale sorgerà su un lotto di 8 ettari nella parte alta della città.

(16 mar 22) FORNITURA GAS – Grazie ai negoziati condotti con l’assistenza del governo armeno e delle forze di pace russe dall’8 marzo, oggi – dopo un blocco di nove giorni – la parte azerbaigiana ha iniziato a riparare un gasdotto danneggiato che entra nell’Artsakh dall’Armenia.

(15 mar 22) APPELLO OMBUDSMAN ARTSAKH – “In qualità di Difensore dei diritti umani della Repubblica dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh), in qualità di responsabile della protezione dei diritti delle persone che vivono nell’Artsakh, mi rivolgo ancora una volta ai Copresidenti del Gruppo di Minsk dell’Osce, la Federazione Russa, gli Stati Uniti, la Francia, ai difensori dei diritti umani e ai difensori civici di tutti gli stati, alle istituzioni internazionali e alle organizzazioni per i diritti umani per informare che migliaia di armeni che vivono nell’Artsakh sono regolarmente soggetti ad atti terroristici e genocidi perpetrati dall’Azerbaigian ogni giorno“. Questo il messaggio diffuso ieri dal difensore dei diritti umani di Artsakh, Gegham Stepanyan. Ha ricordato inoltre che da oltre una settimana la popolazione dell’Artsakh viene privata delle forniture di gas naturale e le azioni dell’Azerbaigian devono essere valutate chiaramente dalla comunità internazionale.

(14 mar 22) LA RISPOSTA ARMENA ALLE PROPOSTE AZERE – Il ministero degli Esteri di Yerevan ha diramato la seguente nota in risposta a quella azera su un possibile accordo di pace: “La Repubblica di Armenia ha risposto alle proposte della Repubblica dell’Azerbaigian e ha chiesto alla Co-Presidenza del Gruppo di Minsk dell’OSCE di organizzare negoziati sull’accordo di pace tra la Repubblica di Armenia e la Repubblica dell’Azerbaigian sulla base della Carta delle Nazioni Unite, dell’Accordo internazionale sui diritti civili e politici e dell’Atto finale di Helsinki”, si legge nella suddetta dichiarazione.

(14 mar 22) LE PROPOSTE AZERE PER LA PACE – Una dichiarazione del ministero degli Esteri azerbaigiano pubblicata sui mass media azeri illustra le condizioni alle quali l’Azerbaigian accetta di concludere un accordo di pace con l’Armenia. L’Azerbaigian sarebbe disponibile in tale senso sulla bese dei seguenti principi: 1) riconoscimento reciproco della sovranità, dell’integrità territoriale, dell’inviolabilità dei confini internazionali e dell’indipendenza politica; 2) conferma reciproca dell’assenza di pretese territoriali degli Stati tra loro e dell’obbligo legale di non avanzare tali pretese in futuro; 3) astensione dal minacciare la reciproca sicurezza nelle relazioni interstatali, dall’uso di minacce e dalla forza contro l’indipendenza politica e l’integrità territoriale, e da altre circostanze non coerenti con gli scopi della Carta delle Nazioni Unite; 4) delimitazione e demarcazione del confine di Stato, instaurazione di relazioni diplomatiche; 5) apertura dei trasporti e delle comunicazioni, l’instaurazione di altre comunicazioni pertinenti e la cooperazione in altri settori di reciproco interesse.
“Su questi principi di base i due Stati, conducendo negoziati intensi, sostanziali e orientati ai risultati, possono concludere un accordo di pace bilaterale”, ha affermato in una nota il ministero degli Esteri azerbaigiano. In precedenza, il ministero degli Esteri armeno ha affermato che l’Armenia ha fatto appello alla co-presidenza del Gruppo OSCE di Minsk affinché avvii negoziati con l’Azerbaigian per negoziare un accordo di pace. Appare evidente che tale proposta di pace esclude la indipendenza del Nagorno Karabakh.

(14 mar 22) ANCORA INTERROTTO IL GAS – Da una settimana il gas non arriva più in Artsakh. Lusine Avanesyan, portavoce del presidente dell’Artsakh ha dichiarato che la questione del ripristino dell’approvvigionamento di gas naturale nell’Artsakh è in fase di negoziazione con la controparte azera. Il gasdotto nel territorio attualmente controllato dall’Azerbaigian e che fornisce gas naturale all’Artsakh è stato danneggiato l’8 marzo. Da allora sono in corso trattative con gli azeri, ma questi ultimi stanno ostacolando i lavori di riparazione. Nonostante i numerosi appelli per una soluzione immediata a questo problema e le assicurazioni delle autorità dell’Artsakh che la questione verrà risolta insieme alle forze di pace russe, la popolazione dell’Artsakh è privata del gas naturale per il settimo giorno.

(14 mar 22) CONSIGLIO DI SICUREZZA – L’Azerbaigian continua a diffondere notizie false con l’obiettivo di provocare il panico tra la popolazione di Artsakh. Il Consiglio di sicurezza dell’Artsakh ne ha preso atto in una dichiarazione rilasciata oggi: “Informiamo che l’Esercito di Difesa della Repubblica dell’Artsakh svolge i compiti assegnatigli in conformità con i piani precedentemente approvati. L’Esercito di Difesa sta monitorando da vicino tutti i movimenti della parte azerbaigiana e le informazioni su un accumulo [militare] lungo l’intera linea di contatto non corrisponde alla realtà“.

(14 mar 22) UNIONE EUROPEA PREOCCUPATA – Toivo Klaar, il rappresentante speciale dell’Unione europea (UE) per il Caucaso meridionale e la crisi in Georgia, che si trova attualmente nella capitale dell’Armenia Yerevan, ha dichiarato di aver discusso sia con l’Armenia che con l’Azerbaigian le questioni le recenti violazioni del cessate il fuoco e del gasdotto che entra nell’Artsakh dall’Armenia e di essere preoccupato per la situazione attuale. Al riguardo, Klaar ha osservato che negli ultimi giorni ha avuto diverse conversazioni con rappresentanti di Yerevan e Baku su questi temi. Il rappresentante speciale dell’UE ha osservato che è molto importante che il gasdotto che entra nell’Artsakh venga riparato il prima possibile e che le sparatorie cessino.

(12 mar 22) SEGNALATI MOVIMENTI DI TRUPPE AZERE – Sono stati registrati movimenti di truppe azere e materiale verso la frontiera con l’Armenia. Ieri il generale Hakobyan del ministero Difesa di Yerevan ha detto di aspettarsi azioni belliche dell’Azerbaigian contro l’Armenia e l’Artsakh. Tale attività potrebbe essere favorita dalla situazione internazionale ma anche dallo spostamento di truppe russe dall’Armenia all’Ucraina.

(12 mar 22) ANCORA VIOLAZIONI AZERE – Il ministero della Difesa dell’Artsakh ha rilasciato una nota con la quale informa che anche nella mattinata odierna sono stati registrati colpi dalle postazioni azere. Nella giornata di ieri i soldati dell’Azerbaigian hanno violato frequentemente il cessate il fuoco sparando 27 proiettili, da lanciagranate, contro i villaggi di Khramort, Parukh e Khanapat nella regione di Askeran.

(12 mar 22) AGGIORNAMENTO COVID – Attualmente, 23 persone stanno ricevendo cure ospedaliere ad Artsakh per COVID-19. Nel 2022 in Artsakh sono stati condotti 10.120 test per il coronavirus e 3.060 di questi sono risultati positivi. Nell’anno in corso sono stati registrati 40 decessi per COVID-19 ad Artsakh.

(11 mar 22) AZERI CONTINUANO A SPARARE – Le forze armate azere continuano a violare il cessate il fuoco in direzione dei villaggi di Khramort, Farukh e Khnapat della regione di Askeran della Repubblica dell’Artsakh. Il nemico usa mortai e armi leggere di grosso calibro contro i civili. “È ovvio che questi tentativi di sparare colpi di mortaio contro i civili mirano prima di tutto a provocare il panico nella società. Il ministero dell’Interno dell’Artsakh sta monitorando gli sviluppi e fornirà aggiornamenti regolari sulla situazione. Allo stesso tempo, sollecitiamo tutti i media a essere guidati solo da informazioni ufficiali“, afferma una nota governativa armena.

(11 mar 22) INTERRUZIONE SERVIZI – Per il quarto giorno l’Artsakh non dispone del gas in quanto gli azeri continuano a impedire ai tecnici di riparare la condotta che dall’Armenia giunge a Stepanakert e che ha subito un danno (doloso) nel territorio di Shushi sotto occupazione azera. In giornata la capitale è rimasta anche senza corrente elettrica.

(11 mar 22) GRANATE AZERE CONTRO UNA SCUOLA – Verso le 10:20 ora locale, la parte azerbaigiana, secondo i dati preliminari, ha sparato due proiettili da 120 mm, da un lanciagranate, contro l’area scolastica del villaggio di Khnapat nella regione di Askeran. Non risultano feriti. Continua inoltre la pressione sugli abitanti della regione con messaggi diffusi dal nemico con altoparlanti: questa volta è stato interessato il villaggio di Taghavard nella regione di Martuni

(11 mar 22) NOTA USA SU SOLDATO ARMENO UCCISO – La missione statunitense presso l’Osce ha rilasciato una dichiarazione realtiva alla morte del soldato armeno Hrach Manasaryan colpito da fuoco azero lungo il confine tra Nkhchivan e Armenia lo scorso sette marzo. La dichiarazione afferma che la morte tragica ed evitabile sottolineava la necessità di una maggiore moderazione, che le forze si allontanassero l’una dall’altra nelle aree di confine contese e di un maggiore impegno diplomatico per trovare soluzioni globali a tutte le questioni in sospeso.

(10 mar 22) ERDOGAN E ALIYEV – Un incontro tra il presidente azero Ilham Aliyev e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si è svolto ad Ankara ed è durato più di quattro ore. Le parti hanno notato che con la firma della “Dichiarazione Shushi” e la sua ratifica da parte dei parlamenti dei due Paesi, le relazioni fraterne e amichevoli Azerbaigian-Turchia si sono ulteriormente sviluppate. Le parti si sono scambiate opinioni sulle prospettive di normalizzazione delle relazioni Armenia-Azerbaigian nel periodo successivo al conflitto e hanno preso atto dell’importanza del “corridoio di Zangezur” nonché dell’apertura della ferrovia Kars-Nakhchivan.

(10 mar 22) FINANZIAMENTI DA STATI UNITI – La Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato un disegno di legge sugli stanziamenti Omnibus che conclude la spesa dell’anno fiscale 2022 che richiede “non meno di” $ 45 milioni per l’Armenia e $ 2 milioni per lo sminamento umanitario nell’Artsakh (Nagorno-Karabakh). La misura richiede inoltre “che prima di qualsiasi obbligo iniziale di fondi stanziati ai sensi del titolo IV della legge per l’assistenza all’Armenia e all’Azerbaigian, il Segretario di Stato si consulti con i comitati per gli stanziamenti sugli usi proposti di tali fondi”. Il disegno di legge stesso include un linguaggio sulla sezione 907 del FREEDOM Support Act e richiede anche un rapporto sulla probabilità di un’azione militare contro l’Artsakh “non oltre 90 giorni dopo la data di entrata in vigore di questa legge”.

(10 mar 22) ALTRO CIVILE FERITO DAGLI AZERI – Alle 10:35, la polizia del dipartimento regionale di Askeran ha riferito che Suren Baghdasaryan (nato nel 1971), residente nel villaggio di Khramort, è stato ferito alla schiena mentre svolgeva lavori agricoli nel cortile della sua casa a seguito di un colpo sparato da un lanciagranate dalla parte azerbaigiana. .La mina lanciata è esplosa nel cortile della loro casa. Baghdasaryan è stato immediatamente portato in una struttura medica ma fortunatamente la lesione è lieve.

(10 mar 22) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha presieduto una riunione estesa del Consiglio di sicurezza. Le questioni relative alla sicurezza e umanitarie erano all’ordine del giorno di discussione. Il Capo dello Stato ha evidenziato che il tratto danneggiato del gasdotto si trova presso la posizione dell’avversario, e la parte azera da tre giorni di seguito ostacola i lavori di ristrutturazione senza alcuna giustificazione.
Non c’è dubbio che sia i danni al gasdotto che i ritardi nei lavori di riparazione, così come il comportamento aggressivo nei confronti della pacifica popolazione di Artsakh in questi giorni, abbiano un contesto geopolitico. In particolare, l’Azerbaigian sta cercando di prendere vantaggio della situazione intorno all’Ucraina e del coinvolgimento di attori internazionali. Le autorità di Baku stanno ricorrendo a ovvie provocazioni volte a intimidire psicologicamente la popolazione pacifica del Paese e, quindi, sfrattare gli armeni dall’Artsakh. Vi assicuriamo che le autorità dell’Artsakh stanno lavorando a tutti per prevenire problemi di sicurezza e umanitari e per migliorare la situazione. Pertanto, esorto tutti a mantenere la calma, ad astenersi dall’eccessiva tensione della situazione e da azioni irresponsabili“, ha affermato il presidente Harutyunyan.

(10 mar 22) INTERRUZIONE GAS – La fornitura di gas naturale all’Artsakh è stata interrotta a causa dei danni, nelle prime ore del mattino di martedì, del gasdotto in ingresso in Artsakh dall’Armenia. La sezione danneggiata di questo gasdotto si trova nell’area sotto il controllo delle forze armate azere che continuano ad ostacolare gli interventi di riparazione. Sono in corso trattative con la parte azerbaigiana per riparare questa sezione. Anche rappresentanti delle forze di pace russe di stanza in Artsakh e membri del personale dell’ufficio del Consiglio di sicurezza sono coinvolti in questi negoziati.

(10 mar 22) NOTA MINISTERO ESTERI SU VIOLAZIONI AZERE – Il 9 e 10 marzo, le forze armate dell’Azerbaijani hanno preso di mira la popolazione civile dei villaggi di Khnhinak e Karmir Shuka della regione di Martuni e il villaggio di Khramort della regione di Askerlan, impiegando anche armi da fuoco di grandi calibri, con la conseguenza che un civile è stato ferito. Lo riferisce una nota rilasciata oggi dal Ministero degli Affari Esteri dell’Artsakh: “Nella notte dell’8 marzo, l’unico gasdotto che porta alla Repubblica dell’Artsakh è stato danneggiato, privando l’intero territorio del Paese dell’approvvigionamento di gas. La sezione danneggiata è nell’area sotto il controllo delle forze armate dell’Azerbaijani. Ad oggi, la parte azerbaigiana sta ostacolando la riparazione del gasdotto, a causa del quale l’intera popolazione di Artsakh sta affrontando una serie di problemi umanitari, particolarmente gravi a causa delle condizioni climatiche fredde. Durante la scorsa settimana, l’avversario, attraverso gli annunci dell’altoparlante, ha costantemente invitato la pacifica popolazione di Khramort per lasciare il villaggio, minacciando il popolo con la vendetta fisica. La politica ufficiale di Baku è, come sempre, altamente distruttiva. Viola gravemente i principi del diritto internazionale e dell’umanità, rappresenta nella sua essenza una combinazione di odio armeno, nazismo e terrorismo. Il ministero degli Esteri della Repubblica di Artsakh condanna fermamente le azioni provocatorie dell’Azerbaigian, che sono una minaccia per la pace e la stabilità regionali, un colpo alla missione di mantenimento della pace russa, una sfida per il mondo civilizzato, e non dovrebbe essere lasciato ingiunto. I recenti sviluppi dimostrano ancora una volta le reali intenzioni dell’Azerbaigian nei confronti del popolo armeno, dell’Artsakh e del suo futuro. La determinazione del popolo di Artsakh a vivere nella propria patria e a difenderla era, è e rimarrà incrollabile“, si legge anche nella dichiarazione del MFA di Artsakh.

(10 mar 22) EUROPARLAMENTO PER IL PATRIMONIO ARMENO IN ARTSAKH – Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che condanna la distruzione del patrimonio culturale nel Nagorno-Karabakh. Alla votazione hanno partecipato 679 parlamentari, di cui 635 favorevoli alla risoluzione, 2 contrari e 42 astenuti.La bozza di risoluzione esprime profonda preoccupazione per la narrativa diffusa dall’Azerbaigian, che ritrae i siti del patrimonio culturale armeno come aventi origini albanesi e rinomina i monumenti armeni come “caucasici-albanesi”. La creazione di un nuovo gruppo di lavoro in Azerbaigian, incaricato di cancellare iscrizioni da monumenti religiosi o storici nella parte del Nagorno-Karabakh sotto il suo controllo, è condannata come illecito saccheggio del patrimonio culturale dei popoli vicini al fine di privarli di la loro memoria storica. Questa decisione viola lo spirito delle sentenze della Corte internazionale di giustizia del 7 dicembre 2021, afferma il documento. Inoltre, la risoluzione richiede all’Azerbaigian di concedere agli organismi competenti, come l’UNESCO, Aliph o Iconem, l’accesso ai siti del patrimonio nei territori sotto il suo controllo per poter procedere con il loro inventario e garantirne la protezione. Esorta inoltre a non interferire con i siti del patrimonio armeno prima di una missione di valutazione dell’UNESCO ea consultare esperti del patrimonio culturale armeno e internazionale prima e durante l’intervento sui siti del patrimonio culturale armeno. Il documento esprime inoltre preoccupazione per i rinnovati scontri al confine armeno-azero, che hanno provocato vittime umane, e invita le parti ad astenersi dall’uso della forza ea proseguire il dialogo politico avviato di recente.

(10 mar 22) PARLAMENTO CONDANNA LE PROVOCAZIONI AZERE – Le forze politiche rappresentate nell’Assemblea nazionale dell’Artsakh hanno rilasciato una dichiarazione congiunta con la quale condannano le recenti pericolose provocazioni azere. QUI IL TESTO

(9 mar 22) INTENSA ATTIVITA’ AZERA SU ARTSAKH – Le forze armate azere hanno sparato attivamente armi di vario calibro, inclusi mortai da 60 mm, in direzione dei territori amministrativi e delle strade di Khramort, Nakhichevanik (regione di Askeran), Khnushinak, Karmir Shuka (regione di Martuni). Il procuratore generale dell’Artsakh ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Tenendo conto della situazione attuale, le forze dell’ordine stanno adottando tutte le misure possibili per documentare le azioni criminali della parte azerbaigiana e le loro conseguenze. Per tutta la giornata, sono state nuovamente ascoltate minacce da un posto di blocco azero vicino al villaggio di Khramort, attraverso gli altoparlanti , di “lasciare il territorio” e che “sarà usata la forza”.”

(9 mar 22) FERITO CIVILE A KHRAMORT – Gli azeri continuano a sparere contro l’insediamento di Khramort e come conseguenza delle violazioni un civile è stato ferito. Un trattore è stato invece danneggiato nel villaggio di Nakhichevanik. Gli azeri stanno sparando contro i contadini che vanno al lavoro per spingerli ad abbandonare il territorio.

(9 mar 22) UNIVERSITA’ DELL’ARTSAKH – Oggi è stato lanciato il programma “Open Doors Day” presso la Stepanakert Mesrop Mashtots University. Nell’ambito del programma, gli studenti delle classi 11°-12° delle scuole secondarie della Capitale hanno avuto modo di conoscere le attività dell’Ateneo. Il rettore dell’università Donara Gabrielyan, ha presentato le attività dell’ateneo.

(9 mar 22) VIOLAZIONI AZERE CON ARMENIA – Le forze armate azere hanno nuovamente violato il cessate il fuoco al confine con l’Armenia. Secondo il servizio stampa del ministero della Difesa armeno, intorno alle 13:10 ora localeì, le forze armate azere hanno aperto il fuoco con armi leggere di vario calibro in direzione delle postazioni armene in direzione ovest del confine. Come risultato delle azioni reciproche della parte armena, il nemico cessò il fuoco. A partire dalle 15, la situazione in questa sezione del confine è relativamente stabile.

(8 mar 22) C.E.D.U. – La Grande Camera della CEDU non prenderà in considerazione gli appelli di Armenia e Azerbaigian contro la decisione del 2021 sui casi dei residenti di Tavush Mamikon Khojoyan e Karen Petrosyan torturati durante la prigionia azerbaigiana nel 2014. Le denunce non sono state ammesse al procedimento. Le sentenze in questi casi devono essere eseguite. In precedenza la CEDU ha obbligato l’Azerbaigian a rimborsare 40mila euro a ciascuno dei parenti delle vittime, nonché a condurre un’indagine preliminare che coinvolga i legittimi successori delle vittime. Secondo la sentenza, gli autori devono essere identificati e assicurati alla giustizia. Il 4 novembre, il tribunale si è pronunciato contro l’Azerbaigian, soddisfacendo la denuncia della parte armena, riscontrando violazioni del diritto alla vita e alla libertà dalla tortura di Khojoyan e Petrosyan. La parte armena ha presentato ricorso alla Grande Camera per contestare la violazione del diritto alla libertà dalla discriminazione. Il 77enne Mamikon Khojoyan è morto pochi giorni dopo il suo ritorno dalla prigionia. In cattività subì violenze. Karen Petrosyan è mortO in una prigione azerbaigiana. La versione delle autorità azere è che sia morto per insufficienza cardiaca. Tuttavia, i fatti parlano di morte violenta.

(7 mar 22) UCCISO SOLDATO ARMENO – Il sergente Hrach Manasaryan è stato mortalmente colpito intorno alle 12,10 ora locale da cecchini azeri lungo la linea di confine tra Armenia e Nakhchivan, all’altezza dell’insediamento di Yeraskh già teatro in passato di altre violazioni azere. Il soldato, originario del villaggio di Akner vicino Goris, aveva 33 anni e lascia due figli; è morto mentre veniva trasportato in ospedale. Un altro soldato è rimasto gravemente ferito ed è in pericolo di vita.

(7 mar 22) VIOLAZIONI AZERE – Il villaggio di Kramort continua da giorni a essere interessato da violazioni azere con numerosi colpi sparati verso l’insediamento. Della situazione è costantemente informato il comando delle forze di pace russe. L’esercito di difesa dell’Artsakh ha risposto al fuoco. Oggi viene riferita una situazione relativamente calma.

(7 mar 22) AIUTI ALL’UCRAINA – Su iniziativa del governo della Repubblica dell’Artsakh, 14 tonnellate di aiuti umanitari, sotto forma di beni di prima necessità prodotti localmente, sono state inviate ai residenti delle regioni ucraine di Kiev e Zaporozhye.

(5 mar 22) CONDANNATI DUE PRIGIONIERI ARMENI – Il tribunale di Baku, in violazione della convenzione di Ginevra, ha condannato due soldati armeni prigionieri di guerra a 19 e 18 anni di reclusione. Il verdetto è stato emesso contro i militari Ishkhan Sargsyan e Vladimir Rafayelyan, e nell’ambito di un “caso penale” contro di loro nella capitale dell’Azerbaigian Baku. Dovranno scontare nove anni di prigione e il resto della pena, in una colonia correttiva a regime rigoroso. Nell’ennesimo processo farsa allestito in Azewrbaigian sono stati accusati di ingresso illegale nel territorio di Karvachar e posizionamento mine.

(4 mar 22) COMMISSIONE ELETTORALE CENTRALE – Si è tenuta una riunione della Commissione elettorale centrale della Repubblica dell’Artsakh. L’ordine del giorno dell’incontro riguardava la discussione sulla questione dell’approvazione del programma degli eventi principali per la preparazione e lo svolgimento di elezioni anticipate per il capo della comunità di Berdashen, i membri del consiglio delle comunità di Norshen, Tsovategh, Sos, Varanda della regione di Martuni, i membri del consiglio della comunità di Aknaberd della regione di Shahumyan della Repubblica di Artsakh il 10 aprile 2022.

(4 mar 22) OMBUDSMAN ARMENIA – Una delegazione guidata dal neoeletto difensore dei diritti umani (Difensore civico) dell’Armenia, Kristine Grigoryan, è stata ospitata all’Assemblea nazionale dell’Artsakh. Il difensore civico dell’Armenia è stato ricevuto per la prima volta dal vicepresidente del parlamento dell’Artsakh, Gagik Baghunts. Le parti hanno discusso la cooperazione tra le due repubbliche armene. Grigoryan ha informato di essere in costante contatto con il difensore civico dell’Artsakh Gegham Stepanyan e ha assicurato che rafforzerà ulteriormente i legami in termini di monitoraggio, registrazione delle violazioni e protezione dei diritti delle persone dell’Artsakh nelle istanze internazionali. Stepanyan, da parte sua, ha sottolineato la necessità di continuare i programmi in corso.

(4 mar 22) AGGIORNAMENTO COVID – Attualmente, 40 persone stanno ricevendo cure ospedaliere ad Artsakh per COVID-19. Finora nell’Artsakh sono stati condotti 9.624 test per il coronavirus nel 2022 e i risultati di 2.996 di questi sono risultati positivi. Nell’anno in corso sono stati segnalati 38 decessi per Covid.

(3 mar 22) NUOVO PRESIDENTE ARMENIA – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan, ha inviato una lettera di congratulazioni a Vahagn Khachaturyan per la sua elezione a Presidente dell’Armenia: “Caro signor Khachaturyan, aA nome del popolo, delle autorità dell’Artsakh e mio personale, mi congratulo cordialmente con Lei per la Sua elezione a Presidente della Repubblica di Armenia. Faccia che la Sua ricca esperienza, conoscenza e abilità contribuisca all’adempimento efficace ed efficace dei Suoi doveri in quella posizione elevata e responsabile, rafforzando costantemente lo Stato armeno e guidando il popolo armeno verso un futuro affidabile e luminoso. Siamo convinti che il rafforzamento della trinità Armenia-Artsakh-Diaspora, il rafforzamento della Repubblica di Artsakh e la protezione dei diritti e degli interessi dei residenti di Artsakh avranno un posto speciale nella Sua attività oltre ad altre questioni. Mi congratulo ancora una volta con Lei, rispettoso Signor Presidente, augurandole buona salute, successo e tutto il meglio”, si legge nella lettera del Presidente dell’Artsakh.

(1 mar 22) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Il presidente Arayik Harutyunyan ha convocato oggi una riunione del Consiglio di sicurezza Artsakh incentrata su una discussione sulle sfide esterne e interne che l’Artsakh deve affrontare, così come i processi in corso nelle arene internazionali e regionali.

(1 mar 22) PRIGIONIERI DI GUERRA – Il ministro degli Esteri dell’Armenia Ararat Mirzoyan, ha incontrato Peter Maurer, presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), Riferendosi alle attività del CICR come organizzazione umanitaria e non politica, Mirzoyan ha sottolineato l’importanza delle attività di questa organizzazione per la risoluzione delle questioni umanitarie nell’Artsakh. In questo contesto, Ararat Mirzoyan ha richiamato l’attenzione di Peter Maurer sull’urgenza del rimpatrio di 38 prigionieri di guerra e civili armeni detenuti in Azerbaigian, oltre a rivelare i casi di sparizioni forzate e il destino delle persone scomparse. Inoltre, il FM armeno ha sottolineato la necessità di garantire l’accesso senza ostacoli delle organizzazioni internazionali al Nagorno Karabakh e il loro impegno attivo sul campo.
Il ministro Mirzoyan ha anche incontrato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet a margine della 49a sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani a Ginevra.

L’Assemblea nazionale dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) venerdì 18 febbraio ha rilasciato una dichiarazione in occasione della Giornata della Rinascita. Il testo del documento ripercorre la genesi storica del Movimento Karabakh e si conclude con un appello affinché il Gruppo di Minsk dell’Osce riprenda in mano le trattive negoziali per una soluzione pacifica del conflitto che riconosca il diritto all’autodeterminazione del popolo armeno dell’Artsakh. Questo il testo:

“Gli eventi che hanno avuto luogo nell’Artsakh (ex Oblast’ Autonoma del Nagorno-Karabakh) nel febbraio 1988 hanno cambiato radicalmente la successiva cronaca non solo degli indigeni armeni che vivono qui, ma anche di altri popoli dell’ex Unione Sovietica.

Decine di migliaia di persone, utilizzando le idee liberali e democratiche proclamate in URSS, hanno cercato di ripristinare la giustizia storica attraverso manifestazioni pacifiche a Stepanakert e in altre parti della regione, il sogno irrealizzato di diverse generazioni di riunire la regione armena con l’Armenia.

Il Movimento, che stava prendendo piede giorno dopo giorno, ha perseguito sin dall’inizio una soluzione pacifica del problema sollevato con mezzi giuridici e politici, confermata inequivocabilmente il 20 febbraio nella 20a sessione straordinaria dell’ex organo di rappresentanza, il Consiglio regionale dei deputati del popolo. La storica decisione adottata di ritirare la NKAO [Regione Autonoma del Nagorno Karabakh, NdT] dalla RSS dell’Azerbaigian e riunirla alla RSS Armena ha segnato una nuova tappa nella lotta di liberazione nazionale dell’Artsakh: il movimento del Karabakh, la determinazione civile del popolo dell’Artsakh ad avanzare legalmente.

Sfortunatamente, la leadership della RSS dell’Azerbaigian non è stata in grado di sfruttare l’opportunità unica per risolvere correttamente il problema e, di conseguenza, la regione si è trovata in un groviglio di instabilità a lungo termine e l’Azerbaigian nella tentazione di risolvere il problema con mezzi militari.

A seguito della decisione del 20 febbraio che esprimeva la volontà e il desiderio della maggioranza assoluta della popolazione della regione, l’Artsakh è giustamente diventato un simbolo dell’orgoglio e del risveglio nazionale di tutti gli armeni. L’onda del Movimento del Karabakh si diffuse in tutto il mondo; e come risultato della lotta organizzata di tutte le sezioni degli armeni, le due repubbliche armene si sono formate all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso.

La Repubblica dell’Artsakh, proclamata il 2 settembre 1991 e costituita in conformità con i requisiti del diritto internazionale e della legislazione nazionale, è stata una tappa consapevole sulla strada verso uno stato armeno unito.

Il nostro popolo ha pagato un prezzo molto alto nella lotta per la libertà e l’indipendenza dell’Artsakh. Migliaia di armeni hanno sacrificato la loro vita durante le guerre del 1991-94, 2016 e del 2020.
La Repubblica dell’Artsakh esiste oggi e continua la sua lotta per il riconoscimento internazionale grazie al sacrificio di quelle persone coraggiose. Il nostro omaggio alla loro memoria immortale.

Negli ultimi 34 anni abbiamo fatto molta strada nell’establishment e nello sviluppo, nelle vittorie e nei fallimenti, e durante questo periodo si è rafforzata l’idea che il futuro dell’armeno Artsakh è garantito solo nella prospettiva di vivere liberamente e in modo indipendente.

Esprimendo la volontà collettiva e il punto di vista del popolo di Artsakh, l’Assemblea nazionale della Repubblica di Artsakh:

Riafferma il suo impegno per la storica decisione del 20 febbraio 1988 e la sua determinazione a difendere il suo diritto a vivere liberamente nella sua patria;

Attira l’attenzione delle parti interessate internazionali e, in primo luogo, dei parlamenti dei Paesi copresidenti del Gruppo di Minsk, sul fatto che il popolo armeno dell’Artsakh ha lottato per secoli per preservare la propria identità, creato valori materiali e culturali che oggi sono in pericolo a causa dell’occupazione di alcuni territori della Repubblica dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian;

Invita i Copresidenti del Gruppo di Minsk ad adottare misure immediate, conformemente al mandato ricevuto dall’OSCE, per riprendere il processo negoziale sulla risoluzione del conflitto del Nagorno Karabakh.

Una pace e una stabilità durature nella regione possono essere raggiunte solo rispettando i diritti e le libertà fondamentali del popolo della Repubblica dell’Artsakh. Ecco perché gli armeni di Artsakh hanno iniziato la loro lotta di liberazione nel 1988 e sono pronti a continuarla con la determinazione di raggiungere l’obiettivo finale”.

[traduzione redazionale]

Ieri ha destato sorpresa la notizia che un convoglio azero diretto nella regione occupata di Karvachar sia stato bloccato dagli abitanti nella regione di Martakert e abbia dovuto fare retromarcia.

Era già successo qualche settimana fa un analogo blocco nei pressi di Karmir Shuska (Martuni) con gli abitanti che chiedevano di essere avvisati del passaggio dei convogli e lamentavano il fatto che dagli automezzi azeri in transito partivano insulti e sberleffi verso gli armeni.

Questa volta le motivazioni sono diverse.

Come ha raccontato alla stampa il deputato dell’Artsakh Metaqse Hakobyan, il popolo dell’Artsakh ha espresso la propria protesta per le ultime violazioni del cessate il fuoco da parte degli azeri. Gli abitanti del villaggio sono indignati perché il coscritto armeno Khachatur Khachatryan è stato colpito e ferito martedì da una posizione vicino a Mazavuz.

Gli abitanti del villaggio hanno chiesto di non sparare alle posizioni armene e di non prendere di mira i civili. Hanno anche chiesto agli azeri di non interferire con il loro lavoro agricolo“, ha detto Hakobyan.

Gli azeri negli ultimi giorni non solo hanno ferito un soldato armeno, ma hanno anche preso di mira dei civili. L’altro giorno a Martakert hanno sparato contro gli abitanti dei villaggi armeni che coltivavano la terra vicino alla linea di contatto.

A seguito degli spari, un trattore è stato danneggiato. Il giorno successivo, l’esercito azerbaigiano, sotto la minaccia delle armi, non ha permesso agli abitanti del villaggio di entrare nel territorio in questione. Durante tutti gli incidenti erano presenti anche le forze di pace russe.

Secondo Hakobyan, la presenza di forze di pace non scoraggia affatto gli azeri; ci sono casi in cui le stesse forze di pace sono costrette a chiedere alla popolazione dell’Artsakh di smettere di lavorare sulla terra nell’area perché capiscono che gli azeri possono diventare incontrollabili in qualsiasi momento.

Oggi, le forze di pace russe hanno accompagnato indietro il convoglio azerbaigiano.

Le forze di pace hanno esortato gli abitanti del villaggio ad aprire la strada, ma non erano d’accordo, dicendo che era il loro messaggio agli azeri“, ha detto Metaqse Hakobyan.

I quali azeri, questa volta, se ne sono dovuti tornare indietro a casa loro.

Un bel segnale dato dalla popolazione dell’Artsakh!

Il ministero degli Esteri di Stepanakert, Davit Babayan, ha rilasciato ieri alcune dichiarazioni alla stampa a margine di un incontro presso l’Accademia nazionale delle scienze dell’Armenia a Yerevan. Vi riassumiamo gli argomenti principali toccati dal ministro.

CORRIDOIO DI LACHIN E COLLEGAMENTO CON L’ARMENIA
Il collegamento ininterrotto del Nagorno Karabakh con l’Armenia e il mondo esterno deve essere assicurato e quel collegamento non può essere controllato dall’Azerbaigian. Una cosa del genere non potrà mai accadere e sono inaccettabili le voci provenienti da parte azera circa l’installazione di check point di ingresso. Riguardo alla possibilità di costruire una strada che aggiri il corridoio di Lachin, a seguito della quale diversi villaggi armeni finirebbero sotto il controllo dell’Azerbaigian, il ministro dell’Artsakh ha sottolineato che la questione della comunicazione ininterrotta è al centro delle autorità dell’Artsakh.

RIFUGIATI
Ci sono due condizioni per il ritorno dei profughi azeri nel Nagorno Karabakh. In primo luogo, tutte le questioni politiche devono essere risolte e fra queste vi è il riconoscimento dell’Artsakh, in primis da parte dell’Azerbaigian.
In secondo luogo, i rifugiati armeni devono anche poter tornare a Baku e in altre città dell’Azerbaigian da dove sono stati deportati con la forza. Non può esserci altro modo, ha sottolineato Babayan, aggiungendo che le persone che hanno perso la casa nella guerra dell’Artsakh nell’autunno del 2020 sono state aggiunte alla questione dei rifugiati dalla prima guerra del Karabakh all’inizio degli anni ’90.
Riguardo alla possibilità di deoccupazione delle città di Shushi e Hadrut dal loro attuale possesso azerbaigiano, il ministro ha sottolineato che questa questione è sempre all’ordine del giorno. Stesso discorso anche per le regioni di Shahumyan, Getashen, alcune parti della regione di Martuni ancora occupate dall’Azerbaigian. “Crediamo che prima o poi accadrà. Ma c’è bisogno di lavorare [per questo]. Posso dire una cosa: non rinunceremo mai alla nostra terra“, ha dichiarato David Babayan.

GENOCIDIO CULTURALE
L’Azerbaigian sta commettendo un genocidio culturale nei territori occupati del Karabakh. “Il genocidio culturale viene compiuto in vari modi“, ha sottolineato Babayan. “Sono in corso barbare distruzioni di monumenti [armeni], cimiteri. Parallelamente, si stanno facendo tentativi per de-armenizzare quei monumenti, per attribuirli agli albanesi. Questa è una sciocchezza. La parte azerbaigiana intraprende tali tentativi nei casi in cui non è in grado di radere al suolo il monumento, ad esempio il Dadivank [monastero]. Questo è assurdo quanto l’affermazione del [presidente turco] Erdogan secondo cui i turchi furono i primi a sbarcare sulla Luna. Chiamano anche i Sumeri azeri. Il mondo civile deve rispondere alle [tali] azioni dell’Azerbaigian“.

ARTSAKH E AZERBAIGIAN
L’Artsakh non farà mai parte dell’Azerbaigian. Fatelo sapere a tutti”. Babayan ha dichiarato che una soluzione del genere sarebbe inaccettabile e non vede come  possa essere realizzata. “Cosa può fare il mondo? Dì: ‘Unisciti all’Azerbaigian?’ Non ci uniremo. E cosa possono fare gli azeri? Organizzare un massacro? Certo che no. E le molestie, il terrorismo non ci spaventano“.
Circa l’interrogativo se la parte armena abbia mai riconosciuto l’integrità territoriale dell’Azerbaigian, Babayan ha osservato che innanzitutto la Repubblica di Armenia non ha mai riconosciuto ufficialmente l’integrità territoriale della Repubblica dell’Azerbaigian e inoltre che nel concetto di integrità territoriale dell’Azerbaigian non c’è la regione dell’Artsakh.

SOCIETA’ AZERA
Un trattato di pace con l’Azerbaigian è sempre stato l’obiettivo finale di tutti noi” ha dichiarato il ministro auspicando che il conflitto possa essere risolto una volta per tutte. Ma ritiene che la parte azera abbia un’idea diversa e apertamente auspica che gli armeni lascino l’Artsakh. Pertanto, ritiene che sia necessario  necessario lavorare su un accordo di pace ma teme che l’Azerbaigian tenterà di silurare ogni iniziativa della parte armena. “Abbiamo sempre detto che Stepanakert crede che il conflitto possa essere risolto solo in caso di riconciliazione delle [due] società. La società azerbaigiana, purtroppo, non è pronta. Il problema qui non sono le persone. Non ci sono buone e cattive nazioni; ci sono buoni e cattivi leader. Abbiamo uno Stato, rappresentato dall’Azerbaigian, che ha trasformato il nazismo in una politica statale.

L’ARTSAKH RESISTE
La situazione ad Artsakh è così com’è: terribile, ma, comunque, siamo determinati. Il “corpo” del Karabakh è ferito, ma lo “spirito” non è spezzato” ha dichiarato Babayan.  “Nonostante le varie provocazioni, nonostante le pressioni dell’Azerbaigian, non devieremo dalla ‘strada’ che abbiamo scelto. E ci sono sempre state sparatorie, provocazioni e, purtroppo, ci saranno, poiché quello è lo ‘stile’ del nemico.”

Ci sono forze sane in Europa preoccupate per la situazione creata dalle azioni criminali dell’alleanza terroristica azerbaigiana-turca, che rappresenta una minaccia non solo per l’Artsakh e l’Armenia, ma per l’intero mondo civile. È questione di tempo È solo che siamo stati i primi, è il turno degli altri, il tempo mostrerà. Se il mondo civile chiude un occhio su ciò che sta accadendo, la distruzione dei valori culturali [armeni], il genocidio culturale [armeno] che fa parlare di sé nei territori del Karabakh occupati dall’Azerbaigian, la politica armenofobica dell’Azerbaigian, il terrorismo, il fattore tempo influenzerà anche prima. In effetti, gli attacchi al mondo civile sono iniziati molto tempo fa. Ricordiamo quale vocabolario [il presidente turco] Erdogan usava quando si rivolgeva al presidente francese“, ha osservato Babayan.

Il ministro degli Esteri dell’Artsakh ha anche informato circa il suo recente viaggio a Bruxelles sottolineando che in tutti i suoi incontro sono state discusse questioni umanitarie, la necessità del rilascio di tutti i prigionieri e detenuti armeni in Azerbaigian e il genocidio culturale armeno perpetrato dall’Azerbaigian, e il ruolo della Russia per il mantenimento della pace e della stabilità nella regione.

Le prime avvisaglie si erano avute già all’indomani della fine della guerra del 2020 allorché lo splendido monastero armeno di Dadivank – rimasto sia pure per una manciata di chilometri nel territorio controllato dai militari dell’Azerbaigian – era finito nelle mire della propaganda del ministero della cultura.
Subito ribattezzato con il nome di Khudavang, da Baku erano giunti proclami sulla identità azerbaigiana del sito e il 4 dicembre un rappresentante della minuscola comunità Udi vi aveva officiato una liturgia accompagnato. da uno stuolo di funzionari governativi e militari azeri.
Fu subito chiaro che l’indirizzo politico di Baku dopo il conflitto era quello di “dearmenizzare” le chiese armene e ricondurre le stesse all’origine albana.

Le chiese erano viste, giustamente, come un simbolo dell’armenità della regione e pertanto doveva essere attuata una doppia strategia: quello che non era stato distrutto durante o subito dopo il conflitto andava adeguatamente “restaurato” eliminando ogni traccia di armenità alle stesse.

Un esempio lampante di questa politica è dato dalla cattedrale di Shushi Ghazanchetsots (S.mo Salvatore) intenzionalmente colpita dai missili azeri durante la guerra, oggetto di vandalismi a fine conflitto e poi ingabbiata in lavori di manutenzione.
Basta soffermarsi su quanto riporta il sito del ministero della cultura azero per capire le finalità di questo restauro: “Come tutti gli altri monumenti storici e culturali dell’Azerbaigian, la Chiesa di Gazanchy sarà restaurata sulla base di documenti storici e materiali d’archivio, nel rispetto del suo aspetto artistico ed estetico originario; è un’attività scientifico-pratica-di ricerca e comprende un’analisi completa del monumento e lo studio delle caratteristiche architettoniche e storiche. Il progetto di restauro consentirà di riportare il monumento all’aspetto originario, come era nell’Ottocento”.
In parole semplici, verranno eliminati tutti gli elementi che in qualche modo possano riportare all’identità armena della chiesa, a cominciare dalla cupola (subito rimossa) e qualsiasi altra iscrizione. Naturalmente i “documenti storici” custoditi a Baku avranno un grado di attendibilità elevatissimo…

A giugno era stato poi il presidente Aliyev a dichiarare pubblicamente, nel corso di un suo tour ad Hadrut, che da ogni monumento civile o religioso nei territori ora sotto controllo azero andava rimossa qualsiasi iscrizione o riferimento armeno.
Un’operazione di pulizia etnica culturale, con arroganza annunciata pubblicamente senza che né l’Unesco né qualsiasi altra istituzione culturale o politica internazionale sentisse il dovere di criticarlo.

Ora, pochi giorni fa, il 3 febbraio, è partita ufficialmente la campagna di “dearmenizzazione”: il ministro della Cultura, Anar Karimov, ha affermato che sarà istituito un gruppo di lavoro per identificare ciò che ha definito “falsificazione armena” nelle chiese, mettendo in pratica una teoria pseudoscientifica che nega l’origine armena delle chiese.
Di fatto, il governo dell’Azerbaigian annuncia ufficialmente che intende cancellare le iscrizioni armene sui siti religiosi nel territorio che ha rivendicato nella guerra del 2020 con l’Armenia; anzi, rimuovere “le tracce fittizie scritte dagli armeni sui templi religiosi albanesi“.

La giustificazione di tale condotta si basa sulla teoria (sviluppata per la prima volta negli anni ’50 dallo storico azerbaigiano Ziya Buniyatov) che le chiese armene in realtà erano originariamente l’eredità dell’Albania caucasica, un antico regno un tempo situato in quello che oggi è l’Azerbaigian. La teoria, che non è supportata dagli storici tradizionali, è stata a lungo propagata dagli storici nazionalisti azerbaigiani ed è stata accolta dall’attuale governo di Baku.

Ora, tale vergognoso oltraggio all’arte, all’architettura e alla religione, oltre a meritare una decisa presa di posizione internazionale (ma son tutti troppo preoccupati a richiedere il gas azero per far fronte alla crisi ucraina…) ci induce ad alcune considerazioni:

  1. Come può rivendicare un’eredità culturale e religiosa uno Stato che esiste dal 1918?
  2. Se le chiese e i manufatti armeni altro non erano che sovrapposizioni di chiese e manufatti “albani”, perché per decenni gli azeri li hanno distrutti? Perché si sono accaniti sulle migliaia di croci di pietra medioevali (katchkar) di Julfa o hanno distrutto centinaia di chiese nel Nakchivan?
  3. Se gli azeri si dichiarano “eredi” degli albani caucasici cristiani, perché hanno mandato in guerra contro gli armeni migliaia di miliziani jihadisti che hanno compiuto atti di sacrilegio nei siti religiosi cristiani e hanno sgozzato come “infedeli” numerosi soldati e civili armeni?

Purtroppo, per le note congiunture economiche ed energetiche, difficilmente potrà arrivare una qualche solidarietà dalla politica europea e italiana in particolare.
La cui attiva lobby – qualche politico che “lancia appelli”, qualche giornalista di terza fascia, qualche ex professorino a pagamento – si è già attivata con interventi sui media nazionali per fare da cassa di risonanza e provare a fornire un qualche supporto storico all’ennesima porcata del dittatore Aliyev.
Naturalmente l’unico supporto che hanno è quello dei soldi…

Azerbaigian: Comunità armena condanna falsificazioni storiche su fede cristiana (Agenzia Nova, 7 feb)

La campagna azera contro le chiese armene in Artsakh (Korazym, 7 feb)

La lavanderia dell’Azerbaigian. Una storia di petrolio, guerra, soldi sporchi e politica (Green report, 7 feb)

Armeni Cristiani in fuga da una guerra dimenticata. Aiuto alla Chiesa che Soffre aiuta 150 famiglie armene cristiane rifugiate nella città di Goris (Korazym, 7 feb)

Gli armeni denunciano un genocidio culturale (Assadakah, 8 feb)

Haut-Karabakh: un’eredità cristiana in pericolo (Cultura cattolica, 9 feb)

La politica anti-armena di #cancelculture dei neoottomani (Notizie geopolitiche, 10 feb)

Azerbaigian: la mitologia storiografica come un’arma di epurazione etnica e culturale (Korazym, 11 feb)

I luoghi di culto contesi in Nagorno-Karabakh. Le ragioni dell’Armenia (Faro di Roma, 13 feb)

Il Ministro degli Esteri Babayan: «L’Artsakh resiste, non farà mai parte dell’Azerbajgian» (Korazym, 13 feb)

Si acuisce la crisi politica armena (Asia news, 15 feb)

Armenia-Azerbaigian: per una narrazione lineare (Gente e territorio, 17 feb)

Nagorno Karabakh, il patrimonio cristiano ancora a rischio? (Acistampa, 17 feb)

Il grido della Repubblica di Artsakh per l’autodeterminazione (Korazym, 19 feb)

Cristiani perseguitati: Acs, due progetti per sostenere i cristiani armeni in fuga da una guerra dimenticata (AgenSir, 22 feb)

Donbass: il riconoscimento di Putin risuona nel Caucaso (L’Indro, 22 feb)

Il Parlamento e il Presidente di Artsakh accolgono con favore il riconoscimento da parte della Russia della sovranità di Donetsk e Lugansk (Korazym, 23 feb)

Non c’è guerra (né propaganda) che fermi la speranza degli Armeni (Korazym, 23 feb)

Guerra in Ucraina: le reazioni dal Caucaso del Sud (Osservatorio Balcani e Caucaso, 24 feb)

Il ricordo doloroso dei massacri di Sumgait (Assadakah, 26 feb)

Ginevra – Ministro degli Esteri armeno al Consiglio per i Diritti Umani (Assadakah, 28 feb)

Storia del Caucaso: l’eccidio di Sumgait trentaquattro anni dopo (Speciale Eurasia, 28 feb)

(28 feb 21) SUMGAIT, GLI AZERI NEGANO TUTTO – Gli armeni sono responsabili dei massacri degli armeni nella città di Sumgait in Azerbaigian 34 anni fa: questa è la posizione ufficiale dell’Azerbaigian che non può negare i pogrom e i massacri degli armeni stessi – sarebbe impossibile negarlo – ma semplicemente incolpa gli armeni per questo mostruoso crimine commesso contro di loro. Questa posizione è stata ribadita dall’addetto stampa del Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian, Leyla Abdullayeva, che commentando la dichiarazione del ministero degli Esteri dell’Armenia nell’anniversario dei pogrom degli armeni a Sumgait ha considerato le accuse contro l’Azerbaigian “prive di fondamento” e “false”.

(28 feb 21) DEMOGRAFIA ARTSAKH – Nel 2021 sono nati 1463 bambini nelle istituzioni mediche del Ministero della Sanità della Repubblica dell’Artsakh (734 maschi e 729 femmine). Lo informa il ministero della Sanità della Repubblica dell’Artsakh, rilevando che a Stepanakert sono state registrate 1337 nascite (660 maschi e 677 femmine). Durante l’anno sono stati partoriti 22 gemelli e 3 bambini sono nati nell’ambito del programma di fecondazione in vitro. 78 bambini di Artsakh sono nati nelle istituzioni mediche dell’Armenia.

(28 feb 22) ANNIVERSARIO SUMGAIT – Il presidente dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan, ha visitato il Memoriale di Stepanakert, in occasione del 34° anniversario dei pogrom armeni a Sumgait, in Azerbaigian, e ha deposto fiori al monumento alle vittime innocenti di questa tragedia. Il capo di Stato dell’Artsakh era accompagnato dal presidente dell’Assemblea nazionale Artur Tovmasyan, dalle massime autorità civili e militari, da personaggi pubblici e politici.

(27 feb 22) FORZE DI PACE A KHRAMORT – Ieri sono giunti a Khramort (regione di Askeran) alcuni soldati delle forze di pace russe dopo le provocazioni azere degli ultimi giorni (spari contro civili nei campi, altoparlanti che diffonodno messaggi di minaccia per la popolazione e intonazioni del muezzino). I russi hanno avuto contatti con la parte azerbaigiana e sono convinti che il problema sarà risolto a breve.

(24 feb 22) COMMISSIONE TURCO ARMENA – Secondo round di colloqui della commissione per la normalizzazione delle relazioni diplomatiche fra Turchia e Armenia. A Vienna si sono incontrati l’ambasciatore turco Serdar Kilic e il vicepresidente del parlamento armeno Ruben Rubinyan a capo delle rispettive delegazioni.

(23 feb 22) REAZIONE ARMENA ALL’ACCORDO DI MOSCA – “Ci auguriamo che l’accordo firmato a Mosca il 22 febbraio di quest’anno creerà ulteriori opportunità per l’attuazione delle disposizioni delle tre dichiarazioni adottate dai leader di Armenia, Russia e Azerbaigian, che possono anche contribuire a un lungo termine e risoluzione globale del conflitto del Nagorno-Karabakh sotto gli auspici dei copresidenti del Gruppo OSCE di Minsk”, ha affermato Vahan Hunanyan, portavoce del ministero degli Esteri armeno, che ha altresì sottolineato lo storico legame tra Armenia e Russia.

(23 feb 22) VIOLAZIONI AZERE – L’Esercito di Difesa dell’Artsakh denuncia che intorno alle 10,05 (ora locale) nel settore sudorientale postazioni azere hanno violato il regime di cessate-il-fuoco. Non si registrano danni o feriti.

(22 feb 22) COLLOQUI PUTIN E ALIYEV – Il presidente dell’Azerbaigian è in Russia dove ha avuto un lungo colloquio con Putin. I due hanno siglato una dichiarazione sulla cooperazione alleata, portando le relazioni tra Russia e Azerbaigian a livello alleato. Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato in seguito ai colloqui russo-azeri che è importante raggiungere pienamente tutti gli accordi sul piano di risoluzione del contenzioso del Karabakh. Secondo lui, è stata prestata particolare attenzione alla normalizzazione delle relazioni tra l’Azerbaigian e l’Armenia. “È stata confermata l’importanza della piena attuazione di tutti gli accordi trilaterali di Azerbaigian, Armenia e Russia sul Nagorno-Karabakh raggiunti ai massimi livelli“, ha affermato Putin in una nota a seguito dei colloqui russo-azerbaigiani.

(22 feb 22) REPUBBLICHE DI DONETSK E LUHANSK – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha diffuso un messaggio in occasione del riconoscimento da parte della Russia dell’indipendenza delle Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk. Il messaggio recita come segue: “A nome delle autorità e del popolo della Repubblica dell’Artsakh accolgo con favore la decisione del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin di riconoscere l’indipendenza delle Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk. Il diritto delle nazioni all’autodeterminazione e alla costruzione del proprio Stato è inalienabile per ogni popolo ed è un principio fondamentale del diritto internazionale. L’istituzione di uno Stato indipendente e il suo riconoscimento internazionale diventa un imperativo soprattutto di fronte ai pericoli esistenziali, in quanto è il mezzo più efficace e civile per prevenire spargimenti di sangue e disastri umanitari. La Repubblica dell’Artsakh ha combattuto per decenni per la sua libertà, sicurezza e costruzione dello stato ed è stata esposta a molti processi e azioni genocide. Pertanto, ci auguriamo che la Repubblica dell’Artsakh, che ha basi storiche, politiche, legali e morali rilevanti e indiscutibili, si sia guadagnata il riconoscimento internazionale del suo stato sovrano. Congratulazioni al popolo del Donbas per questo evento storico! Ci auguriamo che la pace e la stabilità stabili vengano ripristinate in questa regione un tempo prospera“.

(22 feb 22) AGGIORNAMENTO COVID – Un’altra persona a cui era stato diagnosticato il COVID-19 è morta secondo quanto riferisce il Ministero della Salute di Artsakh. Un totale di 255 test per il coronavirus sono stati condotti ieri con 81 nuovi casi di questa malattia, anche tra i bambini. Attualmente, 60 persone stanno ricevendo cure ospedaliere ad Artsakh per COVID-19 e altre 314, inclusi 42 bambini, stanno ricevendo cure ambulatoriali. Finora in Artsakh sono stati condotti 8.063 test per il coronavirus nel 2022 e i risultati di 2.621 di questi sono risultati positivi. Ad oggi sono stati segnalati 28 decessi per COVID-19.

(21 feb 22) RICERCATI PRESIDENTI ARMENI! – L’Azerbaigian ha dichiarato “ricercati” gli ex presidenti armeni Robert Kocharyan e Serzh Sargsyan. “Gli ex presidenti Robert Kocharyan e Serzh Sargsyan dell’Armenia sono stati perseguiti in base ai pertinenti articoli del codice penale [azero] e sono stati dichiarati ricercati“, ha affermato Emil Taghiyev, capo del dipartimento investigativo speciale dell’ufficio del procuratore militare azerbaigiano secondo il quale dal febbraio 1988 Kocharyan e Sargsyan hanno tenuto assemblee dei dipendenti armeni delle organizzazioni e istituzioni nel Nagorno-Karabakh e per incitare all’inimicizia nazionale e all’odio tra i popoli dell’Azerbaigian e dell’Armenia.

(21 feb 22) ANCORA VIOLAZIONI AZERE – Il ministero della Difesa azero ha rilasciato un comunicato secondo cui domenica e lunedì le unità dell’Esercito di difesa hanno aperto il fuoco contro le postazioni azere nei territori adiacenti ai villaggi di Shosh e Taghavard. A tale comunicato ha risposto il ministero della Difesa di Artsakh. “Le accuse del Ministero della Difesa azerbaigiano sono completamente false. Il regime di cessate il fuoco nell’area è stato violato dalle unità azerbaigiane, che hanno aperto il fuoco irregolare in direzione delle postazioni dell’Esercito di Difesa. Non ci sono state vittime né danni materiali a seguito di violazione del cessate il fuoco“. Il comando del contingente di mantenimento della pace russo è stato informato della violazione del cessate il fuoco da parte delle unità azere.

(21 feb 22) SOLDATO FERITO – Khachatur Khachatryan, un coscritto dell’esercito di difesa che aveva subito una ferita da arma da fuoco il 15 febbraio nella zona di confine orientale dell’Artsakh a causa di una sparatoria azerbaigiana, è in condizioni soddisfacenti secondo quanto riferisce l’esercito di difesa dell’Artsakh. Il giovane è in fase di trattamento post-operatorio.

(20 feb 22) NUOVO KACHKAR – Nel villaggio di Haterk, regione di Martakert, 1500 abitanti prima della guerra, è stato inaugurato un kachkar sulla sommità di un colle sormontato da una enorme bandiera dell’Artsakh.

(19 feb 22) DICHIARAZIONE DEL PRIMATE DELLA DIOCESI DELL’ARTSAKH – Il primate della diocesi di Artsakh della Chiesa apostolica armena, il vescovo Vrtanes Abrahamyan, ha riflettuto sulle minacce delle autorità azere contro il presidente Arayik Harutyunyan. “Non è un segreto per noi che l’Azerbaigian continui regolarmente e continuerà la sua politica insidiosa e distruttiva. Soprattutto dopo la guerra, chi ha visto una parola costruttiva dall’Azerbaigian? Tutto è stato fatto per sradicare l’Artsakh come armeno. E non sono un caso la detenzione [azerbaigiana] di prigionieri [armeni], il genocidio culturale e, infine, le minacce contro le organizzazioni statali perché il Presidente dell’Artsakh agisce nella persona della Costituzione della Stato dell’Artsakh. Questa volta il nemico ha preso di mira l’istituzione del Presidente dell’Artsakh, il che dimostra che la statualità dell’Artsakh è in pericolo nel vero senso della parola. Prendendo di mira il presidente dell’Artsakh, l’Azerbaigian prende di mira tutti noi abitanti dell’Artsakh. Come persona di Artsakh, come armeno, come sacerdote, condanno le decisioni distruttive dell’Azerbaigian. Per informazione dell’Azerbaigian: noi abitanti dell’Artsakh siamo con il nostro presidente e siamo pronti a garantire la sicurezza del nostro presidente“, ha affermato il primate della diocesi di Artsakh.

(18 feb 22) ANCORA SPARI AZERI – Nuova violazione azera del cessate-il-fuoco con colpi sparati all’indirizzo di abitazioni civili nel villaggio di Taghavard (Martuni) intorno alle 17 ora locale. I proiettili hanno danneggiato l’esterno dei muri di alcune case e uno dei proiettili ha colpito la finestra ed è penetrato all’interno. L’ufficio del procuratore di Artsakh ha informato dell’incidente il pubblico ministero incluso nel contingente di mantenimento della pace russo ad Artsakh e le prove preliminari di questo incidente sono state trasmesse.

(18 feb 22) LEGGE SUI TERRITORI OCCUPATI – Nella seduta straordinaria dodierna, l’Assemblea nazionale dell’Artsakh ha approvato all’unanimità, in seconda lettura e integralmente, il disegno di legge “Sui territori occupati”. Il disegno di legge è stato adottato con 30 voti favorevoli e tutti i parlamentari presenti hanno votato a favore. Questo disegno di legge era stato adottato mercoledì in prima lettura. La legge adottata definisce le relazioni relative allo status giuridico dei territori dell’Artsakh occupati dall’Azerbaigian e il regime giuridico speciale ad essi applicabile, le peculiarità delle attività dei governi e delle organizzazioni statali e locali, i diritti e le libertà umani e civili, nonché la tutela e la difesa dei diritti e degli interessi delle persone giuridiche.

(18 feb 22) DICHIARAZIONE PARLAMENTO – Nella sua seduta straordinaria venerdì, l’Assemblea nazionale dell’Artsakh ha adottato all’unanimità, con 30 voti favorevoli e nessuno contrario, la sua dichiarazione in occasione dell’Artsakh Revival Day. “Il futuro dell’Artsakh armeno è garantito solo nella prospettiva di vivere liberamente e in modo indipendente. Esprimendo la volontà collettiva e il punto di vista del popolo di Artsakh, l’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh riafferma il suo impegno per la storica decisione del 20 febbraio 1998 e la sua determinazione a difendere il suo diritto a vivere liberamente nella sua patria“, si legge nella suddetta dichiarazione.

(17 feb 22) DISPERSI IN GUERRA – Per facilitare l’identificazione dei resti umani in futuro, sono stati raccolti 793 campioni biologici dai membri delle famiglie di 316 persone azere scomparse dal conflitto negli anni ’90 come ha riferito il Comitato Internazionale della Croce Rossa. Secondo il rapporto, il Comitato in qualità di intermediario neutrale ha effettuato 346 operazioni di ricerca e rimozione di resti umani nei territori in cui si sono verificate le ostilità. Ai familiari delle 347 persone scomparse è stato fornito sostegno psicosociale.

(17 feb 22) ARRESTI PER SPIONAGGIO – Una presunta rete di spionaggio a favore del nemico è stata smantellata in Armenia: 20 persone sono accusate di tradimento e 14 di loro sono state arrestate a scopo preventivo. A seguito di attività investigativa , la procura penale è convinta che durante la guerra dei 44 giorni la rete di spie abbia fornito informazioni di vitale importanza al nemico. Gli azeri avrebbero ottenuto informazioni chiare su tipologia e numero di truppe armene, formazioni, equipaggiamento militare, possibili tattiche e altro. A seguito delle loro azioni, il nemico, con l’aiuto di droni e artiglieria, ha sferrato colpi precisi, rendendo inabili le formazioni militari armene e ostacolando l’ulteriore attuazione dei compiti loro assegnati.

(17 feb 22) PARLAMENTO EUROPEO – Il Gruppo di Minsk dell’Osce rimane l’unico formato riconosciuto a livello internazionale per la risoluzione del conflitto del Karabakh, secondo il Rapporto 2021 del Parlamento europeo sugli affari esteri e la politica di sicurezza. Il documento sottolinea la necessità di un maggiore coinvolgimento dell’UE e degli Stati membri nel Caucaso meridionale per garantire stabilità e prosperità alla regione, nonché per contrastare l’influenza e l’interferenza dei poteri regionali. Il Parlamento europeo raccomanda la risoluzione del conflitto e delle problematiche post conflitto come la definizione dei confini e il rilascio di tutti i prigionieri di guerra. Il Gruppo di Minsk rimane l’unico formato riconosciuto a livello internazionale per risolvere questo conflitto basato sui principi di integrità territoriale, non uso della forza, autodeterminazione e pari diritti e risoluzione pacifica dei conflitti e il rapporto auspica che il Gruppo torni al più presto al suo ruolo di mediatore.

(16 feb 22) OMBUDSMAN ARMENIA – Si è conclusa oggi la visita dell’ombudsman dell’Armenia, Arman Tatoyan, in Artsakh dove, accompaganto dal collega Gegham Stepanyan, ha raccolto fatti sui diritti umani a Taghavard, Karmir Shuka, Aghavno, Khramort e in un certo numero di altre comunità nella Repubblica dell’Artsakh, dopo i 44 giorni guerra. Tatoyan ha sottolineato in un commento su FB come sia ovvio che le autorità azere perseguono una politica criminale di intimidazione dei civili armeni, creando un clima di disperazione, sistematico e mirato. Al riguardo ha notato che in tutti i luoghi in cui sono di stanza le forze armate azere, la sicurezza delle persone è interrotta, la vita è in pericolo reale e per questo motivo le postazioni dell’Azerbaigian non dovrebbero trovarsi nelle vicinanze dei villaggi armeni e vicino alle strade. Tatoyan ha rimarcato che tutti i fatti provano che le azioni criminali delle forze armate azere contro la popolazione civile armena sono della stessa natura sia in Armenia che in Artsakh, con manifestazioni aggressive in Artsakh.

(16 nov 22) RESPINTE LE ACCUSE AZERE AL PRESIDENTE – Il ministro della Giustizia Karen Andreasyan afferma che l’avvio di un procedimento penale da parte delle forze dell’ordine azere contro il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan è privo di qualsiasi base giuridica internazionale. “Sicuramente, qualsiasi persona ragionevole comprende che questo procedimento penale non può avere basi legali internazionali. Il popolo di Artsakh ha organizzato l’autodifesa durante la guerra lanciata dall’Azerbaigian. Avviare un’azione legale per autodifesa è irragionevole“, ha affermato Andreasyan.

(16 feb 22) SPARI AZERI CONTRO CIVILI – Ancora colpi di arma da fuoco sparati dalle postazioni azere contro civili dell’Artsakh. Questa volta i soldati hanno sparato contro alcuni contadini che stavano lavorando in una vigna nei pressi del villaggio di Khramort. Il sindaco del villaggio ha detto che “Loro [cioè i soldati azeri] non permettono ai nostri residenti di lavorare [là]. Gli azeri li hanno minacciati di non venire più in quei territori. In quel momento erano presenti anche le forze di pace russe. Gli azeri sono costretti ad andarsene, sotto la minaccia delle armi.

(16 feb 22) SISTEMA SANITARIO – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha convocato una consultazione di lavoro dedicata all’elaborazione del concetto di sviluppo del sistema sanitario nella Repubblica. Il Capo dello Stato ha sottolineato che la qualità, la disponibilità e la gratuità delle cure mediche e degli altri servizi sanitari garantiti dallo Stato sono tra le priorità del Governo, e il compito dei responsabili della sfera è quello di adottare tutte le misure per attuare correttamente il programma e puntuale. Il Presidente ha incaricato di elaborare un concetto per lo sviluppo del sistema, coinvolgendo professionisti esperti, tenendo conto delle preoccupazioni e dei suggerimenti di tutti i gruppi beneficiari. Durante l’incontro sono stati discussi anche la situazione epidemica nella Repubblica e altre questioni che devono affrontare la sfera, alla presenza del ministro di Stato Artak Beglaryan, rappresentanti di tutte le forze parlamentari e altri funzionari.

(16 feb 22) PASSA LEGGE SUI TERRITORI OCCUPATI – Nella seduta straordinaria di mercoledì, l’Assemblea nazionale dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) ha approvato, in prima lettura, il disegno di legge “Sui territori occupati”. Il disegno di legge definisce le relazioni relative allo status giuridico dei territori dell’Artsakh occupati dall’Azerbaigian e il regime giuridico speciale ad essi applicabile, le peculiarità delle attività dei governi e delle organizzazioni statali e locali, i diritti umani e civili e le libertà, nonché la tutela e la difesa dei diritti e degli interessi delle persone giuridiche. Questa proposta di legge è stata esaminata dal servizio di esperti dell’Assemblea nazionale e, in connessione con l’adozione di questo disegno di legge, è stato proposto di apportare modifiche ai codici elettorali e civili dell’Artsakh, nonché alla legge sul referendum locale.

(15 feb 22) FERITO SOLDATO ARMENO – Verso le 16:15 (ora locale), nella zona di confine orientale dell’Artsakh, i soldati nemici hanno violato il cessate il fuoco, a seguito del quale un coscritto Khachatur Gagik Khachatryan è rimasto ferito da arma da fuoco. Le sue condizioni sono giudicate gravi ma stabili.

(15 feb 22) COLPI CONTRO CONTADINI – Intorno alle 15:30 (ora locale) sono stati sparati colpi da postazioni azere situate vicino al villaggio di Khnapat nella regione di Askeran secondo quanto riferisce l’ufficio del procuratore generale di Artsakh. Un trattore è stato danneggiato e i cittadini sono riusciti a fuggire grazie all’intervento delle forze di pace russe. “Invece di minacciare i cittadini della Repubblica dell’Artsakh con la detenzione o il perseguimento penale, consigliamo all’Ufficio del Procuratore dell’Azerbaigian di adottare misure minime per prevenire la distruzione fisica dei civili nell’Artsakh e assicurare alla giustizia gli autori di tali crimini. Questo non è solo l’unico approccio civile per i Paesi “in cerca di pace”, ma anche un obbligo internazionalmente e pubblicamente accettato dell’Azerbaigian, che ha aderito alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali“, afferma il rapporto.

(15 feb 22) MISSIONE UNESCO – L’UNESCO continua a lavorare per inviare una Missione Tecnica Indipendente in Nagorno-Karabakh secondo quanto assume l’Ufficio Stampa dell’UNESCO rispondendo alla stampa circa le segnalazioni sui casi di distorsione e distruzione del patrimonio storico-culturale armeno nell’Artsakh (Nagorno -Karabakh) nei territori che sono passati sotto il controllo azerbaigiano dopo la guerra del 2020. “Continuiamo a lavorare per inviare una Missione Tecnica Indipendente dell’UNESCO nel quadro della Convenzione del 1954. Ci auguriamo che sia possibile presto, ma per il momento non sussistono le condizioni necessarie. Quindi le discussioni sono ancora in corso“, ha affermato Thomas Mallard, addetto stampa dell’UNESCO aggiungendo che “il patrimonio e la storia non dovrebbero essere oggetto di alcuna strumentalizzazione politica. Esortiamo tutti i nostri Stati membri, in tutto il mondo, a rispettare questo principio”.

(15 feb 22) AZERI CONTRO HARUTYUNYAN – L’ufficio del procuratore generale dell’Azerbaigian ha annunciato che intende “catturare” e “processare” il presidente Arayik Harutyunyan del Nagorno Karabakh (Artsakh) che sarebbe accusato di “quattro atti terroristici commessi nell’ottobre 2020 contro civili a Ganja”. Si tratta di un bombardamento che ha colpito la città di Ganja nel pieno della guerra scatenata dagli azeri contro l’Artsakh.

(15 feb 22) CONSIGLIO DEL SERVIZIO CIVILE – Il presidente Harutyunyan ha firmato un decreto sulla destituzione di Boris Arushanyan dalla carica di presidente del Consiglio del servizio civile e in connessione con la fine del suo rispettivo mandato. Al suo posto è stato nominato con una mandato di sei anni Armen Tovmasyan.

(15 feb 22) AGGIORNAMENTO COVID – Altre due persone a cui è stato diagnosticato il COVID-19 sono morte in Artsakh (Nagorno-Karabakh). Un totale di 303 test per il coronavirus sono stati condotti lunedì con 133 nuovi casi di questa malattia, anche tra i bambini. Attualmente, 54 persone stanno ricevendo cure ospedaliere. Finora nell’Artsakh sono stati condotti 6.045 test per il coronavirus nel 2022 e i risultati di 1.879 di questi sono risultati positivi. Dall’inizio della pandemia sono stati segnalati 23 decessi per COVID-19.

(14 feb 22) CORRIDOIO FERROVIARIO – Artashes Tumanyan, Capo del gruppo di lavoro armeno del programma di ripristino delle ferrovie, nonchè consigliere del Primo Ministro armeno, ha dichiarato che tra una decina di giorni gli specialisti inizieranno a condurre studi strumentali, anche con la partecipazione di esperti russi, sulle due tratte da ripristinare della ferrovia Armenia-Azerbaigian, sulla base dei quali verrà sviluppato un piano. Tuttavia, da parte armena non è ancora noto quando inizieranno i rispettivi lavori. Secondo il consigliere del Primo Ministro armeno, per poter avviare quel lavoro, gli accordi in materia raggiunti tra Armenia e Azerbaigian devono essere specificati in un documento. Tumanyan ha osservato che ci vorranno solo pochi mesi per ripristinare la sezione Yeraskh della ferrovia Armenia-Azerbaigian, mentre tre anni nella sezione Meghri, dove sarà costruita una ferrovia di 45 chilometri. Secondo il consigliere del premier armeno, per l’Armenia non è ancora chiaro quanto costerà questo lavoro.

(14 feb 22) LA PACE PER ALIYEV – Il presidente dell’Azerbaigian nel corso di una visita nella zona di Aghdam ha posto le condizioni per la firma di un accordo di pace tra l’Armenia e il suo Paese. Aliyev ha riferito che questo accordo deve essere firmato sulla base delle norme internazionali e dei principi del diritto, a condizione della reciproca accettazione dell’integrità territoriale dei due paesi. Il che, per il presidente dell’Azerbaigian, significa il pieno possesso di tutto il Nagorno Karabakh. Aliyev ha tenuto tuttavia a precisare che il suo Paese non dimenticherà mai la “atrocità” della occupazione armena e ha espresso fiducia che il lavoro attualmente svolto dal suo paese, “compresa la costruzione militare, rafforzerà ulteriormente il Paese e diventerà la risposta alle forze revansciste sorte in Armenia“.

(13 feb 22) 34° MOVIMENTO LIBERAZIONE NAZIONALE – I membri della Commissione di Stato per l’organizzazione di eventi dedicati al 34° anniversario del movimento di liberazione nazionale dell’Artsakh, guidata da Artur Tovmasyan, hanno visitato il Memoriale di Stepanakert per deporre una corona di fiori al memoriale degli eroi morti nell’Artsakh e nelle guerre patriottiche , riferisce l’Assemblea nazionale dell’Artsakh. I membri del comitato hanno quindi deposto fiori e reso omaggio alle tombe degli armeni consacrate nelle tre guerre dell’Artsakh adiacenti al memoriale della città.

(12 feb 22) SMENTITE DIMISSIONI PRESIDENTE – Le notizie diffuse su alcuni media armeni, secondo cui il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha recentemente espresso la disponibilità a lasciare l’incarico, non corrispondono alla realtà. Lusine Avanesyan, portavoce del presidente dell’Artsakh, ha sottolineato alla stampa locale che il presidente Harutyunyan ha più volte dichiarato nel dopoguerra di essere pronto a dimettersi, ma notando che farà quel passo quando le elezioni nazionali si potranno tenere ad Artsakh.

(11 feb 22) CORRIDOIO DI ZANGEZUR – In un’intervista a media azeri il presidente dell’Azerbaigian ha dichiarato che è sua intenzione costruire una linea elettrica dall’Azerbaigian al Nakhchivan attraverso il cosidetto corridoio di Zangezur (Syunik, Armenia) oltrea un passante stradale e ferroviario.

(11 feb 22) SPARI AZERI – Ancora spari azeri contro gli insediamenti civili di Karmir Shuka e Taghavard. Qualche danno ma nessun ferito. L’ennesima provocazione è stata denunciata dall’ombudsman dell’Artsakh.

(11 feb 22) ESERCITAZIONI RUSSE – Il ministero della Difesa russo informa che, nell’ambito delle previste esercitazioni di addestramento al combattimento, i militari del contingente di mantenimento della pace russo hanno eseguito esercizi di tiro e manovre standard per la guida di veicoli corazzati per il trasporto di personale BTR-82A nel campo di addestramento allestito in Artsakh. In totale, circa 50 militari russi e circa 10 unità di combattimento e equipaggiamento speciale sono stati coinvolti nell’addestramento al combattimento.

(11 feb 22) VISITA DI BABAYAN A BRUXELLES – Il ministro degli Esteri dell’Artsakh si è recato da lunedì a giovedì in visita a Bruxelles. Si tratta della prima missione all’estero (Armenia esclusa) dalla fine della guerra. “Durante la visita, il gruppo di amicizia con Artsakh ha organizzato un incontro al Parlamento europeo con la partecipazione di molti parlamentari delle principali fazioni politiche. Gli eurodeputati sono stati informati in dettaglio sulla situazione e le sfide dell’Artsakh dopo la guerra scatenata dall’Azerbaigian nel 2020, così come la politica aggressiva dell’Azerbaigian“, rileva la dichiarazione rilasciata dalla Federazione armena europea per la giustizia e la democrazia (EAFJD).Inoltre, Babayan ha avuto incontri con i senatori membri del gruppo di amicizia di Armenia e Georgia nel parlamento federale belga, i membri del circolo di amicizia di lingua francese del Belgio con l’Artsakh, nonché i membri del gruppo di amicizia del parlamento fiammingo con l’Artsakh. Inoltre, il ministro ha tenuto una conferenza sul conflitto del Nagorno-Karabakh, nonché sulla situazione attuale, a diverse decine di studenti di un’importante università di giurisprudenza tedesca in visita a Bruxelles. La visita si è conclusa con un incontro con i membri degli organi rappresentativi della comunità armena del Belgio. La politica azerbaigiana volta all’eliminazione del patrimonio culturale armeno nei territori occupati dall’Azerbaigian e alla falsificazione della storia, nonché la necessità di combatterla, è stata tra i temi chiave di tutti gli incontri.

(10 feb 22) RITROVATO ALTRO CADUTO ARMENO – Nella regione di Martuni le squadre di ricerca hanno rinvenuto i resti di un altro caduto armeno la cui identità sarà stabilita mediante esame forense. Il totale dei ritrovamenti dalla fine della guerra è salito a 1.710.

(10 feb 22) FORZA DI PACE RUSSA – Per il Segretario del Consiglio di sicurezza dell’Armenia, Armen Grigoryan, le forze di pace della Russia devono rimanere nel Nagorno Karabakh fin tanto che lo status della regione non sarà determinato. Lo ha dichiarato in una conferenza stampa sottolineando anche che la rispettiva posizione della parte armena secondo cui il conflitto del Nagorno Karabakh dovrebbe essere risolto nel quadro del Gruppo di Minsk e in modo pacifico.

(10 feb 22) NOMINE PRESIDENZIALI – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha firmato un decreto sul licenziamento di Armen Tovmasyan dalla carica di ministro dell’Economia e dell’agricoltura della Repubblica dell’Artsakh in relazione al suo trasferimento a un altro lavoro. Con un altro decreto del presidente, Norayr Musayelyan è stato nominato ministro dell’agricoltura. Il Capo dello Stato ha anche approvato le decisioni del Governo, secondo le quali Armen Ghahramanyan è stato licenziato dalla carica di capo dell’amministrazione della regione di Askeran della Repubblica dell’Artsakh, secondo la sua domanda. Amleto Apresyan è stato nominato capo dell’amministrazione della regione di Askeran, rassegnando le dimissioni dalla carica di vicepresidente del Comitato per l’acqua della Repubblica dell’Artsakh. Vahram Ghahramanyan è stato nominato Presidente del Comitato per i danni materiali della Repubblica dell’Artsakh.

(9 feb 22) CONTABILITA’ DI GUERRA – Secondo quanto riferito oggi dal premier armeno Pashinyan, 3812 persone sono morte a causa della guerra del 2020. 3736 erano soldati, 76 civili. Il numero è soggetto a cambiamenti in base ai ritrovamenti di resti umani nelle regioni ora occupate dagli azeri. La parte armena lamenta anche 217 persone scomparse durante la guerra.

(9 feb 22) PROTEZIONE PATRIMONIO ARMENO – La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, circa la conservazione del patrimonio culturale e storico in Artsakh ha dichiarato che la Russia è favorevole all’organizzazione della missione dell’UNESCO nella regione il prima possibile. Al riguardo, Zakharova ha ricordato che il 7 dicembre 2021 la dichiarazione congiunta dei ministri degli Esteri di Russia, Stati Uniti e Francia ha invitato l’Armenia e l’Azerbaigian a continuare la cooperazione sotto gli auspici del Gruppo di Minsk dell’Osce per compiere reali progressi nella protezione degli aiuti umanitari, compresi i monumenti storici e culturali.

(9 feb 22) FERROVIA ARMENO-AZERA – Nel corso di un dibattito parlamentare, il premier Pashinyan si è soffermato sulla tratta ferroviaria Yeraskh-Julfa-Ordubad-Meghri-Horadiz ricordando come il passante ferroviario sia stato concordato nel dicembre 2021, durante l’incontro trilaterale con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev. Al riguardo ritiene che tale accordo vada formalizzato “de jure” al fine di stabilire i corretti parametri di applicazione. Di recente, il vice primo ministro armeno Mher Grigoryan ha incontrato a Yerevan il copresidente russo del gruppo di lavoro trilaterale Alexei Overchuk e il capo della compagnia ferroviaria russa. “Abbiamo convenuto che la ferrovia dovrebbe funzionare secondo le regole internazionali, nel quadro della legislazione e della sovranità dei paesi, il che significa che ai valichi di frontiera dovrebbero essere esercitati controlli di frontiera, doganali e di altro tipo. E dobbiamo concordare i parametri per costruire una ferrovia con lo stesso parametro, perché quelle ferrovie devono fondersi tra loro. Diventerà una rotta per il trasporto internazionale di merci. E tutto questo è molto importante per noi per registrarci de jure il prima possibile, per firmarlo”, ha detto Pashinyan.

(9 feb 22) I TAPPETI CERCANO CASA – Circa 170 tappeti del museo nazionale di Shushi sono stati salvati dalle bombe azere e trasportati in Armenia prima della fine della guerra. Allocati temporaneamente al museo nazionale di architettura di Yerevan devono ora trovare un altro spazio espositivo a causa della indisponibilità dei locali dove ora si trovano. Il ministero dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport ha offerto al proprietario della collezione di tappeti del Museo dei tappeti di Shushi (si tratta di una collezione privata) di esporre la collezione nei migliori musei disponibili in Armenia. Il viceministro Ara Khzmalyan ha dichiarato che serebbe auspicabile aggiungere i tappeti ad altre collezioni museali per arrcchirne il valore ma non si eslcude anche la possibilità di realizzare un nuovo museo dedicato solo a questa arte.

(9 feb 22) CAMBIAMENTI ISTITUZIONALI – Il presidente della repubblica ha siglato il decreto che modifica alcuni sorpi dello Stato. Nello specifico il Ministero del Lavoro, degli Affari Sociali e della Migrazione è stato ridenominato “Ministero dello Sviluppo Sociale e delle Migrazioni”; il blocco economico è stato separato dal Ministero dell’Economia e dell’Agricoltura e annesso al Ministero delle Finanze mentre il Servizio di controllo statale (successore dell’attuale Servizio di controllo del Presidente della Repubblica dell’Artsakh) e l’operatività neo-costituito Comitato sui Danni materiali (post guerra) è stata collegata ad altre strutture amministrative dello Stato.

(9 feb 22) AGGIORNAMENTO COVID – Un’altra persona a cui è stato diagnosticato il COVID-19 è morta in Artsakh. Ieri sono stati condotti un totale di 400 test per il coronavirus e dai quali sono stati confermati 190 nuovi casi di questa malattia. Finora nel 2022 ad Artsakh sono stati condotti in totale 3.716 test per il coronavirus e i risultati di 867 di questi sono tornati positivi. In totale, sono stati segnalati 20 decessi per COVID-19.

(8 feb 22) VIOLAZIONI AZERE – L’ufficio del procuratore di Artsakh ha segnalato violazioni del cessate-il-fuoco da parte azerbaigiana. “Verso mezzogiorno nell’area vicino alla città di Askeran, da una postazione di combattimento azerbaigiana sono stati sparati diversi colpi da una mitragliatrice di grosso calibro in direzione dei lavoratori dell’impresa di lavorazione della pietra Future Generations’ Fund LLC, operante in nel villaggio di Khramort nell’Askeran. In fuga dagli spari, i lavoratori hanno dovuto nascondersi per circa due ore prima dell’arrivo della polizia. Le circostanze dell’incidente sono in corso di indagine”, ha detto l’ufficio del pubblico ministero.

(8 feb 22) TURISMO IN ARTSAKH – Nel mese di gennaio 415 turisti stranieri hanno visitato l’Artsakh; di questi 374 erano cittadini di Paesi CIS mentre 41 provenivano da altre nazioni. Gohar Hayrapetyan, Capo del Dipartimento di Informazione e Relazioni Pubbliche del Ministero dell’Economia e dell’Agricoltura della Repubblica di Artsakh, ha rilasciato queste informazioni alla stampa precisando che lo scorso anno (peraltro a poche settimane dalla conclusione della guerra) erano stati solo 90 i visitatori nella repubblica.

(7 feb 22) NUOVO MINISTRO DELL’EDUCAZIONE – Il presidente Arayik Harutyunyan ha firmato un decreto sulla destituzione di Lusine Gharakhanyan dalla carica di ministro dell’Istruzione, della scienza, della cultura e dello sport dell’Artsakh, su sua stessa richiesta., e l’ha nominata consigliere presidenziale. Anahit Hakobyan è stata nominata nuovo ministro dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport dell’Artsakh.

(7 feb 22) LIBERI OTTO PRIGIONIERI – Con la mediazione del presidente francese Macron e del presidente del Consiglio d’Europa Michel, l’Azerbaigian ha liberato otto prigionieri di guerra armeni alcuni dei quali catturati durante l’attacco azero nel territorio dell’Armenia lo scorso 16 novembre. I soldati liberati sono Sargis Tarzyan, Vardges Balayan, Armen Petrosyan, Artur Babayan, Hmayak Sargsyan, Gurgen Galoyan, Grigor Kyureghyan, e Vagharshak Maloyan.

(7 feb 22) INCIDENTE STRADALE – Secondo i media azeri, 16 persone, quasi tutti lavoratori turchi, sono rimaste ferite in un incidente di un autobus di servizio della Kolin Insaat Sanayi ve Ticaret A.S. società, quale subappaltatore della costruzione dell’autostrada Ahmedbeyli-Fizuli-Shushi. L’incidente è avvenuto in un territorio occupato della regione di Martuni di Artsakh. Due persone sono ricoverate in terapia intensiva e versano in gravi condizioni.

(7 feb 22) AEROPORTO DI STEPANAKERT – Per ordine del ministro dell’amministrazione territoriale e delle infrastrutture dell’Artsakh, Hayk Khanumyan, i poteri di Erik Ohanyan come direttore esecutivo della società dell’aeroporto di Stepanakert sono stati revocati in anticipo e, ai sensi della legge sulle società per azioni. e assegnati temporaneamente al suo vicedirettore esecutivo, Marat Hakobyan.

(5 feb 22) ATTIVITA’ FORZA DI PACE RUSSA – Il ministero della Difesa russo riferisce ha riassunto l’attività svolta nel mese di gennaio dai militari del contingente di mantenimento della pace russo nel Nagorno-Karabakh (Artsakh), in particolare nelle regioni nelle regioni di Askeran, Martakert e Martuni. Nello specifico, grazie alle forze di pace russe, i convogli che trasportavano aiuti umanitari hanno raggiunto l’Artsakh in sicurezza, i pellegrini hanno visitato il monastero di Amaras, i militari russi si sono assicurati che il cessate il fuoco non fosse violato e hanno sminato vari luoghi. Sono state organizzate più di 30 azioni umanitarie, durante le quali sono stati distribuiti più di 500 kg di aiuti umanitari agli sfollati e ai bisognosi, comprese le famiglie numerose. Inoltre, le forze di pace hanno accompagnato circa 300 pellegrini in visita nei monasteri. Le squadre mobili del contingente di mantenimento della pace russo hanno effettuato 39 pattugliamenti lungo le rotte concordate della linea di confine del Nagorno-Karabakh. A gennaio, le forze di pace russe hanno effettuato 31 viaggi per garantire la sicurezza dei lavori agricoli, di riparazione e di recupero. Le unità di ingegneria e genieri delle forze di pace russe continuano a ripulire le aree e gli oggetti, oltre a distruggere gli ordigni inesplosi. Ad oggi sono stati ispezionati 1.937 edifici, 690 km di strade e 2.331 ettari di terreno sono stati sgomberati e 26.176 esplosivi sono stati trovati e distrutti.

(4 feb 22) NUOVO INSEDIAMENTO RESIDENZIALE – Il Presidente della Repubblica Arayik Harutyunyan ha visitato il territorio amministrativo della comunità di Krasni della regione di Askeran, dove è in costruzione un nuovo insediamento per i residenti della comunità di Aknaghbyur, ora occupata dall’Azerbaigian. Secondo il progett partito lo scorso novembre, qui dovrebbero essere costruiti 12 edifici residenziali con 216 appartamenti. Saranno create opportunità per i nuovi residenti nel settore agricolo. L’insediamento, che sarà pienamente operativo a inizio 2023, avrà parchi giochi e infrastrutture necessarie per la vita dei residenti.

(4 feb 22) STAZIONE BUS STEPANAKERT – La stazione centrale degli autobus di Stepanakert sarà migliorata secondo quanto riferisce il ministro dell’amministrazione territoriale e delle infrastrutture della Repubblica dell’Artsakh, Hayk Khanumyan. Nel 2021 sono state organizzate nuove rotte dalla capitale per: Dashushen, Krasni, Berkadzor, Karmir Shuka-Martuni-Nngi. Sempre lo scorso anno il capolinea di Stepanakert ha ricevuto dieci autobus dall’Hayastan All-Armenian Fund e la stazione degli autobus di Martakert è stata rinnovata. Nel 2022 è previsto il rinnovamento del servizio sulla linea per Martuni e la realizzazione di opere di miglioramento alla Stazione Centrale degli Autobus della capitale.

(4 FEB 22) FORESTE DELL’ARTSAKH – Il ministro dell’amministrazione territoriale e delle infrastrutture della Repubblica dell’Artsakh, Hayk Khanumyan, ha affermato durante una conferenza stampa che sono in corso passi per porteggere l’Artsakh dalla deforestazione e che uno dei provvedimenti è il divieto di esportazione di legna da ardere. Nel 2020 sono stati forniti 77.194 metri cubi di legna da ardere, di cui 10.300 esportati. Ma nel 2021 sono stati forniti 32.000 metri cubi di legna da ardere, che non è stata esportata. AS causa della guerra è stato perso quasi il 50% delle foreste. Il ministro ha riferito che sono state adottate alcune misure per ripristinare le foreste, compreso il rimboschimento in alcuni luoghi con il sostegno del Ministero dell’Ambiente della Repubblica di Armenia. Nel 2022 si prevede di mappare i terreni forestali per una gestione più efficace delle risorse forestali.

(4 feb 22) SFOLLATI – Il ministro dell’amministrazione territoriale e delle infrastrutture della Repubblica dell’Artsakh, Hayk Khanumyan, durante una conferenza stampa annuale ha indicato in 38.000 il numero di sfollati interni causati dalla guerra. Circa 16000 sono tornati in Artsakh grazie ad alcuni programmi sociali relativi all’alloggio, alla sicurezza e ad altre problematiche degli sfollati intrapresi dal governo d’intesa con organizzazioni non governative e di beneficenza. Il principale ostacolo al rietro degli sfollati è al momento la mancanza del patrimonio abitativo che sostituisce quello andato perduto a causa dell’attacco azero.

(3 feb 22) AGGIORNAMENTO COVID – La situazione sta lentamente migliorando in Artsakh. I dati di ieri riportano attualmente 20 ospedalizzati con 3 in condizioni critiche e 12 in condizioni gravi. Ieri effettuati 152 test con 51 positivi.

(3 feb 22) NUOVA PRIGIONE – L’unico carcere di tutto l’Artsakh si trovava a Shushi, città ora occupata dagli azeri. Il governo ha pertanto deciso di costruire un nuovo penitenziario nel paese di Aygestan, nella regione di Askeran, non lontano dalla capitale Stepanakert.

(3 feb 22) IN AUMENTO I MATRIMONI – Nel 2021 in Artsakh si sono svolti 1314 matrimoni civili, 1149 in più rispetto al 2020 anno funestato dalla pandemia e dalla guerra, e 478 in più rispetto al 2019.

(3 feb 22) DELIMITAZIONE CONFINI – L’Azerbaigian ha risposto negativamente alle proposte dell’Armenia in materia di delimitazione e demarcazione dei confini secondo quanto ha riferito oggi alla stampa il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan. Ha ricordato che il Primo ministro dell’Armenia, così come i presidenti dell’Azerbaigian e della Russia, avevano raggiunto un accordo a Sochi, in Russia, il 26 novembre 2021, che le parti avrebbero adottato misure per aumentare il livello di sicurezza e stabilità nella regione. Dal canto suo, il ministro degli Esteri azerbaigiano Ceyhun Bayramov si è espresso sulla disponibilità di Baku per una soluzione costruttiva alla questione della demarcazione e delimitazione ma, in una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri e del Commercio ungherese Peter Szijjártó, ha dichiarato che la parte armena ha posto alcune condizioni per avviare i lavori della commissione per la delimitazione e la demarcazione del confine tra Azerbaigian e Armenia mentre l’Azerbaigian può avviare questo processo, ma senza alcuna condizione. In particolare, Bayramov ha affermato che l’Armenia, che “ha occupato le terre dell’Azerbaigian per 30 anni”, non ha né il diritto legale né politico e morale di porre alcuna condizione alla delimitazione dei confini. È evidente che una delle “condizioni” citate riguarda il ritiro delle unità azere che hanno invaso il territorio sovrano dell’Armenia dallo scorso maggio.

(2 feb 22) AZERO MUORE PER CLUSTER BOMB – Una cluster bomb (residuo degli attacchi azeri contro l’Artsakh) è stata fatale a un cittadino azero, tale Mikayilov Ismail di 25 anni, che è deceduto dopo averne inavvertitamente toccata una rimasta inesplosa sul terreno.

(2 feb 22) EMENDAMENTI ALLA COSTITUZIONE – L’Assemblea nazionale ha approvato, in prima lettura, il disegno di legge sulla modifica della Costituzione dell’Artsakh. Inoltre, l’Assemblea ha deciso di inviare questa proposta di legge alla Corte Suprema per determinarne la costituzionalità. Con il suddetto emendamento, il termine per la revisione della divisione amministrativo-territoriale dell’Artsakh è portato da 5 anni a 10 anni, e tale periodo termina nel mese di marzo.

(1 feb 22) BILANCIO ATTACCO AZERO DEL 16 NOVEMBRE – Durante l’attacco azero dello scorso 16 novembre nel territorio dell’Armenia erano 21 i soldati armeni nelle loro postazioni difensive e 13 di loro sono finiti in mani nemiche: otto sono ritornati, due corpi sono stati riconsegnati dagli azeri mentre tre soldati risultano ancora prigionieri del nemico.

(1 feb 22) PERDITE AZERE POST GUERRA – Secondo il Caspian Institute of military studies, citato dall’agenzia azera Baku Turan, le forze armate azere hanno perso 110 persone dopo la fine della guerra.

(1 feb 22) VISITA NELLA REGIONE DI MARTAKERT – Il presidente della repubblica, Harutyunyan, ha effettuato una visita di lavoro alle comunità Garnakar, Shahmasur, Tsmakahogh e Haterk della regione di Martakert. Il Capo dello Stato ha indagato sui problemi esistenti, ascoltato le proposte relative alla garanzia dell’occupazione dei residenti e discusso con loro i piani per le attività future. Toccando i programmi, la cui attuazione è prevista a spese del bilancio statale, il presidente Harutyunyan ha dichiarato che le strade che collegano le comunità di Garnakar, Shahmasur e Tsmakahogh alla statale quest’anno saranno asfaltate. Le tre comunità menzionate riceveranno assistenza governativa per la soluzione globale del problema dell’acqua potabile, mentre per promuovere l’attività economica, ai residenti della comunità verranno forniti alveari e bestiame. In quelle comunità saranno realizzati anche altri lavori infrastrutturali.

Non è un mistero che il dittatore dell’Azerbaigian abbia eletto la città di Shushi a simbolo della vittoria nella guerra del 2020. La sua conquista vale più di tutti gli altri territori e non a caso gli azeri stanno moltiplicando gli sforzi per prendere possesso stabile di questo centro (che faceva parte in epoca sovietica della regione autonoma armena del Nagorno Karabakh).

Quasi completata la superstrada provenienti da Fuzuli, abbattuti tutti i condomini residenziali eretti nei decenni passati, eliminate tutte le tracce di presenza armena in città con le due chiese danneggiate intenzionalmente nel conflitto, poi vandalizzate e ora nascoste alla vista da ponteggi.

Secondo un copione già scritto, è già partita la riscrittura azera della storia della città che Aliyev ha definito “capitale storica e culturale dell’Azerbaigian” annunciando inoltre, nel suo discorso di Capodanno, che il 2022 sarà l’anno di Shushi (anzi, Shusha come la chiamano loro…).  

Quanto siano ridicoli questi tentativi di interpretazione azera della storia, lo dimostrano le parole del deputato azero Malahat Ibrahimgizi che in un’intervista alla stampa locale ha sottolineato che “una tale decisione ha un grande significato politico, storico e legale” aggiungendo che “l’Azerbaigian, che è uno stato giovane con una storia di indipendenza di 30 anni, non era aperto al mondo durante l’era sovietica”. Ma poi ha anche precisato che “per questo motivo, sullo sfondo dei piani insidiosi contro il nostro popolo negli ultimi duecento anni, è stato impossibile introdurre Karabakh e Shusha nel mondo come la terra storica dell’Azerbaigian”.
E qui ci arrendiamo di fronte alla logica: affermare che Shushi e il Karabakh sono terre storiche dell’Azerbaigian ovvero di uno Stato che esiste da soli trenta anni oltrepassa il limite del ridicolo ma conferma la tradizione tutta azera di ricostruire storia, cultura e religione a propria immagine e somiglianza.

Qui di seguito riportiamo una breve storia di Shushi.

1428: Shushi è menzionata in un manoscritto di padre Manuel conservato oggi al Metenadaran di Yerevan. In seguito, è citata in altre fonti armene nel 1575, 1607, 1717 e 1725.

1722: la città è fortificata da Avan Haryurapet e così utilizzata dai soldati armeni per difenderla dalla invasione turca. Nello stesso periodo fu costruita una cappella in legno laddove oggi sorge la cattedrale del S.mo Salvatore (Ghazanchetsots).

1752: La fortezza di Shushi viene consegnata da un principe armeno locale (Melik Shahnazar di Varanda, grossomodo l’attuale provincia di Martuni) al neonominato Khan del Karabakh Pamah Ali Khan. Quesi si stabilì nella città dove fece confluire tribù turche provenienti dalle pianure steppose dove oggi sorge Aghdam. Shushi fu proclamata la capitale del khanato del Karabakh (fondato nel 1747).

1805: il khanato del Karabakh riconobbe la sovranità dell’impero russo, nel 1813 fu ufficialmente annesso allo stesso e nel 1822 fu abolito. A quel tempo Shushi ospitava 10.000 abitanti con la componente turca che rappresentava il 72% della popolazione e gli armeni al 23%. Nel 1830 i turchi erano il 56% e gli armeni il 44%.

1850: la popolazione raggiunge le 12.000 unità con gli armeni che diventano maggioranza per la prima volta dal 1752.

1916: il rapporto demografico non cambia di molto (52% armeni, 43% turchi, 3% russi) ma la città raggiunge i 45.000 abitanti.

1918-20: armeni e forze azerbaigiane combattono per il controllo dell’Artsakh (Karabakh). Le area del territorio corrispondente a quello che in seguito diventerà l’oblast del Nagorno Karabakh sono abitate dagli armeni mentre le aree circostanti sono controllate dai musulmani mandati dal governo azero.

1919: nel mese di giugno le forze azere aiutate da curdi attaccano quattro villaggi armeni intorno a Shushi e provocano 700 vittime.

1920: in marzo gli azeri massacrano 20.000 dei 23.000 armeni della città, bruciando circa 7000 case. Tutta la parte armena è distrutta e abbandonata.

1920: in aprile l’Azerbaigian diviene Repubblica socialista sovietica e l’area del Karabakh fu posta temporaneamente sotto la sua amministrazione. A dicembre è l’Armenia che cade sotto i bolscevichi; Artsakh, Syunik e Nakhchivan sono destinati a diventare parte dell’Armenia sovietica. Per quanto riguarda il Karabakh, ripetuti Congressi del popolo richiedono l’annessione al soviet armeno.

1921: l’Artsakh viene trasferito all’Azerbaigian sovietico e la regione viene nominata Nagorno Karabakh; a quell’epoca vi vivevano 138.466 persone come da censimento di quello stesso anno; l’89% erano armeni. La città di Shushi si era ridotta a 9.223 abitanti di cui solo 289 erano armeni.

1923: la regione viene organizzata come oblast (Regione Autonoma del Nagorno Karabakh) sotto giurisdizione amministrativa azera. Dato che Shushi si era spopolata a causa dei pogrom di pochi anni prima ed era in rovina, il capoluogo regionale viene trasferito al paese di Vararakn (anche Khankhendi nel 19° secolo), poi rinominato Stepanakert.

1926: il censimento attesta che nel NK vivono 125.000 persone (89% armeni, 10% azeri, 1% russi) mentre a Shushi abitano 4900 azeri e 93 armeni oltre a 111 russi.

1926-1989: poco alla volta gli armeni cominciano a ritornare a Shushi e arrivano ad essere il 25% della popolazione. Nel 1961 il governo di Baku autorizza la demolizione dei quartieri armeni che erano ancora in rovina e vengono costruiti grandi blocchi di appartamenti al loro posto (dopo la guerra del 2020 gli azeri li hanno rasi al suolo perché erano abitati solo da armeni). Delle sei chiese che sorgevano in città ne rimangono solo due (Ghazanchetsots e Kanach zham). La città e il canyon che la lambisce vengono inseriti in una riserva naturale nel 1977; la popolazione ricomincia lentamente a crescere.

1988: conflitto etnico fra armeni e azeri che compiono numerosi massacri a danno della popolazione rivale in Azerbaigian. Tra il 16 e il 19 maggio attivisti azeri attaccano la popolazione armena a Shushi e 1500 abitanti sono costretti a fuggire; le scene si ripetono tra il 19 e il 21 settembre. La popolazione armena viene completamente espulsa dalla città.

1989: secondo il censimento, la popolazione del Nagorno Karabakh ammonta a 189.085 abitanti (77% armeni, 22% azeri, 1% russi. A Shushi vivono 15.039 persone, al 98% di etnia azera. Il governo dell’Azerbaigian incoraggia il trasferimento nella regione di turchi meshketi provenienti dall’Uzbekistan.

1991: il 2 settembre il Consiglio del Nagorno Karabakh dichiara l’indipendenza dopo che la RSS Azera ha dichiarato la propria fuoriuscita dall’Urss e l’indipendenza. A ottobre le forze militari azere di stanza a Shushi cominciano a bombardare Stepanakert e la valle. A dicembre il NK tiene referendum confermativo sulla dichiarazione di indipendenza e il 28 dicembre elezioni politiche.

1992: il 10 gennaio fitto lancio da Shushi di missili azeri su Stepanakert che da quattro giorni è la capitale della neonata repubblica del Nagorno Karabakh-Artsakh. Il 9 maggio, Shushi viene liberata dalle forze armate armene e la popolazione azera ripara a Baku e nelle aree vicine.

1992-2019: sotto l’amministrazione della repubblica di Artsakh, gli armeni che erano scappati dall’Azerbaigian per i massacri (Sumgaiyt, Kirovabad, Baku) cominciano ad arrivare in Artsakh e a stabilirsi a Shushi. Nel 2005 la popolazione di Shushi era di 3.191 persone al 99,5% armene. Nel 2015 gli abitanti erano aumentati a 4.060, cinque anni dopo la popolazione sfiorava le cinquemila unità.

2020: il 27 settembre l’Azerbaigian attacca la repubblica di Artsakh. Tra l’8 e il 9 novembre Shushi viene catturata. Le due chiese sono danneggiate, molti edifici vengono intenzionalmente distrutti. La città viene occupata dalle forze armate azere.

2021: il presidente dell’Azerbaigian dichiara Shushi capitale storica dell’Azerbaigian.

L’Azerbaigian commemora il 32° anniversario del cosiddetto “Gennaio nero” allorché scontri tra le forze militari dell’URSS e gruppi armati azeri provocarono perdite da entrambe le parti. Secondo alcune fonti neutrali, durante quegli eventi (tra il 13 e il 20 gennaio 1990), sono state uccise da 131 a 170 persone e quasi 700 sono rimaste ferite. Ma evidentemente a Baku hanno la memoria corta, oppure ricordano benissimo cosa è accaduto prima…

Il “gennaio nero” Azerbaigian è stato preceduto da allarmanti precursori di violenze di massa con la popolazione armena inerme, abbandonata dalle forze armate e dell’ordine che nulla fecero per proteggerla mentre il “Fronte popolare” aizzava gli animi più estremisti e montava l’odio contro gli armeni.

Il 12 gennaio 1990 a Baku scoppiò un pogrom di sette giorni contro gli armeni. Questa non è stata un’azione spontanea, una tantum, ma una delle tante azioni anti-armene dell’Azerbaigian. Sebbene diverse fonti affermassero che il pogrom degli armeni a Baku fosse una risposta diretta alla risoluzione sull’unificazione formale del Nagorno Karabakh con l’Armenia, la realtà fu che quelle violenze altro non erano se non la continuazione della politica anti-armena dell’Azerbaigian, durante tutto il XX secolo, compreso il periodo sovietico.

A partire dal 1988 a Baku si svolsero grandi manifestazioni, organizzate da gruppi di radicali con il pieno sostegno delle autorità sovietiche dell’Azerbaigian. Il 12 gennaio 1990, una massa si raccolse in piazza Lenin a Baku per ascoltare i leader del “Fronte popolare” e altri radicali che chiedevano alla gente di difendere la sovranità azerbaigiana e l’integrità territoriale dagli armeni. Poco dopo, diversi gruppi di giovani estremisti iniziarono a vagare per Baku, terrorizzando gli armeni e avvertendoli di lasciare la città.

La sera dello stesso giorno, i manifestanti cominciarono ad attaccare gli armeni. Lo storico Thomas de Waal afferma che, come a Sumgayit, gli attivisti si distinsero per l’estrema crudeltà delle loro azioni. Le case degli armeni furono bruciate e saccheggiate e gli armeni furono uccisi e feriti. Diverse persone hanno parlato della crudeltà degli azeri. Aleksei Vasilyev, un soldato sovietico, in seguito ha testimoniato di aver visto come una donna nuda è stata gettata dalla finestra mentre la sua casa stava bruciando. Un giornalista americano Bill Keller, che si trovava a Baku poco dopo i pogrom, nel suo rapporto per il New York Times ha scritto: “Qua e là, finestre sbarrate o muri anneriti dalla fuliggine segnano un appartamento in cui gli armeni sono stati cacciati dalla folla e le loro cose sono state date alle fiamme sul balcone“. La chiesa armena ortodossa, la cui congregazione è stata impoverita negli ultimi due anni da un’emigrazione basata sulla paura, fu ridotta a una rovina carbonizzata. Un vicino ha detto che i vigili del fuoco e la polizia hanno assistito senza intervenire mentre i vandali hanno distrutto l’edificio sacro all’inizio dell’anno.

Le violenze e gli omicidi sono testimoniati dal presidente del Consiglio dell’Unione delle forze armate dell’URSS, Yevgeny Primakov, inviato a Baku con decreto del presidente del Soviet supremo dell’URSS, Mikhail Gorbachev, e dal ministro dell’Interno Affari dell’URSS, Vadim Bakatin, nonché il comandante della 106a divisione aviotrasportata delle forze armate, che era sul posto, il maggiore generale Alexander Lebed, che ha anche assistito ai massacri degli armeni.

Uno dei leader dei radicali, Etibar Mamedov, ha testimoniato di azioni crudeli e ha affermato che non vi era alcun intervento ufficiale. Ha detto di aver visto come due armeni sono stati uccisi mentre i poliziotti erano vicini alla scena del crimine.

I pogrom contro gli armeni sono durati una settimana, a seguito della quale, secondo diverse fonti, sono state uccise più di 150 persone, più di 300 armeni sono rimasti feriti e più di 200.000 armeni hanno dovuto lasciare Baku.

Per tutto questo tempo, le autorità dell’URSS hanno assistito a come gli armeni indifesi venivano uccisi e torturati. Il 20 gennaio, dopo che la popolazione armena era già stata espulsa dalla città, le truppe dell’Unione Sovietica intervennero a Baku e fu dichiarato lo stato di legge marziale.

Mikhail Gorbachov ha affermato che i radicali armati azeri hanno aperto il fuoco sulle truppe sovietiche, motivo per l’inizio degli scontri. Le truppe hanno attaccato i manifestanti radicali e sono iniziate gli scontri tra le truppe dell’Unione Sovietica e gruppi armati di radicali azerbaigiani. Le truppe sovietiche riuscirono a spezzare la resistenza dei manifestanti radicali in un solo giorno.

Come si vede dalla cronologia degli eventi, i pogrom armeni a Baku e gli eventi del “Gennaio nero” hanno una connessione, ma la connessione non è il modo in cui le autorità azerbaigiane cercano di mostrarla. I pogrom armeni furono una delle ragioni dell’intervento delle truppe sovietiche a Baku, ma i civili armeni non hanno alcun senso di colpa per il fatto che i gruppi radicali azerbaigiani, con il pieno appoggio delle loro autorità, decisero di organizzare pogrom e uccidere gli armeni nelle loro stesse case.

Ancora oggi, le autorità azere cercano di utilizzare ogni episodio della loro storia per la loro politica armenofobica. Dire che gli armeni sono i responsabili degli eventi del “gennaio nero” non è altro che un altro atto di populismo. L’Azerbaigian continua a demonizzare gli armeni e nasconde l’orrore di cui si sono macchiati i governanti azeri. O forse hanno solo la memoria corta…

In un’intervista con i media azeri, il presidente azerbaigiano ha espresso insoddisfazione per il fatto che la forza di pace russa stia creando ostacoli al deflusso degli armeni dal territorio dell’Artsakh e stia usando vari mezzi per mantenere gli armeni nell’Artsakh.
Si tratta di una dichiarazione gravissima che evidenzia, ancora una volta, la volontà azera di “ripulire” il territorio dagli armeni.
A questa ennesima grave affermazione ha risposto Gegham Stepanyan, difensore dei diritti umani (difensore civico) dell’Artsakh.

“Gli sforzi compiuti dalle forze di pace per ripristinare la vita pacifica nell’Artsakh causano insoddisfazione alle autorità azerbaigiane.
Questa non è altro che una confessione della politica azerbaigiana di pulizia etnica degli armeni nel territorio di Artsakh, deportando la popolazione armena e privandola della loro patria.
La politica di chiudere la questione appropriandosi dell’Artsakh cambiando i dati demografici a favore degli azeri non è nuova in Azerbaigian; ha guadagnato più slancio durante il governo del padre di Ilham Aliyev, Heydar Aliyev, in particolare negli anni ’70.

Nel 2002, in un’intervista con i media azerbaigiani, Heydar Aliyev dichiarò testualmente: “Allo stesso tempo, ho cercato di cambiare i dati demografici lì. Il Nagorno-Karabakh ha sollevato la questione dell’apertura di un’università lì. Qui [in Azerbaigian] tutti si opposero. Ho pensato e deciso di aprire. Ma a condizione che ci fossero tre settori: azero, russo e armeno. Ho aperto. Abbiamo inviato azeri dalle regioni adiacenti non a Baku lì [Oblast’ autonoma del Nagorno-Karabakh]. Abbiamo aperto una grande fabbrica di scarpe lì [Oblast’ Autonoma del Nagorno-Karabakh]. Non c’era forza lavoro nella stessa Stepanakert. Abbiamo inviato lì azeri dai luoghi circostanti la regione. Con queste e altre misure, ho cercato di avere più azeri nel Nagorno-Karabakh e di ridurre il numero di armeni”.

In questo modo, la politica sistematica delle autorità azere di interrompere con ogni mezzo la vita pacifica nell’Artsakh, di violare i diritti umani fondamentali, di creare un’atmosfera di paura e disperazione, mira a chiudere la questione dell’Artsakh. Questo è ciò a cui mirano i dati completamente falsi e manipolatori di Ilham Aliev sul numero di armeni che vivono ad Artsakh. In varie dichiarazioni e interviste, presenta deliberatamente dati che non hanno nulla a che fare con la popolazione reale di Artsakh. Che, tra l’altro, sono state più volte smentite dai dati forniti dalla parte russa.

Attiro l’attenzione dei rappresentanti dei circoli politici ufficiali di diversi Paesi, della comunità dei diritti umani, delle organizzazioni internazionali, esorto a non cedere alle manipolazioni azerbaigiane, a visitare l’Artsakh o ad utilizzare fonti oggettive per avere informazioni chiare e informazioni imparziali su Artsakh.”