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Atteso che la crisi umanitaria causata dalla carenza di cibo e beni di prima necessità conseguente al blocco azero si aggrava di giorno in giorno, le autorità della repubblica di Artsakh (Nagorno Karabakh) hanno dovuto accettare la richiesta di aprire un secondo collegamento oltre quello di Lachin.

Tenendo conto dell’aggravarsi del disastro e della situazione della sicurezza nel paese, le autorità della Repubblica dell’Artsakh hanno deciso di accettare la proposta congiunta dell’ufficio Stepanakert del Comitato internazionale della Croce Rossa e del comando del gruppo militare russo che stanno effettuando un’operazione missione di mantenimento della pace per trasferire simultaneamente carichi umanitari attraverso il corridoio Berdzor [Lachin], la strada Goris ([Armenia]-Stepanakert e la strada Akna [Aghdam]-Stepanakert con veicoli del Comitato Internazionale della Croce Rossa (carichi di origine straniera).

L’organizzazione del processo è necessaria sia per neutralizzare le minacce alla vita e alla salute dei nostri cittadini, sia per garantire l’ulteriore trasporto di carichi umanitari attraverso il corridoio Berdzor.

Vi informiamo inoltre che i mediatori stanno lavorando per organizzare un incontro con i rappresentanti ufficiali dell’Artsakh e dell’Azerbaigian al fine di alleviare la tesa situazione umanitaria e di sicurezza nella repubblica,” si legge nel comunicato diffuso dall’Info Center dell’Artsakh.

Vedremo se nei prossimi giorni l’Azerbaigian rispetterà i patti concordati con Croce Rossa e Comando russo dal momento che la scorsa settimana non ha adempiuto alla promessa apertura del transito a Lachin.
Le autorità azere puntano all’apertura del passaggio da Aghdam (Akna) verso Askeran-Stepanakert per inglobare la regione dentro l’Azerbaigian e far passare il principio che tra Azerbaigian e Artsakh esiste un collegamento.

Purtroppo, la grave crisi umanitaria ha reso inevitabile la odierna decisione delle autorità armene.

Da prime indiscrezioni arriveranno in Artsakh attraverso la strada Akna-Stepanakert prodotti svizzeri, russi, spagnoli e indiani. La farina di produzione armena entrerà attraverso la strada Goris-Stepanakert. Il trasporto delle merci sarà effettuato esclusivamente dai mezzi dell’Ufficio della Croce Rossa Internazionale. Le auto della Mezzaluna Rossa non entreranno nella strada Akna-Stepanakert.

Oggi l’Assemblea nazionale dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) ha eletto il nuovo presidente della repubblica in sostituzione del dimissionario Arayik Harutyunyan.
Con 22 voti a favore e uno slo contrario è stato eletto Samvel Shahramanyan, già Segretario del Cosniglio di sicurezza della repubblica.
Questo il testo del suo discorso ai deputati:

“La Legge Madre della Repubblica dell’Artsakh dichiara l’Artsakh uno stato sovrano, democratico, giuridico e sociale e stabilisce che il potere nella Repubblica dell’Artsakh appartiene al popolo, che lo esercita attraverso libere elezioni, referendum e altri metodi previste dalla Costituzione e dalle leggi. Le norme stabilite nella Costituzione prevedono alcuni meccanismi di controbilanciamento, intesi a garantire il lavoro armonioso e ininterrotto di tutti i rami del governo. In questo sistema trova il suo posto l’istituzione del presidente, il cui compito è assumersi la responsabilità di superare le sfide esistenti. Per realizzare quest’ultimo, è estremamente importante valutare con sobrietà la realtà e liberarsi delle illusioni.

Cari deputati, non presenterò il programma preelettorale nel suo senso classico. È ovvio che lo scopo delle norme costituzionali per l’elezione di un nuovo presidente per il periodo di transizione in caso di vacanza nella posizione dell’attuale presidente sotto la legge marziale era che, nel caso in cui il presidente eletto attraverso la democrazia diretta lasciasse l’incarico prematuramente per qualsiasi motivo e i suoi piani preelettorali rimangono incompiuti, il Paese non accede alle elezioni presidenziali e alle elezioni parlamentari straordinarie.
La fase successiva del conflitto dell’Artsakh, iniziato il 27 settembre 2020 e congelato dall’accordo tripartito del 9 novembre, non solo ha reso impossibile l’attuazione del programma preelettorale dell’attuale presidente, ma ha anche sollevato una serie di problemi nuovi problemi urgenti.
Pertanto, nella situazione attuale, il candidato alla carica di presidente dovrebbe concentrarsi maggiormente sul superamento della situazione di crisi, risolvendo i problemi ontologici, di sicurezza e umanitari che lo Stato deve affrontare. Le principali disposizioni di quest’ultima e la visione dei risultati delle azioni previste sono già state discusse durante gli incontri avuti con le fazioni.
Desidero ringraziare tutti i deputati che hanno partecipato alle discussioni, per le questioni sollevate, le opinioni e i suggerimenti espressi, nonché le preoccupazioni espresse. Allo stesso tempo ringrazio tutte le forze politiche che hanno presentato la mia candidatura all’Assemblea Nazionale.

Cari parlamentari, l’essenza della visione che vi viene presentata può essere riassunta nella seguente breve formulazione: rafforzare lo stato e mantenere la stabilità interna, proteggere il diritto dell’Artsakh all’autodeterminazione, garantire la sua vita libera e sicurezza, promuovere lo sviluppo economico del paese, migliorare gradualmente la condizione sociale delle persone e rafforzare la legge e l’ordine.
E quali sfide deve affrontare attualmente Artsakh?

Cari parlamentari, non svelo un segreto se dico che il blocco parziale e poi totale della Repubblica dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian dal 12 dicembre 2022 ha causato una serie di problemi alla Repubblica.
Non c’è dubbio che la situazione attuale sia influenzata dal conflitto geopolitico russo-occidentale e dalla guerra russo-ucraina. Questo conflitto si riflette anche nella nostra regione, considerando la soluzione della questione dell’Artsakh come parte delle misure adottate l’una contro l’altra nel quadro di tale conflitto.
Ripensando il suo concetto di sicurezza alla luce delle realtà del dopoguerra, la Repubblica di Armenia si è effettivamente ritirata dalla sua missione a lungo termine di garante della sicurezza dell’Artsakh e ha adottato un approccio chiamato agenda di pace, il cui nucleo è il riconoscimento dell’integrità territoriale dell’Azerbaigian, compreso l’Artsakh, a condizione che siano garantiti i diritti fondamentali e i diritti degli armeni dell’Artsakh.

A sua volta, l’Azerbaigian, approfittando del fatto che gli attori internazionali non hanno adottato misure oggettive, viola gradualmente le disposizioni della dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020 e aumenta la pressione sull’Artsakh affinché attui la propria agenda di “integrazione”. 
Allo stesso tempo, l’Azerbaigian continua a strombazzare su tutte le piattaforme internazionali che il conflitto dell’Artsakh è già stato risolto, che non esiste il Nagorno Karabakh e che la questione di garantire i diritti e le libertà degli armeni locali è una questione interna del suo Paese. Al contrario, i centri geopolitici si accontentano solo del crescente volume quotidiano di preoccupazioni, esortazioni e appelli. 
Anche l’attuazione delle decisioni dei tribunali internazionali ed europei per i diritti umani rimane incompleta. È ovvio che al momento nessun attore internazionale è interessato ad usare dure misure di influenza sull’Azerbaigian. 
Inoltre le possibilità di coinvolgere Stepanakert nei negoziati sull’agenda per l’integrazione sono addirittura considerate realistiche. In altre parole, possiamo constatare che i diritti e gli interessi legali degli armeni dell’Artsakh non sono tutelati nel quadro del diritto internazionale. Di conseguenza, considero le nostre idee e aspettative riguardo al diritto internazionale irrealistiche e sconnesse dalla realtà, perché è ovvio che la politica internazionale, la geopolitica e persino le guerre non si svolgono nel quadro del diritto internazionale.

I suddetti non lasciano altra scelta all’Artsakh se non quella di cercare di trovare soluzioni intermedie in base alla situazione. Nonostante le posizioni opposte delle parti del conflitto russo-occidentale, va notato che nel mondo si è formato un consenso riguardo al conflitto Artsakh sulle seguenti questioni:

1) Il conflitto dell’Artsakh non è risolto, come sostiene l’Azerbaigian, quindi il Nagorno Karabakh è un territorio conteso che dovrebbe ricevere un certo status.

2) Artsakh e Armenia dovrebbero avere un collegamento di trasporto diretto, il Corridoio Lachin. Contrariamente a quanto sostiene Baku, quest’ultimo è chiuso da molto tempo e dovrebbe essere aperto. Dovrebbero essere avviate anche altre strade regionali, ma queste non possono sostituire il corridoio di Lachin, né essere viste come un’alternativa ad esso.

3) Stepanakert dovrebbe negoziare con Baku. Inoltre, in questa materia, sia la Federazione Russa che l’Occidente sono pronti a fornire una piattaforma e ad agire come mediatore, cosa alla quale l’Azerbaigian è categoricamente contrario.

Quelli citati forniscono una base per costruire la politica estera dell’Artsakh all’interno di questi quadri. Pertanto, dovrebbe essere una priorità per il futuro presidente trasformare Stepanakert da oggetto di risoluzione del conflitto Artsakh a oggetto di negoziati. 

Inoltre, a seconda della portata delle questioni in discussione al momento, il formato dei negoziati può essere sia multilaterale che bilaterale. L’unica condizione obbligatoria dovrebbe essere l’organizzazione dei negoziati da parte del Paese terzo, con la sua garanzia per l’adempimento degli accordi da raggiungere.
Sono sicuro che molti di voi si chiederanno se sia possibile negoziare con una parte pronta a usare la forza politica e anche militare contro l’Artsakh in qualsiasi momento.
E cosa dovrebbe essere costruito attorno a quella negoziazione? La risposta stessa è inclusa nella domanda. È necessario adottare misure per rimuovere le armi da fuoco depositate nel santuario dello Stato e creare un clima di fiducia reciproca. Solo dopo sarà possibile condurre negoziati sostanziali. 
Pertanto, una delle nostre priorità è garantire il traffico sicuro attraverso il corridoio di Lachin, ripristinare le regolari forniture di gas ed elettricità, garantire l’attuazione sicura delle operazioni agricole e risolvere altre questioni vitali. Siamo pronti a collaborare con tutte le parti interessate per attuare quanto menzionato.

Per quanto riguarda gli aiuti umanitari forniti dall’Azerbaigian, è più che ovvio che in caso di sblocco del corridoio di Lachin non ci sarà alcuna necessità di fornire alcun aiuto umanitario all’Artsakh. Da parte sua, Artsakh è sempre stato favorevole alla piena operatività di Stepanakert-Akna, Stepanakert-Hadrut, Stepanakert-Sotk e di tutte le strade della regione, ma un’altra questione è come garantire la sicurezza di chi viaggia su quelle strade. 
È ovvio che nelle condizioni della realtà attuale, quando anche nel corridoio Lachin, sotto il controllo delle truppe russe di mantenimento della pace, l’Azerbaigian sta rapendo i civili dell’Artsakh, compreso un paziente in età pensionabile che viene trasportato nella repubblica di Armenia per cure accompagnato dalla Croce Rossa, l’avvio di qualsiasi altra via è di per sé problematica.

Come possiamo vedere, le questioni menzionate sono abbastanza ampie e possono e dovrebbero diventare oggetto di discussione nei futuri negoziati.
È necessario ricordare che i negoziati diretti tra Artsakh e Azerbaigian non sono una parola nuova nel processo di risoluzione del conflitto.

Sono sicuro che siete a conoscenza dell’incontro tra la delegazione da me guidata e i funzionari dell’Azerbaigian, organizzato dalle forze di pace russe, che aveva esclusivamente come oggetto questioni umanitarie. Nelle realtà attuali, prima di diventare partecipante al processo negoziale, è assolutamente necessario che l’Artsakh abbia una propria visione dell’esito finale dei negoziati. Vi è già stato presentato durante gli incontri con le fazioni dell’Assemblea nazionale e generalmente può essere presentato come un imperativo per mantenere l’Artsakh armeno e trasmetterlo alle generazioni.

In aggiunta a quanto sopra, è necessario prendere atto dei problemi attuali che affliggono la Repubblica e trovare soluzioni urgenti per superarli. Pertanto, le sfide esistenti possono essere classificate in due parti in base alla loro natura: stop al normale funzionamento dello Stato e del potere statale e perfino alla loro eliminazione, inizio di una catastrofe umanitaria e mirando a sconvolgere il normale stile di vita della popolazione nazionale.

Sono state adottate e si stanno adottando misure adeguate per superare quanto sopra menzionato, ma a mio avviso non sono sufficienti ed è necessario mostrare nuovi approcci. Per attuare efficacemente questi ultimi, è necessario consolidare l’intero potenziale delle Repubbliche dell’Artsakh e dell’Armenia, nonché coinvolgere le opportunità della Diaspora. 
Quanto sopra implica mettere da parte tutte le differenze, affermare che l’Artsakh è la patria di ogni armeno e concentrare gli sforzi sulla risoluzione di un solo problema principale, ovvero mantenere l’Artsakh armeno.

In base alle priorità, le opere dovranno essere così classificate:1) garantire la sicurezza della popolazione nazionale, risolvere urgenti problemi umanitari e sanitari, ripristinare la giustizia sociale, aumentare la capacità di difesa dello Stato, 2) aumentare l’efficienza del sistema dell’amministrazione statale, 3) piena soddisfazione dei bisogni sociali e domestici della popolazione. Si prevede di realizzare una serie di eventi per ciascuno di quelli menzionati, in cui saranno coinvolte tutte le forze e gli individui pro-statali capaci e altamente responsabili. 

Pertanto:

– tutte le risorse dello Stato saranno inventariate in un breve periodo di tempo – stiamo parlando sia del potenziale umano che delle limitate possibilità materiali esistenti.

– il livello di cooperazione reciproca con le truppe russe di mantenimento della pace sarà più stretto.

– I contatti saranno proseguiti e ampliati sia con la Repubblica Armena che con Federazione Russa e con tutti i principali attori interessati alla soluzione della questione Artsakh. Inoltre, sia i rappresentanti dell’Artsakh all’estero che i nostri connazionali e le strutture armene nella diaspora hanno ancora più lavoro da fare in questa materia.

– Verranno adottate tutte le misure possibili per importare beni di prima necessità, medicinali, carburante e poi anche altri beni.

– sarà introdotta una procedura adeguata per distribuire equamente ed ugualmente i fondi disponibili.

– verrà avviata una lotta inconciliabile contro tutti i tipi di crimini contro lo Stato, che minano le fondamenta dello Stato, e contro i reati commessi da tutte le persone che hanno fatto delle difficili condizioni di vita sociale della popolazione nazionale una fonte di reddito aggiuntivo per se stessi.

Cari deputati al Parlamento,
vi assicuro che, insieme agli sviluppi positivi sulle questioni umanitarie e al ripristino della comunicazione sui trasporti sulla piattaforma negoziale, si lavorerà per accumulare scorte sufficienti di prodotti alimentari a lunga conservazione e tenendo conto delle problemi emersi durante la crisi, verranno inoltre acquisiti i mezzi materiali e tecnici necessari.
Gli apparati statali, le autorità esecutive e giudiziarie saranno dotati di personale con potenziale professionale, avendo come guida solo le capacità, la professionalità, le conoscenze e le competenze della persona.
In caso di aumento delle opportunità, proseguirà il lavoro per risolvere i problemi abitativi dei nostri connazionali sfollati dai territori occupati della Repubblica dell’Artsakh, famiglie incluse nelle liste di attesa per l’alloggio.

Cari parlamentari,
ho brevemente presentato ciò che si prevede di fare, ora passerò alla questione su come realizzare le cose menzionate.
Innanzitutto vorrei registrare che una parte della società dell’Artsakh è delusa dalle autorità per ragioni oggettive e soggettive.

Quest’ultima ha portato alla divisione della società e all’emergere di numerosi poli, ciascuno dei quali ha il suo candidato preferito: una figura in grado di risolvere i problemi del Paese. Inoltre, quel candidato è visto non solo come l’unico degno presidente della Repubblica, ma addirittura come un salvatore. 
Devo dire che tali aspettative su ogni persona portano alla delusione. Sono sicuro che qualsiasi funzionario, compreso il presidente del Paese, non potrà realizzare e giustificare le aspettative di coloro che si fidano di lui, se si considera l’unico con la risposta giusta a tutte le domande poste allo Stato.
Il Presidente della Repubblica dovrebbe formare un gruppo di professionisti e poter delegare correttamente tutti i suoi poteri e le sue responsabilità agli ambienti professionali competenti. Questi ultimi dovrebbero essere responsabili nei confronti del Presidente delle decisioni che prendono, delle proposte e delle analisi, e il Presidente, a sua volta, dovrebbe essere responsabile nei confronti del popolo. Sulla base di questa considerazione, l’offerta di unità e di cooperazione per realizzare i piani da me delineati è aperta a tutte le forze e gli individui capaci.

Cari membri del Parlamento,
in conclusione, vorrei sottolineare che, indipendentemente dalle vostre opinioni politiche, è chiaro che gli statuti di tutti i partiti rappresentati nel Consiglio dell’Artsakh includono un obiettivo comune: agire per il bene della Repubblica dell’Artsakh. 
Pertanto, vi invito a mettere da parte tutte le differenze e preferenze e a diventare parte della missione di mantenere l’Artsakh armeno, perché le sfide che il Paese deve affrontare possono essere superate solo con gli sforzi congiunti del governo statale, delle forze politiche e della società. A questo proposito, è importante che tutti si rendano conto che devono unirsi attorno a un obiettivo, non attorno alle personalità.

Cari parlamentari, tutto dipende dall’espressione della vostra volontà e dalle circostanze della vostra partecipazione allo scrutinio segreto. E sicuramente, maggiore sarà il grado di consolidamento delle forze politiche attorno al candidato, maggiore sarà il potere del voto popolare e il futuro presidente si sentirà forte.Grazie per l’attenzione.”

IL TESTO DELLA DICHIARAZIONE DEL MINISTERO ESTERI PER IL 32° ANNIVERSARIO DELLA INDIPENDENZA DELLA REPUBBLICA DI ARTSAKH

“A partire dal giorno della sottomissione illegale del Nagorno Karabakh all’Azerbaigian il 5 luglio 1921 e durante tutta la sua permanenza all’interno della RSS dell’Azerbaigian, la politica di apartheid e discriminazione si è intensificata nel Nagorno Karabakh, un’atmosfera di odio e intolleranza è stato creato nei confronti degli indigeni armeni, provocando scontri armati, perdite umane e deportazioni di massa della popolazione civile dei villaggi armeni.

Per evitare il corso disastroso degli eventi, il popolo del Nagorno Karabakh ha esercitato i propri diritti sanciti dalla Costituzione dell’URSS e dalle leggi in vigore, in particolare, la disposizione della Legge del Soviet Supremo dell’URSS “Sulla secessione delle Repubbliche federate dall’URSS” del 3 aprile 1990, secondo il quale “i popoli delle repubbliche autonome e delle formazioni autonome conservano il diritto di risolvere autonomamente la questione della permanenza nell’URSS o nella repubblica federata secessionista, nonché di sollevare la questione del proprio Stato- status giuridico”.

L’indipendenza del Nagorno Karabakh è stata riaffermata dai risultati del referendum nazionale tenutosi il 10 dicembre 1991 e dalla Dichiarazione di Indipendenza adottata il 6 gennaio 1992 durante la prima sessione del Consiglio Supremo dell’NKR.

Trent’anni dopo, l’Azerbaigian ha occupato una parte significativa del territorio della Repubblica dell’Artsakh a seguito di una guerra su larga scala che aveva scatenato. Con l’obiettivo di raggiungere la disarmenizzazione definitiva dell’Artsakh, ignorando le disposizioni della Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, le decisioni giuridicamente vincolanti della Corte internazionale di giustizia e della CEDU, nonché numerosi appelli della comunità internazionale, l’Azerbaigian ha dal dicembre 2022, per circa 9 mesi, ha tenuto sotto assedio totale la popolazione di 120mila abitanti dell’Artsakh, privandola di tutti i diritti e le libertà fondamentali, creando condizioni di vita insopportabili e sottoponendola alla fame.

Considerando i fatti sopra menzionati, così come le continue minacce contro il popolo dell’Artsakh e le richieste di ritorsioni da parte delle autorità dell’Azerbaigian, il riconoscimento internazionale della Repubblica dell’Artsakh può diventare una delle garanzie fondamentali e importanti per prevenire il genocidio politica contro il popolo dell’Artsakh.

Esprimendo la nostra gratitudine a tutti i figli armeni, che hanno combattuto per il diritto all’autodeterminazione e alla libertà del popolo dell’Artsakh, e inchinandoci alla memoria dei nostri eroi martirizzati nelle tre guerre dell’Artsakh, ribadiamo che l’Artsakh era e rimane il nucleo centrale dell’unità pan-armena, proseguendo il cammino che ha scelto e lottando per la nostra dignità.

Chiediamo a tutti gli attori internazionali coinvolti nel processo di risoluzione del conflitto tra l’Azerbaigian e il Karabakh di adottare misure immediate ed efficaci per prevenire la pulizia etnica dell’Artsakh e la deportazione dei suoi indigeni dalla patria.”

Stepanakert, 2 settembre 2023

Il titolo dell’articolo riporta al link originale

Nagorno-Karabakh, 2 soldati armeni uccisi e 2 azeri feriti in scontro a fuoco, PM Pashinyan: “Nuova guerra possibile” (Il giornale d’Italia, 1 set)

264° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Malgrado protesti e appelli, in assenza di azioni, niente indica che possa esserci un cambio di rotta (Korazym, 1 set)

L’Azerbaijan ha attaccato l’Armenia e la EUMA tace (Assadakah, 2 set)

NAGORNO KARABAKH. Sale la tensione armeno-azerbaigiana (AGC, 2 set)

265° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 1. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Aliyev non era e non sarà in grado di garantire sicurezza e diritti degli Armeni dell’Artsakh (Korazym, 2 set)

265° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 2. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Riconoscimento della Repubblica di Artsakh garanzia per prevenire il genocidio (Korazym, 2 set)

Dichiarazione di Stepanakert in occasione del 32° anniversario della proclamazione della Repubblica dell’Artsakh (Notizie da est, 2 set)

Si dimette il presidente filo-armeno (Il manifesto, 3 set)

Il premier armeno Pashinyan: “La nostra dipendenza dalla Russia per la sicurezza è stata un errore strategico. In Nagorno Karabakh è in corso una pulizia etnica” (Repubblica, 3 set, per abb.)

266° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. E Azerbajgian sarebbe “il Paese della buona volontà, delle buone intenzioni e della misericordia” (Korazym, 3 set)

Armenia. Nikol Pashinyan: “Dipendere esclusivamente dalla Russia per la sicurezza è stato un errore” (Agenpress, 3 set)

Il premier armeno: “Dipendere dalla Russia per la nostra sicurezza è un errore strategico” (Euractiv, 4 set)

267° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Il Primo Ministro armeno: la dipendenza per la sicurezza dalla Russia un errore strategico (Korazym, 4 set)

La Russia protesta dopo l’intervista a “Repubblica” del premier armeno Nikol Pashinyan: “Non diventi strumento dell’Occidente” (Repubblica, 4 set)

Il Cremlino risponde all’Armenia: la Russia resterà nel Caucaso meridionale (Notizie da est, 5 set)

Intervista a Richard Giragosian,direttore del Centro studi regionali (RSC) (Radio radicale, 5 set, audio)

Nagorno Karabakh: su una guerra infinita l’ombra di un nuovo genocidio (Prima parte) (Storia verità, 5 set)

268° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. «Non sono nato in Armenia, ma l’Armenia è nata in me» (Korazym, 5 set)

Cari parlamentari, anche in Artsakh la fame uccide. Proprio come in Ucraina 90 anni fa (Tempi, 6 set, per abb.)

269° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Quanti altri Armeni dovranno ancora morire prima che il mondo se ne accorga? (Korazym, 6 set)

Truppe Usa alle porte della Russia: cosa succede in Armenia (Il Giornale, 6 set)

Le manovre militari USA-Armenia e il “cambio di tono” di Repubblica (L’Antidiplomatico, 6 set)

Nagorno-Karabakh, Azerbaigian pronto a una nuova guerra: la risposta dell’Armenia (Tutto notizie, 6 set)

L’Armenia si allontana da Mosca, esercitazioni al fianco degli Usa (Avvenire, 7 set)

Preparativi di guerra in Azerbaigian per il Nagorno Karabakh (Huffington post, 7 set, per abb.)

Armenia: esercitazioni militari con gli Usa. Si temono ripercussioni in Nagorno-Karabakh (Asia news, 7 set)

Il Nagorno Karabakh sull’orlo della fame (Internazionale, 7 set, per abb.)

L’Armenia volta le spalle alla Russia e annuncia esercitazioni con gli Usa: rischio di escalation nel Caucaso (Il fatto quotidiano, 7 set)

270° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Appello alla preghiera per il popolo armeno (Korazym, 7 set)

Primo ministro Armeno: “molto probabile” una nuova guerra con l’Azerbaigian (Corriere Puglie e Lucania, 7 set)

Consiglio Comunale di Abbiategrasso approva mozione di solidarietà al popolo armeno dell’Artsakh (Gazzetta di Milano, 7 set)

Card. Burke: Appello alla preghiera per gli armeni del Nagorno/Artsakh (Marcotosatti.com, 7 set)

L’Azerbaigian mobilita l’esercito al confine con l’Armenia (Tempi, 8 set)

271° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 1. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Il trattamento riservato all’Armenia e all’Artsakh è motivo di vergogna a livello internazionale (Korazym, 8 set)

271° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 2. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Grande pericolo che Azerbajgian inizi presto una terribile guerra contro Artsakh e Armenia (Korazym, 8 set)

L’Armenia, vaso di coccio del Caucaso (Contropiano, 8 set)

Caucaso inquieto, l’Armenia delusa da Mosca manovra con gli Usa (Remocontro, 8 set)

Armenia-Azerbaijan tra disinformazione e influenze estere (AGC news, 9 set)

Mosca convoca l’ambasciatore armeno e critica i ‘passi ostili’ di Erevan (Globalist, 9 set)

272° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 1. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Mentre Aliyev è intento a sterminare gli Armeni, il mondo guarda altrove e permette il genocidio (Korazym, 9 set)

272° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 2. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Aggressore che si comporta come vittima. Capo di nomadi Tartari, che pensano che il Caucaso sia la loro terra (Korazym, 9 set)

Armenia-Azerbaigian: Pashinyan apre a un “colloquio urgente” con Aliyev per allentare le tensioni (Agenzia Nova, 9 set)

L’appello di Kim Kardashian a Joe Biden: “Ferma un altro genocidio armeno” (Tutto notizie, 9 set)

“L’Armenia di oggi è la nostra terra”: Aliyev ha annunciato una guerra tra Azerbaigian e Armenia? (Avia, 9 set)

AZERBAIJAN vs ARMENIA/ “Guerra imminente, la Russia ci ha tradito e ora guardiamo agli Usa” (Il Sussidiario, 10 set)

273° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 1. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. La voce della gente: “Siamo ancora in gabbia come animali dello zoo e hanno appena deciso di darci da mangiare” (Korazym, 10 set)

273° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 2. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Gli eventi si stanno sviluppando molto rapidamente (Korazym, 10 set)

La variabile armena: gas e petrolio al centro delle tensioni (mondiali) sul Nagorno-Karabakh (L’Antidiplomatico, 10 set)

Quali destini nella polveriera caucasica? Risponde Di Liddo (CeSI) (Formiche, 10 set)

Le elezioni nel Nagorno Karabakh minacciano le relazioni fra Armenia e Russia (Scenari economici, 10 set)

274° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Per gli Armeni dell’Artsakh vale la saggezza di vedere per credere (Korazym, 11 set)

Castaldo, Ue prevenga catastrofe umanitaria in Nagorno Karabakh (Ansa, 11 set)

Artsakh – Tradito e abbandonato da tutti si rivolge all’America (Assadakah, 12 set)

275° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Vedere per credere (Korazym, 12 set)

I grandi della Terra e il Nagorno Karabakh (Asia news, 12 set)

Armenia, c’è l’accordo sulla riapertura del corridoio umanitario (Avvenire, 12 set)

Nuove scintille tra Armenia e Azerbaigian: sullo sfondo Iran e Turchia (Quotidiano sociale, 12 set)

Un convoglio umanitario è arrivato in Nagorno-Karabakh passando dall’Azerbaijan (Il Post, 12 set)

Il presidente de facto del Karabakh si dimette, nominato un sostituto (Osservatorio Balcani Caucaso, 12 set)

#ArtsakhBlockade Holodomor di serie B. Cari senatori, in Artsakh la fame uccide come in Ucraina novant’anni fa (Korazym, 12 set)

Nagorno-Karabakh, le esercitazioni militari per ridurre la tensione? (Formiche, 12 set)

Armenia, la guerra e il futuro (La difesa del popolo, 13 set, per abb.)

Azerbaigian-Armenia: Ue, “garantire la fornitura di prodotti essenziali agli armeni del Karabakh” (Agenzia SIR, 13 set)

Tensioni tra Armenia e Azerbaigian, Michel incontra Pashinyan e Aliyev (Sardegnagol, 13 set)

276° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Il blocco in corso da 9 mesi continua. La realtà è superiore all’inganno (Korazym, 13 set)

Nagorno Karabakh: su una guerra infinita l’ombra di un nuovo genocidio (parte 2) (Storia Verità, 13 set)

277° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. L’Azerbajgian prosegue l’assedio (Korazym, 14 set)

Un nuovo genocidio del popolo armeno (L’ortica, 14 set)

“Aderiamo alla Corte Penale Internazionale”: schiaffo dell’Armenia alla Russia (Il Giornale, 14 set)

#ArtsakhBlockade Pro memoria (Korazym, 14 set)

Armenia: la genesi del nuovo fronte della NATO contro la Russia (L’Antidiplomatico, 14 set)

Portavoce del Cremlino: la Russia rimane un affidabile garante della sicurezza nel Nagorno-Karabakh (Top war, 14 set)

L’Ue guarda con speranza ai primi convogli umanitari arrivati in Nagorno-Karabakh: “Sia riaperto il corridoio di Lachin” (Eunews, 15 set)

278° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Rinnega firma e accordi, respinge appelli e ordini, non revoca chiusura Corridoio di Lachin (Korazym, 15 set)

L’Armenia snobba di nuovo la Russia con le prime esercitazioni militari con gli Stati Uniti (Startmag, 16 set)

Intervista con Uzay Bulut: “E’ in gioco il futuro dell’Europa e della cristianità nel mondo” (La voce del patriota, 16 set)

279° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Gli USA non tollereranno alcuna azione volta alla pulizia etnica della popolazione armena (Korazym, 16 set)

NAGORNO KARABAKH. Artsakh alla fame. Gli Azeri dicono no all’apertura di Lachin (AGC news, 17 set)

Russia e Iran sono sulla stessa lunghezza d’onda per quanto riguarda l’Armenia (Controinformazione, 17 set)

280° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Sottomettere gli Armeni con l’arma della fame in modo che, se e quando il Corridoio di Lachin riaprirà, se ne vadano (Korazym, 17 set)

281° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Artsakh è armeno. Lo è stato sempre… e non rinuncia ad essere armeno (Korazym, 18 set)

Le forniture di aiuti umanitari nel Nagorno-Karabakh sono finalmente riprese. L’Ue esorta a “regolarizzare il passaggio” (Eunews, 18 set)

Il doppio gioco azero sugli aiuti umanitari agli armeni del Nagorno-Karabakh (Tempi, 19 set)

282° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh – Parte 1. Il Corridoio di Berdzor (Lachin) rimane chiuso. L’Artsakh rimane sotto assedio azero (Korazym, 19 set)

282° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 2. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Azerbajgian attacca su larga scala l’Artsakh ++++ IN AGGIORNAMENTO ++++ (Korazym, 19 set)

L’Azerbaigian ha iniziato a bombardare gli armeni del Nagorno-Karabakh (Tempi, 19 set)

Nagorno Karabakh, Azerbaigian lancia offensiva nella regione contesa (ADN Kronos, 19 set)

L’Azerbaigian finisce il lavoro in Artsakh? (Difesa online, 19 set)

Bombe azere sul Nagorno-Karabakh, nuovo conflitto nell’area contesa con l’Armenia (Rai news, 19 set)

Offensiva dell’Azerbaijan in Nagorno Karabakh: droni e colpi di artiglieria sulla popolazione. “Dopo nove mesi di isolamento totale, il genocidio è realtà” (La Stampa, 19 set)

Si accende il “secondo fronte” del Caucaso: cosa può succedere ora (L’Antidiplomatico, 19 set)

Armenia – Dichiarazione dell’ambasciatrice Hambardzumyan (Assadakah, 19 set)

L’Azerbaigian bombarda il Nagorno-Karabakh  (Limes, 19 set)

Nagorno Karabakh. Offensiva militare azera: quando le armi sostituiscono la diplomazia (Notizie geopolitiche, 19 set)

Nagorno-Karabakh. «Gli azeri sparano sui civili. La pulizia etnica è iniziata» (Tempi, 20 set)

283° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. La guerra giorno 2. L’Artsakh si è arreso. La comunità internazionale non ha salvato, ha tradito l’Artsakh (Korazym, 20 set)

Il futuro sospeso dell’Armenia (Insideover, 20 set)

Il Karabakh accetta i colloqui di integrazione con l’Azerbaijan (Osservatorio Balcani Caucaso, 20 set)

Nagorno-Karabakh: gli eurodeputati chedono sanzioni contro l’Azerbaigian (Eunews, 20 set)

Spunta la tregua nel Nagorno-Karabakh. L’Armenia pronta a esplodere (Avvenire, 20 set)

Bombardata Stepanakert, tra disastro umanitario e una guerra alle porte (East journal, 20 set)

Cessate il fuoco dopo 24 ore di bombardamenti in Nagorno-Karabakh. L’Ue valuta la resa dei separatisti all’esercito azero (Eunews, 20 set)

“Non siate spettatori di un altro genocidio” (Riforma, 20 set)

Nagorno-Karabakh, separatisti armeni depongono le armi. Proteste e scontri a Erevan (Sky tg24, 20 set)

Scontro tra Azerbaigian e Nagorno-Karabakh, l’analista Boltuc: “L’Armenia sempre più vicina agli Usa rischia di abbandonare i separatisti” (Il fatto quotidiano, 20 set)

Nagorno-Karabakh, cessate il fuoco dopo 32 morti e 2mila evacuati. L’opposizione armena chiede l’impeachment del premier Pashinian (Il fatto quotidiano, 20 set)

Russia e Armenia, rapporti sempre più incrinati (Osservatorio Balcani Caucaso, 20 set)

Armenia, Azerbaijan, Nagorno-Karabakh: la forza della ragione e le ragioni della forza (Osservatorio globalizzazione, 20 set)

In Artsakh ha vinto la prepotenza azera e l’indifferenza occidentale (Assadakah, 20 set)

Nagorno-Karabakh, migliaia di civili lasciano l’enclave. Si tratta la resa (Avvenire, 21 set)

Nel Nagorno-Karabakh la ‘pace ibrida’ non ha più garanti (Affari internazionali, 21 set)

Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 2° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero – Parte 1. Parlamentari europei: sostegno per l’Armenia e sanzioni per l’Azerbajgian (Korazym, 21 set)

Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 2° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero – Parte 2. EU chiede completa apertura Corridoio di Lachin (Korazym, 21 set)

Abbiamo lasciato soli gli armeni (Tempi, 21 set)

L’Azerbaijan sfrutta il gas per le sue mire sull’Armenia (Wired, 21 set)

Conflitto Armenia-Azerbaijan: la fine del Nagorno Karabakh (Osservatorio Balcani Caucaso, 21 set)

Erdogan sbaglia, il Nagorno-Karabakh non appartiene all’Azerbaigian (Tempi, 21 set)

In Nagorno-Karabakh la resa dei separatisti armeni chiude i giochi (manifesto, 21 set)

Gli azeri si riprendono il Nagorno Karabakh. Ora chi difenderà gli armeni? (NicolaPorro, 21 set)

Perché si parla di un nuovo genocidio armeno (Today, 21 set)

L’Azerbaijan chiede altre armi al governo italiano (Assadakah, 21 set)

Il destino dell’Artsakh era segnato da più di un anno (Tempi, 22 set)

L’Azerbaigian piega gli armeni, abbandonati da Russia e Nato (Pagine esteri, 22 set)

Nagorno-Karabakh, la tregua regge e gli armeni scappano (Avvenire, 22 set)

Karabakh, l’Armenia chiede al Consiglio di sicurezza dell’Onu di inviare delle forze di pace nella regione (Agenzia Nova, 22 set)

285° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 3° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero. Urge missione militare del Consiglio di Sicurezza ONU (Korazym, 22 set)

«L’Ue doveva aiutare gli armeni. Ora sanzioniamo il regime azero di Aliyev» (Tempi, 22 set)

In Francia piovono critiche sulla risposta debole di Borrell al nuovo scontro sul Nagorno-Karabakh (Euractiv, 22 set)

Nagorno-Karabakh, ferme le armi (per ora). Ecco gli scenari (Formiche, 22 set)

Nagorno Karabakh: Caritas Internationalis e Armena, 200 morti e più di 400 feriti. 10.000 persone bloccate all’aeroporto di Stepanakert senza acqua e cibo (Agenzia SIR, 22 set)

In Nagorno Karabakh la Russia non si è mossa (Il post, 22 set)

Nagorno-Karabakh, l’attivista azero: “Baku vuole la sostituzione etnica degli armeni. Proteste a Erevan? Sono opera della Russia” (Il Fatto quotidiano, 22 set)

NAGORNO KARABAKH/ “Ora si rischia un genocidio, l’Ue non può evitarlo, il Papa sì” (Il sussidiario, 22 set)

Gli azeri massacrano gli armeni delle zone della resa (Assadakah, 23 set)

286° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 4° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero. Urge aprire corridoio umanitario per l’Artsakh (Korazym, 23 set)

I profughi armeni si ammassano a Stepanekert (Il manifesto, 23 set)

La fine del Nagorno Karabakh porterà alla pace? (East journal, 23 set)

Cessate il fuoco traballante in Nagorno Karabakh. Arrivano gli aiuti /Euronews, 23 set)

287° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 5° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero. Stiamo con l’Artsakh. Stiamo, anche da soli (Korazym, 24 set)

Piccoli grandi uomini. “Finché il Signore vuole, noi ci saremo sempre” (Korazym, 24 set)

Non solo Leonardo, ecco come l’Italia punta all’export in Azerbaigian (Startmag, 25 mag)

Nagorno Karabakh: una crisi dai risvolti oscuri (L’Opinione, 25 set)

Nagorno Karabakh: come la Russia rischia di perdere il suo piccolo ma fondamentale alleato armeno (Report difesa, 25 set)

La pulizia etnica dell’Azerbajgian in Artsakh è un altro fallimento di prevenzione del genocidio delle Nazioni Unite (Korazym, 25 set)

288° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 6° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero. Destino dell’Artsakh vergogna per l’intero mondo civilizzato (Korazym, 25 set)

A migliaia in fuga dal Nagorno-Karabakh verso l’Armenia (Agenzia DIRE, 25 set)

Mosca: in Armenia Usa evitino atteggiamenti anti-russi (Ansa, 25 set)

Nagorno Karabakh: come la Russia rischia di perdere il suo piccolo ma fondamentale alleato armeno (Report difesa, 25 set)

Fuga dal Nagorno Karabakh, l’ennesimo esodo degli armeni (Corriere della sera, 25 set)

«Se l’Armenia non si difende, farà la fine del Nagorno-Karabakh» (Tempi, 25 set)

Non solo Leonardo, ecco come l’Italia punta all’export in Azerbaigian (Startmag, 25 set)

Il “tradimento” dello Zar e il trionfo del Sultano. Il risiko del Caucaso (ora diventato più turco) (Il Giornale, 25 set)

Il massacro degli armeni nell’indifferenza occidentale (Gariwo, 25 set)

In migliaia in fuga dal Nagorno Karabakh. Erdogan “orgoglioso” di Baku (Euronews, 25 set)

Le mani di Erdogan sul Caucaso: un «corridoio» nelle aree armene (Avvenire, 26 set)

Nagorno Karabakh: una crisi dai risvolti oscuri (L’Opinione, 26 set)

Artsakh – Armeni in fuga tra terribili esplosioni (Assadakah, 26 set)

Nagorno-Karabakh, i profughi di una tregua fragile e violenta (Manifesto, 26 set)

289° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 7° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero. Esodo di massa dall’Artsakh verso l’Armenia (Korazym, 26 set)

«Se l’Armenia non si difende, farà la fine del Nagorno-Karabakh» (Tempi, 26 set)

Nagorno Karabakh: Erdogan arriva, gli armeni se ne vanno (La nuova bussola quotidiana, 26 set)

Crisi umanitaria in Nagorno-Karabakh: in 19mila lasciano la regione. E l’Armenia chiede all’Ue sanzioni per il governo di Baku (Il fatto quotidiano, 26 set)

AZERBAIGIAN, PELLEGRINI (M5S): CROSETTO SPIEGHI FORNITURE MILITARI (Notizie geopolitiche, 26 set)

Esplode un deposito di carburante in Nagorno-Karabakh, almeno 68 morti (AGI, 26 set)

Addio al Karabakh, la fuga è una lunga attesa (manifesto, 26 set)

Una marea umana verso l’Armenia. E la Russia accusa il presidente Nikol Pashinian di aver fallito (Spondasud, 26 set)

Esodo dal Nagorno-Karabakh: la fuga degli armeni e i dubbi sul futuro del Caucaso (Il riformista, 27 set)

La fuga dei cristiani armeni dall’Artsakh invaso dagli Azeri (ACI stampa, 27 set)

290° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 8° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero. “Dobbiamo andarcene, perché qui per noi con gli Azeri non c’è vita” (Korazym, 27 set)

Nagorno-Karabakh, arrestato l’ex premier dell’enclave separatista Ruben Vardanyan. Oltre 50mila gli sfollati (l fatto quotidiano, 27 set)

Nagorno-Karabakh: il preludio di un conflitto ancora più grande senza l’intervento dell’Occidente (Eastwest, 27 set)

Popoli sacrificabili. Come la regina negli scacchi (Korazym, 27 set)

Karabakh: dopo il cessate il fuoco, Armenia e Azerbaijan si preparano ai colloqui (Osservatorio Balcani Caucaso, 27 set)

Il Nagorno Karabakh e la fuga degli armeni: cosa sta succedendo e gli scenari possibili (Corriere della sera, 27 set)

L’Italia e l’Azerbaijan, la pace e i condizionatori accesi (Città nuova, 27 set)

Armi (droni) e intelligence: lo “scambio” tra Israele e Azerbaijan (Il sussidiario, 27 set)

Armi italiane all’autocrate azero Aliyev per la repressione degli armeni, il Pd attacca il governo: “Crosetto chiarisca in Parlamento” (La stampa, 27 set)

Nagorno-Karabakh, arrestato l’ex premier dell’enclave separatista Ruben Vardanyan. Oltre 50mila gli sfollati (Il fatto quotidiano, 27 set)

Armenia: in fuga da Nagorno Karabakh dopo l’attacco dell’Azerbaigian (MSF, 27 set)

Gas, petrolio, armi. Quanto basta a Roma (e Bruxelles) per tacere sulle angherie dell’Azerbaigian (Huffpost, 27 set)

Crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh: come aiutare la popolazione armena (Valigia blu, 27 set)

Perché sentiremo ancora parlare del Nagorno Karabakh (Lettera 43, 27 set)

NAGORNO KARABAKH/ “Il piano di Turchia e Azerbaijan è impadronirsi anche dell’Armenia” (Il sussidiario, 28 set)

Baku arresta Vardanyan, ex premier dell’Artsakh (il manifesto, 28 set)

Nagorno Karakah – Gli azeri arrestano l’ex Ministro armeno Ruben Vardanyan (Assadakah, 28 set)

Il tragico esodo degli armeni, cacciati dalla loro terra dall’Azerbaigian (Tempi, 28 set)

«Perché il mondo non si indigna per ciò che accade in Armenia?» (Tempi, 28 set)

Armenia, dal Nagorno-Karabakh oltre 65mila rifugiati | L’Artsakh cesserà di esistere dal primo gennaio 2024 (Il Riformista, 28 set)

«Perché il mondo non si indigna per ciò che accade in Armenia?» (Tempi, 28 set)

La Repubblica del Nagorno Karabakh smantellata dal 2024. Oltre 60mila scappati in Armenia (Il Fatto quotidiano, 28 set)

Nagorno Karabakh, lo choccante annuncio: dal 1 gennaio 2024 sarà la fine (TGLa7, 28 set)

Il Nagorno-Karabakh non esiste più. L’esodo di 88mila armeni (Avvenire, 28 set)

Nagorno-Karabakh. Ansia tra gli armeni a Gerusalemme (il manifesto, 28 set)

Dopo il Nagorno Karabakh occhi puntati sul Nakhchivan (Atlante guerre, 28 set)

291° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 9° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero. Una comunità millenaria è terminata con la brutta forza (Korazym, 28 set)

La repubblica del Nagorno-Karabakh è stata dissolta. Più di metà della popolazione ha abbandonato la regione (Domani, 28 set)

Gas e armi, tutti gli affari italiani con l’Azerbaigian di Aliyev (Il manifesto, 29 set)

Tra i profughi fuggiti dall’Artsakh. «Non torneremo mai più nelle nostre case» (Tempi, 29 set)

Pulizia etnica in Nagorno-Karabakh: «Via tutti» (il manifesto, 29 set)

Nagorno Karabakh, l’esodo dei profughi armeni: “Abbiamo paura, ma siamo forti” (Il Giornale, 29 set)

Il Nagorno-Karabakh non esiste più. I suoi profughi sì (Rai news 24, 29 set, video)

In fuga dal Nagorno Karabakh (Osservatorio Balcani Caucaso, 29 set)

Gli armeni vittime della “realpolitik”. Altro Esodo nel silenzio (Avvenire, 29 set)

292° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 10° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero. Proseguo l’esodo degli sfollati sforzati (Korazym, 29 set)

Armenia. L’UNHCR chiede un sostegno urgente per l’emergenza sanitaria (Notizie geopolitiche, 29 set)

Dite addio al Nagorno Karabakh (ISPI on line, 29 set)

«L’Azerbaigian ha ucciso i miei figli di otto e dieci anni» (Tempi, 30 set)

Nagorno-Karabakh, fine ingloriosa della Repubblica dell’Artsakh (Kulturjam, 30 set)

293° giorno dal #ArtsakhBlockade. 11° giorno della resa dopo la soluzione finale di Aliyev in Artsakh. ONU e EU hanno tradito l’Artsakh e i propri principi (Korazym, 30 set)

Continua l’esodo di massa dal Karabakh, fuggiti oltre 100mila armeni (Rai news, 30 set)

In fuga da Nagorno Karabakh (Articolo 21, 30 set)

Oltre centomila profughi sono giunti in Armenia dal Nagorno-Karabakh. L’Italia attiva la Protezione civile (Agenzia Nova, 30 set)

Hakobyan (Armenia): “In Nagorno-Karabakh un tentativo di genocidio culturale”/ “Ue indifferente” (Il sussidiario, 30 set)

“L’Occidente dei diritti ignora armeni del Nagorno Karabakh”/ Quirico “Lotta contro Putin ma perdona Aliyev” (Il sussidiario, 30 set)

(30) MANIFESTAZIONE A YEREVAN – Migliaia di persone si sono radunate a Yerevan in piazza della repubblica chiedendola liberazione delle autorità dell’Artsakh fatte prigioniere dagli azeri.

(30) DATI SFOLLATI – Alle 14 ora locale il numero degli sfollati era di 100.417. Artak Beglaryan, ex ministro di stato dell’Artsakh, ha dichiarato che in Nagorno Karabakh non è rimasto quasi più nessuno. “Le mie informazioni non ufficiali: gli ultimi gruppi di Artsakh sono attualmente in viaggio verso l’Armenia. Nell’Artsakh rimangono al massimo qualche centinaio di persone, la maggior parte delle quali sono funzionari, addetti ai servizi di emergenza, volontari e alcune persone con bisogni speciali. Anche loro si stanno preparando a partire”, ha scritto su Telegram.

(30) AMBULANZE A STEPANAKERT – Per far fronte alle urgenti necessità mediche a Stepanakert, 15 ambulanze sono state impiegate per trasportare persone con problemi muscoloscheletrici e altri problemi di salute in Armenia. Questa importante iniziativa è stata confermata durante una conferenza stampa da Nazeli Baghdasaryan, l’addetto stampa del capo del governo armeno. Il ministro della Sanità armeno Anahit Avanesyan ha fornito ulteriori dettagli, sottolineando l’attenzione verso le persone costrette a letto o alle prese con disturbi muscolo-scheletrici (ci sono 15 persone con questi problemi al momento a Stepanakert ). Queste ambulanze sono dedicate a facilitare il trasporto sicuro e rapido di questi pazienti verso le strutture mediche in Armenia.

(30) ARRESTATO BABAYAN –  I media azeri hanno riferito della detenzione dell’ex ministro degli Esteri dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh), David Babayan. Secondo questi rapporti, contro di lui è stato avviato un procedimento penale. In un post su Facebook pubblicato il 28 settembre, David Babayan ha annunciato la sua decisione di viaggiare da Stepanakert a Shushi. Ha spiegato che era incluso nella “lista nera” dell’Azerbaigian e che le autorità azere avevano richiesto la sua presenza a Baku per un’indagine. Babayan ha espresso la sua comprensione per l’ansia e lo stress che questa decisione causerebbe ai suoi cari, ma ha sottolineato il suo impegno ad essere una persona onesta, gran lavoratore, patriota e cristiano che non può permettere che venga fatto del male al suo popolo.

(29) DATI SFOLLATI – Alle 10 ora locale il numero degli sfollati era di 88.780

(28) JALAVYAN E’ A GORIS – l leggendario comandante dell’Artsakh, eroe dell’Artsakh, il colonnello Karen Jalavyan, Kyoch, è a Goris. Nei giorni scorsi era circolata la notizia di una sua possibile morte in battaglia.

(28) DATI SFOLLATI – Alle 14ora locale il numero degli sfollati dall’Artsakh è salito a 70.500. Nel frattempo le autorità dell’Azerbaigian hanno comunicato l’inizio delle operazioni amministrative di registrazione degli armeni dell’Artsakh per determinare il loro status legale.

(28) BABAYAN E BELGLARYAN – L’ex ministro degli Esteri nonché portavoce della presidenza della repubblica ha detto che si consegnerà agli azeri a Shushi. L’ex consigliere presidenziale Belglaryan ha informato ch è vivo e in un luogo segreto.

(28) ACCUSE A VARDANYAN – L’Azerbaigian accusa l’ex ministro di Stato di ingresso illegale nello Stato, attività cirminali e finanziamento del terrorismo. Per il politico (con cittadinanza armena) si profila una condanna non inferiore a 14 anni di reclusione. Nel frattempo è stato già condannato a quattro mesi di reclusione. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller ha risposto oggi in un briefing alla domanda sull’arresto dell’ex ministro di Stato dell’Artsakh Ruben Vardanyan da parte dell’Azerbaigian dopo aver attraversato il corridoio Lachin. “Siamo a conoscenza dell’arresto. Stiamo monitorando da vicino la situazione. Non ho altri commenti oggi”, ha detto. 

(28) DECRETO SU STATO ARTSAKH – Il presidente della repubblica, Samvel Shahramanyan, ha firmato oggi un decreto che prevede lo sciogliemento di tutte le istituzioni statali alla data del primo gennaio 2024.

(27) PERDITE AZERE – Secondo il ministero della Difesa dell’Azerbaigian nell’attacco all’Artsakh sono rimasti uccisi 180 soldati azeri e 12 dipendenti del Ministero degli Interni, mentre 511 soldati sono rimasti feriti.

(27) DATI SFOLLATI – Alle 18 ora locale il numero degli sfollati dall’Artsakh è salito a 53.629. Quasi metà della popolazione ha abbandonato la repubblica.

(27) ARRESTATO VARDANYAN – L’ex ministro di Stato Ruben Vardanyan è stato arrestato dalle autorità azere al checkpoint all’ingresso del corridoio di Lachin mentre stava per raggiungere l’Armenia. Il politico armeno è la prima alta figura dello Stato ad essere catturata dal nemico. Secondo fonti azere sarebbe stato già trasfrito a Baku.

(27) SOCCORSO AZERO? – I media azeri riferiscono che una brigata del servizio di emergenza formata da 50 persone è stata inviata in Artsakh a seguito dell’esplosione del deposito di carburante e che una colonna di 53 veicoli è diretta a Ivanian per allestire un ospedale da campo.

(27) ESPLOSIONE – Dopo l’esplosione di un deposito di carburante vicino alla capitale del Nagorno-Karabakh Stepanakert, 58 persone con ustioni di vario grado sono state evacuate dalle strutture mediche del Nagorno-Karabakh con voli dell’aviazione sanitaria delle forze aerospaziali russe per cure mediche specialistiche in Armenia. Lo ha riferito il servizio stampa del Ministero della Difesa russo segnalando altresì che si trovano ancora 522 civili, tra cui 293 bambini, nel quartier generale delle truppe russe di mantenimento della pace nel Nagorno Karabakh, e che attualmente non possono tornare alle loro case. Per loro sono stati organizzati alloggio, cibo e assistenza medica. nGli elicotteri della forza di pace russa hanno trasportato in Armenia 142 feriti.

(27) COLLOQUIO LAVROV-BAYRAMOV – Oggi ha avuto luogo una conversazione telefonica tra il Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergey Lavrov e il Ministro degli Affari Esteri dell’Azerbaigian Jeihun Bayramov. Lo ha riferito il servizio stampa del ministero degli Esteri russo. “È stata discussa la situazione in Karabakh, comprese le questioni relative agli aiuti umanitari, ai diritti e alla sicurezza della popolazione armena locale. Sono state discusse le modalità per attuare un pacchetto di accordi tripartiti al massimo livello nel 2020-2022, riguardanti lo sviluppo di un trattato di pace tra Baku e Yerevan, la delimitazione del confine armeno-azerbaigiano e lo sblocco delle comunicazioni di trasporto. Verranno inoltre toccati alcuni temi dell’agenda bilaterale e regionale. È stato raggiunto un accordo su ulteriori contatti a diversi livelli”,

(27) KARABAKH TELECOM – Il lavoro dell’operatore mobile “Karabakh Telecom” è stato interrotto nell’Artsakh. Lo riferiscono i media azeri. Si nota che d’ora in poi le chiamate verranno effettuate solo tramite gli operatori di telecomunicazioni dell’Azerbaigian.

(27) INIZIATIVA FRANCESE – La Francia aprirà presto un ufficio consolare nella provincia meridionale armena di Syunik, vicino al confine, e stanzierà ulteriori 7 milioni di euro in aiuti all’Armenia e al Nagorno Karabakh secondo quanto detto dal ministro degli Esteri francese Catherine Colonna durante una sessione di domande e risposte in parlamento. L’apertura di un consolato nell’Armenia meridionale è molto significativa dal punto di vista politico e un chiaro messaggio ad Aliyev.

(27) ALIYEV E ONU – Le autorità azere sono pronte ad organizzare un viaggio in Karabakh per i rappresentanti delle Nazioni Unite. Lo ha detto il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev in una conversazione telefonica con il segretario di Stato americano Antony Blinken. Aliyev ha sottolineato che si sta lavorando per garantire i diritti della popolazione armena del Karabakh in conformità con la legislazione azera e gli obblighi internazionali del paese.

(27) ANNIVERSARIO – Tre anni fa l’Azerbaigian attaccava la repubblica di Artsakh. Un’altra guerra. E non era l’ultima.

(26) ESODO – 20.270 persone hanno già lasciato l’Artsakh. 2850 di queste persone hanno ricevuto un alloggio dallo Stato secondo quanto riferito dal portavoce del Primo ministro dell’Armenia, Nazeli Baghdasaryan, nel corso di una conferenza stampa. “20.270 persone hanno già ricevuto la registrazione e la loro assegnazione è in corso. Lo Stato si è occupato dell’alloggio di 2.850 sfollati forzati. In particolare, la questione abitativa di 615 persone è stata risolta a Goris, 169 a Sisian, 171 a Tatev, 324 a Kapan e 19 a Meghri”, ha detto. “In generale, 1.298 sfollati sono stati collocati nella regione di Syunik, 532 a Vayots Dzor, 752 a Gegharkunik, 268 a Tavush”, ha aggiunto Nazeli Baghdasaryan. Si è appreso che oggi un uomo di 60 anni, originario di Shushi, è morto durante il viaggio verso l’Armenia per cause ancora sconosciute.

(26) BILANCIO ESPLOSIONE – Sono al momento 125 le vittime dell’esplosione al deposito di carburante vicino Stepanakert. 63 gli ustionati ricoverati in città mentre altri 23 sono stati trasferiti con ambulanze in Armenia.

(26) RIUNIONE BRUXELLES – Oggi è in programma una riunione tra i consiglieri nazionali della sicurezza di Armenia, Azerbaigian, Francia, Germania con il rappresentante speciale Ue per il Caucaso Meridionale, Toivo Klaar. Ad ospitare il vertice il consigliere nazionale per la sicurezza del Consiglio Ue, Simon Mordue. Scopo dell’incontro sarà fare il punto della situazione attuale e preparare un possibile incontro dei leader a Granada, dove il 5 ottobre si terrà il vertice della Comunità Politica Europea. 

(26) IN FUGA DALL’ARTSAKH – Alle ore 10 locali erano più di 13.000 i cittadini che hanno lasciato l’Artsakh. una fila ininterrotta di auto crea un serpentone da Stepanakert al confine con l’Armenia. Le autorità dell’Artsakh inutilmente hanno lanciato un appello per non intasare il corridoio di Lachin.

(26) BILANCIO GRAVISSIMO PER ESPLOSIONE – A questa mattina il bilnacio dell’esplosione di ieri al deposito di carburante è di venti morti (13 ancora da ricnoscere) e 290 feriti. Molti dispersi. un centinaio di persone avrebbero ustioni quasi tottali. Da Yerevan sono giunti in elicottero alcuni medici che hano portato anche farmaci e medicazioni. l’opsedale centrale di Stepanakert è al collasso senza cibo, medicine e apparecchiature. Con gli elicotteri si trasportano in Armenia i malati più gravi.

(25) ESPLOSIONE CARBURANTI – Una violenta esplosione è occorsa a un deposito di carburante che si trova tra Stepanakert e Askeran. Intorno alla struttura si trovavano centinaia di persone che stavano cercando di ottenere il rifornimento per le proprie auto onde poter lasciare l’Artsakh. Il primo bilancio provvisorio parla di vittime e circa duecento feriti. Ignote le cause dello scoppio, nulla può essere escluso.

(25) INVITO DELLE AUTORITA’ – Il presidente della repubblica Shahramanyan ha tenuto una riunione di lavoro con il ministro dell’Interno e altri funzionari di Stato. Sono state date istruzioni per organizzare la circolazione sicura dei cittadini, nonché la sicurezza interna, il traffico stradale e l’ordine pubblico. In particolare, in conseguenza del gran numero di veicoli che stanno lasciando l’Artsakh, le autorità di Stepanakert invitano a non farsi prendere dal panico e non avere fretta per non sovraccaricare il corridoio che collega l’Artsakh all’Armenia. Il trasferimento della popolazione avviene per fasi, per le quali non sono previste scadenze prestabilite. Il processo continuerà fino a quando non sarà pienamente garantito il trasporto dei cittadini che desiderano recarsi in Armenia. Il Servizio statale per le situazioni di emergenza del Ministero degli affari interni continua la sua missione, effettuando operazioni di ricerca e salvataggio dei resti di militari e civili morti, nonché dei nostri connazionali ancora sconosciuti.

(25) SECONDO INCONTRO ARMENO-AZERO – Si è tenuto un nuovo incontro tra una delegazione armena e una dell’Azerbaigian a Ivanian presso la base militare russa. La presidenza della repubblica dell’Azerbaigian ha rilasciato una nota nella quale si informa che è stato espresso accordo sulle misure adottate per risolvere le questioni discusse il 21 settembre nella città di Yevlakh, in particolare, sulla fornitura di assistenza umanitaria il più presto possibile, sulla ripresa delle forniture di carburante ed elettricità.  E’ stato proposto di creare le condizioni affinché i rappresentanti del Comitato internazionale della Croce Rossa possano incontrare aziani rimasti soli nei villaggi e trasferirli ai familiari o alle istituzioni mediche appropriate. È stato raggiunto un accordo per organizzare un incontro dei membri del gruppo di lavoro per risolvere le questioni sociali, umanitarie, economiche e infrastrutturali. È stato proposto di organizzare congiuntamente i servizi medici di operatori sanitari di origine azera e armena in un ospedale da campo, che si propone di creare vicino alla città Stepanakert o in direzione di Ivanian. Inoltre, è stato proposto di creare un servizio mobile di fornitura alimentare da parte del personale di servizio azero e armeno. Al momento non è stata rilasciata alcuna nota da parte armena.

(25) ARMENI IN FUGA – Alle 12 ora locale (le 10 in Italia) erano 4850 gli armeni scappati dall’Artsakh alla volta dell’Armenia. Molti residenti di Martakert e Martuni sono stati prelevati dalla forza di pace russa e scortati fino al confine dove sono stati presi in carico dai centri di raccolta dei profughi. Alle 17 (le 15 in Italia) il numero era di 6650 pari a circa il 5% della popolazione.

(25) SANZIONI UE ALL’AZERBAIGIAN – Il capo della delegazione per le relazioni con il Caucaso meridionale del Parlamento europeo, Marina Kalyurand, ha reso pubblica una dichiarazione congiunta sua e di altri 3 funzionari del Parlamento europeo (il presidente della commissione per le relazioni estere, David McAllister, il relatore permanente sull’Armenia, Andrei Kovachev, e il relatore permanente sull’Azerbaigian, Zhelyana Zovko) secondo cui questi ultimi invitano il Consiglio a rivedere attentamente le relazioni dell’UE con l’Azerbaigian e a considerare la questione di imporre sanzioni alle autorità azere.

(25) DICHIARAZIONI RUSSE – “Non ci sono chiarimenti riguardo al possibile incontro tra il presidente russo Vladimir Putin, il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev“. Lo ha detto il portavoce del presidente russo, Dmitry Peskov. “Per quanto riguarda la soluzione della situazione nel Karabakh, la cosa principale è evitare i tentativi di terzi senza potenziale di mantenimento della pace di rafforzare la loro presenza nel Caucaso“, ha aggiunto il portavoce. “L’Armenia rimane nostro alleato, uno stato vicino. Sapete che nel nostro Paese vivono più armeni che nella stessa Armenia, molto di più. Continueremo a svolgere le nostre funzioni, continueremo il dialogo con la parte armena, compreso Pashinyan, e continueremo a lavorare per preservare tutti i diritti degli armeni residenti nel Karabakh“, ha affermato Peskov. Il Cremlino spera che l’incontro tra i presidenti di Turchia e Azerbaigian a Nakhichevan contribuirà alla “sicurezza in Karabakh e alla normalizzazione della vita nella regione”.

(25) ERDOGAN IN NAKICHEVAN – Il presidente turco Recep Erdogan è partito per Nakhichevan. Erdogan è accompagnato dal Ministro degli Affari Esteri Hakan Fidan, dal Ministro della Difesa Nazionale Yasar Güler, dal Ministro dell’Energia e delle Risorse Naturali Alparslan Bayraktar, dal Ministro dell’Ambiente, dello Sviluppo Urbano e dei Cambiamenti Climatici Mehmet Ozaseki, dal Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Abdulkadir Uraloglu, dal Ministro del Commercio Omer Bolat. A Nakhijevan Erdogan incontrerà Ilham Aliyev, parteciperà alla cerimonia di posa della prima pietra del gasdotto Igdir-Nakhijevan e, dopo la conferenza stampa congiunta, parteciperà alla cerimonia di apertura del complesso di produzione militare. complesso produttivo militare.

(25) SITUAZIONE RAPITI – Le autorità dell’Artsakh non conoscono i nomi di coloro che sono stati rapiti dagli azeri nel corso dell’attacco del 19 settembre

(24) SITUAZIONE SFOLLATI – Alle 22 ora locale sono stati 1050 i cittadini dell’Artsakh trasportati in Armenia. 770 già registrati, per gli altri 280 in corso il relativo procedimento di identificazione.

(24) RITORNA L’ELETTRICITA’ – Intorno alle 21 ora locale (le 19 in Italia) è stata ripristinata la corrente elettrica a Stepanakert.

(24) PROSSIMI VERITICI ARMENO-AZERI – I leader di Armenia e Azerbaigian si incontreranno il prossimo 5 ottobre nella città spagnola di Granada (dove è previsto un vertice della Comunità politica europea) per negoziati in merito alla situazione nel Nagorno Karabakh. Lo ha riferito il Consiglio di sicurezza armeno. In una nota viene spiegato che per preparare i negoziati “il segretario del Consiglio di sicurezza dell’Armenia, Armen Grigoryan, e l’assistente del presidente dell’Azerbaigian, Hikmet Hajiyev, terranno un incontro a Bruxelles il 26 settembre”.

(24) PRIMI SFOLLATI ARRIVATI IN ARMENIA – Alle 18 ora loacale, sono 377 cittadini sfollati che sono entrati in Armenia provenienti dal Nagorno Karabakh. Lo annuncia il governo della Repubblica Armena. Di questi, i dati censiti per 216 sono stati riepilogati e i bisogni di 161 sono ancora in fase di identificazione. Dei 216 registrati, 118 volevano recarsi nelle residenze designate e 98 attualmente dispongono di un alloggio fornito dal governo.

(24) LA SITUAZIONE – * Il villaggio di Sarnaghbyur, nella regione di Askeran, contava 76 abitanti prima dell’attacco dell’Azerbaigian del 19 settembre.Cinque di loro sono stati uccisi, 15 feriti, 4 catturati dall’Azerbaigian. Lo riferisce l’ombudsman dell’Artsakh.
* I residenti del villaggio di Yegtsaokh nel distretto di Shushi sono stati evacuati e portati a Kornidzor. A seguito delle recenti ostilità, sono rimasti senza casa e hanno espresso il desiderio di trasferirsi dai loro parenti in Armenia. Lo riferisce il quartier generale dell’informazione dell’Artsakh.
* In conformità con l’accordo raggiunto il 20 settembre, sarà assicurata l’uscita del personale dell’Esercito della Difesa dal Nagorno Karabakh in direzione di Lachin-Stepanakert e Karvachar-Vardenis. Lo afferma una dichiarazione del Ministero degli affari interni dell’Azerbaigian, come riportato dai media azeri. Per garantire il viaggio verranno utilizzati autobus e trasporti personali.
* Il Ministero della Difesa della Repubblica d’Armenia ha ribadito la sua posizione in risposta al comunicato del Ministero degli Affari Interni dell’Azerbaigian del 24 settembre, nonché ad altre dichiarazioni ufficiali dell’Azerbaigian, che continuano a diffondere false affermazioni sulla presenza di forze armate armene Unità delle forze armate nel Nagorno-Karabakh. Il Ministero della Difesa della Repubblica d’Armenia sottolinea ancora una volta che non ci sono unità delle Forze Armate RA nel Nagorno-Karabakh.
* L’Azerbaigian ha creato uno speciale gruppo di lavoro governativo che discuterà gli aspetti umanitari, economici e sociali dell’integrazione del Nagorno Karabakh. Lo ha detto in un’intervista a Politico Hikmet Hajiyev, consigliere del presidente dell’Azerbaigian.

(24) PROPOSTA TURCA – Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha intenzione di discutere il proposto incontro tra i leader di Federazione Russa, Turchia, Azerbaigian e Armenia con il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev durante la sua visita di domani nel Nakhichevan, secondo una fonte nell’amministrazione del leader turco. Erdogan aveva precedentemente dichiarato di aver proposto di tenere un incontro quadrilatero dei leader di Federazione Russa, Turchia, Azerbaigian e Armenia. Tuttavia, Ankara non ha ancora ricevuto risposta a questa proposta. Il presidente turco ha espresso l’intenzione di discutere la questione 

(23) ACCORDI RAGGIUNTI CON GLI AZERI – L’InfoCenter Artsakh ha riferito sugli accordi raggiunti con l’Azerbaigian: “Secondo l’accordo sulla cessazione delle ostilità raggiunto con l’Azerbaigian il 20 settembre attraverso la mediazione della parte russa, attualmente si stanno portando avanti le seguenti azioni:
* ritiro delle unità dell’Esercito di Difesa dalle posizioni di combattimento e loro trasferimento in luoghi di schieramento permanente parallelamente al processo di scioglimento dell’Esercito
* attività di ricerca di persone morte e scomparse
* trasporto dei feriti in condizioni gravi ed estremamente gravi, nonché dei pazienti, alle istituzioni mediche in Armenia, accompagnati dal Comitato internazionale della Croce Rossa e dalle forze di pace russe
* importazione di forniture umanitarie, medicinali, beni essenziali e carburante nell’Artsakh attraverso la strada Goris-Stepanakert attraverso la mediazione della missione di mantenimento della pace russa
* l’inizio dei lavori per il ripristino dell’energia elettrica il 24 settembre
* organizzazione di consultazioni politiche sul futuro dell’Artsakh e della sua popolazione
Chiediamo ai nostri connazionali di mantenere la calma e di non cedere al panico e alle provocazioni.In questo momento fatidico, le autorità della Repubblica informeranno regolarmente il pubblico su tutte le decisioni e gli sviluppi della situazione
”, si legge nel messaggio.

(23) AGGIORNAMENTI SITUAZIONE – * Nell’Artsakh, i corpi di circa 100 vittime uccise dai militari azeri si trovano in comunità isolate da Stepanakert (Martuni, Martakert, ecc.). Ci sono casi in cui vengono uccise diverse vittime civili pacifiche di una stessa famiglia, ha detto su Facebook Arman Tatoyan, ex difensore dei diritti umani dell’Armenia.
* Oggi, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha inviato circa 70 tonnellate di aiuti umanitari alla popolazione del [Artsakh] Nagorno-Karabakh attraverso il corridoio [Berdzor] Lachin. Si tratta per lo più di farina  e dagli ingredienti essenziali necessari per cuocere il pane.
* Toivo Klaar, il rappresentante speciale dell’Unione europea per il Caucaso meridionale, è stato ricevuto dal presidente azero Aliyev. In precedenza a Yerevan aveva incontrato il premier Pashinyan. In Armenia, l’ambasciatore USA si è recato nel Syunik e ha verificato la situazione all’ingresso del corridoio di Lachin.
* Le truppe russe di mantenimento della pace sono impegnate nella fornitura di assistenza umanitaria alla popolazione civile dell’Artsakh. Secondo le informazioni del Ministero della Difesa russo, attualmente ci sono 826 civili, tra cui 440 bambini, sotto la cura e la protezione delle forze di pace russe
* Il Servizio di sicurezza nazionale armeno (NSS) ha segnalato un aumento significativo degli attacchi informatici contro il dominio Internet armeno durante la prima decade di settembre
* La notte scorsa in Artsakh si è svolta senza scontri militari e non ci sono state segnalazioni di esplosioni o proiettili.

(22) AIUTI UMANITARI – Le forze di pace russe hanno assicurato la consegna di 50 tonnellate di aiuti umanitari alla popolazione del Nagorno Karabakh attraverso il corridoio Lachin e la strada Aghdam. Lo ha riferito il Ministero della Difesa della Federazione Russa. In precedenza, media hanno riferito che un convoglio di circa 15 camion di forze di pace russe era transitato sulla strada Goris (ARM)-Stepanakert.

(22) AGGIORNAMENTI SITUAZIONE (ore 20) – *Il ministro della Sanità dell’Artsakh, Vardan Tadevosyan, riferisce che ci sono difficoltà a traspoprtare da martakert a Stepanakert i corpi dei caduti. Ci sono diverse decine di vittime e tra loro ci sono civili e un bambino. 
* Smentita la morte del comandante Jaren Jalavyan (Kyokh) che pare avesse annunciato di non voler deporre le armi e continuare a combattere. Al momento non se ne conosce la sorte.
* Negli ultimi due giorni, l’Ufficio per i difensori dei diritti umani e altri organi statali correlati dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh hanno ricevuto più di 600 chiamate e richieste da cittadini che cercano i loro familiari e parenti scomparsi.
* Secondo quanto riferito dal congliere presidenziale Babayan, oggi sette automezzi della forza di pace russa sono entrati in Artsakh da Lachin consegnando aiuti umanitari. Giornalisti in zona confermano il passaggio.
* Continuano le proteste in Armenia. Quattro cortei stanno convergendo verso piazza della repubblica a Yerevan. Manifestazioni anche a Gymri, bloccate alcune strade statali.
* Il Comando delle forze di pace russe ha registrato due violazioni del cessate-il-fuoco nella regione di Askeran

(22) ESERCITO DI DIFESA – Non è stato raggiunto alcun accordo con l’Azerbaigian sulle garanzie di sicurezza o sull’amnistia che saranno concesse ai soldati e agli ufficiali dell’Esercito di difesa del Nagorno Karabakh in caso di loro scioglimento, ha detto all’agenzia Reuters Davit Babayan, consigliere del presidente del Nagorno-Karabakh. “Queste questioni devono ancora essere risolte. Non ci sono ancora risultati concreti”, ha detto.

(22) AGGIORNAMENTI SITUAZIONE (ore 18) – * Sono in corso negoziati con la parte azera, attraverso la mediazione delle forze di pace russe, per effettuare il ritiro delle truppe e garantire il ritorno alle loro case delle persone evacuate a seguito dell’aggressione militare. Allo stesso tempo, viene discussa anche la procedura per le persone che entrano ed escono dall’Artsakh.
* Ieri è stato possibile stabilire un contatto con 7-8 dozzine di residenti dell’Artsakh che fino a quel momento erano considerati dispersi e portarli sani e salvi fuori dal blocco. “Come risultato delle ultime operazioni [militari] [dell’Azerbaigian nell’Artsakh], ci sono state posizioni [militari dell’Artsakh] sotto assedio, da dove i nostri militari sono stati portati fuori attraverso i negoziati”, ha dichiarato il deputato Tigran Abrahamyan.
* La presenza delle potenti forze armate iraniane nella regione impedirà qualsiasi cambiamento nella geopolitica e nei confini regionali. Lo ha affermato il presidente iraniano Ebrahim Raisi, intervenendo alla parata militare dedicata all’anniversario della guerra del 1980-88 con l’Iraq. Il presidente Raisi ha aggiunto che i diritti degli armeni devono essere rispettati quindi è necessario garantire la sicurezza e i diritti degli armeni nella regione e gli attuali confini non possono essere modificati.
* A Stepanakert, le persone rimuovono le foto dei loro parenti morti dal tabellone commemorativo degli eroi, in modo che gli azeri non le profanino. Sui social network circolano le foto di Stepanakert, dove si vede che le persone hanno rimosso le foto dei loro parenti morti nella guerra dei 44 giorni dal tabellone commemorativo collocato nella piazza Rinascimentale della città. La gente ha paura che gli azeri profanino quelle foto se entrano in città.
* In risposta alle urgenti necessità mediche della città assediata di Martuni, furono inviati veicoli della Croce Rossa. Un residente della città, parlando a Radio Azatutyun, ha rivelato che questi veicoli trasportavano 9 feriti che non potevano essere portati a Stepanakert nei giorni scorsi. I media azeri hanno anche pubblicato filmati che mostrano il movimento dei veicoli del CICR (Comitato Internazionale della Croce Rossa).

(22) CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO – La Corte europea dei diritti dell’uomo ha pienamente soddisfatto la richiesta presentata dall’Armenia e ha applicato misure provvisorie contro l’Azerbaigian, riferisce il Rappresentante dell’AR per le questioni legali internazionali. “Il 22 settembre 2023, la Corte europea dei diritti dell’uomo, ritenendo che l’attuale situazione nel Nagorno-Karabakh comporta un rischio di gravi violazioni della Convenzione, ha applicato l’articolo 39 secondo il Regolamento della Corte. La Corte ha deciso, nonostante l’accordo di cessate il fuoco raggiunto il 20 settembre 2023, di indicare al governo dell’Azerbaigian di astenersi dall’adottare qualsiasi misura che possa comportare la violazione degli obblighi derivanti dalla Convenzione, in particolare dell’articolo 2 (diritto alla vita) e dell’articolo 3 ( divieto della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti). La Corte ha inoltre deciso di dare immediata comunicazione della suddetta misura provvisoria al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa in conformità con l’articolo 39 § 2“, si legge nella nota.

(22) DICHIARAZIONI TURCHE – La Turchia ha accusato l’Armenia dell’aggressione militare dell’Azerbaijan contro l’Artsakh (Nagorno-Karabakh), affermando che questa è stata “una conseguenza del fatto che l’Armenia non ha adempiuto ai propri obblighi derivanti dagli accordi precedentemente raggiunti”. Lo ha dichiarato il ministro della difesa nazionale turco Yasar Guler in un’intervista al quotidiano Milliyet.

(22) BABAYAN COMMENTA LA SITUAZIONE – I media azeri annunciano che il Ministero per le situazioni di emergenza del Paese ha deciso di inviare un carico di cibo nell’Artsakh per scopi umanitari. Secondo le stesse informazioni, 2 camion da 20 tonnellate sono stati inviati ad Artsakh con vari prodotti alimentari e articoli per l’igiene e 2 auto con il pane. Davit Babayan, consigliere del presidente della Repubblica dell’Artsakh, rappresentante per incarichi speciali, ex ministro degli Affari esteri, ha dichiarato: “L’Azerbaigian non ha fornito alcun aiuto umanitario all’Artsakh, l’Artsakh si aspetta che gli aiuti umanitari arrivino dall’Armenia attraverso il corridoio Berdzor“. Davit Babayan ha anche informato che al momento la situazione nell’Artsakh è stabile, ma complicata. “Ora, ovviamente, alcune cose si stanno ripristinando, ci aspettiamo che i beni umanitari arrivino dall’Armenia attraverso il corridoio Berdzor. Stiamo aspettando che il primo carico umanitario entri nell’Artsakh assediato da Goris e raggiunga Stepanakert attraverso il corridoio Berdzor“, ha sottolineato Davit Babayan. Lui ha anche sottolineato che, oltre a tutto questo, nell’Artsakh dovrebbero essere effettuate le operazioni di ricerca per trovare le vittime e le persone scomparse a seguito dell’aggressione azera. Per quanto riguarda la dichiarazione resa ieri in diretta da Nikol Pashinyan secondo cui “non esiste alcuna minaccia diretta da parte dell’Azerbaigian alla popolazione dell’Artsakh”, Davit Babayan ha detto: “Non voglio davvero commentare queste affermazioni, cosa dovrei dire: abbiamo sfollati, persone morte, persone scomparse, persone sotto assedio, compresi bambini morti, qualunque cosa dica, non voglio commentare“, ha concluso Davit Babayan.

(22) AGGIORNAMENTI SITUAZIONE (ore 12) – * Nella odierna riunione di governo, l’Armenia ha deciso di allestire una stazione umanitaria a Kornidzor, in prossimità dell’uscita del corridoio di Lachin. Nella motivazione della decisione si menziona che lo scopo della stazione è quello di unire gli sforzi delle organizzazioni internazionali e dei gruppi stranieri, presentare oggettivamente la crisi umanitaria alle strutture internazionali e straniere, sostenere il lavoro delle organizzazioni per i diritti umani e delle organizzazioni internazionali media volti ad aprire il Corridoio Lachin e a superare la crisi umanitaria. La stazione umanitaria fungerà da piattaforma attraverso la quale sarà possibile presentare tutta la verità sulla crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh alle organizzazioni per i diritti umani e alla comunità mondiale, organizzare le loro visite e fornire informazioni sullo svolgimento degli eventi direttamente dal ambiente in cui l’onere umanitario viene accumulato allo scopo di fornire aiuti.
* La Commissione europea sta mobilitando aiuti umanitari per un valore di 500.000 euro a sostegno delle persone colpite dall’escalation dei combattimenti nel Nagorno Karabakh. “In fuga dalla violenza, migliaia di persone sono ora costrette ad abbandonare le proprie case e hanno bisogno di assistenza. Gli aiuti umanitari dell’UE aiuteranno le vittime a soddisfare i loro bisogni primari attraverso aiuti finanziari, oltre a fornire loro alloggio e sostegno psicologico e sociale. Questo finanziamento di emergenza si aggiunge agli 1,17 milioni di euro in aiuti umanitari che l’UE ha stanziato all’inizio di quest’anno per far fronte alla crisi nel Nagorno-Karabakh.
* Gli azeri hanno smantellato il monumento al carro armato armeno nella zona occupata di Shushi. I media azeri pubblicano filmati dello smantellamento.

(21) NAZIONI UNITE – Alle 21 ora italiana è iniziata la riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU alla quale partecipano anche Armenia e Azerbaigian.

(21) LA SITUAZIONE IN ARTSAKH – *Attualmente, dopo la completa cessazione delle ostilità ottenuta durante il processo negoziale mediato dal comando del contingente russo di mantenimento della pace, 704 persone, tra cui 440 bambini, rimangono nella sede delle forze di pace sulle circa 5000 che erano state portate durante l’attacco.
* Smentita la consegna di aiuti umanitari alla popolazione. In giornata due camion russi erano passati dal checkpoint sul fiume Hakari.
* L’ex ministro di Stato Ruben Vardanyan ha chiesto che le Nazioni Unite inviino una missione di soccorso per la popolazione armena.

(21) DICHIARAZIONE PESKOV – È improbabile che qualcuno si prenda il compito di delineare i tempi per la conclusione di un trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian, ha detto il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov. “Ora difficilmente qualcuno si assumerà il compito di delineare i tempi, ma dato che la questione principale dell’appartenenza del Karabakh in quanto tale è stata ora risolta – è stata risolta e risolta dalla decisione dell’Armenia di riconoscere l’appartenenza del Karabakh – allora possiamo diciamo che sono stati ottenuti progressi sostanziali” ha dichiarato Peskov.

(21) VITTIME AZERE – Secondo media azeri l’azione di guerra dell’Azerbaigian sarebbe costata la vita ad almeno una ottantina di soldati.

(21) PROGRAMMATO ALTRO INCONTRO – “È stato raggiunto un accordo per tenere il prossimo incontro nel prossimo futuro”, riferiscono i media azeri, citando l’ufficio presidenziale azerbaigiano riguardo alla riunione che si è avuta oggi nella citta di Yevlak in Azerbaigian. Come già riportato, il Nagorno Karabakh era rappresentato all’incontro di oggi dal deputato Davit Melkumyan e dal segretario ad interim del Consiglio di Sicurezza, Sergey Martirosyan. Il deputato Ramin Mammadov ha rappresentato l’Azerbaigian. “Credo che i negoziati di oggi a Yevlakh siano il primo di molti incontri. Non ci si dovrebbe aspettare che tutti i problemi tra gli armeni del Karabakh e l’Azerbaigian vengano risolti durante un incontro” ha dichiarato Elchin Amirbekov, rappresentante del presidente dell’Azerbaigian con incarichi speciali.

(21) DICHIARAZIONE BORRELL – L’Unione europea ha attribuito all’Azerbaigian la responsabilità del rispetto dei diritti e della sicurezza degli armeni del Nagorno-Karabakh e ha detto che prenderà provvedimenti contro l’Azerbaigian se ricorre all’oppressione, ha detto il capo della diplomazia dell’UE Josep Borrell. “L’Azerbaigian è responsabile del rispetto dei diritti e della garanzia della sicurezza degli armeni del Karabakh, compreso il diritto di vivere nelle proprie case senza essere soggetti a minacce e discriminazioni. Lo spostamento forzato di civili, mediante l’uso di mezzi militari o di altro tipo, incontrerà una forte risposta da parte dell’UE. L’UE è pronta ad adottare misure adeguate se la situazione dovesse peggiorare ulteriormente”, ha affermato Borrell in una nota.

(21) ALIYEV SI SCUSA CON PUTIN – Aliyev ha telefonato a Putin e si è scusato per i cinque soldati russi della forza di pace (compresi due vicecomandanti) colpiti nel corso dell’attacco. Ha inviato condoglianze alle famiglie e dando la disponibilità a provvedere all’ssistenza materiale per le famiglie. Il presidente azero ha dichiarato che sarà aperta un’inchiesta. Tre anni fa la guerra dei 44 giorni terminò quando gli azeri dal Nakhjivan abbatterono un elicottero che voleva sul cielo dell’Armenia pensando che fosse armeno (e invece era russo…).

(21) AGGIORNAMENTO (ore 13) – * Il vertice di Yevlakh si è concluso. Il rappresentante degli armeni dell’Artsakh ha dichiarato dopo l’incontro a Yevlakh che non esiste un accordo definitivo con Baku, è necessario concordare i dettagli. Allo stesso tempo, il rappresentante di Aliyev ha dichiarato che i negoziati tra gli armeni dell’Artsakh e l’Azerbaigian possono portare alla conclusione di un trattato di pace, che metterà fine al conflitto. La delegazione armena (video) sta rientrando a Stepanakert.
* Il ministero della Difesa russo ha dichiarato che durante l’attacco azero di ieri sono morti due vicecomandanti e tre soldati della forza di pace.
* Più di sessanta deputati europei hanno chiesto al Commissario agli Affari Esteri della UE che l’Unione applichi sanzioni all’Azerbaigian.

(21) AGGIORNAMENTO (ore 12) – *Gli azeri, che stanno circondando Stepanakert, sono entrati nel villaggio di Haterk e hanno ucciso un civile. Giungono da altri villaggi notizie di esecuzioni sommarie di civili.
* questa mattina i soldati nemici di sono avvicinati alla capitale provenendo da Shushi e ne è scaturito uno scontro a fuoco con là forze di difesa armene.
* tutti i giornalisti e operatori ti sono stati allontanati dal luogo a Yevlakh dove si sta svolgendo l’incontro tra la delegazione armena è quella azera. Al meeting partecipa anche il vice comandante delle forze di pace russa Kovgan

(21) AGGIORNAMENTO (ore 11) – Circa trenta minuti fa udite a Stepanakert tre forti esplosioni (provenienti da fuori città probabilmente) nonché colpi di arma da fuoco. Nella capitale non c’è gas e manca la corrente. Il segnale telefonico e internet è molto debole a causa della distruzione degli impianti da parte degli azeri.

(21) AGGIORNAMENTO (ore 9) – Oggi, nella cittadina dell’Azerbaigian si incontrano una delegazione dell’Artsakh e una azera. Sia i rappresentanti dell’Artsakh che quelli dell’Azerbaigian si trovano già nel luogo d’incontro per i negoziati sul futuro dell’Artsakh. L’Artsakh è rappresentato dal deputato del “Partito Democratico dell’Artsakh” Davit Melkumyan. La delegazione armena è giunta a Yevlakh. La parte azera è rappresentata dal deputato Mammadov.
* Gli azeri sono arrivati praticamente alle porte di Stepanakert e hanno installato checkpoint. Molti sobborghi sono isolati e non c’è modo di contattare la popolazione li residente.
* La polizia armena sta svolgendo un controllo rafforzato in città per salvaguardare la sicurezza degli abitanti.

(20) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 23) – * Sarebbero otto i soldati russi della forza di pace morti nel corso dell’attacco azero.
* L’ufficio dell’ombudsman dell’Artsakh riferisce che si sono migliaia di “dispersi”, persone di cui non si hanno più notizie. Molti villaggi sono rimasti isolati, completamente circondati dai soldati azeri e non c’è la possibilità di contatto. Ignota la sorte di queste persone.
* Violazoni azere verso le 22,50 ora locale lungo il confine con l’Armenia nella regione di Gegharkunik. Sparati colpi con armi di piccolo calibro.
* Il premier Pashinyan ha dichiarato che le forze di pace russe devono garantire la sicurezza della popolazione armena dell’Artsakh e assumersene la responsabilità anche in quanto mediatrici dell’accordo tra Baku e Stepanakert.
* Nel corso della notte la popolazione di Stepanakert (senza corrente elettrica) è rimasta nei rifugi.
* A causa del terrorismo in Azerbaigian, le infrastrutture vitali sono state interrotte da 35 ore, privando l’intera popolazione dell’accesso all’elettricità, a Internet e alle comunicazioni mobili.
* È stata aperta una sede operativa annessa al Servizio statale per le situazioni di emergenza, dove vengono raccolti i dati dei partecipanti alle operazioni militari e dei civili, di cui non si sa ancora dove si trovino. Lo rende noto l’Istituto nazionale degli affari interni e delle comunicazioni dell’Artsakh.

(20) COLLOQUIO PUTIN-PASHINYAN – “Su iniziativa della parte armena, ha avuto luogo una telefonata tra il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin e il primo ministro della Repubblica armena Nikol Pashinyan. Sono stati discussi gli ultimi sviluppi della situazione nel Nagorno-Karabakh“, afferma una nota del Cremlino. I due leader hanno discusso delle ulteriori operazioni delle forze di pace russe nel Nagorno-Karabakh, compresa l’assistenza alla popolazione civile. “Nonostante le difficili condizioni, le forze di pace continuano a svolgere i loro compiti in modo accurato e a fornire un’assistenza completa alla popolazione civile e ai rifugiati, comprese le forze dei medici militari“, continua la nota.
In precedenza ègiunta notizia che un veicolo che trasportava forze di pace russe è finito sotto il fuoco uccidendo diversi soldati russi.

(20) EVACUAZIONI – Più di 10.000 persone sono attualmente evacuate dalle loro comunità native, costrette a trovare rifugio in altri insediamenti dell’Artsakh, dove può essere garantita una relativa sicurezza. Lo riferisce l’ufficio dell’Ombudsman dell’Artsakh

(20) BILANCIO VITTIME – Secondo l’ufficio dell’Ombudsman dell’Artsakh il bilancio delle vittime armene è di almeno 200 morti e oltre 400 feriti.

(20) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 18) – * Il presidente della repubblica, Samvel Shahramanyan, si è recato all’ospedale repubblicano per incontrare i feriti.
* Un veicolo delle forze di pace russe è stato colpito dagli azeri e il conducente è morto come ammesso dal ministero della Difesa di Mosca.
* Il villaggio di Metz shen (distretto di Shushi) è circondato e non può essere evacuata la popolazione. Gli azeri continuano a sparare in direzione dell’insediamento.
* Charles Michel ha twittato informando di aver parlato con Aliyev e di aver chiesto oltre al cessate-il-fuoco che venga garantito un “trattamento sicuro e dignitoso” agli armeni del Karabakh. “I loro diritti e la loro sicurezza devono essere garantiti in modo credibile. Accesso necessario per l’assistenza umanitaria immediata” ha scritto

(20) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 15) – * Nonostante il (presunto) accordo di cessate-il-fuoco gli azeri continuano a bombardare in direzione di Martuni probabilmente per occupare la città (se già non fatto).
* L’organizzazione dell’aviazione civile ha provveduto, per la sicurezza dei passeggeri cancellare tutti i voli da e per Armenia, Azerbaigian e Iran.
* Giungono notizie che gli azeri avrebbero catturato dei residenti nel villaggio di Taghavard e in altre comunità.
* I residenti di Martakert non vogliono arrendersi.
* Presso l’aeroporto di Ivanian, dove c’è la base russa, ci sono al momento oltre 2600 persone di cui un migliaio bambini.

(20) IPOTESI DI ACCORDO – Fonti armene e azere confermano che è stato raggiunto un accordo fra Stepanakert e Baku per la fine dei combattimenti. Al momento l’azione azera sarebbe tuttavia ancora in corso. L’accordo – concordato con il Comando russo – prevede:
* il ritiro di tutti i soldati armeni dall’area sotto controllo dei peace keeping (ulteriormente ridottasi dopo questo attacco)
* scioglimento e sul completo disarmo delle forze armate armene del Nagorno Karabakh (Artsakh)
* ritiro degli equipaggiamenti pesanti e di tutte le armi dal territorio del Nagorno Karabakh.
È stato concordato per domani a Yeklav un incontro tra rappresentanti di Stepanakert e Baku avente per oggetto la questione della reintegrazione della popolazione armena dentro l’Azerbaigian.

(20) FORSE TREGUA – L’Info center Artsakh comunica che le autorità della Repubblica hanno accettato la proposta del Comando russo delle forze di pace per un cessate il fuoco alle ore 13 (locali, 11 in Italia). Vedremo se gli azeri si comporteranno analogamente o continueranno a combattere.

(20) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 10) – * Il bilancio delle vittime accertate ha raggiunto il numero di 32 con oltre 200 feriti alcuni in gravi condizioni. Secondo l’ex ministro di Stato Ruben Vartanyan il numero delle vittime supererebbe il centinaio.
* Diverse fonti confermano che gli azeri indirizzano i loro colpi verso i veicoli della forza di pace russa che sta cercando di evacuare civili attraverso il corridoio di Lachin e il ponte sul fiume Hakari. Questo è un particolare strano perchè Aliyev vuole ripulire l’Artsakh e quindi più gente va via e meglio è; evidentemente, per ora, ci sono altri piani cioè continuare ad affamare la popolazione, terrorizzarla con le bombe e poi…
* Le forze di pace russe hanno comunque evacuato dai villaggi circa 2000 civili portati in basi militari o in luoghi più sicuri (compreso un migliaio di bambini) e ai quali è stato fornito un pasto caldo.
* Le autorità di Stepanakert avrebbero accettato di negoziare con gli azeri a Yevlakh ma solo a condizione che l’attività bellica cessi. Cosa che non sta avvenendo.
* Ieri il Segretario di Stato USA Blinken ha chiamato Aliyev per invitarlo a cessare l’azione militare ma il presidente azero non demorde dalla sua azione.
* Annunciata per questa sera alle 19 (ora locale, le 17 in Italia) una manifestazione a Yerevan.

(20) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 8) – * pesanti combattimenti lungo la linea di contatto e ancora bombardamenti su Stepanakert e altre aree residenziali.
* Martakert sotto attacco. Si parla di possibile evacuazione della popolazione.
* si conferma l’occupazione azera del monastero di Amaras.
* al momento sono otto i civili caduti (compresi due bambini) ma non ci sono i dati fuori Stepanakert. Un’ambulanza che stava andando a Martakert a prendere dei cadaveri in obitorio è stata bersagliata dai colpi azeri e il guidatore è rimasto ferito.
* alcuni villaggi della regione di Shushi sono completamente circondati. I russi volevano evacuare la popolazione attraverso il video cibo corridoio di Lachin ma sono stati bersagliati dagli azeri.

(19) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 23) – * Il numero delle vittime è salito a 27 con oltre 200 feriti. Mancano ancora i dati dai distretti di Askeran e Martuni.
* Alcuni peacekeeper russi sarebbero stati colpiti da fuoco azero mentre evacuavano la popolazione da Karmir Shuka.
* Disordini a Yerevan di fronte al palazzo del governo in piazza della Repubblica. 34 feriti di cui 16 agenti di polizia. Anche l’ambasciata russa continua a essere bloccata da altri manifestanti.

(19) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 22) – * Secondo le informazioni ricevute dall’obitorio di Stepanakert da parte dell’Ufficio del Difensore dei Diritti Umani, alle ore 20 (le 18 in Italia) ci sono 25 vittime a seguito dell’attacco terroristico su vasta scala da parte dell’Azerbaigian, tra cui 2 civili.A causa della mancanza di carburante e di comunicazioni il trasferimento delle vittime e dei feriti a Stepanakert è ostacolato.
* Continua l’attività bellica azera. Riferiti violenti combattimenti tra le parti. Gli azeri avrebbero guadagnato alcune posizioni ma a costo di pesanti perdite.
* Continuano i raid aerei su Stepanakert e gli allarmi delle sirene in una città che al momento è senza elettricità.
* Il Ministero degli Esteri russo ha chiesto al governo armeno di prendere misure contro i dimostranti che stanno bloccando l’ambasciata a Yerevan impedendo l’entrata e l’uscita.
* Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite programmato per il 21 settembre.
*Al momento risultano 138 feriti fra i quali 29 civili ma non si hanno notizie da Askeran e Martuni.
* Le popolazioni di sei comunità (Khramort, Khnapat, Sarnakhpyur, Nakhijevanik, Machkalashen, Chankatah) sono state evacuate. Secondo l’ombudsman dell’Artsakh circa 7000 persone sono state evacuate dalle loro case nei distretti di Askeran, Martuni, Shushi e Martakert.
* Erdogan all’Assemblea generale delle Nazioni Unite: “L’Armenia deve aprire il corridoio di Zangezur e il Nagorno Karabakh è Azerbaigian. Non c’è alcun compromesso su questo.”
* Il nemico – stando alle indagini condotte anche sui social – dovrebbe aver subito molte perdite.

(19) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 18) – * I combattimenti continuano lungo tutta la linea di contatto. Le forze armate azere utilizzano artiglieria e sistemi missilistici, droni da combattimento e aviazione militare.
* Circa 20 minuti fa, l’aeronautica militare azera ha lanciato un attacco aereo sulle zone residenziali della città di Martakert e sui villaggi del distretto di Askeran.
* Ci sono molte vittime civili a seguito dell’attacco dell’Azerbaigian all’Artsakh (Nagorno Karabakh), molte donne, anziani e bambini, morti o feriti. Così riferisce la presidenza della Repubblica dell’Artsakh.
* Il ministero della Salute riferisce un bilancio parziale di cinque vittime e ottanta feriti.
* Attualmente, l’unità medica pediatrica “Arevik” di Stepanakert ha ricoverato 9 bambini con ferite da schegge in varie parti del corpo. Di questi, 6 sono in condizioni moderate, mentre 3 sono in condizioni gravi. Un bambino è stato sottoposto a un intervento chirurgico per emorragia interna, un altro ha già subito un intervento chirurgico al torace per danni penetranti da schegge e un terzo bambino ha una grave lesione cerebrale traumatica.
* La comunità di Yeghtsahogh nel distretto di Shushi, con una popolazione di 150 persone, è stata colpita direttamente dalle forze armate azere hanno distrutto la scuola della comunità. Non vi è alcuna possibilità di evacuare i residenti poiché sono completamente circondati dalle truppe azere.
* Stepanakert è nuovamente sotto i colpi degli azeri, allarme antiaereo in funzione.

(19) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 17) – * Baku si è dichiarata pronta a incontrare i rappresentanti di Stepanakert che nelle ore passate avevano chiesto lo stop dell’azione militare e l’avvio di negoziati. Gli azeri hanno dato disponibilità per un incontro a Evlakh, villaggio che si trova in territorio dell’Azerbaigian non lontano dalla linea di contatto.Tuttavia, questo incontro si potrà fare solo se gli armeni alzeranno bandiera bianca e aboliranno “il regime illegale” in Karabakh. Cioè: arrendetevi tutti e consegnatevi altrimenti continuiamo a bombardare.
* Al momento il bombardamento su Stepanakert (colpiti anche diversi edifici civili, foto) è cessato. Colpi di arma da fuoco provengono dalla linea di contatto tra la capitale e Shushi (occupata dagli azeri).
* Nessuna informazione sul bilancio delle vittime militari da una parte e dall’altra.

(19) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 16) – * Il numero dei feriti (civili) è salito a 23. Al momento sempre due le vittime accertate.
* Gli azeri hanno sparato con razzi e mortai lungo la linea di contatto e hanno fatto tentativi per avanzare. Pare che queste azioni siano state respinte dalla difesa armena. Nell’ultima mezz’ora segnalata una diminuzione dell’intensità dei combattimenti.
* La Francia ha condannato l’attacco azero e ha chiesto la convocazione di una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
* Il premier armeno Pashinyan ha dichiarato che l’Azerbaigian sta cercando di coinvolgere l’Armenia in guerra ma l’Armenia non farà guerra all’Azerbaigian per il Nagorno Karabakh. Proteste a Yerevan, chiusa piazza della Repubblica, manifestanti gridano “Traditore!”.Il premier armeno ha avuto una conversazione telefonica con il Segretario di Stato USA Blinken e il presidente francese Macron.
* Il ministero della Difesa dell’Azerbaigian ha rilasciato un comunicato nel quale tra l’altro si legge che. “Per garantire l’evacuazione della popolazione dalla zona di pericolo, sono stati creati corridoi umanitari e punti di accoglienza sulla strada Lachin e in altre direzioni. Donne, bambini, anziani, persone con disabilità e malati riceveranno l’assistenza medica necessaria, acqua potabile e cibo.” (Prima ti affamo e ti asseto, poi bombardo le tue case, alla fine ti faccio fuggire e ti do anche da mangiare…)
* Secondo fonti da verificare, gli azeri nel loro attacco avrebbero colpito anche la base russa che sitriva nei pressi dell’aeroporto di Ivanian. Secondo altre fonti alcune postazioni russe si troverebbero sotto fuoco incrociato.
* Il consigliere del presidente Aliyev, Hikmet Hajiyev, ha dichiarato che “l’Azerbaigian ha raggiunto i suoi obiettivi in Karabakh” e ha invitato l’esercito di difesa armeno a disarmarsi e sciogliersi.

(19) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 15) – * Arriva la notizia dei primi morti tra i civili causati dall’operazione “antiterrorismo” delle froze armate azere. Una delle vittime è un bambino. Anche undici feriti (otto bambini). Colpite dalle bombe aree residenziali di Stepanakert.
* Iran allerta le forze armate nel settore nord occidentale del Paese.
* Si è riunito il Consiglio di sicurezza dell’Armenia presieduto dal premier Pashinyan.
* I russi hanno smentito la versione azera di essere stati preavvertiti dell’attacco e riferiscono di averne avuto notizia solo poco prima dell’inizio delle operazioni militari.
* Il sindaco di Martuni riferisce “questa è una guerra, abbiamo feriti!”.
* Convocato urgentemente il Consiglio di sicurezza dell’Artsakh dal presidente Shahramanyan.
* “Le azioni militari dell’Azerbaigian devono essere immediatamente fermate, creando l’opportunità di un dialogo sincero tra Baku e Karabakh”. Così il presidente del Consiglio europeo, Charlese Michel, che per la prima volta indirizza a un destinatario preciso il suo messaggio.

(19) DICHIARAZIONE DEL MINISTERO DEGLI ESTERI DELL’ARMENIA – “Il 19 settembre l’Azerbaigian ha scatenato un’altra aggressione su larga scala contro la popolazione del Nagorno-Karabakh, volta a completare la sua politica di pulizia etnica.Guidato da un senso di impunità, l’Azerbaigian si è assunto apertamente la responsabilità dell’aggressione. Il Ministero della Difesa dell’Azerbaigian ha dichiarato che nell’area di responsabilità del contingente russo di mantenimento della pace nel Nagorno-Karabakh vengono lanciate “misure antiterrorismo”, riguardo alle quali, secondo la dichiarazione ufficiale della parte azera, il comando delle forze armate russe Il contingente di mantenimento della pace e il centro di monitoraggio russo-turco sono stati informati.
Condanniamo fermamente l’aggressione dell’Azerbaigian contro il Nagorno-Karabakh e le atrocità di massa che rappresentano la continuazione dell’uso su larga scala della forza scatenato dall’Azerbaigian contro il Nagorno-Karabakh esattamente tre anni fa, nel settembre 2020. Con il pretesto di “distruggere i militari oggetti”, l’Azerbaigian sta bombardando gli insediamenti civili, la città di Stepanakert e altre città e villaggi.
La parte armena ha ripetutamente avvertito che le continue azioni aggressive dell’Azerbaigian contro il Nagorno-Karabakh, la non nascosta retorica guerrafondaia, la propaganda assolutamente falsa e riprovevole di chiamare la popolazione del Nagorno-Karabakh “terrorista” perseguono un obiettivo: sottomettere la popolazione del Nagorno -Karabakh alla pulizia etnica attraverso l’uso della forza e privare la popolazione del Nagorno-Karabakh del diritto di vivere liberamente e con dignità nella propria patria. Il blocco illegale del corridoio Lachin, l’unica strada che collega il Nagorno-Karabakh con l’Armenia, dal dicembre 2022, e il blocco totale del Nagorno-Karabakh perseguono lo stesso obiettivo.
Tra l’altro, l’attacco è stato preceduto dalla diffusione di false informazioni, anche da parte del Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian, sulle attività minerarie e di sabotaggio, che indicano la pianificazione dell’attacco e la preparazione del campo informativo. Ribadiamo ancora una volta che le forze armate e l’equipaggiamento militare della Repubblica d’Armenia non sono dispiegati nel Nagorno-Karabakh, tutte le notizie sulle operazioni minerarie e di sabotaggio sono false e inventate.
Chiediamo ai partner internazionali, ai membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che ha la responsabilità primaria del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, al contingente russo di mantenimento della pace dispiegato nel Nagorno-Karabakh sulla base della Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 firmata dai leader di Armenia, Azerbaigian e la Russia, ad intraprendere passi chiari e inequivocabili per porre fine all’aggressione dell’Azerbaigian.”

(19) DICHIARAZIONE BORRELL – Josep Borrell, Alto Rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza ha rilasciato la seguente dichiarazione sull’escalation militare nell’Artsakh: “L’Unione Europea condanna l’escalation militare lungo la linea di contatto e in altre località del Karabakh. L’UE deplora la perdita di vite umane causata da questa escalation. Chiediamo la cessazione immediata delle ostilità e che l’Azerbaigian interrompa le attuali attività militari. “C’è un urgente bisogno di riprendere il dialogo tra gli armeni del Karabakh e Bak. Questa escalation militare non deve essere usata come pretesto per forzare l’esodo della popolazione locale. “La violenza deve finire per creare un ambiente favorevole ai colloqui di pace e di normalizzazione. È necessario un impegno genuino da parte di tutte le parti per lavorare verso risultati negoziati. L’UE resta pienamente impegnata a facilitare il dialogo”.

(19) VITTIME TRA LA POPOLAZIONE – Primi morti tra la popolazione civile: l’ombudsman dell’Artsakh comunica due vittime (un bambino) e diversi feriti. 6-7 dei quali sarebbero bambini. Colpite dai missili aree residenziali di Stepanakert.

(19) ATTACCO AZERO – Le prime violazioni azere con colpi di mortaio si sono trasformate in un vero e proprio attacco alla repubblica di Artsakh con impiego di razzi, mortai e droni da bombardamento. Sirene antiaeree suonano a Stepanakert colpita in più punti. Così anche Askeran e Shosh (sotto a Shushi). L’Azerbaigian parla di “operazione antiterrorismo”.

(19) VIOLAZIONI AZERE – Intorno alle 11:10 ora locale, le forze armate azere hanno violato il cessate il fuoco nella regione di Askeran utilizzando un mortaio. Non ci sono state vittime da parte armena a causa della violazione del cessate il fuoco.

(19) TRASFERIMENTO PAZIENTI – 7 pazienti del “Centro Medico Repubblicano”, insieme ai loro accompagnatori, sono stati trasferiti in centri medici specializzati della Repubblica di Armenia con la mediazione e l’accompagnamento dei medici del Comitato Internazionale della Croce Rossa. In giornata è previsto il rientro di sei pazienti precedentemente in cura in Armenia.

(18) RICHIESTE AZERE – Il Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian ha rilasciato una nota nella quale tra l’altro si legge: “Chiediamo all’Armenia di smettere di aumentare il proprio potenziale militare, di astenersi da piani revanscisti, di non violare e non mettere in discussione l’integrità territoriale e la sovranità dell’Azerbaigian, di smettere di sponsorizzare il separatismo e il terrorismo nella regione del Karabakh dell’Azerbaigian. Chiediamo inoltre il ritiro immediato dell’esercito armeno, lo scioglimento delle strutture militari e delle cosiddette strutture “governative” del regime fantoccio subordinato all’Armenia, il disarmo di tutte le forze armate armene illegalmente di stanza nel territorio dell’Azerbaigian”, ha dichiarato ufficiale di Baku, aggiungendo che “in tal caso, in regime illegale, si può applicare l’amnistia ai cosiddetti ‘rappresentanti’”.

(18) NUOVO MINISTRO DI STATO – Il presidente della repubblica Samvel Shahramanyan ha nominato oggi Artur Harutyunyan alla carica di Ministro di Stato. Il presidente ha convocato un lungo incontro di lavoro nel quale ha presentato il nuovo ministro di Stato Artur Harutyunyan ai membri del governo e ai funzionari del sistema giudiziario. Il capo del Paese ha sottolineato che nel prendere la decisione ha tenuto conto dell’elevata professionalità, conoscenza ed esperienza di Artur Harutyunyan nel sistema statale, nonché come del fatto che egli è il capo della fazione più numerosa del parlamento (“Libera patria”) e deve assumersi la sua parte di responsabilità nella risoluzione dei problemi che lo Stato deve affrontare.

(18) TRASFERIMENTI – Il quartier generale dell’informazione dell’Artsakh informa che oggi, con il supporto e l’accompagnamento delle truppe russe di mantenimento della pace, 28 persone sono state trasferite dall’Artsakh all’Armenia e 27 dall’Armenia all’Artsakh. “Sono tutte persone con bisogni umanitari urgenti, tra cui la salute, l’assistenza familiare, il ricongiungimento familiare. Centinaia di altre persone nell’Artsakh e in Armenia con urgenti necessità di trasporto stanno aspettando la loro occasione, per non parlare delle migliaia di persone che hanno bisogno di viaggiare in entrambe le direzioni per scopi meno urgenti” si legge in una nota dell’Info Center Artsakh.

(18) ARRIVATI AIUTI A STEPANAKERT – Contemporaneamente, su due direttrici, sono arrivati i primi aiuti per l’Artsakh. I camion inviati dalla Croce Rossa lungo la strada Akna-Askera e il corridoio Lachin sono già arrivati ​​a Stepanakert. Eteri Musayelan, responsabile delle pubbliche relazioni dell’ufficio del Comitato Internazionale della Croce Rossa di Stepanakert, ha dichiarato: “I carichi sono arrivati ​​attraverso il corridoio Lachin e la strada Akna-Askera allo stesso tempo. Uno dei camion ha portato medicine e pannolini per bambini, il camion che è arrivato attraverso il corridoio Lachin ha portato farina”. Si tratta, come si vede, di modesti quantitativi che certo non risolvono la crisi umanitaria in Artsakh. Dall’Armenia, via Lachin, sono arrivate oggi 23 tonnellate di farina mentre dall’altra strada sono giunte forniture mediche e igieniche di produzione russa e svizzera che dopo l’esame tecnico verranno assegnate ai dipartimenti competenti e utilizzate secondo necessità. Secondo quanto comunicato dal centro informazioni dell’Artsakh, tra pochi giorni sarà nuovamente pianificato il trasporto di merci dalla città russa di Rostov nelle stesse direzioni con veicoli del CICR.

(17) VIOLAZIONI AZERE, FERITO ARMENO – L’ennesima violazione azera del cessate-il-fuoco ha determinato il ferimento di un soldato armeno nella regione di Martakert. Fortunatamente la sua vita non è in pericolo.

(17) POSIZIONE IRAN – Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian in un’intervista al quotidiano in lingua araba “Al-Wefaq” pubblicato a Teheran ha dichiarato che “Teheran non permetterà di chiudere la frontiera o di bloccare la storica via che collega l’Iran con l’Armenia“. Nella stessa intervista, il capo della diplomazia iraniana ha affermato ancora una volta che Teheran non fornisce alla Russia droni d’attacco.

(17) RIUNIONE PRESIDENTE – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh, Samvel Shahramanyan, ha convocato una riunione di lavoro alla quale hanno partecipato i membri del Consiglio di Sicurezza. Lo ha riferito il Dipartimento principale delle informazioni dell’Ufficio del Presidente della Repubblica dell’Artsakh.”Il Ministro della Difesa-Comandante dell’Esercito della Difesa Kamo Vardanyan ha fornito un rapporto sulla situazione operativa lungo la linea di contatto.Sono stati discussi la situazione e le sfide alla sicurezza in prima linea e cosa fare per affrontarle. Il Presidente ha molto apprezzato il lavoro svolto dalle strutture di potere e ha dato istruzioni. Si è fatto riferimento anche alla difficile situazione umanitaria del paese e alle misure adottate per alleviarla“, si legge nel messaggio.

(17) ACCORDO PER AIUTI UMANITARI – L’Artsakh ha accettato il trasporto simultaneo di beni umanitari attraverso il corridoio Berdzor e la strada Akna-Stepanakert. “Tenendo conto dell’aggravarsi del disastro e della situazione della sicurezza nel paese, le autorità della Repubblica dell’Artsakh hanno deciso di accettare la proposta congiunta dell’ufficio Stepanakert del Comitato internazionale della Croce Rossa e del comando del gruppo militare russo che stanno effettuando un’operazione missione di mantenimento della pace per trasferire simultaneamente carichi umanitari a Karmir attraverso il corridoio Berdzor, l’autostrada Goris-Stepanakert e la strada Akna-Stepanakert con veicoli del Comitato Internazionale della Croce (carichi di origine straniera)” si legge nel comunicato dell’Info Center Artsakh.
Da prime indiscrezioni arriveranno in Artsakh attraverso la strada Akna-Stepanakert prodotti svizzeri, russi, spagnoli e indiani. La farina di produzione armena entrerà attraverso la strada Goris-Stepanakert. Il trasporto delle merci sarà effettuato esclusivamente dai mezzi dell’Ufficio della Croce Rossa Internazionale. Le auto della Mezzaluna Rossa non entreranno nella strada Akna-Stepanakert.

(16) PROPOSTE TURCHE – La Turchia ha proposto di tenere un incontro quadrilatero sulla questione Artsakh a livello dei leader di Turchia, Russia, Azerbaigian e Armenia. “Abbiamo avanzato la proposta di tenere un incontro tripartito, anche quadrilatero, con Putin, Aliyev e Pashinyan, con la mia partecipazione sulla situazione in Karabakh“, ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante un briefing all’Assemblea generale delle Nazioni Unite prima di partire. per gli Stati Uniti.Il presidente turco Recep Erdogan ha annunciato che Russia, Azerbaigian e Armenia non hanno ancora ricevuto risposta alla proposta. Al momento, 18 bambini sono ricoverati nel centro medico pediatrico “Arevik”, tre di loro sono nel reparto di terapia intensiva e neonatale. 72 pazienti stanno ricevendo cure ospedaliere presso il “Republican Medical Center” CJSC, 6 pazienti sono nel reparto di terapia intensiva, 4 di loro sono in condizioni critiche.

(16) TRASFERIMENTO PAZIENTI –  8 pazienti del “Centro Medico Repubblicano”, insieme ai loro accompagnatori, sono stati trasferiti in centri medici specializzati della Repubblica di Armenia con la mediazione e l’accompagnamento dei medici del Comitato Internazionale della Croce Rossa

(16) DENUNCE AZERE – L’Azerbaigian ha avviato un processo arbitrale contro l’Armenia per “distruzione su larga scala dell’ambiente”. Lo ha detto Chingiz Asgarov, vicepresidente della Corte Suprema dell’Azerbaigian, alla conferenza internazionale dei giudici su “L’accesso alla giustizia nel campo dell’ecologia”. 

(15) MINACCE AZERE – Dopo l’istituzione del posto di blocco, le procedure per l’arresto e il trasferimento di circa 400 persone ricercate (armeni dell’Artsakh) sono state accelerate secondo quanto riferisce il procuratore generale dell’Azerbaigian. Secondo il procuratore generale, “diversi armeni che hanno commesso crimini di guerra in Karabakh sono stati arrestati”. La popolazione armena della regione deve dunque aspettarsi il pugno pesante delle autorità azere nella disgraziata ipotesi dovesse finire sotto controllo dell’Azerbaigian.

(15) PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh, Samvel Shahramanyan, ha convocato una riunione di lavoro il cui ordine del giorno comprendeva la situazione creatasi nella repubblica a seguito del blocco totale dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian e i meccanismi per superarla. Sono state discusse anche altre questioni urgenti legate alla soluzione dei problemi alimentari della popolazione, al prezzo dei prodotti agricoli, alla distribuzione dei prodotti vitali e altro.

(15) SEPOLTURA NEGATA – I resti della ventunenne Helene Dedeyan, morta in uno spaventoso incidente stradale in Armenia a fine luglio costato la vita a undici persone, sono ancora nell’obitorio di Goris in quanto l’Azerbaigian impedisce il trasferimento della salma al villaggio natale della ragazza, Chartar (regione di Martakert). Lo zio di Helen, Mushegh Safaryan, ha dichiarato che tre giorni fa sono stati compiuti alcuni progressi nel trasferimento del corpo della ragazza all’Artsakh, la parte azera aveva permesso di organizzare il trasferimento del corpo di Helen all’Artsakh, ma alla fine lo ha impedito. “Con il nuovo comandante delle forze di pace e gli sforzi delle nuove autorità dell’Artsakh, abbiamo portato il corpo di Helen al posto di blocco con un’ambulanza, ma la parte azera ha detto che potevamo effettuare il trasferimento solo attraverso la Croce Rossa. Di conseguenza, le emissioni di documentari sono ricominciate. La parte azera chiede che nei documenti venga indicata come destinazione finale del trasferimento della Croce Rossa non la Repubblica dell’Artsakh, ma la Repubblica dell’Azerbaigian, e la parte armena si oppone a questa formulazione. Non ho alcuna speranza nemmeno dalla Croce Rossa, il trasporto attraverso di loro è impossibile“, ha detto lo zio della ragazza deceduta.
Questa sera è giunta la notizia che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha respinto la richiesta di trasferire i resti di Helen Dadayan in Artsakh

(15) IRAN E TURCHIA – L’editorialista e analista dei giornali turchi Anadolu Gazete e Istiklal, Ahmed Sandal, ha fatto riferimento agli ultimi sviluppi legati alla questione del “Corridoio Zangezur” da parte dell’Azerbaigian e della Turchia. Presentando la situazione attuale, l’analista turco scrive che per la Turchia è molto importante il “corridoio Zangezur”, che creerà un collegamento diretto con l’Azerbaigian, attraverso il quale la Turchia si collegherà con le repubbliche turche dell’Asia centrale. Secondo Ahmed Sandal è quest’ultima circostanza che spinge l’Iran a opporsi al “corridoio Zangezur”. “Il più grande rivale della Turchia nella regione è l’Iran. E lo stesso Iran che crea problemi alla Turchia in Iraq e Siria, farà lo stesso nel caso del “corridoio Zangezur”, – ha scritto l’analista turco, sottolineando che in questo caso, come ha sottolineato prima, l’Iran può impedire il “Corridoio Zangezur” per entrare in guerra.

(14) TRASFERIMENTI – Artak Beglaryan, ex ministro di Stato dell’Azerbaigian, su Telegram ha scritto riguardo al trasferimento di persone dall’Artsakh all’Armenia sottolineando come la macchina della propaganda azera abbia iniziato ancora una volta a speculare sul trasferimento di persone dall’Artsakh all’Armenia da parte delle forze di pace russe, presentando quest’ultimo gruppo come l’evacuazione dei militari armeni dall’Artsakh. Beglaryan ha precisato che:
Non un solo soldato armeno è nell’Artsakh da molto tempo, come hanno ripetutamente annunciato le autorità dell’Artsakh e dell’Armenia.Dal 15 giugno al 21 agosto, l’Azerbaigian ha vietato completamente la circolazione di persone, veicoli e merci attraverso il corridoio Lachin, ad eccezione del trasporto di un numero molto limitato di pazienti medici effettuato dalla Croce Rossa. Dal 21 al 28 agosto, diverse centinaia di studenti e cittadini russi e i loro familiari sono stati trasferiti dall’Artsakh all’Armenia dalle forze di pace russe. Tuttavia, dopo il rapimento terroristico di tre studenti dell’Artsakh dal posto di blocco illegale dell’Azerbaigian il 28 del mese, i trasferimenti si sono interrotti. Secondo le mie informazioni, gli studenti in fila, i cittadini russi e i cittadini della RA che un tempo lavoravano nell’edilizia, nell’estrazione mineraria e in altri settori dell’Artsakh e sono diventati disoccupati sono stati trasferiti in Armenia a seguito del ripristino dei trasporti negli ultimi giorni. Probabilmente è proprio quest’ultimo gruppo che gli azeri cercano di presentare come soldati.
È importante sottolineare che sia quello di agosto che gli ultimi trasferimenti sono stati effettuati unilateralmente, perché la parte azera non consente alle forze di pace di riportare molti cittadini dell’Artsakh in fila dall’Armenia all’Artsakh. Questo è uno dei vividi esempi della politica di pulizia etnica e di sfollamento forzato dell’Azerbaigian, quando i residenti dell’Artsakh possono effettivamente lasciare la loro terra natale, ma non possono tornarvi dalle loro famiglie
.”

(14) HARUTYUNYAN – L’ex presidente della Repubblica dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan, è stato inserito nella lista dei complici dell'”aggressione russa” della base ucraina “Peacemaker”. Come motivo è stato menzionato che Arayik Harutyunyan ha accolto con favore la decisione di autoproclamarsi delle repubbliche di Donetsk e Lugansk.

(14) TRASFERIMENTO MALATI – 9 pazienti del “Centro Medico Repubblicano” insieme ai loro accompagnatori sono stati trasferiti in centri medici specializzati della Repubblica di Armenia con la mediazione e l’accompagnamento dei medici del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Durante la giornata è previsto il ritorno nell’Artsakh di un paziente.

(13) APERTURA LACHIN – L’ingresso al corridoio di Lachin rimane ancora chiuso in quanto gli azeri impediscono il transito ai mezzi carichi di aiuti umanitari. I negoziati sino ad ora non hanno consentito di sbloccare la situazione. Intanto, la Francia chiederà all’OSCE di realizzare l’apertura del corridoio Lachine secondo quanto annunciato dall’ambasciatore francese presso l’organizzazione.

(13) AIUTI RUSSI – Il Ministero dello Sviluppo Sociale e della Migrazione della Repubblica dell’Artsakh ha pubblicato un messaggio in cui informa a quali famiglie verranno distribuiti gli aiuti umanitari russi che hanno raggiunto l’Artsakh. “Si prevede che nei prossimi giorni i generi alimentari essenziali trasportati in Artsakh attraverso la Croce Rossa russa saranno distribuiti alle famiglie con il seguente status: alle famiglie dei militari caduti con figli minorenni, alle famiglie con figli disabili, alle famiglie con 5 o più figli minorenni“,  si legge nel messaggio.

(13) PRIGIONIERO ARMENO – Vagif Khachatryan, 68 anni, rapito dall’Azerbaigian il 29 luglio, ha inviato una lettera alla sua famiglia il 30 agosto. Tsovinar Khachatryan, una delle sue figlie, ne ha parlato con la stampa:
“Ha scritto: vi penso, sono ancora vivo, state bene, salutate tutti. Adesso sappiamo che prende le medicine mattina e sera. Dicono che la sua salute è normale. La Croce Rossa viene una volta al mese, il momento per la seconda visita non è ancora arrivato”, ha detto Tsovinar Khachatryan.

(13) TRATTATIVE DI PACE – Sargis Khandanyan, presidente della Commissione per le relazioni estere della RA, ha detto oggi ai giornalisti che l’Azerbaigian non ha ancora risposto alle proposte della RA riguardo alla pace. Anche il ministro degli Esteri dell’Azerbaigian Jeyhun Bayramov ha annunciato che i negoziati per la firma del trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian si sono interrotti per il momento. Oggi nel corso di un botta e risposta con il governo nell’Assemblea nazionale, il ministro degli Esteri della RA Ararat Mirzoyan ha dichiarato che “la parte armena ha consegnato la quinta edizione dell’accordo sulla regolamentazione delle relazioni e l’instaurazione di relazioni pacifiche alla parte azera, toccava a noi farlo, e lo abbiamo fatto. E proprio ieri abbiamo ricevuto nuove proposte dalla parte azera“.

(13) IRAN ESCLUDE GUERRA – Il ministro della Difesa iraniano, generale di brigata Mohammad Reza Ashtiani, ha dichiarato che nella regione caucasica non inizierà una guerra e che la posizione della Repubblica islamica rispetto alla geopolitica regionale è chiara. Dopo gli ultimi incontri presso il quartier generale delle Forze armate iraniane, la Repubblica islamica ha annunciato la sua ferma posizione: il Paese non accetterà alcun cambiamento geopolitico regionale, ha sottolineato il ministro.

(13) FERITO ARMENO – Intorno alle 12:15, le forze armate azere hanno violato il cessate il fuoco in direzione di Nor Shen utilizzando armi leggere. Il Ministero della Difesa della Repubblica dell’Artsakh riferisce che a seguito della violazione del cessate il fuoco vi è un ferito da parte armena. La sua vita non è in pericolo. L’incidente è stato segnalato al comando delle truppe di mantenimento della pace della Federazione Russa.

(13) UNIONE EUROPEA – L’Unione Europea si sta impegnando per risolvere la situazione umanitaria degli armeni del Nagorno Karabakh e ritiene che il passaggio del carico umanitario russo attraverso la strada Aghdam-Askeran sia un passo importante che dovrebbe contribuire alla riapertura del corridoio Lachin secondo quanto riporta una dichiarazione del presidente Charles Michel.
In linea con gli elementi e le proposte delineati pubblicamente nella nostra dichiarazione del 1° settembre 2023, il presidente Michel ha continuato a impegnarsi attivamente nel portare avanti questi e altri approcci, concentrandosi principalmente sulla riduzione delle tensioni e sulla situazione umanitaria degli armeni del Karabakh. In particolare, negli ultimi giorni il presidente Michel ha avuto intensi contatti, sia con il primo ministro armeno Nikol Pashinyan che con il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev durante le conversazioni telefoniche del 9 settembre 2023, ma anche con il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan ai margini del vertice del G20 di Nuova Delhi del 10 settembre 2023.Questi sforzi, sostenuti dall’interazione quotidiana del suo ufficio e dell’RSUE Toivo Klaar con Baku, Yerevan e i rappresentanti degli armeni del Karabakh, sono stati mirati ad allentare le tensioni e a elaborare una soluzione per sbloccare l’accesso umanitario agli armeni del Karabakh. In questo contesto, notiamo il passaggio oggi di una consegna umanitaria russa attraverso la rotta Ağdam-Askeran. Comprendiamo tutte le sensibilità associate a questo sviluppo; ci aspettiamo che crei uno slancio per la ripresa delle regolari consegne umanitarie alla popolazione locale.
La situazione sul campo si sta deteriorando rapidamente. È fondamentale garantire la fornitura di prodotti essenziali agli armeni del Karabakh. L’apertura oggi della rotta Agdam-Askeran è un passo importante che dovrebbe facilitare la riapertura anche del corridoio Lachin. Chiediamo a tutte le parti interessate di mostrare responsabilità e flessibilità nel garantire che vengano utilizzate sia la rotta Lachin che quella Agdam-Askeran. Questa difficile situazione sul campo dura da troppo tempo; è ora importante trovare soluzioni sostenibili e reciprocamente accettabili per garantire l’accesso umanitario, anche prima della stagione autunnale e invernale.
Ribadiamo la nostra forte convinzione che il corridoio Lachin debba essere sbloccato, in linea con gli accordi passati e con l’Ordinanza della Corte Internazionale di Giustizia, e sottolineiamo la nostra convinzione nell’utilità anche di altre vie di rifornimento, a beneficio della popolazione locale. L’UE si aspetta che gli sviluppi odierni siano seguiti da passi più concreti nei prossimi giorni e settimane, anche per quanto riguarda il dialogo tra gli armeni di Baku e del Karabakh sui loro diritti e la loro sicurezza, gli sforzi di riconciliazione e il processo di pace globale tra Armenia e Azerbaigian
“.

(13) MANCATA RISPOSTA AZERA – La parte azera non ha ancora risposto alle nuove proposte della parte armena riguardo al trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian. Lo ha detto Sargis Khandanyan, presidente della commissione per le relazioni estere dell’Assemblea nazionale armena, in una conversazione con i giornalisti. Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan aveva annunciato durante la sessione governativa del 25 agosto che la parte armena aveva trasmesso alla parte azera le nuove proposte riguardo al trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian. 

(13) DICHIARAZIONI INTERNAZIONALI – Matthew Miller, portavoce del Dipartimento di Stato americano, ha sottolineato che il Segretario di Stato americano è personalmente coinvolto nella soluzione della situazione tra Armenia e Azerbaigian e nell’ultima settimana ha avuto molte conversazioni su questo argomento.”Nelle ultime 24 ore, una spedizione di aiuti umanitari è entrata nel Nagorno-Karabakh attraverso la rotta di Aghdam, e quindi ribadiremo il nostro appello sulla questione specifica dell’importanza dell’apertura dei due corridoi verso il Paese (ndr. sull’importanza di raggiungere un accordo come obiettivo a lungo termine”, ha detto Miller.
Maria Zakharova, rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo, in un’intervista a “RIA-Novosti” ha detto che la ragione della dura reazione di Mosca ad alcune espressioni di Yerevan è che erano basate su inesattezze, non avevano nulla a che fare con la realtà.”Questo è il motivo della nostra reazione. Per questo motivo l’ambasciatore è stato chiamato al Ministero degli Esteri“, ha detto sottolineando che “la Russia non è nemica dell’Armenia e non lo sarà mai“.

(12) P.A.C.E. – La Commissione PACE ha deciso di chiedere all’Ufficio di presidenza di organizzare una discussione sulla crisi umanitaria nell’Artsakh con una procedura d’urgenza. La commissione ha proposto di organizzare un dibattito sulla crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh con una procedura urgente  nella sessione di ottobre e di organizzare urgenti udienze congiunte sulla crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh da parte degli Stati membri del Consiglio d’Europa sull’attuazione degli obblighi (monitoraggio) e dei Comitati sulla migrazione, sui rifugiati e sugli sfollati.

(12) C.E.D.U. – Siranush Sahakyan, presidente del Centro per il diritto internazionale e comparato, ha inviato una richiesta alla Corte europea in merito al trasferimento dei resti della nativa dell’Artsakh Helen Dadayan, morta in un tragico incidente stradale sull’autostrada Yerevan-Gyumri, vicino al villaggio di Lanjik, ad Artsakh il 14 agosto. “Entro 7 giorni lavorativi la Corte europea pubblicherà la decisione. Ora stiamo aspettando”, ha detto Sahakyan. A quasi un mese di distanza dal decesso l’Azerbaigian si oppone alla richiesta di portare i resti della ragazza per la sepoltura nel villaggio natale di Chartar. Il corpo è ancora all’obitorio di Stepanakert.

(12) DICHIARAZIONE PUTIN – Il presidente russo Vladimir Putin durante il suo discorso alla sessione plenaria del Forum economico orientale ha toccato anche il tema dell situazione del Nagorno Karabakh dichiarando che nel caso in cui le attuali autorità della Repubblica Armena riconoscano il Nagorno Karabakh come parte dell’Azerbaigian, sorgono questioni relative agli aspetti umanitari e al mandato di dispiegamento delle forze di pace russe. “Sì, il mandato è ancora valido, e le questioni di carattere umanitario, di non consentire la pulizia etnica, ovviamente, non sono scomparse da nessuna parte, e su tutto questo sono completamente d’accordo. Spero che la leadership dell’Azerbaigian, come ci ha sempre detto e ci dice ancora, non sia interessata ad alcuna pulizia etnica, al contrario, è interessata che il processo si svolga senza intoppi“, ha detto Putin

(12) DICHIARAZIONE ZAKHAROVA – Maria Zakharova, rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri russo, commentando la fornitura di aiuti umanitari russi agli armeni dell’Artsakh ha dichiarato che la Russia sta adottando misure coerenti per risolvere la difficile situazione umanitaria nel Nagorno-Karabakh.
Su iniziativa del Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, Sergey Lavrov, il 25 luglio, durante un incontro tripartito con i capi dei ministeri degli Esteri dell’Azerbaigian e dell’Armenia a Mosca, è stato avviato un piano parallelo di sblocco di Lachin e Aghdam (Akna ) ed è stato sviluppato in collaborazione con tutte le parti interessate. Considerata la significativa differenza di posizioni e l’alto livello di sfiducia reciproca, questo lavoro non è stato facile. Come primo passo, il 12 settembre, una partita di aiuti umanitari è stata consegnata alla regione attraverso l’organizzazione non governativa tutta russa “Croce Rossa russa”. Circa 15 tonnellate di cibo, articoli per l’igiene personale e biancheria da letto sono state donate ai residenti del Nagorno Karabakh che necessitano di aiuto.Ci aspettiamo che, tenendo conto dell’intesa raggiunta in precedenza, nel prossimo futuro, parallelamente alla rotta Aghdam (Akna), venga sbloccato anche il corridoio di Lachin, dopodiché gli aiuti umanitari arriveranno regolarmente nella regione in entrambe le direzioni. Ci auguriamo che in questo modo la situazione umanitaria nel Nagorno-Karabakh si stabilizzi e venga ripristinata la vita normale della popolazione locale. Ciò, a sua volta, creerà le condizioni per avviare un dialogo tra Baku e Stepanakert e per riprendere il lavoro ritmico di attuazione dell’intero complesso di accordi tripartiti sulla regolamentazione delle relazioni armeno-azerbaigian al più alto livello nel 2020-2022“, ha osservato Zakharova.

(12) STRADA AKNA CHIUSA AGLI AZERI – La strada Akna-Askeran continua ad essere chiusa dalla popolazione dell’Artsakh per impedire l’ingresso del carico “umanitario” inviato dall’Azerbaigian alla popolazione dell’Artsakh dai camion della Mezzaluna Rossa. I partecipanti all’azione hanno assicurato che la resistenza continua. Stanno lottando affinché nessun aiuto umanitario inviato dall’Azerbaigian entri nell’Artsakh.”Al momento stiamo facendo la fila al panificio a turno per comprare il pane secco della giornata. E verremo di nuovo qui la sera. Sopportiamo condizioni meteorologiche avverse. l’importante è che nessuno degli aiuti o dei beni inviati dal nostro nemico entri nell’Artsakh, altrimenti si scoprirà che abbiamo tradito i nostri fratelli martiri“, ha detto uno dei partecipanti all’azione.

(12) TRASFERIMENTO PAZIENTI – 13 pazienti medici del “Centro Medico Repubblicano”, insieme ai loro accompagnatori, sono stati trasferiti in centri medici specializzati della Repubblica di Armenia con la mediazione e l’accompagnamento di il Comitato Internazionale della Croce Rossa per ricevere assistenza medica specialistica urgente. Durante la giornata è previsto il ritorno all’Artsakh con veicoli del CICR di 5 pazienti medici che sono stati inviati in Armenia per cure nell’ambito dell’ordine statale. Attualmente, 26 bambini sono ricoverati nell’unità medica “Arevik”, 7 di loro si trovano nel reparto neonatale e di rianimazione. 91 pazienti stanno ricevendo cure ospedaliere presso il “Republican Medical Center” CJSC, 5 pazienti sono nel reparto di terapia intensiva, 3 di loro sono in condizioni critiche.

(12) CAMION RUSSO A STEPANAKERT – Un camion della Croce Rossa russa, carico di beni umanitari di fabbricazione russa, è entrato nella Repubblica dell’Artsakh attraverso la città di Askeran. Il veicolo trasporta mille scatoloni di prodotti alimentari (circa 11 kg a pezzo), 270 set di biancheria e coperte (richieste dall’ospedale), 200 kit igienici (sapone, dentifricio), 192 set per l’infanzia.

(11) ESERCITAZIONE USA-ARMENIA – Nell’ambito dei preparativi per la partecipazione alle missioni internazionali di mantenimento della pace, l’11 settembre è stato annunciato l’inizio dell’esercitazione militare armeno-americana “Partner Eagle-2023” presso il centro di addestramento “Zar” della brigata di mantenimento della pace del Ministero della Difesa dell’Armenia. Alla cerimonia di apertura dell’esercitazione militare congiunta era presente il capo di stato maggiore delle forze armate della RA, il primo viceministro della difesa, il tenente generale Edward Asryan.

(10) AIUTI RUSSI – L’ex consigliere presidenziale Beglaryan ha dichiarato che nessun automezzo russo con aiuti umanitari è entrato in Artsakh a causa di ulteriori ostacoli e condizioni da parte dell’Azerbaigian che non erano stati precedentemente concordati.

(10) USA E CORRIDOI – Gli Stati Uniti hanno chiesto di aprire contemporaneamente il corridoio Lachin e la strada che attraversa Aghdam, in modo che sia possibile trasportare merci verso l’Artsakh. Gli Stati Uniti sono preoccupati per il rapido deterioramento della situazione umanitaria nel Nagorno-Karabakh. “Notiamo che i carichi umanitari sono vicino a Lachin e Aghdam e ribadiamo il nostro appello ad aprire immediatamente entrambi i corridoi in modo che i carichi umanitari tanto necessari raggiungano gli uomini, le donne e i bambini del Nagorno-Karabakh”, si legge nella nota.Il Dipartimento di Stato ha inoltre invitato i leader dei due Paesi a non intraprendere alcuna azione che aumenti la tensione. Gli Stati Uniti ritengono inammissibile l’uso della forza per risolvere le controversie.

(10) GIURAMENTO PRESIDENTE – Oggi, è stata convocata una sessione speciale presso l’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh, dedicata alla cerimonia di insediamento del neoeletto Presidente della Repubblica dell’Artsakh, Samvel Shahramanyan. Il neoeletto presidente ha prestato giuramento con la mano sulla Costituzione e sul Vangelo del XVII secolo. È stato suonato l’inno nazionale della Repubblica dell’Artsakh.
Il precedente presidente, Arayik Harutyunyan, si è congratulato con il neoeletto Presidente della Repubblica dell’Artsakh, Samvel Shahramanyan, esprimendo a quest’ultimo il suo sostegno incondizionato. Arayik Harutyunyan si è congratulato con il neoeletto Presidente della Repubblica dell’Artsakh, Samvel Shahramanyan, esprimendo a quest’ultimo il suo sostegno incondizionato.
Messaggi di congratulazioni sono pervenuti anche da ec presidenti dell’ARtsakh e dal Catholicos KarekinII

(9) AIUTI DALLA RUSSIA – Le autorità della Repubblica dell’Artsakh hanno deciso di consentire l’ingresso di merci russe attraverso la città di Askeran. Il Governo della Federazione Russa ha preso un’iniziativa per fornire aiuti umanitari alla Repubblica dell’Artsakh, tenendo conto della crisi umanitaria creatasi. “Gli aiuti, che contengono prodotti vitali della produzione russa, sono stati inviati ad Artsakh l’altro giorno dalla Croce Rossa russa, con i veicoli di tale organizzazione. Le autorità della Repubblica dell’Artsakh, sulla base della necessità di mitigare i gravi problemi umanitari causati dal blocco totale attuato dall’Azerbaigian, hanno deciso di consentire l’ingresso delle merci russe nella nostra repubblica attraverso la città di Askeran.Allo stesso tempo è stato raggiunto un accordo secondo il quale il trasporto di merci umanitarie sarà ripristinato attraverso il corridoio Lachin da parte delle forze di pace russe e del Comitato internazionale della Croce Rossa”, si legge nel messaggio del Centro informazione.

(9) COLLOQUI PASHINYAN – Il premier armeno ha avuto oggi colloqui telefonici con il presidente francese Macron, il presidente iraniano Raisi, il cancelliere tedesco Sholz e il Segretario di Stato statunitense Blinken, il Primo ministro georgiano Gharibashvili. Le conversazioni hanno avuto per oggetto la situazione nella regione con le minacce azere e la crisi umanitaria in Artsakh.

(9) DICHIARAZIONE UE – L’Unione Europea ha rilasciato una dichiarazione in merito all’elezione del Presidente della Repubblica dell’Artsakh. Lo scrive Nabira Masrali, portavoce per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Ue.”Per quanto riguarda le cosiddette “elezioni presidenziali” del 9 settembre 2023 a Stepanakert, l’Unione europea riafferma di non riconoscere il quadro costituzionale e giuridico per lo svolgimento delle elezioni.Allo stesso tempo, l’UE ritiene importante che gli armeni del Karabakh si uniscano attorno a una leadership di fatto che abbia la capacità e la volontà di impegnarsi in discussioni efficaci con Baku. L’UE è impegnata a sostenere questo processo”.

(9) REAZIONE TURCA – La Turchia ha considerato l’elezione del presidente dell’Artsakh come un passo volto a minare i “negoziati pacifici”. Nel testo della dichiarazione la Repubblica dell’Artsakh viene presentata come “parte dell’Azerbaigian”. Ankara ha inoltre invitato l’ONU e le organizzazioni internazionali a non riconoscere le elezioni del presidente della Repubblica dell’Artsakh.

(9) NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA – Samvel Shahramanyan è stato eletto presidente della Repubblica d’Artsakh. Alle ore 11 (locali), è iniziata la sessione straordinaria dell’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh. Alla votazione segreta e riservata hanno partecipato 23 deputati, 22 dei quali hanno votato a favore e 1 contro. A seguito della votazione, l’Assemblea nazionale armena ha deciso di eleggere Samvel Sergeyi Shahramanian presidente dell’Assemblea nazionale armena.

(8) ALTRI TRASFERIMENTI DI PAZIENTI – Un convoglio della Croce Rossa ha trasferito oggi in Armenia dieci pazienti che necessitano di cure specialistiche. Tre sono previsti in rientro in giornata dall’Armenia.

(8) NUOVO PRESIDENTE DOMENICA – L’elezione del presidente dell’Artsakh avrà luogo il 9 settembre. Gagik Baghunts, presidente ad interim dell’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh, ha rilasciato una dichiarazione sulla convocazione di una sessione speciale dell’Assemblea nazionale per l’elezione del presidente. “Guidati dalla prima parte dell’articolo 168.1 della Costituzione e dalle parti 2a e 3a dell’articolo 149.1 della Legge sul “Regolamento dell’Assemblea Nazionale”, i partiti “Patria Libera – KMD”, “Giustizia”, “Federazione Rivoluzionaria Armena” e “Partito Democratico dell’Artsakh” hanno nominato Samvel Sergey Shahramanian come candidato alla presidenza della Repubblica, mentre la fazione “Patria Unita” ha nominato Samvel Andraniki Babayan.
La richiesta della fazione “Patria Unita” di nominare Samvel Andranik Babayan come candidato alla presidenza della Repubblica e i documenti allegati sono stati restituiti a causa della mancata presentazione del certificato di cittadinanza della Repubblica dell’Artsakh negli ultimi dieci anni e residenza stabile nella Repubblica dell’Artsakh negli ultimi dieci anni. Secondo le parti 3 e 4 dell’articolo 149.1 della legge “Regolamento dell’Assemblea nazionale”, il 9 settembre 2023, alle ore 11:00, sarà convocata con forza di legge una sessione straordinaria dell’Assemblea nazionale sulla questione della l’elezione del Presidente della Repubblica
“.
Nel marzo 2023, l’Assemblea nazionale dell’Artsakh ha adottato un progetto di emendamento alla Costituzione, secondo il quale al parlamento veniva concesso il diritto di eleggere il presidente del paese in caso di legge marziale.

(7) LIBERATI I TRE RAGAZZI RAPITI – Il regime azero di Aliyev ha rilasciato i tre studenti armeni dell’Artsakh che erano stati rapiti dieci giorni fa al checkpoint illegale all’ingresso del corridoio di Lachin. Sono stati consegnati all’Armenia dopo dieci giorni di detenzione e non potranno più fare rientro a casa e riabbracciare le proprie famiglie. Erano stati accusati di “disprezzo per la bandiera dell’Azerbaigian” perché, a quanto pare, nel 2021 avevano calpestato una bandiera azera mentre con tutta la loro squadra del Martuni Avo uscivano dallo spogliatoio dello stadio. Inizialmente il procuratore generale azero aveva concesso loro il perdono ma in ogni caso si sono fatti dieci giorni di carcere.

(7) VIOLAZIONI AZERE – Registrate oggi nella regione di Shushi due violazioni del cessate-il-fuoco. Ancora spari contro una mietitrebbia nella zona di Sarashen per impedire il lavoro agricolo nei campi.

(7) MONITORAGGIO EUROPEO – La missione di monitoraggio dell’UE ha aumentato le sue attività di pattugliamento nelle zone di confine delle regioni di Gegharkunik e Syunik per registrare eventuali sviluppi militari.

(7) OCAMPO: GENOCIDIO – Ci sono ragionevoli motivi per ritenere che nel 2023 sarà commesso un genocidio contro gli armeni che vivono nel Nagorno-Karabakh. Lo ha annunciato l’ex procuratore della Corte penale internazionale, Luis Moreno Ocampo, nel corso di un’udienza convocata al Congresso degli Stati Uniti, riferisce 1lurer.”Questo è un genocidio in corso, in corso. Molte persone non devono morire. Esistono diversi formati su come può essere il genocidio. In un caso, il bilancio delle vittime potrebbe essere pari a zero. In altre parole, è possibile creare le condizioni che portano alla distruzione delle persone. Il blocco del corridoio Lachin crea esattamente tali condizioni per la distruzione“, ha affermato, sottolineando che il genocidio di 120.000 persone che vivono nel Nagorno-Karabakh dovrebbe essere evitato.”Gli armeni nel Nagorno-Karabakh hanno bisogno che voi facciate sì che il ‘mai più’ diventi una realtà’“, ha detto, rivolgendosi al pubblico, ricordando loro il genocidio del 1915.

(7) TRASFERIMENTO MALATI – 10 pazienti medici del “Centro Medico Repubblicano” del Ministero della Salute della Repubblica di Artsakh, insieme ai loro accompagnatori, sono stati trasferiti nei centri medici specializzati della Repubblica di Armenia con la mediazione e l’accompagnamento del Comitato Internazionale della Croce Rossa per ricevere cure mediche specialistiche urgenti. Al momento, 28 bambini sono ricoverati nel centro medico “Arevik”, 5 di loro sono nel reparto di terapia intensiva e neonatale. 91 pazienti sono ricoverati presso il “Republican Medical Center” CJSC, 4 pazienti sono nel reparto di terapia intensiva, 2 dei quali sono in condizioni critiche.

(6) RIUNIONE DI GOVERNO – Il presidente ad interim della Repubblica dell’Artsakh, Davit Ishkhanyan, ha convocato una riunione di lavoro, il cui ordine del giorno era la situazione nella Repubblica dell’Artsakh. All’incontro hanno partecipato il presidente ad interim dell’Assemblea nazionale Gagik Baghunts, il ministro di Stato Samvel Shahramanyan, il capo dell’ufficio del presidente Karen Shahramanyan, i capi del potere strutture e fazioni parlamentari, il sindaco di Stepanakert.Il ministro della Difesa, comandante dell’Esercito di Difesa Kamo Vardanyan, ha riferito sulla situazione sulla linea di contatto con l’Azerbaigian e sulle misure adottate per garantire la sicurezza e la difesa della Repubblica dell’Artsakh. Il ministro di Stato Samvel Shahramanian ha presentato ai partecipanti alla consultazione le misure adottate per superare il disastro umanitario e ha parlato dei passi necessari per affrontare le nuove sfide.

(6) MACRON NEL CAUCASO – Secondo fonti non ufficiali, il presidente francese Emmanuel Macron visiterà Yerevan e Baku il 9 e 10 settembre probabilmente con nuove proposte per risolvere la crisi regionale. In precedenza Macron aveva visitato l’Armenia nel 2018 per il festival della francofonia.

(6) ESERCITAZIONE ARMENIA-USA – l Ministero della Difesa della Repubblica di Armenia informa che, nel quadro della preparazione per la partecipazione alle missioni internazionali di mantenimento della pace, l’esercitazione congiunta armeno-americana “Eagle Partner-2023” si terrà dall’11 al 20 settembre in Armenia presso il Centro di addestramento “Zar” di la Brigata di mantenimento della pace del Ministero della Difesa e il Centro di addestramento N del Ministero della Difesa. ‘esercizio prevede operazioni di stabilizzazione tra le parti in conflitto durante le missioni di mantenimento della pace. Lo scopo dell’esercitazione è quello di aumentare il livello di interoperabilità delle unità che partecipano a missioni internazionali di mantenimento della pace nel quadro delle operazioni di mantenimento della pace, di scambiare le migliori pratiche nella gestione e nella comunicazione tattica, nonché di aumentare la prontezza dell’unità armena per il previsto valutazione del “Concetto di Capacità Operativa” NATO/GSC. 85 militari americani e 175 armeni parteciperanno alle esercitazioni. 
Il portavoce del Cremlino, Peskov, ha definito “inquietanti” le notizie sull’esercitazione congiunta armeno-statunitense.

(6) PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA – Le tre fazioni di opposizione del Parlamento della Repubblica dell’Artsakh – “ARF”, “Ardarutyun” e “Partito democratico dell’Artsakh” – hanno indicato Samvel Shahramanyan, attuale Ministro di Stato dell’Artsakh, per la carica di Presidente della Repubblica dell’Artsakh. Secondo la Costituzione della Repubblica d’Armenia, il presidente è eletto con 2/3 voti dei deputati in Parlamento. Se il presidente non viene eletto al primo turno, i due candidati con più voti andranno al secondo turno. in questo caso l’elezione avviene già a maggioranza semplice dei voti. Arayik Harutyunyan aveva presentato le sue dimissioni dalla carica di Presidente della Repubblica d’Armenia il 1° settembre. Anche Gurgen Nersisyan, Ministro di Stato dell’Armenia, era stato sollevato dal suo incarico, e Samvel Shahramanyan era stato nominato a quella posizione, sollevato dalla carica di Segretario del Consiglio di Sicurezza.

(6) ECONOMIA – Finore, durante il blocco (ancora in corso), l’economia dell’Artsakh ha subito danni per circa 509 milioni di dollari.

(5) DICHIARAZIONI RUSSE – “La Russia continua a svolgere un ruolo coerente e molto importante nella stabilizzazione e nella deconflittualità della situazione in questa regione. Continueremo a svolgere questo ruolo”, ha affermato il ​​portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov. Secondo lui in questo caso “è molto importante che tutti i paesi interessati di questa regione aderiscano agli accordi tripartiti firmati due anni fa. “Rispettare questi accordi è la chiave del successo“, ha aggiunto Peskov. Peskov, inoltre, ha dichiarato, in risposta alle affermazioni del premier Pashinyan, che la Russia non lascerà il Caucaso.
In un briefing Maria Zakharova, rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo, rispondendo alla domanda su cosa sta facendo la parte russa per allentare la tensione nel Nagorno Karabakh e porre fine alla crisi umanitaria ha dichiarato che la parte russa è in costante contatto con tutti i partner interessati attraverso il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero della Difesa e altri dipartimenti competenti e sta adottando misure per risolvere la crisi umanitaria.
Agiamo in conformità con gli accordi tripartiti globali firmati tra i leader della Federazione Russa, dell’Azerbaigian e dell’Armenia nel 2020-2022. Siamo a favore dell’accesso senza ostacoli agli aiuti umanitari attraverso le rotte di Lachin e Aghdam, e allo stesso tempo chiediamo di evitare un’inutile politicizzazione di questo problema”, ha affermato Zakharova aggiungendo che l’Unione Europea “come prima, anche in questo caso prende spudoratamente in prestito le iniziative della parte russa, mentre, in generale, i risultati delle azioni dell’Unione Europea non portano alla soluzione della situazione“. Zakharova ha anche definito “inaccettabili” i “tentativi di Yerevan di incolpare la Russia”.
La portavoce ha altresì dichiarato che la Russia esprime le sue condoglianze per la morte dei militari armeni a seguito di un’altra aggressione azera contro le posizioni armene a Sotk e sostiene lo spiegamento della missione CSTO nella zona di confine armeno-azerbaigiano: “Esprimiamo le nostre condoglianze per la morte dei militari armeni nel villaggio di Sotk e invitiamo le parti ad astenersi da azioni che portino all’escalation, alla tensione e, soprattutto, alle vittime umane. Questo tragico incidente ha confermato ancora una volta la scarsa efficienza della missione dell’Unione Europea in Armenia“.

(5) NUOVA BIBLIOTECA A STEPANAKERT – Nonostante la grave crisi in atto in Artsakh la cultura rimane sempre importante. Oggi a Stepanakert presso l’Università Accreditata Statale Grigor Narekatsi è stata aperta una biblioteca intitolata al professor Vardan Hakobyan. Il rettore dell’università Sevak Hakobyan ha sottolineato che la biblioteca è stata aperta a spese del fondo e dei fondi personali dei libri di Vardan Hakobyan. l patrimonio librario della Biblioteca ammonta a più di diecimila libri.

(5) MISSIONE EUROPEA – La missione dell’UE ha riferito a Bruxelles sulla tensione al confine armeno-azerbaigiano. In una dichiarazione la missione riferisce che “abbiamo annunciato che il 1 settembre, a partire dalle 07:50, le forze armate azere hanno aperto un intenso fuoco in direzione delle posizioni armene situate nelle comunità Sotk e Norabak di Gegharkunik Marz. L’Azerbaigian ha utilizzato anche mortai e droni. La parte armena conta 3 vittime e 2 feriti. Le nostre pattuglie monitorano le aree di confine e le zone di conflitto per riferire sulle operazioni militari e sulla sicurezza“. missione.

(5) TRASFERIMENTO MALATI – 9 pazienti del “Centro Medico Repubblicano” del Ministero della Salute della Repubblica di Artsakh, insieme ai loro accompagnatori, sono stati trasferiti nei centri medici specializzati della Repubblica di Armenia con la mediazione e l’accompagnamento del Comitato Internazionale della Croce Rossa per ricevere cure mediche specialistiche urgenti. Durante la giornata è previsto il ritorno all’Artsakh con i veicoli del CICR di 2 pazienti, che erano stati indirizzati in Armenia per cure. Al momento, 24 bambini sono ricoverati nel centro medico pediatrico “Arevik”, 7 di loro sono nel reparto neonatale e di rianimazione. 90 pazienti sono ricoverati presso il “Republican Medical Center”, 3 pazienti sono nel reparto di terapia intensiva, 1 di loro è in condizioni estremamente gravi.

(4) ANCORA COLPI VERSO I CAMPI – Nella mattinata dalle postazioni azere sono nuovamente partiti colpi all’indirizzo della mietitrebbia che opera nei campi intorno a Sarushen. E ancora una volta gli agricoltori hanno dovuto sospendere il lavoro nei campi.

(4) FERME ALCUNE SCUOLE – In diverse scuole di Stepanakert oggi e domani non si svolgeranno le lezioni perchè gli edifici saranno destinati a centro di smistamento dei buoni per acquistare il pane (in vigore da domani).

(3) VIOLAZIONI AZERE – Secondo quanto comunicato dal ministero della Difesa di Stepanakert, oggi, intorno alle 14:20 (ora locale), le forze armate azere hanno violato il regime di cessate il fuoco in direzione di Chankatagh nella regione di Martakert nell’Artsakh, utilizzando armi leggere e lanciagranate AGS-17. L’esercito azerbaigiano ha sparato contro un camion cisterna che portava acqua per i villaggi della zona. In seguito alla violazione del cessate il fuoco da parte armena una persona è rimasta ferita. La sua vita non è in pericolo, come riferito dal Ministero della Difesa dell’Artsakh.

(2) ANNIVERSARIO INDIPENDENZA – Una cerimonia si è svolta al memoriale di Stepanakert per ricordare il 32° anniversario dell’indipendenza della repubblica di Artsakh.

(1) GRAVE IL BILANCIO DELL’ATTACCO – Sono tre i militari armeni deceduti a seguito dell’attacco azero nella regione di Gegharkunik in Armenia. I quattro caduti sono Andranik Arshaki Antonyan, Arsen Alexander Mkrtichyan, Vachagan Saroi Vardanyan; Narek Kareni Poghosyan, inizialmente dato per deceduto, è invece ancora vivo sia pure in gravi condizioni. La parte armena ha anche un altro ferito. L’Azerbaigian non ha reso noto il dato ma secondo fonti non ufficiali dovrebbe aver riportato cinque morti e tre feriti.

(1) STUDENTI RAPITI – I rappresentanti del Comitato Internazionale della Croce Rossa hanno visitato i tre studenti-calciatori detenuti in Azerbaigian, che sono stati arrestati dalla parte azera il 28 agosto mentre si trasferivano dal Nagorno Karabakh all’Armenia accompagnati dalle truppe di mantenimento della pace.

(1) ATTACCO AZERO – Intorno alle 7,50 ora locale (5,550 in Italia) le forze armate dell’Azerbaigian hanno attaccato postazioni difensive in direzione del villaggio di Sotk (Armenia) utilizzando copi di mortaio e droni. Due soldati armeni sono rimasti uccisi e uno ferito. Verso le 12,30 nuovi colpi azeri verso postazioni armene in direzione del villaggio di Norabak.

“Cari connazionali,
a seguito dell’elezione del presidente della Repubblica dell’Artsakh da parte del popolo dell’Artsakh nel 2020, ho assunto i poteri di Presidente il 21 maggio. Dal giorno successivo ho iniziato il compito di rafforzare la capacità di difesa dell’Artsakh, garantendo l’inviolabilità dei confini dell’Artsakh. Purtroppo, solo quattro mesi dopo, l’Azerbaijan ha scatenato la guerra dei 44 giorni, che si è conclusa con la nostra sconfitta. Naturalmente, tutta la colpa della sconfitta può essere attribuita al presidente quadrimestrale dell’Artsakh e a me.

Non rifiuto affatto la responsabilità, ma, credetemi, ognuno di noi ha avuto la sua parte di responsabilità, ciascuno secondo il proprio status e le proprie capacità. In ogni caso, l’ho affermato più volte, ora chiedo pubblicamente nuovamente scusa al popolo armeno per la mia parte di colpa, ma assicuro nuovamente che nel 2020, durante la guerra dei 44 giorni, ho compiuto tutti i passi in mio potere e nella mia effettiva autorità, forse anche di più.Vi assicuro che la situazione non era meno difficile anche dopo la guerra dei 44 giorni, e la situazione creata non richiedeva meno responsabilità. L’Artsakh era sull’orlo della distruzione e c’era un urgente bisogno di garantire nuovamente stabilità e forza interna. Sembrava che la depressione e il peso psicofisiologico del dopoguerra dovessero avermi sconfitto, ma già allora ho trovato la forza di assumermi la responsabilità. 

Durante tutto questo tempo, ho rivolto tutto il mio potenziale per rafforzare la stabilità interna dell’Artsakh, per prevenire l’aumento della criminalità assunta in quelle condizioni, per garantire il rimpatrio dei cittadini dell’Artsakh, per preservare l’ordine costituzionale del Paese e mantenere in piedi i pilastri dello Stato. Sì, non abbiamo avuto successo in alcune questioni, ma in generale non solo abbiamo raddrizzato la schiena storta del Paese nel più breve tempo possibile.

Forse è questo il motivo per cui l’Azerbaigian è pronto a distruggerci ad ogni costo, a commettere un genocidio nel 2022. Il blocco dell’Artsakh è iniziato il 12 dicembre e nel 2023, dal 15 giugno, anche l’assedio totale. È successo anche perché, nonostante le provocazioni e le repressioni quotidiane contro il popolo dell’Artsakh, il nostro popolo ha continuato la sua sacra opera di costruzione dell’Artsakh.

Da quasi nove mesi l’Artsakh è sotto il blocco azero e i sequestratori dell’Artsakh sono impegnati in un aperto genocidio. Durante questo periodo, abbiamo adottato tutte le misure possibili nell’ambito delle nostre capacità per presentare la situazione al mondo e ricevere il sostegno della comunità internazionale. Due volte la questione è stata discussa anche nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, due volte presso la Corte Internazionale di Giustizia e due volte la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha deciso lo sblocco dell’Artsakh, molte dichiarazioni e appelli sono stati fatti da centinaia di entità internazionali. 

Tuttavia, il comportamento aggressivo dell’Azerbaigian non è stato in alcun modo impedito. L’attuale situazione geopolitica instabile nel mondo, gli eventi regionali e gli sviluppi previsti, i fenomeni che accadono dentro e intorno all’Artsakh, l’atmosfera politica e sociale interna nell’Artsakh suggeriscono direttamente che è necessario cambiare approcci e passi, per mostrare flessibilità. 

Per raggiungere questo obiettivo è necessario cambiare gli attori principali dell’Artsakh, a cominciare da me.
La mia biografia e l’atteggiamento dell’Azerbaigian nei suoi confronti creano artificialmente una serie di condizioni che causano problemi significativi dal punto di vista della costruzione dei nostri prossimi passi e della conduzione di una politica flessibile. Inoltre, la sconfitta nella guerra e le conseguenti difficoltà nel Paese hanno ridotto significativamente la fiducia nelle autorità, in particolare nel Presidente, il che ha seriamente ostacolato l’ulteriore corso di una corretta governance. Pertanto, il cambiamento deve iniziare da me. 

Domani presenterò al popolo e all’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh le mie dimissioni dalla carica di Presidente della Repubblica dell’Artsakh. 
Ho preso questa decisione finale due giorni fa, tenendo conto delle mie interazioni con tutti gli attori interni ed esterni e con il pubblico in generale nelle ultime settimane.In precedenza, con il mio decreto odierno, il Ministro di Stato della Repubblica dell’Artsakh Gurgen Nersisyan è stato sollevato dal suo incarico e il Segretario del Consiglio di Sicurezza Samvel Sergey Shahramanyan è stato nominato Ministro di Stato, a cui sono stati conferiti ampi poteri. 

Quando ho scelto Samvel Shahramanyan, ho tenuto conto dei suoi principi, della flessibilità, della sua esperienza lavorativa in varie posizioni di responsabilità e delle conoscenze accumulate, che sono direttamente correlate sia alla sicurezza nazionale che all’amministrazione statale. Esprimo la mia gratitudine a Gurgen Nersisyan e voglio sottolineare che ha un valore inestimabile nel 2020. L’importanza del suo lavoro per lo Stato durante i giorni della guerra dei 44 giorni, nel periodo successivo e durante l’assedio. Ha assunto la carica di ministro di Stato nei momenti più difficili per l’Artsakh, ha svolto un lavoro duro e trasparente nella direzione di alleviare le difficoltà che affliggono il popolo dell’Artsakh in quelle difficili condizioni, e con il suo carattere combattivo, si è mosso con tenacia e coraggio avanti, è stato in grado di superare molti problemi. Sono sicuro che la sua conoscenza e il suo carattere di principio, giusto, intransigente e fermo continueranno a servire Artsakh e il nostro popolo.

Cari connazionali, continuerò a vivere nell’Artsakh con i membri della mia famiglia nell’Artsakh. Questo mio passo mira anche a garantire la stabilità interna e un forte ordine pubblico nell’Artsakh. Contro ogni previsione, la nostra stabilità interna e la solidarietà pubblica sono un prerequisito per ogni successo, dal quale deve essere esclusa qualsiasi deviazione o tentativo di deviare.Pace, benessere ed eternità al mondo dell’Artsakh e alla nazione armena”

In Azerbaigian si sono intensificati vari annunci a favore dell’utilizzo della strada attraverso la città di Aghdam dell’Azerbaigian per fornire aiuti umanitari al Nagorno Karabakh-Artsakh.

Ultimo in ordine di tempo a rilasciare dichiarazioni al riguardo è stato Hikmet Hajiyev, assistente del presidente dell’Azerbaigian e capo del dipartimento per le questioni di politica estera dello staff presidenziale. Hajiyev ha affermato che l’utilizzo di questa strada è il primo passo sulla via della “reintegrazione degli armeni del Karabakh”.

Ora ci domandiamo per quale ragione una popolazione di 120.000 persone che da otto mesi è cinta in stato di assedio e che da un paio di mesi sta soffrendo la fame a la carenza di ogni genere di prodotto dovrebbe trovare la propria salvezza da coloro che l’hanno ridotta in queste condizioni.

Gli armeni dell’Artsakh non stanno soffrendo la fame (è di ieri la notizia del primo decesso ufficialmente riconducibile alla malnutrizione) a causa di una carestia o di avverse condizioni climatiche. Lo stato in cui versa la gente a Stepanakert e nell’area rimasta sotto controllo armeno dopo l’attacco azero del 2020 è unicamente riconducibile a una politica genocidiaria messa in atto da una delle peggiori dittature al mondo, dichiaratamente armenofoba, il cui unico obiettivo è una pulizia etnica dell’area.

Perchè, scegliendo la strada di Aghdam, dovrebbero infilarsi nella bocca del carnefice?

La posizione dell’Azerbaigian è in effetti chiara: far morire di fame la popolazione (che peraltro da mesi è senza gas, con pochissima elettricità e ora anche con carenze idriche) per spingerla nelle fauci di Baku o ancora meglio costringerla ad andare via.
Aprire la strada di Aghdam vorrebbe dire staccare definitivamente il Nagorno Karabakh dall’Armenia, un salto indietro nella storia di oltre tre decenni ma con una situazione persino peggiorativa dell’epoca sovietica perchè a quel tempo per lo meno il Nagorno Karabakh aveva uno status speciale (Oblast’ Autonomo) che oggi Aliyev gli nega.

Qualsiasi soluzione che non preveda la riapertura incondizionata dela passaggio attraverso il corridoio di Lachin non può essere presa in considerazione.

(nella foto: K. Hovannisyan, morto per malnutrizione, carenza di proteine e calorie il 15 agosto 2023)

Il Presidente della Repubblica di Artsakh, Arayik Harutyunyan, ha rivolto un urgente video-appello alla comunità internazionale affinché adotti misure urgenti per prevenire il genocidio del popolo dell’Artsakh e per revocare l’assedio imposto dal blocco attuato dall’Azerbaigian. Di seguito il testo.

Stimati membri della comunità internazionale,

Io, Arayik Harutyunyan, Presidente della Repubblica di Artsakh (Repubblica del Nagorno Karabakh), vi rivolgo questo urgente appello per attirare la vostra attenzione sul fatto che proprio in questo momento, il popolo della Repubblica di Artsakh si trova nel bel mezzo di un straziante genocidio, di fronte a una minaccia imminente alla loro stessa esistenza e alla patria a cui tengono.

Allo scopo di controllare l’unica strada che collega l’Artsakh con l’Armenia e il mondo esterno, passando per il Corridoio di Lachin, le autorità dell’Azerbaigian hanno progettato e avviato uno spettacolo iniziato il 12 dicembre 2022, con il pretesto di una protesta “ambientalista”. In realtà, questo è stato solo un preludio al crimine di genocidio, che ha acquisito un carattere ufficiale e sistemico con l’istituzione illegale di un posto di blocco azero nel Corridoio di Lachin il 23 aprile 2023. Il 15 giugno l’Azerbaigian ha completamente bloccato la strada passando attraverso il Corridioi di Lachin, assediando i 120.000 abitanti della Repubblica di Artsakh. Ormai da quasi otto mesi, la popolazione dell’Artsakh è stata privata dell’opportunità di muoversi senza ostacoli e a doppio senso lungo il Corridoio di Lachin. Da circa due mesi mancano le forniture di cibo, medicinali e altri beni di prima necessità, precedentemente effettuate dalle forze di mantenimento della pace russe e dal Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR). Le azioni dell’Azerbaigian violano non solo le norme di diritto universali, ma anche specifici atti giuridici internazionali riguardanti il Corridoio di Lachin, incluso il paragrafo 6 della Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, decisioni giuridicamente vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia e della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che richiedono il sbloccare il Corridoio di Lachin.

Il blocco del Corridoio di Lachin non è un incidente isolato; dovrebbe essere considerato come parte di una politica pianificata, su larga scala e coordinata dell’Azerbaigian volta alla distruzione del popolo dell’Artsakh nel suo insieme. Il blocco dell’Artsakh è una continuazione diretta dell’aggressione militare scatenata dall’Azerbaigian nel 2020, con il coinvolgimento diretto della Turchia e delle organizzazioni terroristiche del Medio Oriente. L’Azerbaigian ha costantemente perseguito una politica di soppressione forzata del diritto all’autodeterminazione del popolo dell’Artsakh, accompagnando le sue azioni con l’uso della forza e diffuse violazioni dei diritti umani. L’obiettivo finale di questa politica è l’espulsione del popolo dell’Artsakh e la chiusura della questione del diritto all’autodeterminazione per il popolo dell’Artsakh.

È in questo contesto che devono essere considerate le usurpazioni dell’Azerbaigian sulla sovranità dell’Artsakh, poiché la presenza di uno Stato sovrano con soggettività giuridica internazionale è una condizione cruciale e un mezzo per preservare il popolo dell’Artsakh e le sue tradizioni, valori, cultura, nonché come loro sviluppo naturale.

Più di due anni dopo la dichiarazione di cessate il fuoco trilaterale, e non essendo riuscito a raggiungere il suo obiettivo criminale di pulizia etnica dell’Artsakh con mezzi militari, l’Azerbaigian continua a fare tentativi coerenti per raggiungere i suoi nefasti obiettivi impiegando metodi non violenti ma ugualmente disumani. L’istituzione di un posto di blocco illegale nel Corridoio di Lachin, con il suo evidente intento criminale di limitare deliberatamente e infine bloccare le spedizioni di merci umanitarie, che sono cruciali per sostenere il normale sostentamento della popolazione dell’Artsakh, è diventata una nuova arma nell’arsenale dell’Azerbaigian contro il popolo dell’Artsakh. Una vittima diretta di questo checkpoint istituito illegalmente è stato Vagif Khachatryan, un cittadino della Repubblica di Artsakh, che è stato rapito da personale militare azero in violazione del diritto umanitario internazionale mentre viaggiava sotto la scorta del CICR.

Le autorità azere, tentando di nascondere le loro intenzioni genocide, escogitano false alternative, presumibilmente volte a mitigare la catastrofe umanitaria che esse stesse hanno creato. L’attuale situazione critica, che l’Artsakh può superare solo con il sostegno umanitario e politico internazionale, è una diretta conseguenza del blocco illegale del Corridoio Lachin da parte dell’Azerbaigian e dell’attuale assedio del popolo dell’Artsakh. L’Azerbaigian sta quindi cercando di creare l’illusione che l’Artsakh sia insostenibile e dipendente dall’assistenza esterna. L’offerta imposta della cosiddetta assistenza da parte delle autorità azere è un tentativo di soggiogare l’Artsakh e il suo popolo.

Ma non commettete errori: l’offerta di consegnare merci umanitarie all’Artsakh dall’Azerbajgian è ancora un altro mezzo per realizzare l’agenda criminale dell’Azerbaigian, che porterà all’imposizione della propria volontà, violando la dignità umana e altre conseguenze penali della sottomissione del popolo dell’Artsakh all’Azerbaigian. Attraverso queste azioni, l’Azerbaigian mira a ostacolare il normale sviluppo dell’Artsakh e il miglioramento degli standard di vita della popolazione.

Le autorità azere non nascondono il loro obiettivo di espellere la popolazione armena dell’Artsakh dalla loro patria. Di conseguenza, presentando un cosiddetto concetto di risoluzione del conflitto, insieme a un pacchetto di proposte, l’Azerbaigian sta tentando di nascondere questo nuovo modo di realizzare la sua intenzione genocida sotto la copertura dei negoziati.

L’agenda fittizia di dialogo tra Stepanakert e Baku promossa dalle autorità azere è, infatti, un tentativo di legittimare le azioni criminali dell’Azerbaigian. Qualsiasi invito a incoraggiare la partecipazione dell’Artsakh a tale dialogo senza mediatori internazionali e garanzie effettive è percepito come un sostegno all’attuazione della politica di genocidio dell’Azerbaigian. La partecipazione dell’Artsakh a tali colloqui in queste condizioni equivarrebbe a riconoscere e legittimare il velato programma di genocidio dell’Azerbagian.

Per l’efficacia e la legittimità dei negoziati, è necessario garantire quantomeno che le parti aderiscano alle norme del diritto internazionale. Allo stesso tempo, entrambe le proposte volte a risolvere il conflitto stesso e le potenziali conseguenze della loro attuazione dovrebbero allinearsi ai principi del diritto internazionale e ai valori umani universali. Tuttavia, tutto questo continua ad essere violato dall’Azerbaigian con persistenza e impunità.

L’Artsakh, a sua volta, ha sempre sostenuto l’avvio di negoziati significativi e sostanziali, basati sui principi universali di giustizia, dignità e uguaglianza.

La nostra posizione incrollabile è che affinché i negoziati abbiano luogo, è necessario innanzitutto garantire condizioni favorevoli ed eque. Successivamente, dovrebbe essere istituito un meccanismo internazionale con un relativo mandato internazionale per definire i criteri per il processo negoziale. Tali criteri dovrebbero basarsi sulle norme del diritto internazionale e della prassi internazionale. In caso contrario, non possono essere oggetto di discussione le proposte di avviare trattative con una parte che rimane impegnata nella sua intenzione criminale di distruggere l’altra parte con ogni mezzo, sia esso militare, economico o politico.

Sentenze della Corte Internazionale di Giustizia e della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, ricorsi periodici e dichiarazioni di istituzioni internazionali, singoli Stati e organizzazioni riconoscono universalmente il fatto del blocco illegale del Corridoio di Lachin. Sottolineano la necessità di ripristinare la libera circolazione attraverso il corridoio. Tuttavia, non vengono compiuti passi efficaci e concreti in questa direzione. Nel frattempo, le azioni deliberate dell’Azerbaigian per creare condizioni di vita insopportabili nell’Artsakh con l’obiettivo finale di distruggere fisicamente la popolazione dell’Artsakh costituiscono niente di meno che un crimine di genocidio, composto da intenzione criminale e azioni esplicite. Anche i maggiori esperti internazionali concordano con questa valutazione. Ad esempio, l’ex Procuratore capo della Corte Penale Internazionale, Luis Moreno Ocampo, lo ha sottolineato nel suo recente rapporto esaustivo. Prevenire il crimine di genocidio è un obbligo universale degli Stati e ogni Stato deve impegnarsi attivamente e costantemente per impedire che tale crimine si verifichi.

Nelle circostanze attuali, mostrare inerzia o indifferenza equivale nientemeno che condonare il crimine di genocidio. La comunità internazionale è obbligata ad adottare efficaci misure individuali e collettive per impedire il tentativo dell’Azerbaigian di iscrivere un’altra pagina di genocidio negli annali della storia.

In linea con quanto detto sopra, invito vivamente gli attori internazionali, nell’ambito dei loro impegni, ad adottare misure decisive ed efficaci per prevenire il crimine di genocidio contro il popolo dell’Artsakh. Nello specifico mi rivolgo:

Alla Repubblica d’Armenia:

  • al fine di adottare una risoluzione che preveda azioni urgenti e specifiche, esorto l’immediata presentazione della catastrofe umanitaria derivante dal blocco del Corridoio di Lachin da parte dell’Azerbaiian e dal blocco illegale dell’Artsakh, sfociato nel crimine di genocidio, alla discussione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite;
  • invito a intensificare gli sforzi per aumentare attivamente la consapevolezza della questione del blocco illegale del Corridoio di Lachin e dell’Artsakh attraverso l’informazione, la difesa e altre piattaforme, nonché informando la comunità internazionale;
  • chiedo di impegnarsi con i partner internazionali per discutere e imporre sanzioni contro l’Azerbaigian al fine di fermare i suoi crimini internazionali;
  • allo stesso tempo, esorto con forza le autorità dell’Armenia, i personaggi pubblici e i leader politici a esercitare cautela nelle loro dichiarazioni pubbliche e valutazioni della situazione: nessuna dichiarazione o azione dovrebbe mettere in dubbio il diritto del popolo dell’Artsakh all’autodeterminazione o contribuire a ulteriori azioni aggressive da parte dell’Azerbaigian.

Alla diaspora armena:

  • vi esorto a consolidare gli sforzi con l’obiettivo di attirare l’attenzione delle autorità e del pubblico nei Paesi di vostra residenza sui crimini internazionali commessi nell’Artsakh e di chiedere misure immediate ed efficaci per fermarli.

Dai nostri compatrioti della diaspora, ci aspettiamo azioni nelle seguenti direzioni:

  • assicuratevi che i vostri governi condannino fermamente e adottino misure specifiche per aumentare la pressione sull’Azerbaigian affinché revochi il blocco dell’Artsakh;
  • assicuratevi che i vostri governi, le organizzazioni per i diritti umani, i media e altri attori forniscano valutazioni legali e politiche dirette dei crimini dell’Azerbaigian contro l’Artsakh;
  • assicuratevi che i vostri governi prendano in considerazione e impongano sanzioni contro l’Azerbaigian per fermare i suoi crimini internazionali.

Alla Federazione Russa:

  • sottolineando l’importanza della missione di mantenimento della pace russa nell’Artsakh, esorto vivamente l’intensificazione degli sforzi per l’immediata revoca del blocco illegale dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian e il ripristino del funzionamento del Corridoio di Lachin, come stabilito dalla Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020.

Ai Co-Presidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE – Federazione Russa, Stati Uniti d’America e Repubblica francese:

  • vi esorto vivamente, sia come parti direttamente coinvolte nel processo di risoluzione del conflitto sia come Stati membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ad adempiere al vostro obbligo primario adottando misure efficaci per l’immediata cessazione del blocco illegale dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian e il ripristino del funzionamento ininterrotto del Corridoio di Lachin;
  • invito i Paesi Co-Presidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE a compiere sforzi individuali e congiunti per stabilire un formato negoziale solido dotato di un mandato internazionale appropriato, che assicuri che il processo negoziale, i suoi criteri e i risultati finali siano in linea con il diritto internazionale e valori umani universali;
  • auspico che i Paesi Co-Presidenti dimostrino coerenza nel perseguire una soluzione pacifica e globale del conflitto Azerbaigian-Karabakh e si adoperino attivamente per riattivare il meccanismo negoziale dotato di un mandato internazionale per la risoluzione del conflitto.

Agli Stati membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite:

  • esorto l’immediata convocazione di una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere del genocidio e della catastrofe umanitaria causata dal blocco dell’Artsakh. Inoltre, chiedo l’adozione di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che obblighi l’Azerbaigian a sbloccare prontamente il Corridoio di Lachin e ripristinarne il funzionamento in conformità con la decisione della Corte Internazionale di Giustizia del 22 febbraio 2023;
  • ricordo anche che prevenire il genocidio non è solo un obbligo erga omnes ma anche una responsabilità collettiva della comunità internazionale.

Al Segretario Generale delle Nazioni Unite:

  • La esorto a dimostrare responsabilità e leadership morale e politica coinvolgendo l’intero sistema delle Nazioni Unite per prevenire ulteriori crimini internazionali commessi dall’Azerbaigian nell’Artsakh;
  • esorto il Consigliere Speciale del Segretario Generale per la Prevenzione del Genocidio e altre entità pertinenti a presentare informazioni fattuali e legali al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in merito ai crimini internazionali commessi contro la Repubblica di Artsakh;
  • propongo di dare un contributo significativo al processo di formazione di un meccanismo di risoluzione del conflitto tra l’Artsakh e l’Azerbaigian utilizzando la vostra istituzione di buoni uffici.

Al Consigliere Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per la Prevenzione del Genocidio:

  • La esorto ad attivare il meccanismo di allerta precoce all’interno del suo mandato, presentando così la situazione di crisi emersa nella Repubblica di Artsakh al Segretario Generale delle Nazioni Unite, e attraverso di lui, al Consiglio di Sicurezza;
  • La esorto ad adottare misure efficaci per inviare una missione conoscitiva nella Repubblica di Artsakh per valutare le conseguenze dei crimini internazionali commessi dall’Azerbaigian attraverso il blocco illegale del Corridoio di Lachin.

All’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e alle altre strutture delle Nazioni Unite preposte alla tutela dei diritti umani:

  • Vi esorto, nell’ambito dei vostri mandati, a fornire una valutazione legale dei crimini commessi dall’Azerbaigian contro il popolo dell’Artsakh, a documentare le diffuse violazioni dei diritti umani e a fornire agli Stati membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e ad altre entità internazionali informazioni fattuali e legali dettagliate sull’escalation della crisi dei diritti umani nell’Artsakh.

Al Comitato Internazionale della Croce Rossa, in quanto unica organizzazione internazionale presente nella Repubblica di Artsakh e dotata dell’appropriato mandato internazionale:

  • Vi esorto a fornire a tutti gli attori della comunità internazionale e, in particolare, agli Stati membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dettagliate informazioni fattuali e legali sulla situazione in Artsakh e sulle azioni dell’Azerbaigian, che violano gravemente le norme del diritto umanitario internazionale.

Al Consiglio d’Europa:

  • Vi esorto ad adottare misure efficaci e decisive per garantire l’immediata attuazione della sentenza vincolante emessa dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo il 21 dicembre 2022;
  • chiedo con forza che vengano prese misure riguardo alla flagrante e grave violazione da parte dell’Azerbaigian dei “tre pilastri” del Consiglio d’Europa, compresa una potenziale esclusione di questo Stato membro dall’organizzazione.

All’Unione Europea:

  • esorto l’utilizzo delle risorse e degli strumenti disponibili all’interno dell’Unione Europea, inclusa l’imposizione di sanzioni, per intensificare la pressione sull’Azerbaigian affinché revochi il blocco dell’Artsakh e metta fine alle sue diffuse violazioni dei diritti umani;
  • Vi esorto a rimanere fedeli ai valori e ai principi proclamati dall’Unione Europea, astenendosi in particolare dal dare priorità al partenariato energetico con l’Azerbaigian rispetto ai diritti umani e alle libertà.

Alle organizzazioni internazionali per i diritti umani e ad altri attori internazionali:

  • Vi esorto a impegnarvi attivamente in campagne di sensibilizzazione sulle violazioni massicce e sistematiche del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani commesse dall’Azerbaigian contro l’Artsakh, anche fornendo chiare descrizioni legali e chiedendo che i governi e le organizzazioni internazionali adottino adeguate misure preventive.

Ai rappresentanti dei media:

  • riconoscendo il ruolo indispensabile dei media indipendenti nell’aumentare la consapevolezza sui crimini di massa e sulla loro prevenzione, vi esorto a rimanere fedeli alla vostra missione e a rompere l’inaccettabile silenzio fornendo alla comunità internazionale informazioni obiettive sui crimini di massa che hanno luogo nell’Artsakh, rompendo così il circolo vizioso di ingiustizia e impunità.

Stimati rappresentanti della comunità internazionale,

Concludendo questo messaggio di allarme, vi prego di non dimenticare che l’Artsakh è attualmente l’unico territorio al mondo sotto assedio completo, dove anche la comunità internazionale non ha accesso. Non mettete in discussione l’intenzione dell’Azerbaigian di sottoporre la pacifica popolazione dell’Artsakh a un totale isolamento? Non vi preoccupa il fatto che, dal punto di vista dei diritti umani, l’Artsakh non sia diventato una zona grigia ma un buco nero in cui possono verificarsi tutti i crimini immaginabili dalla civiltà umana? Non vi rendete conto che tale impunità internazionale e la concessione di un altro genocidio daranno luogo a nuovi crimini, forse anche contro i vostri stessi popoli?!

Pertanto, imploro e chiedo a tutti voi di agire prontamente e fermare questo genocidio in corso del popolo dell’Artsakh prima che diventi troppo tardi.

Il ministero degli Esteri della repubblica di Artsakh (Nagorno Karabakh) ha rilasciato il seguente comunicato:

“Attribuiamo grande importanza agli appelli fatti al più alto livello dalle Nazioni Unite, dall’Unione Europea, dal Consiglio d’Europa e da altri rispettati attori internazionali per l’immediata revoca da parte dell’Azerbaigian del blocco illegale del Corridoio Lachin. Allo stesso tempo, è evidente che tali appelli non hanno alcun impatto sulla leadership dell’Azerbaigian, che, in un clima di impunità e completa mancanza di responsabilità, continua la sua politica di genocidio e sottopone alla fame 120mila persone dell’Artsakh, creando insopportabili condizioni di vita per loro.

Nei loro comunicati e negli appelli effettuati periodicamente da strutture internazionali, organizzazioni e singoli Stati, tutti nessuno escluso hanno preso atto del blocco illegittimo del Corridoio Lachin e hanno sottolineato la necessità di ripristinare la libertà di movimento lungo il corridoio. Tuttavia, non vengono prese misure specifiche ed efficaci in questa direzione. Nel frattempo, la catastrofe umanitaria e la crisi dei diritti umani nella Repubblica dell’Artsakh peggiorano ogni giorno che passa.

Le recenti dichiarazioni provenienti dall’Azerbaigian sulla possibilità di utilizzare percorsi alternativi per la presunta consegna di aiuti umanitari all’Artsakh dimostrano ancora una volta che Baku sta usando il blocco come arma e mezzo per esercitare pressioni sulla popolazione dell’Artsakh. Le autorità azere sfruttano la sofferenza delle persone e la catastrofe umanitaria che hanno creato per raggiungere i loro obiettivi politici. Tali azioni e comportamenti dell’Azerbaigian devono essere fermamente respinti dalla comunità internazionale come disumani.

A questo proposito, ancora una volta, esortiamo con forza tutti gli stati interessati, le organizzazioni internazionali e gli altri attori a passare dalle parole ai fatti per porre fine ai crimini internazionali commessi dall’Azerbaigian contro l’Artsakh e il suo popolo. Ricordiamo che la prevenzione del genocidio è un obbligo erga omnes, che richiede ad ogni Stato uno sforzo attivo e continuo per prevenire la commissione di tali crimini.

La fine della catastrofe umanitaria in corso e della crisi dei diritti umani nella Repubblica dell’Artsakh è una vera sfida per l’efficacia degli attori internazionali coinvolti. Siamo convinti che, in conformità con i loro impegni, siano in grado di affrontare una violazione così evidente ed eclatante dell’ordine internazionale da parte dell’Azerbaigian e prevenire il crimine di genocidio. Altrimenti ogni appello alla pace e alla normalizzazione sarà slegato dalla realtà e privo di ogni sostanza e prospettiva”.

Stepnakert, 5 agosto 2023

Davanti alla giornalista che lo intervista per ‘Euronews’ (un’intervista in parallelo con il premier armeno Pashinyan, stesse domande), l’autocrate presidente dell’Azerbaigian non si tira indietro. Non prova a camuffare quella irresistibile voglia di menare le mani che ha da quando è asceso al potere succedendo al padre.
Ilham Aliyev, forte dei successi militari grazie alla montagna di miliardi di dollari spesa in armamenti negli ultimi anni e grazie all’indispensabile aiuto del compare turco Erdogan, non si nasconde dietro inutili giri di parole anche quando logica e diplomazia imporrebbero di addolcire certe dichiarazioni.

Si contraddice in più di un’occasione ma da bravo padre-padrone del suo Paese non se ne cura, tanto le critiche in patria non arriveranno mai e all’estero il suo gas è troppo prezioso per ridare dignità alla politica internazionale.

Esordisce affermando che l’accordo tripartito del 9 novembre 2020 non è un trattato di pace (e in questo ha ragione) ma un “atto di capitolazione” dell’Armenia alla quale imporre poi le condizioni (ovviamente le sue) per una soluzione definitiva del contezioso.
Dietro ogni sua frase si nasconde un’ostilità latente, una voglia repressa di schiacciare definitivamente il nemico, prendersi tutto e risolvere una volta per tutte il problema. In fondo è quel che volevano i Giovani turchi nel 1915…

Non usa quasi mai l’espressione “Nagorno Karabakh” (che nel linguaggio azero è stata abolita) ma solo “Karabakh” nonostante il predetto accordo di tre anni fa la riportasse integralmente. Non dà valore a quella firma post-guerra ma poi rivendica che “l’Armenia ha l’obbligo sottoscritto dopo la seconda guerra del Nagorno Karabakh di consentirci l’accesso alla nostra exclave del Nakhchivan” (in realtà c’è solo una previsione di sblocco delle comunicazioni regionali non un diritto di occupare altra terra armena o di transito…).

Se vedremo un approccio costruttivo da parte degli armeni e soprattutto se questi ultimi metteranno da parte tutte le loro aspirazioni a contestare la nostra integrità territoriale allora potremo trovare una soluzione di pace molto preso forse anche entro la fine dell’anno” afferma: ma gli armeni lo hanno (imprudentemente, forse ora Pashinyan se ne sta pentendo) già fatto chiedendo solo la tutela e la sicurezza dei diritti della popolazione dell’Artsakh. Nel frattempo Aliyev continua a occupare pezzi di Armenia e ad avanzare rivendicazioni sulle “storiche terre azerbaigiane” che già detta così fa ridere per uno Stato nato nel 1918.

Nel suo traporto di certezze il patetico Aliyev si incarta parlando del blocco – a suo dire inesistente – del corridoio di Lachin: prima dice che sono passati 2000 armeni dal 23 aprile, poi parla di provocazione di Yerevan per il ferimento di un soldato (che, per la cronaca, aveva oltrepassato il ponte Hakari e piantato una bandiera dell’Azerbaigian in territorio dell’Armenia, evidente provocazione) e conferma che Baku ha chiuso la strada, poi ammette che i convogli della Croce Rossa sono stati fermati per “contrabbando” di sigarette, iphone e benzina: ma se il corridoio è aperto quale sarebbe il problema di far arrivare delle merci a Stepanakert?

Ma il meglio del dittatore azero arriva nel finale: alla domanda “Quale pensa sia la sua missione? Portare una pace duratura o vincere una guerra?” Aliyev non ha alcuna esitazione. “Vincere la guerra era la mia missione politica”. Un bravo consigliere gli avrebbe suggerito una risposta più diplomatica, meno diretta; ma nessuno si azzarda a contraddire il presidente che non è abituato a domande strane come quella conclusiva quando l’intervistatrice gli chiede cosa vorrebbe dire all’opinione pubblica armena: il sunto della sua risposta è che gli armeni dell’Armenia si devono fidare di lui e delle sue proposte, anzi condizioni, di pace mentre quelli dell’Artsakh dovrebbero essere contenti di diventare bravi cittadini dell’Azerbaigian (177° su 190 Stati per tutela dei diritti politici e civili…) oppure andarsene.

L’intervista si svolge nella città armena occupata di Shushi e il segnale è inequivocabile: qui ci sono e non me ne vado…

Qui il reportage di Euronews (in italiano)