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In data odierna il presidente della repubblica Araiyk Harutyunyan ha convocato il Consiglio di sicurezza della repubblica di Artsakh al quale hanno partecipato alti funzionari dello Stato, rappresentanti di tutte le forze presenti in parlamento nonchè il Primate della diocesi dell’Artsakh della Chiesa apostolica armena.
Al termine della riunione è stato rilasciato il seguente comunicato:

Preoccupata per le gravi sfide causate dagli attuali sviluppi nel mondo e nella nostra regione, Riaffermando le posizioni dei rami del potere esecutivo e legislativo della Repubblica dell’Artsakh riguardo al futuro dell’Artsakh,
Facendo riferimento al discorso del 19 settembre del Presidente della Repubblica dell’Artsakh,
Considerando i nuovi sviluppi che ne sono seguiti, in particolare le nostre preoccupazioni riguardo ad alcuni pensieri e punti di vista espressi nell’intervista del Premier della Repubblica di Armenia rilasciata alla televisione pubblica armena il 30 settembre,

Noi, tutti i partecipanti alla seduta estesa del Consiglio di Sicurezza della Repubblica dell’Artsakh, dichiariamo:

Registriamo che, a seguito dell’aggressione turco-azerbaigiana del 2020 e dei successivi sviluppi politico-militari della durata di due anni, abbiamo effettivamente una situazione in cui l’Azerbaigian, con il sostegno incondizionato della Turchia, ha acquisito un’autorevole influenza e la sta utilizzando in modo aggressivo per realizzare il suo aspirazioni più ambiziose.
Le azioni dell’Azerbaigian sono accompagnate da un costante uso della forza e dalla minaccia della forza, da irritanti manifestazioni della politica dello Stato armenofobo e da altre gravi violazioni delle norme fondamentali del diritto internazionale.
Utilizzando tutte le leve, l’Azerbaigian si sforza di garantire la sua posizione oppressiva e dittatoriale non solo nei rapporti con la Repubblica di Armenia, ma anche per interrompere qualsiasi forma e sforzo per la risoluzione del conflitto del Karabakh, dichiarando di aver risolto il problema con la guerra. Contrariamente a ciò, i paesi co-presidenti del Gruppo OSCE di Minsk e altri attori internazionali hanno riaffermato con diverse formulazioni l’esistenza del conflitto e la necessità di una sua soluzione globale.

La posizione della Repubblica dell’Artsakh è sempre stata chiara: il conflitto del Karabakh dovrebbe essere risolto sulla base del pieno e non negoziabile riconoscimento del diritto del popolo dell’Artsakh all’autodeterminazione e ai risultati della sua realizzazione.

È innegabile che nel 1991 il popolo dell’Artsakh ha dichiarato l’indipendenza in conformità con le norme del diritto internazionale e della legislazione dell’URSS, e l’Artsakh non ha mai fatto parte dell’Azerbaigian indipendente.
Inoltre, il fatto che la Repubblica dell’Artsakh non sia riconosciuta a livello internazionale non significa che il popolo dell’Artsakh non abbia diritti naturali e che la Repubblica dell’Artsakh non esista. Nonostante tutte le difficoltà e le sfide, d’ora in poi continueremo il nostro percorso scelto per determinare e gestire il nostro destino nella nostra patria.
La sicurezza stabile e a lungo termine dell’Artsakh dovrebbe essere assicurata attraverso le nostre capacità di difesa, la missione senza termine delle forze di pace russe e tutti i possibili strumenti della Repubblica di Armenia.
Migliorare le nostre capacità di difesa è uno sforzo continuo ed è al centro della nostra attenzione. La missione russa di mantenimento della pace, nonostante le ulteriori sfide degli ultimi mesi, continua a essere la principale garanzia internazionale per la sicurezza del popolo dell’Artsakh. In questo contesto, consideriamo estremamente pericolosi i tentativi di peggiorare le relazioni tradizionali con gli alleati naturali.

La Repubblica dell’Artsakh e gli Armeni dell’Artsakh sostengono lo stato e il popolo di Madre Armenia nel superare tutte le sfide vitali, perché è stato sancito dai nostri valori e interessi nazionali.
Riteniamo che la possibile firma di un accordo interstatale che regoli le relazioni Armenia-Azerbaigian possa diventare una base importante per garantire il futuro sovrano e sicuro della Repubblica di Armenia, la stabilità regionale e la pace.
Tuttavia, tenendo conto dell’importanza degli interessi degli armeni dell’Artsakh, in quanto parte inseparabile del popolo armeno, in queste relazioni, sottolineiamo che qualsiasi documento che possa ignorare l’esistenza del conflitto del Karabakh, minare la prospettiva di una sua equa risoluzione, e limitare le possibilità di riconoscimento internazionale del diritto del popolo Artsakh all’autodeterminazione e i risultati della sua attuazione è per noi inaccettabile, compresa la falsa agenda della sua subordinazione al principio dell’integrità territoriale.

In questo contesto, si evidenziano le consultazioni periodiche tra le autorità della Repubblica dell’Artsakh e della Repubblica di Armenia sull’argomento, nell’ambito delle quali il Primo Ministro della Repubblica di Armenia presenta i dettagli dei negoziati internazionali al Presidente della Repubblica dell’Artsakh, e il Presidente, a sua volta, presenta le posizioni delle autorità della Repubblica dell’Artsakh, compresi i loro disaccordi.

Durante gli ultimi tre decenni, sia la logica che i passi pratici della lotta di liberazione nazionale del popolo armeno e del processo di costruzione dello stato si sono basati sul consolidamento del potenziale pan-armeno e sull’orientamento del sostegno politico dei nostri amici e alleati nella giusta direzione. Tenendo conto dell’esperienza positiva del passato, la migliore garanzia per superare queste difficili sfide affrontate dal popolo armeno è la manifestazione dell’unità nazionale.

Abbiamo sempre apprezzato il costante sostegno dell’intero popolo armeno e della Repubblica di Armenia alla Repubblica dell’Artsakh, senza il quale non avremmo potuto registrare numerosi e importanti successi nella nostra lotta.
In questo senso, semplicemente non c’è alternativa al mantenimento e al consolidamento della trinità Armenia-Artsakh-Diaspora.
I nostri valori e interessi nazionali implicano che, indipendentemente da qualsiasi cosa, Madre Armenia dovrebbe essere sempre accanto all’Artsakh in tutte le sfere, soprattutto in termini di garanzia della sicurezza del popolo di Artsakh e del riconoscimento internazionale del diritto all’autodeterminazione.

È innegabile che il beneficiario del futuro dell’Artsakh sia l’intero popolo armeno e gli interessi dell’Armenia e dell’Artsakh dovrebbero essere visti come un tutto unico.

Considerando in particolare il contesto e le sfide del dopoguerra, sottolineiamo che finché la Repubblica dell’Artsakh non è inclusa nel processo di risoluzione dei conflitti come membro a pieno titolo e nel quadro di un formato internazionale elevato, la Repubblica di Armenia è obbligata e autorizzato a rappresentare e proteggere i diritti e gli interessi del popolo di Artsakh su piattaforme internazionali. Tali obblighi e poteri sono fissati da una serie di documenti interni e internazionali, inclusi i documenti OSCE e la dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020.

Pertanto, siamo pronti a condurre negoziati con l’Azerbaigian sulla risoluzione del conflitto, in caso di ripristino del formato dei negoziati a tutti gli effetti, in cui la Repubblica dell’Artsakh sia riconosciuta come parte a pieno titolo.
Le autorità della Repubblica dell’Artsakh continueranno a seguire gli sviluppi geopolitici e regionali, adottando misure adeguate per gestire i rischi derivanti dalla situazione”.

(31 ott) INCONTRO TRILATERALE A SOCHI – Nella città russa sul Mar Nero si è svolto un incontro trilaterale al quale hanno partecipato il presidente della Federazione russa Putin, il Primo ministro armeno Pashinyan e il presidente azero Aliyev. Il vertice è stato preceduto da due incontri bilaterali di Putin con gli ospiti. Al termine è stato rilasciato un comunicato che ribadisce la volontà delle parti di astenersi dall’uso della forza.

(30 ott) IMPONENTE MANIFESTAZIONE A STEPANAKERT – Fino a 60.000 persone hanno partecipato nella capitale dell’Artsakh alla più imponente manifestazione nella storia recente del Paese. Circa la metà dell’intera popolazione nazionale si è riunita a piazza della Rinascita e strade adiacenti per ribadire la volontà di non accettare alcuna soluzione che preveda la sovranità dell’Azerbaigian.

(30 ott) ASSEMBLEA NAZIONALE – Il parlamento dell’Artsakh si è riunito in sessione straordinaria al termine della quale è stato rilasciata una dichiarazione riguardo al futuro del Paese ribadendo che sarà rigettato qualsiasi documento che preveda l’assoggettamento della repubblica di Artsakh all’Azerbaigian di cui peraltro non ha mai fatto parte.

(27 ott) CONSEGNATI DIECI CORPI – Il ministero della Difesa dell’Armenia riferisce che nella giornata odierna, con la mediazione delle forze di pace russe, l’Azerbaigian ha restituito alla parte armena i corpi di dieci soldati caduti a causa dell’attacco azero del 13 settembre. Secondo alcune fonti di stampa, la consegna sarebbe avvenuta nei pressi di Shushi in Artsakh. I caduti armeni, tra civili e soldati, ammontano a 240 persone. Gli azeri hanno finora consegnato i corpi di 32 militari all’Armenia il 17 settembre, 95 il 20 settembre e altri 6 il 23 settembre per un totale complessivo, compresi quelli di oggi, di 143 caduti. Quindi ne mancherebbero all’appello un centinaio. Venti militari sono stati fatti prigionieri. Baku ha restituito 17 prigionieri di guerra armeni dalla parte armena il 4 settembre con la mediazione degli Stati Uniti

(27 ott) PRESTITO ALL’ARTSAKH – Il governo dell’Armenia ha deliberato un prestito di venti miliardi di dram (circa cinquanta milioni di dollari) a favore della repubblica di Artsakh. Il prestito con un tasso di interesse dello 0,01% scadrà nel 2026 ed è finalizzato alla costruzione di alloggi per gli sfollati della guerra.

(27 ott) ASSEMBLEA NAZIONALE – L’Assemblea nazionale della repubblica di Artsakh è convocata in sessione straordinaria per domenica prossima con all’ordine del giorno la discussione sul futuro dello Stato. A seguire è convocata una manifestazione in piazza della repubblica.

(26 ott) ACCORDO DI PACE – Il Primo ministro dell’Armenia, nel corso di un’audizione all’Assemblea nazionale, ha dichiarato che vorrebbe firmare un accordo di pace con l’Azerbaigian entro la fine dell’anno. Il premier ha detto che a Praga è stato raggiunto un accordo per la delimitazione dei confini secondo le frontiere del 1991 e quindi si augura che la Commissione incaricata concluda rapidamente i lavori. Quanto al Nagorno Karabakh ha sostenuto che deve essere avviato un dialogo visibile a livello internazionale tra il Nagorno Karabakh e l’Azerbaigian. “Questa è una circostanza molto importante e dovrebbero esserci alcuni meccanismi per proteggere i diritti e la sicurezza degli armeni del Nagorno Karabakh” ha aggiunto.

(26 ott) BILANCIO ATTACCO AZERO – Secondo il presidente dell’Assemblea nazionale Alen Simonyan, l’attacco azero all’Armenia del 13 settembre ha causato 240 vittime tra civili e soldati armeni.

(26 ott) HARUTYUNYAN A MOSCA – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan la notte del 25 ottobre è volato nella capitale della Russia su un volo Yerevan-Mosca. Non sono state ancora rese note le ragioni del suo viaggio ma secondo indiscrezioni Arayik Harutyunyan vorrebbe chiarire con l’élite politica russa le questioni relative alla sua ulteriore permanenza in carica dopo che Ruben Vardanyan ha accettato l’offerta di assumere la carica di ministro di Stato dell’Artsakh.

(25 ott) BILANCIO DIFESA AZERBAIGIAN – L’Azerbaigian assicura la sua intenzione di normalizzare le relazioni con l’Armenia, ma allo stesso tempo aumenta drasticamente il suo budget per la difesa. Questo è evidente nel disegno di legge “Sul bilancio statale della Repubblica dell’Azerbaigian per il 2023”, che il parlamento di Baku ha ricevuto ieri. Il rafforzamento della capacità di difesa dell’Azerbaigian e la garanzia della sicurezza nazionale rimangono le principali priorità delle spese del bilancio statale al punto che per il 2023 sono stanziati 5,3 miliardi di manat (circa 3,1 miliardi di dollari USA), ovvero il 17,1% in più rispetto al 2021.

(23 ott) COMPESAZIONI PER GLI SFOLLATI – Il capo della comunità del villaggio di Nerkin Sus ha riferito che 150 famiglie di Nerkin Sus, Aghavno e Berdzor (costrette a lasciare le prorpie abitazioni lo scorso agosto) hanno già ricevuto i certificati di compensazione. Ha riferito che la maggior parte dei residenti si è stabilita in Armenia. Riguardo al trasferimento forzato ha dichiarato che dalle tre comunità è stato portato via tutto quello che era trasportabile, compresi monumenti e tombe. Solo un vecchio katchkar è rimasto là ed è stato immediatamente distrutto dagli azeri.

(21 ott) CONSOLATO TURCO A SHUSHI – Il presidente turco ha annunciato che la Turchia aprirà un consolato nella città occupata di Shushi.

(20 ott) VARDANYAN NUOVO MINISTRO DI STATO – Ruben Vardanyan ha annunciato che assumerà la carica di Ministro di Stato della repubblica di Artsakh all’inizio di novembre. La carica gli era stata offerta dal presidente Harutyunyan nelle scorse settimane e l’attuale Ministro di Stato, Artak Beglaryan, aveva condiviso l’iniziativa. L’uomo d’affari e filantropo russo armeno ha scritto su Facebook che gli sviluppi politici che si stanno svolgendo intorno all’Armenia e all’Artsakh (Nagorno-Karabakh), l’escalation della situazione che circonda la soluzione del problema dell’Artsakh, da cui dipendono, senza esagerare, i destini sia dell’Armenia che del mondo armeno. lo preoccupano molto. “Mi rendo conto che non c’è tempo per pensare a lungo, e in questa situazione non ho altro modo che stare con la gente di Artsakh e assumermi la mia parte di responsabilità per il futuro di Artsakh. (…). All’inizio di novembre, assumerò ufficialmente la carica di Ministro di Stato dell’Artsakh e in quel momento presenterò i nostri obiettivi strategici, le questioni prioritarie da risolvere, oltre a informare sui primi passi da compiere“, ha aggiunto Vardanyan,

(20 ott) POSSIBILE DELEGAZIONE ARTSAKH A MOSCA – La sostanziale insoddisfazione della delegazione dell’Artsakh di ritorno dalla visita in Armenia e dal colloquio con il premier Pashinyan potrebbe determinare un nuovo viaggio con destinazione Mosca per chiarire il futuro della regione. Secondo alcune fonti non è escluso un colloquio con il presidente Putin.

(20 ott) ALTRO AEROPORTO AZERO IN KARABAKH – Alla presenza del collega turco Erdogan, il presidente dell’Azerbaigian ha inaugurato un altro aeroporto nei territori occupati con la guerra del 2020. Lo scalo è stato realizzato a Zangilan (Kovsakan) quasi nei pressi del confine con l’Armenia e sarà presumibilmente un’altra testa di ponte per aerei e droni da guerra visto e considerato che si trova a poco più di un centinaio di chilometri dall’altro scalo inauguarto lo scorso anno di Fuzuli.

(19 ott) OPERA D’ARTE DI SHUSHI – Il presidente del Consiglio statale per la protezione del patrimonio armeno nei territori occupati, il ministro di Stato Beglaryan, ha introdotto i lavori di una conferenza svoltasi oggi a Stepanakert incentrata sulle opere d’arte che si trovavano a Shushi e sono andate perdute con l’occupazione azera del 2020. Beglaryan ha osservato che il Consiglio svolge le sue attività nel quadro di un chiaro programma di eventi e azioni mirati a presentare il patrimonio dell’Artsakh al pubblico armeno e straniero sotto forma di informazione dei risultati del monitoraggio di casi di vandalismo e distruzione del patrimonio culturale nei territori occupati, nonché utilizzando vari materiali.

(18 ott) RIUNIONE DI GOVERNO – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha presieduto una sessione del governo durante la quale ha parlato dei risultati delle discussioni di lavoro tenute in Armenia dalla delegazione da lui guidata. Il servizio stampa del Presidente della Repubblica dell’Artsakh ha informato che durante la sessione Harutyunyan ha presentato i dettagli degli incontri e degli approcci delle autorità dell’Artsakh relative al futuro del Karabakh. Il Presidente ha sottolineato l’importanza di un lavoro coordinato con la Repubblica di Armenia nell’affrontare le questioni interne e nel superare le sfide esterne.

(18 ott) ISTITUITO IL CONSIGLIO PUBBLICO – Il decreto del Presidente della Repubblica dell’Artsakh del 12 settembre 2022 aveva istituito il Consiglio pubblico, approvato lo statuto del Consiglio e nominato 8 membri che hanno organizzato il processo di elezione dei restanti 17 membri di questo organo collegiale. Su 27 cittadini che avevano presentato domanda di adesione al Consiglio pubblico, i restanti membri del Consiglio sono stati eletti il 12 ottobre con votazione. Ieri il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha firmato un decreto che nomina Armen Gevorgyan presidente del Consiglio pubblico. À. Gevorgyan era l’unico candidato alla carica di Presidente del Consiglio Pubblico. La sua candidatura è stata approvata dai membri del Consiglio pubblico e presentata al Presidente della Repubblica dell’Artsakh.

(14 ott) HARUTYUNYAN INCONTRA COLLEGA ARMENO – Una delegazione dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh), guidata dal presidente Arayik Harutyunyan, ha incontrato venerdì a Yerevan il presidente Vahagn Khachaturyan dell’Armenia. Nelle sue osservazioni, il presidente Harutyunyan ha osservato che gli sforzi delle autorità armene per stabilire pace e stabilità a lungo termine nel paese e nella regione sono apprezzati in Artsakh, sottolineando, tuttavia, che questi sforzi non dovrebbero contraddire gli interessi di una parte integrante del Popolo armeno: gli armeni Artsakh. Durante l’incontro sono state discusse anche alcune questioni relative al superamento, con sforzi congiunti, delle sfide cui sono confrontati i due Stati armeni.

(14 ott) ALIYEV MINACCIA L’ARMENIA – Baku si riserva il diritto a una “risposta adeguata” se l’Armenia “non adempie” ai propri obblighi nel quadro della dichiarazione trilaterale del 10 novembre 2020, ha affermato il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev al vertice di Ankara. Ha assicurato che l’Azerbaigian presumibilmente “soddisfa tutti i punti della dichiarazione, incluso il fornire libero accesso dall’Armenia al Karabakh“. “L’Armenia non soddisfa la sua parte della dichiarazione. Vale a dire, non fornisce accesso senza ostacoli dalla parte principale dell’Azerbaigian a Nakhchivan, che è un suo obbligo legale, e non ha ancora ritirato le forze armate armene dal territorio azerbaigiano“, ha affermato Aliyev. Secondo lui, l’Azerbaigian “mostra pazienza per ora, ma non è illimitato“. “Se questi due punti importanti della dichiarazione trilaterale del novembre 2020 non saranno soddisfatti, non avremo altra scelta che agire in modo adeguato“, ha affermato Aliyev. Il presidente ha anche toccato la questione degli armeni in Karabakh, ribadendo che “i diritti e la sicurezza della popolazione armena del Karabakh saranno garantiti in conformità con la Costituzione dell’Azerbaigian“. “Non discuteremo le nostre questioni interne con nessuna parte. E per quanto ho capito dai risultati dell’incontro di Praga, questo argomento non ha causato discrepanze tra tutti i partecipanti alla riunione del quadrilatero“, ha detto Aliyev. Ha osservato che è stato “attraverso la mediazione della Russia che le ostilità al confine con l’Armenia sono state interrotte“. “A seguito delle attività di mediazione della parte russa, vorrei sottolineare che è stata la parte russa a proporre un cessate il fuoco – alcuni lo attribuiscono ad altri Paesi, il che è del tutto infondato – le ostilità [al confine tra l’Azerbaigian e Armenia] sono stati fermati“.

(14 ott) INCONTRO MINISTRI ESTERI – Si è svolto ad Astana, in Kazakistan a margine dei lavori dei Paesi membri CSI, l’incontro tra il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il ministro degli Esteri azerbaigiano Jeyhun Bayramov.

(14 ott) PUTIN INVITA ALIYEV E PASHINYAN – Il presidente russo Vladimir Putin ha invitato il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev a tenere un incontro trilaterale in Russia in data e località da concordare. La proposta è giunta in occasione del vertice della CSI in Kazakistan a cui partecipano il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azero Ilham Aliyev. Il presidente russ ha anche reagito alle accuse del presidente francese Emmanuel Macron secondo cui la Russia ha provocato di proposito i recenti scontri tra Armenia e Azerbaigian. Putin ha negato le accuse e ha affermato che le dichiarazioni di Macron sono inappropriate e inaccettabili e frutto di scarsa conoscenza della situazione reale sul campo.

(14 ott) UNIONE EUROPEA – L’Unione europea continuerà il suo impegno ai massimi livelli per raggiungere una risoluzione globale del conflitto tra Armenia e Azerbaigian, ha affermato l’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha affermato il vicepresidente della Commissione europea Josep Borrell in risposta alla lettera inviata dai deputati europei. “Condivido pienamente le vostre preoccupazioni sulla gravità della situazione. Gli scontri armati avvenuti all’inizio di agosto e quello recente del 13-14 settembre, mostrano che la situazione nella regione resta estremamente fragile. L’UE ha chiesto al più alto livello la fine delle ostilità“, ha affermato Borrell. Ha inoltre dichiarato che il presidente del Consiglio europeo rimane in stretto contatto con i leader sia dell’Azerbaigian che dell’Armenia e ha contattato i ministri degli Affari esteri di entrambi i paesi, nonché incaricato il rappresentante speciale dell’UE per il Caucaso meridionale e il Crisi in Georgia Toivo Klaar per svolgere immediatamente consultazioni a Baku e Yerevan. “L’UE ha esortato entrambe le parti a osservare rigorosamente il cessate il fuoco e chiede alle forze azere di tornare immediatamente alle loro posizioni in conformità con gli ultimi confini amministrativi delle ex Repubbliche socialiste sovietiche di Armenia e Azerbaigian. L’UE sta inoltre incoraggiando entrambe le parti a compiere progressi sulla delimitazione e demarcazione del confine internazionale, essenziale per ridurre il rischio di futuri scontri. Dopo le prime riunioni tenutesi all’inizio di quest’anno, la prossima riunione delle commissioni di frontiera si terrà a Bruxelles nel novembre 2022. L’UE invita tutte le parti a tornare al più presto al tavolo dei negoziati, basandosi in particolare sui risultati raggiunti durante i quattro incontri trilaterali a Bruxelles, facilitati e mediati dal presidente Michel. I tre leader, insieme al presidente Emmanuel Macron, si sono incontrati anche a margine del vertice della Comunità politica europea a Praga il 6 ottobre e hanno concordato lo spiegamento della missione civile dell’UE in Armenia. Posso assicurarvi che l’UE continuerà il suo impegno ai massimi livelli per raggiungere una risoluzione globale di questo conflitto“, ha affermato Josep Borrell.

(13 ott) DELEGAZIONE ARTSAKH IN ARMENIA – Una delegazione ufficiale dell’Artsakh guidata dal Presidente del Parlamento Artur Tovmasyan ha avuto un incontro con il Segretario del Consiglio di Sicurezza dell’Armenia Armen Grigoryan a Yerevan nel corso del quale sono stati discussi gli ultimi sviluppi regionali e i legami interni con l’Armenia.  La delegazione ha presentato la posizione ufficiale dell’Artsakh, sottolineando che qualsiasi tentativo che consideri il futuro di Artsakh come parte dell’Azerbaigian è una “linea rossa” per Artsakh. È stato sottolineato che l’Artsakh rimane impegnato nella ripresa del processo negoziale nel formato del Gruppo di Minsk dell’Osce, con la partecipazione del governo di Artsakh come parte in causa.

(13 ott) TERRITORI MINATI – Il portavoce dell’esercito di difesa dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh), Suren Sarumyan ha risposto alle dichiarazioni del presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev che nella odierna riunione del Consiglio dei Capi di stato della CSI ad Astana, la capitale del Kazakistan, ha affermato ancora una volta che la parte armena aveva deliberatamente piazzato circa un milione di mine nei territori occupati dell’Artsakh. Sarumyan ha ribadito che l’impianto di mine da parte dell’esercito di difesa è stato effettuato esclusivamente sulla linea di contatto con le forze armate dell’Azerbaigian e questo processo è stato effettuato da entrambe le parti. Secondo Sarumyan, dopo la prima guerra dell’Artsakh all’inizio degli anni ’90, è stato svolto molto lavoro per neutralizzare le mine piantate dalla parte azerbaigiana, ma considerando la loro quantità, centinaia di ettari sono ancora da bonificare del tutto. Il portavoce dell’Esercito di difesa dell’Artsakh ha inoltre osservato che tutte le informazioni sulle mine piantate in quelle aree sono note solo alla parte azerbaigiana e, a questo proposito, le accuse fittizie rivolte alla parte armena sono solo un tentativo di fuorviare la comunità internazionale.

(12 ott) HARUTYUNYAN INCONTRA PASHINYAN – Il presidente della repubblica dell’Artsakh è giunto a Yerevan dove oggi ha incontrato il Primo ministro armeno.

(11 ott) MISSIONE EUROPEA – Gli ambasciatori degli Stati membri dell’UE hanno concordato di inviare una missione civile in Armenia che deve essere dispiegata lungo il confine con l’Azerbaigian allo scopo di rafforzare la fiducia e contribuire alla delimitazione. La decisione è stata presa durante la sessione a porte chiuse del Comitato politico e di sicurezza. Attualmente sono in discussione i dettagli della decisione, in particolare quelli riguardanti da quante persone sarà composta la missione, da quali paesi e le date del loro arrivo in Armenia.

(11 ott) RELAZIONI TURCO-ARMENE-AZERE – Il ministro degli Affari esteri della Turchia ha affermato che i lavori sulla normalizzazione delle relazioni Armenia-Turchia e Armenia-Azerbaigian non sono indipendenti l’uno dall’altro. In un’intervista alla tv turca, Mevlut Cavusoglu ha affermato che è un inganno che alcune persone pensino che i negoziati per la normalizzazione dei rapporti armeno-turco e armeno-azerbaigiano siano indipendenti l’uno dall’altro.

(11 ott) HARUTYUNYAN IN ARMENIA – Una delegazione di lavoro dell’Artsakh, guidata dal presidente Arayik Harutyunyan, è arrivata a Yerevan. La delegazione dell’Artsakh dovrebbe discutere con le autorità armene la situazione sia dell’Artsakh che dell’Armenia.

(10 ott) SENATO FRANCESE – Al Senato francese è stata presentata una bozza di risoluzione che chiede al governo di discutere la creazione di un ufficio umanitario nel Nagorno Karabakh. Inoltre chiede sanzioni contro l’Azerbaigian e il ritiro immediato delle sue forze dal territorio armeno, l’attuazione di un accordo di cessate il fuoco del 9 novembre 2020 e la promozione di qualsiasi iniziativa volta a stabilire una pace duratura tra i due paesi. Secondo il progetto di risoluzione, la ripetuta aggressione delle forze militari azere nel Nagorno-Karabakh e nelle regioni meridionali e sudorientali dell’Armenia è una violazione della sovranità di quello Stato e degli accordi di cessate il fuoco conclusi tra le due parti. Da notare che il 25 novembre 2020 il Senato aveva adottato una risoluzione che sottolineava la necessità di riconoscere la repubblica del Nagorno Karabakh-Artsakh.

(9 ott) ELEZIONI AMMINISTRATIVE – Si sono tenute oggi le elezioni degli organi di autogoverno locale nelle piccole comunità di Tsmakahogh (per il capo della comunità), Vanq, Nor Khazanchi, Mokhratagh (per i membri del consiglio di comunità) della regione di Martakert e nella comunità di Kherkhan (per i membri del consiglio di comunità) della regione di Martuni. Complessivamente l’affluenza è stata del 41,72%

(9 ott) NUOVA MANIFESTAZIONE A STEPANAKERT – Una manifestazione spontanea alla quale hanno partecipato diverse centinaia di persone ha avuto luogo in serata in piazza della Rinascita. I manifestanti chiedono al presidente Araik Harutyunyan di esprimere una posizione chiara sulla dichiarazione adottata a Praga e sui commenti del presidente Ilham Aliyev.

(8 ott) FOLLA IN PIAZZA A STEPANAKERT – Alcune migliaia di persone si sono radunate in piazza della Rinascita manifestando contro il rischio che l’Artsakh sia consegnato all’Azerbaigian. Metaxe Hakobyan, un deputato del Partito della Giustizia al Parlamento Artsakh, ha dichiarato che “ora, le nostre autorità devono stare con il popolo e opporsi al regime di Nikol [Pashinyan, NdR] perché non c’è altra via d’uscita. Altrimenti, applicheranno il timbro della resa di Artsakh insieme a Nikol. In questo momento dovrebbero uscire, scendere a Piazza della Rinascita e stare accanto al popolo“. Le persone dell’Artsakh si oppongono a Nikol e capiscono perfettamente che tutto dipende da loro, le persone possono semplicemente opporsi a Nikol e alla comunità internazionale per proteggere la loro casa, il loro luogo, la loro patria, ha osservato Hakobyan. “Non abbiamo ricevuto alcun segnale dalla comunità internazionale, tutto ciò che sentiamo da Nikol è che la comunità internazionale richiede questo o quello. Siamo arrabbiati e penso che sarà difficile combattere contro questo, le persone stanno difendendo le loro case“, ha aggiunto il deputato.

(8 ott) RISPOSTA AD ALIYEV – Se il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev pensa che il popolo indigeno armeno dell’Artsakh abbia un altro luogo di residenza diverso dalla Repubblica dell’Artsakh, si sbaglia. Lo ha annunciato il ministro di Stato dell’Artsakh Artak Beglaryan. “Nonostante tutte le difficoltà, le sfide e le minacce, noi [gli armeni di Artsakh] continueremo la nostra lotta per vivere liberamente, indipendentemente e in sicurezza nella nostra patria. Il diritto all’autodeterminazione del popolo di Artsakh non ha alternative, l’uso della forza e la minaccia dell’uso della forza al fine di garantire la supremazia artificiale dell’integrità territoriale sono inaccettabili“, ha aggiunto Beglaryan.

(7 ott) DICHIARAZIONE DEL PARLAMENTO DELL’ARTSAKH – Le forze politiche rappresentate nell’Assemblea della Repubblica dell’Artsakh (Patri libera, Patria Unita, Giustizia, ARF, Partito democratico) ribadiscono con una dichiarazione congiunta che la Repubblica del Nagorno Karabakh in termini legali nel 1991 ha esercitato in modo impeccabile il suo diritto all’autodeterminazione in conformità con le norme del diritto internazionale, i principi di democrazia e la legislazione allora effettiva dell’URSS. La comunità internazionale ha riconosciuto l’Azerbaigian come uno Stato indipendente entro i confini definiti dalla legislazione interna dell’URSS. Secondo tale legislazione, al momento dell’indipendenza dell’Azerbaigian, il Nagorno Karabakh non aveva alcun legame con quel Paese, quindi l’integrità territoriale dell’Azerbaigian non ha nulla a che fare con la repubblica del Nagorno Karabakh.
Accettando il principio della parità dei diritti e dell’autodeterminazione dei popoli sancito dal primo articolo della Carta delle Nazioni Unite e dal parere della Corte Internazionale di Giustizia del 22 luglio 2010 sulla conformità della dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo al diritto internazionale, le fazioni dell’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh invitano i Paesi co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE – Federazione Russa, Stati Uniti d’America, Francia – e altri 190 Stati membri delle Nazioni Unite a riconoscere l’indipendenza della Repubblica del Nagorno Karabakh, neutralizzando così il grave pericolo per la sua popolazione.

(7 ott ) DICHIARAZIONE DI ALIYEV – Il presidente dell’Azerbaigian ha annunciato che un trattato di pace tra il suo paese e l’Armenia può essere firmato entro la fine dell’anno, ha riferito RIA Novosti. “Se l’Armenia mostrerà buona volontà, l’accordo di pace potrà essere concluso entro la fine dell’anno. Il tempo passa, le nostre iniziative non procedono così facilmente. Anche se il primo incontro dei ministri degli Esteri [dei due Paesi] non ha portato concretezza risultati, penso che sia un passo positivo, penso che se una decisione verrà presa in un prossimo futuro, i gruppi di lavoro dei due paesi inizieranno i lavori sul testo del trattato di pace, potremo raggiungere un accordo entro la fine dell’anno“, ha detto Ilham Aliyev in un’intervista ai media azeri a Praga. Secondo lui, “nessuno, né la parte armena, né il Consiglio europeo hanno domande sui cinque principi dichiarati dalla parte azerbaigiana“.

(7 ott) COMUNICATO VERTICE DI PRAGA – L’Armenia e l’Azerbaigian si riconoscono reciprocamente l’integrità territoriale. Lo rileva il comunicato sui risultati della riunione del quadrilatero svoltasi giovedì a Praga. La dichiarazione recita quanto segue:
Nel quadro del primo incontro della Comunità politica europea a Praga, il Primo Ministro della Repubblica di Armenia Nikol Pashinyan e il Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian Ilham Aliyev si sono incontrati il ​​6 ottobre 2022 su iniziativa del Presidente della Repubblica Repubblica francese e il presidente del Consiglio europeo.
L’Armenia e l’Azerbaigian hanno confermato il loro impegno nei confronti della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione Alma-Ata del 1991, attraverso le quali entrambe le parti riconoscono l’integrità territoriale e la sovranità dell’altro. Hanno confermato che ciò servirà come base per il lavoro delle commissioni sulla delimitazione e che la prossima riunione di queste commissioni si terrà a Bruxelles entro la fine di ottobre.
L’Armenia ha espresso il suo accordo per incoraggiare la missione civile dell’UE lungo il confine con l’Azerbaigian. L’Azerbaigian ha accettato di cooperare con la suddetta missione nella misura in cui sarà interessata. La missione inizierà i suoi lavori ad ottobre, per un periodo massimo di due mesi. Lo scopo della missione sarà creare fiducia e, attraverso i suoi rapporti, supportare le commissioni di frontiera
”.

(6 ott) VERTICE DI PRAGA – A Praga è iniziato l’incontro tra il Primo Ministro dell’Armenia, i Presidenti dell’Azerbaigian, della Francia e il capo del Consiglio europeo. Questo è il primo incontro tra Pashinyan e Aliyev dall’attacco di settembre delle forze armate azere all’Armenia, che ha portato Baku a occupare alcuni territori armeni, avanzando a Jermuk e Syunik. Pashinyan è partito oggi per Praga per una visita di lavoro. È accompagnato dal ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan, dal vicepresidente dell’Assemblea nazionale Ruben Rubinyan e da altri funzionari. Dopo questo quadrangolare è previsto un incontro con il presidente turco Erdogan. Informalmente vi sono stati colloqui prima dell’inizio dei lavori ufficiali alla presenza dei ministri degli Esteri di Turchia e Azerbaigian.

(6 ott) FUOCO AZERO CONTRO ARMENIA – Verso le 14:20 ora locale, unità delle Forze armate azere hanno aperto il fuoco in direzione delle macchine edili con le quali stavano effettuando i lavori di fortificazione presso le postazioni militari armene dispiegate nella parte orientale del confine armeno-azero nel territorio della repubblica di Armenia. Un video ha ripreso un escavatore in fiamme.

(6 ott) ARMENI DEL KARABAKH – Ilham Aliyev ha detto che gli armeni del Karabakh sono cittadini azeri, è una questione interna dell’Azerbaigian. Il suo intervento è arrivato a margine del vertice della comunità politica europea a Praga. “Gli armeni del Karabakh sono nostri cittadini, questa è una questione interna all’Azerbaigian. Decideremo noi stessi quando parlare con loro. Questa è una nostra questione interna. Non ne discuteremo con nessun paese“, ha aggiunto. “Sapete che oggi ci sarà un incontro: Charles Michel, Emmanuel Macron, Pashinyan e io. I risultati di questo incontro, spero, saranno positivi, ci saranno progressi“, ha osservato il capo dello Stato. Non ha spiegato per quale motivo durante il recente sgombero del corridoio di Lachin ad agosto tutti i residenti armeni sono stati costretti a lasciare le loro case…

(5 ott) DIALOGO STEPANAKERT-BAKU – C’è un’idea di formare un meccanismo internazionale, che sarà in grado di assicurare il dialogo tra Nagorno Karabakh e Azerbaigian. Lo ha affermato il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan durante la odierna sessione dell’Assemblea nazionale di Armenia nel question time del governo. Ma il presidente azero Aliyev ha chiuso la porta a ogni negoziato e ha detto che non intende discutere la questione del Karabakh con nessun centro internazionale. “I residenti armeni della regione del Karabakh in Azerbaigian sono nostri cittadini“, ha detto parlando al Forum Urbano Nazionale dell’Azerbaigian ad Aghdam. Ha aggiunto che “Baku non discuterà con nessun centro internazionale su come organizzare la loro vita (armeni del Karabakh)“, perché “il mondo intero riconosce il Karabakh come territorio azerbaigiano“.

(5 ott) SUPERVERTICE A PRAGA – Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan partirà domani per la capitale ceca Praga, dove parteciperà al vertice inaugurale della Comunità politica europea. Pashinyan ha dichiarato questo alla odierna sessione di domande e risposte del governo dell’Assemblea nazionale. Nell’ambito del suddetto vertice è previsto un incontro quadrilatero tra lui, il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev, il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Pashinyan ha informato che è previsto anche un incontro con il presidente turco Erdogan. Pashinyan ha aggiunto che dopo Praga si recherà a San Pietroburgo, in Russia, dove parteciperà al vertice informale della CSI .

(5 ott) ISRAELE E AZERBAIGIAN – Nel corso della visita del ministro della Difesa israeliano Benny Gantz in Azerbaigian la scorsa settimana sono stati firmati diversi accordi di cooperazione nella sfera militare e della sicurezza secondo quanto riferisce Asharq Al-Awsat. Una fonte di alto rango che ha accompagnato Gantz ha affermato che Israele ha buone relazioni con l’Azerbaigian, poiché è un importante paese islamico vicino all’Iran e, come Israele, deve affrontare “molti piani ostili da parte dei leader del regime di Teheran”. Ha detto che Israele e Azerbaigian “devono coordinare le loro azioni per contrastare questi schemi insieme”. Ha osservato che gli incontri hanno mostrato che entrambe le parti condividono la stessa visione di molti problemi regionali.

(4 ott) TORNATI A CASA – Con la mediazione degli Stati Uniti i diciassette soldati armeni catturati dagli azeri durante l’attacco del 13 settembre sono stati restituiti all’Armenia. La conferma è arrivata dal ministero della Difesa armeno. I media azeri avevano anticipato nel pomeriggio che Baku era intenzionata a consegnare a Yerevan 17 militari armeni catturati durante l’aggressione di settembre dell’Azerbaigian contro il territorio sovrano dell’Armenia.”Baku si prepara a trasferire a Yerevan 17 militari armeni catturati durante l’escalation di settembre al confine armeno-azero. Tutti i dettagli sono stati negoziati con la parte armena. Quattro dei 17 militari armeni sono stati catturati feriti. È stata fornita loro l’assistenza medica necessaria “, scrivevano oggi i media.

(4 ott) MINISTRO DI STATO – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha offerto all’uomo d’affari e filantropo russo armeno Ruben Vardanyan, recentemente stabilitosi proprio in Artsakh, la carica di ministro di Stato dell’Artsakh al momento ricoperta da Artakh Beglaryan.

(4 ott) PROPAGANDA AZERA – Il Servizio di sicurezza nazionale della Repubblica dell’Artsakh informa che i servizi speciali dell’Azerbaigian stanno chiamando i numeri di telefono elencati sui siti web delle strutture statali dell’Artsakh e diffondendo false voci sul ritiro delle forze di pace russe dall’Artsakh nei prossimi giorni al fine di diffondere il panico tra la popolazione. Nei prossimi giorni non si possono escludere attacchi hacker ai siti web delle agenzie governative, ha informato l’NSS di Artsakh a NEWS.am. L’NSS di Artsakh sta adottando le misure appropriate per prevenire possibili sviluppi. “Esortiamo a non soccombere alle notizie false e a seguire solo le informazioni ufficiali.

(3 ott) PRIGIONIERI DI GUERRA – L’Azerbaigian si rifiuta di mantenere la sua promessa di rilasciare prigionieri di guerra armeni già per la seconda volta. Lo scrive su Twitter il premier armeno Pashinyan. Il primo caso è stato a maggio, quando è stata fatta una promessa a Bruxelles, e la seconda volta ora, quando a Washington l’Azerbaigian si è impegnato a rilasciare 17 prigionieri di guerra armeni fino al 30 settembre”.

(2 ott) INCONTRO MINISTRI ESTERI – Il Ministro degli Esteri dell’Armenia Ararat Mirzoyan e il Ministro degli Esteri dell’Azerbaigian Jeyhun Bayramov si sono incontrati a Ginevra, in Svizzera. Mirzoyan ha ribadito la posizione della parte armena sul ritiro delle truppe azere dal territorio sovrano dell’Armenia e sull’immediato rilascio di tutti i prigionieri di guerra armeni. È stata sottolineata l’importanza di introdurre meccanismi internazionali per il controllo della situazione alle frontiere. Il ministro armeno ha sottolineato che i crimini di guerra commessi dalle forze armate azere dovrebbero ricevere una chiara valutazione da parte degli organismi internazionali e che i criminali dovrebbero essere assicurati alla giustizia. Le parti hanno scambiato opinioni sul futuro trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian, garantendo i diritti e le garanzie di sicurezza per gli armeni del Nagorno Karabakh (Artsakh), anche attraverso l’istituzione di un meccanismo di discussione tra Stepanakert e Baku. Le parti hanno valutato positivamente l’intesa reciproca sullo sblocco delle rotte di trasporto regionali sotto la sovranità e la giurisdizione dell’Armenia e dell’Azerbaigian.
Dal canto suo il ministro azero ha suggerito di anticipare al mese di ottobre (invece che novembre) la prossima riunione della Commissione sulla demarcazione delle frontiere e ha sottolineato “la necessità del completo ritiro delle forze armate armene dal territorio dell’Azerbaigian, [l’Artsakh, NdR] l’apertura di linee di trasporto e di comunicazione [regionali] in un breve periodo di tempo e la necessità di realizzare progressi nella delimitazione dei confini”.

(2 ott) ESECUZIONE SOLDATI ARMENI– Un video diffuso sui social azeri mostra sette soldati armeni che vengono circondati dal nemico durante l’attacco dell’Azerbaigian del 13 settembre. I militari armeni vengono trucidati a colpi di mitra fra le urla degli aggressori.
L’ufficio del rappresentante dell’Armenia per gli affari legali internazionali invierà domani dichiarazioni ai tribunali internazionali in merito alla registrazione video dell’uccisione di prigionieri armeni. Il video in cui militari azeri sparano a soldati armeni disarmati si sta diffondendo sui canali di Telegram. Toivo Klaar, rappresentante speciale dell’UE per il Caucaso meridionale e la crisi in Georgia, ha commentato il video e ha scritto su Twitter: “Se si dimostra che questo video è autentico, allora questo è un crimine di guerra che deve essere indagato e il puniti i colpevoli». Il ministero della Difesa armeno a sua volta ha dichiarato in merito al video che al momento non può fornire alcuna informazione specifica su luogo e ora, ora gli organi competenti stanno studiando il video, ma non ci sono dubbi sull’autenticità del video e è una caratteristica delle forze armate azere.

(1 ott) PRESIDENTE INCONTRA PARLAMENTARI – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha incontrato i rappresentanti delle forze parlamentari dell’Artsakh come riferisce il dipartimento informazioni dell’ufficio presidenziale. Hanno discusso gli ultimi sviluppi della politica estera riguardanti l’Artsakh e le possibili misure da intraprendere per superare le sfide esistenti. A seguito della discussione, i rappresentanti delle forze parlamentari dell’Artsakh hanno proposto di convocare una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale dell’Artsakh.

(1 ott) BABAYAN A LOS ANGELES – RIl ministro degli Esteri dell’Artsakh prosegue il suo viaggio negli Stati Uniti e ieri ha pronunciato un discorso alla sessione del Consiglio comunale di Los Angeles. Durante l’intervento sono state toccate le prospettive di sviluppo delle relazioni Los Angeles-Artsakh, gli attuali processi nel Caucaso meridionale e la risoluzione del conflitto azerbaigiano-Karabakh. Babayan ha notato l’importanza delle relazioni tra Artsakh e Los Angeles, sottolineando che la gente di Artsakh apprezza molto il riconoscimento di Artsakh da parte di Los Angeles, valutandolo come un’importante decisione morale, politica e umanitaria esemplare. Toccando alla soluzione del conflitto azerbaigiano-Karabakh, il ministro ha sottolineato che la posizione di Stepanakert è rimasta invariata: Artsakh non farà mai parte dell’Azerbaigian.

Occidente sordo al grido di aiuto che sale dall’Armenia cristiana (In terris, 1 ott)

Conflitto tra Azerbaijan e Armenia: 3 punti per fare chiarezza (In terris, 2 ott)

In un video l’esecuzione di massa di soldati armeni catturati da militari azeri (Corriere della sera, 2 ott)

Crimini di guerra. Il video con le macabre esecuzioni extragiudiziali di prigionieri di guerra armeni da parte dell’esercito azero (Korazym, 2 ott)

Comunità armena di Roma: “Stop alla cooperazione italiana con l’Azerbaigian” (Sardegnagol, 2 ott)

Video di un crimine di guerra in cui militari azeri sparano a miliutari armeni disarmati (Agenparl, 2 ott)

Erdogan minaccia la Grecia (L’Opinione, 3 ott)

L’Ue trascura il rischio di dipendenza energetica dall’Azerbaigian (Euractiv, 3 ott)

“Soldati inermi uccisi a sangue freddo”, l’Armenia accusa l’Azerbaigian di crimini di guerra (Today, 3 ott)

Guerra Armenia – Azerbaijan, VIDEO choc mostra l’esecuzione di massa dei prigionieri ad opera di militari azeri: la NATO e l’Onu dove sono? (Il Giornale d’Italia, 3 ott)

L’Armenia accusa gli azeri di «crimini di guerra» (Avvenire, 4 ott)

Turchia-Armenia, un’insolita collaborazione (Osservatorio Balcani Caucaso, 5 ott)

Aliyev “risolve” il futuro degli Armeni dell’Artsakh con la forza delle armi all’interno dell’Azerbajgian (Korazym, 5 ott)

L’attrice Laure Efrikian scrive a Mattarella per l’Armenia (Assadakah, 5 ott)

Scontro al parlamento europeo: “Vale più il gas azero o il sangue armeno?” (Il Primato nazionale,  5 ott)

Dai russi in fuga dalla mobilitazione agli scontri Azerbaigian-Armenia. L’Asia centrale rischia di diventare una polveriera (Eunews, 6 ott)

ARMENIA. Artak Beglaryan: Armenia e Artsakh un’unica integrità. India sovvenziona Yerevan (AG Communication, 7 ott)

Missione UE al confine tra Armenia e Azerbaijan (Osservatorio Balcani Caucaso, 7 ott)

Il Caucaso meridionale mette alla prova le ambizioni geopolitiche dell’UE (Magictech, 9 ott)

Ue, domani possibile via libera a missione civile in Armenia (Ansa, 10 ott)
https://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2022/10/10/ue-domani-possibile-via-libera-a-missione-civile-in-armenia_048a0ecf-c83b-41fa-a9a2-1293cb1b4671.html

 Comunità armena: “Stop alla Formula 1 in Azerbaigian” (Sardegnagol, 12 ott)
https://www.sardegnagol.eu/comunita-armena-stop-alla-formula-1-in-azerbaigian/

 Nel Caucaso si profila una nuova geografia della guerra (Asia news, 13 ott)
https://www.asianews.it/notizie-it/Nel-Caucaso-si-profila-una-nuova-geografia-della-guerra-56868.html

 Missione dell’Ue sbarca in Armenia, poi gli osservatori (Ansa, 14 ott)
https://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2022/10/14/missione-dellue-sbarca-in-armenia-poi-gli-osservatori_1cbcef04-0391-40c9-8e50-ba12eabd5787.html

Azerbaigian-Armenia, Ankara facilitatore o ostacolo alla pace? (Formiche, 15 ott)
https://formiche.net/2022/10/azerbaigian-armenia-ankara-facilitatore-o-ostacolo-alla-pace/

 L’Ue dispiegherà 40 esperti sul confine Armenia-Azerbaigian per monitorare la situazione di conflitto nella regione (Eunews, 17 ott)
https://www.eunews.it/2022/10/17/ue-esperti-confine-armenia-azerbaigian/

 Tra Armenia e Azerbaigian prove di pace, ma l’Artsakh rischia (Storia verità, 19 ott)
https://www.storiaverita.org/2022/10/19/tra-armenia-e-azerbaigian-prove-di-pace-ma-lartsakh-rischia-di-emanuele-aliprandi/

 Un segno in mezzo alla tragedia. Il platano dell’Artsakh illumina la desolata terra armena (Korazym, 19 ott)
http://www.korazym.org/80484/un-segno-in-mezzo-alla-tragedia-il-platano-dellartsakh-illumina-la-terra-armena-desolata/?fbclid=IwAR17VWgcyB4wR79S3t0AX67XrcK5iIUG_7UzOhRfpcxCV9JyvYxvi-EBFUM

Nagorno Karabakh: le diramazioni di un conflitto (Osservatorio Balcani Caucaso, 20 ott)
https://www.balcanicaucaso.org/aree/Nagorno-Karabakh/Nagorno-Karabakh-le-diramazioni-di-un-conflitto-221296

Escalation in Armenia: l’Azerbaigian continua ad attaccare lungo il confine (Il Primato nazionale, 20 ott)
https://www.ilprimatonazionale.it/esteri/escalation-in-armenia-lazerbaigian-continua-ad-attaccare-lungo-il-confine-247121/

Turchia-Armenia, un’insolita collaborazione (Unimondo, 21 ott)
https://www.unimondo.org/Guide/Politica/Democrazia/Turchia-Armenia-un-insolita-collaborazione-233155

Baku, “partner affidabile” dell’UE, non da permesso alla Missione di osservazione dell’UE al confine armeno-azero di entrare in Azerbajgian (Korazym, 21 ott)
http://www.korazym.org/80597/baku-partner-affidabile-dellue-non-da-permesso-alla-missione-di-osservazione-dellue-al-confine-armeno-azero-di-entrare-in-azerbajgian/

Tensioni fra Azerbaigian e Iran: grandi esercitazioni militari di Teheran vicino al confine (Scenari economici, 21 ott)
https://scenarieconomici.it/tensioni-fra-azerbaigian-e-iran-grandi-esercitazioni-militari-di-teheran-vicino-al-confine/

Armenia. L’Iran ha aperto un consolato generale a Kapan (Notizie geopolitiche, 24 ott)
https://www.notiziegeopolitiche.net/armenia-liran-ha-aperto-un-consolato-generale-a-kapan/

Armenia tra incudine e martello (La nuova Europa, 28 ott)https://www.lanuovaeuropa.org/storia/2022/10/28/armenia-tra-lincudine-e-il-martello/

Il clan Erdogan e gli affari milionari con Baku nel Nagorno-Karabakh (Asia news, 28 ott)
https://www.asianews.it/notizie-it/Il-clan-Erdogan-e-gli-affari-milionari-con-Baku-nel-Nagorno-Karabakh-56981.html

Putin, ‘faremo tutto per favorire pace Armenia-Azerbaigian’ (Ansa, 28 ott)
https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/asia/2022/10/28/putin-faremo-tutto-per-favorire-pace-armenia-azerbaigian_33c0e1cc-a38e-4eb6-b995-238a7d8242bd.html

A Sochi incontro Russia-Armenia-Azerbajgian. La Repubblica armena di Artsakh mai potrà essere assoggettata alla dittatura azera (Korazym, 30 ott)
http://www.korazym.org/80933/a-sochi-incontro-russia-armenia-azerbajgian-la-repubblica-armena-di-artsakh-mai-potra-essere-assoggettata-alla-dittatura-azera/

Artsakh – Speranze e preoccupazioni sui negoziati con gli azeri (Assadakah, 30 ott)
https://www.assadakah.net/post/artsakh-speranze-e-preoccupazioni-sui-negoziati-con-gli-azeri

 

Armenia, la politica estera tra minacce territoriali e di stabilità regionale (Notizie geopolitiche, 31 ott)
https://www.notiziegeopolitiche.net/armenia-la-politica-estera-tra-minacce-territoriali-e-di-stabilita-regionale-intervista-al-viceministro-hovhannisyan/

Armenia e Azerbaigian concordano di non usare la forza per risolvere la questione Karabakh (Agenzia Nova, 31 ott)
https://www.agenzianova.com/news/armenia-e-azerbaigian-concordano-di-non-usare-la-forza-per-risolvere-la-questione-karabakh/





In un video l’esecuzione di massa di soldati armeni catturati da militari azeri

Il presidente della repubblica di Artsakh (Nagorno Karabakh), Araiyk Harutyunyan, è intervenuto con un video messaggio alla nazione nel corso del quale ha affrontato temi di politici interna ed estera.
Ha premesso che “il popolo armeno sta vivendo tempi fatali, a causa della grave crisi dell’ordine mondiale, dell’instabilità della regione, dell’aggressione turco-azerbaigiana e delle nuove minacce, delle conseguenze sulla sicurezza, umanitarie, socioeconomiche e psicologiche della guerra dei 44 giorni.”
Riportiamo di seguito alcuni passaggi significativi sulla situazione internazionale e la sicurezza dello Stato.

Non solo la Repubblica di Artsakh, ma anche la Repubblica di Armenia ha problemi di sicurezza sia a breve che a lungo termine, che è la sfida principale di oggi. Dobbiamo onestamente ammettere che lo Stato armeno si trova sulla soglia di una nuova e catastrofica guerra, che potrebbe portare a conseguenze non meno gravi della guerra di 44 giorni. E la prevenzione o la gestione di tale minaccia deve avvenire con strumenti sia di sicurezza che politici.

Considerato il pericolo di un disastro imminente, sono convinto che l’unica soluzione sia quella di unire gli sforzi di tutti i principali attori, in particolare della Repubblica di Armenia, sulla base dell’unità, del dialogo sincero e del buon senso. Indipendentemente dagli strumenti che possono essere utilizzati per prevenire i disastri, il consolidamento che ho menzionato deve aver luogo in modo da poter affrontare con onore questa sfida difficile e decisiva.

Nessuno può ancora darci garanzie di sicurezza a lungo termine. A causa della preoccupazione e della distrazione della Russia, le garanzie delle forze di pace russe hanno subito una certa violazione, di cui l’Azerbaigian sta approfittando.

Nonostante il riallineamento geopolitico e le sfide esistenti nel mondo e nella regione, la Federazione Russa continua a garantire la sicurezza della popolazione dell’Artsakh, sebbene sia fragile e relativamente stabile. Ci auguriamo che sia possibile aumentare l’efficacia della missione russa di mantenimento della pace e garantire la sua presenza indefinita nell’Artsakh come la più importante garanzia per la sicurezza del nostro popolo, indipendentemente dalla sua natura incompleta.

Vogliamo pace e stabilità nell’intera regione, tuttavia, tenendo conto delle minacce dell’Azerbaigian, abbiamo il diritto e siamo obbligati a pensare anche alle capacità e alle opportunità di autodifesa.

Dovremmo compiere tutti gli sforzi possibili per garantire una pace a lungo termine, che consentirà ad Artsakh di rimanere armeno ed entrare nella fase di crescita demografica stabile. Molte delle nostre azioni sono state mirate a quell’obiettivo, incluso il mio appello alla gente a tornare a vivere in Artsakh durante il dopoguerra. Non importa quante difficoltà e rischi per la sicurezza sorgono, l’unico modo per mantenere Artsakh armeno è vivere e creare in Artsakh, e oltre alle garanzie e agli sforzi internazionali e statali.

Il conflitto azero-Karabakh non è risolto e deve ancora essere risolto, principalmente sulla base del pieno e non negoziabile riconoscimento del diritto all’autodeterminazione del popolo di Artsakh e dei risultati della sua realizzazione. Il diritto all’autodeterminazione è conferito al popolo dell’Artsakh non solo dai famosi documenti di diritto internazionale, ma anche dai documenti dell’OSCE con mandato internazionale per la risoluzione del conflitto. Esorto ancora una volta gli attori della comunità internazionale ad adempiere ai propri obblighi e a riconoscere il diritto all’autodeterminazione del popolo dell’Artsakh e l’indipendenza della Repubblica dell’Artsakh.

Tuttavia, dovremmo tutti capire che una serie di condizioni sono necessarie per la risoluzione del conflitto e il riconoscimento internazionale dell’indipendenza: una situazione geopolitica favorevole, garanzie di sicurezza efficaci, volontà e comportamento internazionali per frenare la politica aggressiva e l’appetito dell’Azerbaigian. Dobbiamo armarci di pazienza e continuare il nostro percorso scelto con una lotta strategica, mantenendo chiare le linee rosse. Nel contesto del mantenimento di quelle linee rosse ci sono le nostre affermazioni secondo cui qualsiasi documento che possa considerare l’Artsakh come parte dell’Azerbaigian è per noi inaccettabile.

Vi assicuro ancora una volta che non accetteremo alcun documento che contraddica gli interessi del popolo di Artsakh, e lo annuncio ora al mondo intero.

[traduzione e grassetto redazionale. L’intero intervento in inglese e armeno a questo link]

L’aggressione dell’Azerbaigian all’Armenia, invasa e bombardata nel suo territorio sovrano, non è solo l’ennesima avventura bellica del guerrafondaio Aliyev.

Ormai la politica del dittatore azero, tanto caro all’Europa per via del suo gas, è quella della violenza, della minaccia e del ricatto: o accettate le mie richieste o vi anniento.
Su questa nuova provocazione, gravissima per il diritto internazionale perché a danno di uno Stato internazionalmente riconosciuto, si è già scritto molto ed è accertata anche dai commentatori più neutrali la responsabilità dell’Azerbaigian nell’attacco del 12 settembre.

Quel che merita attenzione, invero, non è solo la modalità dell’aggressione (bombardamenti su insediamenti civili a chilometri di distanza dal confine internazionalmente riconosciuto) ma anche i nuovi episodi di barbarie che hanno contraddistinto l’azione dei militari azeri.

Non una novità: già nel 2016 e nel 2020 in Nagorno Karabakh-Artsakh i soldati dell’Azerbaigian avevano compiuto atti orribili a danno di soldati e civili armeni.

Tuttavia, il video dei giorni scorsi girato dagli stessi aguzzini azeri mostra tra pile calpestate di cadaveri dei nemici anche il corpo orrendamente mutilato di una soldatessa armena, Anush Abetyan, 36 anni e tre figli, alla quale (speriamo ormai non più in vita) i soldati di Aliyev hanno amputato le gambe, cavato gli occhi e messa in posa degradante; e Dio sa cos’altro le avranno fatto…

Un video che forse non è neppure l’unico perché sembra che anche un’altra armena, l’infermiera Irina Gasparyan, abbia subìto un simile trattamento.

Ecco, il mondo deve sapere che questi orchi stanno minacciando non solo l’integrità fisica dello Stato armeno ma anche il suo popolo.

L’Europa, troppo attenta a dieci miliardi di metri cubi di gas da Baku, sembra disinteressata da quanto sta accadendo. L’orrore di questi orchi passa in secondo piano di fronte agli interessi economici. E poco importa se questa cecità spianerà a breve la strada al nuovo impero ottomano di Erdogan e Aliyev.

A quel punto spunteranno le lacrime di coccodrillo. Ma sarà troppo tardi.
L’invasione degli orchi sarà ormai inarrestabile.

Ancora una volta Aliyev ha disatteso tutti i buoni propositi di una soluzione pacifica del contenzioso nel Caucaso meridionale.

I pesanti bombardamenti, senza precedenti, contro città e villaggi della repubblica di Armenia dimostrano inequivocabilmente che l’unico linguaggio che il dittatore di Baku conosce è quello della violenza, della guerra, dell’offesa e della minaccia.

Eravamo stati facili profeti due giorni fa nel preannunciare l’ennesima azione di guerra degli azeri: invio massiccio di armi e uomini al confine con l’Armenia e ripetuti comunicati denuncianti fantomatiche “provocazioni armene”. Il solito cliché al quale siamo ormai abituati da molto tempo.

L’obiettivo di questo attacco è il medesimo che portato i soldati azeri a occupare dallo scorso anno svariati chilometri quadrati di territorio armeno: conquistare posizioni in altura lungo il confine tra i due Paesi, crearsi una fascia di protezione e soprattutto avere dall’alto un controllo di tutta la piana armena sottostante.

Prossimo obiettivo, ma bisognerà vedere se l’Iran glielo permetterà (segnalato invio truppe e mezzi al confine), sarà quello di garantirsi uno spazio nel Syunik o occuparlo tutto.

La minaccia di Aliyev è chiara: firmate un accordo di pace con noi e alle nostre condizioni, riconoscete l’#Artsakh come parte integrante dell’Azerbaigian, lasciateci il corridoio di transito del Syunik e allora smetteremo di bombardarvi.

Di fronte a tale scellerato e minaccioso comportamento non c’è gas che tenga. Aliyev e l’Azerbaigian vanno sanzionati dall’Unione europea che al tempo stesso deve aiutare l’Armenia a resistere.

È ora di mettere le cose in chiaro: gli azeri sono gli aggressori autocrati, gli armeni gli aggrediti democratici (e vanno sostenuti se ancora la parola “democrazia” ha un qualche valore nel nostro continente.

Purtroppo lo sconquasso della guerra in Ucraina non solo sta distogliendo l’attenzione dell’opinione pubblica, ma al tempo stesso crea alleanze e contro alleanze trasversali. La situazione dell’Armenia finisce con l’essere l’ultimo dei problemi…

Ora però l’Europa, come detto, è chiamata a una scelta: ci deve dire se (citazione di Ursula von der Leyen) Aliyev sia ancora un partner affidabile oppure sia arrivato il momento di imporgli uno stop. La questione della fornitura di gas non è rilevante: noi lo compriamo e lui lo vende, il vantaggio è per entrambi.

Ma se proprio dovesse tirar diritto con le sue provocazioni, vorrà dire che ci metteremo un maglione in più: in ballo c’è la credibilità dell’Europa, non una disputa di confine tra due Paesi.
Aliyev è un ingordo e prima o poi un boccono gli finirà di traverso…

Armenia-Azerbaigian: Aliyev e Pashinyan di nuovo a colloquio a Bruxelles a novembre (Agenzia Nova, 1 set)

Berdzor, Aghavno e Sus: Azerbajgian occupa un’ulteriore parte di Artsakh (Korazym, 1 set)

L’eredità dello stalinismo nelle nazioni post-sovietiche e la pulizia etnica e culturale dell’Azerbajgian in Artsakh/Nagorno-Karabakh (Korazym, 5 set)

Minacce mafiose di Erdoğan ad Atene (Korazym, 7 set)

I residenti dell’Iran pubblicano filmati del trasferimento di equipaggiamento militare al confine con l’Azerbaigian (Avia-pro, 8 set)

Nagorno Karabakh: nuove tensioni nonostante la presenza russa (East journal, 9 set)

Gli Armeni di Artsakh/Nagorno-Karabakh di fronte alla reale possibilità di una pulizia etnica nella loro terra storica da parte dell’Azerbajgian (Korazym, 10 set)

Azerbaigian – Armenia: è tregua (Rai news, 13 set)

Armenia – Azerbaigian: Nagorno-Karabakh nuovo fronte della ‘guerra mondiale a pezzi’? (L’indro, 13 set)

Bombardamenti tra Armenia e Azerbaijan… (Panorama, 13 set)

Armenia-Azerbaijan, si torna alle armi (Osservatorio Balcani Caucaso, 13 set)

Scontri e cessate il fuocofra Armenia e Azerbaijan Mosca prova a mediare (Lumsa, 13 set)

Premier armeno: 49 morti negli scontri con l’Azerbaigian. Mosca: evitare escalation (Il Sole 24, 13 set)

Armenia-Azerbaigian, escalation pericolosa (ISPI on line, 13 set)

L’Azerbaigian ha attaccato l’Armenia (Domani, 13 set)

L’Azerbaigian bombarda l’Armenia (sfruttando la debolezza di Mosca) (Tempi, 14 set)

Unanime condanna per gli attacchi azeri all’Armenia (Assadakah, 13 set)

Organizzazioni armene in Italia: “Condanniamo l’attacco dell’Azerbaigian” (Sardegnagol, 14 set)

L’Armenia vuole la pace e l’Azerbajgian vuole l’Armenia (Korazym, 14 set)

L’aggressione militare dell’Azerbaijan all’Armenia allarma l’Europa e minaccia la stabilità del Caucaso (Europeanaffairs, 14 set)

L’Artsakh chiede la mobilitazione generale all’Armenia (AGC news, 15 set)

La guerra invisibile. Escalation di scontri fra Armenia e Azerbaigian (La nuova bussola, 15 set)

Nagorno-Karabakh, l’Azerbaigian vuol prendersi ciò che non è suo: la comunità internazionale parli (Il fatto quotidiano, 15 set)

Cosa sta succedendo in Armenia, l’aggressione dell’Azerbaijan e l’Europa che volta le spalle (Il Riformista, 15 set)

Nel silenzio internazionale, l’Armenia è pronta ad arrendersi (Domani, 15 set)

Armenia-Azerbaijan: c’è chi vuole la guerra (Osservatorio Balcani Caucaso, 16 set)

Armenia-Azerbaigian: Europa e Onu chiedono la pace ma gli Usa inviano armi agli azeri (Il Primato nazionale, 16 set)

L’ambasciatrice armena: la von der Leyen ha dato via libera all’attacco azero (Il Sussidiario, 16 set)

L’Italia “a letto con il nemico” (Difesa online, 16 set)

Armenia – Intervengono Usa e Ue e l’Azerbaijan cessa gli attacchi (Assadakah, 16 set)

La tregua flebile tra Azerbaigian e Armenia, il valore della pace per Usa e Ue (Formiche, 16 set)

L’aggressione dell’Azerbaigian all’Armenia minaccia la stabilità regionale (Notizie geopolitiche, 16 set)

Il dittatore azero Aliyev ha invaso l’Armenia. Parlare di “scontri di confine” è fake news (Korazym, 16 set)

Armenia. «Se Pashinian svende l’Artsakh all’Azerbaigian è peggio di Stalin» (Radio Maria, 16 set)

Attacco armeno in chiave panturkista. Teheran scende in campo (AGC news, 17 set)

Armenia: 150 morti e 2000 sfollati (PCL, 17 set)

Armenia sotto shock… (Pagine esteri, 17 set)

Conflitto tra Armenia e Azerbaigian: perché proprio in questo momento, perché questa volta è più preoccupante e c’entra anche la debolezza di Mosca (Valigia blu, 18 set)

Summit di Samarcanda, il gas che tutti vogliono e l’aggressione all’Armenia (Resegone online, 18 set)

Politici italiani che barattano l’Armenia per un pugno di soldi e di gas (Assadakah, 18 set)

Pelosi in Armenia per portare la linea dei democratici Usa (Formiche, 18 set)

«Dall’Ue sull’Armenia un “doppio standard” inaccettabile» (Il timone, 19 set)

Pelosi condanna l’attacco “illegale” dell’Azerbaigian all’Armenia (Euroactive, 19 set)

#NoiStiamoConArmenia L’Azerbajgian è un partner dell’Unione Europa inaffidabile, guerrafondaio e ingordo. I crimini di guerra (Korazym, 19 set)

Visita a Erevan: Pelosi sostiene gli armeni contro Baku (Asia news, 20 set)

La guerra in Karabakh non è mai finita (Osservatorio Balcani Caucaso, 20 set)

Armenia: l’Azerbaigian restituisce i cadaveri armeni ma li ridicolizza sui social (Il Primato nazionale, 20 set)

Blinken cerca la pace tra Armenia e Azerbaigian. La posta in gioco per gli Usa (Formiche, 20 set)

«Così l’Azerbaigian tortura, mutila e fa a pezzi i soldati armeni» (Tempi, 21 set)

Armenia-Azerbaijan: settembre 2022, tornano a parlare le armi (Osservatorio Balcani Caucaso, 21 set)

Nagorno Karabakh, un nuovo conflitto alle porte…? (L’Indipendente, 21 set)

Come la Russia legge il conflitto nel Nagorno-Karabakh (L’Indro, 21 set)

l cessate il fuoco violato dagli Azeri. Il discorso del Presidente azero a Berdzor… (Korazym, 22 set)

Non esiste solo la guerra in Ucraina: c’è un terribile conflitto di cui nessuno parla che sta dilaniando Armenia e Azerbaijan (Green Me, 22 set)

Nancy Pericolo pianta la Bandiera Usa sull’Armenia e il Caucaso ribolle (Remocontro, 22 set)

Onu, premier armeno accusa Azerbaigian di atrocità innominabili (Ansa, 23 set)

Crisi armeno-azera, le implicazioni in Nagorno Karabakh (Osservatorio Balcani Caucaso, 23 set)

L’Armenia aggredita in un silenzio assordante (Renovatio21, 23 set)

Armenia: geopolitica ad un bivio (L’Indro, 23 set)

L’esercito israeliano schierato in Azerbaigian al confine con l’Iran (Avia-pro, 24 set)

L’Italia arma la dittatura dell’Azerbaijan contro gli armeni (Assadakah, 25 set)

La Russia sta perdendo la presa sul Caucaso? (East journal, 26 set)

Non indicare l’Azerbajgian come l’aggressore aumenterà la sua aggressività contro l’Armenia e l’Artsakh (Korazym, 27 set)

L’altro fronte è lungo i confini riconosciuti di Armenia e Azerbaigian (Come don Chisciotte, 28 set)

Bruxelles non sacrifichi gli armeni in nome degli interessi energetici (Gariwo, 28 set)

L’Armenia denuncia nuovi attacchi al confine con l’Azerbaigian:tre morti (Aska news, 29 set)

L’alleato storico ha deluso l’Armenia, ma sostituirlo è difficile (Osservatorio Balcani Caucaso, 29 set)

Fino a quando Aliyev rimarrà impunito? (Korazym, 29 set)

Aliyev, chi è il dittatore azero (alleato dell’Italia)… (Today, 30 set)

Perché si parla ancora di Nagorno-Karabakh (Repubblica, 30 set)

 Primo Ministro armeno: «L’aggressione dell’Azerbaigian ha lo scopo di interrompere le riforme nelle forze armate armene e impedire la fornitura di armi all’Armenia» (Korazym, 30 set)


(29 set 22) AMBASCIATORI IN VISITA – Un gruppo di ambasciatori di Paesi esteri e rappresentanti di organizzazioni internazionali accreditate in Armenia si è recato in visita nella provincia di Gegharkunik per vedere i danni causati dalla recente aggressione militare azerbaigiana. Prima i diplomatici hanno visitato il villaggio di Sotk, dopo il villaggio di Kut, e quindi si è tenuta una sessione di domande e risposte con il vice capo di stato maggiore delle forze armate dell’Armenia nella città di Vardenis. Fra i Paesi partecipanti anche l’Italia.

(28 set 22) MORTI TRE SOLDATI ARMENI – A seguito dei bombardamenti azeri con colpi di mortaio in direzione di Jermuk, tre soldati delle forze armate dell’Armenia sono deceduti. Lo ha comunicato ufficialmente il ministero della Difesa. I militari caduti sono il tenente colonnello Nahapet Margaryan, il sergente Hovhannes Sukiasyan e il soldato Edward Hovhannisyan. “Il Ministero della Difesa della Repubblica di Armenia condivide il dolore della perdita e porge le condoglianze alle famiglie, agli amici e ai compagni dei soldati caduti“, ha affermato il ministero in un comunicato.

(28 set 22) VIOLAZIONI AZERE – A partire dalle 18 (ora locale), le forze armate azere hanno iniziato a sparare mortai e armi leggere di grosso calibro contro le posizioni armene sul lato orientale del confine dell’Armenia. Secondo il servizio stampa del ministero della Difesa di Yerevan, la parte armena ha fatto ricorso ad azioni di ritorsione. Fonti dell’Azerbaigian riferiscono che soldato azero è rimasto ferito.

(28 set 22) TROVATO VIVO SOLDATO ARMENO – Il soldato Samvel G. Antanyan, un militare delle forze armate armene che era disperso in azione dal 14 settembre dopo che l’Azerbaigian aveva lanciato l’attacco su larga scala contro l’Armenia, è stato trovato vivo. Lo ha comunicato il ministero della Difesa di Yerevan precisando che le condizioni di salute del militare sono soddisfacienti.

(27 set 22) PRIGIONIERI DI GUERRA – Nel corso di un convegno (“Il secondo anniversario della guerra: quali strumenti di diritto internazionale vengono implementati, cosa si può fare?”) un rappresentante degli interessi dei prigionieri di guerra armeni presso la CEDU, Siranush Sahakyan, ha dichiarato che al momento 156 prigionieri di guerra armeni sono stati rimpatriati grazie agli sforzi legali e politici, ma purtroppo ci sono ancora molte persone che sono detenute in Azerbaigian. “Naturalmente, un problema estremamente importante è che abbiamo circa 80 prigionieri di guerra, ufficialmente non accettati dalle autorità azere, che sono stati scomparsi con la forza durante questo periodo. Ufficialmente, il numero di prigionieri di guerra detenuti in Azerbaigian prima delle ostilità del 13 settembre era 33, ma nel dopoguerra si registrano già circa 20 nuovi casi di prigionia, la stragrande maggioranza è già stata confermata a livello ufficiale, ma siamo in attesa di risposte tramite la CEDU in un prossimo futuro, quindi potremo più chiaramente confermare le informazioni sulle persone catturate prigionieri di guerra durante gli ultimi incidenti“, ha detto Sahakyan.

(27 set 22) ANNIVERSARIO GUERRA – Ricordato in tutto lo Stato il secondo anniversario dell’inizio della guerra scatenata dall’Azerbaigian contro la repubblica del Nagorno Karabakh (Artsakh). Un minuto di raccoglimento è stato osservato in tutto il Paese alle ore undici (locali).
Il presidente della repubblica, Arayik Harutyunyan, accompagnato da un gruppo di alti funzionari, ha visitato il Parco dei combattenti per la libertà nella capitale Stepanakert e ha deposto fiori sulla targa in memoria dei caduti nei 44 giorni di guerra nel autunno 2020.
Successivamente, il Capo dello Stato, insieme a rappresentanti del clero, al terzo Presidente dell’Artsakh Bako Sahakyan e a funzionari del potere esecutivo e legislativo, ha preso parte alla processione della croce dedicata ai predetti caduti.

(26 set 22) AMBASCIATA BRITANNICA – In un commento dell’ambasciata britannica a Yerevan viene affermato che le forze armate devono ritirarsi nelle posizioni in cui si trovavano prima dello scoppio delle ostilità eche l’unico modo per risolvere il conflitto è attraverso la diplomazia.

(23 set 22) NUOVA PROVOCAZIONE AZERA – Verso le 19:30 (ora locale), una delle divisioni delle forze armate azere ha lanciato una provocazione, cercando di penetrare nella parte posteriore di una delle postazioni di combattimento armene situata nella direzione orientale del confine armeno-azero. Il Ministero della Difesa armeno ha comunicato che, grazie alle abili azioni dei reparti delle Forze armate armene, l’avversario è stato ricacciato nelle posizioni originarie senza perdite per la parte armena.

(23 set 22) PRIGIONIERI ARMENI – Funzionari della Croce Rossa Internazionale hanno visitato in Azerbaigian i soldati armeni catturati dieci giorni fa nel corso dell’attacco azero all’Armenia.

(23 set 22) BEGLARYAN CHIEDE SANZIONI – Se uno stato vuole davvero la pace e la stabilità in Armenia e cerca di prevenire la nuova aggressione dell’Azerbaigian e gravi violazioni del diritto internazionale, dovrebbe affermare chiaramente che imporrà sanzioni contro l’Azerbaigian in caso di attacco all’Armenia, ha scritto il ministro di Stato dell’Artsakh Artak Beglaryan su social media. “Con il sostegno incondizionato e l’impunità della Turchia per precedenti aggressioni e crimini, le autorità azere sentono di poter risolvere qualsiasi problema con la forza.”

(21 set 22) ALTRE MINACCE DI ALIYEV – Nel corso di una visita a Lachin (Berdzor) il presidente dell’Azerbaigian ha pronunciato un discorso molto violento nei confronti dell’Armenia minacciandola ancora una volta (“Ancora una volta voglio dire che nessuno e niente può fermarci.”). quanto ai confini ha dichiarato che siccome non erano presenti delimitazioni di frontiera (tra Armenia e territorio Artsakh ora sotto controllo azero) allora vuol dire che non c’è alcun confine e i suoi soldati possono tranquillamente avanzare sulla loro terra…

(21 set 22) INDIPENDENZA ARMENIA – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha diffuso un messaggio in occasione dell’anniversario del Giorno dell’Indipendenza dell’Armenia:
Oggi ricorre il 31° anniversario dell’Indipendenza della Repubblica di Armenia. Simboleggia la lealtà del popolo armeno ai valori universali e nazionali, il suo spirito amante della libertà e la volontà incrollabile di lottare per questi valori.
Una Patria forte, fiorente e sviluppata è il sogno caro di tutti gli armeni della Madre Armenia, dell’Artsakh e della Diaspora. E unirsi attorno a quel sogno è l’imperativo del giorno e l’unico modo giusto per tradurlo in vita: non abbiamo alternative. Oggi, gli armeni si trovano ancora una volta ad affrontare nuove serie sfide, che rappresentano una minaccia per lo Stato armeno, l’identità nazionale e il futuro. Il momento è cruciale per il nostro popolo e per il mondo armeno che ha una storia e una civiltà secolari.

Quindi, difendiamo tutti insieme, con determinazione e fermezza, pieni di fede e saggezza, sosteniamo lo Stato armeno indipendente, manteniamolo forte e inviolabile, per il bene della sacra memoria di tutti i nostri martiri e delle generazioni a venire. Pace e prosperità alla nostra Patria e al popolo!

(21 set 22) FORZA DI PACE RUSSA – I leader delle fazioni dell’Assemblea nazionale dell’Artsakh si sono incontrati con Andrey Volkov, il comandante delle truppe russe di mantenimento della pace in Artsakh. Sottolineando il ruolo della missione russa di mantenimento della pace nell’Artsakh nel garantire la stabilità nella regione, hanno discusso la situazione generale nonché gli sviluppi attuali e futuri nella regione. La discussione ha riguardato anche la situazione nella nuova rotta del corridoio di Lachin la cui sicurezza è stata ribadita dal comandante Volkov.

(20 set 22) INCONTRO A STEPANAKERT – Ruben Vardanyan, un noto uomo d’affari e imprenditore sociale, ha incontrato il secondo e il terzo presidente della Repubblica Artsakh, Arkady Ghukasyan e Bako Sahakyan. Durante l’incontro sono state affrontate questioni relative alle minacce alla madrepatria, alle sfide geopolitiche, alla sicurezza, alla conservazione dell’Artsakh armeno e al suo sviluppo.

(20 set 22) INCONTRO HARUTYUNYAN – Il presidente della repubblica Arayik Harutyunyan ha incontro il primo presidente dell’Armenia Levon Ter-Petrosyan nella residenza privata di quest’ultimo in Armenia. Secondo quanto riferisce un portavoce, sii sono scambiati opinioni sulla situazione attuale in Armenia e nell’Artsakh e sulle future linee di azione che ne deriveranno.

(20 set 22) CONSEGNATI ALTRI CORPI – L’Azerbaigian ha trasferito all’Armenia i corpi di 95 soldati armeni caduti in battaglia. Il numero di vittime armeni e persone scomparse a seguito dell’aggressione militare della scorsa settimana da parte della parte Azerbaijani ha raggiunto 207, tra cui 3 civili uccisi, 2 civili sono considerati dispersi, 293 militari e 3 civili sono stati feriti e 20 soldati sono stati fatti prigionieri di Azerbaigian. Il 17 settembre, il lato azero aveva consegnato i corpi di 32 soldati armeni caduti.

(19 set 22) INCONTRO MINISTRI ESTERI – Il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan e il ministro degli Esteri azerbaijani Jeyhun Bayramov si sono incontrati a New York con la mediazione del Segretario di stato degli Stati Uniti Antony Blinken. L’incontro è stato organizzato su iniziativa del Segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York a seguito dell’attacco su larga scala dell’Azerbaigian al territorio armeno.

(17 set 22) NUOVA MANIFESTAZIONE – Questa sera in piazza della Rinascita a Stepanakert, per la terza volta consecutiva, nuova manifestazione popolare con richiesta di chiarimenti sul futuro dell’Artsakh. Il presidente della repubblica Harutyunyan ha annunciato che rilascerà un video messaggio lunedì 19.

(17 set 22) PRIGIONIERI DI GUERRA – Sarebbero almeno dieci (o forse anche qualcuno di più) i prigionieri armeni in mano dell’Azerbaigian.Lo riferisce il rappresentante dell’Armenia alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.La parte armena aveva catturato un azero (vi abbiamo mostrato il video mentre era sottoposto a medicazioni) ma presumibilmente lo ha dovuto rilasciare: sembra infatti, come vi abbiamo scritto ieri, che gli azeri abbiano catturato un armeno della squdre di emergenza impegnate in un reciproco scambio di corpi e lo abbiano rilasciato in cambio del loro soldato.

(17 set 22) CORTE DI GIUSTIZIA – L’Armenia il prossimo 19 settembre farà partire una richiesta alla Corte di giustizia internazionale denunciando i crimini di guerra delle forze armate azere durante il loro attacco all’Armenia.

(17 set 22) SITUAZIONE – Secondo quanto riferisce il ministero della Difesa di Yerevan non sono stati segnalati cambiamenti nella notte sul teatro degli scontri. Ci sarebbero ancora uno o due gruppi di soldati azeri nel territorio armeno e sono in corso le ricerche per stanarli.

(16 set 22) BABAYAN IN ARTSAKH – Dal 15 il ministro degli Esteri dell’Artsakh, Davit Babayan, è negli Stati Uniti. Oggi ha visitato l’Ambasciata della Repubblica di Armenia a Washington e ha incontrato il personale dell’Ambasciata. Sono state discusse questioni relative agli sviluppi regionali, alla promozione degli interessi dell’Artsakh negli Stati Uniti e al consolidamento della trinità armena. Lo stesso giorno, il ministro ha avuto un incontro con la dirigenza dell’Assemblea armena d’America guidata dal direttore esecutivo Bryan Ardouny. È stata discussa un’ampia gamma di questioni relative alle relazioni tra patria e diaspora e ai recenti sviluppi regionali. Il ministro ha molto apprezzato il ruolo dell’Assemblea armena d’America nello sviluppo dell’Artsakh e nella promozione degli interessi del popolo dell’Artsakh. Agli incontri hanno partecipato il Vice Ministro dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport della Repubblica dell’Artsakh Lernik Hovhannisyan e il Rappresentante Permanente della Repubblica dell’Artsakh negli Stati Uniti e in Canada Robert Avetisyan.

(16 set 22) AGGIORNAMENTI – Il numero di vittime armene (ancora provvisorio) è salito a 135. Sono al momento 209 gli edifici civili danneggiati dall’attacco azero. * La missione di monitoraggio della CSTO è arrivata in Armenia per monitorare la situazione nella zona di aggressione dell’Azerbaigian. * Il soccorritore armeno scomparso a Nerkin Khand mentre era impegnato nelle operazioni di recupero e reciproca consegna dei corpi è stato catturato dagli azeri ed è stato scambiato con un militare azerbaigiano. *Il Capo di Stato Maggiore Generale delle Forze Armate della Repubblica di Armenia, Eduard Asryan, ha dichiarato che l’obiettivo dell’azione azera era conquistare la città di Martuni sulle sponde meridionali del Lago Sevan. * Sono 290 le abitazioni civili armene danneggiate.

(16 set 22) RISULTATI DELL’AZIONE AZERA – La città di Jermuk è la direzione in cui l’Azerbaigian ha avuto un certo successo a seguito dei suoi attacchi ed è penetrato nel territorio sovrano dell’Armenia, con un fronte largo 8,5 chilometri e profondo fino a 7,5 chilometri. Lo ha affermato Edvard Asryan, capo di stato maggiore delle forze armate armene, in un incontro tenutosi a Jermuk e con la partecipazione di ambasciatori di 30 paesi e rappresentanti di organizzazioni internazionali.
Questi raid sono stati effettuati in gruppi, squadre, alcune delle quali sono sotto il diretto controllo delle nostre divisioni, e anche nei blocchi. Attualmente, i gruppi dell’unità delle forze armate azere si trovano a 4,5 chilometri da Jermuk“, ha detto , aggiungendo che prima dell’inizio delle operazioni militari, l’avversario si trovava a 11-12 chilometri da Jermuk. “Nelle altre cinque direzioni, i successi delle unità delle forze armate dell’avversario non possono essere paragonati alle profondità di penetrazione in direzione di Jermuk, ma ci sono anche profondità di penetrazione di 1-2 km nelle direzioni, in direzione di Nerkin Hand [villaggio] , hanno guadagnato un certo vantaggio posizionale nella direzione dei [villaggi di] Shorzhas. In altre zone, siamo riusciti a respingere l’avversario. Nella direzione di Ishkhanasar [villaggio], hanno avuto successo di una profondità di circa la metà un chilometro“, ha aggiunto il capo di stato maggiore dell’esercito armeno.

(15 set 22) HARUTYUNYAN A YEREVAN – Il presidente dell’Artsakh ha partecipato alla riunione del Consiglio di sicurezza dell’Armenia. “Sono informato in dettaglio di tutte le discussioni internazionali tenute dalle autorità della RA [(Repubblica d’Armenia)] ad alto livello durante questo periodo sulla questione dell’Artsakh, poiché le consultazioni congiunte si svolgono regolarmente. Sottolineo che, secondo l’accordo raggiunto con le autorità RA, gli interessi e le opinioni del popolo della Repubblica dell’Artsakh devono essere assolutamente presi in considerazione in qualsiasi documento relativo all’Artsakh che deve essere firmato da loro. Dovrei aggiungere che fino ad ora non esiste nemmeno una bozza di documento in quel contesto“, ha dichiarato il presidente dell’Artsakh. “Nel mio discorso rivolto ai nostri colleghi di AR, ho letteralmente espresso tutte le nostre preoccupazioni, sottolineando che nessun documento può subordinare il diritto e le aspirazioni del nostro popolo a vivere libero e sovrano. Le autorità della Repubblica Armena hanno riaffermato che nessun documento relativo all’Artsakh sarà firmato senza discuterne con le autorità dell’Artsakh e tenendo conto dell’opinione del nostro popolo“, ha aggiunto il presidente dell’Artsakh.

(15 set 22) SITUAZIONE ARMENIA – La situazione nelle zone interessate dall’attacco azero è stata nella notte e per tutta la giornata relativamente calma. L’Armenia denuncia 191 case civili danneggiate (60 distrutte) a causa dei bombardamenti azeri. * Nella mattinata, una delegazione di partiti dell’Artsakh si è recata in Armenia per incontri politici. Ieri sera circolava voce di una richiesta di impeachment dell’opposizione nei confronti di Pashinyan; ma serviva il supporto di almeno 18 deputati di maggioranza e al momento non sembra raggiunto il quorum. * Il Catholikos Aram I, in Libano ha pronunciato forti parole sostenendo che “è imperativo intraprendere una resistenza popolare a livello nazionale”. * L’ex ombudsman dell’Armenia, Armen Tatoyan, ha dato il suo appoggio ai cittadini che protestavano ieri sera davanti al parlamento e in piazza della Repubblica. È l’uomo nuovo dell’Armenia intorno al quale l’opposizione potrebbe unirsi. Anche la ex Addetta Stampa del ministero degli Esteri, Anna Naghdalyan, si è schierata dalla parte dei manifestanti. * Il presidente dell’Artsakh ha partecipato a Yerevan a una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Armenia nel corso della quale è stata esclusa la firma su documenti interessanti l’Artsakh. * Il Capo del CSTO, gen. Zas, è arrivato a Yerevan. Malumore in molti ambienti politici armeni che ipotizzano l’uscita del Paese dall’organizzazione che non è intervenuta con prontezza per fermare l’attacco azero. * Riunito a New York il Consiglio di Sicurezza dell’Onu. La Francia chiede il rispetto dell’integrità territoriale dell’Armenia mentre l’Indi etichetta l’Azerbaigian come Paese aggressore. L’Armenia dal canto suo denuncia il bombardamento di insediamenti civili e in particolare della località turistica di Jermuk. Inoltre accusa l’Azerbaigian di preparare una nuova offensiva, questa volta dal Nakhchivan per occupare il corridoio del Syunik. * L’Iran ha ribadito che non accetterà alcuna modifica dei confini con l’Armenia.

(14 set 22) POLITICA ARMENA IN FERMENTO – Pashinyan non dovrebbe andare al vertice dell’Organizzazione di Shangai previsto a Samarcanda a caiusa della situazione in Armenia. Sembra invece confermato un incontro fra i ministri degli Esteri a fine mese. In parlamento il premier armeno ha ribadito che l’Armenia si è appellata al CSTO invocando l’art. 4 del trattato per il ripristino dell’integratà territoriale del Paese ed ha anche ventilato l’ipotesi che possa essere dichiarata la legge marziale. Rivolgendosi ai parlamentari il primo ministro ha confermato che nell’ultimo vertice trilaterale di Bruxelles l’Armenia ha presentato un nuovo pacchetto di proposte; ha altresì informato sul numero delle vittime accertate e sui guadagni territoriali del nemico (riferiti ulteriori dieci chilometri quadrati). A sorpresa (visto il momento) ha ribadito che vuole firmare un accordo di pace che riconosca l’integrità territoriale dell’Azerbaigian ma assicuri una pace definitiva all’Armenia. Nessuna specifica annotazione sul destino del Nagorno Karabakh. Fuori dal parlamento di Yerevan si sta raccogliendo una folla di manifestanti che chiede le sue dimissioni.

(14 set 22) PROSEGUONO GLI ATTACCHI AZERI – Nonostante un’annunciata tregua, sono ripresi gli attacchi azeri contro insediamenti della repubblica di Armenia. In particolare i bombardamenti anche con droni si sono concentrati in direzione di Jermuk e Sotk ma hanno interessato anche altre località. A verin Shorzha una trentina di abitazioni civili sono state danneggiate. Colpita nella zona anche una caserma che ospitava soldati russi della guardia di frontiera. Il premier armeno Pashinyan dichiara che le vittime armene accertate sono 105. In mattinata 30 feriti sono stati portati all’ospedale di kapan, 15 nella capitale.

(13 set 22) SITUAZIONE IN ARTSAKH – Ad oggi la situazione rimane calma e non sono segnalate particolari criticità lungo la linea di contatto. Tuttavia il ministero della Difesa di Stepanakert teme che l’Azerbaigian stia preparando il terreno per una nuova azione bellica.

(13 set 22) MESSAGGIO MINISTERO ESTERI ARTSAKH – Il Ministero degli Affari Esteri dell’Artsakh condanna fermamente le azioni aggressive scatenate dall’Azerbaigian contro la Repubblica di Armenia il 13 settembre, bombardando il territorio sovrano dell’Armenia e usando la forza. “Queste azioni sono una vivida manifestazione dell’odio armeno e della politica genocida, una grave violazione del diritto e delle norme internazionali. Invitiamo la comunità internazionale a condannare rigorosamente le azioni aggressive dell’Azerbaigian, astenendosi da appelli e valutazioni amorfi e senza indirizzo, e ad adottare misure appropriate contro l’aggressore. Esprimiamo le nostre condoglianze alle famiglie dei caduti e formuliano auguri di pronta guarigione ai feriti.

(13 set 22) ATTACCO ALL’ARMENIA – Poco dopo la mezzanotte ora locale l’Azerbaigian ha attaccato l’Armenia con pesanti cannoneggiamenti e bombardamenti su tutto il confine orientale. Presi di mira insediamenti civili e militari, colpite città e villaggi. Il Primo ministro Pashinyan (che ha telefonato a Macron, Putin e Blinken) ha riferito in mattinata in parlamento riportando la notizia di 49 caduti ma i soldati armeni uccisi potrebbero essere di più. L’Armenia ha chiesto l’intervento del CSTO per l’applicazione dell’accordo di mutua difesa e si è riunito il consiglio dell’organizzazione. Seduta anche urgente del Consiglio dell’Osce mentre la questione è stata sollevata tramite Armenia e Francia al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Votazione del parlamento europeo che chiede l’applicazione di sanzioni a carico dell’Azerbaigian. La tregua richiesta dalla Russia è durata solo poche ore e nel pomeriggio gli azeri hanno ripreso l’attività bellica.

(12 set 22) ISTITUITO IL CONSIGLIO PUBBLICO – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha firmato un decreto sull’istituzione di un Consiglio pubblico, è un organo consultivo, i cui membri saranno eletti ex gratia (volontari) su base pubblica. Secondo il decreto, è stato approvato lo statuto del Consiglio e sono stati nominati 8 membri, che organizzeranno il processo di elezione degli altri 17 membri della struttura nei termini previsti dallo statuto del Consiglio. Il decreto entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione ufficiale e resta in vigore fino alla fine del mandato del Presidente ad interim della Repubblica dell’Artsakh.

(12 set 22) AIUTI USA PER LO SMINAMENTO – Gli Stati Uniti hanno stanziato 2 milioni di dollari per lo sminamento nella zona di conflitto del Nagorno-Karabakh (Artsakh) secondo quanto annunciato dal Dipartimento di Stato. “Per promuovere la pace e la cooperazione regionale, gli Stati Uniti sono lieti di annunciare 2.000.000 di dollari per operazioni di sminamento umanitario nelle aree colpite dagli intensi combattimenti dell’autunno 2020 tra le forze armene e azere nel Caucaso meridionale. Le mine antiuomo e gli ordigni inesplosi nella zona del conflitto continuano a uccidere e mutilare i civili, bloccare lo sviluppo economico e impedire il ritorno sicuro delle comunità sfollate“, si legge in una nota dei media del Dipartimento di Stato.

(12 set 22) KARABAK TELECOM – Il termine di validità per l’utilizzo delle radiofrequenze dell’operatore di telefonia dell’Artsakh è stato prorogato a tutto il 2031 dalla Commissione statale dell’Artsakh per la regolamentazione dei servizi pubblici e della concorrenza economica.

(12 set 22) SPARI AZERI – Nella notte e nella mattinata colpi di arma da fuoco sono stati indirizzati da postazioni azere contro i villaggi di Karmir Shouka e Taghavard. colpite alcune abitazioni ma nessun ferito.

(9 set 22) INTERROGATI I SOLDATI RILASCIATI – I cinque detenuti armeni che sono stati rimpatriati dall’Azerbaigian ieri sono stati interrogati oggi presso il Dipartimento Generale Investigativo Militare del Comitato Investigativo dell’Armenia. Questa informazione è stata confermata da Vardan Tadevosyan, addetto stampa del Comitato Investigativo dell’Armenia. Intanto, giunge dal presidente della Commissione europea, Charles Michel, una nota di soddisfazione per il rilascio dei prigionieri di guerra dopo il vertice trilaterale del 31 agosto scorso a Bruxelles.

(9 set 22) RIFORME COSTITUZIONALI – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha convocato una consultazione di lavoro sul progetto di riforma costituzionale che è stato discusso in questa riunione con la partecipazione dei rappresentanti delle forze parlamentari dell’Artsakh.

(8 set 22) RILASCIATI CINQUE PRIGIONIERI ARMENI – Dopo le voci diffusesi nella giornata relative a uno “sconto” di pena per quattro prigionieri di guerra armeni, in serata il Consiglio di sicurezza dell’Armenia ha confermato il rilascio di cinque compatrioti. Si tratta di: Martin Aghramanya , nato il 28.05.1996 (Gyumri), Ashot Gevorgyan, nato il 30. 06.1998 (Gyumri), Feliks Grigoryan, nato il 23.12.1996 (Gyumri), Varazdat Manukyan, nato il 07.07.1990 (Gyumri), Edik Hovsepyan, nato il 02.08.1999 (Van).

(6 set 22) EX MINISTRO DIFESA – Parlamentari dell’Assemblea nazionale di Artsakh hanno presentato una petizione al procuratore generale Artur Davtyan e al presidente Argishti Kyaramyan del Comitato investigativo dell’Armenia, con una richiesta di rivedere la misura di arresto preventiva applicata a Mikayel Arzumanyan—ex ministro della Difesa dell’Artsakh, ex comandante dell’esercito della difesa e consigliere capo del presidente dell’Artsakh, e di commutarlo in una misura cautelare diversa dall’arresto. Arzumanyan era stato arrestato il 30 agosto scorso con l’accusa di negligenza nella difesa della città dell’Artsakh di Shushi e delle regioni adiacenti, durante la guerra di 44 giorni. In particolare, tra le accuse mosse all’ex ministro c’è quella di aver ordinato una ritirata ai soldati armeni che avevano appena conquistato la collina di Arega. Il periodo di detenzione cautelare di Arzumanyan era scaduto il 31 agosto ed era stato rilasciato ma il 1 settembre è stato rinviato in custodia cautelare con un’ingiunzione del tribunale.

(6 set 22) UCCISO SOLDATO ARMENO – Secondo quanto riferisce il ministero della Difesa di Yerevan, ieri sera, il soldato di leva, il sergente minore Arman Sargsyan (nato nel 2002) ha riportato una ferita mortale da arma da fuoco in una postazione di combattimento armena situata nella parte orientale della zona di confine tra Armenia e Azerbaigian. Il giovane militare è stato raggiunto da un colpo sparato dall’Azerbaigian.

(5 set 22) SMENTITE CESSIONI DI TERRITORIO – Il Centro informazioni di Artsakh ha diramato un messaggio, smentendo le voci che circolano sui social network secondo cui c’è un accordo con l’Azerbaigian sulla consegna della comunità Ivanyan di Askeran e del distretto di Ajapnyak della città di Stepanakert. “Le autorità dell’Artsakh non stanno portando avanti alcun negoziato sulla consegna della comunità Ivanyan e del distretto Ajapnyak di Stepanakert, o di qualsiasi altro insediamento della Repubblica dell’Artsakh. Al contrario, le autorità stanno lavorando 24 ore su 24 per sviluppare e avviare soluzioni a lungo termine e fondamentali per migliorare il sostentamento dei residenti di queste e di tutte le altre comunità. Chiediamo a tutti di astenersi dal diffondere questo o qualsiasi altro tipo di disinformazione perché così facendo si contribuisce ai piani del nemico“, si legge nella nota.

(4 set 22) RIUNIONE AL MINISTERO DIFESA – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha visitato il Ministero della Difesa della Repubblica dell’Artsakh e ha tenuto un incontro di servizio con il personale di comando superiore dell’esercito di difesa. Sono state discusse le opere realizzate nell’ambito della difesa. Il ministro della Difesa, comandante dell’esercito di difesa Kamo Vardanyan, ha presentato un rapporto sulla situazione operativa sulla linea di contatto. Il Capo dello Stato ha accennato ai compiti e ai piani imminenti e ha dato una serie di ordini e istruzioni agli ufficiali dell’esercito.

(4 set 22) AUTO AZERE SU NUOVA STRADA – Il passaggio di veicoli azeri attraverso la nuova rotta lungo il corridoio che collega l’Artsakh con l’Armenia è dovuto alla partecipazione al trasferimento delle basi del contingente di mantenimento della pace russo di stanza sulla precedente rotta e al ricollocamento sulla nuova rotta, concordato anche con le autorità dell’Artsakh. Lo ha riferito l’ufficio del Consiglio di sicurezza nazionale dell’Artsakh.

(2 set 22) CORTEO A STEPANAKERT – Un imponente corteo ha sfilato per le vie centrali di Stepanakert. La marcia, iniziata alle 18 ora locale da piazza della Libertà, è terminata in piazza della Rinascita. I deputati del parlamento del Karabakh hanno guidato la processione ed erano presenti rappresentanti dei blocchi di opposizione “Armenia” e “Ho onore”. Un gruppo di giovani ha portato la bandiera del Karabakh davanti alla colonna. La processione è stata accompagnata da canti sul Karabakh. I cittadini hanno assistito alla processione dalle loro case e negozi mentre sventolavano bandiere. Durante la marcia sono stati ascoltati appelli all’unità e alla lotta ma anche slogan contro il premier armeno Pashinyan.

(2 set 22) ANCHE EX MINISTRO DIFESA SOTTO INCHIESTA – L’ex comandante dell’esercito di difesa dell’Artsakh Jalal Harutyunyan è accusato di atteggiamento negligente nei confronti dei suoi doveri ufficiali, che ha causato gravi conseguenze: enormi perdite di manodopera e equipaggiamento militare, posizioni. Lo afferma il rapporto del Comitato Investigativo dell’Armenia che ha focalizzato l’attenzione su alcune operazioni militari durante la guerra mal pianificate e condotte. Harutyunyan aveva lasciato il comando il 26 ottobre a causa delle gravi ferite subite in un attacco nemico. Il suo posto era stato rilevato da Mikayel Arzumanyan anche lui recentemente finito sotto inchiesta (e arrestato per alcune ore) in relazione alla caduta di Shushi.

(2 set 22) NUOVE CASE AGLI SFOLLATI – 95 famiglie sfollate dai villaggi di Sghnagh, Moshkhmhat, Madatashen e Jraghatsner della regione di Askeran hanno ricevuto una nuova casa costruita nell’area amministrativa della comunità di Astghashen. L’assegnazione degli immobili è avvenuta per estrazione a sorte. Il ministro di Stato dell’Artsakh Artak Beglaryan nel corso della cerimonia ha affermato che è molto significativo che la stessa si svolga nel giorno della Repubblica dell’Artsakh durante il difficile periodo del dopoguerra. “Oltre 136 case vengono costruite qui con fondi statali. Anche diverse dozzine di altre famiglie riceveranno presto nuove case qui. Stiamo costruendo il multiplo di ciò che è stato perso per mantenere l’Artsakh armeno con la nostra vita, esistenza e creazioni“, ha affermato.

(2 set 22) MESSAGGIO ESTERI ARMENIA – In occasione del 31° anniversario del Giorno dell’indipendenza, il ministero degli Esteri dell’Armenia ha rilasciato un comunicato: “(…) Contrariamente alle continue affermazioni delle autorità dell’Azerbaigian secondo cui il conflitto del Nagorno Karabakh e l’unità territoriale del Nagorno Karabakh non esistono più, è un dato di fatto che circa centoventimila armeni continuano a vivere nel Nagorno Karabakh, e come un membro della comunità internazionale, hanno diritti uguali e inalienabili e il conflitto non può essere considerato risolto finché non vengono affrontate le esigenze fondamentali degli armeni dell’Artsakh.
Garantire la sicurezza e i diritti della popolazione armena del Nagorno Karabakh nonché una risoluzione globale e duratura del conflitto del Nagorno Karabakh utilizzando l’esperienza e il potenziale della Copresidenza del Gruppo di Minsk dell’OSCE, continuano a essere una pietra miliare per il raggiungimento della stabilità e pace nel Caucaso meridionale. La Repubblica di Armenia continua a impegnarsi a fornire tutte le condizioni necessarie per la vita sicura del popolo dell’Artsakh nella sua patria”.

(2 set 22) MESSAGGIO DI KOCHARYAN – Il secondo presidente dell’Armenia, Robert Kocharyan, ha emesso un messaggio di congratulazioni per il 31° anniversario del Giorno dell’Indipendenza dell’Artsakh. “Gli armeni di Artsakh hanno ripetutamente dimostrato di essere in grado di consolidare le loro forze, concentrare e registrare vittorie storiche anche in situazioni apparentemente senza speranza. Oggi, come 31 anni fa, è necessario fare il possibile e l’impossibile per difendere l’indipendenza dell’Artsakh“.

(2 set 22) MESSAGGIO DI PASHINYAN – Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha emesso un messaggio di congratulazioni per il 31° anniversario della proclamazione della Repubblica dell’Artsakh: “(…) Tutte le affermazioni sulla non esistenza del Nagorno-Karabakh come unità territoriale e sulla risoluzione della questione del Nagorno-Karabakh sono irrilevanti, a meno che non vengano affrontate irrevocabilmente le questioni della sicurezza e della protezione dei diritti degli armeni dell’Artsakh e, di conseguenza, la questione del status del Nagorno-Karabakh, in merito al quale la Co-presidenza del Gruppo OSCE di Minsk ha un mandato approvato dalla comunità internazionale che non è mai stato revocato.
La comunità internazionale è obbligata a compiere sforzi per affrontare i problemi umanitari causati dai 44 giorni di guerra e per impedire l’attuazione della politica di pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh. La Repubblica di Armenia continuerà a sostenere il mantenimento di una vita normale nel Nagorno-Karabakh, la sicurezza e la protezione dei diritti umani. Oggi esprimiamo il nostro apprezzamento alla Persona che incarna il Nagorno-Karabakh e il nostro compito è garantire attraverso mezzi pacifici e civili, attraverso negoziati il ​​suo diritto inalienabile a vivere e creare pacificamente.(…)

(2 set 22) DURO MESSAGGIO DI SARGSYAN – In occasione della festa della Repubblica, il terzo presidente dell’Armenia Serzh Sargsyan (nativo del Karabakh) ha rilasciato un duro comunicato contro il governo di Yerevan. “Oggi non ci saranno le tradizionali congratulazioni, fuochi d’artificio festivi o gioia attesa in Artsakh come è stato per molti anni fa perché l’indipendenza di Artsakh è in pericolo. L’Artsakh, che per tre decenni è stato salvaguardato e amato dagli sforzi dell’intera nazione armena, ha subito un duro colpo alle spalle e ora una parte considerevole del territorio della Repubblica vittoriosa, indipendente, dignitosa e avanzante è stata consegnata al nemico.
E finché i traditori amanti della pace apriranno le nostre porte al nemico e lo faranno a nome del popolo in Armenia e in Artsakh e faranno accordi alle spalle di quella stessa gente, condurranno negoziati e rappresenteranno il nostro paese, minacce per Artsakh e l’Armenia , che un tempo era il garante della sicurezza di Artsakh, diventerà più raccapricciante di giorno in giorno.
Solo l’allontanamento di coloro che minano il nostro Stato e mettono a repentaglio l’esistenza stessa della nostra nazione può darci la possibilità di estrarre il Paese da questa situazione pericolosa, può consentire di condurre dignitosamente i negoziati e normalizzare i rapporti con i partner. L’incapacità di comprendere questa semplice verità sarà fondamentale sia per la Repubblica di Artsakh che per la
Repubblica di Armenia.” (…)

(2 set 22) CERIMONIE UFFICIALI – In occasione della Giornata dell’Indipendenza dell’Artsakh, il presidente Arayik Harutyunyan, insieme al terzo presidente Bako Sahakyan, ha visitato il memoriale e il Pantheon militare di Stepanakert e ha deposto una corona di fiori e una corona di fiori sulle tombe dei combattenti per la libertà che sono morti per l’indipendenza e la libertà dell’Artsakh. Alla cerimonia ufficiale hanno partecipato anche il primate della diocesi di Artsakh della Chiesa apostolica armena, il vescovo Vrtanesh Abrahamyan, alti funzionari dell’Artsakh, rappresentanti dello Stato maggiore del comando supremo dell’esercito di difesa e ospiti dall’Armenia

(2 set 22) GIORNATA DELLA REPUBBLICA – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha emesso un messaggio in occasione della Giornata della Repubblica dell’Artsakh.
Cari compatrioti, il 2 settembre 1991 ha preso il suo posto nella storia armena come un giorno importante e decisivo. La sessione congiunta dei Consigli dei Deputati del Popolo del Distretto Autonomo del Nagorno-Karabakh e della Regione di Shahumyan ha adottato la Dichiarazione di Indipendenza della Repubblica dell’Artsakh, annunciando al mondo la formazione della seconda repubblica armena. Il momento era storico, la decisione del popolo di vivere liberamente e autonomamente era inviolabile, la volontà – incrollabile, lo spirito – invincibile. Tuttavia, il nostro modo di costruire uno stato democratico conforme alle norme e agli standard del diritto internazionale è stato pieno di difficoltà e prove indescrivibili.
Le ostilità di 44 giorni del 2020 sono diventate un nuovo disastro per il popolo armeno, portando via la vita di migliaia dei nostri figli coraggiosi e mutilando numerosi destini. Siamo grati a tutti i martiri che hanno sacrificato la loro vita per l’indipendenza della Patria e l’esistenza dignitosa del popolo armeno. Chiniamo la testa alla loro brillante memoria e ai loro orgogliosi parenti.
Oggi la comunicazione con Madre Armenia avviene attraverso una nuova via del “Corridoio Lachin”, la cui sicurezza è assicurata dalle forze di pace della Federazione Russa insieme alle strutture competenti della nostra Repubblica. Siamo profondamente grati a tutti i nostri compatrioti che vivono in Armenia e nella diaspora per il costante sostegno, siamo grati alla Federazione Russa per la missione intrapresa in Artsakh, siamo anche grati a tutti quegli stati, politici e personaggi pubblici che sono stati dal nostro fianco a fianco per tutti questi anni, rimanendo fedele
ai valori universali di giustizia, umanità e democrazia.
Anche 31 anni dopo, il popolo di Artsakh dichiara con fermezza e decisione che, nonostante tutte le prove del tempo, è fedele alla sua decisione, è fedele al percorso che ha scelto, che è irreversibile e coerente. Artsakh dovrebbe sempre rimanere fermo, essere armeno e continuare il suo percorso verso l’indipendenza”.

(1 set 22) PRIMA CAMPANELLA – Primo giorno di scuola in tutto l’Artsakh. Il presidente della repubblica, Arayik Harutyunyan, con la first lady Kristina Harutyunyan, ha visitato il complesso educativo italo-armeno “Antonia Arslan” nella capitale Stepanakert e ha partecipato alla cerimonia della Prima Campanella della scuola.

Il rifiuto degli ambasciatori Usa e Francia a Baku di recarsi in visita nella città armena occupata di Shushi ha provocato l’irritazione del regime di Aliyev che tramite un suo portavoce ha detto che questa scelta è un insulto all’integrità territoriale dell’Azerbaigian.

Di contro, la decisione dei diplomtaici dei due Paesi co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’Osce è stata accolta positivamente dall’Assemblea nazionale di Stepanakert.

Il ministro degli Esteri dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) David Babayan a sua volta ha accolto con favore questa rinuncia (che peraltro non aveva fatto l’ambasciatore dell’altro Paese co-presidente, la Russia) e la considera un importante passo politico e umanitario sottolineando altresì il perdurante tentativo azero di distruggere l’azione del Gruppo di Minsk.

Tuttavia, le ragioni delle azioni dell’Azerbaigian per sciogliere il Gruppo di Minsk risiedono altrove. La ragione principale dell’interesse di Baku per il crollo del Gruppo di Minsk dell’Osce, e, in particolare, dell’istituzione della co-presidenza di questo gruppo, è che attraverso questo l’Azerbaigian sta cercando di distruggere lo status diplomatico internazionale de facto e de jure di Artsakh, che è una parte riconosciuta del conflitto azerbaigiano-karabako e del processo negoziale.
E la maggior parte dei documenti, delle dichiarazioni e degli altri atti politici e legali pertinenti rientrano nella sfera di attività del gruppo di Minsk e del processo di Minsk.
Lo scioglimento del Gruppo di Minsk e la co-presidenza di questo gruppo, secondo la logica di Baku, dovrebbe di fatto livellare lo status diplomatico internazionale de facto e de jure dell’Artsakh.

Qui Baku e Ankara agiscono insieme, facendo ogni possibile uso delle contraddizioni tra la Russia e l’Occidente, che tocca anche l’attività della co-presidenza del Gruppo di Minsk. Ma questo flirt emotivo, attraverso il quale l’alleanza azerbaigiana-turca sta cercando di ingannare la Russia, è naturalmente tattico e temporaneo nella sua natura.
È abbastanza ovvio che sia la Turchia che l’Azerbaigian stanno facendo tutto il possibile per minare la missione russa di mantenimento della pace nell’Artsakh, ben sapendo che con il ritiro della Russia, anche l’Artsakh sarà distrutto, la distruzione dell’Artsakh a sua volta porterà a cambiamenti geopolitici tettonici nel Transcaucaso e nei vasti spazi geopolitici adiacenti, che creerà minacce esistenziali per un certo numero di Paesi, in primo luogo per la Russia. Ciò rappresenta una minaccia, tra l’altro, anche per l’Occidente, solo a lungo termine.

È anche possibile che una tale politica massimalista di Baku miri anche a questo tipo di ricatto per ottenere l’inclusione della Turchia nei Paesi co-presidenti del gruppo di Minsk come una sorta di compensazione per Baku per ammorbidire la sua posizione dura.

Sono fiducioso che questa e molte altre cose siano ben comprese a Mosca, Washington e Parigi. È anche ovvio che il Gruppo di Minsk dell’Osce e la sua attuale co-presidenza non hanno ancora alternative” ha dichiarato Babayan.

Le cinque forze politiche rappresentate nell’Assemblea nazionale dell’Artsakh hanno rilasciato una dichiarazione congiunta.

Dal 1 agosto, le forze armate dell’Azerbaigian hanno fatto ricorso ad azioni militari provocatorie in vari tratti della linea di contatto tra Artsakh e l’Azerbaigian, a seguito delle quali ci sono vittime e feriti. Le fazioni dell’Assemblea nazionale armena considerano le ripetute aggressioni dell’Azerbaigian una grave violazione del cessate il fuoco del novembre 2020, che mira a continuare la politica di odio contro gli armeni e creare panico nell’Artsakh.
L’Azerbaigian accusa regolarmente l’Armenia e la Russia di non aver rispettato gli accordi trilaterali del 9 novembre, quando è lo stesso Azerbaigian a non aver rispettato quasi nessun punto di tale dichiarazione. Tale comportamento non è nuovo per noi.
L’Azerbaigian ha sempre perseguito una politica di pulizia etnica e di deportazione, violando costantemente gli interessi vitali e i diritti dei cittadini della Repubblica dell’Artsakh.
Eventi recenti, vittime e feriti dimostrano ancora una volta che la pacifica convivenza all’interno dell’Azerbaigian è impossibile per l’Artsakh.
La pace è il valore più alto, ma non c’è pace sotto la minaccia della forza, con il continuo calpestamento dei diritti umani e della dignità. Durante la guerra di 44 giorni nel 2020, abbiamo assistito al silenzio della comunità internazionale e durante questo periodo tutti i crimini commessi contro il popolo dell’Artsakh non sono stati adeguatamente condannati, per cui l’Azerbaigian continua ad ampliare la scala dell’aggressione.

  • Invitiamo i parlamenti di diversi Paesi e tutte le organizzazioni internazionali a condannare fermamente le recenti azioni dell’Azerbaigian e ad adottare misure pratiche per prevenire nuovi crimini.
  • Chiediamo alle forze di pace russe di svolgere tutte le azioni necessarie per garantire la stabilità della linea di contatto.

Chinando il capo davanti a tutte le vittime della lotta di liberazione dell’Artsakh, riaffermiamo il diritto del nostro popolo a uno stato libero e indipendente come unica garanzia di una vita sicura“.

Patria libera – Alleanza UCA

Partito della Patria Unita

Partito della Giustizia

Federazione Rivoluzionaria Armena

Partito Democratico dell’Artsakh