Tag Archivio per: Azerbaigian

(30 ott 17) ERDOGAN IN AZERBAIGIAN ACCUSA GLI ARMENI – Violente parole contro gli armeni sono state pronunciate dal presidente turco Erdogan nel corso della sua visita in Azerbaigian. «Noi malediciamo la politica di occupazione dell’Armenia» ha dichiarato, aggiungendo che «il conflitto del Nagorno Karabakh  è una ferita sanguinante non solo per l’Azerbaigian, ma anche per la Turchia».

(30 ott 17) PREANNUNCIATO INCONTRO MINISTERIALE PER META’ NOVEMBRE – I co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’Osce hanno comunicato che sono in corso i preparativi per un incontro tra i ministri degli Esteri di Armenia e Azerbaigian. La data è stata fissata indicativamente per metà novembre.

(30 ott 17) GIORNATA DEI LAVORATORI DELLA PROTEZIONE CIVILE – Celebrata oggi la Giornata dedicata ai lavoratori in servizio nella Protezione civile. Il presidente Sahakyan ha partecipato a una cerimonia nel corso della quale ha consegnato alcune onorificenze di Stato e tenuto un discorso.

(28 ott 17) IL PRESIDENTE RICEVE IL MINISTRO DELLA DIFESA DELL’ARMENIA – Il presidente della repubblica Bako Sahakyan ha ricevuto oggi a Stepanakert il ministro della Difesa dell’Armenia Vigen Sargsyan. Nel corso dell’incontro, al quale ha partecipato anche il ministro della Difesa dell’Artsakh, Levon Mnatsakanyan, si è discusso tra l’altro della costruzione di infrastrutture per le forze armate. In giornata Sahakyan ha anche incontrato il sindaco di Yerevan Taron Margaryan.

(28 ott 17) SITUAZIONE TESA SULLA LINEA DI CONTATTO -Una nota del ministero della Difesa dell’Artsakh evidenzia come nel corso dell’ultima settimana la situazione lungo la linea di contatto con l’Azerbaigian sia stata “relativamente tesa”.

(25 ott 17) MAYILIAN RICEVE KASPRZYK – Il ministro degli esteri, Masis Mayilian, ha ricevuto l’ambasciatore Andrzej Kasprzyk, rappresentante personale del Presidente dell’Osce in carica, al quale ha illustrato la situazione lungo la linea di contatto e informato riguardo le recenti violazioni azere con lancio di missili Spike. Anche il ministro della Difesa, Levon Mnatsakanyan, ha incontrato il diplomatico dell’Osce.

(25 ott 17) MONITORAGGIO OSCE SU LINEA DI CONTATTO – nella giornata odierna è stata compiuto un monitoraggio lungo la linea di contatto tra Artsakh e Azerbaigian nel settore sudorientale all’altezza della regione di Hadrut. Non sono state rilevate violazioni del cessate-il-fuoco. Nella notte sono stati invece contati 23 colpi di mortaio azero verso le postazioni armene nelle regioni di Martakert e Martuni.

(24 ott 17) DIFESA: INCONTREREMO L’OSCE – In una conferenza stampa il ministro della Difesa dell’Artsak, Levon Mnatsakanyan, ha dichiarato che la tensione di questi ultimi giorni è legata all’aumento di attività dei cecchini azeri lungo la linea di contatto. La scorsa settimana un giovane soldato armeno è stato mortalmente colpito. Il ministro ha informato che è intenzione delle autorità della repubblica incontrare a breve i rappresentanti dell’Osce per illustrare la situazione e segnalare questa attività azera di provocazione culminata tra domenica e lunedì nel lancio di due missili anticarro Spike contro le postazioni armene. A domanda ha risposto che se le provocazioni continueranno, alla fine «una risposta ci sarà».

(24 ott 17) DELEGAZIONE MESSICANA IN ARTSAKH – Una delegazione di parlamentari messicani è in visita nella repubblica di Artsakh (Nagorno Karabakh) dove oggi ha incontrato le autorità locali e deposto un omaggio floreale al monumento dedicato ai caduti della guerra di liberazione.

(23 ott 17) ALTRO MISSILE SPIKE LANCIATO DAGLI AZERI – A meno di 24 ore di distanza gli azeri hanno nuovamente violato l’accordo di cessate-il-fuoco lanciando un altro missile anticarro Spike verso le postazioni armene di difesa.

(22 ott 17) ARTIGLIERIA PESANTE AZERA CONTRO POSTAZIONI ARMENE – Nel corso della giornata le forze armate azere hanno indirizzato diversi colpi di mortaio verso le postazioni armene nel settore nord orientale della linea di contatto (direzione Mataghis). Viene altresì registrato il lancio di un missile anticarro Spike il cui uso era stato duramente censurato nel luglio scorso dai mediatori del Gruppo di Minsk..

(20 ott 17) COSTITUITO IL GRUPPO DI AMICIZIA CON LA VALLONIA – Prosegue la visita di Sahakyan a Brussels dove oggi ha partecipato alla cerimonia di costituzione del gruppo di amicizia parlamentare Vallonia-Artsakh che segue a due giorni di distanza la costituzione del gruppo di amicizia con le Fiandre. In giornata il presidente della repubblica ha anche incontrato il Catholikos della Grande Casa di Cilicia Aram I.

(20 set 19) ONORIFICENZA POSTUMA AL GIOVANE CADUTO – Il presidente della repubblica ha conferito l’onorificenza “Per servizio, in battaglia” al giovane Tigran Khachatryan, mortalmente colpito da cecchini azeri ieri pomeriggio. A margine di un incontro con l’omologo polacco Waszczykowski , il ministro degli Esteri dell’Armenia ha commentato l’accaduto sottolineando come tutti gli sforzi per raggiungere una soluzione pacifica del conflitto vengano sistematicamente vanificati dall’Azerbaigian con speculazioni e violazioni del cessate-il-fuoco.

(19 ott 17) PROSEGUE LA VISITA DEL PRESIDENTE IN BELGIO – Bako Sahakyan ha oggi incontrato la presidente Nadia Gortzounian e il direttore  Nicolas Tavitian della “Armenian General Benevolent Union” (AGBU). Sempre a Brussels il presidente della repubblica di Artsakh ha avuto un incontro con il Consiglio direttivo dell’EUFOA (EUropean Friends Of Armenia) guidato da Diogo Pinto.

(19 ott 17) ALTRO SOLDATO ARMENO COLPITO DAI CECCHINI – Il diciannovenne Tigran Khachatryan è stato mortalmente colpito da cecchini azeri questo pomeriggio, alle 15,50 locali, mentre si trovava nella sua postazione di difesa nel settore nord orientale della linea di contatto. Si tratta del secondo caduto nel mese di ottobre dopo che lo scorso 10 ottobre aveva perso la vita Chaplin Margaryan, due i caduti a settembre.

(18 ott 17) SAHAKYAN IN BELGIO – Il presidente della repubblica Bako Sahakyan è giunto ieri in Belgio per una visita di lavoro. Nella giornata odierna è intervenuto all’apertura 4° Congresso dell’ E.A.F.J.D. (European Armenian For Justice and Democracy) con un discorso incentrato sui legami tra Armenia, Artsakh e Diaspora. Ha quindi visitato il parlamento fiammingo di Brussels dove ha partecipato alla cerimonia costitutiva del gruppo di amicizia parlamentare Fiandre-Artsakh.

(17 ott 17) DICHIARAZIONE ONU SUL NAGORNO KARABAKH – Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario Generale delle Nazioni Unite (ONU), ha rilasciato una dichiarazione a nome del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres a riguardo del processo di pace sul Nagorno Karabakh. «Il Segretario Generale accoglie con favore il vertice tenutosi il 16 ottobre a Ginevra, in Svizzera, tra il presidente della Repubblica di Armenia, Serzh Sargsyan e il presidente della Repubblica di Azerbaigian, Ilham Aliyev, organizzato sotto gli auspici dei co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’Osce. Egli è incoraggiato dall’accordo dei Presidenti di adottare misure per intensificare il processo negoziale e di adottare ulteriori misure per ridurre le tensioni sulla linea di contatto. Il Segretario Generale ribadisce il sostegno delle Nazioni Unite per gli sforzi in corso di mediazione dei Co-Presidenti e incoraggia i lati a costruire il momento positivo creato da questo vertice per raggiungere un accordo pacifico negoziato del conflitto nel Nagorno-Karabakh»

(16 ott 17) IL COMUNICATO UFFICIALE DELL’INCONTRO – «Il presidente della Repubblica dell’Armenia Serzh Sargsyan e il presidente della Repubblica di Azerbaigian Ilham Aliyev hanno tenuto oggi un vertice a Ginevra, in Svizzera. Anche i ministri degli Esteri, Edward Nalbandian e Elmar Mammadyarov, hanno partecipato alla riunione che è stata organizzata sotto gli auspici dei Co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE (Igor Popov della Federazione Russa, Stephane Visconti di Francia, e Andrew Schofer degli Stati Uniti d’America ). Ha partecipato anche il Rappresentante personale del Presidente in carica dell’OSCE,  Andrzej Kasprzyk. L’incontro si è svolto in un’atmosfera costruttiva. I Presidenti hanno accettato di adottare misure per intensificare il processo negoziale e ad adottare ulteriori misure per ridurre le tensioni sulla linea di contatto. I Co-Presidenti hanno espresso la loro soddisfazione per questi colloqui diretti, che hanno avuto luogo dopo un lungo intervallo. Rimangono pronti a lavorare con le parti per mediare una soluzione pacificamente negoziata del conflitto di Nagorno Karabakh. Come prossimo passo, i Co-Presidenti organizzeranno sessioni di lavoro con i Ministri nel prossimo futuro».

(16 ott 17) SARGSYAN COMMENTA INCONTRO CON ALIYEV – Dopo l’incontro con il collega azero, il presidente dell’Armenia si è recato presso la sede diplomatica nazionale a Ginevra dove ha incontrato esponenti della comunità armena di Svizzera ai quali ha dato notizia del colloquio con Aliyev. «Alcuni minuti fa ho concluso l’incontro con il presidente dell’Azerbaigian: non abbiamo alcunché di concreto, il cosiddetto accordo sul modo di risolvere il conflitto. Ma abbiamo accettato di adottare misure per alleviare la tensione per evitare perdite in prima linea. Voglio affermare che sia il Presidente dell’Azerbaigian sia io siamo profondamente interessati a questo. Anche lui comprende molto bene la complessità del problema, naturalmente, anche io, ma il problema è tale che non ci sarà mai una soluzione facile. Ma voglio che voi tutti foste fiduciosi su una questione, ossia che per noi non esiste alcuna soluzione che possa in qualche modo compromettere la sicurezza di Karabakh. L’unico accordo per noi è che il Karabakh sia fuori dall’Azerbaigian. Nessun leader armeno può mai prendere una tale decisione e attuarlo» ha detto il presidente.

(16 ott 17) ESTERI ARTSAKH COMMENTA MEETING DI GINEVRA – Il ministero degli Affari esteri della repubblica di Artsakh ha commentato il meeting presidenziale di Ginevra. considerando lo stesso molto importante dal punto di vista della creazione di condizioni per l’attivazione del processo negoziale, che è stato gravemente danneggiato a seguito dell’aggressione contro Karabakh scatenata dall’Azerbaigian nel mese di aprile 2016. «Siamo convinti che una delle basi per garantire i progressi nel processo di negoziazione è la rigorosa adesione agli accordi del 1994 e del 1995, nonché la realizzazione degli ultimi accordi, in particolare, l’attuazione di meccanismi di indagine sugli incidenti lungo la linea di contatto e l’espansione dell’Ufficio di Rappresentanza Personale del Presidente in carica dell’OSCE nonché l’aumento delle sue capacità di monitoraggio. Riteniamo che il ripristino dei colloqui a pieno titolo con la partecipazione diretta della Repubblica di Artsakh in tutte le fasi dovrebbe costituire un ulteriore passo avanti per il raggiungimento di un reale progresso nel processo di risoluzione del conflitto Azerbaigian-Karabakh».

(16 ott 17) SAHAKYAN. IL DESTINO DELL’ARTSAKH NON PUO’ ESSERE DETERMINATO SENZA LA SUA PARTECIPAZIONE DIRETTA – Il presidente della repubblica di Artsakh (Nagorno Karabakh) in occasione delle consultazioni per il piano programmatico del governo ha dichiarato che il destino di Artsakh non può essere determinato senza la sua partecipazione diretta a tutte le fasi del processo di negoziazione. Riflettendo sulle vie per risolvere il conflitto del Karabakh e sulla politica estera della Repubblica di Artsakh, Sahakyan ha sottolineato anche che «L’indipendenza e la sicurezza sono valori inviolabili per noi, (…) [e] l’ulteriore sviluppo e rafforzamento della Repubblica di Artsakh sono un tema chiave. Stepanakert si è impegnata per la risoluzione  pacifica del conflitto nell’ambito del gruppo di Minsk dell’OSCE. Continueremo  – ha proseguito il presidente – a mostrare una posizione di principio verso la ripresa del pieno formato del processo di negoziazione. Sarà necessario dare una nuova qualità al [processo] del riconoscimento della nostra repubblica. Fin dall’inizio siamo riusciti a costruire la nostra politica estera secondo i precetti di equilibrio e diversità. Una tale politica è condizionata anche dalla presenza della diaspora armena e, con i nostri passi, contribuiremo solo a rafforzare tale potenziale

(16 ott 17) CONCLUSO INCONTRO, LE PARTI CONCORDANO  DI INTENSIFICARE I NEGOZIATI – Si è concluso l’incontro fra i due presidenti armeno e azero. le parti, come si legge in un comunicato, concordano di intraprendere misure per intensificare i negoziati di pace. I co-presidenti del gruppo di Minsk hanno espresso soddisfazione per l’andamento dell’incontro.

(16 ott 17 INCONTRO PRESIDENZIALE A GINEVRA – Il presidente dell’Armenia Serzh Sargsyan e quello dell’Azerbaigian Ilham Aliyev si sono incontrati oggi a Ginevra, nella sede della rappresentanza permanente dell Svizzera presso le Nazioni Unite, su iniziativa del Gruppo di Minsk dell’Osce. I lavori sono iniziati nel primo pomeriggio. I due presidenti hanno avuto una riunione presenti anche i rispettivi ministri degli Esteri e gli ambasciatori dei Paesi co-presidenti del Gruppo di Minsk, ma hanno anche avuto modo di un colloquio riservato.

(16 ott 17) SARGSYAN ARRIVA A GINEVRA E INCONTRA ARAM I – Il presidente dell’Armenia, Serzh Sargsyan, è arrivato a Ginevra dove nel primo pomeriggio incontrerà il collega azero Aliyev. Nell’aeroporto della città svizzera ha avuto un colloquio con il Catholikos della Grande Casa di Cilicia, Aram I, in transito per Bruxelles.

(13 otto 17) ANNUNCIATO VERTICE PRESIDENZIALE IL 16 OTTOBRE A GINEVRA – Lunedì 16 ottobre a Ginevra, Svizzera, si terrà – su iniziativa del Gruppo di Minsk dell’Osce –  un vertice fra il presidente dell’Armenia Serzh Sargsyan e quello dell’Azerbaigian Ilham Aliyev. L’annuncio è stato dato ufficialmente oggi. I due presidenti si erano incontrati l’ultima volta circa un anno e mezzo fa a San Pietroburgo.

(10 ott 17) SOLDATO ARMENO UCCISO DA FUOCO AZERO – Il diciannovenne Chaplin Margaryan  è stato mortalmente colpito questo pomeriggio da cecchini azeri mentre si trovava nei pressi della sua postazione difensiva lungo la linea di contatto, settore nord orientale. Il giovane, che stava eseguendo opere di ingegneria nella postazione, è stato immediatamente portato in ospedale a Stepanakert dove è spirato.

(8 ott 17) FESTA DEL RACCOLTO, IN MIGLIAIA A STEPANAKERT – Tradizionale appuntamento oggi a Stepenakert con la “Festa del raccolto”. Migliaia di visitatori hanno affollato piazza della Rinascita favoriti da una bella giornata di sole. Ben 900 sono state le richieste pervenute nei giorni scorsi per allestimento di stand. Anche il presidente Sahakyan ha visitato la fiera.

(7 ott 17) COPRESIDENTI GM A YEREVAN – Gli ambasciatori dei Paesi co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’Osce sono a Yerevan dove hanno avuto incontri con le massime autorità dello Stato. Tra l’altro sono in corso con le parti i contatti per l’organizzazione di un vertice presidenziale tra Sargsyan e Aliyev.

(7 ott 17) SAHAKYAN RICEVE DELEGAZIONE SENATO CALIFORNIA – Il presidente della repubblica ha ricevuto oggi a Stepanakert una delegazione di senatori della California.

(6 ott 17) SI DIMETTE AGRAMUNT, PRESIDENTE PACE – Il discusso Presidente dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE), lo spagnolo Pedro Agramunt, noto per le sue posizioni filo azere, è stato costretto a rassegnare le dimissioni dopo le polemiche piovute negli ultimi mesi sul suo controverso mandato.

(5 otto 17) AZERBAIGIAN PRONTO A LASCIARE IL CONSIGLIO D’EUROPA – Durante un incontro con una delega del Comitato politico e di sicurezza del Consiglio d’Europa il presidente azero Aliyev ha accennato alla possibilità che l’Azerbaigian abbandoni l’organizzazione. Secondo il presidente azero la motivazione di tale scelta risiede nel fatto che quando l’Azerbaigian entrò nel Consiglio d’Europa era convinto che questo potesse risolvere il contenzioso del Nagorno Karabakh e quindi sarebbe deluso dal mancato successo. In realtà le recenti prese di posizione del Consiglio sulla questione dei diritti umani in Azerbaigian ha determinato un progressivo raffreddamento delle relazioni con Baku.

(3 ott 17) NUOVO CO-PRESIDENTE USA A STEPANAKERT – L’amb. Andrew Schofer, nuovo co-presidente del Gruppo di Minsk dell’Osce per gli Stati Uniti,  si è recato oggi in visita a Stepanakert per un primo contatto con le autorità locali. E’ stato ricevuto dal presidente Sahakyan e, in precedenza, dal ministro della Difesa Mnatsakanyan. Schofer ha definito «molto produttivo» l’incontro con Sahakyan.

(2 ott 17) CONCLUSO FORUM ECONOMICO INTERNAZIONALE – Si sono chiusi oggi i lavori, iniziati il 29 settembre, di un Business Forum intitolato “Politica d’investimento della Repubblica Artsakh. Partenariato pubblico-privato come base dello sviluppo globale dell’economia nazionale “. Nel quadro della riunione plenaria, si sono svolti sessioni specifiche, incontri B2B e riunioni di lavoro bilaterali. Gli scopi principali del Forum erano l’organizzazione di negoziati tra Artsakh, Armenia e società estere, anche in una situazione informale;  l’individuazione di nuovi contatti commerciali,  l’espansione della sfera di attività imprenditoriale e la discussione dei principali problemi economici con i rappresentanti del governo. Hanno partecipato al forum membri del governo della repubblica di Artsakh, rappresentanti di vari sindacati e associazioni, nonché capi delle grandi aziende della Repubblica di Artsakh, della Repubblica di Armenia e di paesi stranieri.

(2 ott 17) NUOVO PRESIDENTE REGIONALE A MARTAKERT – Il presidente della repubblica Bako Sahakyan ha nominato Edgar Haroutyunyan nuovo presidente dell’amministrazione regionale di Martakert. Subentra a Vladik Khachatryan che ha lasciato l’incarico per altra attività.

 

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Si tratta dell’ottavo Stato nordamericano che vota un analogo pronunciamento. Il testo completo della risoluzione

La squadra azera, prossima avversaria in Champions league della Roma, è il fiore all’occhiello del regime di Aliyev. I rischi della trasferta per alcuni tifosi giallorossi

il presidente dell’Armenia Sargsyan all’ONU: per il democraticamente sviluppato Artsakh, l’Azerbaijan semplicemente simboleggia l’arretratezza medievale

Fonte: Tempi.it, 20 settembre 17,  di Vittorio Robiati Bendaud

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Viaggio in Nagorno Karabakh, dove tra antiche chiese e monasteri sventrati vive una comunità nobile e gloriosa, orgogliosa della propria identità

Un viaggio in Armenia e Artsakh (ossia l’odierna Repubblica Armena del Nagorno Karabakh), in compagnia di Antonia Arslan. Per chi come me da anni nutre simpatia, vicinanza e profondo apprezzamento per il popolo armeno e la sua causa, si è trattato di un’occasione unica, sognata e realizzatasi. Con questo viaggio sono ipso facto divenuto persona sgradita in Turchia e Azerbaigian… pazienza. Il mio rammarico è per i due popoli, quello turco e quello azero, che meriterebbero dirigenze politiche ben diverse dalle attuali. È doveroso però ricordare che esistono, in seno al popolo turco e al popolo azero, scrittori, pensatori religiosi e laici, persone comuni, che dissentono dalle leadership governative e religiose dei due Stati e che, in relazione agli armeni, caldeggiano riflessioni nuove, ripensamenti del passato e del presente, strategie più rosee per il futuro.

Desidero premettere un interrogativo amaro, che mi accompagna da tempo e da cui non riesco a liberarmi. Con l’avvento dell’islam e le sue iniziali enormi conquiste, gran parte dei territori del Vicino Medio Oriente e del Nord Africa da cristiani divennero musulmani. Parimenti accadde nei territori bizantini e armeni dell’Asia Minore, dell’Anatolia e del Caucaso. Se è vero che questi cristianesimi orientali, al pari dell’ebraismo, coesistettero con l’islam governante e imperante, è pur vero che l’ebraismo e i cristianesimi orientali sopravvissero all’islamizzazione e al Dar al-Islam. I musulmani conquistarono anticamente quei territori, ma furono minoranze conquistatrici a fronte di ampie maggioranze cristiane conquistate. La domanda che si impone è: come fu possibile che migliaia di questi cristiani (e, in misura minore, ebrei) in pochi secoli si siano convertiti all’islam liberamente, abbracciando la fede dei conquistatori?

Probabilmente la risposta risiede, come molti studiosi indicano, nel sistema perverso di protezione e contemporanea umiliazione/svilimento della Dhimma, che permetteva ai cristiani e agli ebrei di risiedere in territori islamizzati. La Dhimma e le sue conseguenze rendevano allettante per molti la conversione all’islam, per stare finalmente tranquilli, per fugare discriminazioni, per esasperazione. È un dato di fatto che dove l’islam è giunto il cristianesimo è fortemente regredito. Armeni, ebrei e cristiani assiri, pur a fronte di perdite di centinaia di migliaia di loro fratelli, alcuni dei quali trasformatisi drammaticamente poi in delatori e persecutori, hanno “retto” meglio di altri. Fu molto più difficile cioè ottenere la loro conversione. Andare in Armenia e in Artsakh, come andare in Israele, per me è significato andare nella terra di chi, a costi immensi, è persistito nella propria identità. In questo caso, la più antica nazione cristiana del mondo.

Da europeo, credo altresì che siano vere le parole che ho udito personalmente da Bako Sahakhyan, il presidente dell’Artsakh: quel confine armeno è l’estremo confine attuale dell’Occidente. E io aggiungo, con convinzione, “con Israele”. Tuttavia, nella coscienza comune europea, se è già purtroppo complicata una riflessione simile in relazione ad Israele, la nescienza diviene assordante e colpevole per quanto riguarda le vicende armene. Vedere chiese e monasteri, per lo più di antichissima fondazione e di raro incanto, sventrati; steli religiose (khatchkar) infrante deliberatamente a decine di migliaia; villaggi rurali di contadini bombardati per cancellare la presenza armena e la sua storia è un fatto che perdura da decenni. Palmira, cioè, non è per nulla un fatto nuovo, un inedito. Questa è una lezione intrisa di sangue che le pietre di Armenia urlano a noi occidentali, una lezione che molti di noi disprezzano, perché non la conoscono e non vogliono conoscerla, e perché turba le loro delicate menti “cosmopolite”. È verissimo che al genocidio è seguito il genocidio culturale, che è stato perpetrato impunemente, nel silenzio dell’Occidente, per decenni. Innumerevoli paesini montani del Nagorno Karabakh testimoniano per il visitatore tutto questo, paesini che rivedono oggi gli eredi del popolo che abitò e fecondò per secoli e millenni questa terra. Un popolo di contadini ingegnosi e dignitosi, di mercanti e di monaci, di architetti e sognatori, di poeti e di raffinate copiste (sì, al femminile, come fu per la giovane Gayané) di Bibbie e codici. La distruzione del bello e delle vestigia antiche in certe parti del mondo non è solo un orrore bellico, è una strategia inveterata. L’Isis ha copiato stilemi ben più vecchi, ancor più vecchi delle distruzioni che sto ora raccontando.

Un popolo solare
Eppure il governo dell’Artsakh, piccola enclave di tenaci resistenti armeni, non abbatte le moschee presenti, ma le fa restaurare. Anche per evidenziare agli osservatori internazionali una sostanziale differenza rispetto alle forze nemiche. E così accade per i molti cimiteri islamici, che non vengono rimossi e i morti lasciati al loro riposo. È chiaro che la frontiera che ho visitato è una frontiera in guerra, calda. Ed il popolo armeno lì residente è ben armato e militarizzato (due anni di servizio militare obbligatori, da poco facoltativo anche per le ragazze). E ho conosciuto l’arcivescovo Pargev Martirosyan, un eroe nazionale: un arcivescovo letteralmente in trincea e combattente per il suo popolo, non solo con le armi della preghiera. Alla domanda se Sua Eccellenza fosse sul fronte durante la terribile guerra, la risposta è immediata: «Si capisce. Dove altro avrei dovuto essere? Il vescovo è un padre per i figli e per i nipoti. Dovevo stare con i miei familiari e difendere la mia gente».

Ma se il confine è caldo e le armi realtà tristemente ben nota, è altrettanto vero che questo è un popolo solare, che ama mangiare il proprio pane e bere il proprio vino. E brindare, molte volte brindare. Con gli armeni, come con gli ebrei, i vicini hanno invalidato e capovolto drammaticamente la profezia di Isaia per cui le lance si sarebbero mutate in falci. E però questo è un popolo di giovani che si sposano e fanno bambini, tanti bambini. E che vogliono il meglio per i loro figli, il che significa per gli armeni: cultura, cristianesimo e ospedali.

Scuole, asili, case per soldati
Una lezione di vita me l’hanno data i miei compagni di viaggio armeni della diaspora, per lo più americani, promotori di iniziative di solidarietà per l’Artsakh legate alla Fondazione Tufenkian. Persone colte, stimati professionisti, donne e uomini estremamente affabili con la volontà inesausta di beneficare il proprio popolo, di investire in se stessi. Un’attenzione delicata e materna, pacifica e nobile, per scuole, asili, case per giovani soldati feriti, centri medici, aiuti per l’agricoltura locale. E infine non posso non pensare, in chiusura, a un’amica cara, ossia alla nostra Antonia Arslan. Noi italiani abbiamo in mente l’autrice italo-armena della Masseria delle Allodole e di altri scritti. Solo pochi hanno capito che l’autrice della Masseria rappresenterà per la letteratura italiana e la sua storia ciò che rappresentò Se questo è un uomo di Primo Levi, ossia un fondamentale, nuovo tassello. Ma comprendo anche i silenzi dei critici, immersi nel mare di scribacchini starnazzanti nostrani.

Quello che ho visto in Armenia e in Artsakh è però molto di più. Ho visto giovani donne fermarsi per capire se era lei o non era lei. Ragazze commuoversi, vecchie tremare. Bambini farle festa e decorati militari mettersi sull’attenti. Antonia, con Charles Aznavour, è la voce e la bandiera di un popolo antico, nobile e glorioso, sofferente e risorto, combattivo e ospitale. Antonia è per questa gente ciò che Elie Wiesel è stato per gli ebrei. Ed è segno che c’è ancora speranza, forza, coraggio e senso nella letteratura.

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Fonte: Lettera 43, 7 settembre,  di Alessandro da Rold e Luca Rinaldi

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Si torna a indagare sulla gigantesca rete di riciclaggio continentale. Un giro da 20 miliardi di dollari. Coinvolta anche l’Italia sull’accordo per il gasdotto Tap. Come funziona la «diplomazia al caviale».

In Europa si torna a parlare del gas azero e di quell’immenso giro di denaro che tra il gennaio e l’ottobre 2014 ha messo in moto una rete di riciclaggio da 20 miliardi di dollari passati per 19 banche russe e finiti sui conti di oltre 5 mila società domiciliati in 732 banche dislocate in 96 Paesi nel mondo.

PRODOTTI 3 MILIARDI IN TRE ANNI. È uno schema che la Organized Crime and Corruption Reporting Project (Occrp) ha ribattezzato come «Lavatrice russa». Fa parte del “gioco” la lavatrice azera, che ha prodotto in tre anni circa 3 miliardi di dollari. La segnalazione è arrivata in questo senso per prima dalla Danske Bank, la banca danese che ha registrato movimenti anomali nella filiale estone che riportavano direttamente al governo e alla classe dirigente di Baku. Ma sono stati una serie di documenti in possesso del giornale danese Berlingske e condivisi con la stessa Occrp che ha svelato la possibile presenza dei notabili azeri nello schema.

«I soldi erano indirizzati a politici, giornalisti e personalità influenti con l’obiettivo di adottare una linea morbida nei confronti del presidente azero Ilham Aliyev»

Uno dei passaggi “preferiti” della lavatrice azera è il Regno Unito. Qui sarebbero transitati 16 mila pagamenti riservati da parte della classe dirigente azera, col placet del governo di Baku. Denari destinati a una rete di politici, giornalisti e personalità influenti con l’obiettivo di adottare una linea morbida nei confronti del presidente Ilham Aliyev in un momento in cui il lo stesso si è trovato a fronteggiare un mare di critiche per l’arresto di attivisti per i diritti umani e giornalisti.

DI MEZZO I CONTESTATI GASDOTTI. Insomma, quella che viene chiamata «diplomazia al caviale», o «caviar diplomacy». Buona pure per favorire gli interessi economici della classe dirigente azera, tra cui leggere alla voce Trans Adriatic Pipeline, meglio nota come Tap, ovvero il metanodotto da 871 chilometri che collegherà l’Azerbaijan con l’Europa approdando nel Salento. Di mezzo anche il contestato metanodotto Snam Rete Gas, che porterà il gas della Tap nella rete di distribuzione nazionale e seguirà un percorso di 55 chilometri e 90 metri, da Melendugno a Brindisi.

Nel giugno 2014 non sfuggì agli osservatori più attenti l’incontro romano tra il presidente azero Aliyev e l’allora premier Matteo Renzi. Negli stessi giorni faceva il suo ingresso come lobbista di British Petroleum, parte integrante del consorzio che realizzerà le opera per la Tap, l’ex premier britannico Tony Blair. Pochi mesi dopo, a novembre, il pranzo tra Blair e Renzi in cui il primo avrebbe dato indicazioni al secondo sulla «via della sinistra italiana». E forse anche sul Tap.

SOLDI DALLA FONDAZIONE A ROMA. Ma la diplomazia al caviale in Italia si è manifestata, a proposito di fondazioni, pure con i denari della fondazione Aliyev quando l’allora sindaco Gianni Alemanno e l’ambasciatore azero a Roma Vaqif Sadiqov firmarono un documento per destinare 110 mila euro in arrivo dalla stessa fondazione al restauro della Sala dei Filosofi di Palazzo Nuovo dei Musei Capitolini. Obiettivo «rafforzare i rapporti di collaborazione» già avviati nel campo della cultura con l’arrivo del monumento al poeta Nizami Ganjavi (definito «poeta azerbaigiano», in realtà nato in Persia due secoli prima della fondazione dello Stato azero) a Villa Borghese.

Nel frattempo anche la procura di Milano potrebbe riservare sorprese nei prossimi mesi. Alla fine di luglio infatti la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della procura diretta da Francesco Greco, esperto di reati finanziari, contro il proscioglimento nel 2014 del parlamentare dell’Udc Luca Volontè, accusato di aver ricevuto da politici azeri una tangente da 2 milioni 390 mila euro per orientare il suo voto come membro dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa in favore del governo dell’Azerbaijan.

TRANSAZIONI IN SOCIETÀ OFFSHORE. I soldi, come ha verificato la Guardia di finanza dopo una segnalazione della Bcc di Barlassina, erano transitati sulla società italiana Lgv, intestata alla moglie di Volontè, e alla sua fondazione politica, Novae Terrae. I soldi sarebbero passati su società offshore in Estonia e Lettonia.

Per i pm Elio Ramondini e Adriano Scudieri il parlamentare dell’Udc avrebbe sfruttato il suo ruolo di capogruppo dei popolari europei per convincere altri parlamentari a votare contro contro il rapporto Strassaer sulle condizioni degli 85 prigionieri politici nella repubblica caucasica. Un favore al governo azero.

CASSAZIONE CONTO LA DECISIONE DEL GUP. Per la Cassazione la decisione del gup, che aveva deciso di archiviare «perché inutile la celebrazione del dibattimento», era sbagliata. «L’immunità prevista dall’articolo 68 primo comma della Costituzione (“i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e di voti dati nell’esercizio”) non preclude la perseguibilità del reato di corruzione per esercizio della funzione in relazione all’attività del membro del parlamento».

LA PROCURA PUÒ RIAPRIRE L’INDAGINE. Per la Cassazione, infatti, come riporta anche il Fatto Quotidiano, «il gup di Milano, nel decretare il non luogo a procedere, non ha fatto alcuna valutazione sulla sostenibilità in dibattimento dell’accusa, ma si è limitato ad elevare erroneamente l’insindacabilità delle condotte ascritte all’imputato e quindi l’operatività della clausola di immunità». Gli atti sono stati di nuovo inviati alla procura che ora può riaprire l’indagine. E chissà che non vengano fatti altri approfondimenti sulla gigantesca “lavatrice azera” e sulla diplomazia al caviale che avrebbe corrotto politici in tutta Europa.

Un’inchiesta del quotidiano britannico “The Guardian” svela che solo dal 2012 al 2014 l’Azerbaigian ha speso quasi tre miliardi di dollari per la ‘politica del caviale’. E in Italia?…

(30 set 17) OSCE IN VISITA A TALISH – Il Rappresentante speciale per il Caucaso meridionale dell’Assemblea Parlamentare dell’Osce, Kristian Vigenin, ha vistato oggi il villaggio di Talish duramente colpito dall’attacco azero dell’aprile del 2016. Era accompagnato dalla responsabile della delegazione armena, Hermine Naghdalyan . In occasione della visita la delegazione ha incontrato alcuni residenti nel villaggio nonché i parenti dell’anziana famiglia Khalapyan barbaramente trucidata dai soldati azeri. «Nel XXI secolo dobbiamo fare  in modo che non ci siano guerre e la gente abbia l’opportunità di vivere pacificamente. E spero che noi, i deputati, i rappresentanti del popolo, possiamo contribuire a questo» ha detto Vigenin.

(30 set 17) INCONTRO CON GIOVENTU’ SOCIALISTA – Il nuovo ministro degli Esteri Masis Mayilian ha incontrato oggi i rappresentanti  della “Unione internazionale della gioventù socialista” che si trova in questi giorni in visita in Artsakh. La delegazione è composta da ragazzi provenienti da venti diversi Paesi.

(29 set 17) OMBUDSMAN DELL’ARTSAKH A BUCAREST – Ruben Melikyan, Ombudsman della repubblica del Nagorno Karabakh-Artsakh ha partecipato ai lavori dell’assemblea generale degli ombudsman europei tenutasi nella capitale romena. Nonostante il tentativo della delegazione azera, il rappresentante dell’Arsakh ha tenuto il suo intervento sui diritti dei bambini e consegnato altresì un rapporto sulla violazione dei diritti umani in seguito all’aggressione azera dell’aprile 2016. Alle proteste dell’Azerbaigian, i cui media locali hanno distorto la realtà riferendo che il rappresentante del Nagorno Karabakh non aveva potuto partecipare ai lavori, ha risposto duramente il Segretario dell’European Ombudsman Institute (EOI) Josef Siegele confermando la partecipazione di Melikyan.

(29 set 17) CONCLUSE ESERCITAZIONI MILITARI – Si sono concluse oggi esercitazioni militari che hanno visti impegnati da lunedì diversi reparti dell’Esercito di difesa del Karabakh. In questi giorni si sono tenute anche simulazioni finalizzate al miglioramento dei sistemi di difesa aerea.

(28 set 17) IL SENATO DEL MICHIGAN RICONOSCE L’ARTSAKH – Il senato del Michigan ha votato oggi una risoluzione che riconosce la piena autodeterminazione dell’Artsakh. Si tratta dell’ottavo Stato degli USA a votare un simile provvedimento. (testo completo della risoluzione in Breaking News)

(28 set 17) UCCISO SOLDATO ARMENO LUNGO LINEA DI CONTATTO – Il diciannovenne Seyran Sargsyan è stato colpito da fuoco azero mentre si trovava in servizio in una postazione nel settore sud orientale della linea di contatto. La gravissima violazione azera, che giunge dopo un periodo di relativa calma, è stata registrata nel primo pomeriggio. Il presidente della repubblica Sahakyan ha conferito onorificenza postuma “Per servizio, in battaglia” al giovane caduto.

(27 set 17) IN CRESCITA L’ECONOMIA DELL’ARTSAKH – Secondo il Servizio di statistica nazionale l’indice di attività economica (EAI) della Repubblica di Artsakh è aumentato del 17,2 per cento nei primi otto mesi del 2017 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Da notare che nel primo semestre dell’anno in corso è stata registrata una crescita dell’indice del 16,5 per cento in Artsakh rispetto allo stesso periodo dell’anno passato.

(27 set 17) L’ARTSAKH APPOGGIA REFERENDUM KURDISTAN – In una nota il ministero degli Affari esteri dell’Artsakh accoglie con favore il referendum tenutosi nel Kurdistan iracheno. «Accogliamo con favore l’organizzazione di un referendum sull’indipendenza del Kurdistan iracheno come atto di realizzazione del diritto dei popoli all’autodeterminazione e del diritto di scegliere autonomamente il proprio percorso di sviluppo sancito dalla Carta delle Nazioni Unite e in numerosi documenti internazionali fondamentali. Speriamo che la situazione, sviluppata a seguito del referendum, sia risolta con mezzi pacifici, tenendo conto della necessità di mantenere la stabilità e la sicurezza nella regione» si legge nella nota del dicastero.

(25 sey 17) ESTERI: LASCIA MIRZOYAN, ENTRA IL SUO VICE – Il nuovo ministro degli Affari Esteri, Masis Mayilyan, proviene dal medesimo ministero avendo ricoperto il ruolo di vice ministro durante il dicastero di Karen Mirzoyan che, a sorpresa, ha lasciato l’incarico.

(25 set 17) NUOVA ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA – Con altri decreti firmati oggi dal presidente Sahakyan è stata rimodellata l’organizzazione amministrativa dello Stato. In particolare: il Dipartimento del Turismo è stato separato dal Ministero dell’Economia e delle Infrastrutture Industriali e incluso nel Ministero della Cultura, della Gioventù e del Turismo; nella struttura dell’Ufficio del Presidente, è stata  istituita l’Amministrazione degli affari governativi che succede all’ex Amministrazione del Gabinetto dei Ministri. Alcune suddivisioni dell’ex Amministrazione del Gabinetto dei Ministri sono state incluse in vari organi. Il Dipartimento socio-economico e le suddivisioni che operano nel settore dell’amministrazione territoriale sono state incluse nel personale del ministro di Stato. I reparti del Catasto immobiliare e della proprietà immobiliare, della geodesia e dell’ispezione dello stato di terra sono stati inclusi nella struttura del Ministero dell’Economia e delle Infrastrutture Industriali. Il Dipartimento per gli Affari Interni e il Reinsediamento e la Divisione Migrazione sono stati inclusi nel Ministero del Lavoro, degli Affari Sociali e del Reinsediamento. In accordo con le nuove funzioni, sono stati approvati gli statuti e le strutture dell’Ufficio del Presidente e dell’Amministrazione degli Affari governativi. Con un altro decreto presidenziale è stato definito un nuovo ordine di organizzazione delle attività governative.  Nella stessa giornata, il presidente della repubblica ha firmato decreti anche sulla nomina del vice capo dell’ufficio del presidente Arayik Lazaryan come capo dell’amministrazione degli affari governativi dell’ufficio del presidente – primo vice capo dell’ufficio del presidente. Il Vice Ministro della Giustizia Karen Danielyan è stato nominato vice capo dell’Ufficio del Presidente – Capo del Dipartimento di Stato-Legale.

(25 set 17) PRESIDENTE FIRMA DECRETI PER CONSIGLIO DEI MINISTRI – Il presidente della repubblica Sahakyan ha formato oggi numerosi decreti relativi alla composizione del nuovo Consiglio dei ministri. Il Premier uscente Arayik Haroutyunyan è stato nominato Ministro di Stato e coordinerà l’attività dei seguenti ministri: Karine Atayan (Salute, confermata), Ararat Danielyan (Giustizia, conf.), Masis Mayilyan (Esteri), Samvel Avanesyan (Lavoro e affari sociali, conf.), Vazgen Mikayelyan (Ambiente), Zhirayr Mirzoyan (Agricoltura), Levon Grigoryan (Economia e Industria), Narine Aghabalyan (Educazione, Scienza e Sport, conf.), Sergey Shahverdyan (Cultura, Gioventù e turismo), Levon Mnatsakanyan (Difesa, conf.), Karen Shahramanyan (Pianificazione urbana, conf.), Grigory Martirosyan (Finanze).

(25 set 17) GEMELLAGGIO CHARTAR  CON DECINES-CHARPIEU – Il sindaco di Chartar (Arthur Aghabekyan   ) e quello del comune francese, Décines-Charpieu (Laurence Fautra ) hanno firmato oggi una dichiarazione di amicizia.   Décines-Charpieu, comune di 25000 abitanti nella regione di Lione, è l’ottavo comune francese a siglare un gemellaggio con comunità del Nagorno Karabakh-Artsakh. La cerimonia si è svolta al palazzo dello sport e della cultura di Chartar che si trova nella regione di Martuni.

(23 set 17) INCONTRO MINISTRI ESTERI A NEW YORK – I ministri degli Esteri di Armenia (Nalbandian) e Azerbaigian (Mammadyarov) si sono incontrati a New York dove si trovano per la 72a sessione dell’Assemblea generale delle nazioni Unite. Nel corso del colloquio, al quale hanno partecipato gli ambasciatori co-presidenti del Gruppo di Minsk, sono state discusse questioni relative al vertice fra i presidenti dei due Stati. E’ stato altresì raggiunto un accordo per la visita dei co-presidenti nella regione nel mese di ottobre.

(23 set 17) STEPANAKERT DAY, FESTE IN PIAZZA – In occasione della Giornata di Stepanakert (che coincide con il 94° anniversario della nuova denominazione toponomastica), si tengono feste, mercati e dimostrazioni sportive nelle piazze e nei parchi della città. Le massime autorità civili e religiose dello Stato partecipano agli eventi.

(22 set 17) NALBANDIAN INCONTRA GRUPPO DI MINSK – Il ministro degli Esteri dell’Armenia, Edward Nalbandian, si è incontrato a New York (dove è in corso la sessione dell’Assemblea Generale) con gli ambasciatori co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’Osce Igor Popov (Russia), Stéphane Visconti (Francia) e Andrew Schofer (USA). Era presente anche l’amb. Andrzej Kasprzyk, rappresentante personale del presidente dell’Osce in carica. Per domani è previsto il meeting tra i ministri degli esteri di Armenia e Azerbaigian.

(21 set 17) DIFESA CRITICA VERSO RUSSIA – Il ministro della Difesa dell’Artsakh nonché comandante dell’Esercito del Karabakh ha commentato criticamente l’ultima vendita di armi della Russia all’Azerbaigian. Al riguardo ha commentato che «ogni arma venduta all’Azerbaigian è una minaccia per l’Armenia e l’Artsakh».

(21 set 17) MESSAGGIO DI SAHAKYAN PER L’ARMENIA – Il presidente della repubblica, Bako Sahakyan, ha inviato un messaggio al presidente Sargsyan in occasione del 26° anniversario dell’indipendenza dell’Armenia. Tra l’altro il presidente dell’Artsakh ha sottolineato come l’anniversario sia una festa per tutti gli armeni in ogni parte del mondo.

(19 set 17) FALLITO TENTATIVO AZERO ALL’ASSEMBLEA PARLAMENTARE – La delegazione armena alla PACE (Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa) è riuscita a bloccare una mozione presentata dalla delegazione azera nella quale si affermava che «Il Nagorno Karabakh è parte dell’Azerbaigian». Dopo acceso dibattito la discussione è stata rinviata a data da destinarsi. L’Assemblea è peraltro ancora “scossa” dalle notizie di fenomeni di corruzione di alcuni parlamentari ad opera del governo azero.

(19 set 17) IL PRESIDENTE INCONTRA DEPUTATI USA – Bako Sahakyan ha incontrato i deputati del Congresso USA, Frank Pallone, Anna Eshoo e Jackie Speier, che si trovano in visita in Artsakh. A loro ha espresso gratitudine per il viaggio e ha consegnato una medaglia di riconoscenza.

(18 set 17) DEPUTATI USA IN VISITA IN ARTSAKH – Il deputato statunitense David Vadalao (R- California) è in visita, unitamente ad altri colleghi del Congresso, in Artsakh dove ha incontrato autorità locali e seguito l’attività della ONG Halo Trust da anni impegnata nello sminamento delle zone di guerra.

(18 set 17) MIRZOYAN: SITUAZIONE SOTTO CONTROLLO – Il ministro degli Esteri dell’Artsakh, intervenendo alla conferenza di Yerevan, ha informato che la situazione lungo la linea di contatto è sotto controllo e tale rimarrà. Mirzoyan ha altresì ricordato che «secondo la Costituzione del Nagorno Karabakh nessun territorio può avere uno status diverso da quello di essere parte integrante della repubblica.» Il ministro ha anche aggiunto che Baku sta cercando di dare una connotazione religiosa al contenzioso e che ci sono prove di molti azeri che combattono nelle file dello Stato Islamico. Nel suo intervento Mirzoyan ha usato parole dure: «Prima di tutto, è un conflitto di due diverse civiltà: da un lato, il  Karabakh e l’Armenia [la civiltà], che si basa sul rispetto dei diritti umani, mentre d’altra parte l’azerbaigiana [la civiltà], che si basa sulle persecuzioni, l’uso della forza nella politica estera» precisando che quello del Nagorno Karabakh non è né un conflitto religioso né un conflitto territoriale ma di civiltà. «Noi abbiamo ripetutamente affermato che il conflitto può essere risolto sulla base dei precetti internazionali; prima di tutto, sul diritto della gente all’autodeterminazione» ha concluso.

(18 set 17) SARGSYAN: DIRITTO DI VIVERE NELLA PROPRIA PATRIA – Il presidente dell’Armenia, nel suo intervento alla Conferenza di Yerevan ha sottolineato come «Non può esserci alcuna pace finché l’Azerbaigian non si concilia con i principi sanciti dalla comunità internazionale» aggiungendo che «il popolo della Repubblica del  Nagorno Karabakh ha un diritto naturale di vivere nella loro patria. Avere un sistema governativo stabile, un’economia in via di sviluppo, la popolazione del  Nagorno Karabakh realizza questo diritto ogni giorno. Questo diritto è un fatto storico, altre questioni possono essere risolte attraverso negoziati pacifici. Abbiamo dimostrato che è impossibile farci scendere da questa via».

(18 set 17) SAHAKYAN INTERVIENE ALLA CONFERENZA DIASPORA – Il presidente  della repubblica è intervenuto all’apertura dei lavori della sesta conferenza Armenia-Diaspora, in corso a Yerevan, dal titolo “Reciproca fiducia, unità, responsabilità”. Nel suo messaggio di benvenuto ai partecipanti, Sahakyan ha ricordato come «La rappresentanza internazionale e multietnica è una piattaforma favorevole per stabilire e rafforzare il dialogo e cementare legami di amicizia con varie nazioni e stati».

(16 set 17) AL VIA IL 4° ARTSAKH WINE FESTIVAL – Ha preso il via nel villaggio di Togh (regione di Hadrut) la quarta edizione del “Festival del vino dell’Artsakh” (Artsakh wine festival) che richiama ogni anno migliaia di visitatori. Stand, degustazioni, esibizioni artistiche, incontri con gli esperti fanno da corollario alla manifestazione. Quest’anno sono arrivati anche diversi enologi e giornalisti del settore provenienti da diversi Paesi.

(16 set 17) MANOVRE MILITARI AZERE DAL 18 SETTEMBRE – Da lunedì le Forze armate dell’Azerbaigian saranno impegnate in esercitazioni militari che coinvolgeranno 15000 unità, 150 carri armati e 120 batterie lanciamissili. Lo riferiscono media azeri.

(16 set 17) AL VIA CONVEGNO SU ARTSAKH – Hanno avuto inizio i lavori della seconda edizione di un convegno, prevalentemente rivolto ai giovani, dal titolo “Problemi e prospettive del riconoscimento internazionale della repubblica di Artsakh“. Al forum partecipano esperti, ieri ricevuti dal ministro degli esteri Mirzoyan, provenienti da diversi Paesi.

(15 set 17) SMENTITA PROPAGANDA AZERA – Il ministero della Difesa dell’Artsakh ha smentito voci di propaganda azera (sito haqquin.az) secondo le quali otto soldati armeni sarebbero deceduti e quattro rimasti feriti in un incidente stradale.

(14 set 17) GIORNALISTI IN ARTSAKH PER IL FESTIVAL DEL VINO – Blogger e giornalisti da dieci differenti Paesi arrivano oggi in Artsakh per partecipare e “coprire” la quarta edizione del festival del vino che si terrà sabato nel villaggio di Togh. Nonostante le minacce azere per coloro che visitano la repubblica, continua l’afflusso di esponenti della cultura, dell’informazione e della politica in Artsakh. Lo ha sottolineato con soddisfazione anche il ministro degli Esteri dell’Armenia, Nalbandian.

(14 set 17) SAHAKYAN VISITA IL PALAZZO DELLA CULTURA – Il presidente della repubblica ha visitato oggi nella capitale il “Palazzo della gioventù e della cultura” oggetto di importanti lavori di ristrutturazione e ammodernamento. Sahakyan ha verificato lo stato di avanzamento degli interventi.

(12 set 17) IL PRESIDENTE TIENE CONSULTAZIONI POLITICHE – Il presidente della repubblica Bako Sahakyan ha incontrato oggi congiuntamente le delegazioni delle forze politiche presenti in Parlamento. Al centro dei colloqui la situazione politica ed economica interna nonché la politica estera.

(12 set 17) MONITORAGGIO OSCE LUNGO LA LINEA DI CONTATTO – Funzionari dell’Osce hanno effettuato oggi un monitoraggio lungo la linea di contatto tra Azerbaigian e Artsakh. L’osservazione è avvenuta lungo il settore orientale all’altezza della regione di Hadrout. Non sono state segnalate violazioni del cessate-il-fuoco

(11 set 17) SAHAKYAN VISITA TALISH – Nuova visita del presidente della repubblica nel villaggio di Talish, duramente colpito dagli azeri nell’aprile 2016. Sahakyan ha verificato l’andamento dei lavori di ricostruzione delle abitazioni danneggiate.

(8 set 17) KAREKIN II: NON ESISTE ALTERNATIVA ALLA PACE – Si è svolto oggi, presso il monastero patriarcale di san Daniele a Mosca, un incontro trilaterale fra il Patriarca russo Kirill I, il Catholikos armeno Karekin II e lo sceicco Pashazadeh, massima autorità religiosa dell’Azerbaigian. questo un passaggio del discorso di S.S. Karekin II: «(…) Nella speranza di stabilire la pace nelle vite dei nostri popoli, facciamo nostre le iniziative verso questi incontri per discutere le modalità con cui i leader spirituali possono contribuire alla soluzione pacifica del conflitto di Karabah. Purtroppo oggi i risultati degli sforzi investiti non sono significativi, ma le aspettative dei nostri cittadini nella ricerca di una convivenza pacifica sono molto più grandi e sostanziali. A questo proposito, ci aspettiamo risultati positivi dalle riunioni organizzate dei presidenti dell’Armenia e dell’Azerbaigian, dei loro ministri degli affari esteri e del processo negoziale. Nonostante le dichiarazioni fatte durante le riunioni dei presidenti armeni e azeri, gli appelli e i messaggi dei leader spirituali, oggi il cessate il fuoco continua ad essere violato sul confine, ci sono ancora soldati uccisi e talvolta anche pacifici residenti degli insediamenti confinanti . Troviamo particolarmente preoccupanti i casi di schermatura dietro la popolazione civile per trasformarla in un obiettivo intenzionale. Gli appelli militari e le dichiarazioni sull’aumento dell’armamento non si fermano al di là del confine. Tutto ciò mette in pericolo gli sforzi per costruire un’atmosfera di fiducia e di comprensione reciproca e rompe il già fragile cessate-il-fuoco, trasformando una nuova realtà di espansione del conflitto che abbiamo assistito nell’aprile del 2016, quando le operazioni militari su larga scala sono state scatenate dalle forze armate azerbaigiane. Tutti conoscono la cronologia di quei giorni, documentata anche dalla comunità internazionale, soldati uccisi in battaglia e le torture commesse contro civili pacifici; le atrocità e la violenza hanno causato perdite e distruzioni. Ricordando questi incidenti, si pone una domanda naturale: come può essere preservata la stabilità e la pace della situazione quando gli sforzi compiuti in tale direzione sono unilaterali? Come possiamo ottenere la pace quando gli sforzi e le misure non vengono risparmiati per istigare l’odio e l’inimicizia tra la propria popolazione contro il popolo armeno vicino in tutti i modi possibili e impossibili? e per contrastare le valutazioni eque e obiettive della parte armena e della comunità internazionale con accuse ingiustificate? Non esiste alternativa alla pace nella nostra regione, nonché alla soluzione del conflitto in Karabakh esclusivamente attraverso i negoziati. Non esiste altra alternativa alla vita libera e indipendente del nostro popolo fedele in Artsakh. È oggi imperativo esprimere la volontà e l’impegno nel risolvere il problema esclusivamente sulla piattaforma di negoziazione e di prevenire atti di violazione del cessate il fuoco, rimuovere i cecchini dai confini – per fermare il fuoco continuo e non diventare un motivo per le disgrazie delle famiglie in condizioni di cessate il fuoco; mantenendo la vita dei nostri figli militari sicuri. Ogni pallottola che viene liberata contro la creatura di Dio è anche contro Dio (…)

(8 set 17) INCONTRO RELIGIOSO A MOSCA – Oggi, nella capitale russa, si incontrano il Catholikos di Tutti gli Armeni, Karekin II, e il capo spirituale dell’Azerbaigian Allahshukur Pashazadeh. Al centro del colloquio sarà ovviamente la situazione di conflittualità sul Nagorno Karabakh e la pace regionale. L’incontro è stato organizzato con la mediazione del Patriarca ortodosso di Tutta la Russia, Kirill I.

(8 set 17) FONDI USA PER SMINAMENTO – Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato lo stanziamento di un milione e mezzo di dollari per interventi di sminamento di alcune aree del Karabakh. Dal 2000 gli USA contribuiscono all’attività della ONG Halo Trust che ha quasi completato lo sminamento della regione.

(7 set 17) IL GOVERNO RASSEGNA LE DIMISSIONI –  In conformità all’articolo 169 della Costituzione della Repubblica di Artsakh, il Gabinetto dei Ministri ha presentato oggi le sue dimissioni al Capo dello Stato. Lo stesso giorno, il presidente Bako Sahakyan ha firmato un decreto con il quale ha accettato le dimissioni del Gabinetto. Tuttavia, i membri del Gabinetto dei Ministri continueranno a svolgere le loro funzioni fino alla costituzione di un nuovo governo. Sahakyan, eletto presidente per la terza volta, sarà tale fino alla scadenza del mandato dell’attuale Assemblea Nazionale nel 2020. Successivamente, nella repubblica saranno condotte elezioni presidenziali a livello nazionale.

(7 set 17) SAHAKYAN ASSUME I POTERI DI PRESIDENTE PROVVISORIO – Davanti all’Assemblea nazionale, riunita oggi in sessione speciale, Bako Sahakyan ha assunto ufficialmente i poteri del suo terzo mandato che eserciterà provvisoriamente fino alle prossime elezioni presidenziali del 2020 con le quali sarà altresì rinnovato il Parlamento. Per questo mandato provvisorio, Sahakyan è stato eletto dai parlamentari lo scorso 19 luglio. Con un referendum a febbraio il popolo dell’Artsakh ha confermato la riforma costituzionale che modifica l’assetto dello stato da repubblica parlamentare a repubblica presidenziale.

(6 set 17) L’ASSEMBLEA PARLAMENTARE DENUNCIA L’AZERBAIGIAN – La Commissione affari legali dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE) ha approvato una risoluzione che esprime preoccupazioni in merito alla situazione dei diritti umani e al funzionamento della giustizia in Azerbaigian. Approvando all’unanimità una risoluzione basata su una relazione di Alain Destexhe (Belgio, ALDE), la Commissione ha espresso preoccupazione per «denunce e detenzioni di leader delle ONG, difensori dei diritti umani, attivisti politici, giornalisti, blogger e avvocati, presunte accuse relative al loro lavoro»”. La Commissione osserva con grande preoccupazione le relazioni che collegano il governo dell’Azerbaigian a un sistema di movimenti di denaro di grandi dimensioni che si verifica negli anni dal 2012 al 2014, utilizzato in particolare per influenzare l’attività dei membri dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa per quanto riguarda i diritti umani situazione in Azerbaigian. Esorta le autorità azerbaigiane a avviare senza indugio un’indagine indipendente e imparziale su tali accuse e, inoltre, cooperare pienamente con autorità e organi competenti internazionali in materia.

(6 set 17) PROBABILE INCONTRO MINISTRI ESTERI A SETTEMBRE – I ministri degli esteri di Armenia e Azerbaigian potrebbero incontrarsi a breve in occasione dell’apertura della prossima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. In ambienti diplomatici circola la data del 20 settembre per il meeting fra Nalbandian e Mammadyarov.

(5 set 17) RIUNIONE ORGANIZZATIVA PER L’ASSEMBLEA NAZIONALE – In vista dell’entrata in carico del presidente Sahakyan nel suo nuovo ufficio di presidente di transizione fino alle prossime elezioni politiche del 2020, il presidente dell’Assemblea nazionale Ashot Goulyan ha convocato una riunione organizzativa con i capigruppo delle forze politiche presenti in parlamento.

(4 set 17) NUOVI ARMAMENTI PER L’ARTSAKH – Grazie a fondi extra budget e donazioni dalla Diaspora, la repubblica del Nagorno Karabakh-Artsakh ha provveduto negli ultimi mesi all’acquisto di nuovi armamenti difensivi. Lo rivela in un’intervista il colonnello Viktor Arustamyan dell’Esercito di difesa del Karabakh che, ovviamente, ha omesso di specificare quale tipo di armi sia stato acquistato.

(2 set 17) IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELL’ARMENIA, SARGSYAN – «Cari compatrioti, mi congratulo con la Giornata dell’Indipendenza della Repubblica di Artsakh. Oggi, ventisei anni fa, gli armeni di Artsakh hanno proclamato la propria indipendenza. Sono riusciti ad alzarsi come una fenice dalle ceneri e dalle rovine della guerra e si presentano al mondo con un esercito eroico, istituzioni funzionali funzionali, un progresso economico serio, istituzioni educative e culturali esemplari e infine una società ben organizzata, che tiene sulle sue tradizioni nazionali, ma allo stesso tempo è moderno e capace di localizzare tutto il bene che l’umanità vanta nella scienza e nella cultura, nell’economia, nella politica e in altre aree. Negli ultimi ventotto anni, l’Artsakh si è evoluto con successo per diventare uno Stato solido, libero e democratico. L’ Artsakh, Paese amante della pace, non solo ha la capacità di combattimento necessaria, ma è anche vitale e competitivo. I difensori dell’Artsakh sono bravi a combattere e sanno cosa stanno combattendo. Le forze armate dell’Artsakh difendono la sicurezza non solo dell’Artsakh, ma anche dell’Armenia e, in generale, dell’intera nazione armena. Le ostilità dell’aprile scorso, avviate dall’Azerbaigian, hanno dimostrato ancora una volta l’impossibilità di una soluzione militare alla questione Artsakh. Quella losca impresa è stata condannata al fallimento, poiché l’Esercito di Difesa è forte con l’Armenia e ha tutta la nazione armena alla spalle. In questo giorno glorioso, ci inchiniamo alla memoria di coloro che sono morti per amore della libertà di Artsakh. Viva il libero ed indipendente Artsakh! Viva la Repubblica di Artsakh!»

(2 set 17) IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELL’ARTSAKH, SAHAKYAN – «A nome delle autorità dell’Artsakh e mio personale estendo a tutti noi le congratulazioni più calde per il 2 settembre, il giorno della Repubblica di Artsakh. 26 anni fa il nostro popolo ha preso la decisione storica di determinare il proprio destino e costruire uno stato libero, indipendente, democratico, legale e sociale. Durante questi anni insieme alle nostre sorelle e ai nostri fratelli di Madre Armenia e della Diaspora siamo riusciti a realizzare numerosi programmi strategici che, giorno dopo giorno, ci avvicinano al raggiungimento dei nostri obiettivi nazionali preziosi, rafforzando ulteriormente e sviluppando il nostro Paese. Sono fiducioso che il mondo civilizzato e progredito riconoscerà prima o poi questa giusta e legittima risoluzione del popolo dell’Artsakh, non esiterà ad ammettere le realtà prevalenti che dimostrano la nostra adesione ai valori umani universali e all’impegno verso le norme e i principi internazionali. Sono fiducioso dal momento che il nostro popolo ha dimostrato attraverso il proprio lavoro faticoso e il servizio dedicato dei loro figli coraggiosi che è in grado di costruire, rendere prospera e salvaguardare la propria patria ancestrale, la propria indipendenza statale. Cari compatrioti, ancora una volta mi congratulo con voi per questa giornata indimenticabile e desidero la pace, la buona salute e tutto il meglio per voi, il benessere e la prosperità per il nostro popolo e la patria.»

(2 set 17) 26° ANNIVERSARIO DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA, CERIMONIE IN TUTTA LA REPUBBLICA – Popolazione, autorità civili e religiose hanno festeggiato in tutta la repubblica di Artsakh il 26° anniversario della dichiarazione di indipendenza. Un corteo si è snodato per le vie della capitale dove si sono svolte solenni cerimonie al sacrario dei caduti. Il presidente della repubblica di Armenia, Sargsyan, e quello di Artsakh, Sahakyan, hanno deposto corone di fiori e hanno sfilato in testa al corteo.

(1 set 17) LAVROV ACCUSA I PAESI OCCIDENTALI – Se i paesi occidentali avessero rispettato le dichiarazioni dell’OSCE, il conflitto del Karabakh, quello del Kosovo e della Transnistria sarebbero stati risolti molto tempo fa, ha dichiarato il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov. «I nostri tentativi di renderle giuridicamente vincolanti (le dichiarazionie dell’Osce, NdR) sono stati respinti dai paesi occidentali. Sono convinto che se ciò non avvenisse e se la sicurezza uguale e indivisibile realmente acquisisse una forma giuridicamente vincolante, molti conflitti che sono presenti in Europa sarebbero stati risolti molto tempo fa. Penso che ciò si riferisca ai conflitti transnistriani, del Karabakh e del Kosovo» ha precisato il ministro.

(1 set 17) SARGSYAN VISITA IL MONASTERO DI DADIVANK – Il presidente della repubblica di Armenia, Serzh Sargsyan, si è recato oggi in visita nel monastero di Dadivank dove ha preso visione dei lavori di restauro che interessano il complesso, tra i più belli di tutto l’Artsakh.

(1 set 17) PRIMO GIORNO DI SCUOLA IN ARTSAKH – E’ suonata questa mattina la campanella in 217 scuole dell’Artsakh per il primo giorno di scuola del nuovo anno scolastico. sono circa 2500 i nuovi alunni che per la prima volta siedono ai banchi di scuola.

(1 set 17) INAUGURATA LA VARDENIS-MARTAKERT – Il presidente della repubblica di Armenia, Sargsyan, e quello di Artsakh, Sahakyan, hanno preso parte alla cerimonia di inaugurazione della strada interstatale tra Vardenis (Armenia) e Martakert (Artsakh) finanziata anche con donazioni provenienti dalla Diaspora. La strada, completamente rifatta e riammodernata, permette un più rapido collegamento con l’Armenia ed è di strategica e politica importanza in quanto evidenzia la necessità di una stretta unione fra le due repubbliche lungo tutto il confine occidentale dell’Artsakh.

(1 set 17) MUORE SOLDATO CAUSA MINA – Il diciannovenne Hayk Khachatryan ha perso la vita questa mattina a causa dell’esplosione di una mina. Il tragico fatto è accaduto nel settore settentrionale della linea di contatto. Sono in corso accertamenti per capire la esatta dinamica di quanto accaduto. Il presidente Sahakyan ha conferito l’onorificenza postuma “Per servizio, in battaglia” al giovane caduto.

 

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L’ormai ex co-presidente USA del Gruppo di Minsk, Richard Hoagland, nel suo ultimo giorno di incarico si lascia andare a dichiarazioni inaccettabili sulla risoluzione del contenzioso del Nagorno Karabakh

Fonte: Tempi.it, 8 agosto,  di Averi Kaczka

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Secondo di una serie di articoli (il primo reportage lo trovate qui)

Nelle persone dal carattere forte l’eccezionale forza d’animo e la virtù derivano da un pesante onere e dalle difficoltà. Vale a dire, non sono sole le circostanze che un individuo affronta a formare la persona, ma quali azioni quella persona intraprende in risposta alle circostanze. Frankling D. Roosevelt, nonostante la paralisi dovuta alla poliomielite, divenne presidente degli Stati Uniti d’America e guidò il suo paese attraverso la Grande Depressione e la Seconda Guerra Mondiale. Se non si cerca di superare le sfide che la vita presenta, allora non è possibile ottenere ciò che appare impossibile. Se Roosevelt si fosse arreso alla poliomielite e si fosse lasciato consumare, non avrebbe compiuto le sue imprese. Invece di considerare la sua condizione come un semplice peso, un’ingiustizia del fato contro di lui, Roosevelt cercò di scavalcarla. Questo esempio serve a dimostrare che le difficoltà non dovrebbero essere considerate come un peso, ma come una sfida essenziale per lo sviluppo e il progresso.

Questo è il caso della gente di Artsakh: nonostante una dura storia di avversità, dalle atrocità del genocidio armeno all’occupazione sovietica, i conflitti con Turchia e Azerbaigian e l’attuale lotta per il riconoscimento della sua indipendenza, la gente di Artsakh è rimasta salda e unita. Terra di armeni formalmente distinta dall’Armenia, la Repubblica di Artsakh è un paese indipendente di circa 150 mila persone che cercano di superare il loro passato pieno di difficoltà e di svilupparsi come paese forte. In tutto il paese ci sono chiari e distinti indizi della storia di conflitti e battaglie che la popolazione ha affrontato. Tuttavia sono stati compiuti anche notevoli sforzi per superare questi conflitti.

Abbondano gli edifici in rovina, in particolare nella storica ex capitale Shushi, e i progetti di restauro sono costantemente in corso in tutto il paese, nel tentativo da parte degli abitanti di Artsakh di risanare la loro eredità culturale. L’inflazione e i salari bassi rendono il costo della vita alto, ma la generosità e gentilezza sono ancora una prassi comune tra la gente, persino (e soprattutto) verso quegli stranieri che vanno a trovarli. Alcune persone di Artsakh si sentono più a loro agio parlando russo anziché armeno, risultato dell’influenza sovietica, ma i giovani parlano entrambe le lingue e adottano rapidamente l’inglese come terza lingua. Questa inclusione dell’inglese all’interno della popolazione consente loro di avere una voce anche in Occidente.

Queste difficoltà non scoraggiano la gente di Artsakh, che anzi prendono le misure necessarie per superare gli ostacoli al fine di rafforzare il loro popolo e il proprio paese. L’anno scorso l’Artsakh stava affrontando un’escalation nel conflitto con l’Azerbaigian, ma la gente ora trae orgoglio dal Memoriale in ricordo della difesa di Shushi e dedica il terzo brindisi di ogni festa in onore dei propri soldati. Gli abitanti di Artsakh sono militari per necessità, ma non ne vengono toccati nel cuore. Cercano semplicemente di vivere una buona vita e di essere se stessi, di attenersi alle loro tradizioni e di difendere la propria identità così come la loro esistenza. Non sono solo le avversità che la gente di Artsakh affronta a definirli, ma anche i valori che custodiscono. Il simbolo nazionale di Artsakh, intitolato Meno enk mer lerner, “Siamo le nostre montagne”, esprime il profondo legame della gente di Artsakh con la loro terra e le loro tradizioni. Come le montagne, il popolo di Artsakh possiede una forza insormontabile. Non permettono che le difficoltà impediscano loro di prosperare, ma cercano di fare ciò che è buono e difficile perché è giusto e gratificante.

Nell’Occidente contemporaneo, e in particolare negli Stati Uniti, l’atteggiamento e l’approccio verso le difficoltà sono scivolati nella paralisi. Invece di affrontare le sfide che si incontrano, gli americani sono arrivati a credere che molte sfide della vita sono ostacoli da respingere perché ci si trova nel torto. La storia degli Stati Uniti non è mai stata facile, ma il paese ha prosperato perché la sua popolazione ha cercato l’eccellenza perseguendo il bene in senso aristotelico: l’aspirazione degli Stati Uniti è sempre stata quella di incarnare l’eccellenza. La storia del paese è piena di persone eccezionali come Roosevelt che hanno superato le avversità, a cominciare dall’esempio dei Padri Fondatori. In meno di due secoli gli Stati Uniti si sono trasformati da un paese appena divenuto indipendente alla più grande superpotenza mondiale.

Il raggiungimento del potere non si ottiene senza difficoltà e conflitti, né la storia degli Stati Uniti è stata senza macchie. Il coraggio degli americani nell’affrontare le avversità e la loro “caccia all’eccellenza” sono esemplari. Ma a causa dei loro errori e dei loro crimini sanguinosi, molti americani hanno sviluppato disprezzo e disapprovazione per gli Stati Uniti e la loro storia. C’è una grande paura e un profondo risentimento in molti americani disillusi che credono che il sogno americano sia fallito e che il loro paese abbia perso la forza. Hanno però dimenticato che sono le difficoltà e la determinazione – e non la facilità e il successo – a caratterizzare il sogno americano.

Come la storia dell’ascesa degli Stati Uniti è segnata dalle lotte, così anche lo sforzo del singolo cittadino americano verso il successo è una questione di avversità. Per gli americani è importante ricordare che la Dichiarazione di indipendenza promette ai cittadini il diritto di perseguire la felicità: questa promessa autorizza ciascuno a perseguire non una felicità svincolata, ma tutte le difficoltà che si accompagnano alla ricerca dell’eccellenza. Se uno fosse all’altezza della sfida, allora la felicità sarebbe alla sua portata. Non è la grandezza che l’America promette al suo popolo, ma la possibilità di raggiungere la grandezza. Lo stress, i conflitti e le sfide sono requisiti necessari allo sviluppo: sono colline da salire così che ciascuno possa raggiungere le proprie aspirazioni.

Eppure i giorni in cui le persone intraprendevano iniziative in America hanno ceduto il passo a esibizioni di diritti e apatia. Sebbene il fatto stesso di essere un cittadino americano sia un privilegio, ogni cosa che infrange il proprio comfort viene considerata un’ingiustizia. Quando si incontra una difficoltà la risposta standard è quella di condannarla come ingiustizia. Ora che le persone stanno diventando sempre più riluttanti ad afferrare un’occasione e fare ciò che è necessario, l’eccellenza per la quale l’America si è battuta scivola via.

Soprattutto ora in questi tempi di grande incertezza e dubbio, e ora che la prosperità e il potere degli Stati Uniti vacillano, è importante che gli americani non abbandonino la ricerca dell’eccellenza. Come la gente di Artsakh, devono affrontare di petto le avversità e, ancora una volta, fare ciò che è necessario per superare le sfide che si incontrano. Condannare completamente gli Stati Uniti per i suoi difetti equivale a ignorare gli enormi sforzi di un popolo che ha tentato di migliorare il mondo. Non è stato un compito portato a termine facilmente, ma in due secoli gli Stati Uniti hanno contribuito in larga parte al benessere del mondo. Essere un patriottico americano non significa esentare il proprio paese dalla colpa, ma riconoscere, sostenere e incarnare gli ideali sui cui l’America è fondata: quelli di libertà e indipendenza. E soprattutto significa rispettare la coraggiosa ricerca intrinseca a questi valori, la ricerca della verità e del bene.

 

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