Tag Archivio per: Azerbaigian

Artsakh, il conflitto invisibile. «Anche fare una zuppa è impossibile» (Tempi, 1 feb)

Missione Ue in Armenia: opportunità o rischio? (Huffington post, 1 feb)

Nagorno Karabakh, vivere bloccati (Osservatorio Balcani Caucaso, 1 feb)

Vardanyan: l’Azerbajgian è politicamente motivato a distruggere la capacità dell’Artsakh di continuare a essere un’entità separata e autonoma (Korazym, 1 feb)

L’ambasciatore armeno interviene su Lachin (Terrasanta, 2 feb)

Cinquantatreesimo giorno del #ArtsakhBlockade. L’Azerbajgian intende prendere molto di più oltre l’Artsakh/Nagorno-Karabakh (Korazym, 2 feb)

Artsakh dimenticato (Ardisco, 3 feb)

Nagorno Karabakh, un’altra aggressione nei territori dell’ex Unione Sovietica (Meridiano Italia, 3 feb)

Nagorno-Karabakh, l’ambasciatore armeno Nazarian: «La crisi umanitaria peggiora di giorno in giorno» (Il Messaggero, 3 feb)

Artsakh/Nagorno. Imminente la Decisione della Corte di Giustizia Europea (MarcoTosatti.com, 3 feb)

#ArtsakhBlockade. Allarme bandiera rossa per genocidio – Azerbajgian dell’Istituto Lemkin (Korazym, 3 feb)

Cinquantaquattresimo giorno del #ArtsakhBlockade. Alla cima delle menti dei burocrati dell’Unione Europea non ci sono la democrazia e i diritti umani, ma il gas azero-russo (Korazym, 3 feb)

#ArtsakhBlockade e Caucaso meridionale. Analisi di Amberin Zaman: Turchia sale, Russia svanisce mentre Iran e Azerbajgian si scontrano per Armenia (Korazym, 3 feb)

NAGORNO KARABAKH/ “Armeni isolati, l’Azerbaijan vuole la pulizia etnica” (Il sussidiario, 4 feb)

Cinquantacinquesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Il Ministro degli Esteri dell’Artsakh chiede misure efficaci con maggiore pressione e sanzioni contro l’Azerbajgian (Korazym, 4 feb)

Parla il premier dell’Artsakh assediato. “Non potete ignorarci” (La nuova bussola quotidiana, 4 feb)

Cinquantaseiesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Dalle miniere alle mine, il passaggio ortografico è breve ma il risultato è sempre lo stesso: fake (Korazym, 5 feb)

Cinquantasettesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Gli Armeni dell’Artsakh sotto assedio sono resilienti. La vita continua, nonostante tutto (Korazym, 6 feb)

Berlino chiede revoca immediata del blocco nel Nagorno Karabakh (Aska news, 7 feb)

Cinquantottesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Volendo, le superpotenze mondiali possono forre fine l’assedio dell’Artsakh all’istante. Volendo… (Korazym, 7 feb)

Tangentopoli europea: ora spuntano anche i lobbisti dall’Azerbaigian (L’Indipendente, 7 feb)

Cinquantanovesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Urge l’azione chiara da parte della comunità internazionale a prevenire la pulizia etnica contro gli Armeni dell’Artsakh (Korazym, 8 feb)

Amnesty International: l’Azerbajgian deve revocare senza indugi il #ArtsakhBlockade per porre fine alla crisi umanitaria (Korazym, 9 feb)

Sessantesimo giorno del #ArtsakhBlockade. La vita nonostante tutto. L’Azerbajgian e la Russia ascoltino Amnesty International (Korazym, 9 feb)

Azerbaigian: il blocco del corridoio di Lachin che mette a rischio migliaia di vite deve essere immediatamente revocato (ESG Data, 9 feb)

Sessantunesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Siamo stanchi di (solo) condanne, senza azioni energiche e risolutive. Artsakh e l’Armenia sono in pericolo (Korazym, 10 feb)

L’Azerbaigian blocca il corridoio di Lachin: migliaia di vite a rischio nel Nagorno-Karabakh (Amnesty, 10 feb)

Sessantaduesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Non abbiamo il diritto di lasciare solo il popolo armeno di fronte a una nuova minaccia di pulizia etnica (Korazym, 11 feb)

Sessantatreesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Pulizia etnica degli Armeni dell’Artsakh. Questo non è accettabile in alcun modo (Korazym, 12 feb)

La tragedia dimenticata del Nagorno Karabakh (Corriere del Ticino, 12 feb)

Il grido di Amnesty International. Si aggrava la crisi umanitaria (Assadakah, 13 feb)

Sessantaquattresimo giorno del #ArtsakhBlockade. «Il mondo è minacciato più da coloro che tollerano o incoraggiano il male, che dagli stessi malfattori» – Parte 1 (Korazym, 13 feb)

Sessantaquattresimo giorno del #ArtsakhBlockade. Quali sviluppi tra Baku e Yerevan nei prossimi mesi? Gli Azeri armano l’energia – Parte 2 (Korazym, 13 feb)

Sessantacinquesimo giorno del #ArtsakhBlockade. «L’indifferenza del mondo permette l’Azerbajgian e la Turchia di “finire il lavoro” lontano dai sguardi» (Korazym, 14 feb)

Roma finanzia l’offensiva dell’Azerbaigian contro l’Armenia (Today, 14 feb)

Il corridoio di Lachin e il groviglio caucasico (Osservatorio Balcani Caucaso, 15 feb)

Le contraddizioni di Erevan tra Mosca e l’Occidente (World magazine, 15 feb)

Nagorno Karabakh: pulizia etnica in corso? (Machiavelli, 15 feb)

Sessantaseiesimo giorno del #ArtsakhBlockade. L’importante è che nessuno possa dire: “Non lo sapevo” (Korazym, 15 feb)

Il Caucaso rischia di diventare l’epicentro di una nuova crisi geopolitica (Domani, 16 feb, per abbonati)

Nagorno Karabagh: il dramma di Lachin. “Ai posteri l’ardua sentenza?” (International news, 16 feb)

Sessantasettesimo giorno del #ArtsakhBlockade. La minaccia di pulizia etnica degli Armeni dall’Artsakh è un terribile avvertimento di genocidio (Korazym, 16 feb)

Io, armena, chiedo a Meloni di intervenire sulla crisi nell’Artsakh/Nagorno Karabakh (Startmag, 17 feb)

Il Molokano su Tempi. Appello per l’Artsakh. Come possono Italia e Israele tradire la loro sorella Armenia? (Korazym, 17 feb)

Sessantottesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Il silenzio uccide (Korazym, 17 feb)

Nagorno-Karabakh: l’Armenia presenta un piano di pace all’Azerbaigian (Sicurezza internazionale, 17 feb, per abbonati)

L’Armenia propone la pace per evitare la crisi del Caucaso (Domani, 17 feb, per abbonati)

Artsakh – Una risoluzione del Pd e M5S sulla grave crisi umanitaria (Assadakah, 17 feb)

Sessantanovesimo giorno del #ArtsakhBlockade. La pace con un popolo che ha odio è impossibile e inimmaginabile (Korazym, 18 feb)

Settantesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Non dobbiamo permettere ad un dittatore di dettare la narrazione (Korazym, 19 feb)

Al via la missione civile in Armenia per la stabilità nelle zone di confine (Ansa, 20 feb)

Settantunesimo giorno del #ArtsakhBlockade. André Manoukian: immaginate l’indignazione mondiale per 120.000 cani isolati su un’isola, ma per gli Armeni niente (Korazym, 20 feb)

In Nagorno-Karabakh, 120.000 persone sono messe in quarantena (Tecnosuper, 21 feb, per abbonati)

Settantatreesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Bloccare l’Artsakh – patria degli Armeni – accompagnato dalla minaccia della forza è inaccettabile (Korazym, 22 feb)

“Il corridoio di Lachin deve essere transitabile” (RSI, 22 feb)

#ArtsakhBlockade. La Corte Internazionale di Giustizia ordina l’Azerbajgian a garantire il libero movimento attraverso il Corridoio di Lachin in entrambe le direzioni (Korazym, 22 feb)

Il tribunale delle Nazioni Unite ordina all’Azerbaigian di porre fine alla barriera del Nagorno-Karabakh (La nuova gazzetta molisana, 23 feb)

Armenia-Azerbaijan, una pace difficile (Osservatorio Balcani Caucaso, 23 feb)

L’Onu chiede lo sblocco del Corridoio di Lachin (Osservatore romano, 23 feb, per abbonati)

Settantaquattresimo giorno del #ArtsakhBlockade. Dopo la condanna dell’Azerbajgian alla Corte Mondiale siamo daccapo alle solite (Korazym, 23 feb)

Nagorno Karabakh. La ICJ ha ordinato agli azeri di rimuovere lo sbarramento nel corridoio di Lachin (Notizie geopolitiche, 23 feb)

La condanna dell’Azerbaigian sia foriera di pace nel Nagorno Karabakh (Politicamente corretto, 23 feb)

Settantacinquesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Se gli Armeni perdono l’Artsakh, gireranno l’ultima pagina della loro storia. Non dire dopo: “Non lo sapevo” (Korazym, 24 feb)

La corte dell’Onu condanna l’Azerbaigian: «Riapra il Corridoio di Lachin» (Tempi, 24 feb)

Guerra e crimini ambientali (ISPI, 24 feb)

L’Armenia: In Nagorno Karabakh intervenga la comunità internazionale (Exaudi, 25 feb)

Settantaseiesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Il riconoscimento internazionale dell’Artsakh significa prevenire massicce violazioni dei diritti del popolo dell’Artsakh (Korazym, 25 feb)

Settantasettesimo giorno del #ArtsakhBlockade. I dittatori vanno buttati nella pattumiera della storia, se tutti vogliamo vivere in pace (Korazym, 26 feb)

28 febbraio, giorno della memoria delle vittime del pogrom di Sumgait. Il 35° anniversario dell’orrore (Korazym, 26 feb)

Armenia inquieta (Osservatorio repressione, 27 feb)

“La  guerra contro gli armeni è finita nel punto cieco della comunicazione” (Il Foglio, 27 set)

Settantottesimo giorno del #ArtsakhBlockade. La dittatura armenofoba di Aliyev non demorde, ma il popolo armeno dell’Artsakh è resiliente (Korazym, 27 feb)

Sumgait – Domani il 35° anniversario del massacro degli armeni (Assadakah, 27 feb)

La storia sconosciuta del pogrom di armeni (Libero, 28 feb, cartaceo)

Missione UE in Armenia: partito il monitoraggio (Osservatorio Balcani Caucaso, 28 feb)

Settantanovesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Una missione ONU nel Corridoio di Lachin e in Artsakh è il minimo indispensabile che la comunità internazionale possa fare (Korazym, 28 feb)

Ufficialmente sono 33 i prigionieri di guerra armeni detenuti illegalmente nelle carceri dell’Azerbaigian oltre due anni dopo la fine del conflitto.

Per il regime di Baku sono “terroristi“. Poichè i soldati armeni furono catturati alcune settimane dopo la fine della guerra in una vallata dell’Artsakh rimasta sotto il loro controllo e sfuggita all’operazione militare azera non vi è altro termine per l’Azerbaigian di definirli.
Altrimenti Baku dovrebbe ammettere un’operazione militare avvenuta dopo l’accordo di tregua del 9 novembre 2020 e restituire al controllo armeno il territorio nel quale si trovavano i soldati così come previsto dalle condizioni del suddetto accordo.
Quindi, le corti azere hanno processato questi soldati e condannati a pene detentive molto alte in palese, criminale, violazione delle convenzioni internazionali e del documento che ha posto fine alla guerra del 2020.

Ma oltre a questi ci sarebbero un’ottantina di soldati armeni mancanti, missing in action, di cui non si hanno più notizie.

Potrebbero essere stati uccisi in battaglia o anche dopo e i loro corpi mai restituiti; oppure potrebbero essere imprigionati da qualche parte, al di fuori dei procedimenti “legali”.

Oltre un centinaio di soldati che ventisette mesi dopo la fine del conflitto ancora non possono tornare a riabbracciare le famiglie, ammesso che siano ancora vivi.

Le istituzioni internazionali hanno ripetutamente invitato l’Azerbaigian a restituire i prigionieri di guerra ma senza ricevere alcun riscontro dal regime di Aliyev che l’altro giorno ha riconsegnato il corpo di un soldato armeno ucciso nell’attacco all’Armenia del 13 settembre: oltre quattro mesi dopo…

INTRODUZIONE

“Lo sterminio include l’inflizione intenzionale di condizioni di vita, tra l’altro la privazione di l’accesso al cibo e alle medicine, calcolato per provocare la distruzione di una parte della popolazione”.
(Statuto della Corte penale internazionale, articolo 7)

A partire dal 12 dicembre 2022, intorno alle 10:30, agenti del governo azero in borghese che si spacciavano per attori indipendenti, bloccavano l’unica strada che collega l’Artsakh (Nagorno Karabakh) all’Armenia e al mondo esterno – la statale Goris-Stepanakert – che attraversa il “corridoio di Lachin (Berdzor)” citato nella Dichiarazione trilaterale di cessate il fuoco del 9 novembre 2020.

Con questo atto, l’Azerbaigian ha violato una delle disposizioni della citata dichiarazione firmata dai leader di Armenia, Azerbaigian e Russia, vale a dire il Punto 6: (…) “Il corridoio di Lachin (5 km di larghezza) che assicurerà la comunicazione tra il Nagorno-Karabakh (NK)/Artsakh e Armenia e allo stesso tempo aggirerà la città di Shushi, rimarrà sotto il controllo del contingente di mantenimento della pace della Federazione Russa

Sostenendo il blocco del corridoio Lachin, l’Azerbaigian continua a violare i propri obblighi internazionali assunti ai sensi della Dichiarazione del 9 novembre 2020, che prevedono inoltre, senza mezzi termini, che “l’Azerbaigian deve garantire la sicurezza di persone, veicoli e merci che si muovono lungo il corridoio di Lachin in entrambe le direzioni”.

Come risultato dell’ostruzione fisica dell’unica strada, insieme all’interruzione deliberata da parte dell’Azerbaigian della connessione Internet e delle forniture di gas ed elettricità dall’Armenia all’Artsakh 120.000 persone sono state effettivamente poste sotto un blocco completo senza accesso a beni e servizi essenziali, compresi farmaci, cibo, carburante e prodotti per l’igiene, da più di 40 giorni. Inoltre, quattro comunità della regione di Shushi – Lisagor, Mets Shen, Hin Shen e Eghtsahogh – si sono ritrovate in completo isolamento sia dall’Artsakh che dall’Armenia. In questo contesto, colpire e attaccare intenzionalmente l’infrastruttura critica dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian non fa che aggravare la già terribile situazione umanitaria che colpisce la popolazione civile dell’Artsakh sotto blocco.

Questa è la seconda volta che l’Azerbaigian ha bloccato il corridoio di Lachin nel periodo post-bellico del 2020. In precedenza, il 3 dicembre 2022, un gruppo di azeri aveva bloccato la strada per false preoccupazioni ecologiche sull’estrazione di risorse naturali dell’Artsakh. A seguito di trattative di tre ore, sotto la mediazione del Contingente di pace russo, la strada fu riaperta.

Aggravando ulteriormente la situazione, e con l’intenzione di provocare una catastrofe umanitaria, le autorità azere hanno tagliato la fornitura di gas naturale all’Artsakh pochi giorni dopo. Dal 13 al 16 dicembre 2022, nelle rigide condizioni invernali, le autorità azere hanno interrotto la fornitura di gas naturale dall’Armenia all’Artsakh, privando la popolazione civile dell’Artsakh delle necessità di base indispensabili per salvaguardarne il sostentamento. La fornitura di gas all’intero territorio dell’Artsakh è stata interrotta nuovamente dall’Azerbaigian il 18 gennaio 2023, intorno alle 13:00, lasciando la maggioranza delle famiglie dell’Artsakh ancora senza accesso al riscaldamento e all’acqua calda in pieno inverno.

La natura deliberata di queste interruzioni è chiaramente evidenziata. Nel marzo 2022, l’Azerbaigian ha interrotto la fornitura di gas naturale attraverso l’unico gasdotto dall’Armenia all’Artsakh (attualmente attraversa i territori occupati dall’Azerbaigian durante la guerra dei 44 giorni del 2020) per più di 20 giorni sabotandolo in un punto critico. Dopo aver fatto saltare l’oleodotto, l’Azerbaigian ha installato una valvola sull’oleodotto stesso, permettendogli così di stabilire un controllo arbitrario sulla fornitura di gas all’Artsakh. Le conseguenze umanitarie di questo atto criminale dell’Azerbaigian sono state discusse in dettaglio nel rapporto “Sulle violazioni dei diritti del popolo Artsakh da parte dell’Azerbaigian a febbraio-marzo 2022” del Difensore civico della Repubblica dell’Artsakh.

Inoltre, il 9 gennaio 2023, l’unica linea ad alta tensione che fornisce elettricità all’Artsakh dall’Armenia, è stato danneggiata nella sezione Aghavno-Berdzor (corridoio di Lachin) sotto il controllo azero. Le autorità azere non hanno permesso che venissero condotti dagli specialisti dell’Artsakh i lavori di riparazione sulla sezione danneggiata e, di conseguenza, l’elettricità è ora fornita esclusivamente da centrali idroelettriche locali. Così, il governo dell’Artsakh è stato obbligato a programmare blackout continui e altre restrizioni in tutto l’Artsakh per risparmiare le risorse idriche nel bacino idrico di Sarsang nel tentativo di garantire ed estendere la produzione di elettricità per la popolazione civile. Tuttavia, i bacini essenziali per generare energia idroelettrica dispongono di risorse molto limitate.

Il 12 gennaio 2023, l’unico cavo in fibra ottica che fornisce la connessione Internet all’Artsakh dall’Armenia è stato danneggiato nel tratto della strada Stepanakert-Goris dove gli azeri hanno istituito il blocco dal 12 dicembre 2022. In conseguenza di ciò, l’intero Artsakh è stato privato dei servizi Internet per due giorni, con conseguente isolamento totale delle informazioni. Il 14 gennaio 2023 la connessione è stata ripristinata, ma persistono ricorrenti interruzioni della connessione Internet. Dopo lo stabilimento del cessate-il-fuoco del 2020, la parte azera ha costantemente interrotto le comunicazioni mobili e accesso a Internet in tutto l’Artsakh, utilizzando vari tipi di disturbatori e silenziatori.

Nel mezzo di questa crisi umanitaria in rapida evoluzione nell’Artsakh, l’Azerbaigian usa la vulnerabilità delle infrastrutture critiche per terrorizzare e intimidire la pacifica popolazione civile dell’Artsakh, infliggendo ulteriori sofferenze al popolo dell’Artsakh sotto blocco, con l’obiettivo della loro totale distruzione ed espulsione dalla loro terra nativa – obiettivo finale della decennale politica sistematica e coerente di armenofobia, pulizia etnica e genocidio guidati dall’Azerbaigian.

Lo scopo di questo rapporto è quello di illustrare le violazioni in corso dei più diritti fondamentali del popolo dell’Artsakh causati dall’interruzione del funzionamento delle infrastrutture critiche dell’Artsakh durante il blocco di oltre un mese da parte dell’Azerbaigian.

1 – CONSEGUENZE UMANITARIE DELLA ROTTURA DELLE INFRASTRUTTURE CRITICHE

Gli attacchi deliberati all’infrastruttura critica dell’Artsakh sono un metodo di guerra e una pulizia etnica che l’Azerbaigian ha ripetutamente attuato contro la pacifica popolazione civile dell’Artsakh dalla guerra del 2020. Lo scopo principale di queste azioni criminali è terrorizzare la pacifica popolazione dell’Artsakh e creare così condizioni di vita disumana affinché la popolazione sia costretta a lasciare la propria terra natale.

  1. – Interruzione della fornitura di gas

La crisi umanitaria in corso è stata gravemente aggravata da parte dell’Azerbaigian dalla interruzione della fornitura di gas naturale dall’Armenia all’Artsakh attraverso l’unico gasdotto che attraversa i territori attualmente sotto il controllo dell’Azerbaigian. Dall’inizio del blocco il 12 dicembre, la parte azera ha deliberatamente interrotto la fornitura di gas quattro volte: il 13 dicembre (per 3 giorni), il 17 gennaio (per 1 giorno), il 18 gennaio (per 3 giorni), di nuovo il 21 gennaio. Dal 21 gennaio, intorno alle 21:00, la fornitura di gas metano a tutto il territorio dell’Artsakh attraverso l’unico gasdotto proveniente dall’Armenia all’Artsakh è stata tagliata ancora una volta dall’Azerbaigian. L’interruzione ha interessato la maggior parte delle famiglie dell’Artsakh, oltre a istituzioni che prestano cure mediche, sociali ed educative rimaste prive di accesso al riscaldamento e all’acqua calda durante il rigido inverno. L’attacco all’infrastruttura del gas dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian ha causato molteplici violazioni dei diritti umani fondamentali della popolazione dell’Artsakh.

Circa l’80% delle circa 120.000 persone che attualmente vivono in Artsakh ha le proprie abitazioni rifornite di gas. Il gas è ampiamente utilizzato dalla gente dell’Artsakh: per il riscaldamento di abitazioni, da parte di enti pubbliche e private, organizzazioni educative, sociali e sanitarie; per la fornitura di acqua calda; per la produzione alimentare; e per una moltitudine di altre attività economiche. Pertanto, a causa dell’interruzione della fornitura di gas, le ricadute sul piano umanitario si sono solo intensificate in modo critico nell’Artsakh bloccato.

Durante la precedente interruzione della fornitura di gas da parte dell’Azerbaigian nel marzo 2022, le persone hanno superato le difficoltà umanitarie utilizzando l’elettricità. Tuttavia, ora, anche la sola linea elettrica dall’Armenia all’Artsakh è stata interrotta dall’Azerbaigian, lasciando 120.000 persone in completo isolamento energetico. Dal governo dell’Artsakh è stata adottata una misura tampone programmando blackout continui per prevenire il sovraccarico e il guasto totale del sistema interno di approvvigionamento elettrico, mitigare la crisi energetica e risparmiare energia. Pertanto, l’intera popolazione dell’Artsakh è attualmente priva di elettricità per 6 ore al giorno, che, insieme all’interruzione della fornitura di gas, significa che le persone hanno risorse palesemente insufficienti per sostenere i propri mezzi di sussistenza.

  1. – Interruzione della fornitura di elettricità

Il 9 gennaio 2023, l’unica linea ad alta tensione che fornisce elettricità dall’Armenia all’Artsakh è stata danneggiata nella sezione Aghavno-Berdzor (Lachin), che è sotto controllo azero. Le autorità azere si rifiutano di consentire i lavori di riparazione della rete sul luogo dell’incidente. Di conseguenza, il governo dell’Artsakh è stato obbligato a organizzare la fornitura di energia elettrica attraverso le centrali idroelettriche locali con restrizioni sempre maggiori. A partire dal 10 gennaio è iniziata la fornitura di elettricità alla popolazione di Artsakh a determinati intervalli, con interruzioni intermittenti.

Poiché Artsakh produce solo il 57% del suo consumo di elettricità, un programmato blackout continuo di 4 ore è stato introdotto dal governo dell’Artsakh per diversi giorni per gestire la crisi elettrica in Artsakh. Le autorità azere continuano a non consentire lavori di riparazione dagli specialisti dell’Artsakh sulla linea elettrica principale dell’Artsakh, danneggiata dal 9 gennaio 2023. Di conseguenza, e a partire dal 21 gennaio 2023, è stato introdotto un programma di blackout continui di 6 ore stato implementato. In particolare, la produzione locale di energia elettrica viene effettuata principalmente attraverso la centrale idroelettrica di Sarsang, dove viene utilizzata l’acqua del bacino di Sarsang in grandi volumi per generare elettricità. Proseguire l’utilizzo della risorsa idrica in questi volumi esaurirà rapidamente la capacità e dovranno essere imposti blackout più lunghi.

Questa circostanza determina un problema particolarmente critico per coloro che riscaldano le proprie

case con elettricità in inverno e per chi usa l’elettricità come impianto di energia alternativa per il riscaldamento in assenza di forniture di gas. In condizioni invernali fredde e con forti nevicate, l’Artsakh sta affrontando un’allarmante crisi energetica, che aggrava la situazione della già terribile crisi umanitaria, poiché le persone sono ora private di qualsiasi tipo di riscaldamento per almeno 6 ore al giorno.

  1. – Interruzione della connessione internet

Il 12 gennaio 2023, la connessione Internet in Artsakh è stata interrotta a causa di un danneggiamento all’unico cavo in fibra ottica che fornisce servizi Internet all’Artsakh dall’Armenia. Secondo il provider Internet locale in Artsakh, il danno del cavo ha avuto luogo esattamente nel punto in cui gli azeri hanno bloccato la strada.

Secondo le attività conoscitive dell’Ufficio del difensore civico per i diritti umani dell’Artsakh, l’Azerbaigian ha danneggiato intenzionalmente l’unico cavo che fornisce Internet collegamento con Artsakh dall’Armenia per causare ulteriori sofferenze alla popolazione dell’Artsakh, oltre a creare un’atmosfera di intimidazione, paura e incertezza. Al momento della stesura del Rapporto, l’accesso a Internet è stato ripristinato, ma – tenendo conto del fatto che la parte azera ha costantemente interrotto l’accesso alle telecomunicazioni nel

intero territorio dell’Artsakh dall’istituzione del cessate il fuoco nel novembre 2020 – il difensore dei diritti umani si aspetta che l’Azerbaigian intraprenda misure simili in futuro.

2 – VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI ALLA LUCE DELLA ROTTURA DELLE INFRASTRUTTURTE CRITICHE

In tempi di crisi umanitarie, in particolare quelle guidate da una pericolosa e simultanea convergenza di molteplici cause, come nel caso dell’Artsakh i diritti umani sono sempre in gioco, soprattutto nei gruppi più vulnerabili della società quali bambini, anziani, donne e persone con disabilità. Quindi, questi diritti e gruppi

richiedono attenzione e protezione specifiche.

  • Diritto a mezzi di sussistenza adeguati (riscaldamento, acqua calda, produzione alimentare)

In pieno inverno, la temperatura media nel territorio dell’Artsakh oscilla intorno a -2 e +2 gradi Celsius e spesso può precipitare fino a -5 gradi Celsius. Nevica e gela per giorni. In queste pericolose condizioni invernali, case residenziali, residenze temporanee di sfollati, una miriade di istituzioni di istruzione e salute, aziende private e le istituzioni statali restano prive di uno stabile e sufficiente riscaldamento a causa dell’attacco intenzionale dell’Azerbaigian alle infrastrutture dell’Artsakh.

Circa l’80% delle circa 120.000 persone che attualmente vivono in Artsakh ha le proprie abitazioni rifornite di gas. La principale fonte di riscaldamento per la stragrande maggioranza della popolazione dell’Artsakh è ostacolata.

Il gas viene utilizzato anche nelle famiglie dell’Artsakh per preparare il cibo; quindi, la sua assenza direttamente influisce sulla normale organizzazione della nutrizione della popolazione. Il pericolo è composto qui, dove sia il gas che l’elettricità non vengono forniti ad Artsakh; le persone sono private delle necessità vitali ovvero il riscaldamento per il caldo fisico, acqua calda per lavarsi e per cucinare il cibo, senza alcuna fonte alternativa di energia.

  • Diritto all’educazione

A causa del blocco dell’Artsakh e dell’interruzione delle sue infrastrutture vitali da parte dell’Azerbaigian, i diritti dei bambini sono stati violati, in primo luogo il diritto all’istruzione. Il problema del riscaldamento ha sostanzialmente sconvolto il normale funzionamento del processo educativo in Artsakh, poiché un gran numero di istituzioni educative sono riscaldate a gas, inclusi asili, scuole, istituti di istruzione secondaria professionale e superiore. Così, il diritto all’istruzione dei bambini dell’Artsakh è stato chiaramente interrotto dal 14 al 16 dicembre 2022, quando l’Azerbaigian ha interrotto per la prima volta la fornitura di gas durante il blocco dell’Artsakh.Dal 18 gennaio 2023, con la seconda serie di interruzioni azere alla fornitura di gas dall’Armenia all’Artsakh, il diritto all’istruzione dei bambini dell’Artsakh è stato calpestato, ancora una volta.

Nella situazione attuale, è impossibile gestire efficacemente l’istruzione in Artsakh. Il 65% delle scuole del Paese sono riscaldate solo a gas; importante, il 60% degli studenti dell’Artsakh riceve un’istruzione in tali scuole riscaldate a gas. A causa dell’impossibilità di fornire un adeguato riscaldamento, il governo dell’Artsakh è stato obbligato a sospendere le lezioni scolastiche fino a nuovo avviso.

Oltre al problema del riscaldamento, il blocco ha ostacolato il processo di approvvigionamento, organizzazione e consegna del cibo alle istituzioni educative frequentate dai gruppi di bambini più vulnerabili (dai 2 ai 6 anni), quali asili, scuole materne, gruppi di- scuole primarie e scuole che lavorano con orario prolungato. Così, 117 scuole (41 asili nido, 56 scuole materne e 20 istituti di istruzione a tempo pieno) sono stati costretti a chiudere a causa della combinazione del problema del riscaldamento e della crisi alimentare che si è verificata per il blocco. Di conseguenza, più di 20.000 bambini sono attualmente privati della possibilità di ricevere assistenza e istruzione. Dal momento che queste istituzioni operavano senza scorte di cibo e ora è diventato impossibile fornire cibo ai bambini, queste istituzioni educative hanno sospeso le attività a partire dal 9 gennaio 2023. Negli ultimi giorni di dicembre 2022, le attività di 31 pubbliche, 7 benefiche e 3 private, gli asili e 56 gruppi prescolari di 30 scuole pubbliche erano già completamente sospese.

Per quanto riguarda gli istituti di istruzione superiore, il 100% delle università pubbliche e private sono riscaldate a gas. Sebbene alcune lezioni possano essere condotte a distanza, il generale processo educativo è ostacolato in Artsakh a causa delle azioni criminali in corso da parte dell’Azerbaigian.

Il 90% delle altre istituzioni educative, come scuole professionali secondarie, scuole d’arte, anche i collegi di medicina e musica e i centri creativi per giovani sono riscaldati a gas. A causa di mancanza di fornitura di gas, anche queste hanno dovuto cessare completamente la loro attività.

  • Diritto alla salute

L’interruzione repentina da parte dell’Azerbaigian del funzionamento delle infrastrutture critiche nell’Artsakh incide sul normale funzionamento del sistema sanitario, generando complessi e

persistenti problemi per la salute pubblica. L’interruzione dei rifornimenti di gas ed elettricità in Artsakh da parte dell’Azerbaigian, in particolare durante gli oltre 40 giorni di blocco dell’unica strada che collega l’Artsakh con l’Armenia e il mondo esterno, ha ostacolato la realizzazione del diritto all’assistenza sanitaria del popolo dell’Artsakh. Le persone sono ora private del corretto accesso a servizi salvavita, come trattamenti urgenti, interventi chirurgici programmati e operazioni, esami di laboratorio, esami periodici e regolari controlli sanitari, a causa della mancanza di riscaldamento adeguato, assenza di medicamenti, attrezzature e materiali medici necessari presso le istituzioni sanitarie.

Al 20 gennaio 2023, 113 persone sono in cura nelle istituzioni mediche della Repubblica dell’Artsakh, di cui 35 bambini. 8 bambini e 12 adulti sono in unità di terapia intensiva, mentre 4 di questi ultimi sono in condizioni critiche. Inoltre, 7 nuovi nati e 23 donne incinte sono attualmente in cura nell’ospedale di maternità.

Il 70% degli ospedali dell’Artsakh è riscaldato a gas. Durante la precedente interruzione nella fornitura del gas, alcune delle istituzioni mediche hanno avuto l’opportunità di passare ad alternativi impianti di riscaldamento a benzina, gasolio o elettricità. Tuttavia, nelle condizioni di interruzioni programmate e assenza di rifornimenti di gasolio, anche questi metodi alternativi di riscaldamento sono diventati inaccessibili e inaffidabili. Inoltre, il monitoraggio delle attività da parte dell’Artsakh Human Rights Defender hanno dimostrato che la richiesta temperatura (14-15 gradi Celsius) nei reparti non viene raggiunta, anche dove vengono utilizzate le fonti alternative. Inoltre, nota la direzione delle istituzioni sanitarie che a causa del passaggio all’energia alternativa, i costi operativi sono aumentati immediatamente, imponendo ulteriori pressioni sul normale funzionamento di tali istituzioni.

  • Impatto sull’attività economica e diritto al lavoro

A causa dell’interruzione dell’infrastruttura critica dell’Artsakh da parte delle azioni malvagie dell’Azerbaigian, sono sorti anche problemi in diversi settori dell’economia della Repubblica.

In particolare, l’approvvigionamento di gas nella capitale Stepanakert è necessario per la cottura del pane, per non parlare di altri alimenti. A causa dell’assenza sia di gas che di elettricità stabile, la produzione e la fornitura di pane ne ha risentito. A Stepanakert si sta già osservando una penuria di pane, un fondamentale segno di sopravvivenza.

In particolare, più del 50% della popolazione è concentrata a Stepanakert, compresa la maggior parte della popolazione sfollata con la forza a seguito del conflitto conseguente l’aggressione azera-turca del 2020 contro l’Artsakh.

L’interruzione della fornitura di gas all’Artsakh ha influito negativamente sul settore dei trasporti pubblici in tutto l’Artsakh. Tanti veicoli per uso personale, aziendale e pubblico funzionano  a gas.

Tuttavia, in assenza di gas, benzina e gasolio contemporaneamente, la popolazione dell’Artsakh è rimasta praticamente senza mezzi di trasporto, il che ha causato enormi problemi logistici e di costo per l’intera popolazione. Il collegamento tra Stepanakert e le regioni dell’Artsakh è ora molto limitato, cosicchè le persone non possono più fare il pendolare tra le loro destinazioni abituali per lavoro, affari o istruzione come prima.

Il settore dei servizi affronta la stessa situazione. Ad esempio, l’attività dei servizi di taxi nell’Artsakh è ora completamente interrotta, poiché non sono disponibili gas o benzina per rifornire le auto.

Tutte le stazioni di servizio e di benzina dell’Artsakh hanno cessato l’attività essenzialmente dall’inizio del blocco. Di conseguenza, i proprietari delle stazioni hanno subito, e continuano a subire, gravi perdite economiche, mentre centinaia di loro dipendenti sono ormai inattivi, privi del loro diritto fondamentale a un lavoro dignitoso.

Anche centinaia di imprenditori economici dell’Artsakh subiscono enormi perdite economiche e finanziarie a causa dell’interruzione della fornitura di gas. I magazzini, dove avviene la produzione e lo stoccaggio del cibo, sono tra i più colpiti perché funzionano a gas. Tuttavia, con il sistema di blackout continuo messo in atto, non possono nemmeno fare affidamento sui sistemi di alimentazione alternativa. Di conseguenza, le condizioni necessarie per la produzione e la conservazione degli alimenti non possono essere mantenute in modo coerente.

Infine, dal 19 gennaio 2023, le istituzioni statali della Repubblica dell’Artsakh hanno dovuto passare a una modalità operativa speciale, che richiede l’imposizione di alcune restrizioni e modifiche. Nella situazione di una crisi energetica in atto e nel tentativo di garantire il funzionamento ininterrotto di strutture e servizi vitali, nonché soddisfare il fabbisogno energetico di base della popolazione il più a lungo possibile, solo i dipendenti il cui lavoro richiede la loro presenza fisica sul posto di lavoro possono recarsi al lavoro; altri dovranno svolgere le proprie mansioni lavorative da remoto. È stata implementata una serie di altre modifiche, tra cui il raggruppamento dei dipendenti in una sola stanza e altre misure ancora, per utilizzare l’elettricità nel modo più efficiente possibile.

  • Impatto sull’ambiente e sulla raccolta dei rifiuti

In assenza di fornitura di gas, c’è un forte aumento dell’uso del legno da parte della popolazione per fornire riscaldamento e altre condizioni di vita alle case. Di conseguenza, la deforestazione è un rischio reale in quanto il ricorso al legno come fonte di riscaldamento probabilmente causerà un significativo impoverimento delle foreste, che avrà sicuramente un impatto sull’ambiente.

Secondo le informazioni ricevute dal comune di Stepanakert e dalle amministrazioni di tutte le regioni, ci sono problemi con la raccolta dei rifiuti nelle comunità. Le macchine e le attrezzature utilizzate per la raccolta dei rifiuti funzionano prevalentemente a gas e non è possibile passare ad altri combustibili.

Infine, sorgeranno gravi problemi ambientali dovuti al fatto che, in assenza di approvvigionamento di gas e di altre fonti energetiche, l’acqua del bacino di Sarsang viene necessariamente utilizzata oltre i suoi limiti naturali. Ciò significa che in primavera e in estate, quando l’acqua dell’invaso di Sarsang viene utilizzata per l’irrigazione, l’invaso si esaurirà pericolosamente e ci sarà un problema di approvvigionamento idrico. È interessante notare che l’acqua del bacino idrico di Sarsang viene utilizzata principalmente per l’irrigazione dei territori sotto il controllo dell’Azerbaigian e, con il blocco e l’interruzione delle infrastrutture per cacciare gli armeni indigeni dell’Artsakh, l’Azerbaigian non solo infligge danni agli armeni dell’Artsakh, ma rischia anche di danneggiare i propri cittadini.

OSSERVAZIONI E RACCOMANDAZIONI CONCLUSIVE

Alla luce del blocco di 42 giorni [al 23 gennaio, NdT] dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian – e come risultato dell’attacco alle infrastrutture vitali dell’Artsakh, come le sue forniture di gas ed elettricità e la sua connessione Internet – la Repubblica dell’Artsakh si è trovata in una situazione senza precedenti e in una crisi energetica pericolosa per la vita. Come risultato del taglio da parte dell’Azerbaigian dell’unico naturale gasdotto dall’Armenia all’Artsakh e dell’unica linea elettrica dall’Armenia all’Artsakh , le istituzioni mediche nell’Artsakh non sono in grado di fornire cure mediche di base, le attività delle istituzioni educative sono sospese e il lavoro degli enti e delle agenzie statali è interrotto. La mancanza di carburante ed energia per persone, istituzioni e veicoli sconvolge la vita della popolazione ed è progettata per generare un completo collasso del sostentamento, della sicurezza alimentare ed energetica e di tutta la logistica nel Paese.

La strada Stepanakert-Goris, l’unica strada che collega l’Artsakh con l’Armenia e il mondo esterno, è di grande importanza umanitaria. Il suo blocco sta causando, e causerà ulteriormente, gravi conseguenze umanitarie per l’intera popolazione dell’Artsakh. Inoltre, ostacola direttamente qualsiasi colloquio di pace e iniziativa pacificatrice nella regione e mina fondamentalmente la fiducia internazionale e regionale.

Sfortunatamente, il blocco dell’Artsakh non è un atto isolato; costituisce una parte di una politica pluridecennale, diffusa e sistematica dell’Azerbaigian volta alla pulizia etnica degli armeni dell’Artsakh e alla loro completa espulsione dalla loro terra natale. Dall’istituzione del cessate il fuoco garantito dalla Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, l’Ombudsman dell’Artsakh ha ripetutamente riferito del ripetersi di simili minacce e provocazioni da parte azera. Negli ultimi due anni, l’Azerbaigian, tra l’altro, ha:

(a) fatto ricorso all’aggressione militare, violando il cessate il fuoco stabilito dalla Dichiarazione trilaterale, ha ucciso 18 persone, di cui 3 civili, e ha sottoposto centinaia di persone a tentato omicidio;

(b) attaccato deliberatamente e in massa le infrastrutture dell’Artsakh allo scopo di terrorizzare e intimidire la popolazione dell’Artsakh;

(c) lasciato l’intera popolazione dell’Artsakh senza rifornimenti di acqua e gas per settimane;

(d) interrotto il lavoro agricolo stagionale prendendo di mira i pacifici abitanti dei villaggi;

(e) costantemente sottoposto le comunità armene nelle immediate vicinanze delle loro postazioni militari a pressioni psicologiche da parte di altoparlanti;

(f) diffuso disinformazione e panico tra le persone effettuando attacchi informatici ai media statali dell’Artsakh.

Data l’attuale situazione umanitaria nell’Artsakh, il Difensore civico della Repubblica dell’Artsakh invita la comunità internazionale e tutti i suoi attori che difendono i diritti umani ad agire con urgenza, in particolare:

(1) esortare l’Azerbaigian a rispettare e adempiere ai suoi obblighi internazionali assunti, oltre alle convenzioni internazionali, dalla Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, che implica la fornitura di garanzie di sicurezza alla popolazione dell’Artsakh e la salvaguardia dei loro mezzi di sussistenza;

(2) fare pressione sull’Azerbaigian con l’uso di tutti gli strumenti pratici per aprire immediatamente l’unica strada senza alcuna condizione preliminare, consentire la libera circolazione delle persone e l’accesso ininterrotto a beni e servizi essenziali attraverso il Corridoio, riconoscendone la natura principalmente umanitaria;

(3) avviare una missione conoscitiva internazionale nell’Artsakh per valutare la situazione umanitaria sul campo;

(4) concedere l’accesso senza ostacoli alle organizzazioni e alle missioni internazionali per i diritti umani per entrare nell’Artsakh, valutare la situazione e fornire i necessari aiuti umanitari in base ai bisogni della popolazione civile;

(5) esortare l’Azerbaigian ad astenersi dall’attaccare in futuro le infrastrutture critiche dell’Artsakh, nonché i suoi collegamenti di trasporto, energia e comunicazione con l’Armenia;

(6) condannare la retorica armenofoba e infiammatoria sponsorizzata dallo Stato dell’Azerbaigian tra la sua popolazione che chiede discriminazione e aggressione nei confronti degli armeni dell’Artsakh.

Pur accogliendo con favore tutte le dichiarazioni e le reazioni ricevute dalle organizzazioni internazionali e dalle controparti che si battono sinceramente per i diritti umani fondamentali del popolo dell’Artsakh, il Difensore civico della Repubblica dell’Artsakh ritiene che i governi e gli attori internazionali coinvolti nella risoluzione del conflitto dovrebbero utilizzare tutte le misure diplomatiche a loro disposizione per fermare il blocco dell’Artsakh, ripristinare la sua fornitura di beni di prima necessità, invitare le autorità azere a smettere di prendere di mira infrastrutture critiche (gas, elettricità, Internet, comunicazioni mobili, acqua), fermare l’imminente catastrofe umanitaria e proteggere i diritti umani fondamentali delle persone che vivono in Artsakh.

La comunità internazionale dovrebbe assumere urgentemente una posizione unanime e inequivocabile e intraprendere azioni mirate per condannare, punire e impedire che l’Azerbaigian continui ad agire con un senso di assoluta impunità.

La comunità internazionale deve impedire all’Azerbaigian di realizzare il suo ultimo obiettivo di genocidio: la pulizia etnica della popolazione indigena armena dell’Artsakh.

[Traduzione del rapporto in formato ridotto e senza note esplicative]

Il difensore dei diritti umani dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) ha pubblicato un rapporto provvisorio “Sulle violazioni dei diritti umani del popolo dell’Artsakh a seguito della deliberata interruzione delle infrastrutture critiche nel mezzo del blocco dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian dal 12 dicembre 2022“.

Il rapporto ha presentato fatti relativi alle violazioni diffuse e su larga scala dei diritti del popolo dell’Artsakh a causa di interruzioni deliberate delle infrastrutture vitali dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian: gasdotto, linee elettriche, telecomunicazioni e cavi Internet, che nelle condizioni del blocco in corso mettono la popolazione civile sull’orlo di una catastrofe umanitaria.

In condizioni climatiche fredde, quando la temperatura media nel territorio dell’Artsakh oscilla tra -2 e +2 gradi Celsius, raggiungendo talvolta -5 gradi di freddo, case, luoghi di residenza temporanea di sfollati, tutti i tipi di istituzioni educative e sanitarie e le imprese private, le istituzioni statali usano il gas come principale mezzo di riscaldamento. Interruzioni deliberate nella fornitura di gas privano la popolazione della possibilità di riscaldamento a gas e acqua calda.

A seguito del danneggiamento delle linee ad alta tensione provenienti dall’Armenia verso l’Artsakh e del blocco dei loro lavori di ripristino da parte dell’Azerbaigian, dal 9 gennaio l’importazione di elettricità è stata sospesa.
I residenti ricevono elettricità prodotta localmente. A causa dei volumi insufficienti, la popolazione riceve elettricità con un programma di blackout continuativo di 6 ore, il che rende quasi impossibile sostituire il riscaldamento a gas con il riscaldamento elettrico.

Anche le interruzioni dell’approvvigionamento di gas e l’uso limitato di energia elettrica incidono direttamente sulla normale organizzazione del cibo nelle famiglie.

Per risparmiare elettricità, le istituzioni statali sono passate a un regime di lavoro breve dal 19 gennaio, il che ha un impatto negativo sul processo di fornitura dei servizi necessari al pubblico e sull’organizzazione della vita pubblica.

La situazione attuale ha fortemente influito sulla normale organizzazione del processo educativo in Artsakh, tutte le istituzioni educative della Repubblica sono chiuse a causa della mancanza di riscaldamento, che ha portato alla violazione del diritto all’istruzione di oltre 20.000 bambini.

La grave situazione umanitaria ha inciso anche sul normale funzionamento del sistema sanitario.
Il 70% delle strutture sanitarie e degli ospedali, riscaldati a gas, deve affrontare seri problemi di riscaldamento. Al momento, 156 pazienti, di cui 45 bambini, stanno ricevendo cure mediche ospedaliere.

Centinaia di imprese subiscono anche ingenti perdite a causa delle interruzioni della fornitura di gas.

Nelle condizioni di interruzione dell’approvvigionamento di gas e di limitata possibilità di elettricità, per fornire il riscaldamento delle case e altre condizioni di vita, c’è un aumento del volume di legno utilizzato dalla popolazione, il che significa che il già limitato fondo forestale subirà gravi perdite.

Nelle comunità si sono verificati problemi legati al buon funzionamento del trasporto pubblico e all’organizzazione della raccolta dei rifiuti, dovuti al fatto che le macchine e le attrezzature utilizzate per il trasporto pubblico e la raccolta dei rifiuti funzionano con l’utilizzo di gas, benzina e gasolio, e c’è anche una carenza di vettori energetici nelle condizioni del blocco.

“L’Azerbaigian progetta una nuova invasione per eliminare noi armeni” (Tempi, 1 gen)

Ventunesimo giorno del #ArtsakhBlockade (Korazym, 1 gen)

Caucaso. Repubblica dell’Artsakh sotto assedio (La stampa, 2 gen)

Ventiduesimo giorno del #ArtsakhBlockade (Korazym, 2 gen)

Il Nagorno Karabakh isolato dall’Armenia e dal resto del mondo (Il foglio, 2 gen)

Nagorno Karabakh sotto assedio, Armenia senza aiuto… (Remocontro, 3 gen)

Ventitreesimo giorno del #ArtsakhBlockade (Korazym, 3 gen)

Ventiquattresimo giorno del #ArtsakhBlockade (Korazym, 4 gen)

Artsakh blockade. L’Armenia chiede l’intervento della Corte di giustizia internazionale (Stilum curiae, 4 gen)

Venticinquesimo giorno del #ArtsakhBlockade (Korazym, 5 gen)

Caucaso, il Nagorno Karabakh sotto assedio (La stampa, 6 gen)

Ventiseiesimo giorno del #ArtsakhBlockade (Korazym, 6 gen)

Artsakh, prosegue il blocco azero e Pashinyan chiede aiuto alla comunità internazionale (Assadakah, 7 gen)

Ventisettesimo giorno del #ArtsakhBlockade (Korazym, 7 gen)

Qatargate, 247 votazioni europee sospette. La galassia con lobbisti-Azerbaijan (Affari italiani, 8 gen)

Ventottesimo giorno del #ArtsakhBlockade (Korazym, 8 gen)

Nagorno-Karabakh: gli armeni chiedono la riapertura del corridoio di Lachin (Asianews, 9 gen)

“L’Armenia e l’Artsakh stanno affrontando una minaccia esistenziale” (Il foglio, 9 gen)

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L’Armenia ora diffida della Russia: paura per il “patto caucasico” tra Putin e Erdogan (Globalist,  12 gen)

Trentaduesimo giorno del #ArtsakhBlockade (Korazym, 12 gen)

Artsakh, dopo un mese di isolamento la crisi umanitaria è gravissima (Tempi, 13 gen)

Trentatreesimo giorno del #ArtsakhBlockade (Korazym, 13 gen)

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Nagorno Karabakh, gli armeni aggrappati alla loro terra (La nuova bussola quotidiana, 14 gen)

Azerbaigian, UE: “Preoccupazione per detenzione difensori diritti umani” (Sardegnagol, 14 gen)

L’Italia si schiera a favore dello sterminio degli armeni ( Il riformista, 14 gen)

Trentaquattreesimo giorno del #ArtsakhBlockade (Korazym, 14 gen)

Quegli accordi dell’Italia con chi fa pulizia etnica degli armeni (Il sussidiario, 15 gen)

Caro Crosetto, attento ad armare gli azeri  (Libero, 15 gen)

Bloccato nel limbo: perché l’Artsakh/Nagorno-Karabakh ha più che mai bisogno di uno status legale (Korazym, 15 gen)

Trentacinquesimo giorno del #ArtsakhBlockade (Korazym, 15 gen)

Trentaseiesimo giorno del #ArtsakhBlockade (Korazym, 16 gen)

Nagorno Karabakh: guerra tra Armenia e Azerbaijan a un passo dallo sterminio degli armeni (Osservatorio diritti, 17 gen)

Alto Karabakh: 120 mila armeni sempre più isolati  (Vatican news, 17 gen)

Nagorno Karabakh: l’anomalo assedio (Osservatorio Balcani Caucaso, 17 gen)

Trentasettesimo giorno del #ArtsakhBlockade (Korazym, 17 gen)

Karabakh: l’oligarca russo-armeno Vardanyan difende il ruolo ‘pacificatore’ di Mosca (Asia news, 17 gen)

Trentottesimo giorno del #ArtsakhBlockade (Korazym, 18 gen)

La nuova strategia dell’Azerbaigian: far morire di freddo gli armeni (Tempi, 19 gen)

Trentanovesimo giorno del #ArtsakhBlockade (Korazym, 19 gen)

La crisi del Nagorno-Karabakh evidenzia il declino dell’influenza globale della Russia (Rights reporter, 19 gen)

Artsakh – Aia, Onu e Parlamento Europeo dalla parte degli armeni (Assadakah,  19 gen)

Armenia. Il Parlamento europeo condanna il blocco azero. «Von der Leyen prenda atto» (Tempi, 20 gen)

Corridoio di Lachin, l’Eurocamera condanna Baku (Sardegnagol, 20 gen)

Genocidio armeno atto finale. Europa e Italia chinano il capo a Turchi e Azeri. La Santa Sede rimane in silenzio (Korazym, 20 gen)

Quarantesimo giorno del #ArtsakhBlockade  (Korazym, 20 gen)

In Armenia la politica di sicurezza delegata alla Russia non è più un tabù (e l’Ue può approfittarne) (Linkiesta, 21 gen)

#ArtsakhBlockade. L’enigma Vardanyan e la profezia del Molokano (Korazym, 21 gen)

Quarantunesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Una diplomazia credibile richiede azione, non vuota retorica (Korazym, 21 gen)

La Russia sta perdendo terreno nel Caucaso (Startmag, 22 gen)

NAGORNO KHARABAK. Battaglia verbale tra Baku e Erevan sul corridoio di Lachin (AGC News, 22 gen)

Quarantaduesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Per l’Azerbajgian è una questione di ambizione, per l’Artsakh di vita o di morte (Korazym, 22 gen)

Armenia, 30 mila bambini senza luce, al freddo e con cibi razionati: la devastante crisi in Nagorno-Karabakh per il blocco azero (Il messaggero, 23 gen)

Ombre oscure sul futuro del Caucaso (Difesa online, 23 gen)

Quarantatreesimo giorno del #ArtsakhBlockade. L’Azerbajgian non si fermerà all’Artsakh. Dopo proseguirà con l’Armenia (Korazym, 23 gen)

120mila armeni nella sacca dell’Artsakh (Terrasanta, 23 gen)

Nagorno Karabach, migliaia di armeni vivono una grave crisi umanitaria per il blocco del corridoio di Lachin (La Repubblica, 24 gen)

La Federazione dell’Azerbaijan ha chiesto all’ITF sanzioni contro Khachanov, schierato con il popolo dell’Artsakh (Livetennis, 24 gen)

Quarantaquattresimo giorno del #ArtsakhBlockade. «Possiamo essere vicini dell’Azerbajgian, ma mai parte dell’Azerbajgian» (Korazym, 24 gen)

L’autogol dell’Azerbaigian in Armenia (Tempi, 25 gen)

Armenia, via alla missione UE di monitoraggio a lungo termine (Osservatorio Balcani Caucaso, 25 gen)

#ArtsakhBlockade. La popolazione del Nagorno-Karabakh continua a subire da 45 giorni un assedio disumano. Il momento di agire è adesso (Korazym, 25 gen)

#ArtsakhBlockade. È in corso la pulizia etnica contro gli Armeni di Nagorno-Karabakh. Che domani nessuno possa dire “non lo sapevo” (Korazym, 25 gen)

L’UE ha approvato una missione civile nelle zone di confine tra Armenia e Azerbaigian (L’Indipendente, 25 gen)

Camera, i colloqui riservati dell’ambasciatore azero: ricordatevi del nostro gas (L’Espresso, 25 gen)

Quarantaseiesimo giorno del #ArtsakhBlockade. L’Azerbajgian sta esacerbando una crisi umanitaria nell’Artsakh, rifiutando di creare le condizioni per la pace tra i due Paesi (Korazym, 26 gen)

Armenia accusa gli azeri di “pulizia etnica” in Nagorno Karabakh (Il Tempo, 27 gen)

Quarantasettesimo giorno del #ArtsakhBlockade. “Come nascono i lager? Facendo finta di nulla” (Primo Levi) (Korazym, 27 gen)

Addestramento e armi indiane per i Sukhoi Su-30SM armeni? (Analisi difesa, 28 gen)

Quarantottesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Perché gli Armeni devono ancora combattere per il loro diritto di esistere? (Korazym, 28 gen)

Nagorno Karabakh, un’altra aggressione nei territori dell’ex Unione Sovietica (Resegone online, 29 gen)

ARMENIA. Erevan più vicina all’Occidente (AGC Communication, 29 gen)

Lettera aperta delle donne del Nagorno alla Von der Leyen: «ci aiuti siamo disperate». Il Papa all’Angelus: «condizioni disumane» (Il Messaggero, 29 gen)

Corridoio di Lachin, l’appello del Papa a trovare soluzioni pacifiche per il bene delle persone (Vatican news, 29 gen)

Quarantanovesimo giorno del #ArtsakhBlockade. L’unica soluzione corretta, giusta e pacifica è riconoscere la Repubblica di Artsakh. Nuovo appello del Papa (Korazym, 29 gen)

Nagorno Karabakh, prosegue l’aggressione dell’Azerbaigian (Monza in diretta, 29 gen)

Cinquantesimo giorno del #ArtsakhBlockade. L’Armenia afferma alla Corte Mondiale che lo scopo del blocco dell’Azerbajgian è pulizia etnica (Korazym, 30 gen)

#ArtsakhBlockade Non potete cancellarci (Korazym, 30 gen)

Conflitto Azerbaigian-Armenia, l’Europa in campo con una missione civile (The watcher post, 30 gen)

Esperti occidentali: sono passati più di 2 anni dalla seconda guerra in Karabakh e la terza potrebbe non essere lontana (Top war, 31 gen)

Cinquantunesimo giorno del #ArtsakhBlockade. L’Armenia vuole la pace. L’Azerbajgian vuole l’Artsakh e poi l’Armenia (Korazym, 31 gen)

L’insostenibile blocco del Nagorno Karabakh (Osservatorio Balcani Caucaso, 31 gen)


 

 

(30 gen) CITTADINI RUSSI LASCIANO L’ARTSAKH – Nell’ambito degli accordi raggiunti con la parte azera, ieri è stata effettuata l’evacuazione dei cittadini russi arrivati in Nagorno Karabakh per le vacanze di Capodanno secondo quanto ha riferito il canale Peacekeeper Telegram. Si tratta di 44 persone, tra cui sette figli, che avevano raggiunto il comando delle forze di pace russe di stanza a Ivanian per unirsi ai familiari in servizio.

(30 gen) PRIGIONIERI ARMENI – Rappresentanti dell’ufficio del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) hanno visitato i detenuti armeni in Azerbaigian a gennaio. Lo ha riferito Zara Amatuni, responsabile del programma di comunicazione e prevenzione dell’ufficio del CICR in Armenia, senza precisare le date delle visite. “Durante l’incontro, i detenuti hanno avuto una conversazione telefonica con i loro familiari, sono state anche trasferite lettere e video registrati”, ha aggiunto Amatuni.

(30 gen) TRANSITI VERSO ARMENIA – Con la mediazione della Croce Rossa Internazionale, 19 cittadini dell’Armenia hanno potuto oggi fare ritorno a casa. Altri passaggi, da e per l’Artsakh, sempre con la mediazione della CRI, erano avvenuti il 27 e il 20 gennaio.

(29 gen) RIATTIVATO IL GAS – Alle 10 di questa mattina (ora locale) è stata riattivata la fornitura di gas. Gli azeri hanno riaperto la valvola posizionato lungo il gasdotto nel territorio dell’Artsakh da loro occupato. Da domani, se non vi saranno ulteriori interruzioni nella fornitura, riaproino nidi, asili e scuole (superiori escluse).

(28 gen) PRIGIONIERI DI GUERRA – Sono sicuramente 33 i prigionieri di guerra armeni ancora illegalmente detenuti in Azerbaigian dalla fine del conflitto. A loro si aggiungerebbero altri 80 di cui non si hanno più notizie: potrebbero essere stati uccisi e i corpi non restituiti oppure potrebbero essere stati imprigionati ma fuori dai canali “ufficiali” di detenzione. Dunque, più di un centinaio di soldati armeni sarebbero ancora nelle mani azere a oltre due anni dalla fine del conflitto.

(28 gen) SITUAZIONE SANITARIA – Nove bambini si trovano nelle unità di terapia intensiva e neonatale dell’ospedale pediatrico in Artsakh, secondo il bollettino di sabato del governo dell’Artsakh sulle statistiche del 48° giorno del blocco da parte dell’Azerbaigian. Tredici pazienti adulti sono nel reparto di terapia intensiva e sei dei quali sono in condizioni critiche. Un totale di 174 bambini sono nati sotto il blocco. Un totale di 515 persone è stato privato dell’opportunità di ricevere le cure mediche necessarie a causa della sospensione degli interventi chirurgici programmati in tutte le strutture mediche dell’Artsakh. E 49 pazienti sono stati finora trasferiti dall’Artsakh in Armenia, con la mediazione e l’accompagnamento del Comitato Internazionale della Croce Rossa, per ricevere adeguate cure mediche.

(26 gen) RIATTIVATO IL GAS – Dopo cinque giorni di interruzione, gli azeri hanno riattivato la fornitura di gas all’Artsakh. Ieri sera è ripreso il flusso a ritmo ridotto, oggi la popolazione di Stepanakert beneficerà del gas a pieno regime.

(24 gen) FORNITURA GAS – A seguito dell’interruzione del flusso di gas dall’Armenia per il nuovo blocco operato dagli azeri dal 21 gennaio, il governo ha deciso che le scorte disponibili saranno utilizzate solo dalle strutture sanitarie e fabbriche di panificazione. Inoltre, a far data da oggi i carburanti saranno riservati ai soli veicoli di servizio.

(23 gen) MISSIONE EUROPEA IN ARMENIA – I ministri degli Affari Esteri dei Paesi membri Ue hanno stabilito oggi di istituire una missione civile dell’Unione Europea in Armenia, della durata di due anni, nell’ambito della politica di sicurezza e di difesa comune, con l’obiettivo di “contribuire alla stabilità nelle zone di confine, rafforzare la fiducia sul terreno e garantire un ambiente favorevole agli sforzi di normalizzazione” dei due Paesi caucasici.

(23 gen) ALTRI QUATTRO PAZIENTI TRASFERITI – Con la mediazione e l’accompagnamento del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), altri quattro pazienti sono stati trasferiti dall’Artsakh all’Armenia. Durante i 43 giorni dell’attuale blocco azero dell’Artsakh, un totale di 46 pazienti medici sono stati trasferiti dall’Artsakh all’Armenia con la mediazione e l’accompagnamento del CICR.

(22 gen) NUOVA INTERRUZIONE DEL GAS – Da ieri sera l’Azerbaigian ha nuovamente bloccato l’afflusso di gas che arriva in Artsakh dall’Armenia attraverso una condotta che attraversa anche territori occupati dagli azeri.

(21 gen) LA NATO SU CORRIDOIO LACHIN – Il rappresentante speciale del Segretario generale della NATO per il Caucaso meridionale e l’Asia centrale, Javier Colomina, ha sottolineato l’importanza della libera circolazione attraverso il corridoio di Lachin, l’unica strada che collega il Nagorno Karabakh con l’Armenia, durante gli incontri a Yerevan e Baku. Ha altresì rilevato la necessità di risolvere le questioni umanitarie e riprendere i colloqui sulla normalizzazione delle relazioni.

(21 gen) SITUAZIONE SANITARIA – Otto bambini sono in terapia intensiva e quattro i neonati, si legge in un rapporto diffuso nel Bollettino ufficiale dell’Artsakh. Nel reparto di terapia intensiva sono ricoverati 12 pazienti adulti, di cui 4 in gravissime condizioni. Sotto il blocco sono già nati 154 bambini. A causa dell’annullamento delle operazioni programmate nelle istituzioni mediche sotto la giurisdizione del Ministero della Salute dell’Artsakh, 470 persone non possono ancora essere operate. Finora 36 pazienti sono stati trasportati dall’Artsakh in Armenia con la mediazione e il supporto del Comitato Internazionale della Croce Rossa per le cure appropriate.

(20 gen) PARZIALE RIATTIVAZIONE DEL GAS – Gli azeri hanno riaperto la valvola della condotta del gas ma a causa della debole pressione, la fornitura verrà ripristinata in Artsakh con alcune restrizioni. “Con lo scopo di garantire il funzionamento ininterrotto delle infrastrutture essenziali e soddisfare le esigenze minime della popolazione, il volume limitato di gas fornito sarà accessibile alle case residenziali nella città di Stepanakert, alle stazioni di servizio regionali, nonché ad alcune strutture di importanza strategica. Invitiamo la popolazione ad essere attenta e a mantenere le regole di sicurezza nell’uso del gas“, ha affermato la sede operativa di “Artsakhgas”.

(19 gen) CONDANNA DEL PARLAMENTO EUROPEO – Il parlamento europeo ha votato una risoluzione che condanna l’Azerbaigian per il blocco del corridoio di Lachin. In particolare, il documento votato deplora le tragiche conseguenze umanitarie del blocco del corridoio di Lachin ed  esorta l’Azerbaigian a rispettare e attuare la dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 e a riaprire immediatamente il corridoio di Lachin per consentire la libertà di movimento e garantire l’accesso a beni e servizi essenziali, garantendo così la sicurezza nella regione e salvaguardando il sostentamento dei residenti. Inoltre, sottolinea la necessità di un accordo di pace globale, che deve garantire i diritti e la sicurezza della popolazione armena del Nagorno Karabakh e invita l’Azerbaigian a tutelare i diritti degli armeni che vivono nel Nagorno Karabakh e ad astenersi dalla sua odiosa retorica che invoca la discriminazione contro gli armeni e incoraggia gli armeni a lasciare il Nagorno-Karabakh.
La risoluzione, tra l’altro, chiede di negoziare una missione di forze internazionali di mantenimento della pace dell’OSCE, secondo un mandato delle Nazioni Unite,  esorta l’Azerbaigian a non indebolire in futuro il funzionamento dei trasporti, dell’energia e dei collegamenti di comunicazione tra l’Armenia e il Nagorno Karabakh; chiede che alle organizzazioni internazionali sia concesso un accesso senza ostacoli al Nagorno Karabakh per valutare la situazione e fornire la necessaria assistenza umanitaria- e, al tempo stesso, sollecita una missione d’inchiesta dell’ONU o dell’OSCE nel corridoio di Lachin per valutare la situazione umanitaria sul campo.

(19 gen) FERITO SOLDATO ARMENO – Un soldato della repubblica di Armenia è rimasto gravemente ferito per un colpo sparato da postazioni azere all’altezza di Yeraskh lungo il confine con il Nakhichevan

(19 gen) CONDOGLIANZE DAL PRESIDENTE – Il Presidente della Repubblica dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan, ha espresso le sue più sentite condoglianze per la morte dei militari morti nell’incendio scoppiato nelle baracche di una compagnia di genieri delle Forze armate armene il 19 gennaio nel territorio del villaggio di Azat nella provincia di Gegharkunik. ”A nome del popolo dell’Artsakh, delle autorità e del sottoscritto, esprimo le mie condoglianze e il mio sostegno ai parenti e agli amici dei militari morti nell’incendio scoppiato nella caserma di una compagnia di ingegneri e zappatori dell’Armenian Armed Forze il 19 gennaio, nell’area del villaggio di Azat nella provincia di Gegharkunik. Auguro una pronta guarigione a tutti i feriti. In questo momento difficile, insieme ai nostri fratelli, condividiamo il dolore della perdita”, ha scritto Harutyunyan.

(19 gen) ALTRI DUE TRASFERIMENTI – Altri due pazienti sono stati trasferiti con la mediazione della Croce Rossa Internazionale in Armenia portando il numero complessivo a 36.

(18 gen) ALTRI TRASFERIMENTI – Il Comitato internazionale della Croce Rossa (ICRC) ha facilitato il trasferimento di 6 pazienti dall’Artsakh all’Armenia per cure urgenti. Al momento dieci bambini sono ricoverati in terapia intensiva e neonatale presso l’ospedale Arevik, e altri nove pazienti – di cui quattro in condizioni critiche – sono ricoverati presso il Republican Medical Center di Artsakh. Durante il blocco in corso, il CICR ha facilitato il trasferimento di un totale di 34 pazienti dall’Artsakh all’Armenia per le cure. Ieri, un malato che era stata trasferito in Armenia ha fatto rientro in Artsakh.

(17 gen) NUOVA INTERRUZIONE DEL GAS  – Gli azeri hanno nuovamente bloccato l’afflusso di gas dall’Armenia all’Artsakh chiudendo una valvola del gasdotto in un tratto sotto il loro controllo. Dalla tarda mattinata di oggi la popolazione non può più riscaldarsi, cucinare o lavarsi con acqua calda. Il ministro di Stato Vardanyan ha convocato una riunione per discutere della situazione determinata dal nuovo blocco del gas che si aggiunge a quello elettrico.

(17 gen) BABAYAN CONSIGLIERE – Davit Babayan, già ministro degli Esteri, è stato nominato consigliere del Presidente della repubblica e inviato speciale.

(16 gen) SITUAZIONE IMPRESE – Un totale di 726 imprese — il 17,7% del totale — in Artsakh ha sospeso l’attività a causa dell’impossibilità di lavorare sotto il blocco. A causa della difficile situazione economica, almeno 3.400 persone hanno inizialmente perso il lavoro e le fonti di reddito. Più di 14.000 tonnellate di beni vitali sarebbero arrivate in Artsakh se non fosse stato per il blocco; solo una piccola parte è stata consegnata dal CICR e dal contingente russo di mantenimento della pace.

(16 gen) SITUAZIONE SANITARIA – Quattordici bambini sono attualmente nelle unità di terapia intensiva e neonatale dell’ospedale pediatrico dell’Artsakh. Nove pazienti adulti sono nel reparto di terapia intensiva e cinque di loro sono in condizioni critiche. Un totale di 132 bambini è nato nelle condizioni del blocco azero dell’Artsakh in corso. A causa della sospensione degli interventi chirurgici pianificati in tutte le strutture mediche sotto il Ministero della Sanità dell’Artsakh, circa 400 residenti dell’Artsakh non possono sottoporsi a intervento chirurgico. Fino ad oggi, 28 pazienti sono stati trasferiti dall’Artsakh in Armenia, con la mediazione e l’accompagnamento del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), per ricevere cure mediche.

(16 gen) CONSIGLIO DI SICUREZZA  – Ararat Melkumyan è stato nominato direttore del servizio di sicurezza dell’Artsakh di cui in precedenza ricopriva la carica di Segretario. Sostituisce Ashot Hakobjanyan che è andato in pensione. E Samvel Sahramanyan è stato nominato Segretario del Consiglio di sicurezza dell’Artsakh (in precedenza era vice Segretario del Consiglio di sicurezza).

(15 gen) ALTRI QUATTRO TRASFERIMENTI – Altri quattro pazienti, fra i quali una donna incinta, sono stati trasferiti dal centro medico repubblicano dell’Artsakh in vari centri specializzati dell’Armenia con la mediazione e accompagnamento del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR). Fino ad oggi, un totale di 28 pazienti sono stati trasferiti dall’Artsakh all’Armenia.

(14 gen) ALTRA CINQUE TRASFERIMENTI – Con la mediazione della Croce Rossa Internazionale altri cinque pazienti sono stati trasferiti in Armenia con un convoglio che ha oltrepassato il blocco azero.

(13 gen) PERSI 1000 POSTI DI LAVORO – A causa del blocco da parte dell’Azerbaigian del Corridoio Lachin, l’unica strada che collega l’Artsakh all’Armenia e al resto del mondo, nell’Artsakh sono stati soppressi più di 1000 posti di lavoro; le attività commerciali sono state temporaneamente chiuse. Lo ha dichiarato Mesrop Arakelyan, consigliere del ministro di Stato della Repubblica dell’Artsakh, durante una conferenza stampa. “Si prevede di fornire un certo sostegno ai settori dell’economia colpiti in modo significativo, nonché attività per riformare la struttura economica“, ha affermato.

(12 gen) INTERRUZIONE RETE INTERNET – L’operatore Karabakh Telekom informa che il cavo di connessione alla rete internet proveniente dall’Armenia è stato danneggiato dagli azeri e la connessione fissa e mobile ne risente. Vengono segnalati anche problemi nelle comunicazioni telefoniche da Artsakh verso operatori dell’Armenia.

(12 gen) ALTRA TRE TRASFERIMENTI – Con la mediazione della Croce Rossa Internazionale altri tre pazienti sono stati trasferiti in Armenia con un convoglio che ha oltrepassato il blocco azero. Undici bambini rimangono nelle unità di terapia intensiva e neonatale dell’Arevik Medical Center di Artsakh. Al Republican Medical Center, otto pazienti rimangono nell’unità di terapia intensiva e tre di loro sono in condizioni critiche. I medici stanno facendo del loro meglio per stabilizzare le loro condizioni.

(11 gen) NUOVI MINISTRI – Con rispettivi decreti del presidente della repubblica Srbuhi Arzumanyan è stato destituito dalla carica di Primo Vice Capo dell’Ufficio del Presidente della Repubblica dell’Artsakh ed è stato nominato Ministro della Giustizia della Repubblica dell’Artsakh. Aram Sargsyan è stato nominato ministro dello sviluppo urbano della Repubblica dell’Artsakh. David Babayan è stato licenziato dalla carica di ministro ad interim degli affari esteri della Repubblica dell’Artsakh e il suo posto è stato preso da Sergey Ghazaryan già rappresentante permanente della Repubblica dell’Artsakh nella Repubblica di Armenia. Armen Mangasaryan è stato nominato ministro dello sviluppo sociale e della migrazione della Repubblica dell’Artsakh. Le responsabilità del presidente del Comitato per gli affari abitativi della Repubblica dell’Artsakh (già affidate a Mangasaryan) sono state temporaneamente assegnate al vicepresidente del comitato Inna Ishkhanyan.

(11 gen) SITUAZIONE CRITICA NELLE FARMACIE – A causa della chiusura della strada interstatale Stepanakert-Goris da parte degli azeri, il bisogno di alcuni tipi di medicinali e alimenti per l’infanzia è più sentito nelle farmacie dell’Artsakh. Al momento c’è una grande richiesta di latte artificiale, pannolini per bambini e antibiotici che scarseggiano. I bambini fino a 6-7 anni hanno bisogno di antibiotici liquidi per prevenire l’emergere di processi infettivi e non ci sono affatto antibiotici liquidi. Non ci sono inoltre farmaci antipiretici per bambini della stessa fascia di età. Nella rete non ci sono né farmaci né siringhe da insulina per diabetici. E se questa situazione si protrarrà per un’altra settimana, le farmacie saranno completamente vuote.

 (10 gen) RIFORNIMENTO CIBO – A causa del blocco in atto in Azerbaigian, i negozi di alimentari che operano nella capitale dell’Artsakh, Stepanakert, e nelle regioni ricevono zucchero, olio vegetale, grano saraceno, riso e pasta provenienti dalla riserva statale. Secondo il ministro dell’Agricoltura Hrant Safaryan, questa fornitura è implementata per tutti secondo lo stesso principio e allo stesso prezzo. Le forniture avvengono per lotti di esercizi con il criterio dell’alternanza. A causa della situazione creata, è stato fissato un margine fino al 15% per tutti i prodotti ricevuti dalla riserva statale. Le imprese che hanno venduto a un prezzo più alto saranno private della fornitura di beni. Le autorità invitano la popolazione a non fare acquisti inutili e informano che per l’acquisto di determinati generi saranno distribuite tessere alla popolazione.

(10 gen) ALTRI TRE MALATI TRASFERITI – Altri tre pazienti sono stati trasferiti, sempre con convoglio della CRI, in Armenia nel trentesimo giorno di blocco della strada di Lachin.

(10 gen) SEGRETARIO NAZIONI UNITE – Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres rinnova l’appello a ridurre le tensioni e garantire libertà e sicurezza di movimento lungo il corridoio Lachin. “Il Segretario generale ha sottolineato le sue preoccupazioni per la situazione attuale nella sua dichiarazione del 14 dicembre 2022. Tali preoccupazioni sono state ribadite dal Segretariato durante la sessione del Consiglio di sicurezza di emergenza richiesta dall’Armenia il 20 dicembre 2022. Il Segretario generale ribadisce i suoi appelli a ridurre le tensioni e garantire libertà e sicurezza di movimento lungo il corridoio, in linea con gli accordi precedentemente raggiunti ed esprime il suo sostegno agli sforzi di mediazione in corso. Le squadre nazionali delle Nazioni Unite in Armenia e Azerbaigian continuano a mantenere canali aperti con le autorità e i partner internazionali sul campo e sono pronte a rispondere se richiesto e se le condizioni lo consentono”, ha detto alla stampa armena il portavoce del segretario generale Stéphane Dujarric quando gli è stato chiesto di commentare sul blocco azero in corso del corridoio Lachin.

(9 gen) EMERGENZA NEVE – A causa del blocco azero non è possibile effettuare lavori di spazzamento neve sulla statale Stepanakert-Goris dopo la abbondante nevicata delle ultime ore e pertanto il tratto dalla capitale a Lisagor è di difficile percorrenza. Interventi di spazzaneve sono stati eseguite sulle principali strade del Paese e la mobilità pubblica dovrebbe essere ripristinata da domani.

(9 gen) INTERRUZIONE ELETTRICA – Intorno alle 14:35, si è verificato un guasto (sabotaggio azero’) al 33° km dell’unica linea ad alta tensione 110 kV Goris-Stepanakert che alimenta l’Artsakh dall’Armenia. ”Secondo i dati registrati dall’apparecchiatura, l’incidente è avvenuto nel tratto Aghavno-Berdzor. A causa della posizione distruttiva della parte azera, è attualmente impossibile effettuare un sopralluogo e organizzare lavori di ripristino di emergenza nella suddetta sezione, quindi è stata presa la decisione di fornire elettricità alla repubblica attraverso centrali elettriche locali con le opportune restrizioni. In base alla situazione, a partire dal 10 gennaio nella repubblica è in corso di attuazione il blackout progressivo, di cui è possibile essere regolarmente informati sul sito Web “Artsakhenergo” CJSC (artsakhenergo.am) e sulla pagina Facebook (https://www.facebook.com/ profile.php?id= 100088251438925), nonché da annunci pubblici di TV e radio. Per evitare possibili ulteriori interruzioni, si prega di utilizzare l’elettricità il più parsimoniosamente possibile”, si legge nella dichiarazione dell’azienda elettrica.

(9 gen) SOLDATI INVECE DI ATTIVISTI – Con il brusco calo della temperatura (finita a meno 10) la quasi totalità degli “attivisti” che stanno bloccando il corridoio di Lachin se ne è tornata a casa a Baku. Al loro posto ci rimasti i soldati dell’Azerbaigian in palese violazione dell’accordo del novembre 2020.

(7 gen) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Vitaly Balasanyan è stato destituito dalla carica di Segretario del Consiglio di Sicurezza Nazionale e al suo posto è stato nominato Ararat Melkumyan, già Primo vicedirettore del Servizio stesso.

(7 gen) TRASFERIMENTO MALATI  – Tre pazienti, fra i quali un bambino di due mesi, sono stati trasferiti con un convoglio della Croce Rossa Internazionale in strutture specializzate dell’Armenia. Secondo quanto diramato dal ministero della Salute, tredici bambini sono nelle unità di terapia intensiva e neonatale dell’ospedale di Arevik e altrettanti adulti sono nell’unità di terapia intensiva del Republican Medical Center (sei di loro sono in condizioni critiche). I medici stanno facendo del loro meglio per stabilizzare le loro condizioni. Tutte le operazioni chirurgiche programmate continuano a essere sospese.

(6 gen) SPARI CONTRO TRATTORE NEI CAMPI – Nel primo pomeriggio da una postazione azera sono stati sparati colpi contro un agricoltore che stava lavorando nei campi nei pressi del villaggio di Hatsi nella regione di Martuni. L’uomo non è stato ferito ma è stato colpito il trattore.

(6 gen) RICONOSCIMENTO ARTSAKH – L’ombudsman dell’Artsakh, Gegham Stepanyan, ha invitato tutti i Paesi che hanno riconosciuto il genocidio armeno a riconoscere formalmente la repubblica di Artsakh.

(6 gen) NATALE ARMENO – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan insieme al secondo e terzo presidente Arkadi Ghukasyan e Bako Sahakyan, funzionari delle strutture legislative ed esecutive della repubblica, hanno partecipato alla Divina Liturgia servita dal Primate della Diocesi dell’Artsakh della Chiesa Apostolica Armena Sua Grazia il Vescovo Vrtanes Abrahamyan dedicato alla Santa Natività e Teofania di Gesù Cristo tenutosi nella Cattedrale della Santa Madre di Dio a Stepanakert.

(5 gen) AIUTO INTERNAZIONALE – Fin dal primo giorno del blocco illegale del corridoio di Lachin da parte dell’Azerbaigian, il Ministero degli Affari Esteri dell’Armenia e le istituzioni statali competenti sono costantemente in contatto con varie organizzazioni internazionali per affrontare le questioni derivanti dalla crisi umanitaria nel Nagorno Karabakh (Artsakh). Lo ha annunciato il segretario stampa del ministero, Vahan Hunanyan, in risposta all’osservazione che negli ultimi giorni diversi rappresentanti della società civile stanno sollecitando il governo armeno a rivolgersi al Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite per fornire assistenza agli armeni dell’Artsakh.

(5 gen) APPELLO A COPRESIDENTI MINSK – I membri del parlamento dell’Artsakh (Nagorno Karabakh), guidati dal presidente del parlamento Arthur Tovmasyan, hanno fatto appello ai leader dei paesi copresidenti del gruppo di Minsk dell’OSCE: il presidente russo Vladimir Putin, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il presidente francese Emmanuel Macron affinché prendano concretezza azioni in direzione dell’apertura del Corridoio Lachin o del lancio dell’aeroporto di Stepanakert.

(5 gen) NESSUNA TRATTATIVA – Il ministro di Stato dell’Artsakh, Vardanyan, in una conferenza stampa ha affermato che a oggi non sono in corso trattative per la riapertura della strada. “L’Azerbaigian ha avanzato richieste, abbiamo risposto e annunciato che siamo pronti a ricevere i migliori esperti mondiali nel campo della protezione ambientale, non vediamo un problema in questo; ma non c’è risposta. Ora ci troviamo in una situazione in cui i negoziati non sono condotti”, ha detto. Alla domanda se l’Azerbaigian ha altre richieste oltre al monitoraggio nelle miniere di Artsakh, Vardanyan ha risposto: “Vogliono sorvegliare la strada [Lachin], il che è inaccettabile per noi. Il documento del 9 novembre [, 2020] scrive molto chiaramente che noi deve avere una strada aperta sulla quale possiamo viaggiare liberamente senza chiedere a nessuno il diritto [di farlo].”

(4 gen) ALTRI DUE MALATI TRASFERITI – Due pazienti che erano sottoposti a trattamenti medici specialistici presso l’ospedale di Stepanakert sono stati trasferiti in Armenia con un convoglio della Croce Rossa Internazionale che ha superato il blocco azero.

(3 gen) INTERRUZIONI CORRENTE – In serata in molte regioni dell’Artsakh vi sono state interruzioni di corrente elettrica e conseguenti blackout.

(3 gen) RIUNIONE OPERATIVA – La centrale operativa per la crisi, sotto la presidenza del Ministro di Stato Vardanyan si è riunita per fare il punto sulla situazione dei beni di prima necessità che orami scarseggiano nei negozi. È stato deciso che in modo proporzionale si attingerà a riserve statali che verranno distribuite nei negozi per la vendita. Vardanyan ha sottolineato l’importanza di un contatto diretto con la popolazione e ha invitato tutti i parlamentari a tenere riunioni nei loro distretti elettorali per spigare la situazione.

(1 gen) MESSAGGIO DI FINE ANNO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA – “Cari connazionali, diamo il benvenuto all’anno 2023 in circostanze straordinarie. Oltre alle numerose aggressioni e provocazioni compiute dall’Azerbaigian nei confronti della popolazione civile dell’Artsakh durante tutto l’anno uscente, il 12 dicembre, l’Azerbaigian ha bloccato il corridoio Lachin, l’unica strada che collega l’Artsakh all’Armenia, creando nuove sfide per noi. Sulla strada per superare le varie difficoltà e prove, il nostro popolo è diventato più forte e resistente, riaffermando ancora una volta la sua incrollabile volontà e determinazione di vivere e creare liberamente e indipendentemente sul suolo nativo. Nel corso dei secoli e soprattutto negli ultimi decenni la nostra gente ha ripetutamente affrontato tali difficoltà, ma è riuscita a superare le sfide attraverso una lotta risoluta e consolidata. Pertanto, sono fiducioso che andremo incontro con onore anche a questa crisi.
Cari amici, In questo giorno di festa, voglio ringraziarvi per sostenervi a vicenda e aver accettato con dignità le sfide del momento. Molte delle nostre famiglie si sono separate in questo Capodanno. Voglio scusarmi soprattutto con quei bambini lontani dai genitori, per l’ancora inefficienza dei nostri sforzi per far aprire la strada della vita dell’Artsakh.
Ricordiamo e rendiamo omaggio alla memoria dei devoti della Patria. Il modo migliore per onorare la loro memoria è mantenere l’Artsakh armeno, vivere e lottare in Artsakh. Mi raccomando, vivendo in questo accogliente angolo della Patria e superando eroicamente le difficoltà emergenti, ognuno di noi sta compiendo una missione importante a modo suo per amore dell’esistenza del popolo armeno e del suo futuro.
Voglio esprimere la mia sentita gratitudine alle nostre sorelle e fratelli in Madre Armenia e nella Diaspora, a tutti coloro che sono con noi, al nostro fianco, offrendo sostegno e assistenza all’Artsakh in questi giorni difficili.Pace, prosperità, determinazione, fede e speranza a tutti noi! Felice anno nuovo e buon Natale!

L’Azerbaigian prosegue con le prove generali per completare l’occupazione dell’Artsakh (Korazym, 6 dic)

Androuët: “Quale sostegno all’Armenia dopo l’aggressione dell’Azerbaigian?” (Sardegnagol, 7 dic)

Nel Caucaso continua la distruzione del patrimonio armeno-cristiano da parte dell’Azerbaigian (Il giornale dell’arte, 9 dic)

L’Iran dona 600 missili all’Armenia… (Avia.pro, 8 dic)

Azerbaijan. Viaggi pagati per avere il favore della UE (Assadakah, 8 dic)

Il destino dei 400 abitanti di Khramort (Korazym, 9 dic)

L’Azerbajgian alza il livello dello scontro per portare a termine la pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh armeno (Korazym, 12 dic)

Gas russo tramite l’Azerbaijan: interrogativo scomodo per l’Europa (Osservatorio Balcani Caucaso, 12 dic)

Le truppe azere continuano a bloccare l’accesso al corridoio di Lachin (Avia.pro, 13 dic)

Allarme del Lemkin Institute: rischio genocidio in Nagorno Karabakh (Gariwo, 13 dic)

Dopo la chiusura del Corridoio di Lachin, l’Azerbajgian ha tagliato anche la fornitura di gas dall’Armenia all’Artsakh (Korazym, 13 dic)

Caucaso. L’Azerbaigian cerca di isolare la repubblica di Artsakh… (La stampa, 13 dic)

Provocatori azeri, inneggiando ai lupi grigi mentre bloccano l’unica strada tra Artsakh e Armenia, tengono in ostaggio 120.000 Armeni (Korazym, 13 dic)

Junior Eurovision 2022, i bambini dell’Artsakh non riescono a tornare a casa (Eurofestivalnews.com, 14 dic)

L’Azerbajgian da più di due giorni tiene l’Artsakh sotto blocco. Il Presidente dell’Arsakh decreta la legge marziale per far fronte all’emergenza umanitaria  (Korazym, 14 dic)

Nagorno-Karabakh: la denuncia dell’Œuvre d’Orient e della comunità armena di Roma, “bloccato dagli azeri. 120.000 persone in ostaggio” (Agensir, 14 dic)

Artsakh. Rischio crisi umanitaria per il blocco azero del Corridoio di Lachin (Assadakah, 14 dic)

Armenia. Dichiarazione sulla provocazione azera nel corridoio di Lachin (Notizie geopolitiche, 15 dic)

Il blocco dell’unica strada che collega l’Artsakh con il mondo esterno condanna la sua popolazione armena ad una morte lenta. E Baku nega l’evidenza  (Korazym, 15 dic)

L’Azerbaigian con l’avallo turco provoca l’Armenia (Il manifesto, 16 dic)

L’Azerbaigian demolisce moschea sciita e la trasforma in discarica (Il faro sul mondo, 16 dic)

È stata ripristinata la fornitura di gas all’Artsakh. Al momento il Corridoio di Berdzor (Lachin) rimane ancora bloccato (Korazym, 16 dic)

 «L’Azerbaigian ci isola dal mondo: è una catastrofe umanitaria» (Tempi, 17 dic)

Sesto giorno del blocco del Corridoio di Berdzor (Lachin) ad opera di Baku. L’Artsakh isolato dall’Armenia e dal resto del mondo (Korazym, 17 dic)

Nagorno Karabakh: la colomba della pace strangolata nelle mani degli azeri (Notizie geopolitiche, 18 dic)

Appelli per il Nagorno Karabakh e l’Ucraina (Faro di Roma, 18 dic)

 #ArtsakhBlockade dell’Azerbajgian da sette giorni. Repubblica di Artsakh, la più grande prigione all’aria aperta del mondo (Korazym, 18 dic)

Il Papa preoccupato per il Caucaso (Vatican news, 18 dic)

Miniere, ambiente e politica: la guerra per il Nagorno-Karabakh entra in una nuova fase (Specialeurasia, 19 dic)

 Sos internazionale per il rischio di una crisi umanitaria nel Caucaso, «120 mila armeni in pericolo» (Il Gazzettino, 19 dic)

 Blocco del Nagorno-Karabakh, il Catholicos armeno: atto disumano (Asia news, 19 dic)

 Nagorno Karabakh: falsi ambientalisti e rischio umanitario (Osservatorio Balcani Caucaso, 19 dic)

 L’Artsakh isolato dal 12 dicembre con il blocco azero del Corridoio di Berdzor (Lachin). Chi rimane in silenzio è complice #ArtsakhBlockade (Korazym, 19 dic)

L’Azerbaigian blocca l’unico collegamento tra Armenia e Artsakh (Radio onda d’urto, 20 dic – audio)

Cosa è, e perché è importante, il corridoio di Lachin nominato dal Papa all’Angelus? (Aci stampa, 20 dic)

 Nono giorno del #ArtsakhBlockade. Davanti ai possibili scenari, per il Ministro di Stato dell’Artsakh l’obiettivo è preservare e sviluppare l’Artsakh (Korazym, 20 dic)

Karabakh, appello delle Chiese: «Emergenza umanitaria» (Roma sette, 20 dic)

Azerbaijan: i petrodollari di Baku alla conquista dell’Europa (East journal, 20 dic)

Bloccata l’unica strada che collega il Nagorno Karabakh con l’Armenia (Repubblica, 21 dic)

Nagorno Karabakh: prova di forza di Baku. Bloccato il corridoio di Lachin. 120.000 persone isolate (East journal, 21 dic)

Dalle Chiese cristiane appello per l’Artsakh/Nagorno-Karabakh (Vatican news, 21 dic)

Decimo giorno del #ArtsakhBlockade. Senza sanzioni, il regime di Aliyev non tornerà alla ragione e questa impunità porterà a sempre nuovi crimini (Korazym, 21 dic)

Artsakh, crisi umanitaria provocata dall’Azerbaijan (Assadakah, 22 dic)

Il grido degli armeni nel Nagorno-Karabakh: «Abbiamo cibo solo per altri tre giorni» (Tempi, 22 dic)

 Undicesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Reale pericolo di genocidio nel Nagorno-Karabakh (Korazym, 22 dic)

Nagorno-Karabakh: Mijatovic (Consiglio d’Europa), “preoccupata per la situazione umanitaria. Si ripristini il movimento nel corridoio Lachin” (Agensir, 22 dic)

L’Azerbaigian sfrutta la distrazione dell’Ucraina per avvantaggiarsi nel conflitto armeno (L’Indro, 22 dic)

Pashinyan ha accusato il contingente russo di mantenimento della pace… (Avia.pro, 22 dic)

Il Natale martoriato dei cristiani d’Armenia (Aleteia, 23 dic)

L’assedio degli armeni nel Nagorno-Karabakh (La nuova bussola quotidiana, 23 dic)

Dodicesimo giorno del #ArtsakhBlockade – Prima parte. Perché l’Azerbajgian ha bloccato la “Strada della Vita” per l’Artsakh?  (Korazym, 23 dic)

Dodicesimo giorno del #ArtsakhBlockade – Seconda parte. Il regime azero (Korazym, 23 dic)

Distruzione del patrimonio culturale in Artsakh, Berg: “Responsabilità azere” (Sardegnagol, 23 dic)

Nella repubblica armena di Artsakh si rischia una catastrofe umanitaria (Informazione cattolica, 24 dic)

Qatargate, i regali sospetti dell’Azerbaijan (Libero, 24 dic)

Tredicesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Gli Armeni dell’Artsakh in marcia verso il posto di blocco delle forze di pace russe per chiedere la rimozione degli Azeri dal Corridoio di Berdzor (Lachin) (Korazym, 24 dic)

Lavrov avverte l’Armenia… (Russia news, 24 dic)

Caucaso. L’autoproclamata repubblica dell’Artsakh in piazza contro l’assedio dell’Azerbaijan (La Stampa, 25 dic)

Quattordicesimo giorno del #ArtsakhBlockade (Korazym, 25 dic)

Quindicesimo giorno del #ArtsakhBlockade (Korazym, 26 dic)

La catastrofe umanitaria minaccia il Nagorno Karabakh (Inside over, 27 dic)

Sedicesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Parte I (Korazym, 27 dic)

Sedicesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Parte II (Korazym, 27 dic)

Caucaso: 60.000 persone in piazza in Artsakh contro il blocco azero del corridoio verso l’Armenia (Radio onda d’urto, 27 dic)

“Bisogna salvare 120.000 armeni dell’Artsakh!” Petizione dalla Francia (Il timone, 28 dic)

Diciassettesimo giorno del #ArtsakhBlockade. (Korazym, 28 dic)

UNICEF Lancia l’Allarme: Drammatica la Situazione dei Bambini in Artsakh/Nagorno. (Stilum curiae, 29 dic)

Diciottesimo giorno del #ArtsakhBlockade. (Korazym, 29 dic)

Diciannovesimo giorno del #ArtsakhBlockade. (Korazym, 30 dic)

Ventesimo giorno del #ArtsakhBlockade (Korazym, 31 dic)

(30 dic) RIUNIONE OPERATIVA – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha tenuto una consultazione di lavoro con la partecipazione dei capi delle forze dell’ordine. Nel corso della quale sono state discusse la situazione sviluppatasi nel Paese all’indomani del blocco del Corridoio Lachin, nonché le questioni relative al mantenimento dell’ordine nella repubblica nei giorni non lavorativi. In tale contesto, il Capo dello Stato ha incaricato le strutture competenti di continuare a svolgere i propri compiti in modalità di massima sicurezza. Alla consultazione hanno partecipato il ministro di Stato, il capo del quartier generale operativo Ruben Vardanyan, il segretario del Consiglio di sicurezza Vitali Balasanyan, il capo dell’ufficio del presidente della Repubblica dell’Artsakh Karen Shahramanyan.

(30 dic) GRUPPO DI LAVORO ARMENIA – Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha firmato la decisione di istituire un gruppo di lavoro per sostenere il popolo del Nagorno-Karabakh nella gestione della crisi umanitaria nella repubblica. Il vice primo ministro Tigran Khachatryan è stato nominato capo del gruppo di lavoro. Il gruppo comprende il Ministro della Salute Anahit Avanesyan, il Ministro del Lavoro e degli Affari Sociali Narek Mkrtchyan, il Ministro dell’Economia Vahan Kerobyan, il Ministro dell’Amministrazione Territoriale e delle Infrastrutture Gnel Sanosyan, il Consigliere del Primo Ministro Artashes Tumanyan e altri.

(29 dic) PRESENTATI NUOVI MINISTRI – Il Ministro di Stato, Ruben Vardanyan, ha presentato ai rispettivi dipartimenti i nuovi ministri nominati dal presidente della repubblica Harutyunyan. Si tratta di Hrant Safaryan all’Agricoltura e di Suren Galstyan all’Amministrazione territoriale e infrastrutture.

(29 dic) AIUTI DALL’ARMENIA – Il governo dell’Armenia ha stanziato un aiuto a favore della repubblica di Artsakh per 4 miliardi di dram pari a poco meno di dieci milioni di euro

(29 dic ) RISPOSTA RUSSA ALLE CRITICHE – La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, durante il briefing settimanale con la stampa ha risposto al premier armeno Pashinyan che aveva accusato il contingente di pace russo di non aver più il controllo sul corridoio di Lachin. Zakharova ha dichiarato che le critiche nei confronti del contingente di pacificazione russo non sono accettabili commentando il fatto che la Russia non può costringere l’Azerbaigian ad adempiere ai suoi obblighi del 9 novembre 2020 e ad aprire il corridoio di Lachin.
La portavoce ha altresì replicato alla recente dichiarazione del segretario del Consiglio di sicurezza dell’Armenia, Armen Grigoryan, che aveva notato che la Russia stava costringendo l’Armenia a fornire un corridoio in Azerbaigian e ad aderire allo Stato dell’Unione di Russia e Bielorussia affermando che si tratta di illazioni senza alcuna prova.

(29 dic) RISTORAZIONE PUBBLICA – Il governo dell’Artsakh ha deciso di imporre restrizioni alla fornitura di servizi di ristorazione pubblica. Questa decisione si basa sulla legge sul regime legale della legge marziale ed è guidata dai rispettivi decreti del presidente dell’Artsakh datati 13 dicembre 2022 e 25 settembre 2017.La decisione entra in vigore oggi alle 13.

(29 dic) ATTIVITA’ MINERARIA – Il governo ha rilasciato la seguente dichiarazione circa la decisione di sospendere temporaneamente la attività mineraria nello Stato: “Il Governo della Repubblica dell’Artsakh, ancora una volta, riconferma che l’industria mineraria nell’Artsakh opera in linea con i più elevati standard internazionali, ai quali si conformano anche le norme previste dalla legislazione in materia. Tuttavia, tenuto conto dell’ambiente malsano creato dagli “eco-attivisti” del paese vicino e del loro tentativo di trarre in inganno la comunità internazionale, si è deciso di invitare le organizzazioni internazionali a svolgere una perizia ecologica attorno alle operazioni della società ‘Base Metal’. Il governo, insieme alla direzione dell’azienda, ha espresso la disponibilità a sospendere temporaneamente lo sfruttamento della miniera. Il governo della Repubblica dell’Artsakh si è rivolto alle rispettive strutture delle Nazioni Unite e ad altre organizzazioni internazionali specializzate per organizzare la perizia nel più breve tempo possibile. Il governo della Repubblica dell’Artsakh è sempre stato favorevole al mantenimento dei migliori standard internazionali nel settore minerario e ritiene che gli standard ecologici internazionali debbano essere applicati alle società minerarie dell’intera regione.”

(28 dic) RIUNIONE PER EMERGENZA CIBO – Nella giornata odierna, durante la riunione del quartier generale operativo dell’Artsakh tenutasi sotto la presidenza del ministro di Stato dell’Artsakh e capo del quartier generale operativo, Ruben Vardanyan, sono state varate restrizioni alla fornitura di servizi di ristorazione pubblica. Il ministro di Stato Ruben Vardanyan aveva avuto ieri incontri con le imprese dell’Artsakh impegnate nel commercio all’ingrosso e al dettaglio, nonché con i proprietari e i rappresentanti di ristoranti e strutture di ristorazione pubblica per ascoltare i loro problemi e discutere le possibilità di attuazione alcuni regolamenti nell’attuale crisi. Il ministro di Stato ha ringraziato gli uomini d’affari per la loro comprensione e il loro comportamento dignitoso, osservando che non c’erano segni di inflazione nell’Artsakh a causa della carenza di merci.

(28 dic) MESSAGGIO UNICEF – La chiusura dell’ingresso in Nagorno-Karabakh attraverso il corridoio di Lachin ha un impatto negativo sulla situazione dei bambini, ha affermato l’UNICEF in una nota. “I bambini sono colpiti dalla chiusura virtuale dell’accesso al Nagorno Karabakh attraverso il corridoio di Lachin. Più a lungo la situazione persiste, più i bambini sperimenteranno la mancanza di generi alimentari di base, mentre l’accesso a molti dei servizi essenziali di cui hanno bisogno per la loro sopravvivenza, una crescita sana e il benessere diventeranno più difficili Molti bambini sono stati anche privati delle cure parentali poiché sono stati separati dai loro genitori o tutori legali. L’UNICEF fa eco all’appello del Segretario generale delle Nazioni Unite a garantire libertà e sicurezza di movimento lungo il corridoio di Lachin, in linea con gli accordi precedenti. Questo è fondamentale per garantire che i bambini nel Nagorno Karabakh siano protetti e che gli attori umanitari possano raggiungere in sicurezza e rapidamente i bisognosi. L’UNICEF continua a cercare il dialogo e lavorare in coordinamento con tutti gli attori per ottenere l’accesso ai bambini in queste aree“, afferma la dichiarazione.

(28 dic) PERDITE ARMENIA – Quest’anno, le vittime in combattimento e non in combattimento nelle forze armate dell’Armenia sono ammontate a 265 persone e da 140 a 160 chilometri quadrati del territorio del Paese non sono controllati dall’Armenia. Lo ha detto in una conferenza stampa Armen Ashotyan, vicepresidente dell’ex Partito Repubblicano d’Armenia (RPA) al governo.

(28 dic) TRASPORTO MALATI – Tre pazienti ricoverati in gravi condizioni all’ospedale di Stepanakert sono stati trasportati in Armenia con un convoglio organizzato dalla Croce Rossa Internazionale.

(27 dic) CORTEO – Un corteo di alcune centinaia di persone si è diretto da Stepanakert a Ivanian dove nei pressi dell’aeroporto sorge il Comando delle forze di pace russe. Alcuni partecipanti alla manifestazione hanno piantato delle tende per passare la notta lì.

(26 dic) INCONTRO A SAN PIETROBURGO­ – Nel corso di un incontro a San Pietroburgo tra i Paesi membri della CSI, si è svolto un colloquio informale tra il presidente russo Putin, quello azero Aliyev e il premier armeno Pashinyan. Quest’ultimo ha dichiarato che la crisi nel corridoio di Lachin è la questione più importante. “Il corridoio di Lachin è stato bloccato per quasi 20 giorni, e questa è la zona di responsabilità delle forze di pace russe nel Nagorno Karabakh“, ha detto Pashinyan. Ha ricordato che secondo la dichiarazione trilaterale, il corridoio di Lachin dovrebbe essere sotto il controllo delle forze di pace russe e l’Azerbaigian dovrebbe garantire il passaggio senza ostacoli di passeggeri e merci. “Si scopre che il corridoio di Lachin non è sotto il controllo delle forze di pace russe. E, naturalmente, vorremmo discutere di questa situazione e di quali opzioni sono disponibili per risolverla“, ha detto il primo ministro armeno.

(25 dic) AIUTI UMANITARI VIA CROCE ROSSA – L’Armenia ha inviato all’Artsakh quattro tonnellate di aiuti umanitari (prevalentemente medicine e prodotti per alimentazione e assistenza neonati). Il materiale è giunto a Stepanakert con un convoglio della Croce Rossa Internazionale. La scorta di medicinali è sufficiente per non più di dieci giorni.

(25 dic) EVACUATI 4 STRANIERI – Con la mediazione della Croce Rossa Internazionale, quattro cittadini stranieri affetti da patologie croniche sono stati evacuati dall’Artsakh e trasferiti in Armenia con un convoglio dell’organizzazione alla quale si erano rivolti nei giorni scorsi.

(24 dic) TRASPORTO BIMBO MALATO – Con la mediazione della Croce Rossa Internazionale, un bambino di 4 mesi che si trovava ricoverato gravemente malato all’ospedale di Stepanakert è stato trasferito a Yerevan oltrepassando il blocco azero. La CRI ha informato che i propri mezzi ritorneranno dall’Armenia in Artsakh portando medicinali necessari alla popolazione.

(23 dic) ATTIVISTI ARMENI CERCANO DI AVVICINARSI AL BLOCCO – Un gruppo di giovani attivisti armeni ha cercato di raggiungere l’intersezione di Shushi dove gli azeri hanno bloccato la strada per l’Armenia ma sono stati respinti dalle forze di pace russe presenti in loco.

(23 dic) INCONTRO MINISTRI ARMENIA E ARTSAKH – Il ministro degli Esteri dell’Armenia, Ararat Mirzoyan, ha incontrato oggi a Yerevan il collega ad interim dell’Artsakh, Davit Babayan con il quale ha discusso la situazione della repubblica a causa del blocco azero. Babayan dal 12 dicembre si trova in Armenia in quanto impossibilitato a rientrare in patria. Mirzoyan invece ha deciso di non partecipare all’incontro trilaterale a Mosca con i colleghi Lavrov e Bayramov. Quest’ultimo, nel corso della conferenza stampa, ha detto che il ministro di Stato dell’Artsakh Vardanyan deve andarsene e lasciare la carica che ricopre.

(23 dic) LAVROV RISPONDE A PASHINYAN – A Mosca il ministro degli Esteri russo, Lavrov, al termine di un incontro con il collega azero Bayramov, ha risposto alle accuse mosse il giorno prima dal premier armeno Pashinyan che aveva dichiarato che le forze di pace russe non adempiono al loro obbligo dichiarato nella dichiarazione trilaterale che è quella di tenere sotto controllo il corridoio di Lachin. Lavorv ha affermato che il compito della missione è molto difficile ma che la sostituzione del contingente russo con altre forze di pace (Onu o Gruppo di Minsk) dovrebbe essere espressamente deciso dalle parti interessate e ha comunque sottolineato come spesso queste missioni di peace keeping non hanno sortito in altri contesti grandi risultati.

(22 dic) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Il Consiglio di sicurezza, presieduto dal presidente Harutyunyan, si è nuovamente riunito per il monitoraggio della situazione conseguente il blocco e le misure da prendere.

(22 dic) RUSSIA SU BLOCCO ARTSAKH – Il blocco del corridoio Lachin dovrebbe essere fermato secondo quanto riferisce la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova durante un briefing settimanale con la stampa. “È inoltre necessario risolvere i disaccordi sulla questione dello sviluppo dei giacimenti minerari nella regione. Il ministero della Difesa russo e il comando del contingente di mantenimento della pace continuano a lavorare per ridurre la situazione e, grazie ai loro sforzi, dal 16 dicembre è stata ripresa la fornitura di gas e ripristinato il movimento del trasporto umanitario, comprese le ambulanze. E non vediamo l’ora di una risoluzione della situazione nel prossimo futuro. Invitiamo le parti a rispettare rigorosamente i loro impegni, in conformità con le dichiarazioni dei leader di Russia, Armenia e Azerbaigian, che prevedono che il Nagorno-Karabakh comunichi con l’Armenia attraverso il corridoio di Lachin, controllato dal contingente russo di mantenimento della pace” ha dichiarato.

(21 dic) HARUTYUNYAN E ARAM I – Il Presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha avuto una conversazione telefonica con il Catholicos della Grande Casa di Cilicia Sua Santità Aram I. Il Capo dello Stato ha presentato a Sua Santità la situazione sviluppatasi nella Repubblica dell’Artsakh all’indomani del blocco dell’unica strada che collega l’Artsakh alla Madre Armenia da parte dell’Azerbaigian con falsi pretesti ambientali, nonché il lavoro volto a prevenire il disastro umanitario. Il Catholicos della Grande Casa di Cilicia ha espresso il suo sostegno agli armeni dell’Artsakh, osservando che nelle loro preghiere menzionano sempre e chiedono a Dio di proteggere l’Artsakh e il suo popolo.

(21 dic) AMBASCIATORE TURCO AL BLOCCO – Secondo media azeri anche l’ambasciatore turco in Azerbaigian si è recato al blocco azero della strada Stepanakert-Goris.

(21 dic) COMUNICATO ARTSAKH SU ONU – Il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica dell’Artsakh accoglie con favore la discussione sulla questione del blocco dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian alla sessione straordinaria del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 20 dicembre. “Il fatto che l’organo chiave di un’organizzazione internazionale così influente abbia convocato una riunione di emergenza su questo tema dimostra la seria preoccupazione della comunità internazionale per la situazione attuale e la politica dell’Azerbaigian. La posizione critica della comunità internazionale nei confronti delle politiche di questo paese è stata espressa nelle dichiarazioni dei rappresentanti degli Stati membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Il popolo dell’Artsakh sta affrontando una crisi umanitaria, che non può e non deve essere ignorata. Auspichiamo che anche la comunità internazionale prenda misure concrete per revocare il blocco dell’Artsakh. L’imposizione di sanzioni adeguate all’Azerbaigian è l’unico modo per stabilizzare la situazione e creare le condizioni per una pace duratura nella regione“, ha affermato in una nota il ministero degli Esteri dell’Artsakh.

(21 dic) ALL’ONU ARMENIA E AZERBAIGIAN – Il rappresentante armeno all’ONU ha detto nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza (durata circa due ore) che potrebbe esserci una catastrofe umanitaria in Nagorno Karabakh, in quanto i negoziati con le parti mediate dai peacekeeper non hanno ancora prodotto alcun risultato: i precedenti incidenti dimostrano anche che la chiusura del corridoio di Lachin è di fatto un operazione pre-pianificata, condotta dalle autorità dell’Azerbaigian per danneggiare la popolazione dell’Artsakh e provocare una crisi umanitaria su larga scala nel Nagorno Karabakh. Le affermazioni dell’Azerbaigian secondo cui non hanno implementato alcuna restrizione nel corridoio di Lachin sono semplicemente false.
Dal canto suo, l’ambasciatore dell’Azerbaigian all’ONU Yashar Aliyev ha affermato ancora una volta che non esiste una regione chiamata Nagorno-Karabakh e che il corridoio di Lachin non è bloccato da nessuno. Secondo Aliyev, Baku è già in contatto diretto con gli armeni locali.

(21 dic) POSIZIONI AL CONSIGLIO SICUREZZA ONU – Nel corso della riunione tenutasi ieri al Consiglio di sicurezza dell’Onu, sono state registrate le seguenti posizioni politiche:
la Cina è preoccupata per la situazione attorno al corridoio di Lachin e per le sue conseguenze umanitarie, ritiene che la situazione intorno al corridoio di Lachin debba essere risolta attraverso il dialogo e le consultazioni e gli sforzi di mediazione della Russia e di altre parti interessate.
Gli Stati Uniti sono profondamente preoccupati per gli attuali impedimenti all’uso del corridoio di Lachin e per le crescenti conseguenze umanitarie di questa situazione. Ritengono che gli ostacoli all’uso del corridoio Lachin stiano ostacolando il processo di pace, minando la fiducia internazionale nel processo. Questa situazione potrebbe portare a conseguenze umanitarie potenzialmente disastrose. Gli Stati Uniti sono incoraggiati dal ripristino delle forniture di gas alla popolazione del Nagorno Karabakh e ritengono che qualsiasi tentativo di ostacolare questi servizi rappresenti una minaccia per la popolazione civile del Nagorno Karabakh e sia inaccettabile.
La Russia è preoccupata per le notizie sul blocco del corridoio di Lachin, causato da disaccordi tra le parti sullo sfruttamento delle miniere nella regione. Il corridoio fornisce un collegamento tra il Nagorno Karabakh e l’Armenia. In conformità con la dichiarazione trilaterale dei leader di Armenia, Russia e Azerbaigian del 9 novembre 2020, il corridoio di Lachin è sotto il controllo delle forze di pace russe, che rimangono il garante della stabilità del territorio e svolgere efficacemente i propri compiti.È importante che al momento della sottoscrizione del verbale le parti abbiano assunto corrispondenti impegni, che devono essere rigorosamente osservati, anche al fine di non creare disagi alla vita della popolazione.

(20 dic) SITUAZIONE SANITARIA – Il blocco da parte dell’Azerbaijan dell’unica strada che collega l’Artsakh con l’Armenia lascia sospese le operazioni chirurgiche già pianificate nelle istituzioni mediche subordinate al Ministero della Salute della Repubblica dell’Artsakh. Secondo il ministero della Salute di Artsakh, 13 bambini si trovano nel reparto di terapia intensiva e neonatale dell’associazione medica Arevik. Un bambino di 4 mesi, a cui è stata diagnosticata la leishmaniosi viscerale, rimane in gravi condizioni. I medici in Artsakh stanno fornendo l’assistenza medica necessaria, consultandosi online con specialisti in Armenia. Nove pazienti sono ricoverati nel reparto di terapia intensiva del Republican Medical Center, due sono in gravissime condizioni, i medici stanno facendo il possibile per stabilizzare le condizioni dei pazienti. Il Ministero della Salute della Repubblica dell’Artsakh sta adottando tutte le misure possibili per superare adeguatamente la situazione causata dal blocco.

(20 dic) CONSIGLIO SICUREZZA ARTSAKH – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha presieduto una riunione allargata del Consiglio di sicurezza incentrata sulla situazione politico-militare creata nell’Artsakh. All’ordine del giorno vi erano i passi compiuti per garantire la sicurezza della Repubblica dell’Artsakh e le funzioni vitali del popolo, la possibilità di prevenire una catastrofe umanitaria.

(20 dic) CONSIGLIO SICUREZZA ONU – Nella giornata odierna su richiesta dell’Armenia, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite terrà una riunione sulla situazione nella regione al confine con l’Azerbaigian con particolare attenzione alla situazione del corridoio di Lachin. Il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan aveva visitato New York la scorsa settimana e incontrato il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. In tale occasione Mirzoyan aveva sollevato il tema della situazione attorno al corridoio Lachin.

(19 dic) BLOCCATI CONVOGLI AZERI – La strada Martakert-Karvachar è stata chiusa per gli azeri dal 12 dicembre e non sarà aperta fino a quando l’unica strada della vita in Artsakh non sarà sbloccata. Cosi ha detto il capo dell’amministrazione del distretto di Martakert Arsen Avanesyan.

(19 dic) SITUAZIONE BLOCCO – Permane il blocco della strada causato da presunti “dimostranti ambientalisti” azeri. In giornata, con la mediazione della Croce Rossa Internazionale è stato consentito il passaggio di un’autoambulanza per trasportare un malato grave in Armenia. Un altro paziente è invece deceduto dell’ospedale repubblicano di Stepanakert non avendo potuto usufruire del trasferimento. In terapia intensiva ci sono dieci bambini fra i quali uno di quattro mesi in condizioni serie. Video diffusi da media azeri sembrano mostrare una minore presenza dei soldati russi mentre rimangono, in violazione dell’accordo del novembre 2020, quelli azeri. Davanti alla sede delle Nazioni unite a Yerevan continuano le manifestazioni di sensibilizzazione ed è stata srotolata lungo la recinzione dell’edificio una bandiera dell’Artsakh di 22 metri. Il consigliere Beglaryan, già ministro di Stato, ha definito vergognoso il comportamento della presidente von der Leyen per il suo rapporto con Aliyev.

(17 dic) CONTINUA IL BLOCCO AZERO – Nessuna novità, continua il blocco azero sull’unica strada di collegamento fra Artsakh e Armenia. Ai mercati cominciano a scarseggiare alcuni beni che vengono importati dall’Armenia. Si moltiplicano le dichiarazioni internazionali che condannano il blocco e chiedono all’Azerbaigian di rimuoverlo ma ad oggi nessuna presa di posizione ufficiale da parte dei governi. Lunedì, in conseguenza della ripresa del flusso di gas, riapriranno le scuole.

(17 dic) CONSIGLIO DI SICUREZZA ONU – Ieri mattina il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha discusso, alla voce “varie”, il tema del blocco azero al Nagorno Karbakh-Artsakh. La discussione è stata promossa dalla Francia. Non sono stati rilasciati comunicati specifici.

(16 dic) GLI AZERI PUNTANO ALLE MINIERE – Secondo i resoconti dei media azeri, una delegazione composta da rappresentanti dei ministeri dell’economia, dell’ecologia e delle risorse naturali, del servizio pubblico e di AzerGold CJSC ha tenuto una riunione presso la sede delle forze di pace russe. Il capo del “gruppo di monitoraggio” Masim Mammadov ha dichiarato che “Nella riunione è stato ancora una volta notato che, in conformità con la tabella di marcia presentata, dovrebbe essere effettuata l’ispezione della miniera d’oro “Gizilbulag” e del deposito di rame-molibdeno “Demirli” e dovrebbero essere affrontate le questioni relative all’organizzazione del lavoro pertinente sul monitoraggio e l’inventario Ancora una volta, non sono state create le condizioni necessarie affinché il gruppo di monitoraggio possa ispezionare le miniere e l’adempimento dei suoi compiti non è stato raggiunto“. È evidente che tutta l’azione azera è finalizzata a prendere il controllo degli impianti minerari di Drmbon e soprattutto Kashen.

(16 dic) FALLITE TRATTATIVE – Secondo informazioni attendibili da una fonte vicina alle forze di pace russe i colloqui tripartiti riguardanti la riapertura della strada sono falliti. I russi, avrebbero esortato la parte armena a scendere a compromessi, e gli armeni avrebbero proposto alla parte azera di riaprire la strada, ripristinare il gas e in cambio avrebbero condotto una piccola delegazione a visitare l’impianto di Kashen. Tuttavia, la parte azerbaigiana, dopo un giorno di riflessione, avrebbe respinto la proposta chiedendo di procedere prima all’ispezione e poi concedere il resto.

(16 dic) L’ARTSAKH VUOLE COINVOLGERE L’ONU – Il consigliere del Ministro di Stato, Beglaryan, ha dichiarato – nel corso di un sit-in davanti all’ufficio delle Nazioni unite in Armenia – che è necessario il coinvolgimento dell’Onu per risolvere la crisi umanitaria conseguente al blocco imposto dagli azeri. “La richiesta a breve termine è di risolvere i nostri problemi umanitari in pochi giorni, di aprire una strada oltre che un corridoio umanitario aereo in modo da avere una rotta alternativa non solo via terra ma anche via aerea. E a lungo termine ci aspettiamo e chiediamo che tutte le questioni relative alla sicurezza e ai diritti del popolo dell’Artsakh, e in seguito la risoluzione del conflitto, siano discusse e risolte nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite“, ha affermato il consigliere del ministro di Stato dell’Artsakh. Beglaryan ha detto che presenteranno anche una richiesta scritta all’ufficio delle Nazioni Unite in Armenia, che è già stata formalizzata. “Che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, le strutture legate a questa organizzazione dovrebbero essere coinvolte nell’Artsakh, cioè dovrebbero avere uffici anche in Karabakh. Il Consiglio di sicurezza dell’ONU deve fornire garanzie stabili di sicurezza internazionale per il popolo dell’Artsakh. occa a loro decidere quale forma, composizione della missione di mantenimento della pace e altri strumenti militari e politici saranno coinvolti, ma per noi la cosa più importante è che le Nazioni Unite si occupino della sicurezza dell’Artsakh e della protezione dei diritti della sua popolazione, che fornirà un ambiente stabile e favorevole per una soluzione giusta, duratura e definitiva del conflitto, per la quale, ovviamente, il principio di autodeterminazione è l’asse principale”, ha affermato

(16 dic) QUINTO GIORNO DI BLOCCO – All’inizio della mattinata è stato riattivato il flusso di gas dall’Armenia, interrotto nei giorni scorsi nel tratto di gasdotto che si snoda nel territorio occupato dagli azeri mentre prosegue il blocco della strada. Una delegazione dell’Unione europea si è recata, lato Armenia, a verificare la situazione ma non si è potuta avvicinare più di tanto alla intersezione di Shushi dove i “manifestanti” inviati dal governo dell’Azerbaigian hanno bloccato il transito. Alcuni aiuti umanitari sono riusciti ad arrivare in Artsakh portati da camion della forza di pace russa.

(15 dic) SCORTE DI CARBURANTE – In connessione con la situazione derivante dal blocco dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian, nell’ambito delle misure volte a garantire il normale funzionamento della popolazione, è stata stabilita una procedura speciale per l’acquisto di carburante. In particolare, le autorità statali e locali, gli enti economici e le persone fisiche per ottenere l’autorizzazione all’acquisto di carburante devono rivolgersi alla sede operativa per l’acquisto di carburante in forma cartacea o elettronica, indicando il tipo di carburante, la quantità, la finalità e gli altri dati necessari. Dopo aver verificato i dati, l’Artsakh State Revenue Committee emette tagliandi per l’acquisto di benzina e gasolio nei punti vendita. Tenendo conto dell’ammontare delle riserve di carburante, la priorità è data alle domande presentate per l’organizzazione del lavoro ininterrotto di istituzioni sanitarie, servizi speciali, trasporto pubblico, fornitura di pane e cibo, organizzazione di funerali.

(15 dic) RIUNIONE OPERATIVA – Durante la riunione di lavoro presieduta dal Ministro di Stato della Repubblica dell’Artsakh, Ruben Vardanyan, sono state discusse le questioni relative alla garanzia delle normali attività di vita della popolazione nella situazione creata a seguito del blocco dell’Artsakh dall’Azerbaigian. Aprendo l’incontro, il ministro di Stato Ruben Vardanyan ha sottolineato la necessità di una stretta osservanza del regime di legge marziale da parte di tutti gli organi statali e la loro alta disciplina.
Riferendosi a possibili aumenti dei prezzi, il ministro di Stato ha ritenuto inaccettabile che gli imprenditori approfittino di una situazione così difficile per aumentare i prezzi dei beni senza motivo. Ha inoltre incaricato i funzionari responsabili di redigere elenchi di alimenti essenziali, come alimenti per bambini e altri prodotti simili, che devono essere forniti in via prioritaria.
È stata inoltre presentata la situazione dell’alimentazione elettrica ed è stata discussa l’attuazione di misure per ridurre al minimo le carenze di energia.
È stato confermato che nella Repubblica ci sono scorte sufficienti di farina e che la produzione del pane è normale. È stata inoltre discussa la possibilità di fornire alle grandi panetterie combustibili alternativi e altre fonti di energia.

(15 dic) BABAYAN SI APPELLA ALL’ONU – La reazione internazionale al blocco da parte dell’Azerbaigian dell’unica strada dell’Artsakh verso il mondo esterno deve trasformarsi in pressione, ha detto ai giornalisti il ministro degli Esteri ad interim dell’Artsakh, David Babayan. “Ci sono molte risposte, la cosiddetta prima fase di risposta, ma dopo dobbiamo passare ad azioni concrete. Affinché l’Azerbaigian fermi questo passo genocida, ci deve essere una pressione politica, questa pressione che non vediamo A quanto pare, l’Azerbaigian sta anche schiaffeggiando la comunità internazionale“, ha detto David Babayan. Il ministro ha ribadito che le forze di pace russe dovrebbero avere uno status internazionale. “I 1980 caschi blu non sono sufficienti, è una cifra simbolica. È necessario che il numero dei caschi blu aumenti, più sono e meglio è. Ci sono da 10 a 15 caschi blu nei pressi di Shushi. Date loro un mandato internazionale, così hanno il diritto di imporre la pace, come fanno in Kosovo, in Bosnia. Se viene dato un mandato internazionale, nessuno potrà venire a bloccare la strada. Se qualcuno si presenta senza preavviso, può aprire il fuoco. È questo tipo di mandato che può essere un deterrente per l’Azerbaigian“, ha osservato Babayan.

(15 dic) POSIZIONE RUSSA – Dopo quattro giorni di blocco, la Russia esprime ufficialmente la propria posizione preoccupata per il blocco del corridoio Lachin. Maria Zakharova, rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri russo, ha dichiarato nella odierna conferenza stampa del ministero che “In questi giorni, il Ministero della Difesa della Federazione Russa e il contingente di mantenimento della pace russo [nel Nagorno Karabakh] stanno lavorando attivamente per ridurre la situazione. Ci auguriamo che la piena comunicazione dei trasporti [nel corridoio di Lachin] venga ripristinata molto presto. Vorrei inoltre sottolineare che il corridoio di Lachin garantisce il collegamento del Nagorno Karabakh con l’Armenia ed è sotto la supervisione del contingente russo di mantenimento della pace. Firmando la dichiarazione dei leader di Federazione Russa, Armenia e Azerbaigian il 9 novembre 2020, le parti hanno assunto i rispettivi obblighi, che devono essere obbligatoriamente adempiuti. È inaccettabile creare problemi alla vita della popolazione civile“, ha affermato Zakharova. E commentando le attività del contingente russo di mantenimento della pace in Karabakh, ha osservato Zakharova. “Dobbiamo commentare le accuse infondate e le azioni provocatorie contro le forze di pace russe. Non importa da dove provengano, le consideriamo improduttive. Il contingente russo di mantenimento della pace svolge efficacemente i suoi compiti, fungendo da garante della stabilità nella regione“.

(15 dic) RIUNIONE GABINETTO ARMENIA – Intervenendo alla odierna riunione di gabinetto del governo dell’Armenia, il primo ministro Nikol Pashinyan ha affermato che l’Azerbaigian viola gravemente il punto 8 della dichiarazione tripartita, in cui si afferma che dovrebbe esserci uno scambio di prigionieri di guerra, ostaggi e altri detenuti e ha dichiarato che “l’Azerbaigian sta ancora trattenendo e rifiutando di restituire almeno 33 detenuti, ostaggi e altre persone detenute in Armenia, il che rappresenta una grave violazione non solo della dichiarazione tripartita, ma anche del diritto umanitario“. Quanto alla richiesta azera di un corridoio nell’Armenia meridionale; Pashinyan ha sostenuto che l’accordo di novembre 2020 non prevede alcuna disposizione al riguardo e ha respinto le dichiarazioni azere circa “promesse” armene al riguardo.
La chiusura del Corridoio Lachin è una violazione diretta e grave da parte dell’Azerbaigian della dichiarazione del 9 novembre 2020 per il semplice motivo che, secondo il paragrafo 6 di tale dichiarazione, il Corridoio Lachin è sotto il controllo del contingente di mantenimento della pace russo, e l’Azerbaigian garantisce la sicurezza del passaggio di persone, veicoli e traffico merci attraverso il Corridoio Lachin”, ha affermato Pashinyan, ricordando che anche la firma del presidente azero Ilham Aliyev è sotto quella dichiarazione.Secondo il primo ministro armeno, le violazioni di tale dichiarazione da parte dell’Azerbaigian sono croniche. “Anche le continue affermazioni dell’Azerbaigian secondo cui il Nagorno-Karabakh non esiste è una grave violazione della dichiarazione tripartita“, ha aggiunto Pashinyan, in particolare.
Il premier armeno ha altresì aggiunto che “Devo notare che il silenzio di un certo numero di paesi amici sul blocco del corridoio Lachin da parte dell’Azerbaigian è a dir poco strano“.

(15 dic) NAZIONI UNITE – Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, segue con preoccupazione gli sviluppi in corso attorno al corridoio Lachin. Lo rileva una dichiarazione rilasciata ieri dal portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite. “Il Segretario generale esorta le parti a ridurre le tensioni e a garantire libertà e sicurezza di movimento lungo il corridoio, in linea con gli accordi precedentemente raggiunti. Il Segretario generale ribadisce il suo sostegno agli sforzi di mediazione in corso nella regione“, continua la dichiarazione.

(15 dic) IL BLOCCO CONTINUA – Il blocco sulla strada interstatale Artsakh-Armenia causato da “manifestanti” azeri continua ed è arrivato al quarto giorno. In conseguenza della contemporanea interruzione del gas, le autorità dell’Artsakh invitano la popolazione a risparmiare carburante ed elettricità. Secondo i media azeri, i manifestanti ora non chiedono un incontro con il comandante della missione di pace russa in Karabakh, Andrey Volkov, ma pretendono il controllo della suddetta strada da parte azera e “il pieno ripristino della sovranità statale dell’Azerbaigian nei territori sotto il controllo delle forze di pace”. Le questioni ambientali sono state riposte via…

(14 dic) CAMION RUSSI FORZANO IL BLOCCO – I provocatori azeri, che avevano bloccato la strada Lachin, hanno dovuto far passare i camion delle forze di pace russe. A giudicare dal filmato diffuso sui social, lo hanno fatto con molta riluttanza, solo sotto la pressione delle circostanze sotto forma di camion KAMAZ da più tonnellate. Secondo i resoconti dei media, tre camion trasportavano beni di prima necessità da Yerevan a Stepanakert.

(14 dic) LA TURCHIA APPOGGIA L’AZERBAIGIAN – Il ministro degli Esteri turco Cavasoglu ha dichiarato che la Turchia appoggia l’Azerbaigian nel blocco del corridoio di Lachin.

(14 dic) RIMANDATI INTERVENTI OSPEDALE – A seguito del blocco da parte dell’Azerbaigian della strada che collega l’Artsakh all’Armenia e dell’interruzione della fornitura di gas naturale, gli interventi chirurgici programmati sono stati temporaneamente sospesi nelle istituzioni mediche che operano sotto il Ministero della Salute dell’Artsakh. “Attualmente, non mancano medicinali e forniture mediche necessarie per il primo soccorso nelle istituzioni mediche. Ad oggi, undici pazienti si trovano nel reparto di terapia intensiva del “Republican Medical Center” del Ministero della Salute della Repubblica dell’Artsakh, due dei quali versano in gravissime condizioni. Alcune istituzioni mediche sono riscaldate con gasolio (ad oggi non ci sono problemi, anche se le scorte sono scarse), ma ci sono anche istituzioni mediche che utilizzano riscaldatori elettrici a causa dell’interruzione della fornitura di gas. Il Ministero della Salute della Repubblica dell’Artsakh sta facendo del suo meglio per superare adeguatamente la situazione“, ha aggiunto il ministero.

(14 dic) REAZIONI INTERNAZIONALI – Prendere di mira la popolazione civile del Nagorno Karabakh è inaccettabile, ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato americano Ned Price in una conferenza stampa, commentando il blocco del Corridoio Lachin da parte dell’Azerbaigian. “Voglio essere particolarmente chiaro sul fatto che qualsiasi interruzione – e abbiamo visto segnalazioni di interruzione delle infrastrutture energetiche – qualsiasi interruzione delle infrastrutture energetiche potrebbe far precipitare una crisi umanitaria, soprattutto mentre stiamo entrando nei mesi invernali. Se deliberato, è inaccettabile prendere di mira la popolazione civile del Nagorno-Karabakh”, ha affermato Ned Price. Un twitt di Price dello stesso tenore è stato rilanciato dall’ambasciata Usa a Baku in lingua azera.
La Francia condanna l’ostruzione del traffico attraverso il corridoio che collega Armenia e Nagorno Karabakh che ha gravi conseguenze umanitarie per la popolazione locale. La Francia esorta a ripristinare le forniture al Nagorno Karabakh senza precondizioni, rispettando i diritti delle persone che vi abitano”, ha affermato il ministero degli Esteri francese. Il Ministero ha aggiunto che devono essere rispettate le disposizioni della dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, secondo la quale “la Repubblica dell’Azerbaigian è stata obbligata a garantire la circolazione sicura di persone, veicoli e merci in entrambe le direzioni lungo il Corridoio di Lachin”.

(14 dic) RAZIONAMENTO ENERGETICO – L’Artsakh inizia a risparmiare carburante per evitare la crisi durante il blocco. Carenze di benzina, diesel, gas naturale liquido e pressurizzato sono emerse nell’Artsakh dopo che l’Azerbaigian ha bloccato il Corridoio Lachin e interrotto la fornitura di gas. Il governo ha raggiunto un accordo con le imprese per lavorare in modalità di risparmio al fine di evitare una crisi del carburante. Le stazioni di rifornimento avranno la priorità di servire i veicoli ambulanza, i trasporti pubblici e i servizi speciali. Le autorità hanno anche chiesto ai cittadini di usare con parsimonia il carburante e di guidare la propria auto solo per i casi essenziali.

(14 dic) INTERRUZIONE GAS – L’associazione di produzione Azerigaz dell’Azerbaigian ha risposto alle informazioni sull’interruzione della fornitura di gas naturale all’Artsakh (“l’area in cui sono temporaneamente di stanza le forze di pace russe”) adducendo che a causa delle condizioni climatiche fredde ci sono state altre interruzioni nelle “regioni pedemontane dell’Azerbaigian”. Informazione falsa: una parte del gasdotto attraverso il quale viene fornito gas all’Artsakh è sotto il controllo dell’esercito azero. Esiste già un precedente per un’interruzione a lungo termine di questa fornitura di gas naturale; quella volta, gli azeri aggiunsero una valvola a quell’oleodotto. E ora non solo possono interrompere la fornitura di gas naturale all’Artsakh quando vogliono, ma anche, come assicurano gli esperti, possono interromperla selettivamente, privando gli insediamenti abitati dagli armeni di gas naturale, ma fornendolo agli occupati dall’Azerbaigian Shushi, Hadrut e molti altri posti in Artsakh.

(13 dic) UNIONE EUROPEA – L’Unione europea segue con seria preoccupazione i vari sviluppi attorno al corridoio Lachin dall’inizio di dicembre. L’UE invita le autorità azere a garantire la libertà e la sicurezza di movimento lungo il corridoio, in linea con la dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020. Le restrizioni a tale libertà di movimento causano notevoli disagi alla popolazione locale e creano preoccupazioni umanitarie. Altre preoccupazioni possono e devono essere affrontate attraverso il dialogo e le consultazioni con le parti interessate. L’UE ribadisce il suo appello alla moderazione ed è pronta a contribuire agli sforzi summenzionati”. Così recita una nota rilasciata nella serata di oggi. Dal canto suo, Peter Stano, portavoce della Commissione Esteri dell’unione ha rilanciato su Twitter aggiungendo che si dice “preoccupato anche per le segnalazioni dell’interruzione della fornitura di gas al Karabakh”.

(13 dic) DOMANI SCUOLE CHIUSE – Il governo ha disposto la chiusura di tutte le scuole per la giornata di domani. All’origine del provvedimento l’impossibilità di riscaldare le aule scolastiche e la necessità di risparmiare energia.

(13 dic) BABAYAN PROPONE AUMENTO FORZE DI PACE – È necessario aumentare il numero del contingente di mantenimento della pace in Artsakh (Nagorno-Karabakh). Il ministro degli Esteri ad interim dell’Artsakh, David Babayan, ne ha parlato in una conferenza stampa martedì a Yerevan. “[Solo] 1.980 forze di pace [russe] lungo l’intero perimetro non sono sufficienti. In secondo luogo, abbiamo proposto di conferire alle forze di pace [russe] [lì] un mandato internazionale, preferibilmente dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Ciò conferirà legittimità internazionale e consentirà per prevenire tali provocazioni [da parte dell’Azerbaigian]. Ora, le forze di pace non hanno l’autorità per imporre di mantenere la pace, come è avvenuto in Kosovo e altrove. Il mandato internazionale darà una nuova qualità alla missione, e quindi forse la situazione sarebbe più stabile. Il ministro ha altresì aggiunto che l’Azerbaigian non restituisce i prigionieri e si rifiuta di parlare degli ostaggi. Babayan ha anche dichiarato che se la comunità internazionale non agisce diviene complice dei piani genocidiari dell’Azerbaigian.

(13 dic) SFOLLATI – Sono circa 1100 le persone che a causa del blocco non sono in condizione di tornare a casa nei rispettivi Paesi. Fra questi ci sono 270 bambini (alcuni dei quali reduci dall’Eurovision song contest junior e l’ombudsman dell’Artsakh, Gegham Stepanyan che era a Yerevan per il 4° Forum globale contro il crimine di Genocidio. Anche la delegazione del presidente Harutyunyan di ritorno dalla Francia è rimasta bloccata a Yerevan così come il ministro degli Esteri Babayan il quale in una conferenza stampa ha denunciato quanto sta avvenendo.

(13 dic) L’ARTSAKH SI APPELLA AL CONSIGLIO D’EUROPA – Il ministro degli Esteri della Repubblica dell’Artsakh David Babayan ha inviato una lettera al Segretario generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić relativa al blocco da parte dell’Azerbaigian dell’unica strada che collega l’Artsakh all’Armenia, con conseguente disastro umanitario nell’Artsakh. l documento sottolinea che l’Azerbaigian non rispetta le disposizioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, la cui protezione si estende anche a coloro che vivono in aree di conflitto, garantisce la protezione del diritto alla vita, del diritto alla libertà di movimento e del diritto alla sicurezza, tra gli altri. Babayan invita il Consiglio d’Europa ad adoperare ogni strumento disponibile per far eliminare il blocco, inviare una missione urgente di monitoraggio, sospendere i diritti di rappresentanza dell’Azerbaigian nell’organizzazione, a causa della grave violazione dell’articolo 3 dello Statuto del Consiglio d’Europa da parte dell’Azerbaigian. Copie della lettera sono state inviate anche al Presidente dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, al Commissario per i Diritti Umani e al Segretario Generale dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa.

(13 dic) AZERI TAGLIANO IL GAS – Dal tardo pomeriggio gli azeri hanno interrotto le forniture di gas all’Artsakh chiudendo il gasdotto che proviene dall’Armenia e transita in territori occupati dagli azeri. La popolazione dell’Artsakh, così come nello scorso mese di marzo, è dunque senza gas per riscaldamento, per cucinare per produrre acqua calda.

(13 dic) ISOLATI ALCUNI VILLAGGI – A seguito della chiusura della strada, i villaggi di Mets Shen, Hin Shen, Yegtsahogh e Lisagor della regione Shushi di Artsakh sono di fatto bloccati e isolati.

(13 dic) ACCUSE AGLI ARMENI – Mentre è incorso una crisi umanitaria causata dal blocco della strada, l’Azerbaigian accusa gli armeni convocando gli ambasciatori a Baku. L’assistente del presidente dell’Azerbaigian, capo del dipartimento di politica estera dell’amministrazione presidenziale, Hikmet Hajiyev, nel corso dell’incontro frettolosamente convocato si è lamentato del fatto che “l’Armenia durante gli anni dell’occupazione ha distrutto monumenti culturali nel territorio dell’Azerbaigian, sfruttato illegalmente le risorse azere e danneggiato l’ambiente“. Per Hajiyev la strada è bloccata non dagli azeri ma dalle forze di pace russe e ha riferito che “i rappresentanti della società civile in Azerbaigian stanno cercando di fermare il trasporto illegale di risorse naturali saccheggiate” (sic!).

(13 dic) PROSEGUE IL BLOCCO STRADALE AZERO – Le trattative per togliere il blocco alla strada che collega l’Artsakh all’Armenia non hanno prodotto alcun risultato. Il numero di “manifestanti” azeri è cresciuto perché sono stati fatti arrivare bus di (pseudo) civili e militari in uniforme. I russi hanno portato dei moduli presumibilmente destinati alla logistica degli uomini che stanno presidiando la zona. In serata sono ripresi i negoziati tra russi e azeri.

(12 dic) NOTA DEL MINISTERO ESTERI – Il ministero degli Esteri di Stepanakert ha rilasciato la seguente nota: “Oggi l’Azerbaijan è ricorso ancora una volta ad azioni provocatorie, bloccando l’autostrada Goris-Stepanakert nel tratto di Shushi. Questa è un’altra manifestazione della politica genocida di Baku, un atto distruttivo e criminale volto a terrorizzare il popolo dell’Artsakh, creando un’atmosfera di instabilità nella regione e ostacolando le attività della missione di mantenimento della pace russa. Come al solito, l’Azerbaigian mostra un atteggiamento assolutamente irrispettoso e incoerente nei confronti degli obblighi assunti dalla dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, in particolare, non garantisce la circolazione sicura di cittadini, veicoli e merci in entrambe le direzioni attraverso il Corridoio Lachin. Il ministero degli Esteri della Repubblica dell’Artsakh condanna fermamente le azioni della Baku ufficiale e invita la comunità internazionale a prendere provvedimenti concreti per porre fine alle ambizioni dell’Azerbaigian nei confronti dei territori sovrani dell’Artsakh e per fornire condizioni adeguate per la realizzazione dei diritti fondamentali degli armeni dell’Artsakh“, afferma la dichiarazione.

(12 dic) NOTA DEL MINISTERO INTERNI – Il ministero degli Affari interni dell’Artsakh ha rilasciato la seguente nota: “Violando i diritti umanitari internazionali, l’Azerbaigian sta cercando di creare un disastro umanitario nell’Artsakh. Centinaia di persone, compresi minorenni, sono bloccate sulla strada. Alcuni di loro sono tornati a Goris [città dell’Armenia], mentre quelli che aspettavano da ore nella zona di Stepanakert-Shushi sono stati trasferiti, accompagnati da agenti della polizia stradale, a Stepanakert. È diventato impossibile trasportare forniture mediche, medicinali e pazienti con gravi problemi di salute in Artsakh. I negoziati sono ancora in corso. Saranno fornite ulteriori informazioni in merito agli sviluppi della situazione“, aggiunge il citato comunicato.

(12 dic) APPELLO DEL PARLAMENTO – Le forze politiche presenti nell’Assemblea nazionale hanno rilasciato il seguente comunicato: “Gli azeri, che hanno utilizzato bombe al fosforo contro la pacifica popolazione dell’Artsakh, con un pretesto ambientale hanno bloccato per la seconda volta in pochi giorni la vitale strada Stepanakert-Goris, strada riconosciuta come corridoio in base all’accordo trilaterale del 9 novembre 2020. Condanniamo fermamente le azioni provocatorie della leadership militare e politica dell’Azerbaigian volte a destabilizzare la situazione nella regione. Facciamo appello ai cittadini della Repubblica dell’Artsakh affinché dimostrino moderazione e siano vigili per prevenire con sforzi congiunti qualsiasi azione provocatoria degli azeri. Il nostro popolo, che ha superato numerose difficoltà durante la sua lotta per l’esistenza, questa volta sarà anche in grado di resistere alle sfide presenti e future. Chiediamo alla comunità internazionale di prendere misure concrete per frenare le aspirazioni aggressive dell’Azerbaigian. Chiediamo alle forze di pace russe nel quadro di un accordo trilaterale di fermare tali azioni disumane degli azeri con misure più severe“, si legge nella dichiarazione dei partiti.

(12 dic) MESSAGGIO DEL PRESIDENTE – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha postato su Facebook un messaggio concernente il blocco della strada. “Prima di tutto, questo comportamento aggressivo dell’Azerbaigian, attraverso il quale terrorizza la nostra popolazione e mette sotto attacco i nostri diritti e interessi vitali, è altamente inaccettabile per noi. Questa è una sfida senza precedenti per il nostro Stato e il nostro popolo. E invito l’intera società di unirsi e mostrare calma, poiché uno degli obiettivi delle autorità azere è quello di incitare la divisione interna e il panico nell’Artsakh. Le autorità e il popolo dell’Artsakh hanno valori, principi e linee rosse chiari, verso la cui protezione stiamo facendo e faremo tutti gli sforzi possibili, a volte invisibili. Siamo convinti che il contingente russo per il mantenimento della pace, in quanto garante della sicurezza del nostro popolo e della [summenzionata] strada, utilizzerà tutti i meccanismi per prevenire tali provocazioni e violazioni degli accordi diretti contro i diritti e gli interessi vitali del nostro popolo. Anche altri attori della comunità internazionale hanno un lavoro importante da svolgere, poiché le azioni della parte azera violano gravemente le ben note norme del diritto internazionale e l’Azerbaigian si batte per la pulizia etnica e l’espropriazione della popolazione dell’Artsakh della loro patria. Artsakh era e sarà armeno, grazie ai nostri sforzi uniti e determinati, contro tutte le sfide“, ha aggiunto Harutyunyan.

(12 dic) AZERI ACCUSANO I RUSSI – Il canale televisivo di stato “Aztv”, che è direttamente subordinato all’amministrazione del presidente Ilham Aliyev, ha definito “assurde” le azioni delle forze di pace russe nel Nagorno Karabakh. Nella versione russa del telegiornale “Notizie” alle 18 è stata trasmessa una ripresa in diretta dal luogo dell’azione dei cosiddetti “ambientalisti” e “attivisti” sponsorizzati dalle autorità dell’Azerbaigian, che hanno bloccato l’autostrada Goris-Stepanakert. La diretta includeva attacchi diretti al contingente di mantenimento della pace russo che viene accusato di impedire il “monitoraggio” sulle “nostre terre”.

(12 dic) EX MILITARI FRA GLI AZERI – Tra gli “ambientalisti” azeri che bloccano il corridoio di Lachin ci sono ex militari, alcuni dei quali sono stati identificati. Altri sono scritti sui social media. Secondo il giornale “168.am”, uno dei partecipanti al “raduno degli ambientalisti” è Telman Gasimov, un capitano di riserva, originario di Yerevan, che parla armeno. Molte delle foto mostrano Gasimov in uniforme. In una foto Gasimov posa insieme all’assassino Ramil Safarov, proclamato eroe nazionale dell’Azerbaigian dopo aver decapitato l’ufficiale armeno Gurgen Margaryan a Budapest durante uno stage Nato. Tra i manifestanti molti con le mani fanno il gesto dei Lupi grigi

(12 dic) PROTESTE A STEPANAKERT – A Stepanakert cresce la tensione per la provocazione azera che ha di fatto isolato l’Artsakh: alcune centinaia di persone si sono radunate in piazza della Rinascita e chiedono di marciare verso il blocco azero. Il governo invita alla calma: comunicati pubblici sono stati rilasciati dal presidente della repubblica Harutyunyan, dal ministero degli esteri e da quello dell’Interno. Sono in corso interlocuzioni con il comando russo. Telefonata tra Pashinyan e Putin.

(12 dic) AZERI BLOCCANO STRADA – A partire dalla mattina un gruppo di azeri (qualificatisi come “attivisti per l’ambiente”, in realtà funzionari e membri di apparato di Baku) hanno ancora una volta bloccato la strada che collega l’Artsakh all’Armenia. Sono fronteggiati da soldati della forza di pace russa. I “manifestanti”, con al seguito reporter e cameramen, hanno allestito gazebo in parte smantellati dai soldati. Chiedono un incontro con il generale Volkov.

(9 dic) BOMBE AL FOSFORO – Per indagare sulle circostanze della guerra aggressiva scatenata dalle forze armate azere contro l’Artsakh il 27 settembre 2020, che ha comportato gravi violazioni del diritto umanitario internazionale, le forze dell’ordine della repubblica di Artsakh hanno avviato una serie di procedimenti penali e sequestrato molti proiettili inesplosi e i loro resti. A seguito dell’esame condotto da un gruppo di esperti indipendenti, è stato dimostrato che si trattava di munizioni al fosforo costituite da fosforo bianco sparate dalle forze armate dell’Azerbaigian in violazione dell’art. 35 della Convenzione di Ginevra. Il razzo inesploso che è stato trovato sul territorio di Martouni e i campioni ottenuti da esso sono stati consegnati per esame forense al Comitato Investigativo dell’Armenia

(6 dic) SHUSHI – Il presidente dell’Azerbaigian, Aliyev, ha firmato un decreto con il quale dichiara la città armena occupata di Shushi “capitale culturale del mondo turco per il 2023”.

(6 dic) HARUTYUNYAN IN FRANCIA – Il presidente della repubblica di Artsakh è in Francia dove sta incontrando politici, autorità locali e organizzazioni della diaspora armena

(5 dic) CADUTI PRIMA GUERRA KARABAKH – Si apprende oggi che in data 1° dicembre l’Armenia ha trasferito alla parte azera i resti di dieci soldati caduti nel corso del conflitto degli anni Novanta e ha fornito due mappe che indicano la possibile collocazione di altri quattro corpi. Dalla fine dell’ultima guerra del 2020, la parte armena ha trasferito i resti di 140 caduti e fornito cinque mappe per altre sepolture. Da ricordare che sono ancora centinaia i “dispersi” armeni della prima guerra del Karabakh.

(5 dic) CORRIDOIO DI LACHIN – Il Servizio di Sicurezza Nazionale dell’Artsakh ha negato i rapporti sulla presunta installazione di un checkpoint azero nel corridoio di Berdzor (Lachin). Sul tema ha organizzato una discussione con il gen. Volkov (Comandante della forza di pace russa), durante la quale l’ufficiale ha garantito che non ci sarà alcun checkpoint nel corridoio, non sarà controllato dagli azeri e non ci saranno azeri nel corridoio in cui è schierato il contingente russo di pace. Secondo Volkov, è previsto solo l’installazione di dispositivi di controllo tecnico per facilitare il lavoro. Nel prossimo futuro la leadership della missione russa per il mantenimento della pace in Artsakh farà una dichiarazione corrispondente.

(5 dic) COLLOQUI DI PACE – Per il ministro degli Esteri dell’Azerbaigian, Bayramov, un terzo round dei colloqui di pace con l’Armenia potrebbe svolgersi entro la fine dell’anno.

(5 dic) DIRITTI DEGLI ARMENI – Il ministro degli Esteri azerbaigiano Jeyhun Bayramov ha promesso in una conferenza stampa congiunta a Mosca dopo un incontro con la sua controparte russa Sergei Lavrov che “l’Azerbaigian garantisce agli armeni che vivono a Karabakh gli stessi diritti degli altri cittadini. “L’Azerbaigian ha ripetutamente dichiarato che garantisce che la popolazione di origine armena che vive nella regione Karabakh avrà gli stessi diritti e le stesse libertà di tutti i cittadini dell’Azerbaigian“, ha sottolineato.

(3 dic) PROTESTA STEPANAKERT – “Questo atto terroristico dimostra ancora una volta che l’obiettivo primario dell’Azerbaigian è rimasto invariato: deportare gli armeni dell’Artsakh, per compiere la pulizia etnica e il genocidio lì. Questa mossa terroristica compromette anche l’accordo concordato a livello internazionale sul corridoio di Lachin e infligge un colpo subdolo alla missione di mantenimento della pace della Federazione Russa che garantisce la pace e la stabilità nella regione. La politica e le azioni di genocidio dell’Azerbaigian rappresentano una seria sfida per il mondo civilizzato e un’evidente mancanza di rispetto e disprezzo per il diritto internazionale. Chiediamo alla comunità internazionale di condannare severamente la politica statale armenofobica dell’Azerbaigian e di adottare misure attive per scoraggiare l’aggressore”. Così recita un comunicato del ministero degli Esteri della repubblica di Artsakh.

(3 dic) INTERROTTA STRADA PER ARMENIA – Nel primo pomeriggio (ora locale), la parte azera è ricorsa a un’altra provocazione, bloccando la strada Stepanakert-Goris all’incrocio Shushi-Karin Tak  e interrompendo così il collegamento dell’#Artsakh con l’#Armenia e la comunicazione con i villaggi della subregione di Berdadzor della regione di Shushi. Alcuni azeri in abiti civili (presumibilmente militari) hanno impedito il transito ai veicoli. Dopo tre ore di trattative con la forza di pace russa è stato ripristinato il passaggio dei mezzi.

(1 dic) GRUPPO DI MINSK – Il premier armeno Pashinyan ha ricevuto il copresidente USA del Gruppo di Minsk, Philip Reeker, che in precedenza si era recato in Azerbaigian. Le parti hanno discusso questioni relative al conflitto del Nagorno Karabakh, inclusa la formazione di un meccanismo internazionale di discussioni tra Stepanakert e Baku. Sono stati scambiati punti di vista anche sulla normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian, sulla stabilità e sicurezza regionale.

Aumentano le tensioni tra Azerbaigian e Iran (L’Indro, 3 nov)
https://lindro.it/aumentano-le-tensioni-tra-azerbaigian-e-iran/

Armenia – Azerbaigian: la guerra dimenticata dall’Europa cristiana (L’Indro, 7 nov)
https://lindro.it/armenia-azerbaigian-la-guerra-dimenticata-dalleuropa-cristiana/

Oggi incontro armeno-azero a Washington. Questa notte nuovi attacchi azeri contro posizioni di difesa armene (Korazym, 7 nov)
http://www.korazym.org/81267/oggi-incontro-armeno-azero-a-washington-questa-notte-nuovi-attacchi-azeri-contro-posizioni-di-difesa-armene/

 La missione UE al confine tra Armenia e Azerbaigian (Osservatorio Balcani Caucaso, 8 nov)
https://www.balcanicaucaso.org/aree/Armenia/La-missione-dell-UE-al-confine-tra-Armenia-e-Azerbaijan-221575

9 novembre 2020-2022. Due anni fa terminava la guerra scatenata dall’Azerbajgian contro l’Artsakh, dopo 44 giorni di bombardamenti, combattimenti e distruzioni (Korazym, 9 nov)
http://www.korazym.org/81351/9-novembre-2020-2022-due-anni-fa-terminava-la-guerra-scatenata-dallazerbajgian-contro-lartsakh-dopo-44-giorni-di-bombardamenti-combattimenti-e-distruzioni/

Nagorno Karabakh: due anni di insicurezza (Osservatorio Balcani Caucaso, 10 nov)
https://www.balcanicaucaso.org/aree/Armenia/Nagorno-Karabakh-due-anni-di-insicurezza-221571

Armenia, ‘proponiamo a Azerbaigian una zona demilitarizzata’ (Ansa, 10 nov)
https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/11/10/armenia-proponiamo-a-azerbaigian-una-zona-demilitarizzata_dda5395a-1f3c-4eeb-9beb-739f7d20555c.html

Senza il monitoraggio del confine armeno-azero e una missione di pace per Artsakh/Nagorno-Karabakh, non ci sono garanzie… (Korazym, 13 nov)
http://www.korazym.org/81473/senza-il-monitoraggio-del-confine-armeno-azero-e-una-missione-di-pace-per-artsakh-nagorno-karabakh-non-ci-sono-garanzie-che-lazerbajgian-non-decidera-di-lanciare-unoffensiva-domani/

Mosca molla la sua “colonia” e gli azeri ne approfittano (Il Fatto quotidiano, 14 nov)
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/11/14/mosca-molla-la-sua-colonia-e-gli-azeri-ne-approfittano/6872083/

Ancora tensione tra Baku e Teheran (AGC, 14 nov)
https://www.agcnews.eu/azerbaijan-ancora-tensione-tra-baku-e-teheran/

Le Forze Armate dell’Azerbajgian continuano a terrorizzare la popolazione civile in Armenia e Artsakh (Korazym, 15 nov)
http://www.korazym.org/81598/le-forze-armate-dellazerbajgian-continuano-a-terrorizzare-la-popolazione-civile-in-armenia-e-artsakh/

Le bugie e la disinformazione del regime di Aliyev che accusa gli Armeni di distruggere le moschee in Artsakh (Korazym, 16 nov)
http://www.korazym.org/81628/le-bugie-e-la-disinformazione-del-regime-di-aliyev-che-accusa-gli-armeni-di-distruggere-le-moschee-in-artsakh/

Nagorno Karabakh. Il senato francese condanna l’aggressione azerbaigiana e chiede sanzioni all’Azerbaijan (Notizie geopolitiche, 16 nov)
https://www.notiziegeopolitiche.net/nagorno-karabakh-il-senato-francese-condanna-laggressione-azerbaigiana-e-chiede-sanzioni-allazerbaijan/

Armenia – Il Senato francese condanna l’Azerbaijan (Assadakah, 16 nov)
https://www.assadakah.net/post/armenia-il-senato-francese-condanna-l-azerbaijan-e-si-schiera-con-yerevan

 Il Senato francese a quasi unanimità ha espresso sostegno per l’Armenia e la necessità di riconoscere la Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh (Korazym, 17 nov)
http://www.korazym.org/81670/il-senato-francese-a-quasi-unanimita-ha-espresso-sostegno-per-larmenia-e-la-necessita-di-riconoscere-la-repubblica-di-artsakh-nagorno-karabakh/

Il Molokano su Tempi – Il formichiere turco nel formicaio. Voi Europei non avete occhi per vedere il piano diabolico in atto contro gli Armeni (Korazym, 18 nov)
http://www.korazym.org/81713/il-molokano-su-tempi-il-formichiere-turco-nel-formicaio-voi-europei-non-avete-occhi-per-vedere-il-piano-diabolico-in-atto-contro-gli-armeni/

Il ruolo dell’Ue nel dialogo tra Armenia e Azerbaigian. Un’utile lezione (Vita, 18 nov)
https://www.vita.it/it/article/2022/11/18/il-ruolo-dellue-nel-dialogo-tra-armenia-e-azerbaigian-unutile-lezione/164840/

La Russia prova a mediare (ancora) tra Armenia e Azerbaijan (Il caffè geopolitico, 22 nov)
https://ilcaffegeopolitico.net/960195/la-russia-prova-a-mediare-ancora-tra-armenia-e-azerbaijan

Armenia – Il cambiamento nella visione del presidente Khachaturyan (Assadakah, 22 nov)
https://www.assadakah.net/post/armenia-il-cambiamento-nella-visione-del-presidente-khachaturyan

 Serj Tankian: «Gli armeni lottano con un’autocrazia sostenuta da Putin: li difendiamo?» (Rolling Stone, 24 nov)
https://www.rollingstone.it/musica/storie-musica/serj-tankian-gli-armeni-lottano-con-unautocrazia-sostenuta-da-putin-li-difendiamo/689578/

 Pashinyan ha rifiutato di firmare la bozza di dichiarazione del Consiglio di sicurezza collettiva della CSTO (Avia.pro, 24 nov)
https://avia-pro.it/news/pashinyan-otkazalsya-podpisyvat-proekt-deklaracii-soveta-kollektivnoy-bezopasnosti-odkb

Azerbaigian compra il gas russo, che probabilmente ci venderà maggiorato (Scenari economici, 24 nov)
https://scenarieconomici.it/azerbaigian-compreremo-il-gas-russo-pagandolo-molto-di-piu/

 “Mosca non ci ha difesi dall’Azerbaigian”. L’Armenia denuncia e non firma (Euronews, 24 nov)
https://it.euronews.com/2022/11/24/azerbaigian-armenia-russia-ucraina-nagorno-karabakh-ocst-erevan-non-firmaCaucaso

Caucaso, in Armenia Putin non è più il benvenuto (Ispi on line, 26 nov)
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/caucaso-armenia-putin-non-e-piu-il-benvenuto-36800

Armenia e Artsakh sono in pericolo. No a “pace e prosperità nel Caucaso meridionale” attraverso il genocidio degli Armeni (Korazym, 26 nov)
http://www.korazym.org/82129/armenia-e-artsakh-sono-in-pericolo-no-a-pace-e-prosperita-nel-caucaso-meridionale-attraverso-il-genocidio-degli-armeni/

Iran, si alza la tensione Teheran-Baku (AGC, 27 nov)
https://www.agcnews.eu/iran-si-alza-la-tensione-teheran-baku/

Teheran e Baku in rotta di collisione (Asia news, 28 nov)
https://www.asianews.it/notizie-it/Teheran-e-Baku-in-rotta-di-collisione-57198.html

Artsakh. Gli azeri parlano di pace ma preparano la guerra (Assadakah, 29 nov)
https://www.assadakah.net/post/artsakh-gli-azeri-parlano-di-pace-ma-preparano-la-guerra

Armenia, rincorse diplomatiche (Osservatorio Balcani Caucaso, 30 nov)
https://www.balcanicaucaso.org/aree/Armenia/Armenia-rincorse-diplomatiche-221905

AZERBAIJAN. Persi 9 miliardi di dollari in nove mesi dal Fondo petrolifero azero (AGC, 30 nov)
https://www.agcnews.eu/azerbaijan-persi-9-miliardi-di-dollari-in-nove-mesi-dal-fondo-petrolifero-azero/

 

(30 nov) CADUTI ARMENI DI SETTEMBRE – Il numero di soldati dell’Armenia vittime dell’aggressione azera del 13 settembre potrebbe aver raggiunto quota 233. La scorsa settimana sono stati consegnati (due mesi e mezzo dopo!) dalla parte azera i corpi di tredici armeni. In precedenza, 16 risultavano scomparsi quindi ci sarebbero tre soldati di cui non si hanno notizie.

(30 nov) ANCORA VIOLAZIONI AZERE – Anche oggi le forze armate dell’Azerbaigian hanno violato, utilizzando armi da fuoco, il cessate il fuoco nella direzione orientale e nord-orientale della linea di contatto con l’Artsakh (Nagorno Karabakh).La parte armena non ha perdite secondo quanto informa il Ministero della Difesa dell’Artsakh.

(29 nov) FERITO ALTRO SOLDATO ARMENO – In conseguenza di colpi sparati dagli azeri un soldato armeno è stato ferito nella zona orientale di frontiera tra Armenia e Azerbaigian.

(28 nov) FERITI DUE SOLDATI ARMENI – Due soldati dell’esercito di difesa dell’Artsakh sono stati feriti dal lancio di granate azere mentre si trovavano nella loro postazione ubicata nella regione di Shushi. I due sono stati trasportati in ospedale ma non sono in gravi condizioni. Il ministero della Difesa russo ha confermato la violazione azera.

(25 nov) ANCORA COLPI AZERI CONTRO I CIVILI – Continuano le provocazioni azere contro i civili armeni impiegati nei campi. Ieri è stato registrato un caso nei pressi del villaggio di Tagavard mentre questa mattina è toccato ad agricoltori impegnati vicino al villaggio di Chankatagh. Non si registrano feriti ma in entrambi i casi i lavori agricoli sono stati interrotti.

(25 nov) TOPONOMASTICA DELL’ARTSAKH – Il Ministero della Difesa dell’Azerbaigian ha rilasciato una dichiarazione con la quale invita la Russia a utilizzare i toponimi azeri nel Nagorno Karabakh in luogo di quelli armeni. La motivazione di tale richiesta è che “gli armeni del Karabakh sono cittadini dell’Azerbaigian”.

(25 nov) ALIYEV ANNULLA VERTICE – Il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, ha comunicato la sua non partecipazione al programmato vertice di Bruxelles del prossimo 7 dicembre. Pare che il motivo di questo annullamento risieda nella presenza al tavolo negoziale oltre al Presidente del Consiglio europeo Charles Michel anche del presidente francese Emmanuel Macron. L’Azerbaigian ha aspramente criticato la Francia per la risoluzione approvata dal senato francese due settimane fa con la quale si condanna l’aggressione azera all’Armenia e si chiede il riconoscimento dell’Artsakh.

(24 nov) RISCHIO AZIONE AZERA A LACHIN – L’Azerbaigian continua costantemente a preparare una “base informativa” per l’invasione del corridoio Lachin. A tal fine, due ministeri – il Ministero della Difesa e il Ministero degli Affari Esteri di questo Paese – hanno rilasciato dichiarazioni contemporaneamente. In una lunga dichiarazione, il Ministero degli Esteri dell’Azerbaigian ha lanciato un’altra inverosimile accusa alla parte armena di aver piantato mine. Diffondendo deliberatamente informazioni false e falsificate, le autorità azere stanno cercando di creare i presupposti appropriati per giustificare una nuova aggressione. Molti osservatori ritengono che il prossimo obiettivo potrebbe essere proprio il corridoio di Lachin dove gli azeri vogliono impiantare check point e rendere così ancora più difficile il transito da e per l’Artsakh. Lo confermano le parole del ministero degli esteri dell’Azerbaigian Bayramov che ha dichiarato: “Il corridoio viene utilizzato per altri scopi e questo dovrebbe essere fermato. L’Azerbaijan prenderà le misure necessarie per questo”.

(23 nov) FERITO SOLDATO ARMENO – Un militare dell’esercito dell’Armenia è stato ferito oggi nel primo pomeriggio da un colpo sparato da postazioni azere. Le condizioni non sono gravi.

(23 nov) SUFFICIENZA ENERGETICA – Sono in corso lavori per la costruzione della centrale idroelettrica di Getavan (regione di Martakert) da 17 megawatt. Oggi, durante la sessione ordinaria dell’Assemblea nazionale dell’Artsakh, il presidente della Repubblica dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan, ha dichiarato che la costruzione della centrale idroelettrica è in corso con fondi statali. “Se le risorse finanziarie sono sufficienti, si prevede di terminare la costruzione nel prossimo anno, in caso contrario, sarà sicuramente terminata nel 2024“, ha affermato il presidente Harutyunyan, aggiungendo che Getavan HPP garantirà la piena autosufficienza energetica dell’Artsakh. 

(23 nov) PERICOLO NUOVA AZIONE AZERA – Le autorità dell’Azerbaigian hanno annunciato, tramite i mass media filogovernativi, che effettueranno una “operazione speciale” in Nagorno Karabakh (Artsakh). Questi piani sono discussi apertamente in un articolo intitolato “Chi disarmerà i gruppi armati illegali in Karabakh? Azerbaigian o Russia?” pubblicato da Haqqin.az. Così le autorità azere annunciano, con un testo aperto, i loro piani di pulizia etnica degli armeni.

(23 nov) CAMBIO MINISTRI – Il presidente dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) Arayik Harutyunyan ha firmato una serie di decreti sulla rimozione dalle cariche. Ai sensi dei decreti, Mikael Hayriyan è stato destituito dalla carica di ministro della Sanità e le sue responsabilità sono state temporaneamente assegnate al viceministro Arthur Ohanjanyan. Norayr Musayelyan è stato licenziato dalla carica di ministro dell’agricoltura (responsabilità temporaneamente assegnate al primo viceministro Tigran Arstamyan). Anahit Hakobyan è stata destituita dalla carica di Ministro dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport (subentra temporaneamente il viceministro Hasmik Minasyan). Armine Petrosyan è stato licenziato dalla carica di ministro dello sviluppo sociale e della migrazione e le sue responsabilità sono state temporaneamente assegnate al primo viceministro Vahram Arakelyan. Hayk Khanumyan è stato licenziato dalla carica di ministro dell’amministrazione territoriale e delle infrastrutture (responsabilità temporaneamente assegnate al primo viceministro Vardan Beglaryan). Zhirayr Mirzoyan è stato destituito dalla carica di ministro della giustizia ed è stato nominato ministro ad interim della giustizia della Repubblica dell’Artsakh. David Babayan è stato destituito dalla carica di Ministro degli Affari Esteri ed è stato nominato Ministro ad interim degli Affari Esteri della Repubblica dell’Artsakh. Aram Sargsyan è stato destituito dalla carica di ministro dello sviluppo urbano ed è stato nominato ministro ad interim dello sviluppo urbano della Repubblica dell’Artsakh. Vahram Baghdasaryan è stato destituito dalla carica di ministro delle finanze e dell’economia ed è stato nominato ministro ad interim delle finanze e dell’economia della Repubblica dell’Artsakh.

(22 nov) ANCORA SPARI VERSO GLI AGRICOLTORI – Nel primo pomeriggio alcuni agricoltori intenti al lavoro nei campi vicini al villaggio di Surashen (regione di Martuni) sono stati fatti oggetto di colpi di arma da fuoco. I lavori agricoli sono stati interrotti, non si registrano feriti. Episodio analogo era avvenuto nel medesimo luogo la mattina precedente.

(22 nov) RIFORMA ARTICOLI CODICE PENALE – In data odierna è stata convocata una riunione ordinaria del Comitato permanente per gli affari statali e legali dell’Assemblea nazionale dell’Artsakh per discutere il disegno di legge sugli emendamenti al codice penale. Secondo l’oratore principale, il ministro della Giustizia dell’Artsakh, Zhirayr Mirzoyan, l’estremo pericolo di alto tradimento e spionaggio per un Paese impegnato in operazioni di guerra, in particolare, nelle condizioni di legge marziale, ha reso necessario rivedere le norme vigenti e imporre la punizione più severa.

(21 nov) AZERI SPARANO A POSTAZIONI ARMENE – Colpi di arma da fuoco sono stati indirizzati dagli azeri verso alcune postazioni armene di difesa. In giornata è stato preso di mira un trattore nell’area di Machkalashen. Non si segnalano feriti. Gli episodi sono stati riferiti al comando delle forze di pace russe.

(20 nov) PAESI FRANCOFONI CON L’ARMENIA – A seguito del 18° vertice dell’Organizzazione internazionale della Francofonia (OIF) tenutosi a Djerba, in Tunisia, sono stati adottati numerosi documenti, tra cui la risoluzione “Sulle situazioni di crisi nell’area della Francofonia, il loro superamento e il rafforzamento della pace, ” con cui i Paesi membri esprimono il loro sostegno e la loro solidarietà all’Armenia. In particolare, la risoluzione esprime solidarietà all’Armenia, membro dell’OIF e, in tale contesto, esprime profonda preoccupazione per la recente escalation militare, ovvero l’aggressione dell’Azerbaigian contro l’integrità territoriale e la sovranità dell’Armenia, in particolare per le conseguenti violazioni del diritto internazionale, dell’integrità territoriale, e diritto internazionale umanitario. L’OIF incoraggia le parti, insieme ai partner internazionali, a fare del loro meglio per una soluzione negoziata, pacifica e duratura dei problemi, nel rispetto dei principi del diritto internazionale, compresa l’integrità territoriale e l’inviolabilità dei confini internazionali, in conformità con l’ONU Carta, e chiede il rigoroso rispetto del cessate il fuoco.

(19 nov) RIUNIONE CON IL PRESIDENTE – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha tenuto un incontro di lavoro allargato con i rappresentanti delle forze politiche dell’Assemblea nazionale della repubblica con le quali ha discusso gli ultimi sviluppi nel conflitto del Karabakh e il continuo comportamento aggressivo della parte azera nei confronti della popolazione pacifica del paese. I partecipanti all’incontro hanno espresso la loro preoccupazione per l’attuale situazione politico-militare e si sono scambiati i loro pensieri sui futuri passi delle autorità. All’incontro hanno preso parte anche il presidente dell’Assemblea nazionale dell’Artsakh Artur Tovmasyan, il ministro di Stato Ruben Vardanyan, il capo dell’amministrazione presidenziale Karen Shahramanyan, il segretario del Consiglio di sicurezza Vitaly Balasanyan, il ministro degli Esteri David Babayan e altri funzionari.

(18 nov) SPARI AZERI CONTRO TRATTORE – Ancora colpi di arma da fuoco provenienti dalle postazioni azere contro un mezzo agricolo impegnato nei lavori nei campi. L’ultimo episodio è accaduto questa mattina allorchè è stato preso di mira un trattore nei pressi del villaggio di Hatsi nella regione di Martuni. Fortunatamente non si registrano feriti.

(17 nov) FERITO ALTRO SOLDATO ARMENO – Ennesima violazione azera del cessate il fuoco lungo il confine tra Armenia e Azerbaigian. Un soldato della difesa di Yerevan è rimasto ferito. Il ministero riferisce che si trova in condizioni di media gravità.

(16 nov) SPARI AZERI CONTRO AGRICOLTORI – Le forze armate azere hanno sparato contro i residenti del villaggio Sarushen, nella regione di Askeran in Artsakh, che erano impegnati in attività agricole. Un residente di 36 anni si è rivolto alla polizia e ha informato che alle 11:40 circa di gli abitanti del villaggio e i macchinari coinvolti nei lavori agricoli sono stati colpiti dalle postazioni azere. Il lavoro agricolo è stato interrotto a causa dei colpi. Non ci sono state vittime tra i civili.

(15 nov) SENATO FRANCIA VOTA IMPORTANTE RISOLUZIONE – Il senato francese, quasi all’unanimità (295 voti a favore, uno contrario) ha votato una risoluzione con la quale condanna l’azione aggressiva dell’Azerbaigian, chiede il suo ritiro dal territorio armeno e invita il governo di Parigi a sanzionare il regime di Baku. Allo stesso tempo i senatori chiedono che la repubblica del Nagorno Karabakh- Artsakh venga riconosciuta ufficialmente.

(14 nov) ARTSAKH E TRANSNISTRIA – Il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica dell’Artsakh David Babayan e il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Transnistria (Repubblica Moldava di Pridnestrov) Vitaly Ignatiev hanno tenuto un incontro online. Le parti si sono scambiate opinioni su argomenti relativi ai processi regionali, nonché sulle tendenze di risoluzione dei conflitti. Si è notato il mantenimento e l’allargamento dei legami tra i ministeri degli esteri dei due paesi. David Babayan ha espresso preoccupazione per la recente crisi energetica in Transnistria e ha affermato che Artsakh ha empatia per il popolo transnistriano.

(14 nov) RUSSI CONFERMANO VIOLAZIONE AZERA – Il ministero della Difesa russo ha confermato la violazione del cessate il fuoco ad Artsakh da parte delle forze armate azere. “Una violazione del cessate il fuoco è stata registrata nel distretto di Askeran. Alle 15:30 del 12 novembre è stato aperto il fuoco di armi leggere da una postazione azerbaigiana su un residente locale che stava effettuando lavori con attrezzature agricole nell’area 1,8 km a est di Khramort. A seguito di ciò, il residente locale è stato leggermente ferito e il suo equipaggiamento è stato leggermente danneggiato. Le forze di pace russe e la parte azerbaigiana stanno conducendo indagini sull’incidente“.

(14 nov) FAKE NEWS AZERE – Il Ministero della Difesa dell’Artsakh ha negato le accuse del Ministero della Difesa dell’Azerbaigian. “Il rapporto diffuso dal Ministero della Difesa dell’Azerbaigian secondo cui le unità dell’esercito di difesa nella notte del 14 novembre avrebbero aperto il fuoco contro posizioni azere nei territori occupati della regione di Martuni della Repubblica dell’Artsakh è un’altra disinformazione“, si legge nella dichiarazione.

(12 nov) COLPI AZERI CONTRO TRATTORE – Intorno alle 16:30, i residenti del villaggio di Khramort, S. Vanyan di 27 anni e A. Hayrapetyan di 45 anni, mentre stavano eseguendo lavori agricoli con un trattore “T-150 nell’ amministrativa del villaggio menzionato, sono stati fatti oggetto di colpi d’arma da fuoco partiti da una postazione di combattimento azerbaigiana situata nell’area vicina. Gli spari hanno rotto i parabrezza anteriore e posteriore del trattore. Pezzi del parabrezza rotto hanno colpito il viso di A. Hayrapetyan, provocando lesioni che lo hanno costretto a recarsi al Republican Medical Center di Stepanakert. Informazioni sulla violazione azera sono state trasmesse alla forza russa di mantenimento della pace.

(11 nov) NUOVE MINACCE DI ALIYEV – Nel suo discorso al IX Vertice dell’Organizzazione degli Stati turchi a Samarcanda, in Uzbekistan, il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, ha rivolto ripetute accuse e minacce contro l’Armenia. Inoltre, ha completamente negato tutte le accuse di aggressione militare da parte del suo paese ribaltando le accuse sulla controparte armena: “Sebbene la seconda guerra del Karabakh sia terminata due anni fa, l’Armenia continua a portare avanti provocazioni militari al confine con l’Azerbaigian. L’ultima provocazione del genere è avvenuta nel settembre di quest’anno e le forze armate dell’Azerbaigian hanno dovuto intraprendere azioni di ritorsione per impedire che provocazione militare su larga scala dell’Armenia“, ha detto.

(10 nov) FERITO MILITARE ARMENO – Intorno alle 10:30, un militare delle forze armate armene ha ricevuto una ferita da arma da fuoco sparata dalle postazioni azere contro una posizione militare armena situata nella sezione orientale del confine armeno-azero secondo quanto ha affermato il ministero della Difesa. Le condizioni del militare ferito sono giudicate critiche.

(9 nov) DISABILITA’ POST-BELLICA – Il Ministero del lavoro e delle questioni sociali dell’Armenia ha comunicato che 1.034 partecipanti alla guerra del Nagorno-Karabakh di 44 giorni sono stati trovati disabili. “Dopo la guerra di 44 giorni, a 1.498 partecipanti alla guerra è stato assegnato un gruppo di disabilità. A seguito di 915 rivalutazioni, 1.034 partecipanti sono attualmente considerati disabili. 113 di loro hanno il primo, 153 il secondo e 768 il terzo gruppo di disabilità“, ha osservato il ministero.

(9 nov) ANNIVERSARIO FINE GUERRA – Il presidente dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) Arayik Harutyunyan ha visitato il Pantheon militare della capitale Stepanakert e ha reso omaggio alla memoria dei martiri della terza guerra dell’Artsakh. Il Capo dello Stato era accompagnato dal Capo dell’Ufficio del Presidente Karen Shahramanyan, dal Ministro della Difesa Kamo Vardanyan e dal Ministro degli Affari Interni Karen Sargsyan.

(8 nov) ANCORA MINACCE DA ALIYEV – Il presidente dell’Azerbaigian si è recato in visita nella città armena occupata di Shushi dove ha pronunciato l’ennesimo discorso di minacce. Aliyev ha esordito annunciando che il budget dell’Azerbaigian per la difesa è ancora aumentato raggiungendo un livello record. Aliyev ha inoltre affermato che “l’Armenia non rispetta pienamente la dichiarazione del 10 novembre 2020, non ha ritirato completamente le sue forze armate dal Karabakh“, sebbene non solo la dichiarazione non lo suggerisca, ma le truppe armene non sono mai state nell’Artsakh. “L’Armenia non ci ha dato il corridoio Zangezur e periodicamente effettua provocazioni militari contro di noi. Certo, dobbiamo essere pronti, e lo siamo“, si è lamentato Aliyev che ha ripetuto la sua frase preferita che “la nostra pazienza non è illimitata e se l’Armenia non rispetta i suoi impegni, l’Azerbaigian prenderà le misure necessarie“. “Stiamo rispettando tutti gli impegni che abbiamo preso nella dichiarazione del 10 novembre 2020. Li abbiamo rispettati per due anni, ma l’Armenia li sta rispettando? No! Subito dopo la seconda guerra del Karabakh, lui (Pashinyan) era così spaventato che ha attuato queste disposizioni e ci ha restituito i territori occupati delle regioni di Agdam, Kelbajar e Lachin senza sparare un solo colpo“, ha detto Aliyev. Nel suo discorso ha ammonito che l’attuale posizionamento dei suoi soldati permette di vedere numerose città armene e il lago Sevan minacciando così nuovi interventi militari. Il presidente azero ha accusato anche altri Stati: “È vero che alcuni mecenati stranieri dell’Armenia vogliono accusarci di qualcosa. Ho risposto loro. Se dicono altro, risponderò comunque. Non mi fermeranno“, ha promesso Aliyev.

(7 nov) RIUNIONE DEL PRESIDENTE – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha tenuto un esteso incontro di lavoro con i leader delle fazioni e i presidenti dei comitati permanenti dell’Assemblea nazionale. Sono state discusse una serie di questioni relative alla politica interna ed estera del paese. Sono state discusse anche le modifiche strutturali della spesa del bilancio dello Stato 2023. Alla riunione hanno partecipato il presidente dell’Assemblea nazionale Artur Tovmasyan, il ministro di Stato Ruben Vardanyan e altri funzionari.

(5 nov) FERITO CITTADINO PER MINA – S. Azaryan, un residente di 32 anni della comunità di Berdashen nel distretto di Martuni, è stato ricoverato in ospedale a causa delle ferite riportate a seguito dello scoppio di una mina mentre si trovava in un campo da pascolo. Ha subito l’amputazione del piede sinistro.

(5 nov) SPARI AZERI CONTRO TRATTORE – Un veicolo agricolo nei pressi del villaggio di Khramort è stato oggetto di colpi di arma da fuoco sparati da soldati azeri. Non si registrano feriti.

(4 nov) VARDANYAN MINISTRO DI STATO – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha firmato un decreto sulla revoca di Artak Beglaryan dalla carica di ministro di Stato. Al suo posto è stato nominato, come da precedenti intese, Ruben Vardanyan che coordinerà le attività di tutti i ministeri eccezion fatta per Difesa, Interni e Servizio di Sicurezza nazionale. Inoltre, sono assegnate al ministro di Stato le funzioni di coordinamento delle attività dei capi delle agenzie Servizio di vigilanza dello Stato, Comitato di gestione del Catasto e del Demanio, Comitato per i danni materiali, Comitato delle entrate dello Stato, Comitato di gestione degli Ispettorati dello Stato, Comitato delle Acque. Nella sostanza Vardanyan diviene una sorta di Primo ministro della repubblica.

(4 nov) AIUTI AGLI SFOLLATI – Il governo dell’Armenia ha deciso di stanziare per il bilancio 2023 circa cinque milioni di dollari a sostegno degli sfollati dell’Artsakh a causa della guerra secondo quanto annunciato all’Assemblea nazionale da Narek Mkrtchyan, ministro del lavoro e degli affari sociali. Il programma di aiuti, in particolare, consentirà alle suddette famiglie di acquistare immobili residenziali o costruire una casa privata. Inoltre, il ministro ha ricordato che a ottobre il governo ha migliorato la decisione esistente, secondo la quale la famiglia di uno sfollato può ricevere un sostegno aggiuntivo se acquista o costruisce immobili in un villaggio di confine.

(4 nov) RIUNIONE DI GOVERNO – Gli ultimi sviluppi della politica estera intorno ad Artsakh e il piano d’azione delle autorità al riguardo sono stati all’ordine del giorno di discussione di una consultazione di lavoro allargata con la partecipazione di rappresentanti delle forze parlamentari, convocata dal presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan. Alcuni partecipanti alla consultazione hanno presentato il lavoro svolto al riguardo e hanno scambiato opinioni sulla formazione di posizioni comuni su questioni specifiche.

(2 nov) MANDATO FORZE DI PACE – Nel corso di un’audizione parlamentare il Primo ministro dell’Armenia, Pashinyan, ha dichiarato di aver proposto al vertice di Sochi il prolungamento della presenza delle forze di pace russe in Artsakh per un tempo indeterminato fino a venti anni ma che tale proposta è stata respinta. Il premier ha tuttavia precisato che è importante che tale opzione sia entrata nell’agenza delle trattative.

(1 nov) TURCHI AD AGHDAM – Il parlamento turco ha approvato la proroga per un altro anno del mandato dell’esercito turco ad Aghdam, che è stata occupata dalle forze armate azere durante la seconda guerra del Nagorno-Karabakh nel 2020, dove è stato creato un cenotro di monitoraggio congiunto con la Russia.