Tag Archivio per: Azerbaigian

La nuova strategia di Erdogan per “conquistare” gli armeni (Tempi, 1 nov)

Dichiarazione russa in occasione dell’anniversario della firma trilaterale del cessate il fuoco del 9 novembre 2020 in Artsakh (Korazym, 7 nov)

L’Azerbaigian festeggia la vittoria in guerra uccidendo i civili armeni (Tempi, 9 nov)

Le due facce dell’atteggiamento turco (Difesa online, 9 nov)

Artsakh – “Non faremo mai parte dell’Azerbaijan” (Assadakah, 9 nov)

Nagorno Karabakh, ad un anno dalla guerra (Osservatorio Balcani Caucaso, 10 nov)

Un anno dopo la guerra in Karabakh (Osservatorio Balcani Caucaso, 11 nov)

La narrazione agit-prop della diplomazia azera, alla luce delle parole di odio contro gli Armeni dell’arrogante dittatore guerrafondaio, ad un anno dalla fine della sua guerra contro l’Artsakh (Korazym, 16 nov)

In atto un’operazione turco-azera per annientare l’Armenia e l’Artsakh. Oggi nuova aggressione sul territorio armeno. Assordante silenzio dell’Unione Europea disinteressata (Korazym, 16 nov)

Azerbaigian-Armenia: fonti Telegram, forze Baku penetrate nelle alture autostrada Erevan-Goris (Nova, 16 nov)

Nagorno Karabakh. Il punto di vista dell’ambasciatore armeno in Vaticano (Il faro di Roma, 16 nov)

Armenia e Azerbaigian. Scontri e morti al confine: Erevan chiede intervento Russia (L’antidiplomatico, 16 nov)

L’Armenia invoca il Trattato Armeno-Russo per far cessare le aggressioni azere al confine (Assadakah, 16 nov)

Nagorno-Karabakh, la tregua dopo la pericolosa scintilla (Vatican news, 17 nov)

Dopo aver occupato 2/3 dell’Artsakh, esercitazioni di invasione azera in Armenia. L’alleato del turco Erdogan, l’azero Aliyev sogna nuove conquiste. Solo la Russia difende l’Armenia cristiana (Korazym, 17 nov)

Armenia: 15 militari uccisi negli scontri con le forze azere nel conflitto per il Nagorno Karabakh. Collegamento con Mariano Giustino da Ankara (Radio radicale, 17 nov, collegamento audio)

Nagorno Karabakh: nuovi scontri fanno temere una’ltra guerra (Eastjournal, 17 nov)

L’Azerbaigian invade l’Armenia. «Come può l’Occidente restare a guardare?» (Tempi, 18 nov)

Duri scontri tra Azerbaigian e Armenia, ma i conti non tornano (il manifesto, 18 nov)

L’Armenia vuole la pace ma l’Azerbaijan vuole l’Armenia (Assadakah, 18 nov)

Cosa si nasconde dietro il conflitto tra Armenia e Azerbaijan (In terris, 18 nov)

Armenia-Azerbaijan: si torna a sparare (Osservatorio Balcani Caucaso, 19 nov)

Venti di guerra nel Caucaso. Non più solo l’Artsakh (Nagorno-Karabakh) ma l’Armenia nel mirino azero-turco. Verso il disastro (Korazym, 19 nov)

Guerra tra Armenia e Azerbaigian: ecco cosa sta succedendo (Il primato nazionale, 19 nov)

Tensioni Armenia-Azerbaigian, incontro tra Aliyev e Pashinyan fissato a Bruxelles il 15 dicembre (Sputnik, 19 nov)

L’Ambasciatore Armeno replica alle dichiarazioni dell’Ambasciatore dell’Azerbaigian in Vaticano (Vivere Roma, 19 nov)

Cosa succede ai confini? Mosca e la questione della Transcaucasia (Sputnik, 22 nov)

Armenia e Azerbaijan, il valzer dei (mancati) incontri (Osservatorio Balcani Caucaso, 25 nov)

Perchè gli USA dovrebbero ripensare l’alleanza con la Turchia (L’Indro, 25 nov)

A Sochi colloqui su iniziativa del Presidente russo tra Russia, Armenia e Azerbajgian (Korazym, 26 nov)

Accordo a Sochi ieri tra Russia, Armenia e Azerbajgian di procedere con la definizione del confine azero-armeno e di sbloccare i collegamenti economici e viari nel Caucaso meridionale (Korazym, 27 nov)

Cosa ha prodotto il vertice di Sochi tra Russia, Azerbajgian e Armenia? Al vaglio della Corte Europea il coinvolgimento di mercenari siriani nella guerra dell’Azerbajgian contro l’Artsakh (Korazym, 29 nov)

Il dialogo tra Armenia e Azerbaigian riparte da Sochi (East journal, 29 nov)

Il Difensore civico dell’Artsakh denuncia le violazioni di natura sistematica dei diritti fondamentali degli Armeni da parte dell’Azerbajgian. A Berlino protestano le associazioni tedesco-armene (Korazym, 30 nov)

L’indifferenza della comunità internazionale nei confronti di Artsakh mette seriamente a repentaglio il significato pratico dell’agenda sui diritti umani. Il Difensore civico dell’Artsakh, Gegham Stepanyan, ha rilasciato una nota in merito all’attacco azero contro una postazione armena la sera del 14 ottobre che ha provocato sei feriti (uno dei quali ancora in serie condizioni ma non in pericolo di vita).


“Gli incidenti registrati dimostrano ancora una volta il comportamento aggressivo e impudente della parte azera, la sua intenzione di usare la forza, con tutti i mezzi, per interrompere la vita normale in Artsakh, sfrattare gli armeni e pulire etnicamente gli armeni dell’Artsakh.
È interessante notare che le forze armate azere hanno preso di mira direttamente quelle posizioni dell’Esercito di Difesa di Artsakh che si trovano a pochi metri dagli insediamenti civili di Nor Shen.
Ciò dimostra che i militari armeni svolgono esclusivamente la funzione di proteggere il diritto alla vita e alla salute della popolazione civile, mentre le postazioni militari azere situate vicino ai nostri insediamenti pacifici rappresentano una minaccia diretta a causa del loro comportamento aggressivo. La loro rimozione immediata è indispensabile per tutelare i diritti della popolazione civile, in particolare il diritto alla vita.

Allo stesso tempo, le forze di pace russe dispiegate in Artsakh e i mediatori internazionali non dovrebbero avere la funzione di registrare post factum gli incidenti, ma dovrebbero svolgere l’autorità e la responsabilità di investigare adeguatamente sugli incidenti e prevenire il loro ripetersi.
Per questo motivo, dal punto di vista del vero mantenimento della pace, è fondamentale la presenza permanente dei peacekeeper russi in tutte le comunità confinanti di Artsakh.

Gli incidenti registrati sono un’altra prova del fatto che le tesi azere sulla convivenza pacifica sono false, mancano di obiettivi reali in quella direzione, volti a gettare fumo negli occhi della comunità internazionale e delle parti interessate alla soluzione del conflitto azero-Karabakh .
Le dichiarazioni dell’Azerbaigian sulla coesistenza pacifica non sono altro che parole vuote che coprono l’agenda anti-armena e fascista dell’Azerbaigian.

Le organizzazioni internazionali, i singoli stati dovrebbero guardare con gli occhi aperti alla situazione attuale, ai veri obiettivi e alle azioni delle parti che non si arrenderanno alle manipolazioni dell’Azerbaigian.
La loro indifferenza alla fine manda in frantumi l’agenda internazionale della protezione dei diritti umani, ne mette a repentaglio il significato pratico, trasformandola in un bel mucchio di parole senza un reale desiderio e determinazione a proteggerla”.

(traduzione e grassetto redazionale. Nella foto, il Ministro di Stato dell’Artsakh visita i feriti in ospedale)

       

Ieri, 10 ottobre, era il primo triste anniversario della presa di Hadrut da parte delle forze di occupazione azera.

Il dittatore Aliyev in un discorso ha giustificato la conquista della cittadina (che faceva parte della regione autonoma del Nagorno Karabakh in epoca sovietica) affermando che gli armeni lì erano arrivati solo nel 19° secolo. Il solito motivetto per giustificare la politica guerrafondaia e le (infondate) pretese azere. Prima o poi si scoprirà da quale parte dell’universo gli armeni sono arrivati…

La perdita di Hadrut fa molto male al popolo dell’Artsakh, agli armeni di ogni parte del mondo e a tutti coloro che sono vicini a questa piccola repubblica. Hadrut era un centro vitale, la sua provincia era ricca di risorse culturali, storiche ed economiche.

Siamo andati a ripercorrere le tristi pagine di un anno fa (le trovate nel notiziario del nostro sito). Lo stesso 10 ottobre il presidente Harutyunyan, per smentire le voci della cattura della città, si era recato ad Hadrut in visita ai soldati della difesa. Poche ore prima, un drappello di azeri era riuscito a entrare nel capoluogo e mostrare un video di pochi secondi per giustificare la presa della città. In occasione della scorribanda non avevano esitato ad ammazzare una anziana donna e il suo figlio disabile.

Dunque, il presidente dell’Artsakh quella mattina del 10 ottobre (era un sabato), si recò sul posto anche per smentire la propaganda azera. Ma poi la forza d’urto del nemico ha fatto capitolare la città. Era il quattordicesimo giorno di guerra: era stata dichiarata una tregua fra le parti alle ore 12 di quel sabato 10 ottobre. Ma le forze dell’Azerbaigian, proprio a ridosso della scadenza, avevano intensificato ancor di più l’azione per cercare di guadagnare ulteriore terreno. E probabilmente (visto che le tregue nella guerra dei 44 giorni sono durate il tempo di un battito di ciglia) hanno immediatamente approfittato dopo mezzogiorno di un attimo di pausa da parte dei soldati armeni per sferrare il colpo decisivo alla cittadina.

Ora Hadrut è in mano loro, sotto occupazione nemica. Nonostante le panzanate di Aliyev, Hadrut era e rimarrà sempre armena. E, prima o poi, la ritroveremo sotto la bandiera dell’Artsakh!
ONORE AD HADRUT, ONORE AI SUOI EROI

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LA DICHIARAZIONE DELL’OMBUDSMAN DELL’ARTSAKH

Gegham Stepanyan, il difensore civico per i diritti umani dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh), ha rilasciato una dichiarazione a un anno dall’occupazione della città di Hadrut da parte delle forze armate azere.

Gli insediamenti della regione di Hadrut della Repubblica di Artsakh durante gli anni sovietici costituivano la regione di Hadrut della Regione Autonoma del Nagorno Karabakh, dove più del 90% dei 15.000 abitanti, secondo il censimento del 1979, erano armeni.
A seguito dell’aggressione azero-turca contro la popolazione dell’Artsakh del 27 settembre 2020, la popolazione armena della città di Hadrut e della regione omonima è stata completamente sottoposta a pulizia etnica. Fin dal primo giorno dell’aggressione, la popolazione civile, le infrastrutture civili e le strutture di importanza umanitaria di Hadrut sono state deliberatamente e indiscriminatamente prese di mira dalle forze armate azere.
Trentadue civili della regione di Hadrut sono stati uccisi a causa degli attacchi missilistici, della tortura e del tormento delle forze armate azerbaigiane, tra cui Benik Hakobyan di 73 anni e Yuri Adamyan di 25 anni, uccisi in modo dimostrativo in piazza in Hadrut dopo essere stati catturati dalle forze armate azere. A causa dell’occupazione in corso, 14.000 residenti della regione sono sfollati dalle loro case, hanno perso i loro beni mobili e immobili, il lavoro e tutto il resto. 48 insediamenti armeni sono stati “ripuliti” etnicamente dalla presenza armena e le case e le proprietà degli armeni sono state vandalizzate e saccheggiate.
Prima dell’occupazione azera, nella regione c’erano 6 asili nido e 26 scuole, con 2.030 studenti ora privati ​​del diritto all’istruzione a causa dello sfollamento. A causa della pulizia etnica della popolazione armena di Hadrut, i valori culturali materiali e immateriali creati dagli armeni sono in pericolo.
Più di 500 importanti monumenti storici e culturali – chiese, monasteri, khatchkar, santuari, sono a rischio di estinzione. Le autorità azere stanno dissacrando ai massimi livelli i valori spirituali e culturali creati dalla popolazione armena indigena della regione, come dimostra il video ampiamente diffuso sui social network in cui il presidente dell’Azerbaigian comanda in modo dimostrativo di rimuovere le iscrizioni armene dalla chiesa in villaggio di Tsakuri.

Le ricerche di organizzazioni armene e internazionali per la protezione dei valori culturali dimostrano che tutti i cimiteri armeni in tutti gli insediamenti di Hadrut vengono demoliti e distrutti e le lapidi vengono utilizzate come materiale da costruzione per le strade. A causa della pulizia etnica della popolazione armena, la vita e le tradizioni della comunità sono state sconvolte in tutti gli insediamenti della regione e, a causa della dispersione della popolazione sfollata, il dialetto Hadrut, che è unico tra i dialetti armeni, è in pericolo.
Purtroppo, anche a un anno dall’occupazione, i rapporti e i numerosi appelli su violazioni su vasta scala dei diritti della popolazione armena di Hadrut e di altre comunità occupate dell’Artsakh, non hanno ancora ricevuto la dovuta attenzione e valutazione da parte delle strutture internazionali, dei singoli Stati e organizzazioni per i diritti umani.
La comunità internazionale ha l’obbligo e la responsabilità diretti di assicurare la tutela dei diritti della popolazione armena e di garantirne il ritorno nelle terre d’origine.”

Il Ministero degli Affari Esteri della repubblica di Artsakh (Nagorno Karabakh) ha rilasciato un comunicato a seguito della nuova provocazione azera a danno della popolazione armena. Questo il testo:

“Il 9 ottobre, un civile della Repubblica di Artsakh è stato ferito a morte da un cecchino azero in un’area agricola vicino alla città di Martakert.

Il Ministero degli Affari Esteri di Artsakh condanna fermamente tale comportamento aggressivo e le azioni provocatorie dell’Azerbaigian volte a creare un’atmosfera di paura tra la pacifica popolazione della Repubblica di Artsakh e l’emigrazione degli armeni dal paese. L’Azerbaigian persegue anche obiettivi di vasta portata, ovvero interrompere l’attuazione della missione di mantenimento della pace della Federazione Russa e mettere in discussione l’efficacia delle attività delle forze di pace.

Questo e tutti gli incidenti precedenti, che hanno provocato vittime tra i civili o danni alle loro proprietà, sono manifestazioni della politica coordinata anti-armena dell’Azerbaigian e un’altra prova che gli appelli pacifici delle autorità azere al popolo di Artsakh e le richieste di coesistenza pacifica non sono nulla ma un tentativo di fuorviare il mondo civilizzato e di indebolire la vigilanza delle parti armene.

Chiediamo agli Stati co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE di adottare misure attive per ritenere responsabile il partito azero ed escludere tali incidenti in futuro.

Il portavoce del Ministero degli Affari Esteri dell’Armenia, Vahan Hunanyan, ha commentato il primo anniversario del doppio attacco da parte delle forze armate azere sulla cattedrale del Santo Salvatore (Ghazanchetsots) a Shushi, Artsakh (Nagorno-Karabakh). Il commento recita quanto segue:

L’8 ottobre 2020, durante l’aggressione militare scatenata contro Artsakh e il suo popolo, le forze armate azere hanno lanciato doppi attacchi aerei sulla cattedrale del Santo Salvatore (Ghazanchetsots) a Shushi con armi ad alta precisione, causando danni significativi a quest’ultima. Pochi giorni dopo la Dichiarazione Trilaterale del 9 novembre, la stessa chiesa è stata vandalizzata e profanata. Insieme al danno fisico della cattedrale di Shushi, l’Azerbaigian continua i tentativi di distorcere l’identità armena della chiesa, effettuati modificando l’aspetto architettonico della chiesa con il pretesto di un restauro.

Il ripetuto e deliberato bombardamento di un luogo di culto non è solo un crimine condannabile secondo il diritto internazionale, in particolare la Convenzione per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato (1954) e il suo Secondo Protocollo (1999), ma anche come dimostrazione simbolica dell’intento; è una chiara manifestazione della politica dell’Azerbaigian volta ad annientare ogni traccia della presenza armena nell’Artsakh.

A un anno dall’aggressione scatenata dall’Azerbaigian contro l’Artsakh, il destino di circa 1.500 siti e luoghi di culto del patrimonio storico e culturale, nonché di migliaia di esemplari museali nei territori dell’Artsakh caduti sotto il controllo dell’Azerbaigian, rimane incerto e in pericolo.

Ci sono molti casi documentati di distruzione deliberata e vandalismo di chiese armene, altri monumenti culturali e religiosi da parte delle forze armate azere. Inoltre, insieme alla loro distruzione fisica, stiamo osservando la falsificazione dei fatti storici e la distorsione dell’identità dei monumenti armeni da parte dell’Azerbaigian.

In questo contesto, a quanto pare, non è un caso che l’Azerbaigian continui a bloccare o, per quanto possibile, a limitare l’accesso della missione di esperti dell’UNESCO ai siti del patrimonio culturale armeno in via di estinzione, cercando di nascondere i suoi crimini di guerra.

Gli atti vandalici contro i monumenti storico-culturali e i luoghi di culto che rappresentano il patrimonio culturale e spirituale delle persone, sono violazioni flagranti del diritto internazionale, contraddicono i valori universali e sono fortemente condannabili.

La Cattedrale di Shushi è uno dei centri più importanti della Chiesa Apostolica Armena in Artsakh, e i servitori ei seguaci della Chiesa Armena dovrebbero avere un libero accesso a questo santuario.

Sale la tensione tra Tehran e Baku nell’anniversario della guerra con l’Armenia (Nena news, 1 ott)

Iran. Esercitazioni e tensione al confine con l’Azerbaijan (AGC Communication, 1 ott)

Forze turche-azere invadono l’Alto-Karabakh (L’eco del sud, 2 ott)

Iran, la tensione con Baku manda ammonimenti a Israele e Turchia (il manifesto, 3 ott)

Perchè Iran, Azerbaijan e Turchia litigano ( Formiche, 4 ott)

Le tre cause delle tensioni ai confini fra Azerbaigian e Iran (Nova news, 4 ott)

Incontro Sant’Egidio: appello di Karekin II per la liberazione di tutti i prigionieri della guerra in Artsakh (SIR, 7 ott)

Nagorno Karabakh: le conseguenze della guerra (Osservatorio Balcani Caucaso, 13 ott)

Droni azeri continuano ad attaccare postazioni armene: feriti sei soldati (Assadakah, 15 ott)

Se vince l’indifferenza per la Montagna del Giardino Nero del Caucaso del sud… (Korazym, 15 ott)

Iran e Azerbaijan, la crisi dei camion (Osservatorio Balcani Caucaso, 20 ott)

Nessun  rafforzamento dell’esercito azero: quello di difesa armeno vigila in Artsakh (Assadakah, 21 ott)

Azerbaijan, la famiglia dell’offshore (Osservatorio Balcani Caucaso, 22 ott)

Iran. Tensioni con l’Azerbaijan per la collaborazione d’intelligence con Israele (Notizie geopolitiche, 23 ott)

La realizzazione del corridoio di Zangezur… (Insideover, 25 ott)

Ecco come l’ultimo conflitto del Nagorno Karabakh ha fatto scuola (Insideover, 28 ott)

(29 ott 21) DUE DECESSI PER COVID – L’ondata di Covid abbattutasi sull’Artsakh ha mietuto due nuove vittime. Al momento ci sono 164 pazienti che stanno ricevendo cure di cui 20 in condizioni critiche e 77 gravi.

(29 ott 21) AIUTI UMANITARI – Specialisti del centro di risposta umanitaria del contingente di mantenimento della pace russo, insieme a rappresentanti di una fondazione di beneficenza, hanno fornito assistenza umanitaria alle famiglie numerose e agli sfollati che vivono in una delle regioni remote del Nagorno Karabakh (Artsakh) secondo quanto riferisce il servizio stampa del Ministero della Difesa russo. Le forze di pace russe hanno organizzato un’azione umanitaria nel villaggio di Gishi, nella regione di Martuni. Più di 2 tonnellate di merci umanitarie – materiale scolastico, scarpe, vestiti e un gruppo di continuità – sono state trasferite alla gente del posto.

(28 ott 21) ALIYEV RINGRAZIA LA TURCHIA – Il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev ha inviato un messaggio di congratulazioni al presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan in occasione della Giornata nazionale della Turchia. Aliyev ha espresso gratitudine ad Ankara per il “sostegno politico e morale” di Erdogan e del fraterno Stato turco nell’aggressione contro il Nagorno-Karabakh e l’Armenia. Colpisce l’uso dell’esprezzione: di fatto, la partecipazione diretta della Turchia, l’uso dei suoi aerei, veicoli aerei senza equipaggio e attrezzature di terra e il trasporto di militanti sono stati ben altro che un semplice “sostegno morale”.

(27 ott 21) AZERI RUBANO BESTIAME – 32 mucche e 11 vitelli sono stati rubati dai soldati azeri a un allevatore armeno del villaggio di Chartar nella regione di Martuni. Il bestiame stava pascolando ai limiti della zona di contatto, nella fascia di rispetto, quando i soldati nemici sono avanzati e lo hanno portato via causando un danno di circa 26.000 dollari.

(26 ott 21) NUOVO INSEDIAMENTO IN COSTRUZIONE – Nel villaggio di Aygestan (Askeran) sono partiti i lavori per un nuovo insediamento abitativo che fornirà abitazioni agli sfollati di guerra. L’area totale dell’insediamento nello schema di calcolo del progetto sarà di 52 ettari e l’area dei terreni adiacenti sarà di 1000-1300 metri quadrati. Il nuovo insediamento avrà 254 case private con 2, 3, 4 e 5 stanze. I lavori di costruzione delle case private sono eseguiti dalla “Kapavor” LLC. Le case residenziali vengono costruite con il sostegno finanziario del governo di Artsakh.

(26 ott 21) ERDOGAN E ALIYEV NEI TERRITORI OCCUPATI – Il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev e il presidente turco Tayyip Erdogan hanno familiarizzato con la costruzione dell’autostrada Ahmedbeyli-Varanda (Fizuli)-Shushi nei territori occupati dell’Artsakh. Inoltre, come riportato da AzerTac, i capi di stato hanno assistito all’inaugurazione del primo tratto dell’autostrada Horadiz-Jrakan (Jabrayil) – Kovsakan (Zangilan) – Aghbend (“corridoio Zangezur”) ed hanno verificato lo stato di avanzamento dei lavori della superstrada per Shushi. Inoltre, i due dittatori hanno formalmente inaugurato l’aeroporto di Fizuli (Varanda) i cui lavori di realizzazione sono stati completati alcuni mesi fa e che ha già visto i primi aerei atterrare il 5 settembre scorso.

(26 ott 21) DECESSI PER COVID – Due persone sono decedute in conseguenza del Covid. Al momento, 135 persone stanno ricevendo cure ospedaliere in Artsakh per COVID-19 e i medici affermano che 18 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 70, compresi i giovani, in condizioni gravi.

(25 ott 21) PROPOSTO SCAMBIO DI DIPINTI – Stepanakert ha offerto a Baku di scambiare i dipinti azeri che ha con quelli rimasti nel Museo statale di belle arti di Shushi. Lo ha affermato il ministro dell’Istruzione, della scienza, della cultura e dello sport dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh), Lusine Gharakhanyan, in una conferenza stampa a Stepanakert. “Dopo la prima guerra dell’Artsakh [nei primi anni ’90], 40 dipinti azeri sono passati sotto il controllo della parte armena. Per 30 anni, la parte azera non ha nemmeno cercato di riprendersi quei dipinti. Questo li descrive bene, non esso? Ora abbiamo trasmesso la nostra proposta [a loro], ma non abbiamo ancora ricevuto risposta. Che dire, sono un popolo che non apprezza la cultura, non crea cultura e non [la] conserva” ha aggiunto il ministro. Un certo numero di preziosi dipinti armeni sono rimasti nella galleria di Shushi di Artsakh, che ora è sotto l’occupazione azera. Gharakhanyan ha osservato che in cambio di questi dipinti, Artsakh “non ha nient’altro da scambiare” con Baku “tranne i 40 dipinti azeri“. La suddetta proposta di Artsakh è stata passata alle autorità azere attraverso le forze di pace russe.

(25 ott 21) ALTRO DECESSO PER COVID – Un’altra persona è morta a causa del Covid in Artsakh dove la pandemia sta recrudescendo nelle ultime settimane. Al momento 135 persone stanno ricevendo cure ospedaliere, nove sono in condizioni critiche mentre 59 si trovano in gravi condizioni.

(23 ott 21) VOCI SU POSSIBILE VERTICE ARMENO-AZERO – Se verrà raggiunto un accordo sullo svolgimento di un vertice Russia-Armenia-Azerbaigian, lo annuncerà il Cremlino secondo quanto ha affermato il portavoce presidenziale russo, Dmitry Peskov. “Se verrà raggiunto un tale accordo, lo informeremo in tempo utile“, ha detto Peskov. In precedenza, una fonte a conoscenza della situazione ha detto all’agenzia RIA Novosti che il prossimo incontro tra i leader di Russia, Armenia e Azerbaigian potrebbe svolgersi a Mosca entro i primi dieci giorni di novembre e che le parti avrebbero dovuto firmare una dichiarazione trilaterale al quell’incontro.

(22 ott 21) RIUNIONE SU CORONAVIRUS – Il ministro di Stato dell’Artsakh Artak Beglaryan, in viaggio d’affari all’estero, ha tenuto oggi una consultazione a distanza sulle attività di prevenzione della diffusione del COVID-19 e sulle cure e i servizi medici. Gli specialisti del Ministero della Salute di Artsakh hanno presentato le tendenze attuali del coronavirus, le condizioni di salute dei pazienti e le statistiche sulle vaccinazioni. I partecipanti hanno scambiato opinioni sulla situazione epidemiologica del coronavirus ad Artsakh e sulle misure che vengono prese. Beglaryan ha incaricato i capi degli organi plenipotenziari di lavorare in modo più coordinato e ha sottolineato l’aumento dell’efficacia delle attività. Ha anche sottolineato l’importanza di misure complesse per garantire la sicurezza alimentare.

(21 ott 21) RILASCIATI AUTISTI IRANIANI – L’Azerbaigian ha rilasciato i due camionisti iraniani arrestati in quanto “colpevoli” di aver trasportato merci in Artsakh senza autorizzazione azera. Erano detenuti da alcune settimane a Baku dove sono stati consegnati all’ambasciata iraniana.

(21 ott 21) SMENTITO SCIOGLIMENTO ESERCITO – La dichiarazione di Ashot Harutyunyan, membro del consiglio di amministrazione della ONG “Popolazione armena sfollata con la forza da Shushi”, che su richiesta della parte azera, Artsakh Il presidente starebbe per sciogliere l’esercito non corrisponde alla realtà. La portavoce del Presidente della Repubblica di Artsakh, Lusine Avanesyan, ha dichiarato che “l’Esercito di difesa dell’Artsakh è stato e rimane uno dei principali garanti della sicurezza della Repubblica di Artsakh. La questione dello scioglimento dell’Esercito di Difesa non è nell’agenda del governo di Artsakh. Tutte le discussioni relative all’Esercito di Difesa riguardano la riorganizzazione, il riarmo, la modernizzazione e altre questioni. Abbiamo molto da fare per costruire il nostro futuro e l’esercito gioca un ruolo chiave per i nostri piani futuri”, ha affermato Lusine Avanesyan.

(21 ott 21) TRANSITI VIA LACHIN – Le forze di pace russe hanno assicurato il viaggio sicuro di oltre 200 veicoli di transito e circa 1.000 persone da e per il Nagorno-Karabakh (Artsakh) nel corso dell’ultima settimana secondo quanto riferisce il servizio stampa del ministero della Difesa russo.

(20 ott 21) PRESIDENTE A TAGHAVARD – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha visitato oggi il villaggio di Taghavard nella regione di Martuni, dove gli sono stati presentati i programmi realizzati quest’anno grazie ai finanziamenti del governo e agli enti di beneficenza. Come riferito dallo staff presidenziale, il Capo dello stato ha convocato una consultazione di lavoro sul posto e ha discusso le questioni del villaggio che richiedono soluzioni urgenti, nonché i programmi di sviluppo e la questione della fornitura di appartamenti agli sfollati.

(20 ott 21) AIUTI DAGLI USA – Il Comitato per gli stanziamenti del Senato degli Stati Uniti ha pubblicato oggi i suoi disegni di legge sugli stanziamenti per l’anno fiscale 2022, che includono una raccomandazione di $ 2 milioni in aiuti ad Artsakh. I fondi saranno principalmente destinati a interventi di sminamento postbellico.

(20 ott 21) SMILITARIZZAZIONE CONFINI ARMENIA – L’ex ambasciatore degli Stati Uniti in Armenia John Evans appoggia la proposta del difensore dei diritti umani (difensore civico) dell’Armenia Arman Tatoyan, che chiede la creazione di una zona di sicurezza smilitarizzata al confine del paese con l’Azerbaigian e l’immediato allontanamento delle forze azere dalle vicinanze dei villaggi e delle strade che collegano le città armene.

(20 ott 21) L’AZERBAIGIAN IMPONE CONDIZIONI ALLA CRI – Il capo del Servizio di sicurezza dello Stato dell’Azerbaigian e presidente della Commissione statale per militari, prigionieri di guerra e persone scomparse, Ali Nagiyev, ha ricevuto una delegazione guidata dal vicepresidente Gilles Carbonnier del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR). “È stato sottolineato che, tenendo conto delle nuove realtà nella regione, le visite dei rappresentanti del CICR nei territori dell’Azerbaigian che sono temporaneamente sotto il controllo delle forze di pace russe, sono possibili solo attraverso il territorio dell’Azerbaigian e non dell’Armenia” riferiscono i media azeri. La frase “territori dell’Azerbaigian che sono temporaneamente sotto il controllo delle forze di pace russe” si riferisce presumibilmente all’Artsakh e “attraverso il territorio dell’Azerbaigian” al corridoio di Lachin che in realtà collega l’Armenia e l’Artsakh.

(19 ott 21) 5 PRIGIONIERI RITORNANO – Un nuovo gruppo di cinque prigionieri di guerra armeni è stato trasferito da Baku a Yerevan via aerea. Si tratta di Mels Ambardanyan, Rafik Karapetyan, Zhora Manukyan, Sedrak Soghomonyan e Hovsep Manukyan, che sono stati condannati a sei anni di reclusione in Azerbaigian. L’ex comandante della missione di pace russa in Artsakh, il generale dell’esercito Rustam Muradov, ha viaggiato con i prigionieri di guerra armeni. L’ultima volta che i prigionieri di guerra sono stati restituiti è stato il 7 settembre, e si trattava di Artur Nalbandyan e Aramayis Torozyan, catturati il ​​14 luglio 2021 nel territorio del lago Sev della provincia di Syunik; in cambio, il soldato azero Jamil Babayev, che è stato trovato e detenuto in una delle case nella città di Martakert di Artsakh, era stato trasferito dalla parte azera.

(19 ott 21) EROE DI ARTSAKH – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha assegnato il più alto riconoscimento statale postumo “Eroe dell’Artsakh” al sergente minore Albert Hovhannisyan, il mitragliere diciannovenne dell’esercito di difesa che è diventato un nome familiare quando una foto di lui che sparava con un obice durante l’ultima guerra divenne rapidamente un’immagine iconica che simboleggiava lo spirito combattivo e il morale degli armeni.

(19 ott 21) TRASFERITI I RESTI DI ALTRO CADUTO – L’Azerbaigian ha trasferito i resti di un altro militare dalla parte armena dopo i negoziati avvenuti oggi a Shushi secondo quanto riferisce un comunicato stampa del Servizio di sicurezza nazionale dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh). Il comunicato afferma inoltre quanto segue: “L’identità del militare sarà confermata dopo una perizia di medicina legale. Dal 13 novembre 2020, sono stati confermati un totale di 1.686 resti, compresi i resti di civili, a seguito di operazioni di ricerca e scambio di corpi”.

(19 ott 21) SITUAZIONE COVID IN ARTSAKH – Un totale di 142 test COVID-19 sono stati condotti ieri in Artsakh e da e sono stati individuati 31 nuovi casi, tra cui due bambini, di coronavirus, secondo quanto riferisce il Ministero della Salute dell’Artsakh. Al momento, 90 persone stanno ricevendo cure ospedaliere in Artsakh per COVID-19 e i medici affermano che 12 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 42 sono in condizioni moderate.

(18 ott 21) AIUTI UMANITARI DALLA RUSSIA – La Russia ha consegnato 10 tonnellate di aiuti umanitari, raccolti da organizzazioni di beneficienza, per i residenti di Artsakh secondo quanto riferisce una nota del ministero della Difesa russo in una nota. Il carico, comprendente cibo, giocattoli per bambini, cancelleria e attrezzature per le istituzioni educative delle comunità di confine di Artsakh, è stato trasportato con un cargo atterrato a Yerevan e dalla capitale armena istradato con un convoglio verso Stepanakert. I beni saranno forniti agli asili nido, alle scuole, alle famiglie numerose, a coloro che hanno perso i propri cari, alle persone bisognose e alle famiglie degli sfollati interni.

(17 ott 21) MONDIALI SAMBO – L’atleta dell’Artsakh, Azat Andryan, ha vinto la medaglia di bronzo (categoria 58 kg) ai camoionati del mondo di sambo disputati in Grecia dal 15 al 17 ottobre. Andryan è stato costretto ovviamente a gareggiare sotto le insegne dell’Armenia.

(16 ott 21) SMENTITE FALSE INFORMAZIONI – L’Esercito di difesa dell’Artsakh smentisce i rapporti secondo cui alcune delle sue posizioni e un posto di comando sono assediati. “Le informazioni diffuse da alcuni utenti di Facebook su posizioni “assediate” e un posto di comando sono false“, ha affermato l’Esercito della Difesa in una dichiarazione, aggiungendo che questi falsi rapporti “manipolativi” cercano di fuorviare il pubblico.

(15 ott 21) PASHINYAN: ARMENIA PRONTA A SCAMBIO CAMPI MINE CON PRIGIONIERI – L’Armenia è pronta a consegnare le mappe dei campi minati all’Azerbaigian in cambio dei prigionieri. Lo ha affermato il primo ministro armeno Nikol Pashinyan durante la odierna riunione online del Consiglio dei capi di Stato dei paesi membri della CSI. Il Primo Ministro ha aggiunto con rammarico che, contrariamente all’ottavo punto della dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, l’Azerbaigian non ha ancora restituito tutti i prigionieri armeni, sia quelli di guerra che i civili detenuti illegalmente in Azerbaigian Pashinyan ha ribadito la disponibilità di Yerevan a fornire a Baku le mappe dei campi minati che non danneggiano gli interessi di sicurezza dell’Armenia.

(15 ott 21) VISITA AI SOLDATI FERITI – Questa mattina, insieme al ministro della Salute dell’Artsakh Mikayel Hayriyan e al difensore dei diritti umani Gegham Stepanyan, il Ministro di Stato Artak Beglaryan ha visitato tutti e sei i soldati feriti nell’aggressione azerbaigiana di ieri. Il personale medico ha illustrato le condizioni di salute dei feriti, riferendo che a seguito degli interventi chirurgici, le condizioni di uno solo di loro sono ancora valutate gravi, ma la sua vita non è in pericolo.

(15 ott 21) NOTA DI STEPANAKERT SU ATTACCO AZERO – Il ministero degli Esteri dell’Artsakh ha rilasciato una nota di protesta in merito all’attacco azero di ieri sera. “L’Azerbaigian mira a ottenere l’esodo degli armeni dall’Artsakh attraverso azioni aggressive e intimidazioni. Questa politica è anche un duro colpo per la Russia e per la missione di pace russa. Il ministero degli Esteri dell’Artsakh qualifica la politica dell’Azerbaigian come terrorismo e manifestazione di un atteggiamento distruttivo. Ribadiamo ancora una volta che Artsakh non sarà minacciato da tali misure. Gli armeni di Artsakh sono determinati a vivere nella loro patria storica e a difendere la loro sovranità e dignità“, recita tra l’altro la dichiarazione.

(15 ott 21) SITUAZIONE STABILE – Una nota del ministero della Difesa dell’Artsakh riferisce di una situazione stabile lungo tutta la linea di contatto. Risulta confermato che i militari armeni feriti nell’attacco azero di ieri sera sono stati colpiti da un drone.

(14 ott 21) RIFERITI COLPI CONTRO VILLAGGI ARMENI – Colpi di arma da fuoco, anche con armi di grande calibro, sono stati sparati dalle postazioni azere contro alcuni insediamenti in Artsakh. In particolare vengono riferiti incidenti nei villaggi di Nor Shen (regione di Martuni) e Harav (regione di Askeran). Colpita ambulanza dell’esercito di difesa.

(14 ott 21) ATTACCATA POSTAZIONE DIFESA ARMENA – Nella serata le forze armate azere hanno aperto il fuoco contro una base militare dell’esercito di difesa nella zona di confine orientale di Artsakh, a seguito della quale sei militari hanno ricevuto ferite da arma da fuoco. Il comando del contingente di mantenimento della pace russo ad Artsakh è stato immediatamente informato sull’incidente, si legge in un comunicato stampa diffuso dall’Esercito di Difesa di Artsakh. “Il ministero della Difesa della Repubblica di Artsakh dichiara di continuare a mantenere l’impegno a mantenere il regime di cessate il fuoco e invita anche la parte azera ad astenersi dall’intraprendere azioni che possano destabilizzare la situazione“, si legge anche nel comunicato stampa.

(14 ott 21) SMENTITA MORTE SOLDATO AZERO – Le “informazioni” diffuse dal Ministero della Difesa dell’Azerbaigian secondo cui un militare delle Forze Armate dell’Azerbaigian è stato ucciso a seguito di un colpo di pistola sparato dalle unità dell’Esercito di Difesa [del Nagorno-Karabakh] il 14 ottobre intorno alle 6:15 pm è falso e non corrisponde alla realtà. Lo afferma il comunicato stampa diffuso dal ministero della Difesa dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh).

(14 ott 21) ALTRI RITROVAMENTI – Due nuovi ritrovamenti nella regione occupata di Hadrut portano il bilancio totale dalla fine della guerra a 1.685

(14 ott 21) PELLEGRINAGGIO A DADIVANK – il ministro dell’Istruzione, della scienza, della cultura e dello sport dell’Artsakh, Lusine Karakhanyan, durante una discussione di lavoro all’Assemblea nazionale dell’Armenia ha preannunciato la possibile ripresa dei pellegrinaggi a Dadivank da parte dei fedeli armeni che dal maggio scorso non hanno più possibilità di accedere al sito. “La parte armena ha a che fare con un vicino estremamente aggressivo con il quale è estremamente difficile comunicare e condurre negoziati. Ma grazie alle forze di pace russe, Dadivank, ad esempio, rimane con noi. Ci sono sei sacerdoti lì. Ma, secondo l’accordo raggiunto durante l’incontro moscovita del Catholicos di tutti gli armeni Karekin II e del patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia, riprenderà il pellegrinaggio a Dadivank“, ha sottolineato Karakhanyan. Ha aggiunto che il pellegrinaggio al monastero di Amaras ad Artsakh continua.

(13 ott 21) RESTI RITROVATI – Iresti di altri due soldati armeni caduti in guerra sono stati ritrovati nella regione occupata di Hadrut dalle squadre di emergenza. Il totale dei ritrovamenti ha raggiunto quota 1683 dalla fine della guerra.

(13 ott 21) ALIYEV DELUSO DALL’IRAN – Il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev ha smentito le dichiarazioni iraniane sull’impegno di Israele nel Nagorno-Karabakh (Artsakh), al confine con l’Iran. Le autorità iraniane sospettano che l’Azerbaigian stia collaborando strettamente con Israele. Teheran ha accusato Israele di aver tentato di raggiungere il confine iraniano attraverso l’Azerbaigian cercando di sfruttare l’attuale situazione nel Nagorno- Karabakh, oltre a provocare un conflitto nelle relazioni Baku-Teheran. La situazione si è aggravata con la detenzione di due camionisti iraniani “colpevoli” di aver trasportato merci nel territorio dell’Artsakh rimasto sotto controllo armeno; i due camionisti peraltro secondo alcune voci sarebbero stati rilasciati oggi dopo svariati giorni di prigionia ma il governo di Baku ha ufficialmente smentito la loro liberazione.

(13 ott 21) ALIYEV NON VUOLE VISITE IN ARTSAKH – Il presidente azero Ilham Aliyev chiede alle forze di pace russe di “impedire l’ingresso illegale di cittadini stranieri nel Karabakh”. Lo ha detto in un’intervista al quotidiano italiano la Repubblica. Aliyev si è dichiarato soddisfatto per le attività della forza di pace russa nel Nagorno Karabakh (Artsakh) ma allo stesso tempo ha espresso la speranza che la parte russa impedisca “l’ingresso illegale” di cittadini stranieri in Karabakh. “In particolare, c’è una domanda sugli stranieri che devono ottenere il permesso dall’Azerbaigian per visitare i territori azeri che sono sotto la zona di responsabilità delle forze di pace russe”, ha detto Ilham Aliyev.”Abbiamo informato le autorità russe e il ministero della Difesa russo di questo al fine di porre fine a tali incidenti.

(12 ott 21) CONVOGLI AZERI – I militari dell’unità di polizia militare del contingente di mantenimento della pace russo hanno scortato in sicurezza i convogli azeri attraverso il Nagorno Karabakh (Artsakh) secondo quanto riferisce il servizio stampa del ministero della Difesa russo. L’unità della polizia militare russa ha accompagnato due convogli azeri di 40 veicoli, che trasportavano attrezzature da costruzione, materiali e cibo, sulla rotta Shushi-Karmir Shuka-Kajar e ritorno. Il mese scorso, le forze di pace russe hanno assicurato il passaggio sicuro di 78 convogli azeri attraverso il corridoio di Lachin, così come le rotte Shushi-Karmir Shuka-Kajar e Mataghis-Getavan-Vank e ritorno.

(12 ott 21) ASSEMBLEA PARLAMENTARE CONSIGLIO D’EUROPA – Ruben Rubinyan, il capo della delegazione armena presso la P.A.C.E., ha illustrato in conferenza stampa oggi due rapporti che riguardano da vicino l’Armenia e che sono stati disucssi nel corso dell’ultima sessione plenaria. Il primo si riferisce alle elezioni parlamentari dello scorso giugno e il secondo riguarda la situazione umanitaria in Artsakh. Parlando di questo secondo rapporto il capo della delegazione ha osservato che tutti i punti di interesse per la parte armena sono stati pienamente presi in considerazione in quel rapporto. “Il rapporto era in preparazione da mesi. In effetti, rifletteva tutte le questioni che volevamo documentare per iscritto. In particolare, dice che la [anzidetta] guerra è una violazione degli impegni assunti dalle parti in conflitto, e la P.A.C.E. dovrebbe studiare questo problema. Viene registrato anche il trasferimento di mercenari siriani in Karabakh con l’assistenza della Turchia, così come la loro partecipazione diretta alla guerra. Inoltre, l’Azerbaigian è chiaramente chiamato a chiedere che Baku restituisca [tutti] i Prigionieri di guerra armeni immediatamente”, ha aggiunto Rubinyan. Ha osservato che il rapporto parla anche dei pericoli che minacciano il patrimonio culturale armeno e condanna l’esistenza di una falsa nozione “albanese” [la cosidetta Albania caucasica] in Azerbaigian. Il deputato armeno ha dato una risposta negativa quando gli è stato chiesto se i membri della delegazione armena alla P.A.C.E. avessero comunicato con i membri della delegazione turca o azera al di fuori della sessione.

(10 ott 21) ELEZIONI AMMINISTRATIVE – Quattro comunità dell’Artsakh hanno votato oggi per eleggere i rispettivi sindaci e consigli locali. Precisamente, si è votato nei villaggi di Herher (Martuni), Khachmach e Cashashat (Askeran) e nel villaggio di Nor Khazanchi. Le votazioni sono terminate alle 20 e tutti e 4 i seggi elettorali sono stati chiusi. Secondo i dati ricevuti dalle Commissioni elettorali territoriali Askeran, Martakert e Martuni della Repubblica di Artsakh, dopo la votazione hanno preso parte alle elezioni 440 cittadini (59,2%).

(9 ott 21) UCCISO CIVILE DA CECCHINO AZERO – Un civile è stato ucciso questa mattina in Artsakh (Nagorno-Karabakh) da un cecchino dell’esercito azero. La notizia è stata diramata da Hunan Tadevosyan, portavoce del Servizio statale della Protezione civile dell’Artsakh. Intorno alle 13:15 (ora locale), il dipartimento di polizia regionale di Martakert ha riferito che Aram Tepnants (nato nel 1966) residente nella città di Martakert, è stato ferito a morte mentre si trovava nel frutteto di melograni vicino alla città, raggiunto da un colpo sparato da un cecchino delle forze armate azere. L’informazione su quanto accaduto è stata trasmessa al Comando delle forze di pace russe in Artsakh.

(9 ott 21) FERITO DA AZERI SOLDATO ARMENO – Misak Khachatryan, un soldato a contratto di un’unità del Ministero della Difesa dell’Armenia, è stato ferito da un colpo sparato delle forze armate azere in direzione delle posizioni armene nella regione dell’Ararat al confine armeno-azero , precisamente nella sezione di Yeraskh. L’incidente è avvenuto il 9 ottobre intorno alle 12:50. Il ministero della Difesa ha informato che la vita del militare non è in pericolo.

(8 ott 21) SI DISCUTE UN FORMATO NEGOZIALE – L’ipotesi che venga creato un nuovo formato negoziale 3+3 (Armenia, Azerbaigian, Georgia, Iran, Turchia e Russia) è allo studio dei governi interessati (ne ha parlato di recente anche il ministro degli Esteri russo Lavorv con il suo collega) e non è stato escluso a priori dall’Armenia. Il format si focalizzerebbe soprattutto sul problema dei trasporti regionali.

(8 ott 21) ANNIVERSARIO SHUSHI – Ricorre oggi il primo anniversario del bombardamento della cattedrale di Shushi da parte delle forze azere. Nella medesima gionata la chiesa del S. Salvatore fu colpita due volte. A un anno di distanza le autorità azere hanno organizzato un’altra visita alla città armena occupata, Questa volta un viaggio del genere è stato organizzato per gli addetti stampa delle ambasciate in Azerbaigian secondo quanto riportano i media azeri. L’ultima volta è stata organizzata una visita del genere per gli ambasciatori accreditati in Azerbaigian.

(6 ott 21) OMBUDSMAN ARMENIA AL PARLAMENTO ITALIANO – Alla Commissione Parlamentare per i Diritti Umani della Camera dei Deputati del Parlamento Italiano, il Difensore dei Diritti Umani (Ombudsman) dell’Armenia, Arman Tatoyan, ha presentato i rapporti e le solide prove sulle torture e i maltrattamenti azerbaigiani dei prigionieri armeni dopo la guerra di settembre-novembre 2020. Tatoyan ha sottolineato l’urgenza di restituire tutti i prigionieri armeni ancora detenuti in Azerbaigian, sottolineando che i rispettivi requisiti internazionali sono stati gravemente violati e che sono considerati merce di scambio militare e politica. Tatoyan si è soffermato anche sul dispiegamento illegale di militari azeri sulle strade tra le comunità dell’Armenia dopo la guerra, e le loro incursioni nel territorio sovrano dell’Armenia nelle province di Gegharkunik e Syunik e le loro conseguenze.

(6 ott 21) ALTRO RITROVAMENTO – I resti di un altro caduto armeno sono stati scoperti nella zona occupata di Jrakan (Jabrayil) dalle squadre di ricerca. Il totale dei ritrovamenti dalla fine della guerra sale 1681.

(6 ott 21) PRIGIONIERO TORNA IN ARMENIA – Il trentaduenne Artur Davidyan che si trovava prigioniero in Azerbaigian, catturato dagli azeri dopo essere malauguratamente finito il 22 agosto dall’Artsakh nel territorio ora occupato dal nemico, è stato rilasciato.Un aereo lo ha riportato questa sera in Armenia. Lo ha annunciato il vice ministro di Yerevan, Suren Papikyan. Verso le 21 di quella domenica, il tenente senior delle forze armate armene Artur Borisovich Davidyan aveva lasciato il luogo di dispiegamento permanente senza a quanto pare il permesso del comando superiore e si era perso nella nebbia.

(6 ott 21) PRESIDENTE MATTARELLA SU NAGORNO KARABAKH – Il Gruppo di Minsk dell’Osce è il formato in cui sarà possibile trovare una soluzione sostenibile e pacifica. E’ quanto ha affermato oggi a Roma il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella in una dichiarazione congiunta con il presidente dell’Armenia Armen Sarkissian che è in visita di Stato in Italia insieme alla moglie Noune Sarkissian. “Abbiamo parlato di trovare una soluzione sostenibile e a lungo termine al conflitto del Nagorno Karabakh. Abbiamo ovviamente ribadito il fatto che il Gruppo di Minsk è il formato in cui sarà possibile trovare una soluzione sostenibile e pacifica”, ha detto, aggiungendo di esprimere il suo sostegno ai parenti di coloro che sono morti durante il conflitto e a coloro che morto durante la recente guerra. “L’Italia incoraggia i due Paesi a trovare il giusto dialogo e a contribuire allo sviluppo della regione”, ha sottolineato Mattarella.

(6 ott 21) UNIONE EUROPEA PRONTA AD AIUTARE – L’Unione europea è pronta a condividere la sua esperienza con l’Azerbaigian e l’Armenia nel settore della demarcazione e delimitazione delle frontiere. Questo è quanto ha affermato il nuovo capo della delegazione dell’Unione europea (UE) in Azerbaigian Peter Michalko durante un incontro con il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev.

(6 ott 21) DICHIARAZIONI ALIYEV SU CONFINI E COMUNICAZIONI – Il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev ha dichiarato che il processo di apertura delle comunicazioni con l’Armenia è “parzialmente avviato”. Aliyev ha ricevuto a Baku il nuovo capo della delegazione dell’Unione europea (UE) in Azerbaigian, Peter Michalko. Il presidente dell’Azerbaigian ha dichiarato che il suo Paese vuole voltare pagina e migliorare le relazioni con la vicina Armenia. “Siamo pronti ad avviare negoziati su un accordo di pace, delimitazione [del confine], apertura delle comunicazioni; questo processo è parzialmente iniziato. Ma credo che se l’Unione europea partecipa attivamente – vedo che c’è un tale desiderio -, può aiutarci in molti settori. In generale, la situazione nel Caucaso meridionale potrebbe raggiungere una scala completamente nuova, cosa che non accadeva da 30 anni. Può anche essere un fattore molto importante per la stabilità, la prevedibilità e la pace“, ha dichiarato il presidente azero.

(5 ott 21) ALTRI RITROVAMENTI – I resti di altri due caduti armeni sono stati recuperati dalle squadre di ricerca nella zona occupata di Varanda (Fuzuli). Il totale dalla fine della guerra raggiunge il numero di 1680.

(5 ott 21) CORRIDOIO DI LACHIN – Il presidente Harutyunyan ha voluto fornire precisazioni riguardo la possibile istituzione di un checkpoint nel corridoio di Lachin (Berdzor). “È escluso che ci sarà un checkpoint azero nel corridoio. Il corridoio è formato e se c’è un checkpoint, non è un corridoio, è una strada monitorata. Non esiste una cosa del genere.”

(5 ott 21) GIORNATA DEGLI INSEGNANTI – In occasione della Giornata dedicata agli insegnati il presidente della repubblica ha ricevuto una delegazione di familiari di insegnati che sono morti per la guerra dello scorso anno.

(5 ott 21) HARUTYUNYAN SU RUSSIA – In un incontro con alcuni studenti il presidente dell’Artsakh si è soffermato sul ruolo della Russia. A lungo termine, in una certa misura, indefinitamente, dobbiamo avere un partner con cui difendere la nostra sicurezza, ha dichiarato il presidente. “Voi comprendete i rischi nella regione. È la Russia; non vediamo un sistema di sicurezza condiviso con nessun altro Paese. Allo stesso tempo, dobbiamo trasformare, ricostruire il nostro Esercito di Difesa, renderlo pronto al combattimento per garantire congiuntamente la nostra sicurezza, se necessario“, ha detto. “Dobbiamo fare dell’istruzione la nostra principale ‘arma’. La nostra sicurezza, i nostri dati demografici, la nostra economia socioeconomica; l’istruzione deve essere al centro di tutto. Dobbiamo essere in grado di avviare e attuare una chiara politica di riforme“, ha affermato il presidente di Artsakh.

(4 ott 21) SPARI AZERI CONTRO CAMION ARMENO – Un camion logistico delle forze armate armene è stato danneggiato dal fuoco azero nella sezione di Yeraskh del confine armeno-azero intorno alle 23:30. Il ministero della Difesa ha informato che non ci sono vittime tra il personale.

(4 ott 21) PASHINYAN ANNUNCIA CONDIZIONI PER TRATTATIVE – “Abbiamo espresso la nostra disponibilità ad avviare il processo di delimitazione e demarcazione dei confini tra Armenia e Azerbaigian. A mio parere, dovremmo iniziare creando le condizioni necessarie per farlo. Il rapido ritorno di [tutti gli armeni] prigionieri, ostaggi e altri detenuti [in Azerbaigian] è una questione molto importante“. Lo ha affermato il primo ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan, durante il briefing congiunto in Lituania con la sua collega lituana, Ingrida Simonyte. “In vista di un possibile incontro con il presidente dell’Azerbaigian, sono pronto a portare con me tutte le mappe [del campo minato] che rappresentano una minaccia umanitaria, non hanno alcuna funzione di sicurezza per l’Armenia, esprimendo la speranza che il presidente dell’Azerbaigian porti con sé il Prigionieri di guerra [armeni], ostaggi e altri detenuti. Inoltre, dovremmo prendere in considerazione non solo coloro la cui cattura è stata ufficialmente confermata, ma anche i nostri cittadini che, secondo le nostre informazioni, si trovano in Azerbaigian, ma il fatto della cattura non è stato confermato. Dobbiamo essere coerenti nell’agenda che adottiamo, così come dobbiamo dettagliare le nostre idee sulla soluzione di tutte le questioni. A questo proposito, l’apertura delle comunicazioni regionali è molto importante. È necessario accettare scenari di sblocco delle comunicazioni, che non approfondiscano l’isolamento dei paesi e dei popoli della regione gli uni dagli altri, ma, al contrario, creino le condizioni per la loro pacifica convivenza. Sono lieto di notare che i Copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE hanno, di fatto, iniziato a intensificare le proprie attività. In questo contesto, valuto positivamente l’incontro dei ministri degli esteri di Armenia e Azerbaigian a New York. L’attuazione del programma di apertura di un’era di sviluppo pacifico non è facile. D’altra parte, credo che non ci sia alternativa alla pace. Questa agenda deve essere implementata passo dopo passo”, ha aggiunto Pashinyan.

(2 ott 21) ALIYEV VUOLE LE MAPPE – Il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev chiede che l’Armenia consegni mappe chiare che mostrino completamente tutti i campi minati. “Se loro [cioè l’Armenia] mostrano buona volontà, noi [cioè l’Azerbaigian] risponderemo in modo appropriato“, ha aggiunto. “Poiché l’Armenia non ci ha consegnato quelle mappe, 150 soldati e civili sono stati uccisi o feriti in quasi un anno dopo la fine della guerra [del Nagorno-Karabakh]”.

(1 ott 21) ACCUSE AZERE CONTRO GLI ARMENI – L’Azerbaigian ha dichiarato alcuni armeni ricercati con l’accusa di aver commesso crimini durante la propria aggressione militare su larga scala contro l’Artsakh e l’Armenia. Il procuratore generale dell’Azerbaigian, Kamran Aliyev, ha annunciato che sono ricercati 24 armeni, secondo quanto riportato dai media azeri. Inoltre, sono stati avviati 79 procedimenti penali. Il procuratore generale dell’Azerbaigian ha aggiunto che circa 300 persone che “hanno commesso crimini contro i militari azeri durante la prima guerra del Karabakh e il regime di cessate il fuoco” sono state dichiarate ricercate.

(1 ott 21) UN DECESSO PER COVID – Una donna 74 anni è morta a causa del Covid con complicazioni polmonari. Nella giornata di ieri sono stati condotti 69 test sette dei quali hanno dato riscontro positivo. Al momento ci sono 21 pazienti stanno ricecendo cure ospedaliere e cinque di loro sono in condizioni gravi.

(1 ott 21) BABAYAN RISPONDE AD ALIYEV – Qualsiasi status all’interno dell’Azerbaigian è inaccettabile per Artsakh. Lo ha affermato il ministro degli Esteri dell’Artsakh, David Babayan, commentando la recente dichiarazione del presidente dell’Azerbaigian lham Aliyev che ha recentemente affermato che gli armeni del Nagorno Karabakh si battevano per l’indipendenza, ma ora parlano di autonomia all’interno dell’Azerbaigian, che per lui è inaccettabile. In questo contesto, secondo Aliyev starebbero anche cercando attivamente di mettere in circolazione i termini “cooperazione tra le comunità armena e azerbaigiana del Karabakh” e “stabilire legami tra loro”. Babayan ha dichiarato che “qualsiasi status all’interno dell’Azerbaigian è inaccettabile per Artsakh. Questa è la ferma opinione dell’intera popolazione di Artsakh, che è stata e rimarrà invariata. In questo contesto, va notato che non riconosciamo la cosiddetta “comunità azerbaigiana del Karabakh“, che altro non è che una struttura artificiale creata dalla Baku ufficiale per minare lo status di stato di Artsakh. La Repubblica di Artsakh è pronta a negoziare con l’Azerbaigian su un piano di parità, a discutere di tutto, anche delle questioni più difficili, e dei modi per risolverle.

(1 ott 21) NUOVO CONSIGLIERE PRESIDENZIALE – Il presidente Arayik Harutyunyan ha firmato un decreto che nomina Mikayel Arzumanyan consigliere capo del presidente dell’Artsakh. Arzumanyan è stato recentemente sollevato dal suo incarico di Ministro della Difesa dell’Artsakh e Comandante dell’Esercito della Difesa.

Il ministero degli esteri di Artsakh (Nagorno-Karabakh) ha rilasciato una dichiarazione in occasione dell’anniversario della guerra scatenata il 27 settembre 2020 sull’Artsakh dall’Azerbaigian. Il comunicato riporta quanto segue:

Un anno fa, il 27 settembre, l’Azerbaigian, con la partecipazione diretta e il sostegno della Turchia e di gruppi terroristici internazionali, ha scatenato una guerra su vasta scala contro la Repubblica di Artsakh. Durante i 44 giorni di aggressione, l’Azerbaigian ha impiegato armi indiscriminate vietate dalle convenzioni internazionali contro la popolazione di Artsakh, danneggiando gravemente le infrastrutture economiche e civili, nonché l’ambiente.

La Repubblica di Artsakh ha subito migliaia di perdite umane a causa della guerra e la maggior parte del suo territorio è stata occupata. Solo grazie al dispiegamento della missione di pace russa nella regione è stata fermata l’aggressione della triplice alleanza criminale.
Tuttavia, anche dopo la cessazione delle ostilità, l’Azerbaigian continua la sua politica palesemente aggressiva, anti-armena ed espansionistica a livello statale, violando grossolanamente tutti gli accordi, le norme del diritto internazionale ei principi di umanità.
Fino ad oggi un gran numero di prigionieri di guerra sono tenuti in condizioni disumane in Azerbaigian, sottoposti a tortura e umiliati.L’Azerbaigian attua sistematicamente un genocidio culturale e distrugge il patrimonio storico armeno nei territori occupati di Artsakh.
Il cessate il fuoco viene regolarmente violato dall’Azerbaigian, con l’obiettivo di scacciare gli armeni dall’Artsakh attraverso pressioni psicologiche e intimidazioni.

Oggi, più che mai, siamo determinati a rafforzare e sviluppare il nostro stato indipendente e sovrano e a decidere il nostro futuro politico, escludendo qualsiasi tipo di status all’interno dell’Azerbaigian.
Le priorità di politica estera dell’Artsakh continuano ad essere il riconoscimento internazionale dell’indipendenza della Repubblica di Artsakh, la conservazione del suo status di soggetto geopolitico, la deoccupazione dei territori dell’Artsakh, la prosecuzione del processo negoziale con la piena piena partecipazione dell’Artsakh nell’ambito del Gruppo OSCE di Minsk, sviluppo delle relazioni con vari Paesi e strutture.

La chiave per l’effettiva attuazione di tutti questi obiettivi è il rafforzamento della trinità Armenia-Artsakh-Diaspora, conducendo una politica estera realistica guidata da interessi statali.In questo triste giorno, siamo giustamente orgogliosi del coraggio e dell’eroismo dei difensori della Patria.

Rendiamo omaggio a coloro che hanno sacrificato la propria vita per il bene della libertà e dell’indipendenza di Artsakh. Viva la Repubblica di Artsakh!

Gli ultimi sviluppi del conflitto tra Armenia e Azerbaijan (Notizie geopolitiche, 4 set)

L’Artsakh si prepara a ricordare il suo “11 settembre” tra tante difficoltà (Assadakah, 11 set)

Pace e rispetto dei diritti in Nagorno Karabakh (Riforma, 14 set)

Nagorno Karabakh, l’altra guerra perdutissima che sbagliamo a ignorare (Tempi, 15 set, in abbonamento)

Perché il nuovo dialogo tra Turchia e Armenia può irritare Mosca (Formiche, 16 set)

La guerra in Nagorno Karabakh negli occhi di una pacifista azera (Osservatorio diritti, 17 set)

Armenia: nuovi confini, nuovi problemi (East journal, 18 set).

Armenia, intentata una causa all’Azerbaigian (Notizie geopolitiche, 18 set)

Armenia, trenta anni di indipendenza e sentirli tutti (East journal, 21 set)

Primo anniversario della guerra nel Nagorno Karabakh (Politicamente corretto, 24 set)

La guerra scatenata dall’Azerbajgian (con il sostegno determinante della Turchia) contro la Repubblica di Artsakh non va dimenticata (Korazym, 24 set)

Armenia-Azerbaigian: Consiglio sicurezza Erevan, in corso negoziati su autostrada Goris-Kapan (Agenzia Nova, 24 set)

Baku e Teheran sul piede di guerra (Asia news, 24 set)

Un anno dopo. La guerra in Nagorno Karabakh è l’11 settembre degli armeni (Politicamente corretto, 26 set)

Armenia, il trentennale delle difficoltà (Osservatorio Balcani Caucaso, 29 set)

Erevan ricorda le vittime del Nagorno Karabakh (Asia news, 29 set)

Corpi spezzati e burocrazia: i soldati armeni dopo la guerra (Osservatorio Balcani Caucaso, 30 set)

Oggi, 2 settembre 2021, ricorre il 30° anniversario della dichiarazione di indipendenza dell’Artsakh, precedentemente nota come Repubblica del Nagorno-Karabakh.

In questo giorno del 1991, una seduta congiunta di legislatori del consiglio provinciale del Nagorno Karabakh e del consiglio regionale di Shahumyan ha proclamato la Repubblica del Nagorno Karabakh (NKR) entro i confini dell’ex Oblast’ autonoma del Nagorno-Karabakh (NKAO) e la regione di Shahumyan. La decisione era in linea con la legislazione allora in vigore, in particolare la legge del 3 aprile 1990 che autorizzava le autonomie nazionali a determinare il proprio status in caso di uscita dall’URSS di una repubblica.

Il 10 dicembre 1991, pochi giorni prima del crollo ufficiale dell’Unione Sovietica, il Nagorno Karabakh tenne un referendum in cui il 99,89 per cento della popolazione votò a favore della completa indipendenza dall’Azerbaigian. Dopo questo, l’Azerbaigian bloccò totalmente la repubblica del NK e lanciò aggressioni militari.

La Guerra di Liberazione dell’Artsakh iniziò quando per la prima volta nel settembre del 1991 l’Azerbaigian bombardò la capitale Stepanakert con razzi Alazan dalla città di Shushi. L’esercito armeno si è formato nel vortice di questa guerra ed è stato in grado di garantire la sicurezza del popolo del Nagorno Karabakh. Nel 1994, e su richiesta dell’Azerbaigian, il 12 maggio è stato firmato un accordo di cessate il fuoco trilaterale – Azerbaigian, NKR, Armenia.

Quindici anni dopo l’indipendenza, nel 2006, il popolo di Artsakh ha adottato la Costituzione del Paese attraverso un referendum, sempre il 2 settembre.

Il 27 settembre 2020, le forze armate azere, con l’assistenza della Turchia e l’impegno di terroristi mercenari, hanno lanciato una guerra su larga scala contro Artsakh. La guerra durò fino al 9 novembre quando fu firmata una dichiarazione trilaterale – Armenia, Russia, Azerbaigian – alla mediazione della Russia per fermare le operazioni militari.

Secondo questa dichiarazione sul cessate il fuoco, la regione di Hadrut e Shushi, così come l’intera zona di sicurezza di Artsakh, è passata sotto il controllo dell’Azerbaigian. E le truppe di pace russe sono state schierate lungo l’intera linea di contatto di Artsakh e nel corridoio di Lachin.

La sconfitta militare non cancella tuttavia l’aspirazione del popolo armeno dell’Artsakh a vivere libero nella propria terra. Ogni ulteriore tentativo del nemico azero di costringere gli armeni dell’Artsakh a sottomettersi alla dittatura Aliyev o a scappare dalla loro terra natale sarà duramente contrastato.

Il riconoscimento internazionale, la salvaguardia del territorio con uno status di libero e indipendente Paese, la protezione del proprio patrimonio culturale e religioso, la sicurezza dei suoi abitanti sono e saranno sempre un obiettivo per l’Artsakh e per tutti coloro che sono vicini alle sorti di questo piccolo Stato.

VIVA L’ARTSAKH LIBERO E INDIPENDENTE!