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Intervento del ministro armeno Nalbandian alla Commissione Affari esteri dell’Unione europea. L’attuale situazione del processo di pace sul Nagorno Karabakh

Trentesimo anniversario della votazione del Consiglio regionale. Le parole del presidente dell’Armenia per celebrare la ricorrenza

Fonte: Notizie  geopolitiche, 16 febbraio 18,  di Giuliano Bifolchi

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STEPANAKERT. George Friedman, analista e fondatore della nota agenzia di Intelligence statunitense Stratfor e attuale direttore di Geopolitical Future, sosteneva nel 2008 in “The Methodology of Geopolitics: Love of One’s Own and the Importance of Place” che la nascita in un luogo ben preciso è un elemento fondamentale per ogni individuo perché questo permette a qualsiasi persona di identificare sé stessa molto di più rispetto all’appartenere a un determinato paese e possedere una determinata cittadinanza. Questa affermazione trova il suo massimo riscontro nella Repubblica di Artsakh, dove le persone esprimono un forte attaccamento alla loro terra di origine che permette di identificarli. È proprio questo connubbio uomo-terra natia che categorizza gli abitanti della Repubblica di Artsakh che hanno da sempre rivendicato la loro appartenenza alla loro madre patria anche quando non esisteva uno stato che potesse conferirgli il ruolo di “cittadini della Repubblica di Artsakh”. Partendo da questo concetto si può comprendere il perché coloro che abitano nella regione del Nagorno Karabakh hanno da sempre rivendicato le loro origini e per questo hanno combattuto e continuano a combattere per poter vivere in questo angolo di mondo in rispetto delle proprie tradizioni e cultura.
La Repubblica di Artsakh, situata nel Caucaso meridionale è de facto uno Stato sorto con la disgregazione dell’Unione Sovietica e a seguito del conflitto del 1992-1994 che ha visto contrapposti la maggioranza etnica armena del Nagorno Karabakh, sostenuta dalla Repubblica di Armenia, e la Repubblica dell’Azerbaigian. Tale conflitto fonda le sue radici nell’era sovietica fino a quando nel 1988, a seguito di una serie di atti di violenza da entrambe le parti, gli armeni della regione del Nagorno Karabakh o Artsakh manifestarono attraverso il voto la propria volontà di secessione dall’Azerbaigian e indipendenza dando vita alla Repubblica del Karabakh Montagnoso (Nagorno-Karabakh) – Artsakh. Gli eventi portarono poi al conflitto del 1992-1994 terminato con il cessate il fuoco seguito da un processo di pace che vede tuttora coinvolto il Gruppo di Minsk dell’OSCE presieduto da Francia, Stati Uniti e Federazione Russa, ma che fino ad ora ha prodotto pochi risultati tangibili a causa non solo delle diverse posizioni di armeni e azeri, ma anche dei giochi geopolitici che investono una regione di primaria importanza strategica come il Caucaso meridionale, luogo di passaggio di oleodotti, gasdotti e vie di comunicazione nord-sud e ovest-est.
Non riconosciuta a livello internazionale da nessuno stato, la Repubblica di Artsakh (nome adottato a seguito del referendum costituzionale del 2017) vive in una continua situazione di tensione condividendo con l’Azerbaigian una linea di contatto che vede contrapposti soldati armeni a quelli azeri in un “conflitto congelato” sempre pronto a riesplodere come accaduto lo scorso aprile 2016. L’Armenia rappresenta l’alleato dell’Artsakh per motivi di natura culturale e storica e funge da interlocutore nel processo di negoziazione per la pace avviato dopo il 1994 con l’Azerbaigian. Proprio visitando la linea del fronte che quotidianamente vede contrapposte le forze armene a quelle azere in una attività di continuo controllo è possibile capire l’importanza dell’Armenia: nella base militare vicino a Martakert sventolano in alto le bandiere armene e dell’Artsakh mentre i soldati che si apprestano a iniziare l’anno accademico di formazione che li poterà poi a difendere la propria madre patria per 2 anni cantano l’inno dell’Armenia.

Linea del fronte costituita da trincee che rimandano il pensiero ad un secolo fa quando in Europa si combatteva il primo conflitto mondiale e giovani di 18-19 anni vivevano rintanati lungo la linea di difesa attendendo l’attacco nemico o l’ordine di avanzare. È negli occhi dei ragazzi armeni che si legge la fierezza di combattere per la propria madre patria, ma anche la delusione per una adolescenza presto perduta: è in questa linea del fronte montuosa che i versi poetici di Giuseppe Ungaretti in “I soldati” scritti nel 1918, “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”, riscoprono ancora una volta la loro triste verità. Perché in questa parte di mondo a molti sconosciuta si continua a combattere e mensilmente si devono aggiornare i bollettini delle vittime da entrambe le parti.
È proprio questo che rende la visita nella Repubblica di Artsakh particolare e speciale: in questa regione si ritrovano sentimenti di amore per per la propria terra e odio o desiderio di rivincita nei confronti del nemico che in Europa sembrano apparentemente essere svaniti. Visita in Artsakh problematica per giornalisti, ricercatori e anche turisti per quel che riguarda la diplomazia perché l’Azerbaigian sin dal cessate il fuoco del 1994 ha sempre rivendicato la propria sovranità territoriale sulla regione del Nagorno Karabakh e su sette distretti limitrofi (circa il 20% del territorio azerbaigiano), considerati sotto occupazione armena. Quindi, effettuare una visita per qualsiasi scopo in Artsakh passando per l’Armenia viene inteso dal governo di Baku come una violazione della propria legge il cui risultato è quello di essere inserito in una “lista nera”, commentata da Masis Mailian, ministro degli Esteri dell’Artsakh, come “una violazione dei diritti umani il cui risultato è stato controproducente per l’Azerbaigian. Il fatto che giornalisti e turisti visitino il nostro paese e che il loro numero sia in aumento dimostra come la politica di Baku non sta riscuotendo i desideri sperati, anzi comprova maggiormente la mancanza di logicità. Nel 2017 – ha aggiunto Mailian – abbiamo avuto più di 100 giornalisti in visita nel nostro paese e un incremento del turismo pari a +52% rispetto all’anno precedente”.
Per quel che riguarda le relazioni internazionali e la diplomazia il ministro degli Esteri ha sottolineato il ruolo di interlocutore dell’Armenia che garantisce alla Repubblica di Artsakh la possibilità di vedere rappresentate le proprie richieste non solo nel Gruppo di Minsk dell’OSCE, visto che l’Azerbaigian non vuole interloquire con l’Artsakh “anche se noi siamo stati parte attiva e direttamente interessata dal conflitto e quindi dal successivo processo di negoziazione”, afferma il ministro degli esteri, ma anche in altre organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite e l’Unione Europea. “L’Artsakh è pronto a entrare nella NATO e nelle Nazioni Unite”, ha dichiarato Mailian guardando a questa eventualità come un ulteriore mezzo per il riconoscimento internazionale, primo obiettivo per il governo di Stepanakert. “Il nostro esercito è operativo e ha dimostrato il proprio valore nelle attività di individuazione di intrusioni nemiche e contrattacco. I nostri soldati possono cooperare in esercitazioni militari e missioni all’estero. Dal nostro punto di vista non esiste nessun impedimento legale e militare nella cooperazione della Repubblica dell’Artsakh con i paesi della NATO”.

Rispondendo alle accuse di Baku, che definisce il Nagorno Karabakh e sette distretti limitrofi come parte del proprio territorio sovrano occupato dall’Armenia, il ministro degli Esteri ha affermato che “gli azeri sono come i turchi i quali vogliono appropriarsi o conquistare parte della Siria e dell’Iraq. La speranza è che il governo di Baku possa rispettare gli accordi presi con l’Armenia e con i co-presidenti del Gruppo di Minsk, anche se più volte l’Azerbaigian ha dimostrato la volontà di disattendere tali accordi preferendo la via militare”.
È in questi giorni di febbraio, nello specifico il 13, che si svolge il 30mo anniversario dei movimenti di indipendenza del 1988 che diedero il via al processo che portò in seguito alla nascita della Repubblica del Nagorno Karabakh-Artsakh. Nelle manifestazioni di piazza organizzate a Stepanakert a cui hanno partecipato tutti i membri della leadership politica e militare della Repubblica di Artsakh si legge chiaramente come la pace sia un obiettivo lontano perché gli eventi che hanno preceduto il conflitto del 1992-1994 e i fallimentari anni di negoziazione hanno via via allontanato armeni e azeri, che in passato vivevano insieme sotto l’Unione Sovietica, lasciando lo spazio invece a sentimenti di nazionalismo, rivincita, odio e diffidenza per il nemico a cui si devono aggiungere gli interessi territoriali e geopolitici che coinvolgono direttamente azeri e armeni e indirettamente le potenze internazionali come Russia, Stati Uniti e regionali come Iran e Turchia.

Diffidenza più volte ribadita da tutte le persone incontrate in Artsakh e anche dall’Arcivescovo Pargev Martirosyan, Primate della Diocesi di Artsakh della Chiesa Apostolica Armena, il quale ha affermato che “diverse volte l’Azerbaigian ha attaccato la nostra terra dimostrando la volontà di non rispettare il processo di pace e gli accordi presi con il Gruppo di Minsk dell’OSCE”. “Noi non vogliamo la guerra, ma siamo pronti al conflitto qualora venissimo attaccati”, ha continuato Martirosyan aggiungendo che seppure “preghiamo per la pace non solo per noi stessi, ma per tutto il mondo, viviamo in una zona di conflitto dove il nostro popolo, le nostre famiglie e anche i nostri preti sono a diretto contatto con il pericolo. Se la guerra dovesse arrivare noi saremo pronti”. Questo essere pronti alla guerra è un messaggio che spesso è stato ribadito dall’arcivescovo il quale rischia di sostituire o modificare il messaggio di pace caratteristico del Cristianesimo: “il porgere l’altra guancia predicato da Gesù – sottolinea Martirosyan – riguarda soltanto familiari, amici e conoscenti ma non i nemici. Quando questi giungono nel tuo territorio per conquistarlo e minacciano la vita dei cittadini che vi abitano il tuo dovere è quello di affrontarli e neutralizzarli”. Parole che suonano come una dichiarazione di guerra e che fanno ancor più eco perché pronunciate da un uomo di fede le quali sono state attenuate però dalla costatazione finale che “non esiste una guerra eterna al mondo…presto o tardi questo conflitto finirà e il nostro popolo potrà vivere in pace”.

Occorre sottolineare come lo scontro tra armeni e azeri per l’Artsakh è di tipo territoriale e non religioso: lo stesso Martirosyan afferma che “gli abitanti dell’Artsakh non hanno nessun problema con i musulmani. Abbiamo diverse comunità armene della Diaspora in paesi arabi e buone relazioni con Iran, Kazakhstan, Turkmenistan, Tagikistan, Uzbekistan, e Kyrgyzstan. I nostri problemi riguardano soltanto i turchi a causa del Genocidio Armeno che continuano a non riconoscere e gli azeri. Chi parla di guerra di religione sono soltanto quelle organizzazioni il cui fine è quello di creare odio tra cristiani e musulmani e distogliere l’attenzione sul vero motivo del conflitto che contrappone i nostri cittadini, i quali lottano per la loro madre patria, e l’Azerbaigian”. Giuste affermazioni che però non trovano un reale riscontro nella demografia dell’Armenia e dell’Artsakh per quel che riguarda la composizione etnica e religiosa: in Armenia, secondo quanto si legge dal CIA World Factbook, il 98.1% della popolazione è composta da armeni seguita poi dagli yazidi (1.1%), da russi (0.4%) e da ulteriori minoranze tra cui greci, assiri, ucraini, curdi, georgiani, bielorussi, mentre per quel che concerne la religione il 92.6% degli armeni appartengono alla Chiesa Armena Apostolica, l’1% a quella Evangelica, il 2.4% ad altre credenze religiose come l’ebraismo. In Artsakh, invece, secondo l’ultimo censimento del 2015 il 99.7% della popolazione è armena mentre la popolazione azera è passata da 12.592 persone nel censimento del 1926 (10% della popolazione), a 40.688 nel 1989 subito dopo i movimenti del 13 febbraio 1988 e poco prima della disgregazione dell’Unione Sovietica (circa il 21.5% della popolazione) per poi registrare un drastico decremento contando nel censimento del 2005 soltanto 6 azeri. La religione predominante della Repubblcia di Artsakh è quella Armena Apostolica con la presenza di minoranze appartenenti alla Chiesa Evangelica e ad altre chiese ortodosse orientali.
Ashot Ghulyan, portavoce del Parlamento dell’Artsakh, ha ribadito l’importanza del 30° anniversario del movimento di indipendenza iniziato nel 1988 perché “all’epoca, quando tutto è iniziato, nessuno si sarebbe aspettato che il nostro popolo avrebbe potuto affrontare e superare i problemi legati all’indipendenza, al conflitto e le sfide future. Ciò che ereditiamo dal movimento dell’88 è l’importanza della libertà e l’opportunità di decidere per il nostro futuro come un paese indipendente oppure come parte dell’Armenia”. “Ho un’attitudine positiva ereditata dal 1988: – ha continuato Ghulyan – se guardo al futuro e penso a questi ultimi 30 anni posso soltanto prevedere che nei prossimi trentanni avremo la possibilità di festeggiare il 60° anniversario del movimento del Karabakh come paese indipendente oppure farlo da cittadini che vivono in una Armenia unita”. Armenia unita all’Artsakh, argomento attuale sia a Erevan che Stepanakert, a cui il portavoce del Parlamento del Nagorno Karabakh risponde dichiarando che “soltanto dopo che il nostro paese otterrà il riconoscimento internazionale, tale questione diverrà nazionale e gli armeni della Diaspora e quelli in Artsakh potranno decidere attraverso un referendum se il futuro del Nagorno Karabakh dovrà essere indipendente oppure con l’Armenia”.

Clima di positività verso il futuro del paese che contrasta però con le difficoltà del processo di sviluppo socio-economico dell’Artsakh come evidenziato spesso anche dall’Azerbaigian che vede nel ritorno del Nagorno Karabakh sotto la propria amministrazione come un’opportunità di crescita economica per la popolazione locale e nella fine delle ostilità con l’Armenia la possibiltià per il governo di Erevan di non essere più estromesso dalle dinamiche economiche regionali e dai benefici dati dal passaggio di gasdotti, oleodotti e vie di comunicazione dal Caspio all’Europa. Di opposte vedute invece Ghulyan che oltre ad evidenziare i risultati ottenuti negli ultimi 20 anni a seguito del conflitto, ha sottolineato come “il cessate il fuoco del 1994 ha permesso al nostro Governo di creare le condizioni minime di vita per il nostro popolo raggiunte nel 1998-2000. Dagli inizi del nuovo millennio abbiamo dato il via a diversi progetti economici grazie al grande contributo fornito dalla Diaspora armena che ha permesso di sviluppare il progetto sociale mirato a garantire l’erogazione dell’acqua a tutti i cittadini della Repubblica di Artsakh”.
Parlando della strategia di sviluppo economico il portavoce del Parlamento ha evidenziato tra i settori principali quello energetico che ha visto la costruzione di centrali idroelettriche con lo scopo di migliorare la fornitura energetica alla popolazione, quello dell’industria mineraria, l’agricoltura che fonda le proprie radici nella tradizione dell’Artsakh (il 90% dei prodotti agricoli sul mercato del Nagorno Karabakh è coltivato localmente) e che permette esportazioni all’Armenia, e il turismo, settore che offre ampi margini di miglioramento che necessita però maggiori investimenti.
Parlamento della Repubblcia di Artsakh che ha istituito gruppi di amicizia interparlamentari con Unione Europea, Lituania, Francia e Belgio e che “è pronto e volenteroso ad avere relazioni interparlamentari anche con l’Italia, paese che si è sempre contraddistinto per il suo ruolo nel processo di pace. Fino ad ora non abbiamo avuto contatti, ma imputo questo al tempo e non solo alla ‘politica del caviale’ i cui effetti negativi sono maggiori di quelli positivi per Baku, come constatato anche negli Stati Uniti, perché tale politica permette di sollevare l’interesse nei confronti dell’Artsakh”.
Il positivismo riscontrato nelle autorità e nelle persone dell’Artsakh contrasta però con il paesaggio che si vede viaggiando per il paese caratterizzato da piccoli villaggi o città che visivamente mancano di strutture moderne e avanzate. Fa eccezione a questa realtà il TUMO Center for Creative Technologies presente a Stepanakert (ma anche a Gyumri e Erevan), un centro dedicato agli adolescenti dai 12 ai 18 anni che eroga corsi di formazione gratuiti specializzati in animazione, sviluppo dei giochi, web development e digital media il cui fine è quello di offrire maggiori possibilità alle nuove generazioni dell’Artsakh. Una esperienza positiva sorta a Erevan e diffusa anche nella Repubblica di Artsakh grazie ai fondi erogati dalla Diaspora armena che dovrebbe essere esportata anche a Parigi e Mosca nel breve futuro i cui benefici vengono però attenuati o vanificati per quel che concerne la popolazione giovane maschile dall’obbligo di leva che vede i giovani dell’Artsakh spendere almeno due anni di servizio militare e rischiare la propria vita al fronte.
La Repubblica di Artsakh e la sua popolazione meritano di vivere nella pace il cui raggiungimento sembra oramai lontano: Svante Cornell in “Small Nation and Great Powers: A Study of Ethnopolitical Conflict in the Caucasus” nota giustamente come la soluzione finale al conflitto dipende dall’evoluzione delle posizioni delle parti interessate e dalle pressioni interne e internazionali sui negoziatori. Un possibile accordo che tenga conto del diritto di autodeterminazione degli armeni dell’Artsakh e della preservazione della integrità territoriale dell’Azerbaigian è fondamentale: seguendo questo concetto secondo Cornel è necessaria una negoziazione dell’autonomia del Nagorno-Karabakh ad esempio seguendo il modello di “stato associato” della Repubblica del Tatarstan nella Federazione Russa. Il ritorno dei rifugiati azeri e armeni è un altro elemento cruciale a cui devono seguire il controllo internazionale in una fase di transizione dei territori di Shushi, Lachin e Shaumianovsk/Agdere in modo da favorire sia la connessione tra Armenia e Artsakh che quella tra Azerbaigian e Nakhchivan. Il tutto deve essere unito a una speciale attenzione per la dimensione economica del conflitto che dovrebbe portare alla istituzione di una free-trade zone che incorpori Armenia, Artsakh, Georgia, Ossezia del Sud, Abkhazia formando quindi un’area di libero scambio caucasica meridionale che possa ridurre nel lungo termine l’importanza dei confini e della sovranità statale e le tensioni ponendo sull’ago della bilancia lo sviluppo economico e condizioni di vita migliori. Questa idea però si scontra con la realtà che vede entrambe le parti fisse sulle proprie posizioni: anche in Artsakh la popolazione locale “non vuole cedere il territorio conquistato durante il conflitto con l’Azerbaigian” e, secondo quanto espresso anche dai molti veterani di guerra che hanno sfilato nella manifestazione del 13 febbraio, “le possibilità di vivere nello stesso territorio tra armeni e azeri sembrano oramai impossibili. Possiamo commerciare con loro, avere contatti per quel che concerne la diplomazia, ma una coabitazione come nel periodo sovietico e quindi un ritorno dei rifugiati è quanto di più impensabile”.
Ma senza speranza di una pace e senza la volontà di negoziare, e quindi di cedere qualcosa in cambio di altro, il conflitto è sempre pronto a esplodere e le future generazioni verranno sacrificate in una guerra che oltre a logorare i cittadini sia armeni che azeri, provocando rifugiati da entrambe le parti, non fa altro che aumentare i sentimenti di odio e diffidenza.

 

 

Ancora una volta il presidente azero tenta di sabotare il processo di pace con dichiarazioni farneticanti…

In un’intervista a News.am l’ambasciatore italiano in Armenia, Giovanni Ricciulli, parla anche del ruolo dell’Italia per la risoluzione del conflitto in Nagorno Karabakh-Artsakh

(28 feb 18) 30° ANNIVERSARIO SUMGAIT – Cerimonie commemorative si sono svolte in numerose località dell’Artsakh per commemorare il 30° anniversario del pogrom anti armeno di Sumgait. Il presidente Sahakyan ha deposto una corona di fiori al memoriale di Stepanakert.

(24 feb 18) SAHAKYAN INCONTRA MINISTRO DIFESA ARMENIA – Il presidente della repubblica ha incontrato oggi a Stepanakert il ministro della Difesa dell’Armenia Vigen Sargsyan.

(22 feb 18) MONITORAGGIO OSCE LUNGO LINEA DI CONTATTO – Una missione di osservazione è stata compiuta oggi da funzionari Osce lungo la linea di contatto nel settore nord orientale all’altezza di Tavush. Tuttavia, a causa del terreno accidentato, non è stato possibile tenere sotto controllo visivo  i due lati, e quindi il monitoraggio è stato condotto attraverso lo scambio di informazioni in conformità con le direzioni di orientamento. Nessuna violazione è stata registrata.

(22 feb 18) AZERI COLPISCONO SOLDATO ARMENO – Grigor Yeghoyan, nato nel 1998, è stato mortalmente raggiunto da colpi azeri questa mattina alle ore 9,40 locali. Ne dà notizia il Comando difesa che non ha precisato la località della grave violazione del cessate-il-fuoco. Il presidente Sahakyan ha conferito la decorazione postuma “Per servizio, in battaglia” al giovane caduto.

(21 feb 18) PINTO (EUFOA) SOLLECITA INIZIATIVA UNIONE EUROPEA – Il direttore di EUFOA (EUropean Friend Of Armenia), Diogo Pinto ha dichiarato che è arrivato il momento che dopo trenta anni l’Unione Europea riporti la propria attenzione al Nagorno Karabakh denunciando il mancato contatto diretto con la popolazione e le autorità dello Stato. Al riguardo ha invitato il Rappresentante speciale della UE per il Caucaso meridionale a visitare Stepanakert.

(20 feb 18) GIORNATA DELLA RINASCITA DELL’ARTSAKH – In occasione della Giornata della rinascita dell’Artsakh e del trentesimo anniversario della votazione del Consiglio supremo del Nagorno Karabakh che votò per la riunificazione con l’Armenia, si è tenuto nel palazzo del governo un ricevimento ufficiale al quale hanno partecipato le più alte cariche civili, religiose e militari dello Stato.

(19 feb 18) UE: IMPOSSIBILE PACE SENZA UN COMPROMESSO – Il Rappresentante speciale dell’Unione europea per il Sud Caucaso e la crisi in Georgia, Toivo Klaar, ha dichiarato all’agenzia azera Trend che l’Unione vuole la pace e la prosperità della regione ma che senza un compromesso fra le parti tale risultato non potrà essere raggiunto. Klaar ha invitato le parti a sostenere lo sforzo del Gruppo di Minsk e ha annunciato che è sua intenzione «visitare le aree interessate dal conflitto del Nagorno Karabakh»  il più rapidamente possibile. In questi giorni sedici deputati europei hanno rivolto un’interrogazione scritta alla Commissaria Mogherini chiedendo per quale motivo nessuna delegazione ufficiale dell’Unione europea abbia finora mai visitato l’Artsakh.

(16 feb 18) AZERI DISPONIBILI A SCAMBIO PRIGIONIERI – Ismail Akhundov, capo della Commissione azera sui prigionieri di guerra, ha avanzato la possibilità di uno scambio di prigionieri fra le parti. Al momento in Azerbaigian sono detenuti un cittadino dell’Armenia e uno dell’Artsakh, mentre tre sono gli azeri in carcere a Stepanakert; due di loro (Shahbaz Guliyev e Dilgam Asgarov) sono stati processati e condannati per essere entrati nel territorio armeno dell’Artsakh e aver ucciso alcuni civili e militari.

(15 feb 18) PRODUZIONE INDUSTRIALE, +54,8% – La produzione industriale in Artsakh ha fatto registrare nel 2017 una crescita del 54,8% rispetto all’anno precedente. Lo comunica il Servizio statistico nazionale. La regione più industrializzata del Paese rimane quella di Martakert che da sola cuba circa la metà della produzione nazionale.

(14 feb 18) AL VIA IL CONGRESSO DEI COMBATTENTI DELLA LIBERTA’ – Ha preso il via a Stepanakert il settimo congresso dell’Unione dei combattenti della libertà dell’Artsakh. Ai lavori è intervenuto anche il presidente della repubblica Sahakyan il quale ha sottolineato lo status e il ruolo dell’Unione nella storia della Repubblica di Artsakh, osservando come l’organizzazione abbia svolto un’importante missione di educazione patriottica delle giovani generazioni,prendendo parte attiva alla vita sociale del repubblica che assiste al processo di risoluzione delle questioni sociali e domestiche delle famiglie di militari feriti.  «Durante tutti questi anni l’Unione dei combattenti della libertà è stata attivamente coinvolta nel processo di protezione delle popolazioni native. In caso di minaccia per il paese, i combattenti per la libertà vanno immediatamente in prima linea, stanno accanto ai soldati senza prestare attenzione alla loro età, a volte ignorando anche problemi di salute» ha sottolineato il presidente Sahakyan nel suo discorso, aggiungendo che lo stato non risparmierà sforzo per sostenere e fornire assistenza all’Unione.

(13 feb 18) IMPONENTE MANIFESTAZIONE PER MOVIMENTO KARABAKH – Migliaia di persone hanno partecipato a una manifestazione in ricordo del trentesimo anniversario della nascita del “Movimento Karabakh” che diede vita alla lotta di autodeterminazione dell’Artsakh. Un corteo, formato in gran parte da studenti, è partito dall’università e si è diretto a piazza della Rinascita dove ha avuto luogo la cerimonia ufficiale presenti le massime autorità civili e religiose della repubblica di Artsakh. Nel suo discorso il presidente della repubblica, Bako Sahakyan, ha sottolineato tra l’altro  che «l’avversario deve sempre sapere che il linguaggio della forza è destinato al fallimento».

(12 feb 18) VISITA DI REPORTER STRANIERI IN ARTSAKH – Un gruppo di giornalisti e blogger stranieri provenienti da diversi Paesi (Lituania, Ungheria, Russia, Algeria, Italia e Francia) è in visita nella repubblica di Artsakh dove tra  l’altro ha incontrato il ministro degli Affari Esteri (Mailyan) e il Presidente dell’Assemblea nazionale (Ghulyan). I reporter, che oggi hanno visitato unità militari lungo la linea di contatto nel settore nord orientale, assisteranno altresì alle manifestazioni per il 30° anniversario del Movimento Karabakh.

(11 feb 18) GM VISITA REGIONI DELL’ARTSAKH – I co-presidenti del Grupo di Minsk hanno completato oggi la loro visita in Artsakh dove hanno visitato i distretti di Zangelan (Kovsakan), Qubadly (Sanasar), Agdam (Akna), Lachin (Berdzor) e Kelbajar (Karvachar). Si tratta di aree, fuori dai confini della vecchia oblast sovietica del Nagorno Karabakh che l’Azerbaigian reclama.

(10 feb 18) GRUPPO DI MINSK IN ARTSAKH – La delegazione del Gruppo di Minsk, guidata dai co-presidenti, è da ieri in Artsakh per una serie di incontri con le autorità locali. Riunioni sono state tenute con il presidente della repubblica Sahakyan che ha sottolineato la necessità di ripristinare il formato negoziale a pieno titolo e la partecipazione dell’Artsakh in tutte le fasi del processo di pace, e con il ministro della Difesa Mnatsakanyan che ha informato gli ambasciatori circa la situazione lungo la linea di contatto.

(9 feb 18) MOGHERINI: NK SFIDA MOLTO SERIA – Il Capo diplomatico dell’Unione europea, Federica Mogherini, a margine della riunione del Consiglio UE-Azerbaigian, ha dichiarato che il conflitto del Nagorno Karabakh rimane una sfida molto seria. «Abbiamo anche discusso del conflitto nel Nagorno Karabakh, che rimane una sfida molto seria. La ripresa del dialogo ad alto livello a Vienna, San Pietroburgo e Ginevra è uno sviluppo importante. Vorremmo che le parti diano seguito al loro accordo per intensificare i negoziati e ridurre le tensioni sulla linea di contatto» ha dichiarato Mogherini sottolineando come l’attuale status sia inaccettabile.

(8 feb 18) SOLDATO ARMENO COLPITO A MORTE – Il giovane Hayk Kalantaryan (1998) è stato mortalmente colpito da un cecchino azero questo pomeriggio, intorno alle ore 14,30 locali, mentre si trovava in una postazione difensiva dell’Esercito del Karabakh. Le autorità non hanno precisato il luogo della ennesima grave violazione del cessate-il-fuoco. Il presidente della repubblica ha conferito un’onorificenza postuma al giovane soldato caduto.

(6 feb 18) MONITORAGGIO OSCE – Una missione di osservazione è stata condotta oggi lungo la linea di contatto all’altezza dell’insediamento di Seysulan, regione di Martakert. Durante il monitoraggio non sono state rilevate violazioni del cessate-il-fuoco.

(5 feb 18) ORGANIZZAZIONI SOCIALI – Il Servizio di statistica nazionale ha comunicato che alla data del primo febbraio 2018 erano operanti nella repubblica 242 organizzazioni sociali attive in vari settori.

(3 feb 18) SAHAKIAN RICEVE MINISTRO ARMENIA – Il presidente della repubblica Bako Sahakyan ha oggi ricevuto a Stepanakert il ministro della cultura della repubblica di Armenia, Armen Amiryan.

(1 feb 18) VICINO UN ACCORDO PER OSSERVATORI OSCE – In una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri Alfano (presidente di turno dell’Osce), il ministro degli Affari esteri della federazione Russa, Lavrov, ha dichiarato che Armenia e Azerbaigian sono vicine a un accordo che permetta di incrementare il numero di osservatori Osce lungo la linea di contatto con la repubblica del Nagorno Karabakh-Artsakh. L’incremento dell’attività di vigilanza lungo il confine era stato proposto sin dal vertice di Vienna che aveva seguito l’aggressione azera di aprile 2016. Ora, superate le ultime diffidenze di Baku, sembra che l’Organizzazione potrà avere più poteri di controllo e di conseguenza di dissuasione delle violazioni.

(1 feb 18) SAHAKYAN RICEVE RETTORE UNIVERSITA’ AGRARIA – Il presidente della repubblica, Bako Sahakyan, ha ricevuto oggi a Stepanakert il Rettore dell’Università agraria dell’Armenia. Nel corso del colloquio è stato sviluppato il tema della collaborazione fra i due Stati e le due università.

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Nel suo intervento all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE), il presidente dell’Armenia risponde fermamente (ma anche ironicamente…)  alle provocazioni del delegato azero

(29 gen 18) NALBANDIAN IN CONFERENZA STAMPA – Il ministro degli Esteri dell’Armenia, Nalbandian, nel corso di una conferenza stampa ha auspicato che Baku sia disponibile ad accettare maggiori poteri per il team dell’amb. Kasprzyk, Rappresentante personale del Presidente dell’Osce in carica. In particolare dovrebbe essere implementata l’attività di sorveglianza per ridurre il rischio di violazioni. Nalbandian ha altresì informato che nel mese di febbraio i mediatori del Gruppo di Minsk visiteranno la regione.

(27 gen 18) INCIDENTE, MUORE GIOVANE SOLDATO – Hovsep Grigoryan, venti anni, è morto per un tragico incidente causato da un colpo di arma da fuoco partito accidentalmente mentre era in servizio in una postazione dell’Esercito di difesa. E’ stata aperta un’inchiesta da parte delle autorità militari.  Il drammatico episodio è accaduto nel pomeriggio odierno. Il giovane sarebbe stato raggiunto alla testa da un colpo partito accidentalmente dall’arma di un commilitone.

(25 gen 18) TENTATIVO AZERO DI INFILTRAZIONE –  Nella notte l’Esercito di difesa ha respinto un tentativo azero di penetrazione nel territorio dell’Artsakh. L’azione è avvenuto intorno alle 2 della mattina nel settore sud orientale della linea di contatto all’altezza dell’insediamento di Kuropatkino (in più occasione punto di osservazione dell’Osce). Secondo fonti del ministero della Difesa gli aggressori avrebbero subito perdite.

(25 gen 18) MONITORAGGIO OSCE – Delegazioni Osce hanno portato a termine nella mattina odierna un monitoraggio lungo la linea di contatto all’altezza di Talish. L’osservazione non ha registrato incidenti. La fitta nebbia presente in zona non ha tuttavia permesso il contatto visivo fra i due contrapposti punti di osservazione.

(25 gen 18) POSITIVI COMMENTI ALL’INTERVENTO DI SARGSYAN – L’intervento del presidente dell’Armenia, Sargsyan, all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha avuto eco favorevole negli ambienti politici e diplomatici europei ed ha rimarcato l’europeismo degli armeni in confronto alla politica azera.

(24 gen 18) AMBASCIATORE KASPRZYK A STEPANAKERT – L’ambasciatore Andrzej Kasprzyk, Rappresentante personale del Presidente dell’Osce in carica, è a Stepanakert dove ha incontrato oggi il ministro degli Affari Esteri Masis Mayilyan il quale tra l’altro ha apprezzato gli sforzi di estendere i poteri di Kasprzyk così come convenuto nel recente vertice di Cracovia tra il ministro degli esteri dell’Armenia e quello dell’Azerbaigian.

(24 gen 18) SARGSYAN ALL’ASSEMBLEA PARLAMENTARE DEL CONSIGLIO D’EUROPA – Il presidente dell’Armenia, Serzh Sargsyan, è intervenuto all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE) con un fermo discorso nel corso del quale ha denunciato la politica azera armenofoba e violenta. Sargsyan ha altresì ricordato come l’Artsakh stia costruendo uno Stato democratico e rispettoso dei diritti umani.

(24 gen 18) CONFERENZA STAMPA DEL MINISTRO DELLA DIFESA – Il Ministro della difesa e comandante dell’esercito di Difesa del Karabakh, Levon Mnatsakanyan, ha tenuto la consueta conferenza di inizio anno presentando i risultati del 2017. Tra l’altro ha affermato che nessuna azione azera è passata inosservata e che la potenzialità delle forze armene è decisamente aumentata rispetto all’aprile 2016. Ha altresì ricordato come buona parte della linea di contatto sia ora dotata di moderni sistemi di sorveglianza anche ad infrarossi che riducono il rischio di incursioni nemiche.

(23 gen 18) CONSIGLIO DELLA DIFESA – A Stepanakert si è tenuto oggi il Consiglio militare dell’Esercito di Difesa sotto la direzione del presidente di Bako Sahakyan. Sono stati analizzati i risultati del 2017 e i programmi per il 2018.

(22 gen 18) UN ITALIANO PRESIDENTE DELLA P.A.C.E. – L’italiano Michele Nicoletti è stato eletto oggi presidente dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE). Sostituisce la cipriota Stella Kyriakides che ha guidato la precedente sessione.

(18 gen 18) INCONTRO A CRACOVIA MINISTRI ESTERI – I ministri degli Esteri di Armenia (Nalbandian) e Azerbaigian (Mammadyarov) si sono incontrati oggi a Cracovia (Polonia) su iniziativa del Gruppo di Minsk dell’Osce. L’incontro dei ministri  è iniziato alla presenza dei co-presidenti del GM e del rappresentante personale del Presidente in carica dell’OSCE, quindi è proseguito con un colloquio privato. Le parti hanno proseguito le discussioni dello scorso dicembre sulle modalità di attuazione degli accordi dei leader dell’Armenia e dell’Azerbaigian, raggiunte ai vertici di Vienna, San Pietroburgo e Ginevra. Il ministro Nalbandian ha invitato la parte azerbaigiana a rispettare gli appelli dei co-presidenti per ottemperare rigorosamente al cessate il fuoco, per attuare gli accordi precedentemente raggiunti, per ribadire l’adesione ai principi della risoluzione del conflitto proposta dai co-presidenti. Conformemente all’accordo raggiunto al vertice di Ginevra, i ministri degli Esteri di Armenia e Azerbaigian hanno discusso insieme ai co-presidenti delle possibilità di attuare ulteriori misure per la riduzione delle tensioni nella zona di conflitto e l’intensificazione del processo negoziale. Le parti hanno concordato in linea di principio di attuare la decisione sull’ampliamento delle capacità dell’ufficio del rappresentante personale del Presidente in esercizio dell’OSCE. È stato deciso che i co-presidenti visiteranno la regione nella prima metà di febbraio.

(16 gen 18) MONITORAGGIO OSCE AD AKNA – Delegazioni Osce hanno portato a termine nella mattina odierna un monitoraggio lungo la linea di contatto all’altezza della sezione stradale Akna (Agdam) – Hindarkh. L’osservazione non ha registrato incidenti.

(16 gen 18) MUORE SOLDATO IN POSTAZIONE DIFENSIVA – Un soldato diciannovenne, Harutyun Khachatryan, è stato mortalmente colpito questa notte da un colpo di arma da fuoco mentre si trovava in una postazione difensiva. NOn sono chiare le circostanze del tragico fatto e il ministero della Difesa ha avviato un’indagine al riguardo.

(12 gen 18) PROLUNGATO MANDATO DI KASPRZYK – Il mandato dell’amb. Andrzej Kasprzyk, rappresentante personale del presidente dell’Osce in carica, è stato prolungato di un ulteriore anno. Si tratta del 22° incarico del diplomatico polacco.

(11 gen 18) L’ITALIA SOSTIENE IL GRUPPO DI MINSK – L’Italia, dal primo gennaio presidente dell’Osce in carica, sostiene gli sforzi del Gruppo di Minsk per la composizione pacifica del conflitto. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano, ricordando anche le priorità della situazione in Ucraina, Georgia e Transnistria.

(9 gen 18) DUE FERITI GRAVI PER SCOPPIO MINA – Lo scoppio di una mina ha causato gravi ferite a due soldati dell’esercito di Difesa provocando a ciascuno di loro l’amputazione di una gamba. Non sono stati forniti dettagli sulla dinamica e il luogo dell’evento. Uno dei due feriti è stato avio trasportato all’ospedale militare di Yerevan in Armenia.

(8 gen 18) DECORAZIONE POSTUMA PER IL GIOVANE CADUTO – Il presidente della repubblica Bako Sahakyan ha conferito l’onorificenza postuma “Per servizio, in battaglia” al giovane Vache Chilingaryan caduto ieri per mano di un cecchino azero.

(7 gen 18) UCCISO SOLDATO ARMENO DA CECCHINO AZERO, ALTRI DUE FERITI – Il sergente diciannovenne Vache Chilingaryan è stato mortalmente colpito da un cecchino azero intorno alle 1 e 20 della notte. In soccorso del compagno sono intervenuti altri due commilitoni, il tenente Y. Musinyan e il soldato D. Vanyan, a loro volta fatti oggetto di colpi dalla linea nemica e rimasti feriti leggermente.

(6 gen 18) SITUAZIONE RELATIVAMENTE CALMA -Nonostante le circa 200 violazioni azere del cessate il fuoco (circa 2000 colpi sparati) dall’inizio dell’anno, la situazione rimane relativamente calma lungo la linea di contatto. Ne dà notizia il ministero della Difesa.

(6 gen 18) INCIDENTE, MUORE SOLDATO – Un soldato dell’Esercito di difesa del Karabakh, Mher Ziroyan, 25 anni, è morto quest’oggi per probabile avvelenamento da monossido di carbonio. Non è stata fornita indicazione di dove il tragico incidente sia avvenuto.

(2 gen 18) ALL’ITALIA LA PRESIDENZA OSCE – A partire dal primo gennaio l’Italia ha assunto la guida dell’Osce. Le prime dichiarazioni governative circa gli obiettivi da conseguire nel corso del mandato riguardano la crisi dei migranti, il rafforzamento della cooperazione fra Stati e la risoluzione dei conflitti “congelati” fra i quali quello del Nagorno Karabakh. Al riguardo si sottolinea la volontà di supportare con tutti gli strumenti a disposizione il lavoro del Gruppo di Minsk.

(1 gen 18) MESSAGGIO DI FINE ANNO DEL PRESIDENTE SAHAKYAN – «Cari compatrioti, è giunto il momento di dire addio all’anno 2017 e dare il benvenuto al nuovo anno del 2018. L’anno in scadenza è stato ricco di eventi, ricco di diversi sviluppi e risultati. La nuova Costituzione della Repubblica di Artsakh è stata adottata dal referendum nazionale nel 2017. Sono state intraprese nel Paese le riforme volte a rendere più efficiente la governance, rafforzare ulteriormente le istituzioni democratiche e la protezione dei diritti umani e delle libertà.
Nuove istituzioni educative, centri medici, condomini, varie infrastrutture sono state costruite nel nostro Paese. L’autostrada Vardenis-Martakert, strategicamente importante, una delle principali arterie che collegano Artsakh con la Madre Armenia e il mondo esterno, è stata messa in funzione dopo la solenne cerimonia di apertura. Abbiamo registrato risultati anche in numerosi altri campi. Tuttavia, resta ancora molto lavoro da fare.
Nel prossimo anno prevediamo l’attuazione di diversi progetti in quasi tutti i settori dell’economia volti a migliorare il benessere delle nostre persone e a migliorare le loro condizioni sociali su base continuativa.
Certo, continueremo a tenere sotto i riflettori la difesa e la costruzione dell’esercito. Un esercito potente e capace è la più importante garanzia della sicurezza e dello sviluppo naturale della nostra repubblica e delle persone. Nessuno sforzo sarà inoltre risparmiato al fine di mantenere al più alto livello la capacità di combattimento delle forze armate, per rifornire l’esercito con hardware militare avanzato.
Nel 2018 celebreremo il trentesimo anniversario del Movimento Artsakh, i centenari della prima formazione della Repubblica armena e le battaglie eroiche del maggio 1918. Non siamo solo obbligati a segnare quei giorni e mantenere il ricordo di tutti gli eroi, ma anche seguire i precetti dei nostri devoti, rafforzare e sviluppare il nostro Paese indipendente e libero per il quale i figli più impegnati della nazione armena hanno sacrificato il loro vite.
Eterna gloria e onore a tutti i martiri! Cari amici, in questo momento tutti noi abbiamo desideri caldi e cari. Come è naturale, in primo luogo, desideriamo pace, salute e felicità per i nostri figli, famiglie e amici, sicurezza e benessere per i più anziani.
Vorrei estendere le mie congratulazioni a tutti i coraggiosi figli, dai generali ai soldati semplici, ​​che stanno salvaguardando i confini del paese. Possano essi adempiere con coraggio e sicurezza ai loro obblighi di difesa della Patria! Mi congratulo con l’intera Nazione armena, con tutti i nostri compatrioti di Artsakh,  della Madre Armenia e della Diaspora. Auguro a tutti una buona salute, il successo e tutto il meglio. Che il prossimo 2018 sia un anno di nuovi successi e vittorie per il nostro Paese, il nostro popolo, ogni singola famiglia e cittadino di Artsakh!
Felice anno nuovo e buon Natale!»  (Stepanakert, 31 dicembre 2017)

(1 GEN 18) BUON ANNO ARTSAKH!Dalla redazione di karabakh.it i migliori auguri di buon anno alla repubblica del Nagorno Karabakh- Artsakh e a tutti i nostri lettori

 

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Un augurio di cuore alla repubblica armena del Nagorno Karabakh-Artsakh e a tutti coloro che la sostengono. Con un veloce sguardo all’anno appena passato…

In nove punti il ministro degli esteri dell’Armenia spiega l’attuale situazione di stallo nel negoziato e accusa l’Azerbaigian di minare gli sforzi dei mediatori