Tag Archivio per: autodeterminazione dei popoli

(29 set 22) AMBASCIATORI IN VISITA – Un gruppo di ambasciatori di Paesi esteri e rappresentanti di organizzazioni internazionali accreditate in Armenia si è recato in visita nella provincia di Gegharkunik per vedere i danni causati dalla recente aggressione militare azerbaigiana. Prima i diplomatici hanno visitato il villaggio di Sotk, dopo il villaggio di Kut, e quindi si è tenuta una sessione di domande e risposte con il vice capo di stato maggiore delle forze armate dell’Armenia nella città di Vardenis. Fra i Paesi partecipanti anche l’Italia.

(28 set 22) MORTI TRE SOLDATI ARMENI – A seguito dei bombardamenti azeri con colpi di mortaio in direzione di Jermuk, tre soldati delle forze armate dell’Armenia sono deceduti. Lo ha comunicato ufficialmente il ministero della Difesa. I militari caduti sono il tenente colonnello Nahapet Margaryan, il sergente Hovhannes Sukiasyan e il soldato Edward Hovhannisyan. “Il Ministero della Difesa della Repubblica di Armenia condivide il dolore della perdita e porge le condoglianze alle famiglie, agli amici e ai compagni dei soldati caduti“, ha affermato il ministero in un comunicato.

(28 set 22) VIOLAZIONI AZERE – A partire dalle 18 (ora locale), le forze armate azere hanno iniziato a sparare mortai e armi leggere di grosso calibro contro le posizioni armene sul lato orientale del confine dell’Armenia. Secondo il servizio stampa del ministero della Difesa di Yerevan, la parte armena ha fatto ricorso ad azioni di ritorsione. Fonti dell’Azerbaigian riferiscono che soldato azero è rimasto ferito.

(28 set 22) TROVATO VIVO SOLDATO ARMENO – Il soldato Samvel G. Antanyan, un militare delle forze armate armene che era disperso in azione dal 14 settembre dopo che l’Azerbaigian aveva lanciato l’attacco su larga scala contro l’Armenia, è stato trovato vivo. Lo ha comunicato il ministero della Difesa di Yerevan precisando che le condizioni di salute del militare sono soddisfacienti.

(27 set 22) PRIGIONIERI DI GUERRA – Nel corso di un convegno (“Il secondo anniversario della guerra: quali strumenti di diritto internazionale vengono implementati, cosa si può fare?”) un rappresentante degli interessi dei prigionieri di guerra armeni presso la CEDU, Siranush Sahakyan, ha dichiarato che al momento 156 prigionieri di guerra armeni sono stati rimpatriati grazie agli sforzi legali e politici, ma purtroppo ci sono ancora molte persone che sono detenute in Azerbaigian. “Naturalmente, un problema estremamente importante è che abbiamo circa 80 prigionieri di guerra, ufficialmente non accettati dalle autorità azere, che sono stati scomparsi con la forza durante questo periodo. Ufficialmente, il numero di prigionieri di guerra detenuti in Azerbaigian prima delle ostilità del 13 settembre era 33, ma nel dopoguerra si registrano già circa 20 nuovi casi di prigionia, la stragrande maggioranza è già stata confermata a livello ufficiale, ma siamo in attesa di risposte tramite la CEDU in un prossimo futuro, quindi potremo più chiaramente confermare le informazioni sulle persone catturate prigionieri di guerra durante gli ultimi incidenti“, ha detto Sahakyan.

(27 set 22) ANNIVERSARIO GUERRA – Ricordato in tutto lo Stato il secondo anniversario dell’inizio della guerra scatenata dall’Azerbaigian contro la repubblica del Nagorno Karabakh (Artsakh). Un minuto di raccoglimento è stato osservato in tutto il Paese alle ore undici (locali).
Il presidente della repubblica, Arayik Harutyunyan, accompagnato da un gruppo di alti funzionari, ha visitato il Parco dei combattenti per la libertà nella capitale Stepanakert e ha deposto fiori sulla targa in memoria dei caduti nei 44 giorni di guerra nel autunno 2020.
Successivamente, il Capo dello Stato, insieme a rappresentanti del clero, al terzo Presidente dell’Artsakh Bako Sahakyan e a funzionari del potere esecutivo e legislativo, ha preso parte alla processione della croce dedicata ai predetti caduti.

(26 set 22) AMBASCIATA BRITANNICA – In un commento dell’ambasciata britannica a Yerevan viene affermato che le forze armate devono ritirarsi nelle posizioni in cui si trovavano prima dello scoppio delle ostilità eche l’unico modo per risolvere il conflitto è attraverso la diplomazia.

(23 set 22) NUOVA PROVOCAZIONE AZERA – Verso le 19:30 (ora locale), una delle divisioni delle forze armate azere ha lanciato una provocazione, cercando di penetrare nella parte posteriore di una delle postazioni di combattimento armene situata nella direzione orientale del confine armeno-azero. Il Ministero della Difesa armeno ha comunicato che, grazie alle abili azioni dei reparti delle Forze armate armene, l’avversario è stato ricacciato nelle posizioni originarie senza perdite per la parte armena.

(23 set 22) PRIGIONIERI ARMENI – Funzionari della Croce Rossa Internazionale hanno visitato in Azerbaigian i soldati armeni catturati dieci giorni fa nel corso dell’attacco azero all’Armenia.

(23 set 22) BEGLARYAN CHIEDE SANZIONI – Se uno stato vuole davvero la pace e la stabilità in Armenia e cerca di prevenire la nuova aggressione dell’Azerbaigian e gravi violazioni del diritto internazionale, dovrebbe affermare chiaramente che imporrà sanzioni contro l’Azerbaigian in caso di attacco all’Armenia, ha scritto il ministro di Stato dell’Artsakh Artak Beglaryan su social media. “Con il sostegno incondizionato e l’impunità della Turchia per precedenti aggressioni e crimini, le autorità azere sentono di poter risolvere qualsiasi problema con la forza.”

(21 set 22) ALTRE MINACCE DI ALIYEV – Nel corso di una visita a Lachin (Berdzor) il presidente dell’Azerbaigian ha pronunciato un discorso molto violento nei confronti dell’Armenia minacciandola ancora una volta (“Ancora una volta voglio dire che nessuno e niente può fermarci.”). quanto ai confini ha dichiarato che siccome non erano presenti delimitazioni di frontiera (tra Armenia e territorio Artsakh ora sotto controllo azero) allora vuol dire che non c’è alcun confine e i suoi soldati possono tranquillamente avanzare sulla loro terra…

(21 set 22) INDIPENDENZA ARMENIA – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha diffuso un messaggio in occasione dell’anniversario del Giorno dell’Indipendenza dell’Armenia:
Oggi ricorre il 31° anniversario dell’Indipendenza della Repubblica di Armenia. Simboleggia la lealtà del popolo armeno ai valori universali e nazionali, il suo spirito amante della libertà e la volontà incrollabile di lottare per questi valori.
Una Patria forte, fiorente e sviluppata è il sogno caro di tutti gli armeni della Madre Armenia, dell’Artsakh e della Diaspora. E unirsi attorno a quel sogno è l’imperativo del giorno e l’unico modo giusto per tradurlo in vita: non abbiamo alternative. Oggi, gli armeni si trovano ancora una volta ad affrontare nuove serie sfide, che rappresentano una minaccia per lo Stato armeno, l’identità nazionale e il futuro. Il momento è cruciale per il nostro popolo e per il mondo armeno che ha una storia e una civiltà secolari.

Quindi, difendiamo tutti insieme, con determinazione e fermezza, pieni di fede e saggezza, sosteniamo lo Stato armeno indipendente, manteniamolo forte e inviolabile, per il bene della sacra memoria di tutti i nostri martiri e delle generazioni a venire. Pace e prosperità alla nostra Patria e al popolo!

(21 set 22) FORZA DI PACE RUSSA – I leader delle fazioni dell’Assemblea nazionale dell’Artsakh si sono incontrati con Andrey Volkov, il comandante delle truppe russe di mantenimento della pace in Artsakh. Sottolineando il ruolo della missione russa di mantenimento della pace nell’Artsakh nel garantire la stabilità nella regione, hanno discusso la situazione generale nonché gli sviluppi attuali e futuri nella regione. La discussione ha riguardato anche la situazione nella nuova rotta del corridoio di Lachin la cui sicurezza è stata ribadita dal comandante Volkov.

(20 set 22) INCONTRO A STEPANAKERT – Ruben Vardanyan, un noto uomo d’affari e imprenditore sociale, ha incontrato il secondo e il terzo presidente della Repubblica Artsakh, Arkady Ghukasyan e Bako Sahakyan. Durante l’incontro sono state affrontate questioni relative alle minacce alla madrepatria, alle sfide geopolitiche, alla sicurezza, alla conservazione dell’Artsakh armeno e al suo sviluppo.

(20 set 22) INCONTRO HARUTYUNYAN – Il presidente della repubblica Arayik Harutyunyan ha incontro il primo presidente dell’Armenia Levon Ter-Petrosyan nella residenza privata di quest’ultimo in Armenia. Secondo quanto riferisce un portavoce, sii sono scambiati opinioni sulla situazione attuale in Armenia e nell’Artsakh e sulle future linee di azione che ne deriveranno.

(20 set 22) CONSEGNATI ALTRI CORPI – L’Azerbaigian ha trasferito all’Armenia i corpi di 95 soldati armeni caduti in battaglia. Il numero di vittime armeni e persone scomparse a seguito dell’aggressione militare della scorsa settimana da parte della parte Azerbaijani ha raggiunto 207, tra cui 3 civili uccisi, 2 civili sono considerati dispersi, 293 militari e 3 civili sono stati feriti e 20 soldati sono stati fatti prigionieri di Azerbaigian. Il 17 settembre, il lato azero aveva consegnato i corpi di 32 soldati armeni caduti.

(19 set 22) INCONTRO MINISTRI ESTERI – Il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan e il ministro degli Esteri azerbaijani Jeyhun Bayramov si sono incontrati a New York con la mediazione del Segretario di stato degli Stati Uniti Antony Blinken. L’incontro è stato organizzato su iniziativa del Segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York a seguito dell’attacco su larga scala dell’Azerbaigian al territorio armeno.

(17 set 22) NUOVA MANIFESTAZIONE – Questa sera in piazza della Rinascita a Stepanakert, per la terza volta consecutiva, nuova manifestazione popolare con richiesta di chiarimenti sul futuro dell’Artsakh. Il presidente della repubblica Harutyunyan ha annunciato che rilascerà un video messaggio lunedì 19.

(17 set 22) PRIGIONIERI DI GUERRA – Sarebbero almeno dieci (o forse anche qualcuno di più) i prigionieri armeni in mano dell’Azerbaigian.Lo riferisce il rappresentante dell’Armenia alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.La parte armena aveva catturato un azero (vi abbiamo mostrato il video mentre era sottoposto a medicazioni) ma presumibilmente lo ha dovuto rilasciare: sembra infatti, come vi abbiamo scritto ieri, che gli azeri abbiano catturato un armeno della squdre di emergenza impegnate in un reciproco scambio di corpi e lo abbiano rilasciato in cambio del loro soldato.

(17 set 22) CORTE DI GIUSTIZIA – L’Armenia il prossimo 19 settembre farà partire una richiesta alla Corte di giustizia internazionale denunciando i crimini di guerra delle forze armate azere durante il loro attacco all’Armenia.

(17 set 22) SITUAZIONE – Secondo quanto riferisce il ministero della Difesa di Yerevan non sono stati segnalati cambiamenti nella notte sul teatro degli scontri. Ci sarebbero ancora uno o due gruppi di soldati azeri nel territorio armeno e sono in corso le ricerche per stanarli.

(16 set 22) BABAYAN IN ARTSAKH – Dal 15 il ministro degli Esteri dell’Artsakh, Davit Babayan, è negli Stati Uniti. Oggi ha visitato l’Ambasciata della Repubblica di Armenia a Washington e ha incontrato il personale dell’Ambasciata. Sono state discusse questioni relative agli sviluppi regionali, alla promozione degli interessi dell’Artsakh negli Stati Uniti e al consolidamento della trinità armena. Lo stesso giorno, il ministro ha avuto un incontro con la dirigenza dell’Assemblea armena d’America guidata dal direttore esecutivo Bryan Ardouny. È stata discussa un’ampia gamma di questioni relative alle relazioni tra patria e diaspora e ai recenti sviluppi regionali. Il ministro ha molto apprezzato il ruolo dell’Assemblea armena d’America nello sviluppo dell’Artsakh e nella promozione degli interessi del popolo dell’Artsakh. Agli incontri hanno partecipato il Vice Ministro dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport della Repubblica dell’Artsakh Lernik Hovhannisyan e il Rappresentante Permanente della Repubblica dell’Artsakh negli Stati Uniti e in Canada Robert Avetisyan.

(16 set 22) AGGIORNAMENTI – Il numero di vittime armene (ancora provvisorio) è salito a 135. Sono al momento 209 gli edifici civili danneggiati dall’attacco azero. * La missione di monitoraggio della CSTO è arrivata in Armenia per monitorare la situazione nella zona di aggressione dell’Azerbaigian. * Il soccorritore armeno scomparso a Nerkin Khand mentre era impegnato nelle operazioni di recupero e reciproca consegna dei corpi è stato catturato dagli azeri ed è stato scambiato con un militare azerbaigiano. *Il Capo di Stato Maggiore Generale delle Forze Armate della Repubblica di Armenia, Eduard Asryan, ha dichiarato che l’obiettivo dell’azione azera era conquistare la città di Martuni sulle sponde meridionali del Lago Sevan. * Sono 290 le abitazioni civili armene danneggiate.

(16 set 22) RISULTATI DELL’AZIONE AZERA – La città di Jermuk è la direzione in cui l’Azerbaigian ha avuto un certo successo a seguito dei suoi attacchi ed è penetrato nel territorio sovrano dell’Armenia, con un fronte largo 8,5 chilometri e profondo fino a 7,5 chilometri. Lo ha affermato Edvard Asryan, capo di stato maggiore delle forze armate armene, in un incontro tenutosi a Jermuk e con la partecipazione di ambasciatori di 30 paesi e rappresentanti di organizzazioni internazionali.
Questi raid sono stati effettuati in gruppi, squadre, alcune delle quali sono sotto il diretto controllo delle nostre divisioni, e anche nei blocchi. Attualmente, i gruppi dell’unità delle forze armate azere si trovano a 4,5 chilometri da Jermuk“, ha detto , aggiungendo che prima dell’inizio delle operazioni militari, l’avversario si trovava a 11-12 chilometri da Jermuk. “Nelle altre cinque direzioni, i successi delle unità delle forze armate dell’avversario non possono essere paragonati alle profondità di penetrazione in direzione di Jermuk, ma ci sono anche profondità di penetrazione di 1-2 km nelle direzioni, in direzione di Nerkin Hand [villaggio] , hanno guadagnato un certo vantaggio posizionale nella direzione dei [villaggi di] Shorzhas. In altre zone, siamo riusciti a respingere l’avversario. Nella direzione di Ishkhanasar [villaggio], hanno avuto successo di una profondità di circa la metà un chilometro“, ha aggiunto il capo di stato maggiore dell’esercito armeno.

(15 set 22) HARUTYUNYAN A YEREVAN – Il presidente dell’Artsakh ha partecipato alla riunione del Consiglio di sicurezza dell’Armenia. “Sono informato in dettaglio di tutte le discussioni internazionali tenute dalle autorità della RA [(Repubblica d’Armenia)] ad alto livello durante questo periodo sulla questione dell’Artsakh, poiché le consultazioni congiunte si svolgono regolarmente. Sottolineo che, secondo l’accordo raggiunto con le autorità RA, gli interessi e le opinioni del popolo della Repubblica dell’Artsakh devono essere assolutamente presi in considerazione in qualsiasi documento relativo all’Artsakh che deve essere firmato da loro. Dovrei aggiungere che fino ad ora non esiste nemmeno una bozza di documento in quel contesto“, ha dichiarato il presidente dell’Artsakh. “Nel mio discorso rivolto ai nostri colleghi di AR, ho letteralmente espresso tutte le nostre preoccupazioni, sottolineando che nessun documento può subordinare il diritto e le aspirazioni del nostro popolo a vivere libero e sovrano. Le autorità della Repubblica Armena hanno riaffermato che nessun documento relativo all’Artsakh sarà firmato senza discuterne con le autorità dell’Artsakh e tenendo conto dell’opinione del nostro popolo“, ha aggiunto il presidente dell’Artsakh.

(15 set 22) SITUAZIONE ARMENIA – La situazione nelle zone interessate dall’attacco azero è stata nella notte e per tutta la giornata relativamente calma. L’Armenia denuncia 191 case civili danneggiate (60 distrutte) a causa dei bombardamenti azeri. * Nella mattinata, una delegazione di partiti dell’Artsakh si è recata in Armenia per incontri politici. Ieri sera circolava voce di una richiesta di impeachment dell’opposizione nei confronti di Pashinyan; ma serviva il supporto di almeno 18 deputati di maggioranza e al momento non sembra raggiunto il quorum. * Il Catholikos Aram I, in Libano ha pronunciato forti parole sostenendo che “è imperativo intraprendere una resistenza popolare a livello nazionale”. * L’ex ombudsman dell’Armenia, Armen Tatoyan, ha dato il suo appoggio ai cittadini che protestavano ieri sera davanti al parlamento e in piazza della Repubblica. È l’uomo nuovo dell’Armenia intorno al quale l’opposizione potrebbe unirsi. Anche la ex Addetta Stampa del ministero degli Esteri, Anna Naghdalyan, si è schierata dalla parte dei manifestanti. * Il presidente dell’Artsakh ha partecipato a Yerevan a una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Armenia nel corso della quale è stata esclusa la firma su documenti interessanti l’Artsakh. * Il Capo del CSTO, gen. Zas, è arrivato a Yerevan. Malumore in molti ambienti politici armeni che ipotizzano l’uscita del Paese dall’organizzazione che non è intervenuta con prontezza per fermare l’attacco azero. * Riunito a New York il Consiglio di Sicurezza dell’Onu. La Francia chiede il rispetto dell’integrità territoriale dell’Armenia mentre l’Indi etichetta l’Azerbaigian come Paese aggressore. L’Armenia dal canto suo denuncia il bombardamento di insediamenti civili e in particolare della località turistica di Jermuk. Inoltre accusa l’Azerbaigian di preparare una nuova offensiva, questa volta dal Nakhchivan per occupare il corridoio del Syunik. * L’Iran ha ribadito che non accetterà alcuna modifica dei confini con l’Armenia.

(14 set 22) POLITICA ARMENA IN FERMENTO – Pashinyan non dovrebbe andare al vertice dell’Organizzazione di Shangai previsto a Samarcanda a caiusa della situazione in Armenia. Sembra invece confermato un incontro fra i ministri degli Esteri a fine mese. In parlamento il premier armeno ha ribadito che l’Armenia si è appellata al CSTO invocando l’art. 4 del trattato per il ripristino dell’integratà territoriale del Paese ed ha anche ventilato l’ipotesi che possa essere dichiarata la legge marziale. Rivolgendosi ai parlamentari il primo ministro ha confermato che nell’ultimo vertice trilaterale di Bruxelles l’Armenia ha presentato un nuovo pacchetto di proposte; ha altresì informato sul numero delle vittime accertate e sui guadagni territoriali del nemico (riferiti ulteriori dieci chilometri quadrati). A sorpresa (visto il momento) ha ribadito che vuole firmare un accordo di pace che riconosca l’integrità territoriale dell’Azerbaigian ma assicuri una pace definitiva all’Armenia. Nessuna specifica annotazione sul destino del Nagorno Karabakh. Fuori dal parlamento di Yerevan si sta raccogliendo una folla di manifestanti che chiede le sue dimissioni.

(14 set 22) PROSEGUONO GLI ATTACCHI AZERI – Nonostante un’annunciata tregua, sono ripresi gli attacchi azeri contro insediamenti della repubblica di Armenia. In particolare i bombardamenti anche con droni si sono concentrati in direzione di Jermuk e Sotk ma hanno interessato anche altre località. A verin Shorzha una trentina di abitazioni civili sono state danneggiate. Colpita nella zona anche una caserma che ospitava soldati russi della guardia di frontiera. Il premier armeno Pashinyan dichiara che le vittime armene accertate sono 105. In mattinata 30 feriti sono stati portati all’ospedale di kapan, 15 nella capitale.

(13 set 22) SITUAZIONE IN ARTSAKH – Ad oggi la situazione rimane calma e non sono segnalate particolari criticità lungo la linea di contatto. Tuttavia il ministero della Difesa di Stepanakert teme che l’Azerbaigian stia preparando il terreno per una nuova azione bellica.

(13 set 22) MESSAGGIO MINISTERO ESTERI ARTSAKH – Il Ministero degli Affari Esteri dell’Artsakh condanna fermamente le azioni aggressive scatenate dall’Azerbaigian contro la Repubblica di Armenia il 13 settembre, bombardando il territorio sovrano dell’Armenia e usando la forza. “Queste azioni sono una vivida manifestazione dell’odio armeno e della politica genocida, una grave violazione del diritto e delle norme internazionali. Invitiamo la comunità internazionale a condannare rigorosamente le azioni aggressive dell’Azerbaigian, astenendosi da appelli e valutazioni amorfi e senza indirizzo, e ad adottare misure appropriate contro l’aggressore. Esprimiamo le nostre condoglianze alle famiglie dei caduti e formuliano auguri di pronta guarigione ai feriti.

(13 set 22) ATTACCO ALL’ARMENIA – Poco dopo la mezzanotte ora locale l’Azerbaigian ha attaccato l’Armenia con pesanti cannoneggiamenti e bombardamenti su tutto il confine orientale. Presi di mira insediamenti civili e militari, colpite città e villaggi. Il Primo ministro Pashinyan (che ha telefonato a Macron, Putin e Blinken) ha riferito in mattinata in parlamento riportando la notizia di 49 caduti ma i soldati armeni uccisi potrebbero essere di più. L’Armenia ha chiesto l’intervento del CSTO per l’applicazione dell’accordo di mutua difesa e si è riunito il consiglio dell’organizzazione. Seduta anche urgente del Consiglio dell’Osce mentre la questione è stata sollevata tramite Armenia e Francia al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Votazione del parlamento europeo che chiede l’applicazione di sanzioni a carico dell’Azerbaigian. La tregua richiesta dalla Russia è durata solo poche ore e nel pomeriggio gli azeri hanno ripreso l’attività bellica.

(12 set 22) ISTITUITO IL CONSIGLIO PUBBLICO – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha firmato un decreto sull’istituzione di un Consiglio pubblico, è un organo consultivo, i cui membri saranno eletti ex gratia (volontari) su base pubblica. Secondo il decreto, è stato approvato lo statuto del Consiglio e sono stati nominati 8 membri, che organizzeranno il processo di elezione degli altri 17 membri della struttura nei termini previsti dallo statuto del Consiglio. Il decreto entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione ufficiale e resta in vigore fino alla fine del mandato del Presidente ad interim della Repubblica dell’Artsakh.

(12 set 22) AIUTI USA PER LO SMINAMENTO – Gli Stati Uniti hanno stanziato 2 milioni di dollari per lo sminamento nella zona di conflitto del Nagorno-Karabakh (Artsakh) secondo quanto annunciato dal Dipartimento di Stato. “Per promuovere la pace e la cooperazione regionale, gli Stati Uniti sono lieti di annunciare 2.000.000 di dollari per operazioni di sminamento umanitario nelle aree colpite dagli intensi combattimenti dell’autunno 2020 tra le forze armene e azere nel Caucaso meridionale. Le mine antiuomo e gli ordigni inesplosi nella zona del conflitto continuano a uccidere e mutilare i civili, bloccare lo sviluppo economico e impedire il ritorno sicuro delle comunità sfollate“, si legge in una nota dei media del Dipartimento di Stato.

(12 set 22) KARABAK TELECOM – Il termine di validità per l’utilizzo delle radiofrequenze dell’operatore di telefonia dell’Artsakh è stato prorogato a tutto il 2031 dalla Commissione statale dell’Artsakh per la regolamentazione dei servizi pubblici e della concorrenza economica.

(12 set 22) SPARI AZERI – Nella notte e nella mattinata colpi di arma da fuoco sono stati indirizzati da postazioni azere contro i villaggi di Karmir Shouka e Taghavard. colpite alcune abitazioni ma nessun ferito.

(9 set 22) INTERROGATI I SOLDATI RILASCIATI – I cinque detenuti armeni che sono stati rimpatriati dall’Azerbaigian ieri sono stati interrogati oggi presso il Dipartimento Generale Investigativo Militare del Comitato Investigativo dell’Armenia. Questa informazione è stata confermata da Vardan Tadevosyan, addetto stampa del Comitato Investigativo dell’Armenia. Intanto, giunge dal presidente della Commissione europea, Charles Michel, una nota di soddisfazione per il rilascio dei prigionieri di guerra dopo il vertice trilaterale del 31 agosto scorso a Bruxelles.

(9 set 22) RIFORME COSTITUZIONALI – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha convocato una consultazione di lavoro sul progetto di riforma costituzionale che è stato discusso in questa riunione con la partecipazione dei rappresentanti delle forze parlamentari dell’Artsakh.

(8 set 22) RILASCIATI CINQUE PRIGIONIERI ARMENI – Dopo le voci diffusesi nella giornata relative a uno “sconto” di pena per quattro prigionieri di guerra armeni, in serata il Consiglio di sicurezza dell’Armenia ha confermato il rilascio di cinque compatrioti. Si tratta di: Martin Aghramanya , nato il 28.05.1996 (Gyumri), Ashot Gevorgyan, nato il 30. 06.1998 (Gyumri), Feliks Grigoryan, nato il 23.12.1996 (Gyumri), Varazdat Manukyan, nato il 07.07.1990 (Gyumri), Edik Hovsepyan, nato il 02.08.1999 (Van).

(6 set 22) EX MINISTRO DIFESA – Parlamentari dell’Assemblea nazionale di Artsakh hanno presentato una petizione al procuratore generale Artur Davtyan e al presidente Argishti Kyaramyan del Comitato investigativo dell’Armenia, con una richiesta di rivedere la misura di arresto preventiva applicata a Mikayel Arzumanyan—ex ministro della Difesa dell’Artsakh, ex comandante dell’esercito della difesa e consigliere capo del presidente dell’Artsakh, e di commutarlo in una misura cautelare diversa dall’arresto. Arzumanyan era stato arrestato il 30 agosto scorso con l’accusa di negligenza nella difesa della città dell’Artsakh di Shushi e delle regioni adiacenti, durante la guerra di 44 giorni. In particolare, tra le accuse mosse all’ex ministro c’è quella di aver ordinato una ritirata ai soldati armeni che avevano appena conquistato la collina di Arega. Il periodo di detenzione cautelare di Arzumanyan era scaduto il 31 agosto ed era stato rilasciato ma il 1 settembre è stato rinviato in custodia cautelare con un’ingiunzione del tribunale.

(6 set 22) UCCISO SOLDATO ARMENO – Secondo quanto riferisce il ministero della Difesa di Yerevan, ieri sera, il soldato di leva, il sergente minore Arman Sargsyan (nato nel 2002) ha riportato una ferita mortale da arma da fuoco in una postazione di combattimento armena situata nella parte orientale della zona di confine tra Armenia e Azerbaigian. Il giovane militare è stato raggiunto da un colpo sparato dall’Azerbaigian.

(5 set 22) SMENTITE CESSIONI DI TERRITORIO – Il Centro informazioni di Artsakh ha diramato un messaggio, smentendo le voci che circolano sui social network secondo cui c’è un accordo con l’Azerbaigian sulla consegna della comunità Ivanyan di Askeran e del distretto di Ajapnyak della città di Stepanakert. “Le autorità dell’Artsakh non stanno portando avanti alcun negoziato sulla consegna della comunità Ivanyan e del distretto Ajapnyak di Stepanakert, o di qualsiasi altro insediamento della Repubblica dell’Artsakh. Al contrario, le autorità stanno lavorando 24 ore su 24 per sviluppare e avviare soluzioni a lungo termine e fondamentali per migliorare il sostentamento dei residenti di queste e di tutte le altre comunità. Chiediamo a tutti di astenersi dal diffondere questo o qualsiasi altro tipo di disinformazione perché così facendo si contribuisce ai piani del nemico“, si legge nella nota.

(4 set 22) RIUNIONE AL MINISTERO DIFESA – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha visitato il Ministero della Difesa della Repubblica dell’Artsakh e ha tenuto un incontro di servizio con il personale di comando superiore dell’esercito di difesa. Sono state discusse le opere realizzate nell’ambito della difesa. Il ministro della Difesa, comandante dell’esercito di difesa Kamo Vardanyan, ha presentato un rapporto sulla situazione operativa sulla linea di contatto. Il Capo dello Stato ha accennato ai compiti e ai piani imminenti e ha dato una serie di ordini e istruzioni agli ufficiali dell’esercito.

(4 set 22) AUTO AZERE SU NUOVA STRADA – Il passaggio di veicoli azeri attraverso la nuova rotta lungo il corridoio che collega l’Artsakh con l’Armenia è dovuto alla partecipazione al trasferimento delle basi del contingente di mantenimento della pace russo di stanza sulla precedente rotta e al ricollocamento sulla nuova rotta, concordato anche con le autorità dell’Artsakh. Lo ha riferito l’ufficio del Consiglio di sicurezza nazionale dell’Artsakh.

(2 set 22) CORTEO A STEPANAKERT – Un imponente corteo ha sfilato per le vie centrali di Stepanakert. La marcia, iniziata alle 18 ora locale da piazza della Libertà, è terminata in piazza della Rinascita. I deputati del parlamento del Karabakh hanno guidato la processione ed erano presenti rappresentanti dei blocchi di opposizione “Armenia” e “Ho onore”. Un gruppo di giovani ha portato la bandiera del Karabakh davanti alla colonna. La processione è stata accompagnata da canti sul Karabakh. I cittadini hanno assistito alla processione dalle loro case e negozi mentre sventolavano bandiere. Durante la marcia sono stati ascoltati appelli all’unità e alla lotta ma anche slogan contro il premier armeno Pashinyan.

(2 set 22) ANCHE EX MINISTRO DIFESA SOTTO INCHIESTA – L’ex comandante dell’esercito di difesa dell’Artsakh Jalal Harutyunyan è accusato di atteggiamento negligente nei confronti dei suoi doveri ufficiali, che ha causato gravi conseguenze: enormi perdite di manodopera e equipaggiamento militare, posizioni. Lo afferma il rapporto del Comitato Investigativo dell’Armenia che ha focalizzato l’attenzione su alcune operazioni militari durante la guerra mal pianificate e condotte. Harutyunyan aveva lasciato il comando il 26 ottobre a causa delle gravi ferite subite in un attacco nemico. Il suo posto era stato rilevato da Mikayel Arzumanyan anche lui recentemente finito sotto inchiesta (e arrestato per alcune ore) in relazione alla caduta di Shushi.

(2 set 22) NUOVE CASE AGLI SFOLLATI – 95 famiglie sfollate dai villaggi di Sghnagh, Moshkhmhat, Madatashen e Jraghatsner della regione di Askeran hanno ricevuto una nuova casa costruita nell’area amministrativa della comunità di Astghashen. L’assegnazione degli immobili è avvenuta per estrazione a sorte. Il ministro di Stato dell’Artsakh Artak Beglaryan nel corso della cerimonia ha affermato che è molto significativo che la stessa si svolga nel giorno della Repubblica dell’Artsakh durante il difficile periodo del dopoguerra. “Oltre 136 case vengono costruite qui con fondi statali. Anche diverse dozzine di altre famiglie riceveranno presto nuove case qui. Stiamo costruendo il multiplo di ciò che è stato perso per mantenere l’Artsakh armeno con la nostra vita, esistenza e creazioni“, ha affermato.

(2 set 22) MESSAGGIO ESTERI ARMENIA – In occasione del 31° anniversario del Giorno dell’indipendenza, il ministero degli Esteri dell’Armenia ha rilasciato un comunicato: “(…) Contrariamente alle continue affermazioni delle autorità dell’Azerbaigian secondo cui il conflitto del Nagorno Karabakh e l’unità territoriale del Nagorno Karabakh non esistono più, è un dato di fatto che circa centoventimila armeni continuano a vivere nel Nagorno Karabakh, e come un membro della comunità internazionale, hanno diritti uguali e inalienabili e il conflitto non può essere considerato risolto finché non vengono affrontate le esigenze fondamentali degli armeni dell’Artsakh.
Garantire la sicurezza e i diritti della popolazione armena del Nagorno Karabakh nonché una risoluzione globale e duratura del conflitto del Nagorno Karabakh utilizzando l’esperienza e il potenziale della Copresidenza del Gruppo di Minsk dell’OSCE, continuano a essere una pietra miliare per il raggiungimento della stabilità e pace nel Caucaso meridionale. La Repubblica di Armenia continua a impegnarsi a fornire tutte le condizioni necessarie per la vita sicura del popolo dell’Artsakh nella sua patria”.

(2 set 22) MESSAGGIO DI KOCHARYAN – Il secondo presidente dell’Armenia, Robert Kocharyan, ha emesso un messaggio di congratulazioni per il 31° anniversario del Giorno dell’Indipendenza dell’Artsakh. “Gli armeni di Artsakh hanno ripetutamente dimostrato di essere in grado di consolidare le loro forze, concentrare e registrare vittorie storiche anche in situazioni apparentemente senza speranza. Oggi, come 31 anni fa, è necessario fare il possibile e l’impossibile per difendere l’indipendenza dell’Artsakh“.

(2 set 22) MESSAGGIO DI PASHINYAN – Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha emesso un messaggio di congratulazioni per il 31° anniversario della proclamazione della Repubblica dell’Artsakh: “(…) Tutte le affermazioni sulla non esistenza del Nagorno-Karabakh come unità territoriale e sulla risoluzione della questione del Nagorno-Karabakh sono irrilevanti, a meno che non vengano affrontate irrevocabilmente le questioni della sicurezza e della protezione dei diritti degli armeni dell’Artsakh e, di conseguenza, la questione del status del Nagorno-Karabakh, in merito al quale la Co-presidenza del Gruppo OSCE di Minsk ha un mandato approvato dalla comunità internazionale che non è mai stato revocato.
La comunità internazionale è obbligata a compiere sforzi per affrontare i problemi umanitari causati dai 44 giorni di guerra e per impedire l’attuazione della politica di pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh. La Repubblica di Armenia continuerà a sostenere il mantenimento di una vita normale nel Nagorno-Karabakh, la sicurezza e la protezione dei diritti umani. Oggi esprimiamo il nostro apprezzamento alla Persona che incarna il Nagorno-Karabakh e il nostro compito è garantire attraverso mezzi pacifici e civili, attraverso negoziati il ​​suo diritto inalienabile a vivere e creare pacificamente.(…)

(2 set 22) DURO MESSAGGIO DI SARGSYAN – In occasione della festa della Repubblica, il terzo presidente dell’Armenia Serzh Sargsyan (nativo del Karabakh) ha rilasciato un duro comunicato contro il governo di Yerevan. “Oggi non ci saranno le tradizionali congratulazioni, fuochi d’artificio festivi o gioia attesa in Artsakh come è stato per molti anni fa perché l’indipendenza di Artsakh è in pericolo. L’Artsakh, che per tre decenni è stato salvaguardato e amato dagli sforzi dell’intera nazione armena, ha subito un duro colpo alle spalle e ora una parte considerevole del territorio della Repubblica vittoriosa, indipendente, dignitosa e avanzante è stata consegnata al nemico.
E finché i traditori amanti della pace apriranno le nostre porte al nemico e lo faranno a nome del popolo in Armenia e in Artsakh e faranno accordi alle spalle di quella stessa gente, condurranno negoziati e rappresenteranno il nostro paese, minacce per Artsakh e l’Armenia , che un tempo era il garante della sicurezza di Artsakh, diventerà più raccapricciante di giorno in giorno.
Solo l’allontanamento di coloro che minano il nostro Stato e mettono a repentaglio l’esistenza stessa della nostra nazione può darci la possibilità di estrarre il Paese da questa situazione pericolosa, può consentire di condurre dignitosamente i negoziati e normalizzare i rapporti con i partner. L’incapacità di comprendere questa semplice verità sarà fondamentale sia per la Repubblica di Artsakh che per la
Repubblica di Armenia.” (…)

(2 set 22) CERIMONIE UFFICIALI – In occasione della Giornata dell’Indipendenza dell’Artsakh, il presidente Arayik Harutyunyan, insieme al terzo presidente Bako Sahakyan, ha visitato il memoriale e il Pantheon militare di Stepanakert e ha deposto una corona di fiori e una corona di fiori sulle tombe dei combattenti per la libertà che sono morti per l’indipendenza e la libertà dell’Artsakh. Alla cerimonia ufficiale hanno partecipato anche il primate della diocesi di Artsakh della Chiesa apostolica armena, il vescovo Vrtanesh Abrahamyan, alti funzionari dell’Artsakh, rappresentanti dello Stato maggiore del comando supremo dell’esercito di difesa e ospiti dall’Armenia

(2 set 22) GIORNATA DELLA REPUBBLICA – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha emesso un messaggio in occasione della Giornata della Repubblica dell’Artsakh.
Cari compatrioti, il 2 settembre 1991 ha preso il suo posto nella storia armena come un giorno importante e decisivo. La sessione congiunta dei Consigli dei Deputati del Popolo del Distretto Autonomo del Nagorno-Karabakh e della Regione di Shahumyan ha adottato la Dichiarazione di Indipendenza della Repubblica dell’Artsakh, annunciando al mondo la formazione della seconda repubblica armena. Il momento era storico, la decisione del popolo di vivere liberamente e autonomamente era inviolabile, la volontà – incrollabile, lo spirito – invincibile. Tuttavia, il nostro modo di costruire uno stato democratico conforme alle norme e agli standard del diritto internazionale è stato pieno di difficoltà e prove indescrivibili.
Le ostilità di 44 giorni del 2020 sono diventate un nuovo disastro per il popolo armeno, portando via la vita di migliaia dei nostri figli coraggiosi e mutilando numerosi destini. Siamo grati a tutti i martiri che hanno sacrificato la loro vita per l’indipendenza della Patria e l’esistenza dignitosa del popolo armeno. Chiniamo la testa alla loro brillante memoria e ai loro orgogliosi parenti.
Oggi la comunicazione con Madre Armenia avviene attraverso una nuova via del “Corridoio Lachin”, la cui sicurezza è assicurata dalle forze di pace della Federazione Russa insieme alle strutture competenti della nostra Repubblica. Siamo profondamente grati a tutti i nostri compatrioti che vivono in Armenia e nella diaspora per il costante sostegno, siamo grati alla Federazione Russa per la missione intrapresa in Artsakh, siamo anche grati a tutti quegli stati, politici e personaggi pubblici che sono stati dal nostro fianco a fianco per tutti questi anni, rimanendo fedele
ai valori universali di giustizia, umanità e democrazia.
Anche 31 anni dopo, il popolo di Artsakh dichiara con fermezza e decisione che, nonostante tutte le prove del tempo, è fedele alla sua decisione, è fedele al percorso che ha scelto, che è irreversibile e coerente. Artsakh dovrebbe sempre rimanere fermo, essere armeno e continuare il suo percorso verso l’indipendenza”.

(1 set 22) PRIMA CAMPANELLA – Primo giorno di scuola in tutto l’Artsakh. Il presidente della repubblica, Arayik Harutyunyan, con la first lady Kristina Harutyunyan, ha visitato il complesso educativo italo-armeno “Antonia Arslan” nella capitale Stepanakert e ha partecipato alla cerimonia della Prima Campanella della scuola.

Il rifiuto degli ambasciatori Usa e Francia a Baku di recarsi in visita nella città armena occupata di Shushi ha provocato l’irritazione del regime di Aliyev che tramite un suo portavoce ha detto che questa scelta è un insulto all’integrità territoriale dell’Azerbaigian.

Di contro, la decisione dei diplomtaici dei due Paesi co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’Osce è stata accolta positivamente dall’Assemblea nazionale di Stepanakert.

Il ministro degli Esteri dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) David Babayan a sua volta ha accolto con favore questa rinuncia (che peraltro non aveva fatto l’ambasciatore dell’altro Paese co-presidente, la Russia) e la considera un importante passo politico e umanitario sottolineando altresì il perdurante tentativo azero di distruggere l’azione del Gruppo di Minsk.

Tuttavia, le ragioni delle azioni dell’Azerbaigian per sciogliere il Gruppo di Minsk risiedono altrove. La ragione principale dell’interesse di Baku per il crollo del Gruppo di Minsk dell’Osce, e, in particolare, dell’istituzione della co-presidenza di questo gruppo, è che attraverso questo l’Azerbaigian sta cercando di distruggere lo status diplomatico internazionale de facto e de jure di Artsakh, che è una parte riconosciuta del conflitto azerbaigiano-karabako e del processo negoziale.
E la maggior parte dei documenti, delle dichiarazioni e degli altri atti politici e legali pertinenti rientrano nella sfera di attività del gruppo di Minsk e del processo di Minsk.
Lo scioglimento del Gruppo di Minsk e la co-presidenza di questo gruppo, secondo la logica di Baku, dovrebbe di fatto livellare lo status diplomatico internazionale de facto e de jure dell’Artsakh.

Qui Baku e Ankara agiscono insieme, facendo ogni possibile uso delle contraddizioni tra la Russia e l’Occidente, che tocca anche l’attività della co-presidenza del Gruppo di Minsk. Ma questo flirt emotivo, attraverso il quale l’alleanza azerbaigiana-turca sta cercando di ingannare la Russia, è naturalmente tattico e temporaneo nella sua natura.
È abbastanza ovvio che sia la Turchia che l’Azerbaigian stanno facendo tutto il possibile per minare la missione russa di mantenimento della pace nell’Artsakh, ben sapendo che con il ritiro della Russia, anche l’Artsakh sarà distrutto, la distruzione dell’Artsakh a sua volta porterà a cambiamenti geopolitici tettonici nel Transcaucaso e nei vasti spazi geopolitici adiacenti, che creerà minacce esistenziali per un certo numero di Paesi, in primo luogo per la Russia. Ciò rappresenta una minaccia, tra l’altro, anche per l’Occidente, solo a lungo termine.

È anche possibile che una tale politica massimalista di Baku miri anche a questo tipo di ricatto per ottenere l’inclusione della Turchia nei Paesi co-presidenti del gruppo di Minsk come una sorta di compensazione per Baku per ammorbidire la sua posizione dura.

Sono fiducioso che questa e molte altre cose siano ben comprese a Mosca, Washington e Parigi. È anche ovvio che il Gruppo di Minsk dell’Osce e la sua attuale co-presidenza non hanno ancora alternative” ha dichiarato Babayan.

Le cinque forze politiche rappresentate nell’Assemblea nazionale dell’Artsakh hanno rilasciato una dichiarazione congiunta.

Dal 1 agosto, le forze armate dell’Azerbaigian hanno fatto ricorso ad azioni militari provocatorie in vari tratti della linea di contatto tra Artsakh e l’Azerbaigian, a seguito delle quali ci sono vittime e feriti. Le fazioni dell’Assemblea nazionale armena considerano le ripetute aggressioni dell’Azerbaigian una grave violazione del cessate il fuoco del novembre 2020, che mira a continuare la politica di odio contro gli armeni e creare panico nell’Artsakh.
L’Azerbaigian accusa regolarmente l’Armenia e la Russia di non aver rispettato gli accordi trilaterali del 9 novembre, quando è lo stesso Azerbaigian a non aver rispettato quasi nessun punto di tale dichiarazione. Tale comportamento non è nuovo per noi.
L’Azerbaigian ha sempre perseguito una politica di pulizia etnica e di deportazione, violando costantemente gli interessi vitali e i diritti dei cittadini della Repubblica dell’Artsakh.
Eventi recenti, vittime e feriti dimostrano ancora una volta che la pacifica convivenza all’interno dell’Azerbaigian è impossibile per l’Artsakh.
La pace è il valore più alto, ma non c’è pace sotto la minaccia della forza, con il continuo calpestamento dei diritti umani e della dignità. Durante la guerra di 44 giorni nel 2020, abbiamo assistito al silenzio della comunità internazionale e durante questo periodo tutti i crimini commessi contro il popolo dell’Artsakh non sono stati adeguatamente condannati, per cui l’Azerbaigian continua ad ampliare la scala dell’aggressione.

  • Invitiamo i parlamenti di diversi Paesi e tutte le organizzazioni internazionali a condannare fermamente le recenti azioni dell’Azerbaigian e ad adottare misure pratiche per prevenire nuovi crimini.
  • Chiediamo alle forze di pace russe di svolgere tutte le azioni necessarie per garantire la stabilità della linea di contatto.

Chinando il capo davanti a tutte le vittime della lotta di liberazione dell’Artsakh, riaffermiamo il diritto del nostro popolo a uno stato libero e indipendente come unica garanzia di una vita sicura“.

Patria libera – Alleanza UCA

Partito della Patria Unita

Partito della Giustizia

Federazione Rivoluzionaria Armena

Partito Democratico dell’Artsakh

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(31 ago 22) TRILATERALE A BRUXELLES – Si è tenuto a Bruxelles l’incontro tra il Primo Ministro Nikol Pashinyan dell’Armenia, il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e il Presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev. Le informazioni su questo incontro trilaterale a Bruxelles sono diventate note per la prima volta il 25 agosto. Tre incontri con lo stesso formato si sono già tenuti a Bruxelles. Il primo si è svolto il 14 dicembre 2021, il secondo il 6 aprile 2022 e il terzo il 23 maggio 2022. Il vertice, iniziato con una colazione di lavoro, si è svolto a porte chiuse ed è durato quattro ore.

(31 ago 22) ACCUSE A EX MINISTRO DELLA DIFESA – L’ex comandante dell’Esercito di difesa dell’Artsakh (nonché ex ministro della difesa e consigliere capo del presidente dell’Artsakh) Mikayel Arzumanyan è stato effettivamente arrestato in Armenia in quanto, avendo ricevuto numerosi avvisi per presentarsi davanti all’organo investigativo che indaga sulla guerra 2020, non si è presentato. La sua detenzione è durata 72 ore. A suo carico l’accusa di non aver adeguatamente difeso la città di Shushi e di fatto di averla così consegnata al nemico. Arzumanyan, che aveva rilevato Jalal Harutyunyan gravemente ferito in battaglia, ha respointo ogni addebito.

(31 ago 22) NUOVA STRADA OPERATIVA – Da ieri sera è operativo il nuovo passante stradale tra Armenia e Artsakh. I primi utilizzatori che sono passati ieri lungo questa strada sono stati il presidente dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan, e il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale, Vitaly Balasanyan che hanno lasciato Stepanakert intorno alle 18 (ora locale), hanno raggiunto il villaggio di Tegh nella regione di Goris per questa strada, quindi sono tornati indietro per assicurarsi che la strada fosse sicura e adatta al funzionamento. Dalle 20, anche altri residenti di Artsakh possono viaggiare su questa strada. Le forze di pace russe controllano il funzionamento ininterrotto della strada temporanea.

(30 ago 22) NAZIONI UNITE SU AZERBAIGIAN – Il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale ha pubblicato oggi risultati su Azerbaigian e altri Stati. I risultati contengono le principali preoccupazioni e raccomandazioni del Comitato sull’attuazione della Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale, nonché aspetti positivi. Il comitato delle Nazioni Unite ha anche raccomandato all’Azerbaigian di condurre indagini sulle violazioni umane nel conflitto del Karabakh. “Alla luce delle ostilità scoppiate nel Nagorno-Karabakh e nei dintorni nel 2020 e oltre, il Comitato era profondamente preoccupato per le accuse di gravi violazioni dei diritti umani commesse dalle forze militari azere contro prigionieri di guerra e altre persone protette di etnia o nazionale armena origine. È stato anche turbato dai rapporti sulla distruzione del patrimonio culturale armeno, comprese chiese, monumenti, monumenti e cimiteri. Ha raccomandato allo Stato parte di condurre indagini approfondite e imparziali su tutte le violazioni umane e di rafforzare i propri sforzi per garantire la responsabilità e porre fine all’impunità.”

(30 ago 22) COMMISSIONE CONFINI – “Si è tenuta a Mosca la seconda riunione della Commissione per la delimitazione dei confini di Stato e la sicurezza delle frontiere tra la Repubblica di Armenia e la Repubblica dell’Azerbaigian e della Commissione di Stato per la delimitazione dei confini di Stato tra la Repubblica dell’Azerbaigian e la Repubblica di Armenia, presieduta dal vice Il Primo Ministro M.G. Grigoryan e il Vice Primo Ministro Sh.A. Mustafayev della Repubblica dell’Azerbaigian. Prima dell’incontro, il vice primo ministro della Federazione Russa A.L.Overchuk ha incontrato Sh.A.Mustafayev e M.G.Grigoryan, ha accolto con favore la continuazione del lavoro dei comitati. Le parti hanno discusso questioni organizzative e procedurali, hanno avuto un sostanziale scambio di opinioni sul lavoro futuro e sui regolamenti delle attività congiunte delle commissioni. Hanno espresso gratitudine alla Russia per la buona organizzazione dell’incontro. Le parti hanno confermato l’accordo per tenere il terzo incontro nelle date concordate“. Così riporta una nota del ministero degli Affari esteri dell’Armenia.

(30 ago 22) ACCUSE A EX MINISTRO DIFESA – Contro Mikayel Arzumanyan, ex ministro della Difesa dell’Artsakh , ex comandante dell’esercito della difesa e consigliere capo del presidente dell’Artsakh, sarebbe stato avviato un procedimento penale con l’accusa di negligenza in servizio.

(30 ago 22) VERTICE TRILATERALE – Alla vigilia del vertice trilaterale in programma domani a Bruxelles, il presidente della Commissione europea Charles Michel ha avuto una conversazione telefonica con il Primo ministro armeno Pashinyan e il presidente azero Aliyev.

(30 ago 22) INCENDI CASE ABBANDONATE – La polizia dell’Artsakh ha avviato un procedimento penale in merito a 13 casi di incendi di case nel villaggio di Aghavno e nella città di Berdzor nella regione di Kashatagh. Questa informazione è stata confermata da Kim Gabrielyan, capo del dipartimento di pubbliche relazioni dell’Ufficio del procuratore di Artsakh. “Undici casi di incendi di abitazioni sono stati registrati nella comunità di Aghavno, due a Berdzor; in tutti i casi sono stati avviati procedimenti penali. Nessuno ha lo status di imputato o di vittima in questi procedimenti“, ha aggiunto Gabrielyan.

(30 ago 22) FORZA DI PACE RUSSA – I soldati russi del contingente di pace si sono già dislocati sulla nuova rotta alternativa al precedente tracciato che, a partire dalle 20 ora locale di questa sera, collegherà l’Artsakh all’Armenia. Intanto, il difensore civico dell’Artsakh Gegham Stepanyan ha informato che il percorso provvisorio di circa 4,7 km (operativo fino al completamento nella prossima primavera di quello definitivo nella sezione armena) è stato completamente asfaltato e non lasciato in sterrato come inizialmente previsto. Il nuovo passante in Armenia da Goris raggiungerà Tegh e quindi il villaggio di Kornidzor per poi puntare verso il confine.

(30 ago 22) PERSONE SCOMPARSE – Nella Giornata mondiale dedicata alle vittime delle sparizioni forzate, il difensore dei diritti umani dell’Armenia, Kristinne Grigoryan, ha diffuso martedì un messaggio nel quale ricorda tra l’altro che a seguito della guerra del 2020 risultano ancora 303 persone scomparse. “La continua politica azerbaigiana di fornire informazioni distorte o del tutto assenti sui prigionieri di guerra, sui prigionieri civili e sulle persone scomparse è un atto palese di utilizzare le questioni dei diritti umani per scopi politici, violando tutte le norme del diritto umanitario internazionale. Sfortunatamente, i meccanismi di risposta internazionale ai casi di sparizioni forzate hanno dimostrato la loro mancanza di efficacia in questi giorni critici. Pertanto, questo è un motivo per lavorare attivamente con tutti gli attori competenti in questa direzione” afferma, tra l’altro, Grigoryan.

(29 ago 22) VISTI SOSPESI – Secondo una nota consolare, rilanciata da un giornalista canadese, sarebbero in questo momento sospesi i visti di ingresso in Artsakh per i cittadini stranieri.

(29 ago 22) CONSIGLIO DI SICUREZZA SU NUOVA ROTTA – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha presieduto una seduta del Consiglio di sicurezza con all’ordine del giorno le questioni relative al funzionamento della nuova rotta che collega l’Artsakh con l’Armenia. È stato osservato che, secondo il punto 6 della dichiarazione firmata dai leader di Armenia, Azerbaigian e Russia il 9 novembre 2020, la nuova rotta manterrà lo status di corridoio. Sono stati completati i lavori di asfaltatura del tratto stradale di 4,7 km che collega temporaneamente il tracciato all’autostrada Goris-Stepanakert. I partecipanti alla seduta hanno sottolineato l’importanza di garantire le necessarie garanzie relative alle norme di sicurezza e di sviluppo urbano della nuova strada e l’importanza del lavoro coordinato tra le strutture statali competenti e il contingente russo di mantenimento della pace dispiegato ad Artsakh. A seguito delle discussioni, il Consiglio di sicurezza ha deciso di effettuare la comunicazione con l’Armenia lungo una nuova rotta a partire dalle 20 di martedì, e attraverso la subregione Berdadzor della regione di Shushi.

(29 ago 22) TRANSITO DA E PER ARTSAKH – Il ministero degli Affari interni dell’Artsakh informa che il traffico lungo il corridoio Berdzor (Lachin) della strada interstatale che collega l’Artsakh all’Armenia è sicuro in quanto le forze di pace russe assicurano il viaggio in sicurezza delle persone che entrano nell’Artsakh ed escono in Armenia. Dopo mercoledì, il collegamento di Artsakh con l’Armenia sarà effettuato attraverso il nuovo corridoio in direzione sud, attraverso il territorio della subregione di Berdadzor, su cui il Ministero degli Affari Interni di Artsakh fornirà informazioni chiare e dettagliate.

(27 ago 22) AMBASCIATORI NON VANNO A SHUSHI – Gli ambasciatori a Baku di Stati Uniti e Francia hanno rifiutato di recarsi in visita nella città armena occupata di Shushi. Dura reazione dell’Azerbaigian che accusa i due Paesi (peraltro co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’Osce) di insulto all’integrità territoriale azera.

(27 ago 22) CORRIDOIO DI BERZOR – La Polizia dell’Artsakh informa che la rotta attraverso Berdzor sarà operativa sino al prossimo 31 agosto.

(26 ago 22) RICOLLOCAZIONE MONUMENTI – Il Ministero dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport di Artsakh ha reso noto che è stato completato entro la giornata di ieri il trasferimento dei monumenti armeni dagli insediamenti di Berdzor, Nerkin Sus e Aghavno. “Un totale di 46 monumenti d’arte monumentale, la città di Berdzor e le biblioteche scolastiche di Aghavno sono state trasferite. Più di 10.000 libri sono stati trasferiti dalla biblioteca cittadina di Berdzor e sono conservati a Stepanakert. Monumenti sono stati anche per lo più ricollocati a Stepanakert”, si legge in particolare anche nella dichiarazione del suddetto ministero.

(26 ago 22) TRANSITO BERDZOR – La statale che da Goris (Armenia) raggiunge Stepanakert (Artsakh) via Berdzor è ancora operativa e lo rimarrà fino al 31 agosto. Per tale ragione sono ancora operative le postazioni di controllo delle forze di pace russe.

(26 ago 22) AZERI A BERDZOR – Gli azeri si sarebbero insediati a Berdzor, Aghavno e Sus. Oggi, casualmente, è anche il compleanno della moglie di Aliyev nonché vice preidente dell’Azerbaigian. Il ministero degli Affari esteri della Turchia ha rilasciato una dichiarazione in merito alla consegna da parte armena di Lachin e degli insediamenti vicini in Artsakh all’Azerbaigian. In questa dichiarazione, è stato osservato che la Turchia è soddisfatta di questo fatto e sosterrà l’integrità territoriale dell’Azerbaigian anche in futuro.

(25 ago 22) ANNUNCIATO VERTICE TRILATERALE – Il prossimo incontro tra i leader di Armenia e Azerbaigian avrà luogo il 31 agosto a Bruxelles. I dettagli sull’ordine del giorno di questo incontro, tuttavia, non sono stati ancora resi noti. L’ultima volta che il premier armeno Nikol Pashinyan e il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev si sono incontrati è stato a Bruxelles, il 22 maggio, e sotto la mediazione del presidente di Charles Michel del Consiglio europeo. A seguito di tale incontro, le parti hanno convenuto di istituire commissioni per la sicurezza delle frontiere e la delimitazione del confine di stato tra Armenia e Azerbaigian.

(25 ago 22) NUOVO CO-PRESIDENTE USA – Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha nominato Philip Reeker nuovo co-presidente del Gruppo di Minsk dell’Osce e consulente senior per i negoziati del Caucaso meridionale. Alla notizia della nomina il ministro degli Esteri dell’Azerbaigian, Bayramov, ha avvertito che se gli Stati Uniti tenteranno di resuscitare il Gruppo di Minsk sarebbero esclusi dalla risoluzione delle relazioni azerbaigiane-armene

(25 ago 22) COMMISSIONE CONFINI DI STATO – Il prossimo incontro delle commissioni congiunte per la delimitazione dei confini di stato e la sicurezza delle frontiere dell’Armenia e dell’Azerbaigian è previsto per il 30 agosto. Questo incontro dovrebbe svolgersi a Mosca, ma il suo ordine del giorno non è ancora noto. Questo incontro tra queste commissioni sarà il secondo. Il primo incontro dei Vice Primi Ministri di Armenia e Azerbaigian, Mher Grigoryan e Shahin Mustafayev, si è svolto il 24 maggio al confine tra Armenia e Azerbaigian a Yeraskh.

(25 ago 22) NUOVA ROTTA PER L’ARTSAKH – Il nuovo percorso del corridoio di Berdzor sarà lanciato nella prima settimana di settembre di quest’anno secondo quanto dichiarato dal ministro dell’amministrazione territoriale e delle infrastrutture della Repubblica dell’Artsakh Hayk Khanumyan. “Fino ad allora sarà operativa la strada Stepanakert-Berdzor-Goris. Un percorso alternativo opererà lungo il nuovo corridoio meridionale. Il transito lungo la nuova strada inizierà solo dopo che tutti i posti di blocco delle forze di pace russe saranno schierati. Un tratto temporaneo lungo 4,5 km in questo lasso di tempo sarà pronto, su parte di esso è già stato posato l’asfalto e sarà ultimato nei prossimi giorni. Nella prima settimana di settembre il traffico si muoverà lungo la nuova strada“, ha spiegato il ministro. Secondo lui, il tratto temporaneo della nuova autostrada aggira Berdzor, Aghavno e ​​Nerkin Sus e poi si collega alla strada Aghavno-Tegh, a circa 3 km da Aghavno. Il capo del dipartimento ha aggiunto che il processo di ricollocazione delle infrastrutture sta proseguendo attivamente. “Il problema della comunicazione è già stato risolto. Ci vorrà tempo per spostare le linee elettriche e in termini di fornitura di gas, come ho detto, dobbiamo cercare altre soluzioni“, ha affermato Hayk Khanumyan. Il Ministero degli Affari Interni della Repubblica di Artsakh ha riferito che il tratto Shushi-Berdzor-Goris dell’autostrada interstatale che collega Artsakh e l’Armenia è stato aperto bilateralmente e la sua sicurezza è stata assicurata dalle forze di pace russe.

(24 ago 22) CHECKPOINT BERDZOR – Soldati della forza di pace russa stanno smantellando il posto di controllo nei pressi di Berdzor che da domani, unitamente ai villaggi di Aghavno e Sus, sarà sotto controllo azero. La nuova rotta non è ancora completata nella parte armena (circa cinque chilomteri da asfaltare) ma sarà comunque posta sotto controllo dei russi a partire dal primo settembre. Nella odierna riunione di governo dell’Armenia èsono stati stanziati un totale di 5,5 miliardi di dram (circa 12,8 milioni di dollari) per la costruzione della sezione di 11,8 km dell’autostrada Tegh-Kornidzor nella provincia di Syunik in Armenia.

(24 ago 22) BACINO DI SARSANG – I media azeri lunedì hanno pubblicato informazioni sulla visita dei dipendenti della società azerbaigiana “Miglioramento e gestione delle acque” al bacino idrico di Sarsang, con la partecipazione di rappresentanti dell’Artsakh. L’Artsakh Information Center comunica: “A tal proposito si informa che, considerata la situazione creatasi dopo la guerra dei 44 giorni del 2020, al fine di gestire le risorse idriche e garantire la sicurezza dell’acqua potabile e irrigua erogata al pubblico, i rappresentanti del Comitato Acqua della Repubblica dell’Artsakh, con la mediazione delle truppe russe di mantenimento della pace dispiegate nell’Artsakh, sono in contatto con la parte azerbaigiana dal 2021 ed effettuano visite periodiche nelle aree sotto il controllo dell’Azerbaigian per raggiungere accordi reciproci sull’uso dell’acqua potabile e irrigua fornita a un certo numero di comunità della Repubblica (Stepanakert, compreso) e risolvere alcune questioni. In tale quadro, è stato organizzato un altro incontro nei pressi del bacino idrico di Sarsang per discutere la questione dell’uso delle acque di Sarsang a condizioni reciprocamente vantaggiose. Le idee sulle possibili opzioni per un uso razionale dell’acqua sono state scambiate in loco, tenendo in considerazione il controllo della Repubblica dell’Artsakh sul bacino idrico di Sarsang e il controllo dell’Azerbaigian sulle infrastrutture di irrigazione”.

(24 ago 22) ASHOT GULYAN – Oggi si commemora il trentesimo anniversario della morte del grande comandante, eroe dell’Artsakh, Ashot Ghulyan (Bekor), che è stato insignito postumo dell’ordine di 1° grado di “Croce da battaglia”. Ashot Ghulyan morì il 24 agosto 1992 durante la liberazione del villaggio di Drmbon nella regione di Martakert di Artsakh. Oggi, in occasione del 30° anniversario del martirio di questo eroe, è stato organizzato a Stepanakert un evento commemorativo. I membri della famiglia di Bekor, i parenti, i compagni d’armi hanno deposto fiori sul piedistallo del monumento perpetuando la sua memoria. Quindi, gli studenti della Stepanakert’s School N 2 intitolata ad Ashot Ghulyan hanno eseguito composizioni patriottiche.

(23 ago 22) CONFINI ARMENIA-AZERBAIGIAN – L’incontro delle commissioni sulla delimitazione delle frontiere e sulle questioni di sicurezza delle frontiere tra Armenia e Azerbaigian è previsto per la fine di agosto a Mosca come comunica l’ufficio del vice primo ministro Mher Grigoryan dell’Armenia che guida la delegazione nazionale. L’ufficio ha tuttavia aggiunto che non è stato ancora deciso un ordine del giorno separato per le questioni formate.

(23 ago 22) FORZA DI PACE RUSSA – I leader delle cinque fazioni parlamentari dell’Artsakh hanno incontrato oggi la leadership del contingente di mantenimento della pace russo per discutere dell’operato del contingente alla luce dei fatti accaduti a inizio mese nonoché dichiarazioni e attività controverse. Durante l’incontro, i responsabili delle forze di pace russe in Artsakh hanno fornito chiarimenti sulle suddette questioni. In particolare, riflettendo sulla dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, è stato osservato che la nuova strada avrà lo status giuridico di corridoio, e tutte le componenti di sicurezza, a partire dalla zona di sicurezza di 5 km fino all’installazione dei posti di blocco delle forze di pace russe forze. Toccando i recenti eventi, il comando delle truppe russe di mantenimento della pace nell’Artsakh ha osservato di aver tratto le necessarie conclusioni sugli eventi di agosto e allo stesso tempo ha assicurato che faranno ulteriori sforzi per prevenire violazioni simili in futuro e garantire il adeguata sicurezza del popolo di Artsakh.

(22 ago 22) VIGILI DEL FUOCO AZERI A BERDZOR – Scortati da un blindato delle forze di pace russe, due automezzi dei vigili del fuoco dell’Azerbaigian sono arrivati a Berdzor con lo scopo di prvenire incendi nelle case che i residenti armeni dovranno lasciare entro il giorno 25 agosto.

(20 ago 22) TRASFERIMENTO MONUMENTI – Tutti i monumenti e reperti artistici che si trovano a Berdzor, Aghavno e Sus sono stati rimossi eccezion fatta per un manufatto che si trova- all’incorcio centrale di Berdzor. Dovrebbe essere trasferito lunedì 22. Con la diocesi dell’Artsakh e altri soggetti interessati sarà discussa la ricollocazione delle opere.

(19 ago 22) CORTE EUROPEA DIRITTI DELL’UOMO – Il 19 agosto di quest’anno, sulla base della richiesta dell’Armenia alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) di adottare misure provvisorie per proteggere i diritti dei civili in alcuni insediamenti della Repubblica dell’Artsakh, la CEDU ha confermato le misure del 29 settembre 2020 e l’ampliamento delle misure provvisorie provvedimento del 3 novembre dello stesso anno, affermando che rimane in vigore. “La CEDU ha invitato le parti ad astenersi da tali azioni che potrebbero portare a una violazione dei diritti dei civili protetti dalla Convenzione, compreso il mettere a rischio i loro diritti tutelati dagli articoli 2, 3 e 8 della Convenzione“, afferma il rapporto. La CEDU ha inoltre rilevato che la decisione del 29 settembre 2020, tuttora in vigore, si applica agli eventi cui fa riferimento il governo dell’Armenia, come gli attacchi armati agli insediamenti pacifici, le minacce allo sfollamento delle persone nelle comunità di Berdzor e Aghavno .

(18 ago 22) CORRIDOIO DI LACHIN – Un consigliere dell’ambasciata russa a Yerevan, Maksim Seleznyev, ha dichiarato che le forze di pace non si muoveranno dal corridoio di Lachin fin tanto che non sarà operativa la nuova strada alternativa. La sezione armena della strada, nonostante le pressioni armene, dovrebbe essere completata nel prossimo mese di maggio.

(17 ago 22) ANNEGAMENTO – Un sedicenne di Gishi (Martuni) è annegato oggi per cause sconosciute in un bacino d’acqua presso la sua comunità.

(16 ago 22) LUTTO NAZIONALE – Anche la repubblica di Artsakh ha decretato per il 17 e 18 due giorni di lutto nazionale per le vittime dell’esplosione avvenuta al mercato di Sumarlu nella capitale dell’Armenia, Yerevan.

(13 ago 22) SFOLLATI – A seguito della guerra del 2020, in Artsakh 42.000 persone sono state sfollate dalle proprie abitazioni. Di queste 16.000 continuano a vivere nello Stato sia pure in altro luogo mentre 26.000 si sono stabilite in Armenia.

(13 ago 22) IL PRESIDENTE A CHARTAR – Il presidente della repubblica Harutyunyan ha visitato oggi l’insediamento di Chartar nella regione di Martuni. Incontrando la comunità locale il Capo dello Stato ha dichiarato che “le azioni provocatorie che regolarmente vengono provocate mirano a de-armenizzare l’Artsakh, svalutando sia la già fragile pace stabilita dalla dichiarazione trilaterale, sia la missione del contingente di peacekeeping russo che ha assunto la funzione di mantenere quella pace.” Ha inoltre aggiunto che “è necessario essere pazienti e non deviare dal percorso di indipendenza dell’Artsakh e che le autorità di quest’ultimo continueranno a compiere tutti gli sforzi possibili per risolvere i problemi di sicurezza esistenti, garantendo il condizioni di vita necessarie per una vita prospera e per garantire un futuro stabile.”

(13 ago 22) RIMOZIONE MONUMENTI – Il viceministro dell’istruzione, della scienza, della cultura e dello sport di Artsakh, Lernik Hovhannisyan, ha informato che la rimozione dei monumenti culturali armeni dagli insediamenti di Berdzor, Aghavno e ​​Sus, che saranno consegnati al controllo dell’Azerbaigian il 25 agosto, sarà completata nella prossima settimana. Secondo il viceministro, i monumenti armeni e le pietre crociate nelle suddette comunità sono stati spostati nella capitale dell’Artsakh Stepanakert, c’è già un accordo con la Diocesi di Artsakh della Chiesa Apostolica Armena che alcuni di essi saranno collocati nel parco in costruzione presso la chiesa di S. Hovhannes (S. Giovanni) a Stepanakert, e le altre, nell’area adiacente alla chiesa di S. Hakob (san Giacomo). Anche biblioteche e reperti museali saranno rimossi.

(13 ago 22) BABAYAN RISPONDE AD ALIYEV – Il ministro degli Esteri dell’Artsakh, Davot Babayan, ha risposto sui social alle dichiarazioni del presidente azero. Ironicamente ha dichiarato che “prima di tutto, voglio ringraziare Aliyev per la sua sincerità. In effetti, né l’Azerbaigian né la sua leadership hanno mai ingannato o ingannato i loro piani per l’Artsakh“. Ha poi aggiunto che mai il Karabakh potrà mai far parte dell’Azerbaigian: “per lo stesso Artsakh, qualsiasi status all’interno dell’Azerbaigian è inaccettabile. Come potrebbero gli ebrei avere un qualche tipo di status amministrativo-territoriale all’interno della Germania nazista?

(12 ago 22) DICHIARAZIONI DI ALIYEV – Il presidente dell’Azerbaigian in un’intervista ha dichiarato che all’interno dell’Azerbaigian gli armeni che vivono a Karabagh non avrebbero né status, né indipendenza, né alcun privilegio speciale.

(12 ago 22) SINDACO DI STEPANAKERT – Parlando con la stampa oggi il sindaco di Stepanakert, David Sargsyan, ha dichiarato che da qualche tempo non ci sono più problemi con gas, acqua ed elettricità. Ha detto che non può fornire il numero esatto di cittadini che si sono stabiliti a Stepanakert dopo la guerra di 44 giorni, ma che ce ne sono molti. Secondo Sarkisian, la strada alternativa al corridoio di Lachin, che è in costruzione, non crea disagi ai residenti di Artsakh. “Sono pronti per i disagi. Le persone dell’Artsakh sono pronte a superare 4-5 km. Il governo sta lavorando sulla strada e l’umore della gente del Karabakh è molto buono. Sono saldamente sulla loro terra dopo la guerra. Il i costruttori stanno lavorando, in breve tempo ci sarà una strada normale“, ha aggiunto.

(12 ago 22) BERDOZOR, AGHAVNO E SUS – I residenti delle comunità Berdzor, Aghavno e ​​Sus di Artsakh, che sono costretti a lasciare le loro case, possono presentare ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) contro il proprio governo o chiedere un risarcimento. Lo ha detto Alvina Gylumyan, ex giudice della Corte costituzionale dell’Armenia, durante una discussione tenutasi oggi.

(12 ago 22) GRAVE INCIDENTE STRADALE – Questa mattina, intorno alle 8,45, un veicolo delle forze di pace russe e un fuoristrada condotto da un residente dfi Sarushen si sono violentemente scontrati a un incrocio. Quattro donne (due sorelle) che erano sul veicolo privato sono decedute sul colpo mentre il conducente è rimasto ferito. Dai primi rileivi sembra che il fuoristrada viaggiasse a elevata velocità.

(12 ago 22) STRADA ALTERNATIVA – Le persone dovranno percorrere la sezione di 4,5 km dell’autostrada alternativa del corridoio di Lachin (Berdzor) sul lato armeno su una strada sterrata fino alla primavera, fino a quando la parte armena non avrà terminato la sua costruzione. Mher Hambardzumyan, capo del dipartimento per la politica delle costruzioni stradali del Ministero dello sviluppo urbano di Artsakh, ha dichiarato alla TV pubblica di Artsakh che sebbene la suddetta sezione sia ora una strada sterrata, sarà percorribile per qualsiasi tipo di veicolo. L’Agenzia statale delle strade automobilistiche dell’Azerbaigian ha annunciato giovedì che la costruzione della nuova autostrada che collega l’Armenia alla capitale dell’Artsakh Stepanakert è stata completata sul lato azerbaigiano. E’ stato costruito anche un ponte lungo 149,5 m e largo 13,5 m. La lunghezza totale di questa autostrada è di 32 chilometri, di cui 10 chilometri nel territorio dell’Armenia. L’Azerbaigian aveva iniziato la costruzione della sua sezione nel luglio 2021 e ne aveva annunciato il completamento un anno dopo. L’autostrada alternativa di nuova costruzione sarà larga più di 11 metri e lunga 21 metri. Sul versante armeno, le macchine movimento terra hanno iniziato a funzionare da pochi giorni. Nei giorni scorsi, il Segretario del Consiglio di sicurezza dell’Artsakh, Vitaly Balasanyan, aveva viaggiato sulla nuova rotta e aveva conosciuto la costruzione della nuova autostrada.

(11 ago 22) SCOMPARSI IN GUERRA – A seguito dei 44 giorni di guerra, 303 persone provenienti dall’Armenia sono risultate disperse. Lo ha dichiarato il servizio stampa della Delegazione armena del Comitato Internazionale della Croce Rossa.

(10 ago 22) SMOBILITAZIONE – Il presidente della repubblica ha firmato il decreto di smobilitazione dei cittadini che lo scorso 3 agosto, in coincidenza con l’attacco azero, erano stati chiamati a una mobilitazione parziale.

(10 ago 22) DRONI AZERI – Nella notte, tre droni azeri da ricognizione hanno sorvolato gli insediamenti di Karmir Shuka e Taghavard.

(10 ago 22) SITUAZIONE AD AGHAVNO – Secondo fonti sul posto, i residenti non hanno abbandonato il villaggio e sarebbero intenzionati a rimanere a presidiare le loro case. Smentita anche la partenza dell’unità delle forze di pace russe che sarebbe ancora presente sul posto.

(9 ago 22) CORRIDOIO DEL SYUNIK – L’Azerbaigian ha un’alternativa per comunicare con Nakhchivan attraverso l’Iran attraverso il fiume Araks, aggirando l’Armenia, ha detto ai media turchi il ministro degli Esteri dell’Azerbaigian Ceyhun Bayramov. Ha osservato che l’Azerbaigian ha iniziato la costruzione del primo ponte sul fiume Araks in conformità con un accordo con l’Iran. In tal modo, l’Azerbaigian ha un’alternativa per connettersi con Nakhchivan attraverso l’Iran attraverso il fiume Araks, aggirando l’Armenia. “Questo sarà implementato, che l’Armenia lo voglia o meno. Questa è un’opportunità per l’Armenia di non essere esclusa dai progetti di sviluppo regionale. Prenderà la propria decisione. Se Yerevan non prenderà la decisione giusta, farà di più danno a se stessa“, ha aggiunto Bayramov.

(9 ago 22) CESSIONE DI BERDZOR – Secondo un quotidiano armeno (Aravot), il Segretario del Consiglio di sicurezza dell’Artsakh, Vitaly Balasanyan, avrebbe ieri visitato la cittadina accompagnato da funzionari azeri ai quali avrebbe mostrato le case che verranno consegnate a loro. Non sono arrivate nè conferme nè smentite alla notizia. Secondo il giornale, alcuni cittadini avrebbero protestato con il generale.

(9 ago 22) PRIGIONIERI DI GUERRA – L’ambasciatore Karapetyan ha affermato in un’intervista alla tv ucraina che l’Azerbaigian conferma di tenere in cattività 38 militari armeni, mentre l’Armenia ritiene che altri 26 militari debbano essere nel numero dei prigionieri. Ha sottolineato che c’è un accordo al più alto livello che lo scambio di prigionieri deve avvenire “tutti per tutti”. La parte armena ha consegnato tutti i prigionieri, anche i criminali condannati che stavano scontando pene detentive per reati non correlati, compreso l’omicidio. La parte armena ha documenti e prove video, oltre alle testimonianze di ex prigionieri di guerra che sono già tornati in Armenia, che dimostrano che l’Azerbaigian tiene prigionieri altri 26 militari oltre ai 38. Karapetyan ha aggiunto che l’Azerbaigian ha rilasciato alcuni dei militari armeni in cambio delle mappe dei campi minati. “In segno di buona volontà, la dirigenza armena ha consegnato le mappe dei campi minati che erano in nostro possesso dagli anni ’90, dagli anni della prima guerra del Nagorno Karabakh“, ha affermato l’ambasciatore. L’ambasciatore Karapetyan ha affermato che le mappe dei campi minati trasferite hanno ridotto significativamente gli incidenti mortali legati alle mine. “Nonostante il fatto che l’Azerbaigian si sia lamentato pubblicamente e in modo numeroso dell’accuratezza di queste mappe, dopo che gliele abbiamo fornite il numero di esplosioni è diminuito in modo significativo e si sono verificati solo uno o due incidenti mortali. Le nostre mappe sono molto accurate, ma bisogna tenere conto del tempo trascorso”.

(8 ago 22) FERITI DUE SOLDATI – I militari a contratto dell’esercito di difesa dell’Artsakh Gurgen Danielyan e Artur Arushanyan sono rimasti seriamente feriti per “non aver aderito alle regole di sicurezza e aver violato i regolamenti sull’uso delle armi” secondo quanto ha riferito l’Esercito di difesa dell’Artsakh.

(8 ago 22) PROTESTA SFOLLATI – Un gruppo di sfollati di Hadrut e Shushi ha inscenato una manifestazione di protesta nei pressi dell’amasciata USA a Yerevan e hanno preparato una lettera per l’ambasciatore Tracy. I manifestanti hanno altresì chiesto ai Paesi copresidenti del Gruppo OSCE di Minsk di adempiere agli obblighi che hanno assunto per risolvere il conflitto del Karabakh.

(8 ago 22) AGHAVNO – 56 residenti del villaggio Artsakh di Aghavno hanno fatto appello ai Copresidenti del Gruppo OSCE di Minsk – Francia e Stati Uniti – chiededendo il loro l’intervento attivo e immediato e la loro mediazione per portare il villaggio di Aghavno nella zona del nuovo corridoio (che si trova a soli 1200 metri dal nuovo corridoio) e per evitare una catastrofe umanitaria. Chiedono inoltre che le autorità dell’Armenia e dell’Artsakh prendano immediatamente tutte le misure per includere il villaggio di Aghavno nel nuovo corridoio di Kornidzor.

(8 ago 22) BERDZOR – L’Azerbaigian ha sviluppato un progetto per trasformare la chiesa di Surb Hambardzum a Berdzor (edificata negli anni Novanta) in una moschea secondo quanto riferisce Hovik Avanesov, capo del Centro per gli studi caucasici dell’Università di Stepanakert. Ha detto che anche l’organizzazione azerbaigiana “Public Association for Monument Protection” ha pubblicato una foto del progetto che prevede che le cupole e il campanile vengano smantellati e sostituiti con due minareti. Il progetto sarebbe stato approvato per ordine del presidente azerbaigiano Aliyev. “Aliyev ha dato un tale ordine quando era in un’altra visita illegale nella regione occupata di Hadrut. Il loro obiettivo principale è eliminare il patrimonio culturale armeno in tutti gli insediamenti armeni occupati. Chiese e le istituzioni di valore culturale costruite nel periodo dell’indipendenza, che non possono essere albanizzate, vengono trasformate in moschee o altre strutture per ordine di Aliyev“, ha affermato il capo del Centro.

(7 ago) VIOLAZIONI AZERE – Il ministero della Difesa dell’Artsakh comunica che nelle notte vi sono state sporadiche violazioni azere in alcune aree. La situazione rimane sostanzialmente stabile. Giunge notizia dall’Armenia che nei pressi di Sotk un soldato di yerevan è stato leggermente ferito da un cecchino azero.

(5 ago 22) BERDZOR E AGHAVNO – Il ministro del Territorio e delle Infrastrutture di Artsakh Hayk Khanumyan ha concesso ai residenti di Aghavno e Berdzor fino al 25 agosto per lasciare le loro case secondo quanto ha riferito oggi il capo del villaggio di Aghavno Andranik Chavushyan. I residenti non voglio andarsene e chiedono armi per resistere. Cittadini di Berdzor hanno bloccato la statale Goris-Stepanakert chiedendo che la città rimanga nella repubblica dell’Artsakh.

(5 ago 22) ARMENIA E AZERBAIGIAN – Nel novembre 2021, il premier armeno Nikol Pashinyan ha incaricato il Ministero della Difesa di utilizzare attivamente la comunicazione diretta con l’Azerbaigian. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha parlato anche dell’instaurazione di un collegamento diretto tra i ministri della Difesa di Armenia e Azerbaigian quando ha ricevuto Ilham Aliyev e Nikol Pashinyan alla fine dello scorso anno. L’attuale capo del dipartimento della difesa, Suren Papikyan, ha assunto la carica di ministro il 15 novembre 2021. L’addetto stampa del ministero della Difesa armeno Aram Torosyan, in risposta a una richiesta della stampa, ha dichiarato: “Il collegamento diretto stabilito tra i ministri della Difesa di Armenia e Azerbaigian non funziona da diversi mesi”.

(5 ago 22) SITUAZIONE SUL CAMPO – La situazione sulla linea di contatto tra l’Artsakh e l’Azerbaigian è rimasta relativamente stabile nella notte del 5 agosto e alle 9 del mattino. Secondo il servizio stampa dell’Esercito di difesa dell’Artsakh in generale, le tensioni persistono. In alcune aree, le unità azere hanno violato il regime di cessate il fuoco utilizzando armi leggere. Non ci sono perdite da parte armena. Diversi feriti nei giorni scorsi sono stati dimessi dall’ospedale. La condizione di tre resta critica, la condizione di un altro è estremamente critica, con qualche dinamica positiva. Continuano i lavori per stabilizzare la situazione attraverso la mediazione del contingente di peacekeeping russo.

(4 ago 22) UNIONE EUROPEA – Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel è in stretto contatto con i leader armeni e azeri per l’ultima escalation nella zona di conflitto del Karabakh. Michel ha già parlato con il primo ministro armeno Nikol Pashinian e presto parlerà con il presidente azero Ilham Aliyev,

(4 ago 22) SITUAZIONE SUL CAMPO – Alle 19 (ora locale) la situazione operativa e tattica sulla linea di contatto è relativamente stabile. Secondo il quartier generale delle informazioni di Artsakh, durante la giornata non sono state registrate violazioni significative. Le forze di pace russe dispiegate nell’Artsakh stanno adottando continue misure per ridurre l’escalation della situazione attraverso la mediazione del comando delle forze di pace russe.

(4 agosto 22) FORZE DI PACE RUSSE – Il comandante del contingente di mantenimento della pace russo, il generale Andrey Volkov, ha incontrato i rappresentanti delle forze pubbliche e di opposizione di Artsakh. “Durante l’incontro il maggiore generale Andrey Volkov ha chiarito la posizione del contingente di mantenimento della pace in merito agli eventi in corso, informato del lavoro svolto e ha anche assicurato che la Federazione Russa avrebbe adottato tutte le misure per prevenire un ulteriore aggravamento della situazione” si legge in una nota rilasciata dal Comando.

(4 ago 22) CONSIGLIO SICUREZZA RUSSO – Il presidente della Russia Vladimir Putin ha discusso della situazione in Nagorno Karabakh con i membri del Consiglio di sicurezza secondo quanto ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Peskov ha altresì dichiarato che l’escalation del conflitto in NK è stata discussa. “È stata sottolineata l’elevata necessità di attuare tutte le disposizioni dell’accordo trilaterale“, ha aggiunto.

(4 ago 22) ASSEMBLEA NAZIONALE – Le cinque forze politiche rappresentate nell’Assemblea nazionale dell’Artsakh hanno rilasciato una dichiarazione congiunta. QUI IL TESTO

(4 ago 22) CONDIZIONE FERITI – Le condizioni di 4 dei 19 militari feriti ieri in Artsakh sono valutate come critiche mentre le condizioni di uno sono valutate come estremamente critiche secondo quanto ha riferito l’esercito di difesa di Artsakh. Le condizioni del resto dei feriti sono soddisfacenti.

(4 ago 22) BABAYAN SU SITUAZIONE – Ci sono tendenze verso la stabilizzazione, ha detto il ministro degli Esteri dell’Artsakh David Babayan parlando della situazione nella zona delle operazioni militari aggressive dell’Azerbaigian sulla linea di contatto con l’Artsakh. “In generale, la situazione è più stabile rispetto agli ultimi giorni. Speriamo che la situazione si stabilizzi finalmente“, ha osservato il ministro degli Esteri. Le unità azere, violando gravemente il regime di cessate il fuoco, hanno sparato contro le postazioni di combattimento dell’esercito di difesa e il luogo di dispiegamento permanente di una delle unità militari. Oltre alle armi leggere di vario calibro, il nemico ha usato anche mortai, lanciagranate e droni d’attacco, a seguito dei quali i militari a contratto Gurgen Gabrielyan e Artur Khachatryan sono stati feriti a morte. Secondo gli ultimi dati, 19 militari hanno riportato ferite di varia gravità. L’obiettivo della prossima aggressione dell’Azerbaigian secondo Babayan è quello di prendere posizioni vantaggiose nell’area del corridoio di Berdzor (Lachin).

(3 ago 22) COMUNICATO OSCE – La Presidenza polacca dell’OSCE ha espresso preoccupazione per l’escalation della situazione nell’Artsakh. “Siamo estremamente preoccupati per gli incidenti armati e le vittime segnalati nel Caucaso meridionale. Esortiamo l’Armenia e l’Azerbaigian ad adottare tutte le misure necessarie per ridurre l’escalation e riprendere il dialogo. Rimaniamo impegnati a sostenere tutti gli sforzi volti a consolidare la pace nella regione“, ha twittato la Presidenza omettendo di citare il Nagorno Karabakh e ponendo le parti su un piano di pari responsabilità nonostante sia evidente la matrice azera dell’attacco. Nella giornata odierna il Ministro degli Esteri dell’Armenia Ararat Mirzoyan ha ricevuto il rappresentante personale del Presidente in esercizio dell’OSCE Andrzej Kasprzyk. Mirzoyan ha presentato ad Kasprzyk la situazione della sicurezza che si è verificata nella regione negli ultimi giorni e ha condannato l’interpretazione arbitraria delle dichiarazioni trilaterali e i tentativi di destabilizzare la situazione da parte dell’Azerbaigian.

(3 ago 22) MOBILITAZIONE PARZIALE – Il Presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha firmato un decreto, annunciando una mobilitazione militare parziale da oggi 3 agosto 2022 secondo quanto riferisce l’ufficio del Presidente della Repubblica dell’Artsakh.

(3 ago 22) AZERI PARLANO DI “PROVOCAZIONI” – Il Ministero della Difesa dell’Azerbaigian ha rilasciato una dichiarazione in relazione all’operazione antiterrorismo “Castigo” dell’Azerbaigian in risposta alle provocazioni dei “gruppi armati illegali armeni” (cioè l’Esercito di difesa dell’Artsakh) nel territorio dell’Azerbaigian, dove sono temporaneamente di stanza le forze di pace russe. Secondo Baku le forze armene “avrebbero provocato” rendendo inevitabile l’azione azera. Gli azeri avrebbero una vittima. Media dell’Azerbaigian riferiscono che le loro truppe avrebbero conquistato posizioni sull’altura di Gyrkhgyz è s sulle alture dominanti di Sarybab così come su una serie di altre lungo la cresta della catena del Karabakh. Un video diffuso dal ministero della Difesa azero mostra il bombardamento con droni di una base dell’esercito armeno dove vengono colpiti obici, autocarri e munizioni. La “provocazione” starebbe nel fatto che . a detta di Baku – nessun soldato armeno dovrebbe essere presente in Artsakh.

(3 ago 22) COMUNICATO MINISTERO ESTERI – Il Ministero degli Affari Esteri dell’Artsakh condanna fermamente il nuovo ciclo di azioni aggressive dell’Azerbaigian contro l’Artsakh e lo qualifica come un’altra manifestazione dell’odio armeno, un grossolano tentativo di violare la pace e la stabilità nella regione, nonché di screditare la missione di mantenimento della pace. Il Ministero degli Affari Esteri dell’Artsakh invita la comunità internazionale a fornire una valutazione mirata delle azioni dell’Azerbaigian e ad adottare misure appropriate per frenare la politica distruttiva della Baku ufficiale. Gli armeni dell’Artsakh sono irremovibili e determinati a vivere liberamente e in modo indipendente sulla loro terra e a superare tutte le difficoltà con dignità, ha osservato il MFA.

(3 ago 22) SI AGGRAVA IL BILANCIO – Due militari armeni colpiti a morte (Gurgen Gabrielyan e Artur Khachatryan) e 14 feriti (alcuni gravi) è il bilancio della battaglia di oggi scoppiata allorchè le forze armate dell’Azerbaigian hanno tentato di guadagnare posizioni e penetrare nel territorio della repubblica di Artsakh.

(3 ago 22) ATTACCO AZERO, FERITI – Le unità azere il 3 agosto, a partire dalle 09:00 (ora locale), hanno violato gravemente il regime di cessate il fuoco, utilizzando lanciagranate e veicoli aerei senza pilota in direzione delle posizioni dell’esercito di difesa del Karabakh. Il servizio stampa dell’esercito di difesa del Karabakh ha informato che sette militari armeni sono rimasti feriti, sei dei quali non sono in pericolo. Le condizioni di un ferito sono invece giudicate gravi.

(2 ago 22) NUOVA STRADA – L’Azerbaigian ha avanzato una richiesta tramite il contingente russo di mantenimento della pace per organizzare il traffico attraverso la nuova rotta del corridoio di Lachin che collega l’Artsakh con l’Armenia.

(2 ago 22) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Il presidente della repubblica ha convocato il Consiglio di sicurezza nazionale aperto da una relazione del ministro della Difesa, Kamo Vardanyan, che ha illustrato la situazione lungo la linea di contatto dopo le recenti provocazioni azere. Il Consiglio ha quindi discusso la questione del collegamento del Nagorno Karabakh con l’Armenia. La parte azerbaigiana, attraverso il contingente di mantenimento della pace di stanza in Artsakh, ha presentato una richiesta alla parte armena di cominciare a organizzare il movimento sul nuovo passante stradale alternativo a quello esistente

(2 ago 22) CEDU – Il 27 luglio 2022, l’Armenia ha presentato alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) una nuova denuncia contro l’Azerbaigian. La denuncia menzionata riguarda la violazione dei diritti della popolazione civile a seguito dell’aggressione azerbaigiana nei pressi dei villaggi di Khramort e Parukh di Artsakh nel 2022, le diverse minacce espresse dall’Azerbaigian contro la popolazione dei villaggi di confine dell’Artsakh, nonché dei casi di uso della forza da parte delle forze armate azere contro la popolazione civile dell’Artsakh nel periodo 2021-2022, a seguito dei quali è stato violato il diritto alla vita dei cittadini.

(2 ago 22) SITUAZIONE STABILE – La situazione sulla linea di contatto non è cambiata in modo significativo nella notte tra l’1 e il 2 agosto e le 9 secondo quanto riferisce l’Esercito di difesa dell’Artsakh. “Adesso la situazione è stabile. Come già riportato, la dirigenza della repubblica, insieme al Comando dell’Esercito di difesa e al Comando delle truppe russe di mantenimento della pace, stanno adottando misure per disinnescare la tensione e prevenire un’ulteriore escalation“, si legge in un comunicato dell’esercito. Le condizioni del militare armeno ferito sono soddisfacenti e non è in pericolo di vita.

(1 ago 22) UN SOLDATO ARMENO FERITO – Un militare dell’esercito di difesa dell’Artsakh, Albert Bakhshiyan, è stato ferito a causa delle provocazioni delle unità militari azere sulla linea di contatto tra il Nagorno Karabakh e l’Azerbaigian. Le condizioni del militare ferito sono giudicate soddisfacenti.

(1 ago 22) TENTATIVI DI PENETRAZIONE AZERA – L’esercito di difesa dell’Artsakh riferisce di provocazioni dall’Azerbaigian e tentativi di attraversare il confine. “Il 1° agosto, a partire dalle 09:00, in un certo numero di sezioni della direzione nord e nord-ovest del confine della Repubblica dell’Artsakh le unità azerbaigiane hanno fatto ricorso a provocazioni, tentando di attraversare la linea di contatto, che sono state soppresse dalle forze delle unità dell’Esercito di Difesa. Non sono state segnalate vittime da parte armena. La situazione resta tesa. Informazioni dettagliate sull’incidente sono state fornite al comando del contingente di mantenimento della pace russo“, si legge nella dichiarazione dell’Esercito di difesa dell’Artsakh.
La situazione è tesa anche nelle aree adiacenti a Syunik e Gegharkunik in Armenia.

L’atteggiamento della leadership politico-militare dell’Azerbaigian nei confronti degli armeni si è manifestato per decenni nel comportamento criminale di odio, violenza fisica e psicologica, privazione intenzionale della vita, e non vi è nemmeno motivo di presumere che l’Azerbaigian possa cambiare questa strategia nel futuro prevedibile.

Artak Beglaryan, ministro di Stato dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) commenta con fermezza la recente sparatoria azerbaigiana nei villaggi di Taghavard e Karmir Shuka di Artsakh.

Beglaryan ha sottolineato che i proiettili sparati contro le case dei civili nei suddetti villaggi e altre violazioni del cessate il fuoco nei giorni scorsi ne sono un’altra prova. Secondo lui, non importa quanto le autorità azere giochino alla pace e alla gentilezza, continuano ancora apertamente la politica dell’armenofobia e dell’aggressione al fine di espellere gli armeni dall’Artsakh e svilire lo stato armeno e tutti gli armeni.

Finché le autorità e il popolo dell’Azerbaigian non sono pronti per un dialogo e una pace reali e degni per tutte le parti, il conflitto [del Karabakh] non può essere risolto e non può esserci stabilità a lungo termine nella regione. Il riconoscimento e la difesa del diritto all’autodeterminazione del popolo dell’Artsakh non ha alternative, poiché siamo i padroni del nostro destino nella nostra patria, ed è l’unico modo per prevenire il nuovo genocidio nel mondo“, ha aggiunto il ministro di Stato dell’Artsakh.

Sembra ormai segnato il destino di Berdzor (Lachin) che andrà inevitabilmente sotto totale controllo del nemico azero.
Con la costruzione della nuova rotta, alternativa all’attuale, tra Armenia e Artsakh l’area di Berdzor e probabilmente anche il villaggio di Aghavno (dove fino al settembre 2020 c’era il controllo di frontiera della repubblica di Artsakh) finiranno all’Azerbaigian.
Anche il governo dell’Artsakh sembra rassegnato alla cessione della cittadina dove vivono ancora una cinquantina di famiglie armene che non sono sfollate dopo la guerra mentre per quanto riguarda il villaggio di Aghvano c’è forse ancora qualche esile speranza.
Cerchiamo di spiegare la situazione.

Con la sconfitta in guerra e il successivo accordo del 9 novembre la parte armena si è tra l’altro impegnata a consegnare il distretto di Lachin (Kashatagh nella repubblica di Artsakh) alla parte azera.
In questo distretto di trova anche quello che antecedentemente alla prima guerra del Karabakh era chiamato il “corridoio di Lachin” ovvero il punto più ravvicinato tra l’oblast autonoma del Nagorno Karabakh (NKAO) e l’Armenia.

Questa porzione di territorio è interessata dalla strada di collegamento tra Goris e Stepanakert e appunto dagli insediamenti di Berdzor e Aghavno.
Il primo sorge sul confine della vecchia oblast ma leggermente fuori di essa, il secondo quasi contiguo con l’Armenia.

Dopo l’ultimo conflitto, la strada è stata utilizzata in quel tratto sia dagli armeni (per raggiungere l’Artsakh e viceversa) sia dagli azeri (per collegare la parte meridionale a quella settentrionale del distretto e viceversa) con la forza di pace russa a fungere da vigile del traffico onde evitare che i convogli nemici si incontrassero.
La costruzione di una rotta alternativa (peraltro prevista dall’accordo di novembre) serve dunque agli azeri per occupare interamente la zona evitando il “fastidio” di dover condividerla con gli armeni.
Per questo stanno procedendo spediti i lavori per il passante alternativo: in Armenia, superata Goris, la rotta dovrà piegare a destra verso il villaggio di Kornidzor (con la necessità di riammodernare la strada locale,  ma non sappiamo se e quando partiranno i lavori); dall’altra parte il nuovo tracciato interessa i villaggi di Hinshen e Metzshen della provincia di Shushi (che gli azeri a dicembre 2020, dopo la fine della guerra, hanno tentato di occupare…) per poi congiungersi al vecchio percorso e bypassarlo più a nord all’altezza di Shushi.

Dalle dichiarazioni del governo dell’Artsakh sembra di capire che si vorrà vedere il completamento dell’opera prima di dare un giudizio finale. Ma tre sono i problemi fondamentali:

  1. L’agibilità del nuovo percorso: non si richiede un’autostrada a quattro corsie come quella che Aliyev sta costruendo tra Varanda (Fuzuli) e Shushi ma almeno una strada decentemente transitabile anche nella stagione invernale.
  2. La sorveglianza: dovrebbe essere affidata sempre ai russi dal momento che i punti ravvicinati con gli azeri sono molti.
  3. Le reti di servizio: lungo l’attuale percorso stradale passano la rete elettrica e quella del gas che portano energia dall’Armenia all’Artsakh. Considerato quanto accaduto con il gas lo scorso inverno a causa del criminale blocco azero e stanti le continue interruzioni di corrente causate dagli stessi azeri, non si può escludere che queste reti di servizio vengano spostate sulla nuova rotta. Ma sarà un lavoro lungo e costoso.

La nuova strada dovrebbe essere completata a fine 2023.

Quanto ad Aghavno, come detto, sorgeva quasi sul confine con l’Armenia e si potrà e dovrà discutere sul suo destino e di quello delle diverse famiglie che vi risiedono. Tra l’altro negli ultimi anni la comunità era stata interessata da importanti progetti di riqualificazione edilizia con la costruzione di molte nuove case. A pochi metri da quello che fino al settembre 2020 era il posto di controllo doganale sorge un piccolo impianto idroelettrico sull’omonimo fiume.

Visto come si sono comportati gli azeri nel dopoguerra, abbiamo dei dubbi che lasceranno anche solo un metro quadro di terra agli armeni.

Turchia e Armenia: la normalizzazione passa da Baku? (East journal, 1 lug)

Turchia. Normalizzazione delle relazioni con l’Armenia (Notizie geopolitiche, 3 lug)

Russia-Turchia-Iran: il patto a tre si rinnova (Globalist, 12 lug)

Fra Erevan e Ankara un disgelo di convenienza, più che per convinzione (Asianews, 13 lug)

Narek e la guerra del Nagorno Karabakh (Pressenza, 14 lug)

Prove di pace per il Nagorno Karabakh (Euronews, 16 lug)

Nagorno Karabakh: da Consiglio d’Europa nessun sostegno a Erevan (Asianews, 18 lug)

Vertice di Teheran, le spaccature della triade antioccidentale (Terrasanta, 22 lu)

Le dichiarazioni del presidente dell’Azerbaigian, Aliyev, rilasciate ieri nel corso di un forum a Baku fanno quasi sorridere se non fosse che di mezzo ci sono i diritti dei popoli e in particolare di quello del Nagorno Karabakh (Artsakh).

Il dittatore (che l’Europa tanto ama) ancora una volta si è dichiarato disponibile a fare la pace. Ma a modo suo…

Ha liquidato il Gruppo di Minsk che per quasi trenta anni ha cercato di tessere le fila del dialogo diplomatico ritenendolo ormai superato dalla sua azione bellica del 2020. Inoltre (e in questo ha ragione) il Gruppo dei co-presidenti non si riunisce più dall’inizio della guerra in Ucraina.

La pace secondo Aliyev non può prescindere dall’apertura del corridoio di Zangazur (il Syunik armeno): se non può acquisire il territorio dello Stato sovrano dell’Armenia, il dittatore azero vuole quanto meno il libero transito di uomini e merci senza controllo alcuno.

La pace secondo Aliyev considera ovviamente archiviato il problema del Nagorno Karabakh (Artsakh) con la guerra del 2020: nessun diritto per la popolazione armena di Stepanakert e dintorni se non quello di finire sotto il giogo di una dittatura armenofoba e razzista.

La pace secondo Aliyev vuol dire occupare porzioni di territorio dell’Armenia e poi riparlarne con una bella Commissione ad hoc.

La pace secondo Aliyev “è tutta colpa dell’Armenia che non la vuole”…

La pace secondo Aliyev sono le cinque proposte che gli armeni devono accettare altrimenti non se ne fa niente.

L’ennesimo sproloquio di Aliyev ieri a Baku è ancora una volta della arroganza e saccenza di questo dittatore fin troppo assecondato dal mondo civile

In risposta al discorso del presidente azero Ilham Aliyev al 9° Forum mondiale di Baku, il ministro di Stato della Repubblica del Nagorno Karabakh Artak Beglaryan dichiarato:

 “Sì, il Nagorno Karabakh non esiste, perché esiste la Repubblica del Nagorno Karabakh (Artsakh), ed è materia di diritto internazionale, anche se non formalmente riconosciuta a livello internazionale. Il conflitto azerbaigiano-Karabakh non è stato e non sarà risolto fino a quando l’Azerbaigian non terrà conto del diritto inalienabile della popolazione indigena dell’Artsakh all’autodeterminazione. La questione del riconoscimento internazionale (da cui lo status) della Repubblica dell’Artsakh sarà risolta prima o poi, e l’Artsakh non farà mai parte dell’Azerbaigian.

Sarebbe meglio se Aliyev pensasse di più a eseguire fedelmente i poteri conferitigli dalla Costituzione dell’Azerbaigian, garantendo i diritti dei propri cittadini (tra cui Lezgins, Talysh, Avari, Tatari e altre minoranze) invece di “preoccuparsi” dei diritti degli armeni. Aliyev si ricorda improvvisamente cosa è successo a più di 500.000 armeni nell’Azerbaigian sovietico, o c’è anche un armeno nei territori occupati dall’Azerbaigian dell’Artsakh? Ci sono una serie di altre domande e risposte rivolte a Ilham Aliyev, ma ve le lascio immaginare“, ha detto.

(30 giu 22) BERDZOR ADDIO – Stepanakert ha dato il suo consenso alla rotta alternativa che collega l’Armenia ad Artsakh. Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan lo ha dichiarato all’Assemblea nazionale dell’Artsakh e ha notato che c’erano diverse opzioni, ma questa è stata scelta. Riferendosi alle preoccupazioni che in caso di avvio di quella rotta, la città di Berdzor (Lachin) e il villaggio di Aghavno, dove vivono centinaia di armeni, passeranno sotto l’Azerbaigian, ha affermato Harutyunyan. “I negoziati sono in corso ora, vedremo quali opportunità ci sono. Per quanto ne so, i residenti della città di Berdzor e di Sus hanno ricevuto il loro compenso nell’ambito dei nostri programmi sociali. Indipendentemente da tutto, dobbiamo aggirare Berdzor e Ritengo che la possibilità per i nostri compatrioti di vivere nell’insediamento di Berdzor in futuro sia molto piccola. Per quanto riguarda Aghavno, continueremo i nostri negoziati, la nostra lotta“. Arayik Harutyunyan ha notato che avevano avuto diverse proposte relative a quella rotta, sia dall’Azerbaigian che dalla Russia.

(30 giu 22) ASSISTENZA SANITARIA – Il Capo dello Stato nel corso del dibattito all’Assemblea nazionale ha sottolineato che il Governo prosegue la politica volta a creare un sistema sanitario di qualità, accessibile, efficiente, trasparente. Il finanziamento statale per l’assistenza sanitaria nel 2021 è stato di oltre 12,5 miliardi di dram (circa 30 milioni di euro), circa il 60% in più rispetto al 2020 (7,8 miliardi di dram, 18 mil di euro). Durante il periodo di riferimento, è stata fornita assistenza finanziaria per un importo di 91,5 milioni di dram a 183 cittadini feriti durante la guerra dell’Artsakh del 2020 e hanno ricevuto servizi sanitari in regime ambulatoriale. È proseguito anche il programma di promozione della salute e della fertilità delle donne.

(30 giu 22) ASSEMBLEA NAZIONALE – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha presentato un rapporto annuale durante la seduta dell’Assemblea nazionale, riportando i risultati dell’attuazione del programma 2021, nonché il piano d’azione per il 2022. Il Capo dello Stato ha riassunto il lavoro svolto nei vari ambiti della vita della repubblica, ha delineato le priorità e i piani di sicurezza, politica estera e interna, socio-economica. Nel suo discorso il Presidente ha osservato che il 2021 è stato un anno di eliminazione delle conseguenze della guerra e di ripristino del normale corso di vita per il Paese e il governo Artsakh ha continuato la sua politica incentrata sulle persone, concentrandosi principalmente sulla mitigazione degli effetti delle ostilità, risolvendo i problemi della popolazione problemi vitali e fornendo supporto socio-psicologico. Toccando i piani per il 2022, Arayik Harutyunyan ha sottolineato che il governo dell’Artsakh sta continuando il lavoro volto a garantire la sicurezza e lo sviluppo socioeconomico dell’Artsakh, attribuendo particolare importanza all’uso degli sforzi e del potenziale di tutti in Artsakh, madre Armenia e la diaspora.

(29 giu 22) INTERRUZIONE GAS – Dal 29 al 5 luglio è interrotta la fornitura di gas in Artsakh attraverso la condotta che proviene dall’Armenia e attraversa territori occupati dal nemico. Lo ha annunciato la società “Artsakh gas” adducendo ufficialmente motivi tecnici. Non dovrebbero comunque ripetersi i disagi dello scorso inverno causati dal criminale blocco azero.

(29 giu 22) CORRIDOIO STRADALE NEL SYUNIK – Secondo quanto riferisce l’Izvestia, la Russia ha aiutato Armenia e Azerbaigian a raggiungere un accordo su una strada nel “corridoio Zangezur”. Resta da concordare un piccolo tratto di strada di 6 km. Secondo questa fonte, l’Avtodor, la compagnia statale russa per le infrastrutture e i servizi autostradali, aiuterà a completare il coordinamento di questo percorso e il ritardo è dovuto al terreno montuoso. Le strade dell’era sovietica saranno utilizzate per i restanti 40 chilometri di questo percorso. Yerevan avrebbe accelerato l’approvazione del progetto dopo che Baku aveva pianificato di non costruire una rotta attraverso l’Armenia, ma attraverso l’Iran.

(29 giu 22) GIORNATA DEI MARTIRI – In occasione della Giornata della memoria dei martiri e dei combattenti per la libertà scomparsi per la patria, mercoledì il presidente dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) Arayik Harutyunyan ha visitato, e accompagnato da alti funzionari statali e militari, il memoriale di Stepanakert, ha reso omaggio e ha partecipato al servizio funebre dedicato a questo giornata.

(29 giu 22) ALTRI CASI DI TRADIMENTO – Il Servizio di sicurezza nazionale (NSS) dell’Artsakh ha denunciato cinque nuovi casi di alto tradimento. L’NSS ha rilasciato un rispettivo video in cui si dice che diverse persone in servizio nell’esercito di difesa dell’Artsakh erano impegnate in una rete di spionaggio e l’ulteriore reclutamento di diversi cittadini dell’Artsakh è stato impedito. Nell’ambito del procedimento penale avviato dall’Artsakh NSS in relazione a questo incidente, è stato scoperto che diversi militari dell’Artsakh di un’unità militare avevano stabilito un contatto, tramite i social media, con un account utilizzato da un ufficiale del servizio speciale straniero e registrato con i dati di un armeno. Dopo un po ‘di tempo di comunicazione, gli furono dati da loro – e su sue istruzioni – segreti di Stato e militari dell’Artsakh. In cambio, uno di loro ha ricevuto $ 200 tramite bonifico bancario, mentre il resto non ha ricevuto il denaro promesso. Tre cittadini dell’Artsakh sono stati accusati di alto tradimento.

(29 giu 22) FUOCO AMICO – Secondo un canale Telegram iraniano, nel corso della guerra in Artsakh 53 soldati azerI sarebbero stati uccisi per errore da attacchi di droni turchi Bayraktar TB2.

(29 giu 22) DISPERSI IN GUERRA – Il presidente della Commissione dell’Artsakh sui prigionieri, gli ostaggi e le persone scomparse, il ministro degli Affari interni Karen Sargsyan, ha incontrato mercoledì i parenti dei militari che sono ancora considerati dispersi, ha informato il Servizio statale per le situazioni di emergenza dell’Artsakh. Dal 13 novembre 2020 alla prima metà del 2022, la ricerca ha trovato 1.711 corpi e resti armeni. Ad oggi, 53 armeni sono considerati dispersi, 33 di loro sono militari e 20 civili. Sargsyan ha osservato che sono in corso negoziati con la parte russa e quella azerbaigiana per riprendere la ricerca dei resti del resto dei militari armeni caduti.

(29 giu 22) GRUPPO DI MINSK – Andrew Shoffer ha terminato il suo mandato di co-presidente USA del Gruppo di minsk ed è stato sotituito da Laura Hochla che il 21 giugno si è recata a Bruxelles per incontrare i suoi omologhi dell’UE e francesi sull’instaurazione di una pace duratura e sostenibile per l’Armenia e l’Azerbaigian, e il 27 giugno ha parlato al telefono con il copresidente francese del gruppo di Minsk e il Rappresentante personale del Presidente in esercizio dell’OSCE. Laura Hochla è direttrice dell’Ufficio per gli affari caucasici e i conflitti regionali del Dipartimento di Stato dal 2022. In precedenza è stata direttrice degli affari europei per il Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca. È diplomata di carriera e in precedenza ha ricoperto il ruolo di Vice Consigliere Economico presso l’Ambasciata degli Stati Uniti a Madrid (2017-2020), Head of Domestic Policy presso l’Ambasciata degli Stati Uniti a Tbilisi (2014-2017).

(27 giu 22) PRIGIONIERI DI GUERRA – Rappresentanti dell’ufficio del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) a Baku hanno visitato i prigionieri armeni detenuti in Azerbaigian. I rappresentanti del CICR li hanno aiutati a contattare le loro famiglie tramite lettere, telefonate e videomessaggi durante la loro visita regolare a giugno, ha detto al portale Lurer Zara Amatuni, responsabile dei programmi di comunicazione del Comitato Internazionale della Croce Rossa in Armenia.

(27 giu 22) CONCLUSA VISITA BABAYAN IN RUSSIA – Il ministro degli Affari esteri dell’Artsakh David Babayan si è recato in visita di lavoro in Russia dal 21 al 27 giugno secondo quanto ha riferito il Dipartimento dell’informazione e delle pubbliche relazioni del ministero degli Esteri dell’Artsakh. Nella capitale Mosca e in alcune altre città russe, il ministro ha avuto incontri con rappresentanti dei circoli politici, informativi, pubblici, scientifico-educativi russi, della comunità armena della Russia e della Chiesa apostolica armena. Sono stati discussi la situazione attuale e i possibili sviluppi nella regione, il ruolo dell’Artsakh nei processi geopolitici regionali, le prospettive per la risoluzione del conflitto azerbaigiano-Karabakh e l’ulteriore approfondimento delle relazioni Artsakh-Diaspora.

(25 giu 22) FONDO HAYASTAN – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha partecipato alla 31a riunione regolare del consiglio di fondazione dell’Hayastan All Armenian Fund tenutasi a Yerevan. Nel suo discorso all’evento, il presidente dell’Artsakh ha molto apprezzato le attività del Fondo, sottolineando che grazie agli sforzi di tutti gli armeni sono in corso lavori di edilizia abitativa su larga scala in Artsakh, a seguito dei quali migliaia di famiglie sfollate avranno un’abitazione. Durante l’incontro sono state discusse numerose questioni relative alle attività dell’Hayastan All Armenian Fund e sono stati delineati i piani per il futuro.

(24 giu 22) FESTIVAL A STEPANAKERT – Al via oggi e fino al 4 luglio il festival “Sunrise Stepanakert” con esibizioni, laboratori, proiezioni e performance artistiche.

(24 giu 22) CESSAZIONE GRUPPO DI MINSK – Nel corso di un incontro con il collega azero Bayramov, il ministro degli Estseri russo ha ufficializzato la cessazione del Gruppo di Minsk come format negoziale nel conflitto armeno-azero. Lavrov ha osservato che il Gruppo OSCE di Minsk ha cessato le sue attività su iniziativa degli Stati Uniti e della Francia e al tempo stesso ha confermato la disponibilità di Mosca a fornire servizi di consulenza a Baku e Yerevan sulla delimitazione del confine azerbaigiano-armeno. Il ministro russo ha altresì valutato positivamente il lavoro del gruppo di lavoro trilaterale a livello dei vice primi ministri di Azerbaigian, Armenia e Russia per sbloccare le comunicazioni nel Caucaso meridionale.

(24 giu 22) INCIDENTE STRADALE – A seguito di un incidente stradale un soldato è morto e quattro sono rimasti gravemente feriti. Il deceduto è Nikolay Sargsyan nato nel 1981. Ne dà notizia il kministero della Difesa che ha aperto un’inchiesta. Sconosciuta al momento la dinamica del sinistro.

(20 giu 22) STRADA ALTERNATIVA – Il ministro degli Esteri Babayan nel corso di una conferenza stampa ha affrontato il tema della strada alternativa di collegamento all’Armenia in luogo di quella attuale. La questione della strada alternativa è stata specificata dalla dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020. “La questione non è stata ancora completamente risolta. La costruzione richiede tempo. È un po’ presto per dirlo ora. (…). Vediamo come si svilupperà la situazione“, ha affermato il ministro secondo il quale, in ogni caso, anche se si costruisce una strada alternativa, questa dovrà essere ispezionata. “Se ci saranno problemi, saranno necessari ulteriori lavori di costruzione“, ha affermato Babayan.

(20 giu 22) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha convocato una seduta allargata del Consiglio di sicurezza. Hanno presentato relazioni i Ministri della Difesa, degli Affari Esteri e dell’Amministrazione Territoriale e delle Infrastrutture.

(20 giu 22) UE ELOGIA ALIYEV – Toivo Klaar, rappresentante speciale dell’Unione europea per il Caucaso meridionale e la crisi in Georgia, ha accolto con favore la dichiarazione del presidente azerbaigiano Ilham Aliyev al recente IX Global Baku Forum. “Sono lieto di leggere la dichiarazione del presidente azerbaigiano Ilham Aliyev al Global Baku Forum: ‘Ora è il momento di stabilire la pace, di stabilire la cooperazione’ e di ‘passare all’attuazione pratica’ in seguito alle dinamiche positive con l’Armenia. L’UE lo sostiene fermamente“, ha scritto Klaar su Twitter. Nel suo discorso al suddetto forum nella capitale azerbaigiana, la scorsa settimana, Aliyev aveva affermato, in particolare, che “se entrambe le parti lavoreranno per mostrare buona volontà, possiamo firmare un accordo di pace entro un anno“. Ma allo stesso tempo, il presidente dell’Azerbaigian aveva minacciato che se la parte armena continua a sollevare la questione dello status del Nagorno Karabakh (Artsakh), ciò potrebbe portare a un nuovo confronto, sostenendo che “c’è un accordo verbale” per non parlare dello stato. “Qualsiasi speculazione da parte dell’Armenia o di qualsiasi altro Paese sul Gruppo [OSCE] di Minsk irrita l’Azerbaigian. Abbiamo risolto il conflitto [Karabakh], i Principi di Madrid sviluppati dal Gruppo di Minsk sono stati attuati. Ora dobbiamo pensare a come normalizzare le relazioni con l’Armenia e firmare un accordo di pace“, aveva aggiunto Aliyev.

(18 giu 22) UCCISO SOLDATO ARMENO – Le forze armate dell’Azerbaigian hanno colpito e ucciso un soldato armeno lungo il confine tra Armenia (regione di Gegharkunik, villaggio di Verin Shorza) e l’Azerbaigian. Il caduto è il diciannovenne Hrach Piliposyan proveniente dal paese di Byurakan. Il ministero della Difesa di Yerevan informa che diffonderà maggiori dettagli sull’accaduto.

(15 giu 22) ASSISTENZA ALL’ARTSAKH – Nel corso di un dibattito parlamentare il premier dell’Armenia, Pashinyan, ha contestato le critiche dell’opposizione circa un abbandono di aiuti all’Artsakh e ha ricordato come “nel periodo 2021-2022, il budget del Karabakh è aumentato in modo senza precedenti e l’assistenza fornita dal governo armeno ha raggiunto volumi senza precedenti. (…) nel dopoguerra, il budget del Karabakh è stato il più grande di tutta la sua storia. Il Karabakh non ha mai aveva un budget più grande e l’Armenia non gli ha fornito maggiore assistenza“. Pashinyan ha altresì dichiarato che lo status del Karabakh non è un obiettivo, ma un mezzo per garantire la sicurezza del popolo del Nagorno Karabakh e che se prima nei negoziati il ​​concetto di parte armena era basato sullo status del Nagorno Karabakh, da cui derivavano i diritti e le garanzie di sicurezza del popolo del Karabakh, ora questa base sono i loro diritti e sicurezza, da cui lo status deriva.

(13 giu 229 TERRITORI OCCUPATI – Si è tenuta la prima riunione del Consiglio di Stato per la Protezione del Patrimonio Culturale dei Territori Occupati dell’Artsakh presieduto dal ministro dell’Artsakh State Artak Beglaryan e istituito con decreto del presidente dell’Artsakh. Il Ministro di Stato ha sottolineato che questo Consiglio dovrebbe lavorare in modo estensivo e sistematico, con l’obiettivo del raggiungimento degli obiettivi prefissati. Durante la riunione è stato adottato il piano d’azione di questo Consiglio di stato e sono state determinate le sue direzioni di lavoro separate.

(10 giu 22) TIMORI PER LA NUOVA STRADA – In una confernza stampa congiunta alcuni esponenti delle forze di opposizione in Armenia esprimono preoccupazione per la nuova strada che gli azeri stanno costruendo in alternativa all’asse stradale Goris-Stepanakert. “Una tangenziale è in costruzione per Stepanakert e sarà messa in funzione tra 2-3 mesi. Se quella strada funziona, significa che perderemo completamente la regione di Berdzor (…). Soprattutto, tutte le nostre utenze, cioè gas [naturale], elettricità, cadranno sotto il controllo del nemico. Ciò significa che saremo in completa dipendenza, e si verificherà una de-armenizzazione dell’Artsakh”

(9 giu 22) ARRESTATO TRADITORE – Il Servizio di sicurezza nazionale dell’Artsakh comunica che un militare è stato arrestato con l’accusa di alto tradimento. L’uomo sarebbe stato reclutato dall’intelligence nemica (presumbilmente azera…) attraverso i social network. Secondo l’accusa avrebbe passato informazioni segrete circa la posizione, l’equipaggiamento e le forze dispiegate lungo la linea di contatto delle forze armene e di quelle russe di peace keeping. Il traditore – che per i suoi servigi avrebbe percepito un compenso di 1500 dollari – ha ammesso le proprie responsabilità e si avvia a scontare un lungo periodo di detenzione al termine di un regolare processo.

(9 giu 22) DELIMITAZIONE FRONTIERE – Nel corso della odierna conferenza stampa a Yerevan il ministro degli Esteri russo Lavorv ha affermato che la Russia è pronta a fornire materiale cartografico all’Armenia e all’Azerbaigian da utilizzare nel processo di delimitazione dei confini. Il ministro ha aggiunto che l’Azerbaigian e l’Armenia hanno presentato ciascuno la propria visione, tenendo conto di ciò, è necessario andare avanti: e che la Russia è pronta a svolgere il ruolo di mediatore fra le parti.

(9 giu 22) LAVORV SU PARUK – Dopo gli incontri con il suo omologo armeno Ararat Mirzoyan, il ministro degli Esteri russo Sergey Larov ha commentato la situazione nel villaggio di Parukh in Artsakh che alcuni mesi fa è stato occupato da soldati azeri. Rispondendo alla domanda su questo villaggio alla conferenza stampa di Yerevan, il ministro russo ha osservato che questa è una delle questioni prioritarie per l’esercito russo e ha dichiarato che c’è un certo risultato che è collegato all’attenuazione della tensione. Secondo il ministro russo, la questione sarà considerata e risolta nell’ambito dei lavori di delimitazione delle frontiere. Tale affermazione non è stata gradita dal ministero degli Esteri azerbaigiano che ha risposto con Leyla Abdullayeva, capo del servizio stampa del ministero. La portavoce ha affermato che “le attività delle commissioni di delimitazione istituite da Azerbaigian e Armenia mirano specificamente a delimitare il confine di stato dei due paesi“. Il rappresentante del ministero degli Esteri dell’Azerbaigian ha osservato che “questo processo non prevede la considerazione di eventuali questioni oltre il confine di stato azerbaigiano-armeno, comprese quelle relative ai territori, dove è temporaneamente dispiegato il contingente di peacekeeping russo“.

(9 giu 22) SOLDATI CADUTI – Secondo un quotidiano armeno nelle camere mortuarie ci sarebbero ancora i resti di 86 soldati caduti i cui parenti si rifiutano di riconoscere l’esame del dna effettuato dal governo. Alcune famiglie hanno provveduto a test eseguiti all’estero. Lo scorso anno erano un centinaio i resti dei caduti.

(8 giu 22) RESTITUITO CIVILE – Un uomo di Berdzor che il primo giugno era stato catturato dagli azeri dopo che, smarrita la strada, si era ritrovato in territorio occupato dal nemico, è stato restituito alla parte armena.

(7 giu 22) DADIVANK – Il vescovo Vrtanes Abrahamyan, primate della diocesi di Artsakh della Chiesa apostolica armena ha riferito che ci sono informazioni che l’Azerbaigian vuole chiedere alla parte russa che il clero armeno del monastero di Dadivank sia sostituito dal clero della diocesi russa di Baku. “Credo che questa informazione sia completamente in linea con la politica dell’Azerbaigian perseguita oggi. Fanno di tutto per portare a compimento ciò che vogliono e rimuovere i nostri sacerdoti da Dadivank. Hanno visto che non potevano ottenere nulla con le visite degli Udi, e [quindi ] hanno fatto ricorso a questa opzione. Oltre al fatto che rimuoveranno il clero armeno, diranno anche che non c’è più bisogno di forze di pace russe [in Artsakh]. Sono sicuro che la Chiesa ortodossa russa non cederà a questa mossa“, ha affermato il vescovo Abrahamyan. Il primate della diocesi di Artsakh ha aggiunto che sono in corso intense trattative per riprendere l’ingresso dei pellegrini armeni a Dadivank.

(7 giu 22) STATI UNITI – La portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti Adrienne Watson ha rilasciato una dichiarazione sull’incontro di ieri del consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan con il capo del dipartimento per le relazioni estere dell’amministrazione presidenziale dell’Azerbaigian, Hikmat Hajiyev. Di conseguenza, “Sullivan ha trasmesso l’impegno degli Stati Uniti per la pace, la sicurezza e la prosperità nella regione del Caucaso meridionale. Ha elogiato gli sforzi diplomatici significativi e storici tra l’Azerbaigian e l’Armenia verso una pace duratura. Il sig. Sullivan ha espresso sostegno ai colloqui ospitati dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Ha espresso la disponibilità degli Stati Uniti a impegnarsi da vicino e sostenere il progresso attraverso una varietà di mezzi, anche in qualità di copresidente del gruppo di Minsk dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE)“.

(6 giu 22) RIUNIONE REGIONALE – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha convocato una consultazione di lavoro con i capi delle amministrazioni regionali dedicata a una serie di questioni socioeconomiche che le regioni devono affrontare. All’ordine del giorno sono state discusse le questioni legali e organizzative emerse durante la ricostruzione e il rinnovamento del vecchio patrimonio abitativo nelle comunità e i meccanismi per la loro soluzione. Si è inoltre deciso di sciogliere “Artsakhantar” SNCO (ente statale non a fini di lucro che si occupa delle foreste) attualmente sotto il Ministero dell’Amministrazione Territoriale e delle Infrastrutture, trasferendo la maggior parte dei suoi poteri e funzioni alle amministrazioni regionali. Il Presidente ha rilevato che, nell’ambito della politica di decentramento della gestione e di sviluppo del potenziale delle regioni, verranno presi nuovi provvedimenti che consentiranno alla collettività e agli enti regionali di essere più operativi ed efficienti nella risoluzione di problematiche di rilevanza locale. Alla consultazione hanno partecipato il Ministro dell’amministrazione territoriale e delle infrastrutture, i capi delle amministrazioni regionali e altri funzionari.

(6 giu 22) UNIONE EUROPEA – Il rappresentante speciale dell’Unione europea per il Caucaso meridionale – Toivo Klaar – ha affermato che è impossibile raggiungere una soluzione sulla questione dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) senza tener conto dell’opinione degli armeni dell’Artsakh.

(3 giu 22) NAZIONI UNITE – L’ambasciatore Mher Margaryan, rappresentante permanente dell’Armenia presso le Nazioni Unite, ha rivolto ieri un discorso a una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dove ha riflettuto sulla questione dell’impunità per i crimini commessi in passato e nel contesto della prevenzione dei genocidi, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra. Ha osservato che l’Armenia ha ripetutamente allertato la comunità internazionale in merito all’incitamento all’odio anti-armeno e alla retorica razzista in Azerbaigian, che è anche documentato da organizzazioni internazionali. Toccando l’aggressione militare scatenata dall’Azerbaigian contro il Nagorno Karabakh (Artsakh) nell’autunno del 2020 e le sue conseguenze umanitarie, l’Ambasciatore Margaryan ha osservato che l’Azerbaigian, in violazione dei suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario, continua a detenere prigionieri di guerra e civili armeni prigioniero. Ha riflettuto anche sugli obblighi dell’Azerbaigian di preservare il patrimonio culturale e religioso armeno ed eliminare l’odio armeno.

(3 giu 22) MINISTRO DI STATO – “Ci sono sempre state discussioni con la Repubblica di Armenia sulla possibilità di riconoscimento della Repubblica di Artsakh” ha precisato il ministro di Stato di Artsakh Artak Beglaryan rispetto a quanto contenuto in una intertvista rilasciata all’agenzia russa “Ria Novosti” dove era riportato che “sono in corso i colloqui con l’Armenia sulla questione del riconoscimento dell’indipendenza del Nagorno Karabakh, ma finora non ci sono progressi in questo senso“. Secondo lui, si può sostenere che, in effetti, l’Armenia ha riconosciuto il Nagorno Karabakh, poiché i legami orizzontali “alla pari” sono mantenuti tra le due repubbliche. Ha osservato che una soluzione globale del conflitto del Nagorno-Karabakh sembra impossibile nel prossimo futuro, poiché le rispettive posizioni dell’Artsakh e dell’Azerbaigian sono diametralmente opposte. Beglaryan ha infatti sottolineato che la principale differenza a questo proposito è che per l’Azerbaigian si tratta di “prestigio, ambizioni”, mentre per il popolo del Karabakh – “una questione di vita o di morte, la loro esistenza e la giustizia storica”. Il ministro di Stato ha anche indicato la necessarietà di una maggior presenza delle forze di pace russe e ha affermato che le trattative negoziali dovrebbero ritornare al format originario del Gruppo di Minsk dell’Osce.

(2 giu 22) BANDIERA DELL’ARTSAKH – Ricordato il trentennale dell’adozione della bandiera della repubblica del Nagorno Karabakh (ora repubblica di Artsakh) il 2 giugno 1992 da parte del Consiglio supremo.

(1 giu 22) UNIONE EUROPEA – Il presidente della Commissione europea Charles Michel ha rilasciato un comunicato con il quale riafferma l’impegno dell’UE ad approfondire la cooperazione con entrambi i paesi per promuovere un Caucaso meridionale sicuro, stabile, pacifico e prospero a beneficio di tutte le persone che vivono nel regione. Michel ha sottolineato che per una normalizzazione sostenibile delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian, è importante affrontare tutte le questioni in sospeso, compreso l’avanzamento delle discussioni sul futuro trattato di pace e l’affrontare le cause profonde del conflitto. Come per qualsiasi eredità di conflitto, la terminologia è particolarmente sensibile in questo contesto. La dichiarazione del presidente Michel sui risultati della riunione dei leader del 22 maggio non dovrebbe essere interpretata come favorevole a un esito predeterminato delle discussioni in entrambi i casi. Ciò che alla fine conta di più è che tutte le questioni siano affrontate in modo completo; questo include i diritti e la sicurezza di tutte le popolazioni. nfine, il presidente Michel ha sottolineato la necessità di preparare le popolazioni alla pace e il ruolo fondamentale che la retorica pubblica gioca a questo riguardo.