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Le dichiarazioni del presidente dell’Azerbaigian, Aliyev, rilasciate ieri nel corso di un forum a Baku fanno quasi sorridere se non fosse che di mezzo ci sono i diritti dei popoli e in particolare di quello del Nagorno Karabakh (Artsakh).

Il dittatore (che l’Europa tanto ama) ancora una volta si è dichiarato disponibile a fare la pace. Ma a modo suo…

Ha liquidato il Gruppo di Minsk che per quasi trenta anni ha cercato di tessere le fila del dialogo diplomatico ritenendolo ormai superato dalla sua azione bellica del 2020. Inoltre (e in questo ha ragione) il Gruppo dei co-presidenti non si riunisce più dall’inizio della guerra in Ucraina.

La pace secondo Aliyev non può prescindere dall’apertura del corridoio di Zangazur (il Syunik armeno): se non può acquisire il territorio dello Stato sovrano dell’Armenia, il dittatore azero vuole quanto meno il libero transito di uomini e merci senza controllo alcuno.

La pace secondo Aliyev considera ovviamente archiviato il problema del Nagorno Karabakh (Artsakh) con la guerra del 2020: nessun diritto per la popolazione armena di Stepanakert e dintorni se non quello di finire sotto il giogo di una dittatura armenofoba e razzista.

La pace secondo Aliyev vuol dire occupare porzioni di territorio dell’Armenia e poi riparlarne con una bella Commissione ad hoc.

La pace secondo Aliyev “è tutta colpa dell’Armenia che non la vuole”…

La pace secondo Aliyev sono le cinque proposte che gli armeni devono accettare altrimenti non se ne fa niente.

L’ennesimo sproloquio di Aliyev ieri a Baku è ancora una volta della arroganza e saccenza di questo dittatore fin troppo assecondato dal mondo civile

In risposta al discorso del presidente azero Ilham Aliyev al 9° Forum mondiale di Baku, il ministro di Stato della Repubblica del Nagorno Karabakh Artak Beglaryan dichiarato:

 “Sì, il Nagorno Karabakh non esiste, perché esiste la Repubblica del Nagorno Karabakh (Artsakh), ed è materia di diritto internazionale, anche se non formalmente riconosciuta a livello internazionale. Il conflitto azerbaigiano-Karabakh non è stato e non sarà risolto fino a quando l’Azerbaigian non terrà conto del diritto inalienabile della popolazione indigena dell’Artsakh all’autodeterminazione. La questione del riconoscimento internazionale (da cui lo status) della Repubblica dell’Artsakh sarà risolta prima o poi, e l’Artsakh non farà mai parte dell’Azerbaigian.

Sarebbe meglio se Aliyev pensasse di più a eseguire fedelmente i poteri conferitigli dalla Costituzione dell’Azerbaigian, garantendo i diritti dei propri cittadini (tra cui Lezgins, Talysh, Avari, Tatari e altre minoranze) invece di “preoccuparsi” dei diritti degli armeni. Aliyev si ricorda improvvisamente cosa è successo a più di 500.000 armeni nell’Azerbaigian sovietico, o c’è anche un armeno nei territori occupati dall’Azerbaigian dell’Artsakh? Ci sono una serie di altre domande e risposte rivolte a Ilham Aliyev, ma ve le lascio immaginare“, ha detto.

(30 giu 22) BERDZOR ADDIO – Stepanakert ha dato il suo consenso alla rotta alternativa che collega l’Armenia ad Artsakh. Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan lo ha dichiarato all’Assemblea nazionale dell’Artsakh e ha notato che c’erano diverse opzioni, ma questa è stata scelta. Riferendosi alle preoccupazioni che in caso di avvio di quella rotta, la città di Berdzor (Lachin) e il villaggio di Aghavno, dove vivono centinaia di armeni, passeranno sotto l’Azerbaigian, ha affermato Harutyunyan. “I negoziati sono in corso ora, vedremo quali opportunità ci sono. Per quanto ne so, i residenti della città di Berdzor e di Sus hanno ricevuto il loro compenso nell’ambito dei nostri programmi sociali. Indipendentemente da tutto, dobbiamo aggirare Berdzor e Ritengo che la possibilità per i nostri compatrioti di vivere nell’insediamento di Berdzor in futuro sia molto piccola. Per quanto riguarda Aghavno, continueremo i nostri negoziati, la nostra lotta“. Arayik Harutyunyan ha notato che avevano avuto diverse proposte relative a quella rotta, sia dall’Azerbaigian che dalla Russia.

(30 giu 22) ASSISTENZA SANITARIA – Il Capo dello Stato nel corso del dibattito all’Assemblea nazionale ha sottolineato che il Governo prosegue la politica volta a creare un sistema sanitario di qualità, accessibile, efficiente, trasparente. Il finanziamento statale per l’assistenza sanitaria nel 2021 è stato di oltre 12,5 miliardi di dram (circa 30 milioni di euro), circa il 60% in più rispetto al 2020 (7,8 miliardi di dram, 18 mil di euro). Durante il periodo di riferimento, è stata fornita assistenza finanziaria per un importo di 91,5 milioni di dram a 183 cittadini feriti durante la guerra dell’Artsakh del 2020 e hanno ricevuto servizi sanitari in regime ambulatoriale. È proseguito anche il programma di promozione della salute e della fertilità delle donne.

(30 giu 22) ASSEMBLEA NAZIONALE – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha presentato un rapporto annuale durante la seduta dell’Assemblea nazionale, riportando i risultati dell’attuazione del programma 2021, nonché il piano d’azione per il 2022. Il Capo dello Stato ha riassunto il lavoro svolto nei vari ambiti della vita della repubblica, ha delineato le priorità e i piani di sicurezza, politica estera e interna, socio-economica. Nel suo discorso il Presidente ha osservato che il 2021 è stato un anno di eliminazione delle conseguenze della guerra e di ripristino del normale corso di vita per il Paese e il governo Artsakh ha continuato la sua politica incentrata sulle persone, concentrandosi principalmente sulla mitigazione degli effetti delle ostilità, risolvendo i problemi della popolazione problemi vitali e fornendo supporto socio-psicologico. Toccando i piani per il 2022, Arayik Harutyunyan ha sottolineato che il governo dell’Artsakh sta continuando il lavoro volto a garantire la sicurezza e lo sviluppo socioeconomico dell’Artsakh, attribuendo particolare importanza all’uso degli sforzi e del potenziale di tutti in Artsakh, madre Armenia e la diaspora.

(29 giu 22) INTERRUZIONE GAS – Dal 29 al 5 luglio è interrotta la fornitura di gas in Artsakh attraverso la condotta che proviene dall’Armenia e attraversa territori occupati dal nemico. Lo ha annunciato la società “Artsakh gas” adducendo ufficialmente motivi tecnici. Non dovrebbero comunque ripetersi i disagi dello scorso inverno causati dal criminale blocco azero.

(29 giu 22) CORRIDOIO STRADALE NEL SYUNIK – Secondo quanto riferisce l’Izvestia, la Russia ha aiutato Armenia e Azerbaigian a raggiungere un accordo su una strada nel “corridoio Zangezur”. Resta da concordare un piccolo tratto di strada di 6 km. Secondo questa fonte, l’Avtodor, la compagnia statale russa per le infrastrutture e i servizi autostradali, aiuterà a completare il coordinamento di questo percorso e il ritardo è dovuto al terreno montuoso. Le strade dell’era sovietica saranno utilizzate per i restanti 40 chilometri di questo percorso. Yerevan avrebbe accelerato l’approvazione del progetto dopo che Baku aveva pianificato di non costruire una rotta attraverso l’Armenia, ma attraverso l’Iran.

(29 giu 22) GIORNATA DEI MARTIRI – In occasione della Giornata della memoria dei martiri e dei combattenti per la libertà scomparsi per la patria, mercoledì il presidente dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) Arayik Harutyunyan ha visitato, e accompagnato da alti funzionari statali e militari, il memoriale di Stepanakert, ha reso omaggio e ha partecipato al servizio funebre dedicato a questo giornata.

(29 giu 22) ALTRI CASI DI TRADIMENTO – Il Servizio di sicurezza nazionale (NSS) dell’Artsakh ha denunciato cinque nuovi casi di alto tradimento. L’NSS ha rilasciato un rispettivo video in cui si dice che diverse persone in servizio nell’esercito di difesa dell’Artsakh erano impegnate in una rete di spionaggio e l’ulteriore reclutamento di diversi cittadini dell’Artsakh è stato impedito. Nell’ambito del procedimento penale avviato dall’Artsakh NSS in relazione a questo incidente, è stato scoperto che diversi militari dell’Artsakh di un’unità militare avevano stabilito un contatto, tramite i social media, con un account utilizzato da un ufficiale del servizio speciale straniero e registrato con i dati di un armeno. Dopo un po ‘di tempo di comunicazione, gli furono dati da loro – e su sue istruzioni – segreti di Stato e militari dell’Artsakh. In cambio, uno di loro ha ricevuto $ 200 tramite bonifico bancario, mentre il resto non ha ricevuto il denaro promesso. Tre cittadini dell’Artsakh sono stati accusati di alto tradimento.

(29 giu 22) FUOCO AMICO – Secondo un canale Telegram iraniano, nel corso della guerra in Artsakh 53 soldati azerI sarebbero stati uccisi per errore da attacchi di droni turchi Bayraktar TB2.

(29 giu 22) DISPERSI IN GUERRA – Il presidente della Commissione dell’Artsakh sui prigionieri, gli ostaggi e le persone scomparse, il ministro degli Affari interni Karen Sargsyan, ha incontrato mercoledì i parenti dei militari che sono ancora considerati dispersi, ha informato il Servizio statale per le situazioni di emergenza dell’Artsakh. Dal 13 novembre 2020 alla prima metà del 2022, la ricerca ha trovato 1.711 corpi e resti armeni. Ad oggi, 53 armeni sono considerati dispersi, 33 di loro sono militari e 20 civili. Sargsyan ha osservato che sono in corso negoziati con la parte russa e quella azerbaigiana per riprendere la ricerca dei resti del resto dei militari armeni caduti.

(29 giu 22) GRUPPO DI MINSK – Andrew Shoffer ha terminato il suo mandato di co-presidente USA del Gruppo di minsk ed è stato sotituito da Laura Hochla che il 21 giugno si è recata a Bruxelles per incontrare i suoi omologhi dell’UE e francesi sull’instaurazione di una pace duratura e sostenibile per l’Armenia e l’Azerbaigian, e il 27 giugno ha parlato al telefono con il copresidente francese del gruppo di Minsk e il Rappresentante personale del Presidente in esercizio dell’OSCE. Laura Hochla è direttrice dell’Ufficio per gli affari caucasici e i conflitti regionali del Dipartimento di Stato dal 2022. In precedenza è stata direttrice degli affari europei per il Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca. È diplomata di carriera e in precedenza ha ricoperto il ruolo di Vice Consigliere Economico presso l’Ambasciata degli Stati Uniti a Madrid (2017-2020), Head of Domestic Policy presso l’Ambasciata degli Stati Uniti a Tbilisi (2014-2017).

(27 giu 22) PRIGIONIERI DI GUERRA – Rappresentanti dell’ufficio del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) a Baku hanno visitato i prigionieri armeni detenuti in Azerbaigian. I rappresentanti del CICR li hanno aiutati a contattare le loro famiglie tramite lettere, telefonate e videomessaggi durante la loro visita regolare a giugno, ha detto al portale Lurer Zara Amatuni, responsabile dei programmi di comunicazione del Comitato Internazionale della Croce Rossa in Armenia.

(27 giu 22) CONCLUSA VISITA BABAYAN IN RUSSIA – Il ministro degli Affari esteri dell’Artsakh David Babayan si è recato in visita di lavoro in Russia dal 21 al 27 giugno secondo quanto ha riferito il Dipartimento dell’informazione e delle pubbliche relazioni del ministero degli Esteri dell’Artsakh. Nella capitale Mosca e in alcune altre città russe, il ministro ha avuto incontri con rappresentanti dei circoli politici, informativi, pubblici, scientifico-educativi russi, della comunità armena della Russia e della Chiesa apostolica armena. Sono stati discussi la situazione attuale e i possibili sviluppi nella regione, il ruolo dell’Artsakh nei processi geopolitici regionali, le prospettive per la risoluzione del conflitto azerbaigiano-Karabakh e l’ulteriore approfondimento delle relazioni Artsakh-Diaspora.

(25 giu 22) FONDO HAYASTAN – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha partecipato alla 31a riunione regolare del consiglio di fondazione dell’Hayastan All Armenian Fund tenutasi a Yerevan. Nel suo discorso all’evento, il presidente dell’Artsakh ha molto apprezzato le attività del Fondo, sottolineando che grazie agli sforzi di tutti gli armeni sono in corso lavori di edilizia abitativa su larga scala in Artsakh, a seguito dei quali migliaia di famiglie sfollate avranno un’abitazione. Durante l’incontro sono state discusse numerose questioni relative alle attività dell’Hayastan All Armenian Fund e sono stati delineati i piani per il futuro.

(24 giu 22) FESTIVAL A STEPANAKERT – Al via oggi e fino al 4 luglio il festival “Sunrise Stepanakert” con esibizioni, laboratori, proiezioni e performance artistiche.

(24 giu 22) CESSAZIONE GRUPPO DI MINSK – Nel corso di un incontro con il collega azero Bayramov, il ministro degli Estseri russo ha ufficializzato la cessazione del Gruppo di Minsk come format negoziale nel conflitto armeno-azero. Lavrov ha osservato che il Gruppo OSCE di Minsk ha cessato le sue attività su iniziativa degli Stati Uniti e della Francia e al tempo stesso ha confermato la disponibilità di Mosca a fornire servizi di consulenza a Baku e Yerevan sulla delimitazione del confine azerbaigiano-armeno. Il ministro russo ha altresì valutato positivamente il lavoro del gruppo di lavoro trilaterale a livello dei vice primi ministri di Azerbaigian, Armenia e Russia per sbloccare le comunicazioni nel Caucaso meridionale.

(24 giu 22) INCIDENTE STRADALE – A seguito di un incidente stradale un soldato è morto e quattro sono rimasti gravemente feriti. Il deceduto è Nikolay Sargsyan nato nel 1981. Ne dà notizia il kministero della Difesa che ha aperto un’inchiesta. Sconosciuta al momento la dinamica del sinistro.

(20 giu 22) STRADA ALTERNATIVA – Il ministro degli Esteri Babayan nel corso di una conferenza stampa ha affrontato il tema della strada alternativa di collegamento all’Armenia in luogo di quella attuale. La questione della strada alternativa è stata specificata dalla dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020. “La questione non è stata ancora completamente risolta. La costruzione richiede tempo. È un po’ presto per dirlo ora. (…). Vediamo come si svilupperà la situazione“, ha affermato il ministro secondo il quale, in ogni caso, anche se si costruisce una strada alternativa, questa dovrà essere ispezionata. “Se ci saranno problemi, saranno necessari ulteriori lavori di costruzione“, ha affermato Babayan.

(20 giu 22) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha convocato una seduta allargata del Consiglio di sicurezza. Hanno presentato relazioni i Ministri della Difesa, degli Affari Esteri e dell’Amministrazione Territoriale e delle Infrastrutture.

(20 giu 22) UE ELOGIA ALIYEV – Toivo Klaar, rappresentante speciale dell’Unione europea per il Caucaso meridionale e la crisi in Georgia, ha accolto con favore la dichiarazione del presidente azerbaigiano Ilham Aliyev al recente IX Global Baku Forum. “Sono lieto di leggere la dichiarazione del presidente azerbaigiano Ilham Aliyev al Global Baku Forum: ‘Ora è il momento di stabilire la pace, di stabilire la cooperazione’ e di ‘passare all’attuazione pratica’ in seguito alle dinamiche positive con l’Armenia. L’UE lo sostiene fermamente“, ha scritto Klaar su Twitter. Nel suo discorso al suddetto forum nella capitale azerbaigiana, la scorsa settimana, Aliyev aveva affermato, in particolare, che “se entrambe le parti lavoreranno per mostrare buona volontà, possiamo firmare un accordo di pace entro un anno“. Ma allo stesso tempo, il presidente dell’Azerbaigian aveva minacciato che se la parte armena continua a sollevare la questione dello status del Nagorno Karabakh (Artsakh), ciò potrebbe portare a un nuovo confronto, sostenendo che “c’è un accordo verbale” per non parlare dello stato. “Qualsiasi speculazione da parte dell’Armenia o di qualsiasi altro Paese sul Gruppo [OSCE] di Minsk irrita l’Azerbaigian. Abbiamo risolto il conflitto [Karabakh], i Principi di Madrid sviluppati dal Gruppo di Minsk sono stati attuati. Ora dobbiamo pensare a come normalizzare le relazioni con l’Armenia e firmare un accordo di pace“, aveva aggiunto Aliyev.

(18 giu 22) UCCISO SOLDATO ARMENO – Le forze armate dell’Azerbaigian hanno colpito e ucciso un soldato armeno lungo il confine tra Armenia (regione di Gegharkunik, villaggio di Verin Shorza) e l’Azerbaigian. Il caduto è il diciannovenne Hrach Piliposyan proveniente dal paese di Byurakan. Il ministero della Difesa di Yerevan informa che diffonderà maggiori dettagli sull’accaduto.

(15 giu 22) ASSISTENZA ALL’ARTSAKH – Nel corso di un dibattito parlamentare il premier dell’Armenia, Pashinyan, ha contestato le critiche dell’opposizione circa un abbandono di aiuti all’Artsakh e ha ricordato come “nel periodo 2021-2022, il budget del Karabakh è aumentato in modo senza precedenti e l’assistenza fornita dal governo armeno ha raggiunto volumi senza precedenti. (…) nel dopoguerra, il budget del Karabakh è stato il più grande di tutta la sua storia. Il Karabakh non ha mai aveva un budget più grande e l’Armenia non gli ha fornito maggiore assistenza“. Pashinyan ha altresì dichiarato che lo status del Karabakh non è un obiettivo, ma un mezzo per garantire la sicurezza del popolo del Nagorno Karabakh e che se prima nei negoziati il ​​concetto di parte armena era basato sullo status del Nagorno Karabakh, da cui derivavano i diritti e le garanzie di sicurezza del popolo del Karabakh, ora questa base sono i loro diritti e sicurezza, da cui lo status deriva.

(13 giu 229 TERRITORI OCCUPATI – Si è tenuta la prima riunione del Consiglio di Stato per la Protezione del Patrimonio Culturale dei Territori Occupati dell’Artsakh presieduto dal ministro dell’Artsakh State Artak Beglaryan e istituito con decreto del presidente dell’Artsakh. Il Ministro di Stato ha sottolineato che questo Consiglio dovrebbe lavorare in modo estensivo e sistematico, con l’obiettivo del raggiungimento degli obiettivi prefissati. Durante la riunione è stato adottato il piano d’azione di questo Consiglio di stato e sono state determinate le sue direzioni di lavoro separate.

(10 giu 22) TIMORI PER LA NUOVA STRADA – In una confernza stampa congiunta alcuni esponenti delle forze di opposizione in Armenia esprimono preoccupazione per la nuova strada che gli azeri stanno costruendo in alternativa all’asse stradale Goris-Stepanakert. “Una tangenziale è in costruzione per Stepanakert e sarà messa in funzione tra 2-3 mesi. Se quella strada funziona, significa che perderemo completamente la regione di Berdzor (…). Soprattutto, tutte le nostre utenze, cioè gas [naturale], elettricità, cadranno sotto il controllo del nemico. Ciò significa che saremo in completa dipendenza, e si verificherà una de-armenizzazione dell’Artsakh”

(9 giu 22) ARRESTATO TRADITORE – Il Servizio di sicurezza nazionale dell’Artsakh comunica che un militare è stato arrestato con l’accusa di alto tradimento. L’uomo sarebbe stato reclutato dall’intelligence nemica (presumbilmente azera…) attraverso i social network. Secondo l’accusa avrebbe passato informazioni segrete circa la posizione, l’equipaggiamento e le forze dispiegate lungo la linea di contatto delle forze armene e di quelle russe di peace keeping. Il traditore – che per i suoi servigi avrebbe percepito un compenso di 1500 dollari – ha ammesso le proprie responsabilità e si avvia a scontare un lungo periodo di detenzione al termine di un regolare processo.

(9 giu 22) DELIMITAZIONE FRONTIERE – Nel corso della odierna conferenza stampa a Yerevan il ministro degli Esteri russo Lavorv ha affermato che la Russia è pronta a fornire materiale cartografico all’Armenia e all’Azerbaigian da utilizzare nel processo di delimitazione dei confini. Il ministro ha aggiunto che l’Azerbaigian e l’Armenia hanno presentato ciascuno la propria visione, tenendo conto di ciò, è necessario andare avanti: e che la Russia è pronta a svolgere il ruolo di mediatore fra le parti.

(9 giu 22) LAVORV SU PARUK – Dopo gli incontri con il suo omologo armeno Ararat Mirzoyan, il ministro degli Esteri russo Sergey Larov ha commentato la situazione nel villaggio di Parukh in Artsakh che alcuni mesi fa è stato occupato da soldati azeri. Rispondendo alla domanda su questo villaggio alla conferenza stampa di Yerevan, il ministro russo ha osservato che questa è una delle questioni prioritarie per l’esercito russo e ha dichiarato che c’è un certo risultato che è collegato all’attenuazione della tensione. Secondo il ministro russo, la questione sarà considerata e risolta nell’ambito dei lavori di delimitazione delle frontiere. Tale affermazione non è stata gradita dal ministero degli Esteri azerbaigiano che ha risposto con Leyla Abdullayeva, capo del servizio stampa del ministero. La portavoce ha affermato che “le attività delle commissioni di delimitazione istituite da Azerbaigian e Armenia mirano specificamente a delimitare il confine di stato dei due paesi“. Il rappresentante del ministero degli Esteri dell’Azerbaigian ha osservato che “questo processo non prevede la considerazione di eventuali questioni oltre il confine di stato azerbaigiano-armeno, comprese quelle relative ai territori, dove è temporaneamente dispiegato il contingente di peacekeeping russo“.

(9 giu 22) SOLDATI CADUTI – Secondo un quotidiano armeno nelle camere mortuarie ci sarebbero ancora i resti di 86 soldati caduti i cui parenti si rifiutano di riconoscere l’esame del dna effettuato dal governo. Alcune famiglie hanno provveduto a test eseguiti all’estero. Lo scorso anno erano un centinaio i resti dei caduti.

(8 giu 22) RESTITUITO CIVILE – Un uomo di Berdzor che il primo giugno era stato catturato dagli azeri dopo che, smarrita la strada, si era ritrovato in territorio occupato dal nemico, è stato restituito alla parte armena.

(7 giu 22) DADIVANK – Il vescovo Vrtanes Abrahamyan, primate della diocesi di Artsakh della Chiesa apostolica armena ha riferito che ci sono informazioni che l’Azerbaigian vuole chiedere alla parte russa che il clero armeno del monastero di Dadivank sia sostituito dal clero della diocesi russa di Baku. “Credo che questa informazione sia completamente in linea con la politica dell’Azerbaigian perseguita oggi. Fanno di tutto per portare a compimento ciò che vogliono e rimuovere i nostri sacerdoti da Dadivank. Hanno visto che non potevano ottenere nulla con le visite degli Udi, e [quindi ] hanno fatto ricorso a questa opzione. Oltre al fatto che rimuoveranno il clero armeno, diranno anche che non c’è più bisogno di forze di pace russe [in Artsakh]. Sono sicuro che la Chiesa ortodossa russa non cederà a questa mossa“, ha affermato il vescovo Abrahamyan. Il primate della diocesi di Artsakh ha aggiunto che sono in corso intense trattative per riprendere l’ingresso dei pellegrini armeni a Dadivank.

(7 giu 22) STATI UNITI – La portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti Adrienne Watson ha rilasciato una dichiarazione sull’incontro di ieri del consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan con il capo del dipartimento per le relazioni estere dell’amministrazione presidenziale dell’Azerbaigian, Hikmat Hajiyev. Di conseguenza, “Sullivan ha trasmesso l’impegno degli Stati Uniti per la pace, la sicurezza e la prosperità nella regione del Caucaso meridionale. Ha elogiato gli sforzi diplomatici significativi e storici tra l’Azerbaigian e l’Armenia verso una pace duratura. Il sig. Sullivan ha espresso sostegno ai colloqui ospitati dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Ha espresso la disponibilità degli Stati Uniti a impegnarsi da vicino e sostenere il progresso attraverso una varietà di mezzi, anche in qualità di copresidente del gruppo di Minsk dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE)“.

(6 giu 22) RIUNIONE REGIONALE – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha convocato una consultazione di lavoro con i capi delle amministrazioni regionali dedicata a una serie di questioni socioeconomiche che le regioni devono affrontare. All’ordine del giorno sono state discusse le questioni legali e organizzative emerse durante la ricostruzione e il rinnovamento del vecchio patrimonio abitativo nelle comunità e i meccanismi per la loro soluzione. Si è inoltre deciso di sciogliere “Artsakhantar” SNCO (ente statale non a fini di lucro che si occupa delle foreste) attualmente sotto il Ministero dell’Amministrazione Territoriale e delle Infrastrutture, trasferendo la maggior parte dei suoi poteri e funzioni alle amministrazioni regionali. Il Presidente ha rilevato che, nell’ambito della politica di decentramento della gestione e di sviluppo del potenziale delle regioni, verranno presi nuovi provvedimenti che consentiranno alla collettività e agli enti regionali di essere più operativi ed efficienti nella risoluzione di problematiche di rilevanza locale. Alla consultazione hanno partecipato il Ministro dell’amministrazione territoriale e delle infrastrutture, i capi delle amministrazioni regionali e altri funzionari.

(6 giu 22) UNIONE EUROPEA – Il rappresentante speciale dell’Unione europea per il Caucaso meridionale – Toivo Klaar – ha affermato che è impossibile raggiungere una soluzione sulla questione dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) senza tener conto dell’opinione degli armeni dell’Artsakh.

(3 giu 22) NAZIONI UNITE – L’ambasciatore Mher Margaryan, rappresentante permanente dell’Armenia presso le Nazioni Unite, ha rivolto ieri un discorso a una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dove ha riflettuto sulla questione dell’impunità per i crimini commessi in passato e nel contesto della prevenzione dei genocidi, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra. Ha osservato che l’Armenia ha ripetutamente allertato la comunità internazionale in merito all’incitamento all’odio anti-armeno e alla retorica razzista in Azerbaigian, che è anche documentato da organizzazioni internazionali. Toccando l’aggressione militare scatenata dall’Azerbaigian contro il Nagorno Karabakh (Artsakh) nell’autunno del 2020 e le sue conseguenze umanitarie, l’Ambasciatore Margaryan ha osservato che l’Azerbaigian, in violazione dei suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario, continua a detenere prigionieri di guerra e civili armeni prigioniero. Ha riflettuto anche sugli obblighi dell’Azerbaigian di preservare il patrimonio culturale e religioso armeno ed eliminare l’odio armeno.

(3 giu 22) MINISTRO DI STATO – “Ci sono sempre state discussioni con la Repubblica di Armenia sulla possibilità di riconoscimento della Repubblica di Artsakh” ha precisato il ministro di Stato di Artsakh Artak Beglaryan rispetto a quanto contenuto in una intertvista rilasciata all’agenzia russa “Ria Novosti” dove era riportato che “sono in corso i colloqui con l’Armenia sulla questione del riconoscimento dell’indipendenza del Nagorno Karabakh, ma finora non ci sono progressi in questo senso“. Secondo lui, si può sostenere che, in effetti, l’Armenia ha riconosciuto il Nagorno Karabakh, poiché i legami orizzontali “alla pari” sono mantenuti tra le due repubbliche. Ha osservato che una soluzione globale del conflitto del Nagorno-Karabakh sembra impossibile nel prossimo futuro, poiché le rispettive posizioni dell’Artsakh e dell’Azerbaigian sono diametralmente opposte. Beglaryan ha infatti sottolineato che la principale differenza a questo proposito è che per l’Azerbaigian si tratta di “prestigio, ambizioni”, mentre per il popolo del Karabakh – “una questione di vita o di morte, la loro esistenza e la giustizia storica”. Il ministro di Stato ha anche indicato la necessarietà di una maggior presenza delle forze di pace russe e ha affermato che le trattative negoziali dovrebbero ritornare al format originario del Gruppo di Minsk dell’Osce.

(2 giu 22) BANDIERA DELL’ARTSAKH – Ricordato il trentennale dell’adozione della bandiera della repubblica del Nagorno Karabakh (ora repubblica di Artsakh) il 2 giugno 1992 da parte del Consiglio supremo.

(1 giu 22) UNIONE EUROPEA – Il presidente della Commissione europea Charles Michel ha rilasciato un comunicato con il quale riafferma l’impegno dell’UE ad approfondire la cooperazione con entrambi i paesi per promuovere un Caucaso meridionale sicuro, stabile, pacifico e prospero a beneficio di tutte le persone che vivono nel regione. Michel ha sottolineato che per una normalizzazione sostenibile delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian, è importante affrontare tutte le questioni in sospeso, compreso l’avanzamento delle discussioni sul futuro trattato di pace e l’affrontare le cause profonde del conflitto. Come per qualsiasi eredità di conflitto, la terminologia è particolarmente sensibile in questo contesto. La dichiarazione del presidente Michel sui risultati della riunione dei leader del 22 maggio non dovrebbe essere interpretata come favorevole a un esito predeterminato delle discussioni in entrambi i casi. Ciò che alla fine conta di più è che tutte le questioni siano affrontate in modo completo; questo include i diritti e la sicurezza di tutte le popolazioni. nfine, il presidente Michel ha sottolineato la necessità di preparare le popolazioni alla pace e il ruolo fondamentale che la retorica pubblica gioca a questo riguardo.

Perché gli scontri di frontiera tra Armenia e Azerbaijan rischiano di essere un problema per l’Unione Europea (Euronews, 1 giu)

Armenia: il governo vuole svendere il Nagorno Karabakh? (East journal, 3 giu)

Armenia-Azerbaijan: il format Bruxelles (Osservatorio Balcani Caucaso, 9 giu)

Armenia-Azerbaigian, Lavrov: “Russia lavora per normalizzare i rapporti” (QuotidianPost, 10 giu)

Artsakh – Premier armeno commenta accordo trilaterale (Assadakah, 14 giu)

Da dove tutto rinascerà. La lezione della storia è chiara: il resto di Israele oggi sono gli Armeni (Korazym, 22 giu)

Sosé Balasanyan grande patriota e atleta di arti marziali (Assadakah, 28 giu)

Ancora una volta il dittatore dell’Azerbaigian (che tanto piace a certi politici italiani…) ha rilasciato dichiarazioni provocatorie.
Invece di promuovere fiducia e un dialogo costruttivo con la parte armena, Aliyev con arroganza considera chiusa la questione del Nagorno Karabakh (Artsakh).

Abbiamo risolto questo problema, che l’Armenia lo voglia o no, il mondo intero lo accetta. Abbiamo risolto il conflitto del Nagorno-Karabakh. Il conflitto del Nagorno Karabakh è risolto. Per quanto riguarda il territorio amministrativo del Nagorno Karabakh, non esiste sul territorio dell’Azerbaigian. La parola Nagorno Karabakh non esiste quindi nel lessico delle strutture internazionali, e l’ultimo incontro di Bruxelles lo ha dimostrato ancora una volta” ha dichiarato Aliyev. “Il 24 maggio si è svolto il primo incontro delle commissioni al confine azerbaigiano-armeno. Definiremo i confini, il che è molto importante. se definiamo i confini, allora di quale stato di “Nagorno-Karabakh” possiamo parlare?! C’è la zona del Karabakh, la regione del Karabakh. Questo è il territorio dell’Azerbaigian e tutti lo accettano. Pertanto, il primo incontro delle commissioni sulla delimitazione del confine tra Azerbaigian e Armenia è di grande importanza“, ha osservato Aliyev.

Al presidente azero ha quindi risposto immediatamente il Ministro di Stato della repubblica di Artsakh, Artak Beglaryan che ha osservato come il processo e i risultati di delimitazione e demarcazione con la Repubblica di Armenia non possono influenzare lo status attuale e futuro dell’Artsakh.

In particolare ha dichiarato che il conflitto del Karabakh non è con la Repubblica di Armenia, ma con la Repubblica del Nagorno Karabakh (Artsakh) e che questo conflitto non è stato risolto, e questo è un fatto che tutto il mondo accetta, a prescindere da alcune differenze di interessi e formulazioni.
Se l’Azerbaigian vuole voltare pagina al conflitto e chiarire lo status dell’Artsakh, allora può portare avanti il ​​processo di delimitazione e demarcazione anche con la Repubblica dell’Artsakh, restituendo allo stesso tempo i nostri territori occupati e riconoscendo la nostra indipendenza” ha dichiarato Beglaryan aggiungendo che il principio fondamentale della risoluzione dei conflitti è la piena realizzazione e riconoscimento del diritto dei popoli all’autodeterminazione.

Solo dopo aver superato questa prova, la comunità internazionale dimostrerà che, contrariamente alle affermazioni di Aliyev, esiste tuttavia il diritto internazionale, dove il diritto dei popoli all’autodeterminazione ha il suo posto fondamentale. Un altro importante principio del diritto internazionale è il non uso della forza/minaccia dell’uso della forza, anch’esso gravemente violato e ignorato dall’Azerbaigian. Inoltre, Aliyev oggi ha minacciato ancora una volta nuovi precedenti per l’uso della forza, che è un chiaro segnale per la comunità internazionale di adottare misure preventive e sanzionatorie.
Incoraggiare e ignorare il comportamento deviante porta gradualmente a disastri internazionali, diventando pratica internazionale e parte del diritto consuetudinario, un esempio di consuetudine legale
” ha aggiunto il ministro.

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha riassunto i risultati dell’incontro trilaterale con il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev e il primo ministro armeno Nikol Pashinyan tenutosi domenica 22 maggio a Bruxelles e durato alcune ore. Sull sito web del Consiglio europeo è stata pubblicata la seguente dichiarazione:

“Oggi ho ospitato nuovamente il Presidente Aliyev dell’Azerbaigian e il Primo Ministro Pashinyan dell’Armenia. Questa è stata la nostra terza discussione in questo formato. Ci siamo concentrati sulla situazione nel Caucaso meridionale e sullo sviluppo delle relazioni dell’UE con entrambi i paesi e con la regione in generale.La discussione è stata franca e produttiva. Abbiamo esaminato l’intera serie di problemi. Abbiamo avuto una discussione dettagliata su questioni umanitarie, compreso lo sminamento, e gli sforzi per liberare i detenuti e affrontare il destino delle persone scomparse.
Abbiamo raggiunto i seguenti risultati:

QUESTIONI DI CONFINE
La prima riunione congiunta delle Commissioni di frontiera si svolgerà nei prossimi giorni al confine interstatale. Affronterà tutte le questioni relative alla delimitazione del confine e al modo migliore per garantire una situazione stabile.

CONNETTIVITA’
I leader hanno convenuto sulla necessità di procedere allo sblocco dei collegamenti di trasporto. Hanno concordato i principi che regolano il transito tra l’Azerbaigian occidentale e il Nakhichevan e tra le diverse parti dell’Armenia attraverso l’Azerbaigian, nonché il trasporto internazionale attraverso le infrastrutture di comunicazione di entrambi i paesi. In particolare hanno concordato i principi dell’amministrazione delle frontiere, della sicurezza, delle tasse fondiarie ma anche delle dogane nel contesto del trasporto internazionale. I vicepremier porteranno avanti questo lavoro nei prossimi giorni.

ACCORDO DI PACE
I leader hanno deciso di portare avanti le discussioni sul futuro trattato di pace che disciplina le relazioni interstatali tra Armenia e Azerbaigian. Le squadre guidate dai ministri degli Esteri porteranno avanti questo processo nelle prossime settimane. Oltre a questa traccia, ho anche sottolineato ad entrambi i leader che era necessario che i diritti e la sicurezza della popolazione di etnia armena nel Karabakh fossero presi in considerazione.

SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO
L’UE porterà avanti con entrambe le parti il ​​lavoro del gruppo consultivo economico, che cerca di promuovere lo sviluppo economico a vantaggio di entrambi i paesi e delle loro popolazioni.

Ho anche sottolineato l’importanza di preparare le popolazioni a una pace sostenibile a lungo termine. L’UE è pronta a rafforzare il suo sostegno.Abbiamo deciso di rimanere in stretto contatto e ci incontreremo di nuovo nello stesso formato entro luglio/agosto. Grazie.”

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QUALE DESTINO PER L’ARTSAKH? NOSTRE RIFLESSIONI

Qualche veloce riflessione sul vertice trilaterale di Bruxelles del 22 maggio tra il Capo della Commissione europea Michel, Aliyev e Pashinyan.

La stringata dichiarazione pubblicata sul sito della Commissione dice poco, riassumendo per argomenti la sostanza di ore di discussione. Utilizziamo lo stesso metodo per le nostre considerazioni.

QUESTIONI DI CONFINE
La Commissione speciale già prevista dall’incontro del 6 aprile partirà a breve anche se non è ancora delineato il perimetro di lavoro: ci saranno solo due delegazioni oppure è prevista anche la presenza di un terzo (presumibilmente l’UE) a fare da arbitro nella disputa? Sarà necessario in futuro fare chiarezza sui parametri adoperati per la determinazione della frontiera fra Armenia e Azerbaigian.

CONNETTIVITA’
Viene ribadita la necessità di implementare i transiti “tra l’Azerbaigian occidentale e il Nakhichevan e tra le diverse parti dell’Armenia attraverso l’Azerbaigian”. Si parla, in buona sostanza, della linea ferroviaria che attraversa il Syunik e di qualche valico stradale. Criptica l’espressione “ATTRAVERSO l’Azerbaigian”: quali parti dell’Armenia sono collegabili “attraverso” l’Azerbaigian? Il Segretario del Cosniglio di sicurezza dell’Armenia ha precisato alla stampa che tale espressione intende la possibilità per un cittadino armeno di raggiungere ad esempio Meghri passando da Nakhichevan. Si noti anche l’espressione “AZERBAIGIAN OCCIDENTALE” che può interpretato come tutta la parte dello Stato che confina con l’Armenia ma potrebbe anche intendere la regione del Nagorno Karabakh: in questo caso l’utilizzo sarebbe per noi estremamente negativo…

ACCORDO DI PACE
Il passaggio più significativo riguarda il riferimento ai “diritti e la sicurezza della popolazione di etnia armena nel Karabakh”.  Nei precedenti comunicati la regione non era mai stata citata e questo è già un (piccolo) passo in avanti; naturalmente la frase vuol dire tutto e il suo contrario: non si parla dello status del territorio, teoricamente diritti e sicurezza possono essere anche un obiettivo dentro l’Azerbaigian, il che fa decisamente sorridere se si pensa alla campagna di armenofobia di Stato attuata dal regime di Aliyev. SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO
l’Unione europea chiaramente vuole giocare un ruolo da protagonista nella trattativa tra armeni e azeri. Ogni riferimento alla situazione ucraina e alla volontà di mettere fuori gioco la Russia (il gruppo di Minsk è praticamente defunto…) non è puramente casuale. Nel prevertice tra Michel e Pashinyan si è anche parlato dei due miliardi e mezzo di investimenti dell’Unione in Armenia, soldi particolarmente graditi a Yerevan dopo il disastro della guerra e la crisi economica conseguente alla pandemia.
Soldi che forse possono servire a “preparare le popolazioni a una pace sostenibile”: in Azerbaigian la società civile è schiacciata dal giogo della dittatura e non ha voce in capitolo, in Armenia il dibattito democratico è sicuramente più ampio.
Bisognerà capire quanto i princìpi e i valori nazionali avranno la meglio su mere esigenze di bilancio. E ci fermiamo qui…

Qualcuno si ricorda di Shahbaz Guliyev, uno dei due sabotatori azerbaigiani entrati nella regione di Karvachar del Nagorno-Karabakh nel 2014? Ne abbiamo parlato l’ultima volta nel novembre 2020 quando, dopo la fine della guerra, fu diffusa la notizia che questo assassino, con il suo compare Dilgam Askerov, era stato liberato nel quadro dell’accordo di tregua post-bellico.

Un paio di giorni fa, Guliyev in diretta sul canale televisivo azerbaigiano Xural ha candidamente affermato che lui e Dilgam Askerov si erano infiltrati a Karvachar per ordine dell’ex vice primo ministro dell’Azerbaigian Ali Hasanov, e che il Ministero della Difesa del Paese ne era stato informato in anticipo.

I due, catturati dopo le scorribande nel corso delle quali avevano anche ammazzato un ragazzino di 17 anni, erano stati condannati: Askerov all’ergastolo e Guliyev a 22 anni di carcere. Nel 2020, dopo l’instaurazione di un cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh, Guliyev e Askerov sono stati restituiti a Baku in base al principio di uno scambio di prigionieri di guerra “tutti per tutti”.

Circa un anno fa, Guliyev aveva sostenuto la tesi secondo la quale lui e Askerov “andarono a visitare le tombe dei loro antenati” e che la parte armena aveva voluto “mostrare all’Europa di aver catturato terroristi e sabotatori azerbaigiani“. Insomma, due romantici affezionati al ricordo dei loro cari… Ma ora, ha deciso di dire tutta la verità.

Guliyev ha quindi precisato che i due erano andati nella regione di Karvachar partendo direttamente dall’ufficio di Ali Hasanov e a loro vennero fornite armi da fuoco e granate.

Dopo essere tornati a Baku, Hasanov ha incontrato solo Askerov mentre Guliyev non ha più rivisto il vicepremier. Secondo Guliyev, dal 1992 periodicamente, a conoscenza del Ministero della Difesa azerbaigiano, effettuavano attacchi di sabotaggio nei territori controllati dagli armeni.

Quando la parte armena arrestò i sabotatori azerbaigiani nel 2014, scovò filmati girati nella regione di Karvachar, in particolare una registrazione di esercitazioni in una delle unità militari. Guliyev ha affermato che periodicamente trasmettevano materiale video simile al vice primo ministro dell’Azerbaigian.

Guliyev ha confessato nell’intervista che avrebbe fornito maggiori dettagli, dopodiché si sarebbe suicidato. Dopo essere tornati a Baku, Guliyev e Askerov hanno iniziato ad accusarsi a vicenda della loro prigionia. Dilgam Askerov ha persino affermato che Guliyev era “una spia armena, si è esaurito“.

Il parlamento ha riunito in seduta congiunta il 17 maggio le commissioni Estero e Finanza per l’esame del bilancio 2021 concernente il Ministero degli Esteri della Repubblica dell’Artsakh, la Società radiofonica e televisiva pubblica, il quotidiano «Azat Artsakh» e il Dipartimento del Turismo.
Qui di seguito un breve rendiconto dell’analisi finanziaria emersa nella discussione.

Le spese di gestione del Ministero degli Affari Esteri erano previste per 868,3 milioni di dram (1,8 mil euro); infatti sono stati spesi 718,4 milioni di dram (1,5 mil euro) pari all’82,7% del preventivato. La maggior parte dei fondi statali stanziati al Ministero degli Affari Esteri della Repubblica (75,5%) sono stati destinati al mantenimento delle nostre rappresentanze all’estero mentre 4,7 milioni di dram (circa 10000 euro) sono stati stanziati per viaggi d’affari all’estero.

Il budget approvato per il programma di sviluppo turistico della Repubblica dell’Artsakh è di 10 milioni di dram (21000 euro) ma ne sono stati spesi 8 milioni di dram (circa 16000 euro). Nel 2021, 4391 cittadini stranieri hanno visitato l’Artsakh, il 45,6% in più rispetto al 2020 e l’89,5% in meno rispetto al 2019. È proseguito inoltre il processo contabile del settore alberghiero e nel 2021 sono stati registrati 114 oggetti. Per la prima volta il settore è stato inserito nel programma di sovvenzioni per lo sviluppo del turismo rurale.

Il budget del Consiglio di amministrazione dell’Artsakh Public Television and Radio Company era previsto per un importo di 30 milioni 886 mila dram (€ 65000) ma sono stati effettivamente spesi 28 milioni 871 mila dram (circa € 60000).

Le spese della “Public TV and Radio Company” erano previste per un importo di 386 milioni 262 mila dram (circa 806000 euro) ma a consuntivo sono stati registrati 380 milioni 955 mila dram. Dal fondo di riserva sono stati stanziati 31 milioni 997 mila dram, di cui 12 milioni 511 mila dram sono stati stanziati per la costruzione di un padiglione.

Il budget del quotidiano «Azat Artsakh» per il 2021 è stato previsto per un importo di 101 milioni di dram (211000 euro) ma ne sono stati spesi 93 milioni di dram. Le spese editoriali effettive sono state di 11 milioni 592 mila dram, sono stati pubblicati 150 numeri di giornali con una tiratura media di 19 mila copie.

Armenia: proteste contro il premier (Atlante guerre, 4 mag)

Manifestazioni e violenti scontri, cosa sta succedendo in Armenia? (Orgoglionerd, 6 mag)

Armenia: la lunga fase post-bellica (Osservatorio Balcani Caucaso, 11 mag)

Decenni di miseria per le persone anziane a causa del conflitto del Nagorno-Karabakh: due nuovi nostri rapporti (Amnesty international, 17 mag)

Torino – Mirzoyan: “Consiglio d’Europa intervenga su conseguenze umanitarie in Artsakh” (Assadakah, 22 mag)

L’UE negozia la pace tra Armenia e Azerbaigian (Euronews, 23 mag)

Vertice tra Armenia e Azerbaijan per un patto di pace (Assadakah, 24 mag)

CAOS IN ARMENIA/ “Noi e l’Ucraina, pedine del Nuovo grande gioco” (Il sussidiario, 26 mag)

Charles Michel: l’incontro Pashinyan-Aliyev “franco e produttivo” (Osservatorio Balcani Caucaso, 27 mag)

L’Artsakh e l’Armenia rispondono alle provocazioni del dittatore azero… Korazym, 29 mag)

Occorre l’intervento della Comunità Internazionale dopo le minacce di Aliyev (Assadakah, 29 mag)

(31 mag 22) ALTRO TOUR AZERO PER DIPLOMATICI – Le autorità azere hanno organizzato un’altra “escursione” per diplomatici stranieri nella storica regione armena di Karvachar, chiamata “Kelbajar” in Azerbaigian. Sono stati informati della costruzione di un tunnel sull’autostrada Toganaly-Kelbajar-Istisu-Lachin, della centrale idroelettrica di Kalbajar-1, del tunnel di Murovdag in costruzione, la moschea nella città di Kalbajar, la Piazza della Bandiera, il museo di storia locale, le antiche statue di pietra, l’edificio della scuola di scacchi e del sanatorio Istisu. La visita a Karvachar è già la nona. Al viaggio partecipano oltre 80 diplomatici e rappresentanti militari di oltre 50 paesi e 10 organizzazioni internazionali.

(29 mag 22) MORTO IL SOLDATO FERITO – Il ministero della Difesa dell’Armenia comunica che Davi Vahan Vardanyan, il soldato rimasto ferito da colpi di arma da fuoco sparati dalle postazioni azere nella giornata di ieri, è deceduto nell’ospedale dove era stato ricoverato in condizioni critiche. Il ministero degli Esteri di Yerevan ha rilasciato un duro comunicato di condanna per l’ennesima provocazione azera.

(28 mag 22) RISPOSTA ARMENA AD ALIYEV – Il Ministro di Stato dell’Artsakh, Beglaryan, ha risposto alle dichiarazionbi del presidente azero che ha affermato ieri che non esiste alcun Nagorno Karabakh e la questione è chiusa. Qui un sunto delle dichiarazioni del ministro. Anche il ministro degli Esteri dell’Armenia, Mirzoyan, ha voluto replicare alla dichiarazione del presidente azerbaigiano Ilham Aliyev secondo cui non esiste il Nagorno Karabakh, il conflitto del Nagorno Karabakh è risolto, non esiste il Gruppo di Minsk dell’Osce.
Mirzoyan ha sottolineato che possono mostrare un documento firmato dal presidente azerbaigiano ancora in vigore, che dice che c’è il Nagorno Karabakh, e questo documento è la dichiarazione trilaterale firmata il 9 novembre 2020. Sottolinea Ararat Mirzoyan che firmando il documento, il presidente dell’Azerbaigian ha riconosciuto l’esistenza del Nagorno Karabakh, e questo è un fatto irreversibile peraltro evidenziato anche in molte dichiarazioni internazionali. Inoltre, il Gruppo di Minsk dell’Osce non è stato creato dall’Azerbaigian, ma dalla comunità internazionale, quindi l’Azerbaigian non può dissolverlo o considerare conclusa la sua missione.

(28 mag 22) CORTEO A STEPANAKERT – Un corteo di protesta, partito dalla cattedrale Surb Hakob e diretto a piazza della Rinascita, si è snodato oggi per le vie di Stepanakert. I manifestanti, alcune migliaia, criticano la politica del premier dell’Armenia Pashinyan riguardo la soluzione del contenzioso sull’Artsakh.

(28 mag 22) VIOLAZIONE AZERA – Intorno alle 10:40 ora locale, unità delle forze armate dell’Azerbaigian hanno aperto il fuoco con armi da fuoco di vario calibro, compresi i fucili di precisione, contro le posizioni dell’Armenia nella parte sudorientale del confine tra Armenia e Azerbaigian. A seguito di ciò il soldato Davit Vardanyan, un coscritto, ha ricevuto una ferita da arma da fuoco.
La situazione del militare è giudicata grave. Con azioni di rappresaglia delle forze armate dell’Armenia, il fuoco delle unità azere è stato messo a tacere.

(28 mag 22) PRIMA REPUBBLICA ARMENA – In occasione della Giornata della Prima Repubblica d’Armenia, il 28 maggio il presidente dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) Arayik Harutyunyan ha visitato lo Stepanakert Memorial e il Pantheon militare per rendere omaggio.

(27 mag 22) INCONTRO CON SINDACO PARIGI – Il presidente della repubblica Harutyunyan ha incontrato nella città di Goris (Armenia) la sindaca di Parigi Anne Hidalgo. Successivamente, si è tenuto un incontro esteso al quale hanno partecipato rappresentanti delle autorità legislative ed esecutive dell’Artsakh, l’ambasciatore dell’Armenia in Francia Tolmajyan, membri dell’ARF e rappresentanti del Consiglio di coordinamento delle organizzazioni armene in Francia.

(27 mag 22) ULTIMO GIORNO DI SCUOLA – Per 923 studenti di 106 scuole di istruzione secondaria dell’Artsakh è suonata la campanella dell’ultimo giorno del ciclo scolastico.

(26 mag 22) VALORI CULTURALI – La conservazione e la divulgazione dei valori culturali di Artsakh è una delle questioni più importanti secondo quanto affermato dal ministro dell’Istruzione, della scienza, della cultura e dello sport della Repubblica dell’Artsakh Anahit Hakobyan durante una conferenza stampa tenutasi oggi. “Abbiamo perso 114 istituzioni culturali ed educative, le nostre mostre museali, 109 chiese, 14 monasteri, 16 cappelle, 14 santuari; abbiamo perso la maggior parte del nostro territorio storico di Artsakh. La conservazione e la divulgazione dei nostri valori culturali è la questione più importante oggi.” Il ministro ha osservato che molto lavoro è stato fatto in ambito culturale e che tutti gli eventi avviati proseguiranno.

(26 mag 22) AZERI RESTITUISCONO SOLDATO ARMENO – L’Azerbaigian ha rimandato in Armenia il soldato armeno Eduard Martirosov catturato il 23 aprile al confine della regione di Syunik. Il coscritto dell’unità militare N delle forze armate armene era scomparso durante il tragitto dall’unità militare a una base militare. Secondo il servizio stampa del ministero della Difesa armeno, il trasferimento odierno è avvenuto in conformità con l’accordo raggiunto il 22 maggio in una riunione trilaterale a Bruxelles e attraverso la mediazione del comandante delle forze di pace russe ad Artsakh, il maggiore generale Andrei Volkov.

(25 mag 22) BABAYAN IN SUD OSSEZIA – Si è conclusa oggi la visita iniziata il 23 del ministro degli Affari esteri dell’Artsakh David Babayan nella Repubblica dell’Ossezia del Sud per partecipare alla cerimonia di inaugurazione del neoeletto Presidente della Repubblica Alan Gagloev. Secondo il servizio stampa del Ministero degli Affari Esteri, alla cerimonia di inaugurazione, il ministro degli Esteri dell’Artsakh ha letto un messaggio di congratulazioni del presidente della RA Arayik Harutyunyan. Durante la visita, il Ministro degli Affari Esteri è stato ricevuto dal Presidente dell’Ossezia del Sud Alan Gagloev. C’è stato anche un incontro con il ministro degli Esteri ad interim Dmitry Medoev. Durante gli incontri è stata discussa un’ampia gamma di questioni relative alle relazioni Artsakh-Ossezia meridionale e ai processi regionali. È stata sottolineata l’importanza di uno sviluppo coerente e dell’approfondimento delle relazioni, l’ampliamento della cooperazione tra le varie strutture statali e pubbliche.

(25 mag 22) PRIGIONIERI ARMENI – Il Primo ministro dell’Armenia, Pashinyan, nel corso di una seduta parlamentare ha affermato che uno degli argomenti principali discussi a Bruxelles è stato il ritorno dei prigionieri. Secondo lui, la posizione dell’Unione Europea e delle organizzazioni internazionali è che gli armeni detenuti in Azerbaigian dovrebbero essere riportati in patria il prima possibile ma l’Azerbaigian cerca costantemente di collegare il ritorno dei prigionieri con alcune condizioni aggiuntive. L’Armenia non è d’accordo con questa posizione di Baku. Ha anche affermato che 39 prigionieri armeni sono detenuti in Azerbaigian fino ad oggi. Le loro identità sono state confermate. Il difensore civico di Artsakh ha recentemente osservato che oltre ai 38 militari e civili confermati da Baku, ci sono prove che altri 80 armeni sono detenuti in Azerbaigian.

(25 mag 22) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Il Presidente della Repubblica ha presieduto una seduta allargata del Consiglio di Sicurezza che è stata convocata a seguito della lettera indirizzata al Presidente della Repubblica dai partiti politici, presentata al Parlamento della Repubblica dell’Artsakh il 24 maggio.
Il Capo dello Stato ha sottolineato che la formulazione sulla garanzia dei “diritti e sicurezza della popolazione di etnia armena del Karabakh” nella dichiarazione del presidente del Consiglio europeo Charles Michel è altamente inaccettabile per il popolo e le autorità dell’Artsakh, osservando che non riflette le richieste e le aspirazioni degli armeni dell’Artsakh, basate sul diritto dei popoli all’autodeterminazione, che sono state chiaramente formulate per la comunità internazionale negli ultimi trent’anni. Harutyunyan ha incontrato il premier dell’Armenia e ha discusso dell’incontro Pashinyan-Aliyev tenutosi a Bruxelles il 22 maggio: in tale contesto ha ribadito ancora una volta che il diritto esclusivo di determinare la sorte e lo stato di Artsakh appartiene al popolo e alle autorità di Artsakh. Nelle parole del presidente, il primo ministro Pashinyan ha sottolineato che nessuno può, né intende firmare alcun documento alle spalle del popolo armeno e dell’Artsakh. Se c’è una proposta concreta per soluzioni concrete, sarà discussa con le autorità dell’Artsakh e il pubblico sarà adeguatamente informato.
Il presidente Harutyunyan ha sottolineato che la Repubblica dell’Artsakh persegue incrollabilmente la via del riconoscimento internazionale dell’indipendenza attraverso la piena e incondizionata realizzazione del diritto del suo popolo all’autodeterminazione e che l’adeguata fornitura dei diritti e della sicurezza del popolo dell’Artsakh è possibile solo al di fuori dell’Azerbaigian.

(25 mag 22) ARTSAKH IN LIBANO – Su invito della comunità armena, la delegazione guidata dal presidente del parlamento dell’Artsakh Artur Tovmasyan ha visitato il Libano. La delegazione comprende il capo della fazione dell’ARF Artur Mosiyan, il viceministro degli esteri Armine Aleksanyan e il consigliere del presidente del Parlamento Karen Vanyan. La delegazione dell’Artsakh ha prima visitato il villaggio armeno di Anjar in Libano, dove è stata accolta dal sindaco e dai rappresentanti del Comitato “Montagna Rossa”. I membri della delegazione hanno anche visitato la galleria della città, la chiesa di St. Boghos e il memoriale di Musa Dagh. Poi si sono incontrati con la popolazione armena del villaggio. Il Presidente del Parlamento ha presentato i libanesi-armeni sulla situazione socio-economica prebellica e postbellica dell’Artsakh, sul passato e sui progetti in corso. Ha toccato le numerose dichiarazioni e interviste del Presidente dell’Artsakh, del Presidente del Parlamento e delle fazioni parlamentari sulle questioni relative allo status dell’Artsakh e al diritto all’autodeterminazione del popolo dell’Artsakh. Nelle sue osservazioni Artur Tovmasyan ha evidenziato il ruolo del contingente di peacekeeping russo come garante affidabile della sicurezza del popolo dell’Artsakh.

(25 mag 22) RUSSIA E UNIONE EUROPEA – Il rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha dichiarato che Mosca vede persistenti tentativi da parte dell’UE di intervenire nel processo di accordi trilaterali ai più alti livelli di Armenia, Azerbaigian e Russia. Zakharova ha osservato che l’obiettivo strategico della Russia è trasformare il Caucaso meridionale in una zona di stabilità e prosperità, per promuovere questo processo. “Uno dei compiti chiave su questo percorso è la normalizzazione globale delle relazioni tra Yerevan e Baku per stabilire una pace duratura. La base degli sforzi in questa direzione sono gli accordi trilaterali dei leader, di cui abbiamo più volte parlato e che vengono costantemente applicati. La Russia sta assistendo Yerevan e Baku su tutti i binari, compreso lo sblocco delle comunicazioni di trasporto, la delimitazione dei confini, l’instaurazione di pubbliche relazioni e lo sviluppo di un trattato di pace“, ha osservato Zakharova.

(25 mag 22) COMMISSIONE CONFINI – Il secondo incontro delle commissioni di Armenia e Azerbaigian sulla delimitazione dei confini si terrà a Mosca la prossima settimana secondo quanto dichiarato ai giornalisti da Andrei Rudenko, vice ministro degli Esteri russo. Nell’ambito dell’attuazione degli accordi raggiunti tra i due Paesi, sulla base delle relative istruzioni, ieri si è tenuta la prima riunione mentre la terza è in programma a Bruxelles.

(24 mag 22) INCONTRO SU DELIMITAZIONE CONFINI – Il vicepremier armeno Mher Grigoryan ha incontrato il suo omologo azerbaigiano Shahin Mustafayev al confine interstatale tra Armenia e Azerbaigian. L’incontro si è svolto nell’ambito dell’attuazione degli accordi raggiunti tra i due paesi, nell’ambito del lavoro congiunto delle commissioni sulle questioni di sicurezza delle frontiere e sulla delimitazione del confine statale armeno-azero . Le parti hanno riaffermato la loro disponibilità a lavorare all’interno delle commissioni sulla demarcazione delle frontiere e altre questioni rilevanti, comprese le questioni di sicurezza delle frontiere. I due hanno anche discusso questioni organizzative e procedurali delle attività congiunte delle commissioni e hanno concordato l’opportunità di utilizzare varie sedi per ulteriori riunioni delle commissioni. È stato raggiunto un accordo per tenere il secondo incontro a Mosca e il terzo a Bruxelles.

(24 mag 22) MOSCHEE NEI TERRITORI OCCUPATI – Il vicepresidente del Comitato statale per il lavoro con le organizzazioni religiose ha dichiarato in una conferenza stampa che sono in corso lavori di costruzione di moschee a Shushi, Hadrut e Mataghis, città occupate dagli azeri con la guerra del 2020.

(23 mag 22) COMMISSIONE CONFINI – A seguito del evrtice di ieri il presidente dell’Azerbaigian Aliyev ha istituito una commissione statale per la demarcazione del confine con l’Armenia guidata dal vice Primo ministro Shahin Mustafayev; Il premier armeno Pashinyan a sua volta ha firmato il decreto che istituisce analogo organismo guidato dal suo vice Mher Grigoryan.

(23 mag 22) ATTIVITA’ AZERE – Una nuova strada che bypassa il corridoio di Lachin è in costruzione secondo quanto dichiarato dal difensore civico di Artsakh Gegham Stepanyan in una conversazione con i giornalisti. “Secondo le mie informazioni, andrà oltre Berdzor e Aghavno. Non c’è ancora una decisione finale sulla popolazione armena di questi insediamenti. Insistiamo sul fatto che la popolazione armena viva lì“, ha osservato il difensore civico. Da notare, ora ci sono circa 150 persone a Berdzor e la scuola non funziona. Prima dell’aggressione azerbaigiana nel 2020, lì vivevano circa millecinquecento persone. Alla domanda se l’intensa costruzione intorno a Shushi sia pericolosa, Gegham Stepanyan ha detto: “Certo che è pericoloso, e prima di tutto perché gli azeri hanno occupato i nostri territori e stanno costruendo illegalmente sul nostro territorio“.

(23 mag 22) ESITI VERTICE TRILATERALE – Al termine del lungo vertice di Bruxelles, il Capo della Commissione europea Charles Michel ha pubblicato sul sito web della Commisione una nota che rissume gli argomenti trattati. Qui la versione in italiano.

(22 mag 22) NO COMMENT PRESIDENZIALE – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha categoricamente rifiutato di commentare l’incontro in corso a Bruxelles tra il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev. Arayik Harutyunyan, che sta partecipando a un forum a Stepanakert, non ha risposto alle domande della stampa, nemmeno ritenendo necessario fermarsi. Tuttavia, i giornalisti, seguendo l’uscente Harutyunyan, hanno rivolto la domanda se avesse un’opinione sull’incontro Pashinyan-Aliyev a Bruxelles, a cui il presidente del Karabakh ha scosso la testa senza voltarsi – o in segno di riluttanza a parlare, oppure mancanza di opinione.

(22 mag 22) INCONTRO ARMENO-AZERO – A Bruxelles si incontrano Pashinyan e Aliyev con il Capo della Commissione europea Michel a fare gli onori di casa. Il precedente incontro si era tenuto il 6 aprile, sempre su iniziativa europea.

(22 mag 22) STATUS ARTSAKH – L’Armenia dovrebbe chiarire cosa significa quando si parla dello status finale di Artsakh, ha detto ai giornalisti il ​​difensore civico di Artsakh Gegham Stepanyan, rispondendo alla domanda che l’Armenia non insiste inequivocabilmente sull’autodeterminazione. “La posizione dell’Armenia, riflessa in sei punti, rileva la previsione di una vita sicura per il popolo dell’Artsakh e il chiarimento dello status finale dell’Artsakh. Credo che l’Armenia dovrebbe chiarire cosa significa dicendo “status definitivo”, e almeno chiarire che questo status non significa far parte dell’Azerbaigian“. All’osservazione che uno dei deputati di governo in Armenia ha annunciato una tale possibilità, Gegham Stepanyan ha reagito: “Per noi questa opzione è inaccettabile. Il popolo di Artsakh non accetterà una tale opzione di soluzione“. Riguardo alla nota affermazione secondo cui la comunità internazionale chiede di “abbassare l’asticella”, il Mediatore ha osservato: “Non so cosa significhi ‘abbassare l’asticella’. Ma so esattamente cosa questo non può significare. La parte dell’Artsakh ha sempre parlato di riconoscere il diritto all’autodeterminazione e all’indipendenza“. Ricorda che anche i copresidenti del Gruppo OSCE di Minsk hanno avanzato proposte contenenti varie opzioni, comprese quelle intermedie. “Ci sono molte alternative, c’è solo un’eccezione: la presenza di Artsakh come parte dell’Azerbaigian“, ha detto Stepanyan, aggiungendo che non pensa che si possa prendere una decisione inaccettabile per Artsakh.

(19 mag 22) SFOLLATI DI GUERRA – Come risultato della guerra scatenata dall’Azerbaigian contro l’Artsakh, 118 comunità di Artsakh completamente e 2 comunità in parte (215 insediamenti in tutto) sono state occupate dall’Azerbaigian secondo quanto dichiarato oggi dal difensore civico di Artsakh Gegham Stepanyan all’Assemblean nazionale. “Da questi insediamenti, 40mila persone sono state deportate con la forza dall’Artsakh, il che ha portato a violazioni senza precedenti dei diritti umani.

(19 mag 22) PRIGIONIERI DI GUERRA – Il difensore civico dell’Artsakh Gegham Stepanyan intervenendo all’Assemblea nazionale del Nagorno Karabakh (Artsakh) ha dichiarato che l’Azerbaigian conferma la presenza di 38 militari e civili in stato di prigionia. Tuttavia, i difensori civici dell’Artsakh e dell’Armenia, così come le organizzazioni per i diritti umani, hanno prove di altre 80 persone tenute prigioniere, per quanto l’Azerbaigian non confermi questi dati. “Questo dà motivo di affermare che l’Azerbaigian nasconde deliberatamente il numero reale dei prigionieri“, ha osservato il Stepanyan. Dei 38 prigionieri, 35 sono militari, 3 civili che sono stati catturati dopo la dichiarazione del 9 novembre 2020. Diciannove civili sono indicati come dispersi. Tra loro ci sono persone la cui presenza in prigionia è confermata dai fatti, ha detto Gegham Stepanyan. Tutti e 38 sono stati condannati in Azerbaigian con accuse falsificate. A questo proposito, la parte armena ha preparato e distribuito un documento all’ONU.

(19 mag 22) PREANNUNCIATO VERTICE TRILATERALE – Il prossimo 22 maggio in Bruxelles è programmato un nuovo incontro tra il premier armeno Pashinyan e il presidente azero Aliyev alla presenza del Capo della Commissione europea Michel.

(18 mag 22) GIORNATA INTERNAZIONALE MUSEI – In occasione della Giornata Internazionale dei Musei, si è aperta oggi presso il Museo statale di storia e geografia di Artsakh una mostra dal titolo “Materiali archeologici scoperti a seguito degli scavi al Mausoleo di Keren”. Il Consigliere del ministro dell’Istruzione, della scienza, della cultura e dello sport della Repubblica dell’Artsakh, la storica Melanya Balayan, ha notato con rammarico che 12 musei – un enorme patrimonio museale – può essere considerato perduto a causa della guerra di 44 giorni. Considera l’auto-organizzazione e il lavoro coerente l’unica salvezza, che porrà fine alle atrocità commesse dal nemico.

(17 mag 22) FORMATO 3+3 – In un’intervista il vice ministro degli Esteri russo, Andrey Rudenko, ha dichiarato che la piattaforma consultiva regionale “3+3” (Azerbaigian, Armenia, Georgia più Russia, Iran e Turchia) istituita nel dicembre 2021 è un meccanismo necessario e prospettico. “I nostri piani sono di utilizzarlo attivamente per sviluppare la cooperazione tra i paesi del Caucaso meridionale e i loro vicini. La logica di tale cooperazione implica una considerazione collettiva di questioni di interesse comune, che non esacerbano le contraddizioni politiche e contribuiscono alla fiducia reciproca” ha affermato aggiungendo che è in corso la preparazione per il secondo incontro del format che dovrebbe tenersi entro la fine di giugno.

(17 mag 22) ASSEMBLEA NAZIONALE – Il parlamento ha riunito in seduta congiunta le commissioni Estero e Finanza per l’esame del bilancio 2021 concernente il Ministero degli Esteri della Repubblica dell’Artsakh, la Società radiofonica e televisiva pubblica, il quotidiano «Azat Artsakh» e il Dipartimento del Turismo.

(13 mag 22) GRUPPO DI MINSK – Il Segretariato dell’OSCE, in una intervista a Radio Liberty, ritiene necessario intensificare gli sforzi per stabilire una pace stabile nella zona di conflitto del Karabakh ma non ha commentato la sorte dell’appello dell’Armenia inviato circa due mesi fa ai copresidenti del Gruppo OSCE di Minsk per organizzare i negoziati con l’Azerbaigian. Questo passaggio testimonierebbe la fine dell’esperienza del Gruppo di Minsk e dei suoi Paesi co-presidenti. L’Armenia e l’Azerbaigian, in quanto Stati membri dell’OSCE, sono consapevoli che l’organizzazione è pronta a fornire qualsiasi supporto, sia nell’ambito del suo mandato che in altri contesti, ha osservato il Segretariato dell’OSCE.

(13 mag 22) CALCIO IN ARTSAKH – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha ricevuto i membri della Federcalcio dell’Artsakh e un gruppo di calciatori dei club. All’ordine del giorno dell’incontro vi erano i programmi volti allo sviluppo e alla divulgazione del calcio, nonché le questioni relative al miglioramento delle infrastrutture calcistiche nella repubblica. Nel suo intervento, il Capo dello Stato ha evidenziato gli sforzi compiuti dalla Federazione per lo sviluppo del calcio e ha assicurato che, nonostante le difficoltà socio-economiche proprie del dopoguerra, il Governo continuerà a tenere sotto i riflettori i programmi di sviluppo sportivo. Harutyunyan ha chiesto informazioni sui problemi che la Federazione deve affrontare e ha dato istruzioni ai funzionari responsabili per risolverli. All’incontro hanno partecipato il Ministro dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport della Repubblica dell’Artsakh Anahit Hakobyan e il Capo dell’Ufficio del Presidente Karen Shahramanyan.

(12 mag 22) COMMISSIONE CONFINI – La commissioni armena e azerbaigiana sulla delimitazione delle frontiere e la sicurezza delle stesse terrà una riunione a Mosca dal 16 al 17 maggio secondo quanto ha affermato il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan in un incontro con il suo omologo russo Sergey Lavrov.

(12 mag 22) MINISTRI DEGLI ESTERI – I ministri degli Affari esteri di Russia, Azerbaigian e Armenia – Sergey Lavrov, Jeyhun Bayramov e Ararat Mirzoyan – si sono incontrati in una riunione trilaterale a Dushanbe, capitale del Tagikistan, nell’ambito della sessione del Consiglio dei ministri degli Esteri della CSI. I ministri degli Affari esteri di Armenia, Russia e Azerbaigian hanno discusso i preparativi per un accordo sulla normalizzazione delle relazioni tra Yerevan e Baku e hanno confermato il loro impegno a rispettare rigorosamente tutte le disposizioni delle dichiarazioni dei leader di Azerbaigian, Armenia e Russia del 9 novembre 2020, 11 gennaio 2021 e 26 novembre 2021. “Hanno preso atto dei progressi nell’attuazione degli accordi trilaterali in settori chiave, compreso lo sblocco dei collegamenti economici e di trasporto nella regione attraverso il gruppo di lavoro trilaterale copresieduto dai vice primi ministri di Russia, Azerbaigian e Armenia, nonché gli sforzi per avviare la delimitazione e la successiva demarcazione del confine azerbaigiano-armeno con l’assistenza consultiva della Russia su richiesta delle parti” si legge tra l’altro in una nota del ministero di Mosca.

(12 mag 22) SCOMPARSA CITTADINA RUSSA – La polizia di Artsakh e il Servizio statale per le situazioni di emergenza, martedì hanno ricevuto un rapporto sulla scomparsa lunedì di Olga Sanikova, cittadina russa che vive a Stepanakert, nella zona del fiume Karkar. La polizia informa che da due giorni gli agenti e i soccorritori stanno effettuando operazioni di ricerca lungo il suddetto fiume ma queste ricerche non hanno ancora prodotto risultati.

(12 mag 22) PRIGIONIERI DI GUERRA – Il ministero degli Esteri dell’Azerbaigian considera “infondate” le accuse mosse dal primo ministro armeno Nikol Pashinyan durante la sua visita nei Paesi Bassi e “dimostrano che la leadership armena è lungi dall’essere sincera sulla questione della normalizzazione delle relazioni tra i due Paesi“. In questi termini si è espressa Leyla Abdullayeva, Capo del Servizio Stampa del Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian. Il premier armeno aveva dichiarato nel corso di una conferenza che l’Azerbaigian detiene almeno 38 prigionieri armeni nonostante la parte armena abbia accettato di consegnare tutte le mappe dei campi minati e abbia riposto fiducia nel fatto che tale gesto umanitario sarebbe stato seguito da analogo passo della controparte azera così come richiesto anche da istituzioni e organizzazioni internazionali. Pashinyan aveva dichiarato che l’ultima promessa azera in tal senso c’era stata in occasione dell’incontro trilaterale con il presidente della Commissione europea Michel. Per Baku gli armeni attualmente detenuti sono “terroristi sabotatori”.

(11 mag 22) AZERI RESPINGONO PROPOSTE ARMENE – In una dichiarazione il ministro degli Esteri azero, Bayramov, ha respinto la proposta armena di neutralizzare le rispettive enclavi assegnandole al Paese nel quale ora si trovano. Il viceministro degli Esteri azerbaigiano Khalaf Khalafov ha poi affermato che i villaggi in Armenia sono azeri e che “il ritorno dei 7 villaggi di Gazakh (Tavush) e Karki (Ararat) sarà effettuato in conformità con i requisiti del processo di delimitazione” mentre Bayramov ha dichiarato che l’Armenia non avanza alcuna pretesa territoriale verso l’Azerbaigian lasciando intendere che la exclave di Artsvaìshen non sarebbe stata presa in considerazione da Yerevan. Intanto oggi, l’ex ombudsman dell’Armenia, Armen Tatoyan, ha presentato una mappa di epoca sovietica che mostra chiaramente come Tigranashen (Karki) non abbia mai fatto parte dell’Azerbaigian.

(11 mag 22) BABAYAN RISPONDE AGLI AZERI – Secondo il ministro degli Esteri dell’Artsakh David Babayan le forze di pace russe rimarranno nella regione fino a una soluzione globale del conflitto tra l’Artsakh e l’Azerbaigian, e così ha risposto al collega azero Bayramov che ieri aveva dichiarato che i russi erano “temporaneamente” dispiegati nella regione. “Loro [cioè gli azeri] comprendono che le forze di pace russe stanno svolgendo un’importante funzione e missione nella regione. Finché c’è una missione russa di mantenimento della pace, c’è Artsakh. Tuttavia, l’assorbimento di Artsakh è un compito importante per Azerbaigian. Come farlo? Il modo più breve per attuare questo programma è l’assenza di forze di pace russe qui. Dopo di che ci sarà una nuova guerra, spargimento di sangue, genocidio, massacro. A questo proposito, abbiamo sempre lodato il ruolo della Russia missione di mantenimento della pace. Crediamo che questa missione continuerà a fare di tutto per mantenere la stabilità e la pace. Inoltre, la Russia ha anche una responsabilità storica per la pace e la stabilità nella regione“, ha aggiunto Babayan.

(10 mag 22) OSSEZIA DEL SUD – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha inviato un messaggio di congratulazioni al Presidente eletto della Repubblica dell’Ossezia del Sud, lo Stato di Alania Alan Gagloev.

(10 mag 22) I TURCHI A SHUSHI – Secondo quanto dichiarato dall’ambasciatore turco in Azerbaigian Cahit Bagci, sono in corso trattative tra i ministeri degli Esteri di Turchia e Azerbaigian per stabilire una sede consolare turca nella città armena occupata di Shushi.

(10 mag 22) COMMISSIONE CONFINI– Il ministro degli Esteri azero Bayramov ha dichiarato che uno degli accordi scaturiti dall’incontro di Bruxelles tra Pshinyan e Aliyev era il varo entro fine aprile di una commissione per la delimitazione dei confini. Secondo il ministro di Baku sarebbe stato raggiunto un accordo per quanto riguarda la composizione delle ripsettive delegazioni che dovrebbero essere guidate dai vice primi ministri. L’Armenia non ha ancora completato la procedura di organizzazione della delegazione.

(10 mag 22) FORZE DI PACE – Il dispiegamento delle forze di pace russe in Karabakh è condotto sulla base della dichiarazione trilaterale ed ha carattere temporaneo secondo quanto dichiarato alla stampa locale il ministro degli Esteri azero Bayramov. Per l’Azerbaigian i problemi sono legati “all’esistenza ancora di unità militari armene nella regione del Karabakh e alle visite illegali in questi territori” .

(9 mag 22) TRIPLICE VITTORIA – Il presidente della repubblica Arayik Harutyunyan ha visitato questa mattina il memoriale di Stepanakert, ha deposto una corona di fiori e ha deposto fiori sul monumento alle vittime della Grande Guerra Patriottica e alle tombe dei martiri della Guerra di liberazione dell’Artsakh. Il presidente era accompagnato dall’alto rango statale e dalla leadership militare di Artsakh, nonché da rappresentanti del corpo legislativo, guidato dal presidente Artur Tovmasyan dell’Assemblea nazionale. Alle ore undici in tutto l’Artsakh è stato osservato un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime delle guerre patriottiche

(9 mag 22) MESSAGGIO DEL CAPO DELLO STATO – Il presidente di Arayik Harutyunyan ha diffuso un messaggio in occasione del 9 maggio. Il messaggio recita quanto segue, in particolare: “Il 9 maggio ha lasciato il segno nella storia del popolo armeno come simbolo del suo spirito amante della libertà e indomabile, coraggio ed eroismo, amore sconfinato per la Patria, devozione e sacrificio di sé. Durante la Grande Guerra Patriottica, i nostri antenati, insieme ad altri popoli dell’Unione Sovietica, hanno combattuto disinteressatamente contro il fascismo, il più grande male contro l’umanità. Siamo orgogliosi che anche Artsakh abbia contribuito in modo significativo a scolpire la vittoria, un terzo della sua popolazione è andato al fronte, dando numerosi eroi dell’URSS, marescialli, ammiragli e comandanti. Le generazioni future hanno continuato le tradizioni eroiche dei loro antenati, costruendo un esercito regolare da gruppi di volontari 30 anni fa, portando a termine con successo l’operazione militare a Shushi e liberando l’antica città fortezza armena. Tuttavia, oggi Shushi è di nuovo prigioniera, come centinaia dei nostri santuari e insediamenti, che vengono distrutti e vandalizzati dall’Azerbaigian. Il loro obiettivo è eliminare completamente la traccia armena e gli stessi armeni, violando tutte le norme ei principi del diritto internazionale. In questi giorni la sicurezza di Artsakh è assicurata dal contingente di pace russo insieme al nostro esercito di difesa. Siamo profondamente grati ai nostri amici per essere stati dalla gente di Artsakh e per averci supportato in ogni modo. A nome delle autorità della Repubblica dell’Artsakh e a nome mio porgo le mie più sentite congratulazioni per queste preziose e amate festività e porgo i miei omaggi alla memoria di tutti i nostri martiri che hanno dedicato la loro vita alla difesa della Patria, alle loro famiglie e parenti. Per il bene della sacra memoria dei nostri eroici nonni, padri e figli, e per il bene delle generazioni a venire, l’Artsakh deve essere sempre armeno e inespugnabile“.

(7 mag 22) SPARI AZERI A SOTK – L’Azerbaigian ha iniziato a sparare intensamente nella mattinata in direzione della miniera d’oro di Sotk che si trova sul confine tra l’Armenia e la regione di Karvachar ora occupata dagli azeri. Il fuoco è durato per circa due ore secondo quanto riferito da Hakob Avetyan, il capo del villaggio di Geghamasar nella provincia di Gegharkunik in Armenia. Un impiegato armeno della miniera è stato ferito, tutti i suoi colleghi sono stati evacuati per misura precauzionale.

(7 mag 22) FORZE DI PACE RUSSE – Non si parla di ritirare le forze di pace russe dall’Artsakh (Nagorno-Karabakh). Il segretario Armen Grigoryan del Consiglio di sicurezza dell’Armenia ne ha parlato a Factor TV, rispondendo alla domanda che la dichiarazione trilaterale con il presidente del Consiglio europeo non menzionava le forze di pace, se la soluzione al problema dell’Artsakh implichi anche la rimozione delle forze di pace russe.

(5 mag 22) DETENUTI AZERI – Non ci sono in Armenia persone di origine azerbaigiana – legate al conflitto – che i rappresentanti del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) potrebbero visitare secondo quanto riferito ai giornalisti a Baku da Ilaha Huseynova, capo del dipartimento di pubbliche relazioni dell’ufficio di Baku del CICR. Huseynova ha osservato che al momento le due parti non hanno detenuti dal tempo della prima guerra del Karabakh, all’inizio degli anni ’90 e che però ci sono persone di origine armena detenute in Azerbaigian.

(5 mag 22) QUESTIONE KARABAKH – Un accordo di pace con l’Azerbaigian significa anche una soluzione alla questione del Nagorno-Karabakh (Artsakh) secondo il segretario Armen Grigoryan del Consiglio di sicurezza dell’Armenia durante la conferenza stampadi oggi. Secondo lui, l’Armenia vede questa decisione nel garantire la sicurezza ei diritti degli armeni dell’Artsakh. “Sulla base di ciò, è necessario accettare lo status di Karabakh. E sulla base di ciò, devono esserci garanzie di sicurezza. Non sappiamo quali garanzie istituzionali ci saranno. Se prendiamo una decisione e vediamo che la sicurezza e i diritti degli armeni [di Artsakh] sono assicurati, saremo d’accordo“, ha detto Grigoryan aggiungendo che in risposta ai cinque punti dell’Azerbaigian, sono state ricevute le proposte dell’Armenia, composte da sei punti. “Questi due pacchetti dovrebbero essere combinati e dovrebbero iniziare le discussioni. C’è comprensione su questo argomento, sia dall’Azerbaigian che da altri partner internazionali. L’Armenia ha notato che per avere un accordo di pace globale, anche la questione del Karabakh deve essere risolta. Non ho visto Baku rifiutare pubblicamente le nostre proposte“, ha sottolineato il funzionario armeno.

(5 mag 22) SCAMBIO DI ENCLAVI – Il segretario Armen Grigoryan del Consiglio di sicurezza dell’Armenia durante la odierna conferenza stampa al governo ha dichiarato che una possibile soluzione riguardante i territori delle enclavi potrebbe essere lo scambio delle stesse. La possibile opzione per la soluzione della questione delle enclavi è che le enclavi dell’Armenia rimangano in Azerbaigian e le enclavi azerbaigiane, che si trovano nel territorio dell’Armenia, rimangano in Armenia. “Ci sono enclavi su entrambi i lati. C’è un’enclave [armeno] nel territorio dell’Azerbaigian [cioè, Artsvashen] e ci sono enclavi [dell’Azerbaigian] nel territorio dell’Armenia. La superficie di quei territori è praticamente la stessa“, ha affermato Grigoryan. Nel corso della medesima conferenza ha altresì commentato le parole di Aliyev (secondo il quale il “corridoio di Zangezur è una realtà”) affermando che “Nulla è cambiato a Syunik [Provincia] o nel territorio dell’Armenia, in generale. E se il presidente dell’Azerbaigian [Ilham] Aliyev, parlando del “corridoio di Zangezur”, significa questo, allora possiamo dire che una tale realtà è accettabile per noi“.

(5 mag 22) HARUTYUNYAN A MARTUNI – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha incontrato a Martuni i funzionari dell’amministrazione della regione e i leader della comunità. Il Capo dello Stato ha riflettuto sui programmi socioeconomici nell’Artsakh, osservando che il lavoro volto a eliminare le conseguenze della guerra del 2020 dovrebbe essere continuato a un ritmo accelerato, interessando, oltre ai programmi di difesa, anche quelli nel settore dell’edilizia abitativa e dell’agricoltura. Toccando la difficile situazione geopolitica e di sicurezza, Harutyunyan ha osservato che, sulla base della dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, l’Artsakh continua a mantenere la sua visione per il futuro e sulla base della direzione dell’indipendenza e della costruzione dello Stato adottata tre decenni fa.

Il Ministero dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) ha rilasciato, il 2 aprile,  la seguente dichiarazione:

Il 24 marzo 2022, a seguito dell’aggressione azerbaigiana, l’area intorno al villaggio di Parukh nella regione di Askeran della Repubblica dell’Artsakh, l’ex insediamento di Karaglukh e l’omonima altura, sono stati occupati dal nemico e le Forze armate azere hanno immediatamente dato seguito al noto copione della distruzione del patrimonio storico e culturale armeno nel territorio occupato.

Oltre alla sua importanza strategica, la zona è importante anche per il suo ambiente storico-culturale e storico-naturale unico. Secondo l’elenco statale dei monumenti immobili di cultura e storia, nei suddetti territori sono ufficialmente censiti circa 20 monumenti, di cui 2 chiese (una di queste è la chiesa della “Santa Madre di Dio” del XIII secolo, foto allegata), la famosa fortezza di Shikakar-Karaglukh, monumenti culturali di valore archeologico, cimiteri, khachkar [(croci di pietra)], lapidi. Qui si trova anche la grotta di Shikakar, dove nel 2011 è stata condotta una ricerca dalla spedizione archeologica internazionale di Azokh.

Va però sottolineato che l’area non è stata ancora sufficientemente studiata, come confermano anche le ricerche condotte nell’area nel dicembre 2021, a seguito delle quali sono stati scoperti altri trenta monumenti.

Attesa l’amara esperienza della politica dell’odio anti-armeno dell’Azerbaigian, allorchè quel Paese organizza e incoraggia al più alto livello il vandalismo culturale nei territori occupati dell’Artsakh, possiamo dichiarare con sicurezza che anche il patrimonio storico e culturale di Parukh e Karaglukh sotto l’occupazione dell’Azerbaigian è in pericolo.

Le nostre preoccupazioni diventano più sostanziali dopo aver visto il video pubblicato dall’agenzia di stampa azerbaigiana AZTV il 30 marzo 2022, che mostra i resti umani riesumati dagli azeri. La macchina della propaganda azerbaigiana, ricorrendo a un metodo ingannevole e insidioso, presenta questo fatto come una sepoltura di massa di azeri nel villaggio di Ivanyan (in azerbaigiano Khojaly), a seguito delle ostilità del 1992. Tuttavia, la realtà è completamente diversa. In particolare:

1. Sebbene la parte azerbaigiana ricorra da tempo alla falsificazione, accusando la parte armena del massacro degli azeri nel villaggio di Ivanyan, ci sono prove inconfutabili che le forze armate dell’Artsakh abbiano fornito un corridoio umanitario alla popolazione civile prima e durante le ostilità, e questo massacro è avvenuto dai militanti dell’opposizione azerbaigiana nella periferia di Akna (l’azerbaigiana Aghdam) che è sotto il loro controllo. Intendevano usare il massacro in Azerbaigian come base per il colpo di stato, riconosciuto anche dall’allora presidente Ayaz Mutalibov.

2. Sulla base dell’analisi di sufficienti dati fattuali, geografici e culturali di cui disponiamo, diventa chiaro che il filmato sopra menzionato è stato girato nel cimitero armeno di Parukh chiamato “Kalen Khut“, che risale al IX-XII secolo (mappa allegata). Pertanto, le ossa presentate sono i resti celesti di un vecchio cimitero armeno.

A) Esperti che hanno familiarità con l’area e gli abitanti di Parukh affermano che il video è stato girato nel cimitero “Kalen Khut“.

B) Basta uno sguardo di culturologi e archeologi per stabilire che i crani umani presentati nel video hanno una struttura brachicefalica (a testa tonda) di tipo antropologico armenoide tipica degli armeni, mentre la popolazione dell’Azerbaigian ha struttura dolicocefalica (a testa lunga) di cranio di tipo antropologico del Caspio (foto allegate).

C) Tutte le ossa presentate hanno una superficie liscia, il che in senso archeologico significa che non hanno 30 anni, ma secoli, mentre gli antenati nomadi della popolazione azerbaigiana hanno invaso queste parti dell’Artsakh solo nei secoli 18-19.

3. Inoltre, la macchina di propaganda azerbaigiana utilizza un argomento così infondato e falso che si può anche sostenere che il villaggio di Ivanyan (azero Khojaly) si trova ad almeno 17 chilometri da Parukh (mappa allegata). È chiaro che le ostilità a Ivanyan non potevano avere nulla a che fare con Parukh.

I fatti sopra citati sono così eloquenti che dobbiamo registrare ancora una volta non solo un altro episodio di distruzione del patrimonio culturale armeno da parte azerbaigiana, ma anche la falsificazione anti-armena e il tentativo di ingannare il proprio popolo e la comunità internazionale.

Pertanto, tenendo conto dei crimini sistematici e deliberati commessi dall’Azerbaigian nei decenni precedenti contro il ricco patrimonio culturale armeno e cristiano, che hanno acquisito nuovo slancio dalle ostilità del 2020 e sono stati registrati da molte organizzazioni internazionali, inclusa la risoluzione adottata dal Parlamento europeo il 9 marzo 2022, chiamiamo l’interna comunità nazionale, le organizzazioni per i diritti umani e le organizzazioni per la protezione del patrimonio culturale a non mostrare indifferenza e ad adottare misure contro l’etnocidio culturale commesso dall’Azerbaigian.
Ci rammarichiamo che fino ad oggi l’UNESCO, nonostante i suoi impegni e la sua missione, non abbia inviato una missione conoscitiva nei territori occupati dell’Artsakh e non eserciti sforzi significativi per prevenire la commissione di nuovi crimini da parte dell’Azerbaigian.

[traduzione e grassetto redazionale]

mappa della zona
Chiesa della Santa madre di Dio a Karaglukh
Scletri riesumati dagli azeri e attribuiti a loro connazionali di Ivanjan
Ossa di armeni (9-12° secolo) vandalizzate dagli azeri