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L’Assemblea nazionale dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) venerdì 18 febbraio ha rilasciato una dichiarazione in occasione della Giornata della Rinascita. Il testo del documento ripercorre la genesi storica del Movimento Karabakh e si conclude con un appello affinché il Gruppo di Minsk dell’Osce riprenda in mano le trattive negoziali per una soluzione pacifica del conflitto che riconosca il diritto all’autodeterminazione del popolo armeno dell’Artsakh. Questo il testo:

“Gli eventi che hanno avuto luogo nell’Artsakh (ex Oblast’ Autonoma del Nagorno-Karabakh) nel febbraio 1988 hanno cambiato radicalmente la successiva cronaca non solo degli indigeni armeni che vivono qui, ma anche di altri popoli dell’ex Unione Sovietica.

Decine di migliaia di persone, utilizzando le idee liberali e democratiche proclamate in URSS, hanno cercato di ripristinare la giustizia storica attraverso manifestazioni pacifiche a Stepanakert e in altre parti della regione, il sogno irrealizzato di diverse generazioni di riunire la regione armena con l’Armenia.

Il Movimento, che stava prendendo piede giorno dopo giorno, ha perseguito sin dall’inizio una soluzione pacifica del problema sollevato con mezzi giuridici e politici, confermata inequivocabilmente il 20 febbraio nella 20a sessione straordinaria dell’ex organo di rappresentanza, il Consiglio regionale dei deputati del popolo. La storica decisione adottata di ritirare la NKAO [Regione Autonoma del Nagorno Karabakh, NdT] dalla RSS dell’Azerbaigian e riunirla alla RSS Armena ha segnato una nuova tappa nella lotta di liberazione nazionale dell’Artsakh: il movimento del Karabakh, la determinazione civile del popolo dell’Artsakh ad avanzare legalmente.

Sfortunatamente, la leadership della RSS dell’Azerbaigian non è stata in grado di sfruttare l’opportunità unica per risolvere correttamente il problema e, di conseguenza, la regione si è trovata in un groviglio di instabilità a lungo termine e l’Azerbaigian nella tentazione di risolvere il problema con mezzi militari.

A seguito della decisione del 20 febbraio che esprimeva la volontà e il desiderio della maggioranza assoluta della popolazione della regione, l’Artsakh è giustamente diventato un simbolo dell’orgoglio e del risveglio nazionale di tutti gli armeni. L’onda del Movimento del Karabakh si diffuse in tutto il mondo; e come risultato della lotta organizzata di tutte le sezioni degli armeni, le due repubbliche armene si sono formate all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso.

La Repubblica dell’Artsakh, proclamata il 2 settembre 1991 e costituita in conformità con i requisiti del diritto internazionale e della legislazione nazionale, è stata una tappa consapevole sulla strada verso uno stato armeno unito.

Il nostro popolo ha pagato un prezzo molto alto nella lotta per la libertà e l’indipendenza dell’Artsakh. Migliaia di armeni hanno sacrificato la loro vita durante le guerre del 1991-94, 2016 e del 2020.
La Repubblica dell’Artsakh esiste oggi e continua la sua lotta per il riconoscimento internazionale grazie al sacrificio di quelle persone coraggiose. Il nostro omaggio alla loro memoria immortale.

Negli ultimi 34 anni abbiamo fatto molta strada nell’establishment e nello sviluppo, nelle vittorie e nei fallimenti, e durante questo periodo si è rafforzata l’idea che il futuro dell’armeno Artsakh è garantito solo nella prospettiva di vivere liberamente e in modo indipendente.

Esprimendo la volontà collettiva e il punto di vista del popolo di Artsakh, l’Assemblea nazionale della Repubblica di Artsakh:

Riafferma il suo impegno per la storica decisione del 20 febbraio 1988 e la sua determinazione a difendere il suo diritto a vivere liberamente nella sua patria;

Attira l’attenzione delle parti interessate internazionali e, in primo luogo, dei parlamenti dei Paesi copresidenti del Gruppo di Minsk, sul fatto che il popolo armeno dell’Artsakh ha lottato per secoli per preservare la propria identità, creato valori materiali e culturali che oggi sono in pericolo a causa dell’occupazione di alcuni territori della Repubblica dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian;

Invita i Copresidenti del Gruppo di Minsk ad adottare misure immediate, conformemente al mandato ricevuto dall’OSCE, per riprendere il processo negoziale sulla risoluzione del conflitto del Nagorno Karabakh.

Una pace e una stabilità durature nella regione possono essere raggiunte solo rispettando i diritti e le libertà fondamentali del popolo della Repubblica dell’Artsakh. Ecco perché gli armeni di Artsakh hanno iniziato la loro lotta di liberazione nel 1988 e sono pronti a continuarla con la determinazione di raggiungere l’obiettivo finale”.

[traduzione redazionale]

Ieri ha destato sorpresa la notizia che un convoglio azero diretto nella regione occupata di Karvachar sia stato bloccato dagli abitanti nella regione di Martakert e abbia dovuto fare retromarcia.

Era già successo qualche settimana fa un analogo blocco nei pressi di Karmir Shuska (Martuni) con gli abitanti che chiedevano di essere avvisati del passaggio dei convogli e lamentavano il fatto che dagli automezzi azeri in transito partivano insulti e sberleffi verso gli armeni.

Questa volta le motivazioni sono diverse.

Come ha raccontato alla stampa il deputato dell’Artsakh Metaqse Hakobyan, il popolo dell’Artsakh ha espresso la propria protesta per le ultime violazioni del cessate il fuoco da parte degli azeri. Gli abitanti del villaggio sono indignati perché il coscritto armeno Khachatur Khachatryan è stato colpito e ferito martedì da una posizione vicino a Mazavuz.

Gli abitanti del villaggio hanno chiesto di non sparare alle posizioni armene e di non prendere di mira i civili. Hanno anche chiesto agli azeri di non interferire con il loro lavoro agricolo“, ha detto Hakobyan.

Gli azeri negli ultimi giorni non solo hanno ferito un soldato armeno, ma hanno anche preso di mira dei civili. L’altro giorno a Martakert hanno sparato contro gli abitanti dei villaggi armeni che coltivavano la terra vicino alla linea di contatto.

A seguito degli spari, un trattore è stato danneggiato. Il giorno successivo, l’esercito azerbaigiano, sotto la minaccia delle armi, non ha permesso agli abitanti del villaggio di entrare nel territorio in questione. Durante tutti gli incidenti erano presenti anche le forze di pace russe.

Secondo Hakobyan, la presenza di forze di pace non scoraggia affatto gli azeri; ci sono casi in cui le stesse forze di pace sono costrette a chiedere alla popolazione dell’Artsakh di smettere di lavorare sulla terra nell’area perché capiscono che gli azeri possono diventare incontrollabili in qualsiasi momento.

Oggi, le forze di pace russe hanno accompagnato indietro il convoglio azerbaigiano.

Le forze di pace hanno esortato gli abitanti del villaggio ad aprire la strada, ma non erano d’accordo, dicendo che era il loro messaggio agli azeri“, ha detto Metaqse Hakobyan.

I quali azeri, questa volta, se ne sono dovuti tornare indietro a casa loro.

Un bel segnale dato dalla popolazione dell’Artsakh!

Il ministero degli Esteri di Stepanakert, Davit Babayan, ha rilasciato ieri alcune dichiarazioni alla stampa a margine di un incontro presso l’Accademia nazionale delle scienze dell’Armenia a Yerevan. Vi riassumiamo gli argomenti principali toccati dal ministro.

CORRIDOIO DI LACHIN E COLLEGAMENTO CON L’ARMENIA
Il collegamento ininterrotto del Nagorno Karabakh con l’Armenia e il mondo esterno deve essere assicurato e quel collegamento non può essere controllato dall’Azerbaigian. Una cosa del genere non potrà mai accadere e sono inaccettabili le voci provenienti da parte azera circa l’installazione di check point di ingresso. Riguardo alla possibilità di costruire una strada che aggiri il corridoio di Lachin, a seguito della quale diversi villaggi armeni finirebbero sotto il controllo dell’Azerbaigian, il ministro dell’Artsakh ha sottolineato che la questione della comunicazione ininterrotta è al centro delle autorità dell’Artsakh.

RIFUGIATI
Ci sono due condizioni per il ritorno dei profughi azeri nel Nagorno Karabakh. In primo luogo, tutte le questioni politiche devono essere risolte e fra queste vi è il riconoscimento dell’Artsakh, in primis da parte dell’Azerbaigian.
In secondo luogo, i rifugiati armeni devono anche poter tornare a Baku e in altre città dell’Azerbaigian da dove sono stati deportati con la forza. Non può esserci altro modo, ha sottolineato Babayan, aggiungendo che le persone che hanno perso la casa nella guerra dell’Artsakh nell’autunno del 2020 sono state aggiunte alla questione dei rifugiati dalla prima guerra del Karabakh all’inizio degli anni ’90.
Riguardo alla possibilità di deoccupazione delle città di Shushi e Hadrut dal loro attuale possesso azerbaigiano, il ministro ha sottolineato che questa questione è sempre all’ordine del giorno. Stesso discorso anche per le regioni di Shahumyan, Getashen, alcune parti della regione di Martuni ancora occupate dall’Azerbaigian. “Crediamo che prima o poi accadrà. Ma c’è bisogno di lavorare [per questo]. Posso dire una cosa: non rinunceremo mai alla nostra terra“, ha dichiarato David Babayan.

GENOCIDIO CULTURALE
L’Azerbaigian sta commettendo un genocidio culturale nei territori occupati del Karabakh. “Il genocidio culturale viene compiuto in vari modi“, ha sottolineato Babayan. “Sono in corso barbare distruzioni di monumenti [armeni], cimiteri. Parallelamente, si stanno facendo tentativi per de-armenizzare quei monumenti, per attribuirli agli albanesi. Questa è una sciocchezza. La parte azerbaigiana intraprende tali tentativi nei casi in cui non è in grado di radere al suolo il monumento, ad esempio il Dadivank [monastero]. Questo è assurdo quanto l’affermazione del [presidente turco] Erdogan secondo cui i turchi furono i primi a sbarcare sulla Luna. Chiamano anche i Sumeri azeri. Il mondo civile deve rispondere alle [tali] azioni dell’Azerbaigian“.

ARTSAKH E AZERBAIGIAN
L’Artsakh non farà mai parte dell’Azerbaigian. Fatelo sapere a tutti”. Babayan ha dichiarato che una soluzione del genere sarebbe inaccettabile e non vede come  possa essere realizzata. “Cosa può fare il mondo? Dì: ‘Unisciti all’Azerbaigian?’ Non ci uniremo. E cosa possono fare gli azeri? Organizzare un massacro? Certo che no. E le molestie, il terrorismo non ci spaventano“.
Circa l’interrogativo se la parte armena abbia mai riconosciuto l’integrità territoriale dell’Azerbaigian, Babayan ha osservato che innanzitutto la Repubblica di Armenia non ha mai riconosciuto ufficialmente l’integrità territoriale della Repubblica dell’Azerbaigian e inoltre che nel concetto di integrità territoriale dell’Azerbaigian non c’è la regione dell’Artsakh.

SOCIETA’ AZERA
Un trattato di pace con l’Azerbaigian è sempre stato l’obiettivo finale di tutti noi” ha dichiarato il ministro auspicando che il conflitto possa essere risolto una volta per tutte. Ma ritiene che la parte azera abbia un’idea diversa e apertamente auspica che gli armeni lascino l’Artsakh. Pertanto, ritiene che sia necessario  necessario lavorare su un accordo di pace ma teme che l’Azerbaigian tenterà di silurare ogni iniziativa della parte armena. “Abbiamo sempre detto che Stepanakert crede che il conflitto possa essere risolto solo in caso di riconciliazione delle [due] società. La società azerbaigiana, purtroppo, non è pronta. Il problema qui non sono le persone. Non ci sono buone e cattive nazioni; ci sono buoni e cattivi leader. Abbiamo uno Stato, rappresentato dall’Azerbaigian, che ha trasformato il nazismo in una politica statale.

L’ARTSAKH RESISTE
La situazione ad Artsakh è così com’è: terribile, ma, comunque, siamo determinati. Il “corpo” del Karabakh è ferito, ma lo “spirito” non è spezzato” ha dichiarato Babayan.  “Nonostante le varie provocazioni, nonostante le pressioni dell’Azerbaigian, non devieremo dalla ‘strada’ che abbiamo scelto. E ci sono sempre state sparatorie, provocazioni e, purtroppo, ci saranno, poiché quello è lo ‘stile’ del nemico.”

Ci sono forze sane in Europa preoccupate per la situazione creata dalle azioni criminali dell’alleanza terroristica azerbaigiana-turca, che rappresenta una minaccia non solo per l’Artsakh e l’Armenia, ma per l’intero mondo civile. È questione di tempo È solo che siamo stati i primi, è il turno degli altri, il tempo mostrerà. Se il mondo civile chiude un occhio su ciò che sta accadendo, la distruzione dei valori culturali [armeni], il genocidio culturale [armeno] che fa parlare di sé nei territori del Karabakh occupati dall’Azerbaigian, la politica armenofobica dell’Azerbaigian, il terrorismo, il fattore tempo influenzerà anche prima. In effetti, gli attacchi al mondo civile sono iniziati molto tempo fa. Ricordiamo quale vocabolario [il presidente turco] Erdogan usava quando si rivolgeva al presidente francese“, ha osservato Babayan.

Il ministro degli Esteri dell’Artsakh ha anche informato circa il suo recente viaggio a Bruxelles sottolineando che in tutti i suoi incontro sono state discusse questioni umanitarie, la necessità del rilascio di tutti i prigionieri e detenuti armeni in Azerbaigian e il genocidio culturale armeno perpetrato dall’Azerbaigian, e il ruolo della Russia per il mantenimento della pace e della stabilità nella regione.

Le prime avvisaglie si erano avute già all’indomani della fine della guerra del 2020 allorché lo splendido monastero armeno di Dadivank – rimasto sia pure per una manciata di chilometri nel territorio controllato dai militari dell’Azerbaigian – era finito nelle mire della propaganda del ministero della cultura.
Subito ribattezzato con il nome di Khudavang, da Baku erano giunti proclami sulla identità azerbaigiana del sito e il 4 dicembre un rappresentante della minuscola comunità Udi vi aveva officiato una liturgia accompagnato. da uno stuolo di funzionari governativi e militari azeri.
Fu subito chiaro che l’indirizzo politico di Baku dopo il conflitto era quello di “dearmenizzare” le chiese armene e ricondurre le stesse all’origine albana.

Le chiese erano viste, giustamente, come un simbolo dell’armenità della regione e pertanto doveva essere attuata una doppia strategia: quello che non era stato distrutto durante o subito dopo il conflitto andava adeguatamente “restaurato” eliminando ogni traccia di armenità alle stesse.

Un esempio lampante di questa politica è dato dalla cattedrale di Shushi Ghazanchetsots (S.mo Salvatore) intenzionalmente colpita dai missili azeri durante la guerra, oggetto di vandalismi a fine conflitto e poi ingabbiata in lavori di manutenzione.
Basta soffermarsi su quanto riporta il sito del ministero della cultura azero per capire le finalità di questo restauro: “Come tutti gli altri monumenti storici e culturali dell’Azerbaigian, la Chiesa di Gazanchy sarà restaurata sulla base di documenti storici e materiali d’archivio, nel rispetto del suo aspetto artistico ed estetico originario; è un’attività scientifico-pratica-di ricerca e comprende un’analisi completa del monumento e lo studio delle caratteristiche architettoniche e storiche. Il progetto di restauro consentirà di riportare il monumento all’aspetto originario, come era nell’Ottocento”.
In parole semplici, verranno eliminati tutti gli elementi che in qualche modo possano riportare all’identità armena della chiesa, a cominciare dalla cupola (subito rimossa) e qualsiasi altra iscrizione. Naturalmente i “documenti storici” custoditi a Baku avranno un grado di attendibilità elevatissimo…

A giugno era stato poi il presidente Aliyev a dichiarare pubblicamente, nel corso di un suo tour ad Hadrut, che da ogni monumento civile o religioso nei territori ora sotto controllo azero andava rimossa qualsiasi iscrizione o riferimento armeno.
Un’operazione di pulizia etnica culturale, con arroganza annunciata pubblicamente senza che né l’Unesco né qualsiasi altra istituzione culturale o politica internazionale sentisse il dovere di criticarlo.

Ora, pochi giorni fa, il 3 febbraio, è partita ufficialmente la campagna di “dearmenizzazione”: il ministro della Cultura, Anar Karimov, ha affermato che sarà istituito un gruppo di lavoro per identificare ciò che ha definito “falsificazione armena” nelle chiese, mettendo in pratica una teoria pseudoscientifica che nega l’origine armena delle chiese.
Di fatto, il governo dell’Azerbaigian annuncia ufficialmente che intende cancellare le iscrizioni armene sui siti religiosi nel territorio che ha rivendicato nella guerra del 2020 con l’Armenia; anzi, rimuovere “le tracce fittizie scritte dagli armeni sui templi religiosi albanesi“.

La giustificazione di tale condotta si basa sulla teoria (sviluppata per la prima volta negli anni ’50 dallo storico azerbaigiano Ziya Buniyatov) che le chiese armene in realtà erano originariamente l’eredità dell’Albania caucasica, un antico regno un tempo situato in quello che oggi è l’Azerbaigian. La teoria, che non è supportata dagli storici tradizionali, è stata a lungo propagata dagli storici nazionalisti azerbaigiani ed è stata accolta dall’attuale governo di Baku.

Ora, tale vergognoso oltraggio all’arte, all’architettura e alla religione, oltre a meritare una decisa presa di posizione internazionale (ma son tutti troppo preoccupati a richiedere il gas azero per far fronte alla crisi ucraina…) ci induce ad alcune considerazioni:

  1. Come può rivendicare un’eredità culturale e religiosa uno Stato che esiste dal 1918?
  2. Se le chiese e i manufatti armeni altro non erano che sovrapposizioni di chiese e manufatti “albani”, perché per decenni gli azeri li hanno distrutti? Perché si sono accaniti sulle migliaia di croci di pietra medioevali (katchkar) di Julfa o hanno distrutto centinaia di chiese nel Nakchivan?
  3. Se gli azeri si dichiarano “eredi” degli albani caucasici cristiani, perché hanno mandato in guerra contro gli armeni migliaia di miliziani jihadisti che hanno compiuto atti di sacrilegio nei siti religiosi cristiani e hanno sgozzato come “infedeli” numerosi soldati e civili armeni?

Purtroppo, per le note congiunture economiche ed energetiche, difficilmente potrà arrivare una qualche solidarietà dalla politica europea e italiana in particolare.
La cui attiva lobby – qualche politico che “lancia appelli”, qualche giornalista di terza fascia, qualche ex professorino a pagamento – si è già attivata con interventi sui media nazionali per fare da cassa di risonanza e provare a fornire un qualche supporto storico all’ennesima porcata del dittatore Aliyev.
Naturalmente l’unico supporto che hanno è quello dei soldi…

Azerbaigian: Comunità armena condanna falsificazioni storiche su fede cristiana (Agenzia Nova, 7 feb)

La campagna azera contro le chiese armene in Artsakh (Korazym, 7 feb)

La lavanderia dell’Azerbaigian. Una storia di petrolio, guerra, soldi sporchi e politica (Green report, 7 feb)

Armeni Cristiani in fuga da una guerra dimenticata. Aiuto alla Chiesa che Soffre aiuta 150 famiglie armene cristiane rifugiate nella città di Goris (Korazym, 7 feb)

Gli armeni denunciano un genocidio culturale (Assadakah, 8 feb)

Haut-Karabakh: un’eredità cristiana in pericolo (Cultura cattolica, 9 feb)

La politica anti-armena di #cancelculture dei neoottomani (Notizie geopolitiche, 10 feb)

Azerbaigian: la mitologia storiografica come un’arma di epurazione etnica e culturale (Korazym, 11 feb)

I luoghi di culto contesi in Nagorno-Karabakh. Le ragioni dell’Armenia (Faro di Roma, 13 feb)

Il Ministro degli Esteri Babayan: «L’Artsakh resiste, non farà mai parte dell’Azerbajgian» (Korazym, 13 feb)

Si acuisce la crisi politica armena (Asia news, 15 feb)

Armenia-Azerbaigian: per una narrazione lineare (Gente e territorio, 17 feb)

Nagorno Karabakh, il patrimonio cristiano ancora a rischio? (Acistampa, 17 feb)

Il grido della Repubblica di Artsakh per l’autodeterminazione (Korazym, 19 feb)

Cristiani perseguitati: Acs, due progetti per sostenere i cristiani armeni in fuga da una guerra dimenticata (AgenSir, 22 feb)

Donbass: il riconoscimento di Putin risuona nel Caucaso (L’Indro, 22 feb)

Il Parlamento e il Presidente di Artsakh accolgono con favore il riconoscimento da parte della Russia della sovranità di Donetsk e Lugansk (Korazym, 23 feb)

Non c’è guerra (né propaganda) che fermi la speranza degli Armeni (Korazym, 23 feb)

Guerra in Ucraina: le reazioni dal Caucaso del Sud (Osservatorio Balcani e Caucaso, 24 feb)

Il ricordo doloroso dei massacri di Sumgait (Assadakah, 26 feb)

Ginevra – Ministro degli Esteri armeno al Consiglio per i Diritti Umani (Assadakah, 28 feb)

Storia del Caucaso: l’eccidio di Sumgait trentaquattro anni dopo (Speciale Eurasia, 28 feb)

(28 feb 21) SUMGAIT, GLI AZERI NEGANO TUTTO – Gli armeni sono responsabili dei massacri degli armeni nella città di Sumgait in Azerbaigian 34 anni fa: questa è la posizione ufficiale dell’Azerbaigian che non può negare i pogrom e i massacri degli armeni stessi – sarebbe impossibile negarlo – ma semplicemente incolpa gli armeni per questo mostruoso crimine commesso contro di loro. Questa posizione è stata ribadita dall’addetto stampa del Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian, Leyla Abdullayeva, che commentando la dichiarazione del ministero degli Esteri dell’Armenia nell’anniversario dei pogrom degli armeni a Sumgait ha considerato le accuse contro l’Azerbaigian “prive di fondamento” e “false”.

(28 feb 21) DEMOGRAFIA ARTSAKH – Nel 2021 sono nati 1463 bambini nelle istituzioni mediche del Ministero della Sanità della Repubblica dell’Artsakh (734 maschi e 729 femmine). Lo informa il ministero della Sanità della Repubblica dell’Artsakh, rilevando che a Stepanakert sono state registrate 1337 nascite (660 maschi e 677 femmine). Durante l’anno sono stati partoriti 22 gemelli e 3 bambini sono nati nell’ambito del programma di fecondazione in vitro. 78 bambini di Artsakh sono nati nelle istituzioni mediche dell’Armenia.

(28 feb 22) ANNIVERSARIO SUMGAIT – Il presidente dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan, ha visitato il Memoriale di Stepanakert, in occasione del 34° anniversario dei pogrom armeni a Sumgait, in Azerbaigian, e ha deposto fiori al monumento alle vittime innocenti di questa tragedia. Il capo di Stato dell’Artsakh era accompagnato dal presidente dell’Assemblea nazionale Artur Tovmasyan, dalle massime autorità civili e militari, da personaggi pubblici e politici.

(27 feb 22) FORZE DI PACE A KHRAMORT – Ieri sono giunti a Khramort (regione di Askeran) alcuni soldati delle forze di pace russe dopo le provocazioni azere degli ultimi giorni (spari contro civili nei campi, altoparlanti che diffonodno messaggi di minaccia per la popolazione e intonazioni del muezzino). I russi hanno avuto contatti con la parte azerbaigiana e sono convinti che il problema sarà risolto a breve.

(24 feb 22) COMMISSIONE TURCO ARMENA – Secondo round di colloqui della commissione per la normalizzazione delle relazioni diplomatiche fra Turchia e Armenia. A Vienna si sono incontrati l’ambasciatore turco Serdar Kilic e il vicepresidente del parlamento armeno Ruben Rubinyan a capo delle rispettive delegazioni.

(23 feb 22) REAZIONE ARMENA ALL’ACCORDO DI MOSCA – “Ci auguriamo che l’accordo firmato a Mosca il 22 febbraio di quest’anno creerà ulteriori opportunità per l’attuazione delle disposizioni delle tre dichiarazioni adottate dai leader di Armenia, Russia e Azerbaigian, che possono anche contribuire a un lungo termine e risoluzione globale del conflitto del Nagorno-Karabakh sotto gli auspici dei copresidenti del Gruppo OSCE di Minsk”, ha affermato Vahan Hunanyan, portavoce del ministero degli Esteri armeno, che ha altresì sottolineato lo storico legame tra Armenia e Russia.

(23 feb 22) VIOLAZIONI AZERE – L’Esercito di Difesa dell’Artsakh denuncia che intorno alle 10,05 (ora locale) nel settore sudorientale postazioni azere hanno violato il regime di cessate-il-fuoco. Non si registrano danni o feriti.

(22 feb 22) COLLOQUI PUTIN E ALIYEV – Il presidente dell’Azerbaigian è in Russia dove ha avuto un lungo colloquio con Putin. I due hanno siglato una dichiarazione sulla cooperazione alleata, portando le relazioni tra Russia e Azerbaigian a livello alleato. Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato in seguito ai colloqui russo-azeri che è importante raggiungere pienamente tutti gli accordi sul piano di risoluzione del contenzioso del Karabakh. Secondo lui, è stata prestata particolare attenzione alla normalizzazione delle relazioni tra l’Azerbaigian e l’Armenia. “È stata confermata l’importanza della piena attuazione di tutti gli accordi trilaterali di Azerbaigian, Armenia e Russia sul Nagorno-Karabakh raggiunti ai massimi livelli“, ha affermato Putin in una nota a seguito dei colloqui russo-azerbaigiani.

(22 feb 22) REPUBBLICHE DI DONETSK E LUHANSK – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha diffuso un messaggio in occasione del riconoscimento da parte della Russia dell’indipendenza delle Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk. Il messaggio recita come segue: “A nome delle autorità e del popolo della Repubblica dell’Artsakh accolgo con favore la decisione del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin di riconoscere l’indipendenza delle Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk. Il diritto delle nazioni all’autodeterminazione e alla costruzione del proprio Stato è inalienabile per ogni popolo ed è un principio fondamentale del diritto internazionale. L’istituzione di uno Stato indipendente e il suo riconoscimento internazionale diventa un imperativo soprattutto di fronte ai pericoli esistenziali, in quanto è il mezzo più efficace e civile per prevenire spargimenti di sangue e disastri umanitari. La Repubblica dell’Artsakh ha combattuto per decenni per la sua libertà, sicurezza e costruzione dello stato ed è stata esposta a molti processi e azioni genocide. Pertanto, ci auguriamo che la Repubblica dell’Artsakh, che ha basi storiche, politiche, legali e morali rilevanti e indiscutibili, si sia guadagnata il riconoscimento internazionale del suo stato sovrano. Congratulazioni al popolo del Donbas per questo evento storico! Ci auguriamo che la pace e la stabilità stabili vengano ripristinate in questa regione un tempo prospera“.

(22 feb 22) AGGIORNAMENTO COVID – Un’altra persona a cui era stato diagnosticato il COVID-19 è morta secondo quanto riferisce il Ministero della Salute di Artsakh. Un totale di 255 test per il coronavirus sono stati condotti ieri con 81 nuovi casi di questa malattia, anche tra i bambini. Attualmente, 60 persone stanno ricevendo cure ospedaliere ad Artsakh per COVID-19 e altre 314, inclusi 42 bambini, stanno ricevendo cure ambulatoriali. Finora in Artsakh sono stati condotti 8.063 test per il coronavirus nel 2022 e i risultati di 2.621 di questi sono risultati positivi. Ad oggi sono stati segnalati 28 decessi per COVID-19.

(21 feb 22) RICERCATI PRESIDENTI ARMENI! – L’Azerbaigian ha dichiarato “ricercati” gli ex presidenti armeni Robert Kocharyan e Serzh Sargsyan. “Gli ex presidenti Robert Kocharyan e Serzh Sargsyan dell’Armenia sono stati perseguiti in base ai pertinenti articoli del codice penale [azero] e sono stati dichiarati ricercati“, ha affermato Emil Taghiyev, capo del dipartimento investigativo speciale dell’ufficio del procuratore militare azerbaigiano secondo il quale dal febbraio 1988 Kocharyan e Sargsyan hanno tenuto assemblee dei dipendenti armeni delle organizzazioni e istituzioni nel Nagorno-Karabakh e per incitare all’inimicizia nazionale e all’odio tra i popoli dell’Azerbaigian e dell’Armenia.

(21 feb 22) ANCORA VIOLAZIONI AZERE – Il ministero della Difesa azero ha rilasciato un comunicato secondo cui domenica e lunedì le unità dell’Esercito di difesa hanno aperto il fuoco contro le postazioni azere nei territori adiacenti ai villaggi di Shosh e Taghavard. A tale comunicato ha risposto il ministero della Difesa di Artsakh. “Le accuse del Ministero della Difesa azerbaigiano sono completamente false. Il regime di cessate il fuoco nell’area è stato violato dalle unità azerbaigiane, che hanno aperto il fuoco irregolare in direzione delle postazioni dell’Esercito di Difesa. Non ci sono state vittime né danni materiali a seguito di violazione del cessate il fuoco“. Il comando del contingente di mantenimento della pace russo è stato informato della violazione del cessate il fuoco da parte delle unità azere.

(21 feb 22) SOLDATO FERITO – Khachatur Khachatryan, un coscritto dell’esercito di difesa che aveva subito una ferita da arma da fuoco il 15 febbraio nella zona di confine orientale dell’Artsakh a causa di una sparatoria azerbaigiana, è in condizioni soddisfacenti secondo quanto riferisce l’esercito di difesa dell’Artsakh. Il giovane è in fase di trattamento post-operatorio.

(20 feb 22) NUOVO KACHKAR – Nel villaggio di Haterk, regione di Martakert, 1500 abitanti prima della guerra, è stato inaugurato un kachkar sulla sommità di un colle sormontato da una enorme bandiera dell’Artsakh.

(19 feb 22) DICHIARAZIONE DEL PRIMATE DELLA DIOCESI DELL’ARTSAKH – Il primate della diocesi di Artsakh della Chiesa apostolica armena, il vescovo Vrtanes Abrahamyan, ha riflettuto sulle minacce delle autorità azere contro il presidente Arayik Harutyunyan. “Non è un segreto per noi che l’Azerbaigian continui regolarmente e continuerà la sua politica insidiosa e distruttiva. Soprattutto dopo la guerra, chi ha visto una parola costruttiva dall’Azerbaigian? Tutto è stato fatto per sradicare l’Artsakh come armeno. E non sono un caso la detenzione [azerbaigiana] di prigionieri [armeni], il genocidio culturale e, infine, le minacce contro le organizzazioni statali perché il Presidente dell’Artsakh agisce nella persona della Costituzione della Stato dell’Artsakh. Questa volta il nemico ha preso di mira l’istituzione del Presidente dell’Artsakh, il che dimostra che la statualità dell’Artsakh è in pericolo nel vero senso della parola. Prendendo di mira il presidente dell’Artsakh, l’Azerbaigian prende di mira tutti noi abitanti dell’Artsakh. Come persona di Artsakh, come armeno, come sacerdote, condanno le decisioni distruttive dell’Azerbaigian. Per informazione dell’Azerbaigian: noi abitanti dell’Artsakh siamo con il nostro presidente e siamo pronti a garantire la sicurezza del nostro presidente“, ha affermato il primate della diocesi di Artsakh.

(18 feb 22) ANCORA SPARI AZERI – Nuova violazione azera del cessate-il-fuoco con colpi sparati all’indirizzo di abitazioni civili nel villaggio di Taghavard (Martuni) intorno alle 17 ora locale. I proiettili hanno danneggiato l’esterno dei muri di alcune case e uno dei proiettili ha colpito la finestra ed è penetrato all’interno. L’ufficio del procuratore di Artsakh ha informato dell’incidente il pubblico ministero incluso nel contingente di mantenimento della pace russo ad Artsakh e le prove preliminari di questo incidente sono state trasmesse.

(18 feb 22) LEGGE SUI TERRITORI OCCUPATI – Nella seduta straordinaria dodierna, l’Assemblea nazionale dell’Artsakh ha approvato all’unanimità, in seconda lettura e integralmente, il disegno di legge “Sui territori occupati”. Il disegno di legge è stato adottato con 30 voti favorevoli e tutti i parlamentari presenti hanno votato a favore. Questo disegno di legge era stato adottato mercoledì in prima lettura. La legge adottata definisce le relazioni relative allo status giuridico dei territori dell’Artsakh occupati dall’Azerbaigian e il regime giuridico speciale ad essi applicabile, le peculiarità delle attività dei governi e delle organizzazioni statali e locali, i diritti e le libertà umani e civili, nonché la tutela e la difesa dei diritti e degli interessi delle persone giuridiche.

(18 feb 22) DICHIARAZIONE PARLAMENTO – Nella sua seduta straordinaria venerdì, l’Assemblea nazionale dell’Artsakh ha adottato all’unanimità, con 30 voti favorevoli e nessuno contrario, la sua dichiarazione in occasione dell’Artsakh Revival Day. “Il futuro dell’Artsakh armeno è garantito solo nella prospettiva di vivere liberamente e in modo indipendente. Esprimendo la volontà collettiva e il punto di vista del popolo di Artsakh, l’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh riafferma il suo impegno per la storica decisione del 20 febbraio 1998 e la sua determinazione a difendere il suo diritto a vivere liberamente nella sua patria“, si legge nella suddetta dichiarazione.

(17 feb 22) DISPERSI IN GUERRA – Per facilitare l’identificazione dei resti umani in futuro, sono stati raccolti 793 campioni biologici dai membri delle famiglie di 316 persone azere scomparse dal conflitto negli anni ’90 come ha riferito il Comitato Internazionale della Croce Rossa. Secondo il rapporto, il Comitato in qualità di intermediario neutrale ha effettuato 346 operazioni di ricerca e rimozione di resti umani nei territori in cui si sono verificate le ostilità. Ai familiari delle 347 persone scomparse è stato fornito sostegno psicosociale.

(17 feb 22) ARRESTI PER SPIONAGGIO – Una presunta rete di spionaggio a favore del nemico è stata smantellata in Armenia: 20 persone sono accusate di tradimento e 14 di loro sono state arrestate a scopo preventivo. A seguito di attività investigativa , la procura penale è convinta che durante la guerra dei 44 giorni la rete di spie abbia fornito informazioni di vitale importanza al nemico. Gli azeri avrebbero ottenuto informazioni chiare su tipologia e numero di truppe armene, formazioni, equipaggiamento militare, possibili tattiche e altro. A seguito delle loro azioni, il nemico, con l’aiuto di droni e artiglieria, ha sferrato colpi precisi, rendendo inabili le formazioni militari armene e ostacolando l’ulteriore attuazione dei compiti loro assegnati.

(17 feb 22) PARLAMENTO EUROPEO – Il Gruppo di Minsk dell’Osce rimane l’unico formato riconosciuto a livello internazionale per la risoluzione del conflitto del Karabakh, secondo il Rapporto 2021 del Parlamento europeo sugli affari esteri e la politica di sicurezza. Il documento sottolinea la necessità di un maggiore coinvolgimento dell’UE e degli Stati membri nel Caucaso meridionale per garantire stabilità e prosperità alla regione, nonché per contrastare l’influenza e l’interferenza dei poteri regionali. Il Parlamento europeo raccomanda la risoluzione del conflitto e delle problematiche post conflitto come la definizione dei confini e il rilascio di tutti i prigionieri di guerra. Il Gruppo di Minsk rimane l’unico formato riconosciuto a livello internazionale per risolvere questo conflitto basato sui principi di integrità territoriale, non uso della forza, autodeterminazione e pari diritti e risoluzione pacifica dei conflitti e il rapporto auspica che il Gruppo torni al più presto al suo ruolo di mediatore.

(16 feb 22) OMBUDSMAN ARMENIA – Si è conclusa oggi la visita dell’ombudsman dell’Armenia, Arman Tatoyan, in Artsakh dove, accompaganto dal collega Gegham Stepanyan, ha raccolto fatti sui diritti umani a Taghavard, Karmir Shuka, Aghavno, Khramort e in un certo numero di altre comunità nella Repubblica dell’Artsakh, dopo i 44 giorni guerra. Tatoyan ha sottolineato in un commento su FB come sia ovvio che le autorità azere perseguono una politica criminale di intimidazione dei civili armeni, creando un clima di disperazione, sistematico e mirato. Al riguardo ha notato che in tutti i luoghi in cui sono di stanza le forze armate azere, la sicurezza delle persone è interrotta, la vita è in pericolo reale e per questo motivo le postazioni dell’Azerbaigian non dovrebbero trovarsi nelle vicinanze dei villaggi armeni e vicino alle strade. Tatoyan ha rimarcato che tutti i fatti provano che le azioni criminali delle forze armate azere contro la popolazione civile armena sono della stessa natura sia in Armenia che in Artsakh, con manifestazioni aggressive in Artsakh.

(16 nov 22) RESPINTE LE ACCUSE AZERE AL PRESIDENTE – Il ministro della Giustizia Karen Andreasyan afferma che l’avvio di un procedimento penale da parte delle forze dell’ordine azere contro il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan è privo di qualsiasi base giuridica internazionale. “Sicuramente, qualsiasi persona ragionevole comprende che questo procedimento penale non può avere basi legali internazionali. Il popolo di Artsakh ha organizzato l’autodifesa durante la guerra lanciata dall’Azerbaigian. Avviare un’azione legale per autodifesa è irragionevole“, ha affermato Andreasyan.

(16 feb 22) SPARI AZERI CONTRO CIVILI – Ancora colpi di arma da fuoco sparati dalle postazioni azere contro civili dell’Artsakh. Questa volta i soldati hanno sparato contro alcuni contadini che stavano lavorando in una vigna nei pressi del villaggio di Khramort. Il sindaco del villaggio ha detto che “Loro [cioè i soldati azeri] non permettono ai nostri residenti di lavorare [là]. Gli azeri li hanno minacciati di non venire più in quei territori. In quel momento erano presenti anche le forze di pace russe. Gli azeri sono costretti ad andarsene, sotto la minaccia delle armi.

(16 feb 22) SISTEMA SANITARIO – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha convocato una consultazione di lavoro dedicata all’elaborazione del concetto di sviluppo del sistema sanitario nella Repubblica. Il Capo dello Stato ha sottolineato che la qualità, la disponibilità e la gratuità delle cure mediche e degli altri servizi sanitari garantiti dallo Stato sono tra le priorità del Governo, e il compito dei responsabili della sfera è quello di adottare tutte le misure per attuare correttamente il programma e puntuale. Il Presidente ha incaricato di elaborare un concetto per lo sviluppo del sistema, coinvolgendo professionisti esperti, tenendo conto delle preoccupazioni e dei suggerimenti di tutti i gruppi beneficiari. Durante l’incontro sono stati discussi anche la situazione epidemica nella Repubblica e altre questioni che devono affrontare la sfera, alla presenza del ministro di Stato Artak Beglaryan, rappresentanti di tutte le forze parlamentari e altri funzionari.

(16 feb 22) PASSA LEGGE SUI TERRITORI OCCUPATI – Nella seduta straordinaria di mercoledì, l’Assemblea nazionale dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) ha approvato, in prima lettura, il disegno di legge “Sui territori occupati”. Il disegno di legge definisce le relazioni relative allo status giuridico dei territori dell’Artsakh occupati dall’Azerbaigian e il regime giuridico speciale ad essi applicabile, le peculiarità delle attività dei governi e delle organizzazioni statali e locali, i diritti umani e civili e le libertà, nonché la tutela e la difesa dei diritti e degli interessi delle persone giuridiche. Questa proposta di legge è stata esaminata dal servizio di esperti dell’Assemblea nazionale e, in connessione con l’adozione di questo disegno di legge, è stato proposto di apportare modifiche ai codici elettorali e civili dell’Artsakh, nonché alla legge sul referendum locale.

(15 feb 22) FERITO SOLDATO ARMENO – Verso le 16:15 (ora locale), nella zona di confine orientale dell’Artsakh, i soldati nemici hanno violato il cessate il fuoco, a seguito del quale un coscritto Khachatur Gagik Khachatryan è rimasto ferito da arma da fuoco. Le sue condizioni sono giudicate gravi ma stabili.

(15 feb 22) COLPI CONTRO CONTADINI – Intorno alle 15:30 (ora locale) sono stati sparati colpi da postazioni azere situate vicino al villaggio di Khnapat nella regione di Askeran secondo quanto riferisce l’ufficio del procuratore generale di Artsakh. Un trattore è stato danneggiato e i cittadini sono riusciti a fuggire grazie all’intervento delle forze di pace russe. “Invece di minacciare i cittadini della Repubblica dell’Artsakh con la detenzione o il perseguimento penale, consigliamo all’Ufficio del Procuratore dell’Azerbaigian di adottare misure minime per prevenire la distruzione fisica dei civili nell’Artsakh e assicurare alla giustizia gli autori di tali crimini. Questo non è solo l’unico approccio civile per i Paesi “in cerca di pace”, ma anche un obbligo internazionalmente e pubblicamente accettato dell’Azerbaigian, che ha aderito alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali“, afferma il rapporto.

(15 feb 22) MISSIONE UNESCO – L’UNESCO continua a lavorare per inviare una Missione Tecnica Indipendente in Nagorno-Karabakh secondo quanto assume l’Ufficio Stampa dell’UNESCO rispondendo alla stampa circa le segnalazioni sui casi di distorsione e distruzione del patrimonio storico-culturale armeno nell’Artsakh (Nagorno -Karabakh) nei territori che sono passati sotto il controllo azerbaigiano dopo la guerra del 2020. “Continuiamo a lavorare per inviare una Missione Tecnica Indipendente dell’UNESCO nel quadro della Convenzione del 1954. Ci auguriamo che sia possibile presto, ma per il momento non sussistono le condizioni necessarie. Quindi le discussioni sono ancora in corso“, ha affermato Thomas Mallard, addetto stampa dell’UNESCO aggiungendo che “il patrimonio e la storia non dovrebbero essere oggetto di alcuna strumentalizzazione politica. Esortiamo tutti i nostri Stati membri, in tutto il mondo, a rispettare questo principio”.

(15 feb 22) AZERI CONTRO HARUTYUNYAN – L’ufficio del procuratore generale dell’Azerbaigian ha annunciato che intende “catturare” e “processare” il presidente Arayik Harutyunyan del Nagorno Karabakh (Artsakh) che sarebbe accusato di “quattro atti terroristici commessi nell’ottobre 2020 contro civili a Ganja”. Si tratta di un bombardamento che ha colpito la città di Ganja nel pieno della guerra scatenata dagli azeri contro l’Artsakh.

(15 feb 22) CONSIGLIO DEL SERVIZIO CIVILE – Il presidente Harutyunyan ha firmato un decreto sulla destituzione di Boris Arushanyan dalla carica di presidente del Consiglio del servizio civile e in connessione con la fine del suo rispettivo mandato. Al suo posto è stato nominato con una mandato di sei anni Armen Tovmasyan.

(15 feb 22) AGGIORNAMENTO COVID – Altre due persone a cui è stato diagnosticato il COVID-19 sono morte in Artsakh (Nagorno-Karabakh). Un totale di 303 test per il coronavirus sono stati condotti lunedì con 133 nuovi casi di questa malattia, anche tra i bambini. Attualmente, 54 persone stanno ricevendo cure ospedaliere. Finora nell’Artsakh sono stati condotti 6.045 test per il coronavirus nel 2022 e i risultati di 1.879 di questi sono risultati positivi. Dall’inizio della pandemia sono stati segnalati 23 decessi per COVID-19.

(14 feb 22) CORRIDOIO FERROVIARIO – Artashes Tumanyan, Capo del gruppo di lavoro armeno del programma di ripristino delle ferrovie, nonchè consigliere del Primo Ministro armeno, ha dichiarato che tra una decina di giorni gli specialisti inizieranno a condurre studi strumentali, anche con la partecipazione di esperti russi, sulle due tratte da ripristinare della ferrovia Armenia-Azerbaigian, sulla base dei quali verrà sviluppato un piano. Tuttavia, da parte armena non è ancora noto quando inizieranno i rispettivi lavori. Secondo il consigliere del Primo Ministro armeno, per poter avviare quel lavoro, gli accordi in materia raggiunti tra Armenia e Azerbaigian devono essere specificati in un documento. Tumanyan ha osservato che ci vorranno solo pochi mesi per ripristinare la sezione Yeraskh della ferrovia Armenia-Azerbaigian, mentre tre anni nella sezione Meghri, dove sarà costruita una ferrovia di 45 chilometri. Secondo il consigliere del premier armeno, per l’Armenia non è ancora chiaro quanto costerà questo lavoro.

(14 feb 22) LA PACE PER ALIYEV – Il presidente dell’Azerbaigian nel corso di una visita nella zona di Aghdam ha posto le condizioni per la firma di un accordo di pace tra l’Armenia e il suo Paese. Aliyev ha riferito che questo accordo deve essere firmato sulla base delle norme internazionali e dei principi del diritto, a condizione della reciproca accettazione dell’integrità territoriale dei due paesi. Il che, per il presidente dell’Azerbaigian, significa il pieno possesso di tutto il Nagorno Karabakh. Aliyev ha tenuto tuttavia a precisare che il suo Paese non dimenticherà mai la “atrocità” della occupazione armena e ha espresso fiducia che il lavoro attualmente svolto dal suo paese, “compresa la costruzione militare, rafforzerà ulteriormente il Paese e diventerà la risposta alle forze revansciste sorte in Armenia“.

(13 feb 22) 34° MOVIMENTO LIBERAZIONE NAZIONALE – I membri della Commissione di Stato per l’organizzazione di eventi dedicati al 34° anniversario del movimento di liberazione nazionale dell’Artsakh, guidata da Artur Tovmasyan, hanno visitato il Memoriale di Stepanakert per deporre una corona di fiori al memoriale degli eroi morti nell’Artsakh e nelle guerre patriottiche , riferisce l’Assemblea nazionale dell’Artsakh. I membri del comitato hanno quindi deposto fiori e reso omaggio alle tombe degli armeni consacrate nelle tre guerre dell’Artsakh adiacenti al memoriale della città.

(12 feb 22) SMENTITE DIMISSIONI PRESIDENTE – Le notizie diffuse su alcuni media armeni, secondo cui il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha recentemente espresso la disponibilità a lasciare l’incarico, non corrispondono alla realtà. Lusine Avanesyan, portavoce del presidente dell’Artsakh, ha sottolineato alla stampa locale che il presidente Harutyunyan ha più volte dichiarato nel dopoguerra di essere pronto a dimettersi, ma notando che farà quel passo quando le elezioni nazionali si potranno tenere ad Artsakh.

(11 feb 22) CORRIDOIO DI ZANGEZUR – In un’intervista a media azeri il presidente dell’Azerbaigian ha dichiarato che è sua intenzione costruire una linea elettrica dall’Azerbaigian al Nakhchivan attraverso il cosidetto corridoio di Zangezur (Syunik, Armenia) oltrea un passante stradale e ferroviario.

(11 feb 22) SPARI AZERI – Ancora spari azeri contro gli insediamenti civili di Karmir Shuka e Taghavard. Qualche danno ma nessun ferito. L’ennesima provocazione è stata denunciata dall’ombudsman dell’Artsakh.

(11 feb 22) ESERCITAZIONI RUSSE – Il ministero della Difesa russo informa che, nell’ambito delle previste esercitazioni di addestramento al combattimento, i militari del contingente di mantenimento della pace russo hanno eseguito esercizi di tiro e manovre standard per la guida di veicoli corazzati per il trasporto di personale BTR-82A nel campo di addestramento allestito in Artsakh. In totale, circa 50 militari russi e circa 10 unità di combattimento e equipaggiamento speciale sono stati coinvolti nell’addestramento al combattimento.

(11 feb 22) VISITA DI BABAYAN A BRUXELLES – Il ministro degli Esteri dell’Artsakh si è recato da lunedì a giovedì in visita a Bruxelles. Si tratta della prima missione all’estero (Armenia esclusa) dalla fine della guerra. “Durante la visita, il gruppo di amicizia con Artsakh ha organizzato un incontro al Parlamento europeo con la partecipazione di molti parlamentari delle principali fazioni politiche. Gli eurodeputati sono stati informati in dettaglio sulla situazione e le sfide dell’Artsakh dopo la guerra scatenata dall’Azerbaigian nel 2020, così come la politica aggressiva dell’Azerbaigian“, rileva la dichiarazione rilasciata dalla Federazione armena europea per la giustizia e la democrazia (EAFJD).Inoltre, Babayan ha avuto incontri con i senatori membri del gruppo di amicizia di Armenia e Georgia nel parlamento federale belga, i membri del circolo di amicizia di lingua francese del Belgio con l’Artsakh, nonché i membri del gruppo di amicizia del parlamento fiammingo con l’Artsakh. Inoltre, il ministro ha tenuto una conferenza sul conflitto del Nagorno-Karabakh, nonché sulla situazione attuale, a diverse decine di studenti di un’importante università di giurisprudenza tedesca in visita a Bruxelles. La visita si è conclusa con un incontro con i membri degli organi rappresentativi della comunità armena del Belgio. La politica azerbaigiana volta all’eliminazione del patrimonio culturale armeno nei territori occupati dall’Azerbaigian e alla falsificazione della storia, nonché la necessità di combatterla, è stata tra i temi chiave di tutti gli incontri.

(10 feb 22) RITROVATO ALTRO CADUTO ARMENO – Nella regione di Martuni le squadre di ricerca hanno rinvenuto i resti di un altro caduto armeno la cui identità sarà stabilita mediante esame forense. Il totale dei ritrovamenti dalla fine della guerra è salito a 1.710.

(10 feb 22) FORZA DI PACE RUSSA – Per il Segretario del Consiglio di sicurezza dell’Armenia, Armen Grigoryan, le forze di pace della Russia devono rimanere nel Nagorno Karabakh fin tanto che lo status della regione non sarà determinato. Lo ha dichiarato in una conferenza stampa sottolineando anche che la rispettiva posizione della parte armena secondo cui il conflitto del Nagorno Karabakh dovrebbe essere risolto nel quadro del Gruppo di Minsk e in modo pacifico.

(10 feb 22) NOMINE PRESIDENZIALI – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha firmato un decreto sul licenziamento di Armen Tovmasyan dalla carica di ministro dell’Economia e dell’agricoltura della Repubblica dell’Artsakh in relazione al suo trasferimento a un altro lavoro. Con un altro decreto del presidente, Norayr Musayelyan è stato nominato ministro dell’agricoltura. Il Capo dello Stato ha anche approvato le decisioni del Governo, secondo le quali Armen Ghahramanyan è stato licenziato dalla carica di capo dell’amministrazione della regione di Askeran della Repubblica dell’Artsakh, secondo la sua domanda. Amleto Apresyan è stato nominato capo dell’amministrazione della regione di Askeran, rassegnando le dimissioni dalla carica di vicepresidente del Comitato per l’acqua della Repubblica dell’Artsakh. Vahram Ghahramanyan è stato nominato Presidente del Comitato per i danni materiali della Repubblica dell’Artsakh.

(9 feb 22) CONTABILITA’ DI GUERRA – Secondo quanto riferito oggi dal premier armeno Pashinyan, 3812 persone sono morte a causa della guerra del 2020. 3736 erano soldati, 76 civili. Il numero è soggetto a cambiamenti in base ai ritrovamenti di resti umani nelle regioni ora occupate dagli azeri. La parte armena lamenta anche 217 persone scomparse durante la guerra.

(9 feb 22) PROTEZIONE PATRIMONIO ARMENO – La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, circa la conservazione del patrimonio culturale e storico in Artsakh ha dichiarato che la Russia è favorevole all’organizzazione della missione dell’UNESCO nella regione il prima possibile. Al riguardo, Zakharova ha ricordato che il 7 dicembre 2021 la dichiarazione congiunta dei ministri degli Esteri di Russia, Stati Uniti e Francia ha invitato l’Armenia e l’Azerbaigian a continuare la cooperazione sotto gli auspici del Gruppo di Minsk dell’Osce per compiere reali progressi nella protezione degli aiuti umanitari, compresi i monumenti storici e culturali.

(9 feb 22) FERROVIA ARMENO-AZERA – Nel corso di un dibattito parlamentare, il premier Pashinyan si è soffermato sulla tratta ferroviaria Yeraskh-Julfa-Ordubad-Meghri-Horadiz ricordando come il passante ferroviario sia stato concordato nel dicembre 2021, durante l’incontro trilaterale con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev. Al riguardo ritiene che tale accordo vada formalizzato “de jure” al fine di stabilire i corretti parametri di applicazione. Di recente, il vice primo ministro armeno Mher Grigoryan ha incontrato a Yerevan il copresidente russo del gruppo di lavoro trilaterale Alexei Overchuk e il capo della compagnia ferroviaria russa. “Abbiamo convenuto che la ferrovia dovrebbe funzionare secondo le regole internazionali, nel quadro della legislazione e della sovranità dei paesi, il che significa che ai valichi di frontiera dovrebbero essere esercitati controlli di frontiera, doganali e di altro tipo. E dobbiamo concordare i parametri per costruire una ferrovia con lo stesso parametro, perché quelle ferrovie devono fondersi tra loro. Diventerà una rotta per il trasporto internazionale di merci. E tutto questo è molto importante per noi per registrarci de jure il prima possibile, per firmarlo”, ha detto Pashinyan.

(9 feb 22) I TAPPETI CERCANO CASA – Circa 170 tappeti del museo nazionale di Shushi sono stati salvati dalle bombe azere e trasportati in Armenia prima della fine della guerra. Allocati temporaneamente al museo nazionale di architettura di Yerevan devono ora trovare un altro spazio espositivo a causa della indisponibilità dei locali dove ora si trovano. Il ministero dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport ha offerto al proprietario della collezione di tappeti del Museo dei tappeti di Shushi (si tratta di una collezione privata) di esporre la collezione nei migliori musei disponibili in Armenia. Il viceministro Ara Khzmalyan ha dichiarato che serebbe auspicabile aggiungere i tappeti ad altre collezioni museali per arrcchirne il valore ma non si eslcude anche la possibilità di realizzare un nuovo museo dedicato solo a questa arte.

(9 feb 22) CAMBIAMENTI ISTITUZIONALI – Il presidente della repubblica ha siglato il decreto che modifica alcuni sorpi dello Stato. Nello specifico il Ministero del Lavoro, degli Affari Sociali e della Migrazione è stato ridenominato “Ministero dello Sviluppo Sociale e delle Migrazioni”; il blocco economico è stato separato dal Ministero dell’Economia e dell’Agricoltura e annesso al Ministero delle Finanze mentre il Servizio di controllo statale (successore dell’attuale Servizio di controllo del Presidente della Repubblica dell’Artsakh) e l’operatività neo-costituito Comitato sui Danni materiali (post guerra) è stata collegata ad altre strutture amministrative dello Stato.

(9 feb 22) AGGIORNAMENTO COVID – Un’altra persona a cui è stato diagnosticato il COVID-19 è morta in Artsakh. Ieri sono stati condotti un totale di 400 test per il coronavirus e dai quali sono stati confermati 190 nuovi casi di questa malattia. Finora nel 2022 ad Artsakh sono stati condotti in totale 3.716 test per il coronavirus e i risultati di 867 di questi sono tornati positivi. In totale, sono stati segnalati 20 decessi per COVID-19.

(8 feb 22) VIOLAZIONI AZERE – L’ufficio del procuratore di Artsakh ha segnalato violazioni del cessate-il-fuoco da parte azerbaigiana. “Verso mezzogiorno nell’area vicino alla città di Askeran, da una postazione di combattimento azerbaigiana sono stati sparati diversi colpi da una mitragliatrice di grosso calibro in direzione dei lavoratori dell’impresa di lavorazione della pietra Future Generations’ Fund LLC, operante in nel villaggio di Khramort nell’Askeran. In fuga dagli spari, i lavoratori hanno dovuto nascondersi per circa due ore prima dell’arrivo della polizia. Le circostanze dell’incidente sono in corso di indagine”, ha detto l’ufficio del pubblico ministero.

(8 feb 22) TURISMO IN ARTSAKH – Nel mese di gennaio 415 turisti stranieri hanno visitato l’Artsakh; di questi 374 erano cittadini di Paesi CIS mentre 41 provenivano da altre nazioni. Gohar Hayrapetyan, Capo del Dipartimento di Informazione e Relazioni Pubbliche del Ministero dell’Economia e dell’Agricoltura della Repubblica di Artsakh, ha rilasciato queste informazioni alla stampa precisando che lo scorso anno (peraltro a poche settimane dalla conclusione della guerra) erano stati solo 90 i visitatori nella repubblica.

(7 feb 22) NUOVO MINISTRO DELL’EDUCAZIONE – Il presidente Arayik Harutyunyan ha firmato un decreto sulla destituzione di Lusine Gharakhanyan dalla carica di ministro dell’Istruzione, della scienza, della cultura e dello sport dell’Artsakh, su sua stessa richiesta., e l’ha nominata consigliere presidenziale. Anahit Hakobyan è stata nominata nuovo ministro dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport dell’Artsakh.

(7 feb 22) LIBERI OTTO PRIGIONIERI – Con la mediazione del presidente francese Macron e del presidente del Consiglio d’Europa Michel, l’Azerbaigian ha liberato otto prigionieri di guerra armeni alcuni dei quali catturati durante l’attacco azero nel territorio dell’Armenia lo scorso 16 novembre. I soldati liberati sono Sargis Tarzyan, Vardges Balayan, Armen Petrosyan, Artur Babayan, Hmayak Sargsyan, Gurgen Galoyan, Grigor Kyureghyan, e Vagharshak Maloyan.

(7 feb 22) INCIDENTE STRADALE – Secondo i media azeri, 16 persone, quasi tutti lavoratori turchi, sono rimaste ferite in un incidente di un autobus di servizio della Kolin Insaat Sanayi ve Ticaret A.S. società, quale subappaltatore della costruzione dell’autostrada Ahmedbeyli-Fizuli-Shushi. L’incidente è avvenuto in un territorio occupato della regione di Martuni di Artsakh. Due persone sono ricoverate in terapia intensiva e versano in gravi condizioni.

(7 feb 22) AEROPORTO DI STEPANAKERT – Per ordine del ministro dell’amministrazione territoriale e delle infrastrutture dell’Artsakh, Hayk Khanumyan, i poteri di Erik Ohanyan come direttore esecutivo della società dell’aeroporto di Stepanakert sono stati revocati in anticipo e, ai sensi della legge sulle società per azioni. e assegnati temporaneamente al suo vicedirettore esecutivo, Marat Hakobyan.

(5 feb 22) ATTIVITA’ FORZA DI PACE RUSSA – Il ministero della Difesa russo riferisce ha riassunto l’attività svolta nel mese di gennaio dai militari del contingente di mantenimento della pace russo nel Nagorno-Karabakh (Artsakh), in particolare nelle regioni nelle regioni di Askeran, Martakert e Martuni. Nello specifico, grazie alle forze di pace russe, i convogli che trasportavano aiuti umanitari hanno raggiunto l’Artsakh in sicurezza, i pellegrini hanno visitato il monastero di Amaras, i militari russi si sono assicurati che il cessate il fuoco non fosse violato e hanno sminato vari luoghi. Sono state organizzate più di 30 azioni umanitarie, durante le quali sono stati distribuiti più di 500 kg di aiuti umanitari agli sfollati e ai bisognosi, comprese le famiglie numerose. Inoltre, le forze di pace hanno accompagnato circa 300 pellegrini in visita nei monasteri. Le squadre mobili del contingente di mantenimento della pace russo hanno effettuato 39 pattugliamenti lungo le rotte concordate della linea di confine del Nagorno-Karabakh. A gennaio, le forze di pace russe hanno effettuato 31 viaggi per garantire la sicurezza dei lavori agricoli, di riparazione e di recupero. Le unità di ingegneria e genieri delle forze di pace russe continuano a ripulire le aree e gli oggetti, oltre a distruggere gli ordigni inesplosi. Ad oggi sono stati ispezionati 1.937 edifici, 690 km di strade e 2.331 ettari di terreno sono stati sgomberati e 26.176 esplosivi sono stati trovati e distrutti.

(4 feb 22) NUOVO INSEDIAMENTO RESIDENZIALE – Il Presidente della Repubblica Arayik Harutyunyan ha visitato il territorio amministrativo della comunità di Krasni della regione di Askeran, dove è in costruzione un nuovo insediamento per i residenti della comunità di Aknaghbyur, ora occupata dall’Azerbaigian. Secondo il progett partito lo scorso novembre, qui dovrebbero essere costruiti 12 edifici residenziali con 216 appartamenti. Saranno create opportunità per i nuovi residenti nel settore agricolo. L’insediamento, che sarà pienamente operativo a inizio 2023, avrà parchi giochi e infrastrutture necessarie per la vita dei residenti.

(4 feb 22) STAZIONE BUS STEPANAKERT – La stazione centrale degli autobus di Stepanakert sarà migliorata secondo quanto riferisce il ministro dell’amministrazione territoriale e delle infrastrutture della Repubblica dell’Artsakh, Hayk Khanumyan. Nel 2021 sono state organizzate nuove rotte dalla capitale per: Dashushen, Krasni, Berkadzor, Karmir Shuka-Martuni-Nngi. Sempre lo scorso anno il capolinea di Stepanakert ha ricevuto dieci autobus dall’Hayastan All-Armenian Fund e la stazione degli autobus di Martakert è stata rinnovata. Nel 2022 è previsto il rinnovamento del servizio sulla linea per Martuni e la realizzazione di opere di miglioramento alla Stazione Centrale degli Autobus della capitale.

(4 FEB 22) FORESTE DELL’ARTSAKH – Il ministro dell’amministrazione territoriale e delle infrastrutture della Repubblica dell’Artsakh, Hayk Khanumyan, ha affermato durante una conferenza stampa che sono in corso passi per porteggere l’Artsakh dalla deforestazione e che uno dei provvedimenti è il divieto di esportazione di legna da ardere. Nel 2020 sono stati forniti 77.194 metri cubi di legna da ardere, di cui 10.300 esportati. Ma nel 2021 sono stati forniti 32.000 metri cubi di legna da ardere, che non è stata esportata. AS causa della guerra è stato perso quasi il 50% delle foreste. Il ministro ha riferito che sono state adottate alcune misure per ripristinare le foreste, compreso il rimboschimento in alcuni luoghi con il sostegno del Ministero dell’Ambiente della Repubblica di Armenia. Nel 2022 si prevede di mappare i terreni forestali per una gestione più efficace delle risorse forestali.

(4 feb 22) SFOLLATI – Il ministro dell’amministrazione territoriale e delle infrastrutture della Repubblica dell’Artsakh, Hayk Khanumyan, durante una conferenza stampa annuale ha indicato in 38.000 il numero di sfollati interni causati dalla guerra. Circa 16000 sono tornati in Artsakh grazie ad alcuni programmi sociali relativi all’alloggio, alla sicurezza e ad altre problematiche degli sfollati intrapresi dal governo d’intesa con organizzazioni non governative e di beneficenza. Il principale ostacolo al rietro degli sfollati è al momento la mancanza del patrimonio abitativo che sostituisce quello andato perduto a causa dell’attacco azero.

(3 feb 22) AGGIORNAMENTO COVID – La situazione sta lentamente migliorando in Artsakh. I dati di ieri riportano attualmente 20 ospedalizzati con 3 in condizioni critiche e 12 in condizioni gravi. Ieri effettuati 152 test con 51 positivi.

(3 feb 22) NUOVA PRIGIONE – L’unico carcere di tutto l’Artsakh si trovava a Shushi, città ora occupata dagli azeri. Il governo ha pertanto deciso di costruire un nuovo penitenziario nel paese di Aygestan, nella regione di Askeran, non lontano dalla capitale Stepanakert.

(3 feb 22) IN AUMENTO I MATRIMONI – Nel 2021 in Artsakh si sono svolti 1314 matrimoni civili, 1149 in più rispetto al 2020 anno funestato dalla pandemia e dalla guerra, e 478 in più rispetto al 2019.

(3 feb 22) DELIMITAZIONE CONFINI – L’Azerbaigian ha risposto negativamente alle proposte dell’Armenia in materia di delimitazione e demarcazione dei confini secondo quanto ha riferito oggi alla stampa il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan. Ha ricordato che il Primo ministro dell’Armenia, così come i presidenti dell’Azerbaigian e della Russia, avevano raggiunto un accordo a Sochi, in Russia, il 26 novembre 2021, che le parti avrebbero adottato misure per aumentare il livello di sicurezza e stabilità nella regione. Dal canto suo, il ministro degli Esteri azerbaigiano Ceyhun Bayramov si è espresso sulla disponibilità di Baku per una soluzione costruttiva alla questione della demarcazione e delimitazione ma, in una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri e del Commercio ungherese Peter Szijjártó, ha dichiarato che la parte armena ha posto alcune condizioni per avviare i lavori della commissione per la delimitazione e la demarcazione del confine tra Azerbaigian e Armenia mentre l’Azerbaigian può avviare questo processo, ma senza alcuna condizione. In particolare, Bayramov ha affermato che l’Armenia, che “ha occupato le terre dell’Azerbaigian per 30 anni”, non ha né il diritto legale né politico e morale di porre alcuna condizione alla delimitazione dei confini. È evidente che una delle “condizioni” citate riguarda il ritiro delle unità azere che hanno invaso il territorio sovrano dell’Armenia dallo scorso maggio.

(2 feb 22) AZERO MUORE PER CLUSTER BOMB – Una cluster bomb (residuo degli attacchi azeri contro l’Artsakh) è stata fatale a un cittadino azero, tale Mikayilov Ismail di 25 anni, che è deceduto dopo averne inavvertitamente toccata una rimasta inesplosa sul terreno.

(2 feb 22) EMENDAMENTI ALLA COSTITUZIONE – L’Assemblea nazionale ha approvato, in prima lettura, il disegno di legge sulla modifica della Costituzione dell’Artsakh. Inoltre, l’Assemblea ha deciso di inviare questa proposta di legge alla Corte Suprema per determinarne la costituzionalità. Con il suddetto emendamento, il termine per la revisione della divisione amministrativo-territoriale dell’Artsakh è portato da 5 anni a 10 anni, e tale periodo termina nel mese di marzo.

(1 feb 22) BILANCIO ATTACCO AZERO DEL 16 NOVEMBRE – Durante l’attacco azero dello scorso 16 novembre nel territorio dell’Armenia erano 21 i soldati armeni nelle loro postazioni difensive e 13 di loro sono finiti in mani nemiche: otto sono ritornati, due corpi sono stati riconsegnati dagli azeri mentre tre soldati risultano ancora prigionieri del nemico.

(1 feb 22) PERDITE AZERE POST GUERRA – Secondo il Caspian Institute of military studies, citato dall’agenzia azera Baku Turan, le forze armate azere hanno perso 110 persone dopo la fine della guerra.

(1 feb 22) VISITA NELLA REGIONE DI MARTAKERT – Il presidente della repubblica, Harutyunyan, ha effettuato una visita di lavoro alle comunità Garnakar, Shahmasur, Tsmakahogh e Haterk della regione di Martakert. Il Capo dello Stato ha indagato sui problemi esistenti, ascoltato le proposte relative alla garanzia dell’occupazione dei residenti e discusso con loro i piani per le attività future. Toccando i programmi, la cui attuazione è prevista a spese del bilancio statale, il presidente Harutyunyan ha dichiarato che le strade che collegano le comunità di Garnakar, Shahmasur e Tsmakahogh alla statale quest’anno saranno asfaltate. Le tre comunità menzionate riceveranno assistenza governativa per la soluzione globale del problema dell’acqua potabile, mentre per promuovere l’attività economica, ai residenti della comunità verranno forniti alveari e bestiame. In quelle comunità saranno realizzati anche altri lavori infrastrutturali.

Non è un mistero che il dittatore dell’Azerbaigian abbia eletto la città di Shushi a simbolo della vittoria nella guerra del 2020. La sua conquista vale più di tutti gli altri territori e non a caso gli azeri stanno moltiplicando gli sforzi per prendere possesso stabile di questo centro (che faceva parte in epoca sovietica della regione autonoma armena del Nagorno Karabakh).

Quasi completata la superstrada provenienti da Fuzuli, abbattuti tutti i condomini residenziali eretti nei decenni passati, eliminate tutte le tracce di presenza armena in città con le due chiese danneggiate intenzionalmente nel conflitto, poi vandalizzate e ora nascoste alla vista da ponteggi.

Secondo un copione già scritto, è già partita la riscrittura azera della storia della città che Aliyev ha definito “capitale storica e culturale dell’Azerbaigian” annunciando inoltre, nel suo discorso di Capodanno, che il 2022 sarà l’anno di Shushi (anzi, Shusha come la chiamano loro…).  

Quanto siano ridicoli questi tentativi di interpretazione azera della storia, lo dimostrano le parole del deputato azero Malahat Ibrahimgizi che in un’intervista alla stampa locale ha sottolineato che “una tale decisione ha un grande significato politico, storico e legale” aggiungendo che “l’Azerbaigian, che è uno stato giovane con una storia di indipendenza di 30 anni, non era aperto al mondo durante l’era sovietica”. Ma poi ha anche precisato che “per questo motivo, sullo sfondo dei piani insidiosi contro il nostro popolo negli ultimi duecento anni, è stato impossibile introdurre Karabakh e Shusha nel mondo come la terra storica dell’Azerbaigian”.
E qui ci arrendiamo di fronte alla logica: affermare che Shushi e il Karabakh sono terre storiche dell’Azerbaigian ovvero di uno Stato che esiste da soli trenta anni oltrepassa il limite del ridicolo ma conferma la tradizione tutta azera di ricostruire storia, cultura e religione a propria immagine e somiglianza.

Qui di seguito riportiamo una breve storia di Shushi.

1428: Shushi è menzionata in un manoscritto di padre Manuel conservato oggi al Metenadaran di Yerevan. In seguito, è citata in altre fonti armene nel 1575, 1607, 1717 e 1725.

1722: la città è fortificata da Avan Haryurapet e così utilizzata dai soldati armeni per difenderla dalla invasione turca. Nello stesso periodo fu costruita una cappella in legno laddove oggi sorge la cattedrale del S.mo Salvatore (Ghazanchetsots).

1752: La fortezza di Shushi viene consegnata da un principe armeno locale (Melik Shahnazar di Varanda, grossomodo l’attuale provincia di Martuni) al neonominato Khan del Karabakh Pamah Ali Khan. Quesi si stabilì nella città dove fece confluire tribù turche provenienti dalle pianure steppose dove oggi sorge Aghdam. Shushi fu proclamata la capitale del khanato del Karabakh (fondato nel 1747).

1805: il khanato del Karabakh riconobbe la sovranità dell’impero russo, nel 1813 fu ufficialmente annesso allo stesso e nel 1822 fu abolito. A quel tempo Shushi ospitava 10.000 abitanti con la componente turca che rappresentava il 72% della popolazione e gli armeni al 23%. Nel 1830 i turchi erano il 56% e gli armeni il 44%.

1850: la popolazione raggiunge le 12.000 unità con gli armeni che diventano maggioranza per la prima volta dal 1752.

1916: il rapporto demografico non cambia di molto (52% armeni, 43% turchi, 3% russi) ma la città raggiunge i 45.000 abitanti.

1918-20: armeni e forze azerbaigiane combattono per il controllo dell’Artsakh (Karabakh). Le area del territorio corrispondente a quello che in seguito diventerà l’oblast del Nagorno Karabakh sono abitate dagli armeni mentre le aree circostanti sono controllate dai musulmani mandati dal governo azero.

1919: nel mese di giugno le forze azere aiutate da curdi attaccano quattro villaggi armeni intorno a Shushi e provocano 700 vittime.

1920: in marzo gli azeri massacrano 20.000 dei 23.000 armeni della città, bruciando circa 7000 case. Tutta la parte armena è distrutta e abbandonata.

1920: in aprile l’Azerbaigian diviene Repubblica socialista sovietica e l’area del Karabakh fu posta temporaneamente sotto la sua amministrazione. A dicembre è l’Armenia che cade sotto i bolscevichi; Artsakh, Syunik e Nakhchivan sono destinati a diventare parte dell’Armenia sovietica. Per quanto riguarda il Karabakh, ripetuti Congressi del popolo richiedono l’annessione al soviet armeno.

1921: l’Artsakh viene trasferito all’Azerbaigian sovietico e la regione viene nominata Nagorno Karabakh; a quell’epoca vi vivevano 138.466 persone come da censimento di quello stesso anno; l’89% erano armeni. La città di Shushi si era ridotta a 9.223 abitanti di cui solo 289 erano armeni.

1923: la regione viene organizzata come oblast (Regione Autonoma del Nagorno Karabakh) sotto giurisdizione amministrativa azera. Dato che Shushi si era spopolata a causa dei pogrom di pochi anni prima ed era in rovina, il capoluogo regionale viene trasferito al paese di Vararakn (anche Khankhendi nel 19° secolo), poi rinominato Stepanakert.

1926: il censimento attesta che nel NK vivono 125.000 persone (89% armeni, 10% azeri, 1% russi) mentre a Shushi abitano 4900 azeri e 93 armeni oltre a 111 russi.

1926-1989: poco alla volta gli armeni cominciano a ritornare a Shushi e arrivano ad essere il 25% della popolazione. Nel 1961 il governo di Baku autorizza la demolizione dei quartieri armeni che erano ancora in rovina e vengono costruiti grandi blocchi di appartamenti al loro posto (dopo la guerra del 2020 gli azeri li hanno rasi al suolo perché erano abitati solo da armeni). Delle sei chiese che sorgevano in città ne rimangono solo due (Ghazanchetsots e Kanach zham). La città e il canyon che la lambisce vengono inseriti in una riserva naturale nel 1977; la popolazione ricomincia lentamente a crescere.

1988: conflitto etnico fra armeni e azeri che compiono numerosi massacri a danno della popolazione rivale in Azerbaigian. Tra il 16 e il 19 maggio attivisti azeri attaccano la popolazione armena a Shushi e 1500 abitanti sono costretti a fuggire; le scene si ripetono tra il 19 e il 21 settembre. La popolazione armena viene completamente espulsa dalla città.

1989: secondo il censimento, la popolazione del Nagorno Karabakh ammonta a 189.085 abitanti (77% armeni, 22% azeri, 1% russi. A Shushi vivono 15.039 persone, al 98% di etnia azera. Il governo dell’Azerbaigian incoraggia il trasferimento nella regione di turchi meshketi provenienti dall’Uzbekistan.

1991: il 2 settembre il Consiglio del Nagorno Karabakh dichiara l’indipendenza dopo che la RSS Azera ha dichiarato la propria fuoriuscita dall’Urss e l’indipendenza. A ottobre le forze militari azere di stanza a Shushi cominciano a bombardare Stepanakert e la valle. A dicembre il NK tiene referendum confermativo sulla dichiarazione di indipendenza e il 28 dicembre elezioni politiche.

1992: il 10 gennaio fitto lancio da Shushi di missili azeri su Stepanakert che da quattro giorni è la capitale della neonata repubblica del Nagorno Karabakh-Artsakh. Il 9 maggio, Shushi viene liberata dalle forze armate armene e la popolazione azera ripara a Baku e nelle aree vicine.

1992-2019: sotto l’amministrazione della repubblica di Artsakh, gli armeni che erano scappati dall’Azerbaigian per i massacri (Sumgaiyt, Kirovabad, Baku) cominciano ad arrivare in Artsakh e a stabilirsi a Shushi. Nel 2005 la popolazione di Shushi era di 3.191 persone al 99,5% armene. Nel 2015 gli abitanti erano aumentati a 4.060, cinque anni dopo la popolazione sfiorava le cinquemila unità.

2020: il 27 settembre l’Azerbaigian attacca la repubblica di Artsakh. Tra l’8 e il 9 novembre Shushi viene catturata. Le due chiese sono danneggiate, molti edifici vengono intenzionalmente distrutti. La città viene occupata dalle forze armate azere.

2021: il presidente dell’Azerbaigian dichiara Shushi capitale storica dell’Azerbaigian.

Qualche settimana fa è stato rilasciato ufficialmente dall’Ufficio dell’Ombudsman dell’Artsakh un rapporto sulle vittime civili armene nel corso del conflitto. Ve lo presentiamo, in forma sintetica e tradotta in italiano, in più riprese.
La lettura di questo documento evidenzia la crudeltà e le atrocità commesse dagli azeri in occasione del loro attacco all’Artsakh.
Uno spaccato terribile di quanto accaduto nel corso dell’aggressione contro gli armeni. A fare le spese della crudeltà azera furono soprattutto vecchi e infermi che non poterono lasciare i loro villaggi.

Sezione 3. I casi di uccisione di civili sotto il controllo dell’Azerbaigian

  1. Yuri Adamyan (25)
  2. Benik Hakobyan (73)
    I due vengono catturati dagli incursori azeri nella città di Hadrut. Legati e fucilati in piazza tra il 12 e il 14
    ottobre. Il giorno 15 il video della loro esecuzione viene diffuso da utenti social azeri. Il corpo della moglie di
    Benik, Elena Hakobyan, viene ritrovato a gennaio orrendamente mutilato.
  3. Mushegh Melkumyan
    Pensionato ottantatreenne di Hadrut dove era rimasto, impossibilitato a trasferirsi per le sue condizioni.
    Viene catturato il 10 ottobre. La parte armena il successivo 25 recupera il corpo. L’esame forense
    preliminare del corpo ha rivelato che la morte è stata causata da una lesione cerebrale traumatica.
  4. Eduard Zhamharyan
    Pensionato di 63 anni di Shushi, rimasto in città e catturato dagli azeri in data 8 novembre. Il suo corpo
    viene riconsegnato il successivo 3 dicembre e presenta ferita craniocerebrale aperta sul lato sinistro della
    testa.
  5. Ashot Munchyan
    Pensionato di 69 anni di Shushi. Catturato in data 8.11.2020 o nei giorni successivi. Il suo corpo è stato
    consegnato alla parte armena il 4 dicembre. Secondo la conclusione preliminare del medico legale, Ashot
    Munchyan è stato ucciso da una ferita da arma da fuoco e il suo orecchio sinistro era stato tagliato.
  6. Vladimir Parsiyants
    74 anni di Baku. Viveva a Shushi ed era un pensionato. Secondo l’esame medico legale, è stato ucciso dalle
    forze armate azerbaigiane il 18.11.2020. Il 5 dicembre nella città di Shushi, la parte azera ha consegnato alla
    parte armena il corpo che presentava una ferita da arma da fuoco alla coscia, nonché una ferita all’addome
    provocata da uno strumento tagliente-perforante.
  7. Vyacheslav Avakyan
    62 anni, viveva nella città di Shushi. Non era sposato. Il 13 dicembre 2020 la parte azera ha consegnato il
    corpo di che presentava una ferita da arma da fuoco alla schiena e una ferita all’addome causata da uno
    strumento tagliente-perforante.
  8. Yuri Asriyan
    82 anni, viveva nel villaggio di Azokh, nella regione di Hadrut, pensionato non sposato. Impossibilitato a
    lasciare il villaggio (regione di Hadrut) per problemi di salute, fu catturato il 21 ottobre dalle truppe azere
    che invasero il villaggio. Successivamente, a dicembre 2020, è stato diffuso un video su Internet, che
    conteneva la scena della sua decapitazione. Il corpo è stato trovato il 21 gennaio 2021.
  9. Eduard Shakhkeldyan
    79 anni, viveva nel villaggio di Avetaranots nella regione di Askeran dove viveva con sua moglie, Arega
    Shakhkeldyan. Entrambi catturati il 27 ottobre. L’uomo è morto per le percosse subite dai militari azeri.
  10. Genadi Petrosyan
    69 anni, residente nel villaggio di Madatashen nella regione di Askeran, dove era tornato dopo
    l’evacuazione del 27.10.2020 per ritirare le restanti cose. In quel frangente, i soldati azeri nel villaggio lo
    catturarono e più tardi a novembre venne pubblicato un video su Internet, che mostra chiaramente che
    Gennady Petrosyan è decapitato, il suo corpo e la testa amputata posti accanto al corpo di un maiale.
  11. Ernest Harutyunyan
    Pensionato di 84 anni di Hadrut. Il 4 dicembre il suo corpo è stato trovato sul balcone della casa durante le
    operazioni di ricerca dei cadaveri nella città occupata dagli azeri il 10 ottobre.
  12. Minas Hakobyan (66)
  13. Yeghishe Hakobyan (38)
    Residenti nel villaggio di Norashen nella regione di Hadrut. Il 5 dicembre i loro corpi, in pessime condizioni,
    sono stati rinvenuti dalle squadre di ricerca dei cadaveri.
  14. Nina Davtyan
    Pensionata di 82 anni residente nel villaggio di Vardashat. Il suo corpo, decapitato, è stato rinvenuto il 19
    dicembre. Il corpo del marito David Davdyan verrà ritrovato l’11 gennaio.
  15. Martik Avetisyan (57)
  16. Radik Stepanyan (83)
    Residenti nel villaggio di Togh (regione di Hadrut) dove erano rimasti alla data del 21 ottobre anche a causa
    della disabilità del più anziano. I loro corpi, in condizioni degradate, sono stati rinvenuti il 19 dicembre.
  17. Vardan Altunyan (89)
  18. Slavik Galstyan (68)
  19. Vahram Lalayan (46)
    Residenti nel villaggio di Metz Tagher dove erano rimasti alla data del 23 ottobre. I loro cadaveri in
    decomposizione vennero trovati il 20 dicembre.
  20. Henrikh Mirzoyan
    Pensionato di 83 anni residente nel villaggio di Norashen nella regione di Hadrut. Al 10 ottobre era ancora
    nel villaggio. Il suo corpo è stato rinvenuto il 20 dicembre.
  21. Valeri Vardanyan
    Pensionato di 73 anni del villaggio di Karmrakuch (regione di Hadrut). I suoi resti sono stati ritrovati il 3
    gennaio; per l’identificazione è stato necessario l’esame del DNA.
  22. Serjik Vardanyan (71)
  23. Ella Vardanyan (68)
    Coniugi di Hadrut i cui corpi sono stati ritrovati nel cortile di casa il 4 gennaio 2021. Necessario esame DNA
    per l’identificazione.
  24. David Davidyan
    Ottantaseienne di Vardashat, ritrovato l’11 gennaio 2021. Il corpo della moglie Nina Davtyan era stato
    recuperato il 19 dicembre.
  25. Alvard Tovmasyan
    57 anni del villaggio di Karin Tak (regione di Shushi), affetta da disabilità mentale. Il corpo, identificato con
    esame del DNA, viene rinvenuto il 13 gennaio con evidenti segni di tortura. Il lobo dell’orecchio sinistro era
    stato tagliato.
  26. Arsen Gharakhanyan
    44 anni, di Hadrut, sposato con tre figli. Il corpo viene ritrovato il 19 gennaio e presenta segni di tortura e
    ferite da arma da fuoco. L’uomo, che era rientrato in Hadrut per evacuare il padre, compare in due video
    postati su siti internet azeri il 6 e il 14 gennaio 2021. Il padre Sasha Karakhanyan era stato rilasciato dagli
    azeri il 14 dicembre e aveva riferito della prigionia del figlio. La Corte europea dei diritti dell’uomo il 16
    gennaio 2021 aveva emesso un provvedimento provvisorio nei confronti delle autorità dell’Azerbaigian.
  27. Elena Hakobyan
    Sessantasettenne pensionata di Hadrut. Il suo corpo viene rinvenuto non lontano da casa il 4 gennaio:
    risulta decapitato e le gambe sono legate da una corda. Il marito Benik Hakobyan era morto in un
    bombardamento il 4 ottobre.
  28. Marine Hayrapetyan
    53 anni, del villaggio di Drakhtik nella regione di Hadrut, affetta da disabilità mentale. Il corpo viene
    ritrovato il 21 gennaio 2021.
  29. Hmayak Mirzoyan
    Residente nel villaggio di Shekher nella regione di Martuni, pensionato di 79 anni. Allettato per problemi di
    salute, era accudito dalla figlia Gayane che gli azeri hanno catturato ad ottobre e restituita alla parte
    armena in data 11 dicembre. Il 20 dicembre, le squadre di ricerca trovano i resti dell’anziano.
  30. Ashot Sahakyan
    Residente ad Hadrut, 53 anni, lavorava in un allevamento di bestiame nel villaggio di Norashen. Il suo corpo
    viene rinvenuto vicino a un vecchio mulino il 4 dicembre.
  31. Volodya Aghabekyan
    82 anni del villaggio di Sghnakh invaso dalle truppe azere il 5 novembre. Il suo corpo presenta ferite di arma
    da fuoco alla testa.
  32. Ararat Khachatryan
    57 anni di Martuni. Lungo la strada tra i villaggi di Karin e Kohak perde l’orientamento e finisce in territorio
    controllato dagli azeri che lo catturano. Il suo corpo, con ferite da armi da fuoco e segni di tortura, viene
    restituito il 3 dicembre.
  33. Andranik Avagimyan
    Residente nel villaggio di Ukhtadzor (Hadrut), 38 anni. Viene ucciso nei pressi del villaggio di Jrakus il 12
    ottobre. La salma viene riconsegnata solo il 15 marzo e presenta evidenti segni di tortura e ferite da arma
    da fuoco.
  34. Borya Baghdasaryan
    66 anni, del villaggio di Avetaranots nella regione di Askeran. Non aveva lasciato la propria abitazione e il
    suo nome era stato inserito nella lista dei prigionieri di guerra. Tuttavia, in data 1° aprile 2021 il suo
    cadavere viene rinvenuto dalle squadre di ricerca.
  35. Edik Muradyan
    82 anni, del villaggio di Vank (Hadrut) dove era rimasto, viene ucciso a fine ottobre. Il corpo ritrovato il 3
    marzo e identificato con esame DNA, presenta fratture multiple del cranio e delle ossa.
  36. Kamo Davtyan
    61 anni, residente nel villaggio di Karmrakuch. Inizialmente inserito nella lista delle persone scomparse,
    viene successivamente rinvenuto nello stesso villaggio.
  37. Serob Khachatryan
    44 anni, del villaggio di Tumi (Hadrut). Inizialmente inserito nella lista delle persone scomparse, viene
    successivamente rinvenuto dalle squadre di ricerca nello stesso villaggio.
  38. Valerik Harutyunyan
    Sessantaseienne di Hadrut. Inizialmente inserita nella lista delle persone scomparse, viene successivamente
    rinvenuto dalle squadre di ricerca

(fine)

Qualche settimana fa è stato rilasciato ufficialmente dall’Ufficio dell’Ombudsman dell’Artsakh un rapporto sulle vittime civili armene nel corso del conflitto. Ve lo presentiamo, in forma sintetica e tradotta in italiano, in più riprese.
La lettura di questo documento evidenzia la crudeltà e le atrocità commesse dagli azeri in occasione del loro attacco all’Artsakh.
Uno spaccato terribile di quanto accaduto nel corso dell’aggressione contro gli armeni. A fare le spese della crudeltà azera furono soprattutto vecchi e infermi che non poterono lasciare i loro villaggi.

Sezione 2. I casi di uccisione di civili da parte delle Forze armate dell’Azerbaigian a seguito del bombardamento della popolazione civile

  1. Victoria Gevorgyan
    Anni nove, di Martuni, colpita da schegge di proiettile il primo giorno di attacco (27 settembre 2020). Con
    lei morta anche una donna e feriti il fratellino di due anni, la madre e un vicino.
  2. Ellada Balayan
    Anni 59, di Martuni, capoluogo della regione di Martuni, mortalmente colpita da schegge di bomba il 27
    settembre davanti alla abitazione dove è morta la bambina Victoria Gevorgyan.
  3. Lesmonya Stepanyan
    79 anni, pensionata invalida della precedente guerra (aveva perso un braccio da fuoco azero), di Hadrut. Il
    27 settembre è stata uccisa nel cortile di casa sua ad Hadrut dopo essere stata colpita da un drone
    kamikaze.
  4. Erik Grigoryan
    Anni 24 di Stepanakert, imprenditore. Il 27 settembre viene centrato dall’artiglieria l’abitazione di un suo
    amico dove si era recato in visita nel villaggio di Mets Shen nella regione di Martakert. Muore per lesioni da
    schegge.
  5. Abel Sargsyan
    78 anni, pensionato del villaggio di Zardakhach nella regione di Martakert. Il 29 settembre viene centrato
    da un razzo e il suo corpo smembrato. Sepolto in loco il medesimo giorno.
  6. Lyuba Mamunts (63 anni)
  7. Larisa Harutyunyan (61 anni)
  8. Hrant Khachatryan (65 anni)
    Tutti e tre vengono raggiunti da una bomba il 30 settembre mentre si trovano davanti a un negozio nel
    centro di Martakert. Muoiono Lyuba, la sorella Larisa e il marito Hrant mentre il figlio David Khachatryan
    rimane ferito.
  9. Armen Hovsepyan
    36 anni di Martuni, muore colpito da una scheggia di bomba nel centro della città il primo ottobre. Con lui
    rimaste ferite altre persone dall’ordigno azero.
  10. Valerik Dadayan
    69 anni, di Martuni, viene colpito da una bomba nel cortile della sua abitazione in data 1° ottobre.
  11. Grisha Narinyan
    29 anni di Martuni. Il primo ottobre muore per le schegge di una bomba mentre sta accompagnando
    giornalisti armeni e stranieri in ricognizione. L’ordigno ferisce anche un giornalista francese di France 24.
  12. Alina Harutyunyan
    54 anni, uccisa nel suo appartamento il 2 ottobre nel corso di un bombardamento azero su Stepanakert.
  13. Radik Danielyan
    71 anni, ucciso in strada il 2 ottobre nel corso di un bombardamento azero su Stepanakert.
  14. Hovik Aghajanyan
    26 anni, dipendente del Servizio di Emergenza nazionale (Protezione civile), morto nel bombardamento
    della sede il 2 ottobre. Feriti molti altri colleghi.
  15. Suren Mirzoyan (59 anni)
  16. Aram Grigoryan (19 anni)
    Dipendenti dell’azienda di elettricità Artsakhenergo, colpiti da attacco azero alle sottostazioni elettriche di
    Stepanakert il 4 ottobre. Ferito altro collega.
  17. Arkadi Lalayan
    59 anni, colpito il 4 ottobre nella sua abitazione a Stepanakert sotto bombardamento azero.
  18. Arthur Galstyan
    49 anni, di Stepanakert. Il 4 ottobre va a far visita alla madre ma viene colpito da missile azero esploso nelle
    vicinanze dell’edificio dove si stava recando
  19. Slavik Khachatryan (68 anni)
  20. Janibek Nikoghosyan (41 anni)
    Residenti nel villaggio di Aygestan (regione di Askeran) il 5 ottobre muoiono a seguito di bombardamento a
    tappeto delle forze armate azere sull’insediamento.
  21. Varujan Poghosyan
    58 anni di Hadrut. Il 10 ottobre un gruppo incursore azero entra nella città e lo colpisce a morte mentre si
    trova nel cortile della sua abitazione. Ferito il figlio.
  22. Mikael Mosesyan
    30 anni, di Hadrut, affetto da disabilità mentale. Il 10 ottobre un gruppo incursore azero entra nella città e
    lo uccide nella sua abitazione. Ferita gravemente la madre.
  23. Artsvik Mirzoyan
    23 anni, anche lui di Hadrut e affetto da disabilità mentale. Colpito a morte nella stessa incursione
    sovversiva azera del 10 ottobre. Il suo corpo viene recuperato solo nove giorni dopo.
  24. Nver Grigoryan
    44 anni, di Hadrut dove era il vice Capo dell’amministrazione regionale. Viene mortalmente colpito dal
    gruppo sovversivo azero il 10.10.2020 mentre sta organizzando l’evacuazione dei civili rimasti in città.
  25. Pargev Saghyan
    65 anni, pensionato. Morto nella sua abitazione durante il bombardamento di Martuni il 10 ottobre.
  26. Ashot Hovhannisyan
    68 anni, di Yerevan (RA). Colpito il 10 ottobre mentre si trovava alla guida di un camion che portava aiuti
    alimentari alla popolazione di Martakert.
  27. Nver Grigoryan
    45 anni, di Stepanakert. Dipendente della società elettrica Artsakhenergo, colpito mentre stava cercando di
    ripristinare una interruzione di linea causata dai bombardamenti.
  28. Armen Karamyan
    50 anni di Karmir Shuka (regione di Martuni). Il 15 ottobre un violento bombardamento con missili Smerch
    colpisce anche l’auto dove si trovava.
  29. Karen Grigoryan
    36 anni di Karmir Shuka (regione di Martuni). Il 15 ottobre viene raggiunto da un drone killer che colpisce il
    suo veicolo mentre era impegnato in operazioni di evacuazione dal villaggio degli ultimi compaesani ancora
    presenti.
  30. Vladimir Mirzoyan
    65 anni, di Martuni. Mortalmente colpito nel cortile della propria abitazione il 17 ottobre durante un
    bombardamento azero sulla città.
  31. Gevorg Hambardzumyan
    37 anni, residente nel villaggio di Avetaranots (regione di Askeran) attaccato il 25 ottobre. Feriti altri
    compaesani.
  32. Eduard Khachatryan
    Agricoltore di 53 anni del villaggio di Khanapat (regione di Askeran). Il 28 ottobre mentre sta abbandonando
    la località sotto attacco a bordo di un’auto viene colpito da drone azero.
  33. Harutyun Atajanyan
    35 anni, di Stepanakert, impiegato nel Servizio di Emergenza nazionale. Il 28 ottobre, mentre soccorreva la
    popolazione del villaggio di Sghnakh sotto attacco azero, viene mortalmente colpito dal nemico.
  34. Serjik Balayan
    Agricoltore di 60 anni del villaggio di Taghavard. Viene colpito da drone azero il 30 ottobre mentre con altri
    residenti si trova nei pressi dell’insediamento di Aknaghbyur. Altri sei civili rimangono feriti.
  35. Apres Adamyan
    59 anni, muore nella sua abitazione del villaggio di Herher crollata dopo essere stata colpita da missili azeri
    il 30 ottobre.
  36. Armo Avanesyan
    53 anni di Sos (Martuni). Il 2 novembre la sua auto viene centrata nei pressi del villaggio di Khnushinak
    mentre cerca di allontanarsi dalla zona.
  37. Svetlana Mkrtchyan (83)
  38. Erik Hakhumyan (28)
  39. Arkadi Hakhumyan (20)
    La casa dove l’anziana pensionata di Stepanakert viveva con i nipoti viene colpita da missile azero il 6
    novembre. I tre muoiono nel crollo dell’immobile.
  40. Vanik Babayan
    32 anni di Berdzor dove lavorava come tecnico della società del gas “Artsakhgaz”. Viene mortalmente
    colpito l’8 novembre mentre sta eseguendo un intervento urgente di riparazione della condotta. Nello
    stesso giorno, suo fratello muore sul campo di battaglia.
  41. Seryoja Demirchyan
    40 anni, viveva nel villaggio di Ivanyan nella regione di Askeran. La sua auto viene colpita da razzo azero non
    lontano da Shushi il 9 novembre, ultimo giorno di guerra.
  42. Arthur Hakobyan
    Cittadino della repubblica di Armenia (Armavir), colpito da granata azera il 25 ottobre

(segue)

(31 gen 22) RIFORMA COSTITUZIONALE – Sulla base della necessità di migliorare l’equilibrio di potere tra i rami di potere, migliorando l’efficienza della pubblica amministrazione e ai sensi dall’articolo 93 punto 7 della Costituzione della Repubblica dell’Artsakh, il presidente Arayik Harutyunyan ha firmato un decreto che istituisce il Commissione per la riforma costituzionale. Il provvedimento illustra la composizioni e il mandato della Commissione che sarà presieduta dal Capo del dipartimento per gli affari di governo dell’amministrazione presidenziale Arayik Lazaryan e che dovrà relazionare nel termine di tre mesi.

(31 gen 22) ASSISTENZA ALLE FAMIGLIE – Dall’inizio di quest’anno, più di 50 famiglie (specialemente quelle numerose) hanno ricevuto assistenza umanitaria mirata dalle forze di pace russe di stanza in Artsakh. Ai residenti vengono forniti i beni di prima necessità: vestiti e scarpe per bambini e adulti, detersivi in polvere, fornelli a gas per cucinare, attrezzatura da cucina, set di cibo, set di biancheria da letto, cuscini, coperte, articoli per l’igiene personale, giocattoli per bambini, nonché prima assistenza medica individuale, kit di pronto soccorso.

(30 gen 22) PROGETTO DI LEGGE SUI TERRITORI OCCUPATI – I leader delle cinque fazioni parlamentari dell’Artsakh hanno lavorato insieme a un disegno di legge denominato “Sui territori occupati dell’Artsakh” e il 2 febbraio lo presenteranno per la prima lettura in Assemblea nazionale. L’idea principale del progetto è che nessuna organizzazione o azienda internazionale ha il diritto di intraprendere alcuna azione nei territori occupati dell’Artsakh senza l’accordo della parte armena, e in caso di problemi in futuro queste società non avranno il diritto di chiederci un risarcimento o un rimborso se non hanno preventivamente coordinato le loro azioni con lo Stato. Il secondo punto è che i territori occupati dal nemico non sono solo i territori occupati nel 2020. Questa è anche la regione di Shahumian, che è stata lasciata sotto Il controllo dell’Azerbaigian dopo la prima guerra dell’Artsakh, così come alcuni villaggi delle regioni di Martuni e Martakert.

(29 gen 22) PREMIATI ATLETI DELL’ARTSAKH – La residenza ufficiale del presidente dell’Artsakh ha ospitato una cerimonia di premiazione per gli atleti dell’Artsakh che hanno vinto premi in competizioni nazionali e internazionali nel 2021. Il presidente Arayik Harutyunyan si è congratulato con questi atleti per il loro successo, sottolineando che contribuiscono notevolmente allo sviluppo degli sport nell’Artsakh e alla degna rappresentazione dell’Artsakh nel mondo.

(29 gen 22) DISPERSI AZERI PER IL MALTEMPO – Quattro militari dell’esercito azerbaigiano, tra cui un ufficiale, si sono persi a causa del maltempo in un’area difficile da raggiungere nella regione di Karvachar nel Karabakh secondo quanto ha affermato il ministero della Difesa azerbaigiano. Tre soldati sono stati ritrovati e portati in un ospedale militare mentre sono in corso le ricerche dell’ufficiale.

(28 gen 22) ALTRO RESTO RINVENUTO – Nella zona di Varanda sono stati ritrovati i resti di un altro soldato caduto. Saranno sottoposti a eseme forense per accertarne l’identità.

(28 gen 22) GIORNATA DEI DIFENSORI DELLA PATRIA – In occasione Giornata dei difensori della patria, una delegazione dell’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh guidata dal vicepresidente Gagik Baghunts, dal segretario del Consiglio di sicurezza dell’Artsakh, Vitaly Balasanyan, ha visitato il memoriale della città di Stepanakert.

(28 gen 22) AGGIORNAMENTO COVID – Al momento, 19 persone stanno ricevendo cure ospedaliere in Artsakh per COVID-19 e i medici affermano che 5 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 12, compresi i giovani, in condizioni gravi.

(28 gen 22) DELIMITAZIONE CONFINI – La parte armena non ha ancora chiarimenti su quale delle proposte sulla demarcazione e delimitazione dei confini sia inaccettabile per l’Azerbaigian secondo quanto dichiarato oggi alla stampa dal ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan l allo Yerablur Military Pantheon di Yerevan in occasione dell’anniversario della Giornata dell’esercito. Alla domanda se la parte armena sia in attesa delle proposte della parte azerbaigiana, o se presenterà nuove proposte, il ministro degli Esteri armeno ha risposto come segue: “C’è una discussione costante, la discussione continua. Ora stiamo cercando di ottenere chiarimenti soprattutto su quale parte [di queste proposte] è inaccettabile [per l’Azerbaigian]. Su quali basi? E, di conseguenza, quali nuove soluzioni possono esserci?” Il 19 gennaio Ararat Mirzoyan aveva annunciato all’Assemblea nazionale che la parte armena aveva preparato un pacchetto di diverse misure volte ad attenuare la situazione, ridurre la tensione, aumentare il livello di sicurezza e stabilità nella zona di confine tra Armenia e Azerbaigian e che tali proposte erano state trasmesse alla parte azera e a quella russa.

(27 gen 22) NEGATIVO HARUTYUNIAN – Il presidente della repubblica si è sottoposto a un test Covid avendo avuto un incontro sabato scorso con il premier Pashinyan risultato poi positivo. L’esito per Harutyunyan è stato negativo.

(27 gen 22) ASSISTENZA AGLI SFOLLATI – Alla odierna riunione di gabinetto del governo armeno il ministro del Lavoro e degli affari sociali Narek Mkrtchyan ha presentato una proposta, secondo la quale coloro che sono stati sfollati dall’Artsakh o hanno perso i loro beni immobili a causa della guerra in autunno del 2020 riceveranno assistenza finanziaria dal governo armeno anche a gennaio e febbraio. Pertanto, gli sfollati da Artsakh di età inferiore ai 18 anni, così come quelli con disabilità di 1° e 2° grado, continueranno a ricevere 40.000 dram al mese (ca 75 euro) e gli altri beneficiari: 20.000 dram (ca 40 euro) ciascuno e indipendentemente dalla loro età.

(27 gen 22) AEROPORTI AZERI IN ARTSAKH – Le autorità azere intendono costruire molti altri aeroporti intorno al Nagorno Karabakh (Artsakh). Secondo i media azeri, oltre all’aeroporto di Varanda (Fuzuli), le autorità azere costruiranno altri due aeroporti “internazionali”: a Kovsakan (Zangilan) e a Lachin. Ma non è difficile intuire perché così tanti aeroporti “internazionali” e ordinari siano davvero necessari in un’area così piccola. Secondo gli analisti, nonostante l’obiettivo civile formalmente dichiarato, questi aeroporti saranno esclusivamente per la base di droni, elicotteri e aerei militari. Pertanto, le autorità azere continuano la loro politica di militarizzazione dei territori intorno all’Artsakh. Per quanto riguarda la definizione di questi aeroporti “internazionali”, dovrebbe essere chiaro che l’aviazione turca sarà schierata in questi aeroporti azeri.

(25 gen 22) ARMENI SOTTO ACCUSA – Il Procuratore generale dell’Azerbaigian, Kamran Aliyev, ha annunciato che 297 armeni sono stati inseriti nella lista dei ricercati internazionali dell’Azerbaigian con l’accusa di “aver commesso crimini di guerra contro gli azeri”.

(25 gen 22) OCCUPAZIONE MILITARE AZERA – Secondo i dati più recenti gli azeri hanno installato nei territori occupati dell’Artsakh diciannove basi militari e circa un centinaio di posti di controllo alla frontiera.

(25 gen 22) BLOCCO STRADALE A KARMIR SHUKA – Un gruppo di residenti di Karmir Shuka ha oggi attuato un blocco stradale per impedire il transito di un convoglio di auto azere. I manifestanti hanno chiesto agli azeri di informarli in anticipo quando avrebbero attraversato la strada in convoglio. Inoltre, i residenti si lamentano del fatto che gli azeri sequestrano regolarmente gli animali e non li restituiscono. La parte azerbaigiana ricorre regolarmente alle provocazioni, spesso vengono sparati colpi di arma da fuoco in direzione del villaggio, vengono insultati i residenti. Le forze di pace russe sono intervenute e, conclusa la manifestazione, il transito è stato riaperto.

(25 gen 22) MONUMENTI IN ARTSAKH – Nel corso del 2021, specifiche attività di ricerca hanno portato alla scoperta di circa 200 elementi di interesse storico e culturale in Artsakh fra katchkar, cappelle e lastre con iscrizioni. Circa 2000 elementi del patrimonio culturale armeno, civile e religioso, si trovano ora nei territori occupati dagli azeri.

(24 gen 22) TOUR PER SHUSHI – In Azerbaigian sono iniziati i tour nella città armena occupata di Shushi. Secondo i media azeri, oggi il primo autobus passeggeri è partito da Baku per Shushi. Ci sono due autobus sulla linea. Finora sono stati venduti circa 400 biglietti per le linee di autobus regolari sulla rotta Baku-Shushi-Bakue i biglietti per questa tratta fino al 15 febbraio sono esauriti. Come riportato in precedenza, tutti possono recarsi lì una volta all’anno, ma è vietato pernottare.

(24 gen 22) CURE MEDICHE PER FERITI DI GUERRA – Il governo dell’Armenia ha reso noto che per le cure ai soldati e civili feriti nella guerra del 2020 lo Stato ha speso oltre 14 milioni di dollari.

(24 gen 22) SPARI AZERI – Le forze armate azere hanno sparato contro le postazioni armene situate nella sezione del villaggio di Karmir Shuka nella regione di Martuni in Artsakh, intorno alla mezzanotte. Tuttavia, nessun colpo è stato sparato in direzione del villaggio di Karmir Shuka.

(23 gen 22) PRESIDENTE DELL’ARMENIA – Il presidente dell’Armenia, Armena Sarkissian, ha annunciato le proprie dimissioni con una lettera inviata al presidente dell’Assemblea nazionale e resa pubblica. Alla base della decisione l’impossibilità di poter incidere in un momento delicato per la vita politica interna ed estera a causa dei limitati poteri della carica istituzionale da lui ricoperta. Si prenda nota che con referendum del 2015 l’Armenia è passata da repubblica presidenziale a repubblica parlamentare e il ruolo del Capo dello Stato è fortemente limitato ed esclusivamente di “garanzia” atteso che non partecipa neppure alle riunioni del Consiglio di sicurezza nazionale.

(23 gen 22) AGGIORNAMENTO COVID – Al momento, 31 persone stanno ricevendo cure ospedaliere in Artsakh per COVID-19 e i medici affermano che 6 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 16 , compresi i giovani, in condizioni gravi. Dall’inizio dell’anno sono stati condotti 1333 test con 103 risultati positivi. L’ondata di Covid in Artsakh sembra in fase discendente rispetto ai picchi delle scorse settimane.

(20 gen 22) CONTRIBUTI PER L’ARTSAKH – L’iniziativa umanitaria “Aurora” (legata al premio “Aurora” ha reso pubblico un nuovo sostegno ai progetti nell’Artsakh che aiutano le persone che affrontano una grave crisi umanitaria all’indomani della guerra del 2020. La vincitrice del Premio Aurora, 2021 Julienne Lusenge, ha selezionato 13 progetti che riceveranno i fondi del Premio e li utilizzeranno per alleviare i bisogni acuti della popolazione locale. Complessivamente, con il contributo corrispondente dei co-fondatori di Aurora, Aurora assegnerà $ 500.000 ai progetti ad Artsakh in questa fase. Aurora sarà in grado di supportare tredici progetti ad Artsakh incentrati su assistenza sanitaria (6 progetti), istruzione, cultura e sport (3 progetti), sviluppo sociale (2 progetti), aiuti umanitari (1 progetto) e restauro (1 progetto).

(20 gen 22) GRUPPO DI MINSK – Il segretario del Consiglio di sicurezza armeno, Armen Grigoryan, durante una conferenza stampa ha dichiarato che l’Armenia si aspetta che i Copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE visitino la regione. “La comunità internazionale ha registrato che il conflitto in Karabakh non è stato risolto e in questo momento il Gruppo OSCE di Minsk è un’importante piattaforma per la risoluzione [del conflitto]”, ha affermato Grigoryan. Dal canto suo, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, in risposta a una domanda sulla posizione di Mosca sulla dichiarazione del presidente azero Ilham Aliyev sul “non consentire al Gruppo OSCE di Minsk di affrontare il conflitto del Karabakh”., ha affermato che la Russia, in qualità di paese copresidente del Gruppo OSCE di Minsk, sostiene la continuazione dei lavori di questo formato, innanzitutto in conformità con il suo mandato e, naturalmente, tenendo conto delle realtà regionali emerse dopo il 2020.

(19 gen 22) AGGIORNAMENTO COVID – Al momento, 40 persone stanno ricevendo cure ospedaliere in Artsakh per COVID-19 e i medici affermano che 6 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 24, compresi i giovani, in condizioni gravi.

(18 gen 22) LA FRANCIA RISPONDE AD ALIYEV – Il ministero degli Esteri francese ha ritenuto inaccettabili le dichiarazioni dell’Azerbaigian sulla candidata alla presidenza francese Valerie Pecresse dopo il suo viaggio in Nagorno Karabakh, ha affermato il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian, rispondendo alle domande dei parlamentari dell’Assemblea nazionale. Ha espresso la speranza che d’ora in poi i parlamentari e i funzionari francesi informino in anticipo le autorità della Repubblica dei loro viaggi. Le Drian ha detto che le parole del presidente Aliyev riguardavano un funzionario eletto e un candidato presidenziale in Francia, erano inaccettabili. Il ministro ha anche ricordato che parlamentari e funzionari francesi informano regolarmente il ministero degli Affari esteri dei loro viaggi all’estero, indipendentemente dai loro obiettivi. In risposta, Eric Ciotti, il deputato dei repubblicani che ha posto la domanda, ha affermato che il candidato Pecresse non chiederà al candidato di Macron il permesso di viaggiare.

(18 gen 22) TROVATO ALTRO CADUTO– Le squadre di ricerca hanno trovato i resti di un altro soldato caduto nel conflitto nella regione di Jrakan (Jabrail). Il totale dalla fine della guerra è di 1706.

(18 gen 22) OSCE RISPONDE AD ALIYEV – La Presidenza polacca dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) ribadisce il suo pieno sostegno ai Copresidenti del Gruppo OSCE di Minsk commentando le minacce del presidente azero Ilham Aliyev di “fare pressione” sui tentativi dei Copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE di affrontare la soluzione del conflitto nel Nagorno-Karabakh e il loro mandato. “La Presidenza polacca non è in grado di commentare le dichiarazioni pubbliche del Presidente dell’Azerbaigian. Ribadiamo il nostro pieno sostegno e apprezzamento per il lavoro del Gruppo OSCE di Minsk, dei suoi Copresidenti e del Rappresentante personale dell’Ambasciatore Presidente in esercizio polacco dell’OSCE Andrzej Kasprzyk”, ha affermato la Presidenza polacca dell’OSCE. Nella sua ultima famigerata intervista, il leader azerbaigiano aveva affermato che il conflitto del Nagorno-Karabakh è già risolto e quindi il Gruppo OSCE di Minsk è obsoleto. Ha continuato affermando che se una delle parti in conflitto afferma che il conflitto è stato risolto, non lascia spazio alla mediazione. Ilham Aliyev ha affermato in numerose occasioni che il conflitto del Nagorno-Karabakh è stato risolto dopo la guerra del 2020, non esiste il “Nagorno-Karabakh” e quindi non c’è dubbio sullo stato del Nagorno-Karabakh. Ma i governi di Armenia, Russia, Francia, Stati Uniti e altri hanno ripetutamente sottolineato che il conflitto rimane irrisolto e hanno chiesto una soluzione globale e pacifica nell’ambito della Co-Presidenza del Gruppo di Minsk dell’OSCE.

(18 gen 22) ACCESSO NEGATO NEI TERRITORI OCCUPATI – Secondo quanto affermato dal viceministro dello sviluppo digitale e dei trasporti Rahman Hummatov, le autorità azere vieteranno agli stranieri di visitare la parte occupata del Nagorno Karabakh. Attualmente, solo i cittadini dell’Azerbaigian possono recarsi in Karabakh. Secondo lui, i visitatori non potranno pernottare lì per motivi di sicurezza ma i cittadini potranno trascorrere alcune ore nei territori; non ha escluso che in futuro potrebbero essere organizzati viaggi turistici per cittadini stranieri.

(18 gen 22) SICUREZZA NAZIONALE ALLERTA I CITTADINI – Il Servizio di sicurezza nazionale dell’Artsakh ha rilasciato una dichiarazione invitando i cittadini ad astenersi dal diffondere informazioni dubbie e a seguire solo notizie ufficiali. In particolare, viene fatto riferimento a voci circolate nei giorni scorsi circa il “libero accesso” degli azeri ad alcuni villaggi della Repubblica dell’Artsakh.

(17 gen 22) GRUPPO DI MINSK – Per l’ambasciatore Alexander Lukashevich, rappresentante permanente della Russia presso l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), la Russia è preoccupata del fatto che i Copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE non possano visitare il Nagorno Karabakh. “Cosa ci preoccupa? Il fatto che i tre copresidenti non siano ancora in grado di visitare la regione, conoscere la situazione e adottare misure concrete per assistere le parti, stabilire contatti tra le persone, risolvere questioni umanitarie“, ha aggiunto. Allo stesso tempo, il diplomatico russo ha espresso la speranza che, tuttavia, i copresidenti potranno visitare la regione nel prossimo futuro, nonché parlare con la leadership politica sia dell’Armenia che dell’Azerbaigian.

(17 gen 22) BUS PER SHUSHI – Secondo alcuni media azeri, l’Azerbaigian farebbe partire dal prossimo 24 gennaio una linea di bus da Aghdam alla città di Shushi (Artsakh occupato). Non è chiaro quale rotta questi veicoli dovrebbero seguire.

(17 gen 22) PRESIDENTE APPROVA PROVVEDIMENTI ECONOMICI – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha approvato le decisioni del governo sull’assegnazione di un pagamento forfettario per alcuni gruppi di persone registrate nella Repubblica dell’Artsakh. Secondo la decisione, a partire dal 1 ottobre 2021 sarà erogato un pagamento forfettario di 50.000 AMD (circa 500 euro) ai seguenti gruppi di cittadini registrati nella Repubblica dell’Artsakh: a) persone che percepiscono prestazioni pensionistiche nella Repubblica dell’Artsakh a partire dal 1° dicembre 2021, b) persone che ricevono pagamenti di bonus nella Repubblica dell’Artsakh a partire dal 1° dicembre 2021, c) i figli di età inferiore ai 18 anni a partire dal 1° dicembre 2021.

(15 gen 21) MINACCE DI ALIYEV ALLA CANDIDATA FRANCESE – Il Consiglio di coordinamento delle organizzazioni armene in Francia (CCAF – Conseil de coordinamento des Organizations Arméniennes de France) ha rilasciato una dichiarazione in merito alle minacce del presidente azero Ilham Aliyev contro Valérie Pécresse, il presidente del Consiglio regionale dell’Île-de-France francese e candidato alla presidenza francese. Aliyev aveva detto che il governo azero non era a conoscenza della visita di Pécresse in Nagorno Karabakh, e se avessero saputo che era lì le autorità azere non le avrebbero permesso di lasciare il Nagorno Karabakh. Il Consiglio ha invitato il governo francese a pretendere scuse da parte del presidente azero e a ritirare l’ambasciatore nel caso non arrivassero. Parlando con i media, la stessa Pécresse ha sottolineato la gravità delle minacce di Aliyev contro un candidato alla presidenza e ha osservato che un candidato deve essere libero di andare dove vuole. Pécresse ha visitato l’Armenia e l’Artsakh dal 21 al 23 dicembre 2021. L’hanno accompagnata l’ex ministro degli Esteri francese ed ex commissario europeo Michel Barnier e il capo dei repubblicani del Senato francese Bruno Retailleau.

(14 gen 22) LAVROV SU CONFINI – Il ministro degli Esteri Russo, Lavorv, ha dichiarato che “Il processo di delimitazione e demarcazione tra Armenia e Azerbaigian non si applica alla regione del Karabakh e alla questione dell’insediamento. Questa è una questione puramente bilaterale e abbiamo proposto passi in quella direzione istituendo una commissione per quasi un anno”.

(14 gen 22) COMMISSIONE TURCO-ARMENA – A Mosca si è tenuta la prima riunione, durata circa un’ora e mezza, tra la delegazione armena (guidata dal vice presidente del Parlamento Ruben Rubinyan) e quella turca (condotta dall’amb. Serdar Kilich). Oggetto di questa e delle prossime riunioni è la “normalizzazione delle relazioni fra i due Stati”.

(14 gen 22) RESIDENTE FINISCE IN TERRITORIO OCCUPATO DAGLI AZERI – Un uomo di 69 anni, pare affetto da disturbi mentali, si è perso nei dintorni di Berdzor ed è finito in territorio sotto controllo azero. L’incidente è stato immediatamente segnalato alle forze di pace russe, che hanno stabilito e assicurato la sicurezza del nostro cittadino. Al momento sono in corso colloqui sul ritorno del cittadino della Repubblica dell’Azerbaigian dalla parte armena, afferma il comunicato.

(14 gen 22) PARLAMENTO DELL’ARTSAKH – Le forze politiche rappresentate nell’Assemblea nazionale dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) hanno rilasciato una dichiarazione congiunta sulla politica distruttiva e aggressiva della leadership politica dell’Azerbaigian. QUI IL TESTO TRADOTTO

(14 gen 22) ALIYEV RINGRAZIA ERDOGAN – Il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev ha inviato una lettera al presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan in occasione del 30° anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. La maggior parte di questa lettera comprende le parole di gratitudine di Aliyev a Erdogan per la sua assistenza nell’aggressione militare dell’Azerbaigian contro l’Artsakh e l’Armenia.

(13 gen 22) RAPITO PASTORE ARMENO – Gli azeri hanno rapito un pastore di 53 anni, Suren Matevosyan , e le sue pecore dal villaggio di Tegh nella regione di Syunik (Armenia). Il capo della comunità di Aravus, Argam Hovsepyan, ha dichiarato che molto probabilmente il pastore ha portato le pecore al pascolo (forse 500) vicino al confine. Secondo l’Ufficio dell’ombudsman dell’Armenia, gli azeri sono scesi dalle loro posizioni e hanno fatto prigioniero l’uomo. In serata l’Azerbaigian ha consegnato il pastore rapito Suren Matevosyan alle forze di pace russe.

(13 gen 22) ALIYEV CONTRO L’OSCE – Baku reprimerà i tentativi del Gruppo OSCE di Minsk di impegnarsi nel conflitto del Karabakh, secondo quanto riferito dai media locali citando il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev. Aliyev ha affermato che l’OSCE non dovrebbe occuparsi del conflitto del Nagorno Karabakh, perché è stato risolto. Aliyev ha sottolineato che il gruppo di Minsk deve accettare la realtà e sapere che non può affrontare la questione del Karabakh perché non lo permetterà. Sempre il presidente azero ha dichiarato che il cosidetto “Corridoio di Zangezur” dovrebbe interessare tutto il sud dell’Armenia ovvero la regione del Syunik.

(13 gen 22) RITROVATO ALTRO RESTO – Il contingente della missione russa di mantenimento della pace ha consegnato al Servizio statale di emergenza dell’Artsakh le spoglie di un altro militare (partecipante alle operazioni militari) rinvenute in direzione nord-est (zona di Mataghis). Il numero dei ritrovamenti di soldati e civili armeni dalla fine della guerra sale dunque a 1.705.

(13 gen 22) ANNIVERSARIO POGROM DI BAKU – Il ministro degli Esteri dell’Artsakh Davit Babayan ha descritto i pogrom di Baku come una delle manifestazioni della politica genocida dell’Azerbaigian e uno degli eventi più sanguinosi. In occasione del 32° anniversario Babayan ha sottolineato che il 13 gennaio 1990 è stato uno dei capitoli più tragici e neri della storia del popolo armeno. “Quel giorno sono iniziati pogrom di massa contro gli armeni a Baku. Dobbiamo essere uniti, dobbiamo impegnarci nella giusta politica e sviluppare una società istruita e patriottica per poter evitare prove difficili come i pogrom di Baku“, ha affermato Babayan aggiungendo che per decenni l’Azerbaigian si è impegnato in piani per ottenere l’esodo degli armeni e che i pogrom di Baku sono stati uno degli eventi più sanguinosi della politica genocida dell’Azerbaigian. Il ministro ha affermato che non è un caso che il leader azero Ilham Aliyev abbia rilasciato un’intervista alla vigilia dell’anniversario e abbia parlato nello stesso stile che ha alimentato i massacri negli anni ’90. “Questo dimostra che lì esistono ancora le stesse idee, prevalgono gli stessi approcci e cercano di attuare gli stessi piani. Cosa dovremmo fare affinché eventi così sanguinosi non si ripetano? Per prima cosa dobbiamo capire con chi abbiamo a che fare, comprendere correttamente la realtà e non commettere errori di nuovo. Nella persona dell’Azerbaigian c’è uno stato e una società in cui l’armenofobia è un’ideologia sanzionata dallo stato. Nella persona dell’Azerbaigian c’è un paese che è essenzialmente un paese fascista, e non dobbiamo mai dimenticarlo. Se lo dimentichiamo, i pogrom di Baku fino all’ultima guerra accadranno di nuovo“, ha sottolineato Babayan.

(12 gen 21) INGRESSI IN ARTSAKH – Un totale di 4.391 cittadini stranieri hanno visitato l’Artsakh (Nagorno Karabakh) nel 2021. Il Ministero dell’Economia e dell’Agricoltura di Artsakh informa che questo indicatore è aumentato del 45,6% rispetto allo stesso periodo del 2020, ma è diminuito dell’89,5% rispetto allo stesso periodo del 2019.

(12 gen 22) AGGIORNAMENTO COVID – Altre tre persone a cui è stato diagnosticato il COVID-19 sono morte in Artsakh secondo quanto comunicato dal Ministero della Salute. Ieri sono stati condotti un totale di 138 test di coronavirus e da cui sono stati confermati dodici nuovi casi di questa malattia che sembrerebbe in fase regredente. Al momento, 46 persone stanno ricevendo cure ospedaliere per COVID-19 con 13 pazienti sono in condizioni critiche e altri 25, compresi i giovani, in condizioni gravi. Finora in Artsakh sono stati condotti un totale di 549 test per il coronavirus nel 2022 e i risultati di 41 di questi sono risultati positivi.

(12 gen 22) NUOVO COMANDANTE RUSSO – Alla guida delle forze di pace russe è stato nominato il generale Andrei Volkov.

(12 gen 22) AGGIORNAMENTO SCONTRI – Il bilancio dello scontro avvenuto ieri è di tre vittime tra i soldati armeni e una tra gli azeri. Nella notte la situazione è ritornata relativamente calma. Intorno alla mezzanotte le forze armate armene hanno recuperato anche il corpo di Vahan Babayan (nato nel 2003) colpito da fuoco nemico. Ci sono anche due feriti ma le loro condizioni non destano preoccupazione

(11 gen 22) DUE SOLDATI ARMENI CADUTI – Il ministero della Difesa dell’Armenia informa che gli azeri hanno ripreso intporno alle 17,30 (ora locale) a sparare contro le postazioni armene all’altezza del villaggio armeno di Verin Shorza. A seguito di tale attività, due soldatio dell’esercito armeno sono caduti. Si tratta di Arthur Artyom Mkhitaryan (nato nel 2002) e del sergente junior Rudik Rafik Gharibyan (2002). Fonti del ministero riferiscono che l’azione azera è stata condotta con artiglieria e droni.

(11 gen 22) SPARI CONTRO POSTAZIONI ARMENIA – Intorno alle 15:15 (ora locale) le unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco sulle postazioni militari armene situate nel settore del villaggio di Verin Shorzha nella provincia di Gegharkunik in Armenia, a seguito della quale un militare armeno ha riportato una moderata ferita da arma da fuoco. Il fuoco dell’avversario è stato messo a tacere dalle azioni di ritorsione della parte armena secondo quanto informa il Ministero della Difesa armeno. A partire dalle 17:00, la situazione al confine tra Armenia e Azerbaigian è relativamente stabile ed è sotto il pieno controllo delle forze armate armene.

(10 gen 22) MINISTERO ESTERI SU VIOLAZIONI AZERE – Il ministero degli Esteri del Nagorno Karabakh ha rilasciato una dichiarazione in relazione alle ripetute violazioni del cessate il fuoco da parte azerbaigiana. “Oggi, 10 gennaio, la parte azerbaigiana ha nuovamente violato gravemente il cessate il fuoco bombardando civili e beni civili nelle comunità di Karmir Shuka, Tagavard della regione di Martuni e Nakhijevanik della regione di Askeran della Repubblica di Artsakh. Tali azioni sono la manifestazione della politica anti-armena e nazista della statualità azerbaigiana, fornendo un’ulteriore prova che le dichiarazioni pacifiche delle autorità azerbaigiane non hanno nulla in comune con i reali obiettivi terroristici ed espansionistici perseguiti da questo paese contro l’Artsakh, il popolo armeno e la regione. Il comportamento aggressivo dell’Azerbaigian dopo la cessazione delle ostilità è una palese violazione degli accordi raggiunti, delle norme del diritto internazionale, dei principi di umanità ed è diretto a intimidire la società della Repubblica dell’Artsakh e a interrompere le attività della missione russa di mantenimento della pace. Riteniamo necessario sottolineare ancora una volta che tali azioni non riusciranno a mandare in frantumi la determinazione del popolo dell’Artsakh a vivere e lavorare in Artsakh, per il quale qualsiasi status all’interno dell’Azerbaigian è categoricamente inaccettabile. Continueremo a sviluppare e rafforzare la nostra patria“, si legge nella nota.

(10 gen 22) SPARI AZERI A KARMIR SHUKA – Dalle postazioni azere sono partiti colpi di arma da fuoco all’indirizzo degli insediamenti di Karmir Shuka e Taghavard nella regione di Martuni. Un fuoristrada, parcheggiato nei pressi di un asilo, è andato a fuoco. Gli azeri hanno continuato a sparare anche all’indirizzo dei Vigili del fuoco che erano accorsi a domare l’incendio. Quanto accaduto è stato relazionato al Comando delle forze di pace russe.

(10 gen 22) OMBUDSMAN SCRIVE A GOOGLE – L’ombudsman dell’Artsakh, Gegham Spenayna, ha indirizzato una missiva a Google chiedendo di non dar seguito alla richiesta azera di rimuovere i toponimi armeni dalle mappe del Nagorno Karabakh.

(10 gen 22) RICERCHE SCOMPARSI – Il Servizio di emergenza dell’Artsakh informa che le ricerche dei resti di militari armeni caduti nel corso della guerra del 2020 sono continuate anche nel recedente periodo festivo. La cifra di ritrovamenti è ferma da alcune settimane a quota 1704.

(8 gen 22) SCONTRO A FUOCO CONFINE ARMENIA – Come confermato anche dal sindaco del villaggio, i militari azeri sabato hanno sparato contro le postazioni militari vicino al villaggio di Verin Shorzha, nella provincia armena di Gegharkunik; ne è seguito uno scambio a fuoco durato circa 45 minuti, tra le 14,15 (ora locale) e le 15. Gli azeri hanno sparato in direzione delle posizioni militari armene che hanno risposto.

(7 gen 22) NATALE RUSSO IN ARTSAKH – Il Natale ortodosso russo è stato celebrato in Artsakh dalle forze di pace russe. Numerosi pellegrini sono giunti dalla Russia e dall’Armenia. Una celebrazione è stata officiata nella nuova chiesa della Natività costruita nei mesi scorsi; al rito hanno partecipato circa duecento soldati e un centinaio di pellegrini.

(6 gen 22) CELEBRAZIONI NATALIZIE – Il Presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan insieme ad alti funzionari e rappresentanti del più alto comando dell’Esercito di Difesa ha partecipato alla Santa Liturgia presieduta dal Primate della Diocesi dell’Artsakh, Sua Grazia il Vescovo Vrtanes Abrahamyan. La liturgia è stata celebrata nel Monastero di Gandzasar in occasione del Natale e dell’Epifania.

(6 gen 22) TRANSITI PER LACHIN – Le forze di pace russe, secondo quanto si legge in una nota del ministero della Difesa di Mosca, hanno assicurato l’ingresso sicuro nel Karabakh di oltre 5.000 veicoli che trasportavano pellegrini dalla Russia e dall’Armenia il giorno di Natale. La forza di peacekeeping osserva un regime di autorizzazioni per i veicoli in transito, controllando i documenti e ispezionando i veicoli se necessario.

(5 gen 22) SHUSHI DEARMENIZZATA– Media azeri riportano il progetto dell’Azerbaigian per Shushi: tutti gli edifici che in qualche modo afferiscano con la presenza armena nella città saranno abbattuti a cominciare dalla nuova sede del Parlamento. Video e foto hanno già documentato nei mesi passati l’abbattimento di molte costruzioni in città.

(4 gen 22) RIUNIONE SULLA SICUREZZA – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha tenuto il suo primo incontro di lavoro del nuovo anno con la partecipazione dei capi delle forze dell’ordine. Apprezzando molto il lavoro efficace e collaborativo delle forze dell’ordine in Artsakh durante le vacanze di Capodanno, il Presidente ha osservato che le questioni di sicurezza rimangono una priorità per lo Stato. È stata discussa un’ampia agenda in relazione alle attività in corso e ai programmi pianificati e inoltre il presidente Harutyunyan ha dato alcune istruzioni ai partecipanti per garantire la sicurezza interna ed esterna di Artsakh.

(4 gen 22) GEORGIA RIBADISCE IL SUO NO AL FORMATO 3+3 – Ancora una volta la Georgia ha ribadito la volontà di non partecipare ad alcuna riunione nel formato 3+3 (Armenia, Azerbaigian, Georgia, Iran, Russia, Turchia) proposto come tavolo negoziale per la risoluzione dei problemi nel Caucaso del sud.

(3 gen 22) AGGIORNAMENTO COVID – Altre quattro persone a cui è stato diagnosticato il COVID-19 sono morte in Artsakh secondo quanto comunicato dal Ministero della Salute. Ieri sono stati condotti un totale di 20 test di coronavirus e da cui sono stati confermati tre soli nuovi casi di questa malattia che sembrerebbe in fase regredente. Al momento, 51 persone stanno ricevendo cure ospedaliere per COVID-19 con 14 pazienti sono in condizioni critiche e altri 26, compresi i giovani, in condizioni gravi. Finora in Artsakh sono stati condotti un totale di 32.538 test per il coronavirus dal 2021 e i risultati di 4.824 di questi sono risultati positivi.

(3 gen 21) TRE SOLDATI AZERI UCCI DA COMMILITONE – Tre soldati delle forze armate dell’Azerbaigian sono stati uccisi da un commilitone che si è poi dato alla fuga. Il fatto è avvenuto nella regione di Kashatagh (Qubadli) ora occupato dagli azeri. Si ha anche notizia che un soldato azero è rimasto ferito a causa dello scoppio di una mina nella regione occupata di Karvachar (Kelbajar).

(1 gen 22) MESSAGGIO DI CAPODANNO – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha diffuso un messaggio per il nuovo anno: “Cari connazionali, cari fratelli e sorelle di Artsakh, Armenia e Diaspora, per convenzione, ogni anno in questo stesso giorno inviamo calorose parole di congratulazioni e auguri a vicenda, ai nostri parenti e amici, alla nostra Patria e al popolo. Ci auguriamo che l’anno in uscita porti via tutte le difficoltà e le prove, e il nuovo anno porti solo successo e prosperità a tutte le famiglie. Tuttavia, per il secondo anno consecutivo, il nostro popolo celebra il nuovo anno in condizioni difficili e dure, schiacciato dai colpi del destino, con il cuore appesantito dal dolore della perdita e dal dolore opprimente, con Artsakh ferito e lacerato . Sì, questa è la nostra realtà. Ma, nonostante tutto, c’è anche un’altra realtà, ovvero l’Artsakh che continua a vivere e a riprendersi, i suoi insediamenti che si sono trasformati in un cantiere edile, la campanella della scuola che chiama i piccoli Artsakhiani nelle loro classi, il fuoco che si accende in un focolare nuovo a giorni alterni, un pianto di neonato in quei focolari. Questo è lottare e creare armeni che si aggrappano alla loro terra, la custodiscono e la sviluppano, che vivono nell’Artsakh facendola rivivere con le loro mani operose e forti, con la loro forza di volontà inflessibile e la loro energia inesauribile. Siete voi, nostri cari connazionali, ciascuno di voi, che siete qui oggi, nelle vostre case, nella vostra Patria. Questa è Madre Armenia, il perno principale e il valore della nazione armena, il principale rifugio e garante degli obiettivi e delle aspirazioni nazionali, che sta sempre dietro ad Artsakh e alla Diaspora. Questi sono i nostri fratelli e sorelle che vivono nella Madre Armenia e nella Diaspora, che stanno fermamente con l’Artsakh, vivono del dolore e della lotta dell’Artsakh. Portando la nostra croce nella lotta nazionale, siamo molto grati a Madre Armenia e agli armeni di tutto il mondo per la loro incrollabile dedizione e lotta. Questo è il contingente di pace della Federazione Russa, la cui missione in Artsakh contribuisce sostanzialmente al mantenimento della pace e della stabilità nella nostra regione. Siamo profondamente grati ai nostri amici. Questi sono i nostri eroi che sono morti per la nostra Patria e si sono immortalati per secoli. Anche il lavoro che hanno lasciato è immortale, e siamo proprio noi a continuarlo. Pertanto, per il bene della sacra memoria dei nostri martiri, la realizzazione delle loro aspirazioni, il futuro dei loro discendenti, siamo obbligati a fare e faremo del nostro meglio affinché l’Artsakh, che è stato invincibile per secoli, rimanga sempre così. Festeggiamo il nuovo anno proprio con questa realizzazione. Possa il 2022 portare pace, fortezza, speranza e fede al nostro popolo e alla nostra Patria. Felice anno nuovo e buon Natale!