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L’approccio “corridoio per corridoio” dell’Azerbaigian è carico di serie sfide per la Russia e l’Europa, ed è inaccettabile per la Repubblica dell’Artsakh. Lo ha affermato il ministro degli Esteri dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh), David Babayan, in un’intervista commentando le dichiarazioni del presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev che ieri in un incontro con il Segretario della NATO aveva affermato che lo stesso quadro giuridico che regola il corridoio di Lachin tra l’Armenia e il Nagorno Karabakh dovrebbe essere applicato al corridoio di terra di Zangezur che collega l’Azerbaigian con la sua exclave autonoma di Nakhchivan. Babayan ha dichiarato quanto segue:

La posizione dell’Azerbaigian è prevedibile. Ci aspettavamo un simile approccio, come non ci si può aspettare nient’altro. Con tali azioni, l’Azerbaigian sta cercando di soffocare completamente Artsakh. Ma il problema non è solo in Artsakh; c’è un gioco più globale, naturalmente con la partecipazione della Turchia. Cosa significa comunicazione senza ostacoli tra la Turchia e l’Azerbaigian attraverso il territorio dell’Armenia riconosciuta a livello internazionale? È una perdita di sovranità su alcune linee di territorio. Ci sarà un “corridoio” oggi, un’altro domani. Dopotutto, non dicono nemmeno “Meghri”; dicono “Zangezur”. Potrebbero esserci diversi “corridoi” in Zangezur. Sono già comparsi almeno due riferimenti al “corridoio”: la ferrovia via Meghri [città], e l’autostrada via Sisian [città]. Allora, cosa sta cercando di fare l’Azerbaigian? Primo, dividere completamente l’Armenia.
Si scopre che l’Armenia sta perdendo il controllo su circa un terzo del suo territorio, su Syunik [provincia], e non solo. Ciò significa che l’Armenia si sta “staccando” dall’Iran. Syunik è completamente circondata – in una posizione di piena enclave dall’Azerbaigian e dalla Turchia – poiché non avrà effettivamente un confine con l’Armenia perché se gli azeri e i turchi “attraversano liberamente“, domani verranno inviate truppe lì per garantire il “libero passaggio” – prima di tutto, di merci e merci, domani, di equipaggiamento militare, esercito, ecc.

Cambierà completamente la situazione nella regione. Naturalmente, collegare [l’enclave dell’Azerbaigian] Nakhichevan con [la] [regione] Karvachar significherebbe la piena inclusione della Transcaucasia orientale, poiché l’Azerbaigian è già parte della Turchia de facto e un territorio altamente dipendente dalla Turchia, e nel senso attuale, l’Armenia non sarà tale perché anche Syunik sarà completamente assorbito. Non sto nemmeno parlando di Artsakh. Tutto ciò porterà a profonde trasformazioni: processi terribili e imprevedibili inizieranno nel Caucaso settentrionale, nella regione del Volga e nell’Asia centrale. Cioè, questa è in effetti la “tabella di marcia” [del presidente turco] Erdogan che ha espresso insieme al rappresentante dell’organizzazione [ultranazionalista turca] “Lupi grigi“.

C’è da dire che la frase di Aliyev rischia di essere un autogol per l’Azerbaigian. Equiparare i due corridoi vuol dire implicitamente che l’Artsakh appartierne all’Armenia così come il Nakhchivan appartiene all’Azerbaigian.
In realtà il dittatore di Baku cerca di barattare il fondamentale transito attraverso il Syunik (si noti che lo chiama sempre come Zangezur…) con la vita dei 120.000 armeni dell’Artsakh che senza supporto esterno sono destinati a morire.
Considerato che Aliyev considera già risolta la questione con la guerra e non vuole sentir parlare di status dell’Artsakh, siamo certi che una volta ottenuto lo sblocco delle vie di comunicazione nel sud dell’Armenia punterà i piedi sulla questione dell’Artsakh e bloccherà i transiti bverso Stepanakert

(31 dic 21) BABAYAN VISITA UNITA’ MILITARI – Il ministro degli Esteri dell’Artsakh, David Babayan, insieme ai membri del governo e del parlamento, ha visitato un certo numero di unità militari e alcune sezioni del dipartimento della linea di contatto. Il ministro si è congratulato con i militari per le prossime vacanze di Capodanno e Natale, augurando loro un servizio sicuro. Parlando con la stampa Babayan ha affermato: “In generale posso dire che abbiamo lavorato tanto, per ovvie ragioni è cambiata la natura del nostro lavoro e si sono aperti nuovi fronti di lavoro. In generale, la nostra agenda di politica estera, le questioni tradizionali sono rimaste invariate. Riconoscimento internazionale della Repubblica dell’Artsakh, soluzione del conflitto azero-Karabakh, a cui si sono aggiunte questioni come la disoccupazione e uno dei compiti chiave più importanti: la conservazione della soggettività geopolitica dell’Artsakh. Tutto ciò richiede un lavoro sistematico, compreso il consolidamento dello stato e di tutte le strutture pertinenti in Armenia e nella diaspora. Abbiamo cercato di fare il massimo“, ha affermato il ministro degli Esteri. “Nel gennaio 2021, abbiamo scelto un motto che descrive la natura del nostro lavoro, la nostra filosofia, ovvero parlare di meno, agire di più”, ha detto David Babayan.

(30 dic 21) AGGIORNAMENTO COVID – Al momento, 68 persone stanno ricevendo cure ospedaliere in Artsakh per COVID-19 e i medici affermano che 13 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 32, compresi i giovani, in condizioni gravi. Nei test di ieri evidenziati 28 nuovi casi su 332.

(30 dic 21) SMENTITA DISINFORMAZIONE AZERA – Il Ministero della Difesa dell’Artsakh ha respinto i rapporti diffusi dai media azeri sulla presunta apertura del fuoco da parte dell’Esercito di difesa dell’Artsakh. “La notizia diffusa dai media azeri, secondo la quale le unità dell’Esercito di Difesa avrebbero aperto il fuoco in direzione dei dipendenti della società azera Bakcell il 29 dicembre, a seguito della quale sarebbe rimasto ferito un azero, è una menzogna assoluta ed è un’altra disinformazione“, si legge nella nota.

(29 dic 21) COMMISSIONE SU FRONTIERE – Il viceministro degli Esteri russo, Andrej Rudenko, in un’intervista all’agenzia di stampa “Ria Novosti”, ha dichiarato che una commissione sulla demarcazione dei confini tra Armenia e Azerbaigian potrebbe essere istituita presto, poiché non si presentano ostacoli insormontabili sulla strada per l’attuazione dell’accordo di Sochi del 26 novembre allorché i leader di Russia, Azerbaigian e Armenia hanno concordato di istituire una commissione bilaterale sulla delimitazione delle frontiere tra Erevan e Baku, con l’assistenza consultiva di Mosca

(29 dic 21) HARUTYUNYAN RICEVE INSEGNANTI – Il presidente della repubblica ha ricevuto alcuni insegnanti di due scuole ad Hadrut e Shushi. Ha ringraziato tutti gli insegnanti delle scuole che si trovano nei territori occupati dell’Artsakh che in questo periodo difficile hanno comunque il processo di apprendimento ininterrotto per gli alunni sfollati. Harutyunyan ha anche affermato che le scuole e gli asili nido di Hadrut e Shushi avranno nuovi edifici separati a Stepanakert a partire dal 1 settembre 2022. Il capo dello Stato ha altresì sottolineato che il popolo e le autorità di Artsakh non accetteranno mai alcuno status di Artsakh come parte dell’Azerbaigian.

(29 dic 21) CINQUE SOLDATI RILASCIATI– L’Azerbaigian, con la mediazione dell’Ungheria, ha riconsegnato cinque soldati armeni che erano stati catturati nel corso dell’attacco azero del 16 novembre. Il ministero della Difesa dell’Armenia ha diffuso i nomi dei cinque liberati: Sargis Abrahamyan, Arman Khachatryan, Vahe Aghajanyan, Suren Khachatryan e Aram Avetyan.

(29 dic 21) RICONSEGNATO CITTADINO ARMENO – Gli azeri hanno riconsegnato alla parte armena il cittadino dell’Artsakh che si era perso questa mattina. A inizio dicembre, l’allevatore Seyran Smbat Sargsyan , che analogamente era finito in territorio occupato dal nemico era stato giustiziato e ritornato cadavere alla parte armena.

(29 dic 21) ARMENO FINISCE IN TERRITORIO OCCUPATO – Intorno alle 7:30, il Servizio di sicurezza nazionale dell’Artsakh ha segnalato la scomparsa di Armen Verdyan (nato nel 1971), residente nel villaggio di Aygestan nella regione di Askeran. L’uomo si sarebbe perso e finito in territorio controllato dagli azeri. Il Servizio di sicurezza nazionale dell’Artsakh sta adottando opportune misure per raffinché il cittadino dell’Artsakh venga restituito alla parte armena. L’uomo aveva perso l’orientamento frea i villaggi di Nakhijevanik e Ughtasar nella regione di Askeran.

(29 dic 21) ATTIVITA’ DI SMINAMENTO – Secondo quanto riferito dal rappresentante delle forze di pace russe, il colonnello Oleg Gorbunov, le unità di ingegneria russe continuano a smantellare aree e oggetti e a distruggere munizioni inesplose e ad oggi sono stati controllati 1.903 edifici, ripuliti 683 km di strade e 2.328 ettari di territori, individuati e distrutti 26.090 oggetti esplosivi.

(28 dic 21) RITROVAMENTI – Il Servizio situazioni di emergenza conferma il dato di 1704 resti di soldati armeni ritrovati dalla fine della guerra nei territori ora occupati dagli azeri.

(28 dic 21) CONSEGNATI NUOVI ALLOGGI – Nella capitale si è svolta la cerimonia di consegna di nuovi alloggi destinati alle famiglie di caduti in guerra e agli sfollati. Ha partecipato il presidente della repubblica il quale ha dichiarato che il presupposto fondamentale per mantenere in vita l’Artsakh armeno è viverci.

(28 dic 21) ANNIVERSARIO ELEZIONI – Trenta anni fa, il popolo dell’Artsakh si recava alle urne per le prime consultazioni politiche nella storia della repubblica. Esse, monitorate da osservatori internazionali, seguivano il referendum del 10 dicembre con il quale a larghissima maggioranza i cittadini avevano manifestato la volontà di assecondare il diritto all’autodeterminazione. Le elezioni si svolsero sotto un fitto lancio di missili Grad ad opera delle forze azere e nel giorno della consultazione elettorale numerose persone furono uccise. Artur Tovmasyan, Presidente dell’Assemblea nazionale dell’Artsakh ha pubblicato un messaggio di congratulazioni per il 30° anniversario della Prima Convocazione del Consiglio Supremo della Repubblica del Nagorno Karabakh.

(27 dic 21) AZERBAIGIAN CONTRO ARMENIA – Il ministro degli Esteri azero, Bayramov, ha scritto su Facebook che l’Azerbaigian promuoverà un’altra azione contro l’Armenia davanti alla Corte internazionale di Giustizia per presunta “discriminazione razziale”. Inoltre, nel corso della conferenza stampa di fine anno il ministro si è sofferamto sul problema delle enclave affermando che alcune sono esistenti da “centinaia di anni” (sic) e possono essere definite solo con la delimitazione dei confini.

(27 dic 21) PARLAMENTO IN SESSIONE STRAORDINARIA – Convocata in sessione straordinaria, questa mattina l’Assemblea nazionale dell’Artsakh ha votato un documento di condanna per le parole pronunciate dal premier dell’Armenia nel corso di una intervista rilasciata il 24 dicembre e ribadisce che il destino dell’Artsakh può essere deciso unicamente dai suoi cittadini. Qui il testo del documento

(27 dic 21) KOCHARYAN SU SICUREZZA ARMENA – L’ex presidente della repubblica Robert Kocharyan nel corso di una conferenza stampa ha dichiarato che l’Armenia non solo ha perso il controllo du 40/45 kmq come annunciato dalle autorità nelle scorse settimane, bensì su un’area fino a dicei volte più estesa. Infatti, secondo il leader del blocco di opposizione “Armenia”, con la delimitazione dei confini basata sui rilievi GPS gli azeri si sono immediatamente collocati a ridosso della linea virtuale di frontiera costringendo gli armeni ad arretrare le loro posizioni finio anche a 1,5 km su tutta la linea. Kocharyan ha inoltre stigmatizzato il fatto che a oggi non esiste ancora un bilnacio ufficilae dei caduti e ha sottolineato che in un anno le forze armate dell’Armenia hanno avuto un bilnacio di 36 vittime, 30 feriti e 30 nuovi prigionieri di guerra il che pone dubbi sulla prontezza al combattimento dell’esercito.

(26 dic 21) POLEMICHE PER DICHIARAZIONI DI PASHINYAN – In una dichiarazione congiunta i difensori dei diritti umani dell’Armenia e dell’Artsakh, Arman Tatoyan e Gegham Stepanyan, hanno affermato che le valutazioni che il Primo Ministro dell’Armenia ha fatto durante la sua recente conferenza stampa del 24 dicembre sono estremamente pericolose per i diritti vitali degli armeni di Artsakh e ostacolano la protezione dalla politica di genocidio dell’Azerbaigian. Anche l’ex presidente dell’Assemblea nazionale, Ashot Ghulyan, ha duramente criticato le parole del premier dell’Armenia che ha incredibilmente affermato che gli armeni non hanno da rivendicare Hadrut e Shushi.

(25 dic 21) CONVOCAZIONE PARLAMENTO – Il presidente del Parlamento dell’Artsakh Artur Tovmasyan ha convocato in data odierna una consultazione di lavoro durante la consultazione, Tovmasyan ha dichiarato che l’Assemblea nazionale dell’Artsakh convocherà una sessione speciale per l’adozione di una dichiarazione dell’Assemblea nazionale il 27 dicembre alle 11. Da quanto trapela, il parlamento di Stepanakert intende rispondere alle recenti dichiarazioni del premier armeno Pashinyan sull’Artsakh.

(23 dic 21) PARLAMENTO APPROVA LEGGE DI BILANCIO – L’Assemblea nazionale, alla presenza del presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan, si è riunita per discutere in seconda lettura la legge di bilancio per l’esercizio 2022 che è stata adottata con 18 voti favorevoli e 11 contrari. Nel suo intervento il presidente ha illustrato l’attuale situazione e i progetti futuri per l’Artsakh. In particolare, ha sottolienato come la relativa stabilità sia mantenuta grazie all’Esercito di Difesa e al contingente di pace russo e ha parlato anche dei programmi di spesa a medio termine per il 2022-2025. Secondo il presidente, la questione più importante per Artsakh è stata e rimane la demografia, e l’obiettivo di tutti i programmi per i prossimi anni sarà il miglioramento della situazione demografica. A tal fine, sono stati avviati e si prevede l’attuazione di una serie di progetti sia sociali che economici, fra i quali quelli abitativi. Harutyunyan ha altresì informato che nei prossimi anni l’importo degli assegni familiari e delle pensioni sarà aumentato fino alla dimensione del paniere minimo dei consumatori. Il Capo dello Stato ha parlato anche delle questioni di politica estera e di sicurezza sottolienando la necessità di uno sviluppo coerente delle capacità e delle fortificazioni dell’Esercito di Difesa e confermando che la priorità in politica estera continuerà a essere la lotta per il riconoscimento incondizionato del diritto del popolo all’autodeterminazione e la restituzione dei territori occupati.

(23 dic 21) AGGIORNAMENTO COVID – Al momento, 84 persone stanno ricevendo cure ospedaliere in Artsakh per COVID-19 e i medici affermano che 14 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 40, compresi i giovani, in condizioni gravi. Nei test di ieri evidenziati 13 nuovi casi.

(23 dic 21) VISITE IN ARTSAKH – L’Azerbaigian si lamenta ancora della visita della candidata presidenziale francese Valerie Pecresse in Nagorno Karabakh.Secondo quanto riportato dall’agenzia TASS, Baku è così indignata che una nota è stata trasferita all’Incaricato d’Affari di Francia in Azerbaigian.

(23 dic 21) GOOGLE MAPS – Secondo i media azeri, l’Azerbaigian ha chiesto la rimozione da Google Maps dei toponimi armeni nel Nagorno Karabakh (Artsakh). “Vorremmo farvi notare che oltre a riflettere i nomi ufficiali della regione del Karabakh dell’Azerbaigian nell’applicazione delle mappe di Google in lingua azera, la questione dell’uso di nomi falsi in lingua armena è stata sollevata davanti a Google tramite i canali diplomatici ufficiali”, ha dichiarato su Google Maps il capo del dipartimento del servizio stampa del Ministero degli affari esteri dell’Azerbaigian, Leyla Abdullayeva, in merito ai nomi dei territori di Artsakh, ora occupati dall’Azerbaigian.

(22 dic 21) CULTURA IN ARTSAKH – Lusine Gharakhanyan, ministro dell’Istruzione, della scienza, della cultura e dello sport della Repubblica di Artsakh, ha dichiarato durante una odierna conferenza stampa che nell’anno in corso è stato fatto un grande lavoro per monitorare e preservare il patrimonio culturale dei territori occupati di Artsakh. Ha altresì informato che, nel quadro di vari programmi culturali, è stato fornito sostegno alle scuole d’arte di Martuni, Chartar, Askeran, Astkhashen, Martakert per garantire la partecipazione degli scolari al concorso di strumenti e canti popolari.
Sono stati inoltre organizzati corsi di formazione per insegnanti di scuole d’arte nell’ambito del programma “Cooperazione con l’Armenia e l’estero”. Il ministro ha dichiarato che continua l’attività del teatro statale di Shushi “Mkrtich Khandamiryan”, che, sebbene itinerante e senza indirizzo, continua a svolgere pienamente il suo lavoro. Si è lavorato anche in direzione dei musei.

(21 dic 21) APPROVATE MOLTE LEGGI – Il presidente della repubblica ha firmato in data odierna numerose leggi che riguardano modifiche ai codici penale, civile, amministrativo, elettorale; inoltre sono stati apportati cambiamenti a leggi sulle pensioni, sui referendum , sulle esecuzioni e in altre materie

(21 dic 21) APPELLO ITALIANO PER RILASCIO PRIGIONIERI ARMENI – “L’Azerbaigian ha restituito all’Armenia – da quanto si apprende in un comunicato del portavoce del Ministero degli Esteri Armeno, Vahan Hunanyan – altri dieci prigionieri di guerra. Esprimiamo soddisfazione. Con la mediazione europea ci sono stati segnali importanti di miglioramento. Auspichiamo che sia solo l’inizio del rilascio di tutti i prigionieri detenuti illegalmente e che i negoziati di pace proseguano per una risoluzione definitiva del conflitto del Nagorno-Karabakh“.Lo dichiarano in una nota congiunta i 26 parlamentari italiani che lo scorso 10 dicembre avevano firmato un appello bipartisan al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, chiedendo di porre come presupposto del rapporto Unione Europea-Azerbaigian, nell’ambito del Partenariato Orientale, il rilascio dei prigionieri di guerra e civili detenuti nel citato Paese a seguito della guerra del Nagorno-Karabakh. (AGI)

(21 dic 21) PUTIN SU CONTINGENTE RUSSO IN ARTSAKH – Il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha dichiarato durante la odierna riunione allargata del comitato consultivo del Ministero della Difesa della Russia che grazie alla presenza delle forze di pace russe, la situazione umanitaria in Nagorno Karabakh è migliorata. “Da un anno i nostri operatori di pace aiutano a mantenere la stabilità nel Nagorno Karabakh. In larga misura, grazie ai loro sforzi, la situazione umanitaria è migliorata, i territori di diverse regioni sono stati sminati, le infrastrutture sociali sono state ripristinate e i monumenti storici e culturali sono stati preservati“, ha affermato.

(21 dic 21) DUE DECESSI PER COVID – Lo segnala il ministero della Salute. Al momento, 84 persone stanno ricevendo cure ospedaliere in Artsakh per COVID-19 e i medici affermano che 19 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 41, compresi i giovani, in condizioni gravi.

(20 dic 21) CATTURATI E RILASCIATI SOLDATI AZERI – Dopo due giorni di silenzio, il ministero della Difesa armeno ha confermato la cattura di due soldati azeri (uno forse graduato) che erano penetrati nel territorio dell’Armenia nei pressi del villaggio di Tsghuk. In data odierna, cone la mediazione russa e per motivi umanitari, i due soldati sono stati restituiti alla parte azera.

(20 dic 21) STAZIONE RIFORNIMENTO AZERA – Gli azerbaigiani hanno pomposamente aperto una stazione di servizio nel tratto della strada Goris-Kapan della provincia di Syunik in Armenia che è sotto il controllo dell’Azerbaigian. L’inaugurazione si è tenuta oggi alla presenza addirittura del presidente della SOCAR Rovnag Abdullayev.

(21 dic 21) PRIGIONIERI DI GUERRA – L’avvocato e attivista per i diritti umani Siranush Sahakyan in una conferenza stampa ha dichiarato che il processo di restituzione dei prigionieri armeni dall’Azerbaigian continuerà, almeno finché ci saranno prigionieri confermati. Secondo lei, circa 50 prigionieri armeni sono stati confermati dall’Azerbaigian e ci sono informazioni non ufficiali su altri 80. Alla domanda sui processi legali in corso relativi ad alcuni di quegli armeni che sono stati restituiti dalla prigionia, Sahakyan ha sottolineato l’inammissibilità di parlarne pubblicamente in quanto l’Azerbaigian ha immediatamente iniziato a manipolare la questione.”Loro [cioè gli azeri] hanno già annunciato di pressioni e torture. Vedrete presto come mettono in discussione in istanze internazionali le testimonianze dei prigionieri sulla tortura in Azerbaigian. Sosterranno che sono le autorità armene a estorcere false testimonianze da quelli rilasciati dalla prigionia. Quindi [vale a dire, le autorità armene] dovrebbero agire con maggiore attenzione. Anche se ci sono motivi per un’indagine, le [rispettive] dichiarazioni non dovrebbero essere pubbliche“, ha ammonito Siranush Sahakyan.

(20 dic 21) RESTRIZIONI COVID – È in fase di elaborazione una bozza di decisione del governo per estendere la quarantena legata al coronavirus in Artsakh a partire da venerdì, ma con un notevole allentamento delle condizioni, tenendo conto della sostanziale riduzione dei casi di COVID-19 e dell’ impatto negativo sulla vita pubblica delle restrizioni. Lo ha scritto su Facebook il ministro di stato dell’Artsakh Artak Beglaryan aggiungendo che, in particolare, si prevede di revocare l’attuale limite quantitativo per incontri ed eventi e riportare le lezioni nelle istituzioni educative in piena modalità presenza.

(19 dic 21) AGGIORNAMENTO COVID – M I test di ieri hanno evidenziato 12 nuovi casi. Al momento, 81 persone stanno ricevendo cure ospedaliere in Artsakh per COVID-19 e i medici affermano che 18 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 46 , compresi i giovani, in condizioni gravi.

(19 dic 21) RILASCIATI 10 PRIGIONIERI – L’agenzia Sputnik Azerbaigian riferisce che dieci soldati armeni, catturati nel corso dell’attacco del 16 novembre, sono stati rilasciati con mediazione dell’Unione europea. In seguito è stata diramata la lista dei prigionieri che hanno fatto ritorno a casa: Hrachik Galstyan, Mkrtich Dilanyan, Gagik Harutyunyan, Radik Poghosyan, Andranik Ghevondyan, Artur Nazaryan, Marat Shahinyan, Sevak Petrosyan, Karlen Stepanyan, e Hayk Vasilyan. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha accolto cono favore la notizia del rilascio.

(18 dic 21) PASSAGGIO PER LACHIN – Il ministero della Difesa russo informa che mediamente ogni giorno sono circa 400 i mezzi che vengano fatti passare ai check point del corridoio di Lachin diretti in Nagorno Karabakh (Artsakh). Ogni auto è soggetta a ispezione.

(17 dic 21) INCONTRI POLITICI – Il presidente della repubblica Arayik Harutyunyan ha tenuto oggi incontri personali con i rappresentanti delle fazioni del Partito Democratico dell’Artsakh, di Patria Unita e dell’Alleanza Civica Libera Patria-Unita dell’Assemblea Nazionale dell’Artsakh nell’ambito della proposta che è stata dichiarata il dicembre 10 per la cooperazione politica per risolvere i problemi che affliggono il Paese. I partecipanti agli incontri hanno discusso le soluzioni a diverse questioni estere e interne, attribuendo importanza all’efficace cooperazione delle forze politiche. Hanno anche toccato la bozza del bilancio 2022 del Paese, l’aumento dell’efficacia del sistema della pubblica amministrazione e diverse altre questioni. Il presidente Harutyunyan ha ritenuto gli incontri utili in termini di organizzazione di discussioni costruttive e di maggiori sforzi attraverso l’impegno di tutte le forze politiche.

(17 dic 21) NUOVO PROCESSO A PRIGIONIERI ARMENI – Proseguono i processi farsa in Azerbaigian contro i prigionieri armeni di guerra. Oggi si è tenuta presso il tribunale distrettuale di Sabunchi di Baku l’udienza preliminare del tribunale sul procedimento penale avviato contro i cittadini armeni Ishkhan Sargsyan e Vladimir Rafayelyan. Entrambi i cittadini armeni sono accusati ai sensi dell’articolo 214.2.3 del codice penale dell’Azerbaigian (terrorismo commesso mediante l’uso di armi da fuoco e oggetti usati come armi).

(17 dic 21) COMITATO INVESTIGATIVO ARMENIA – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha ricevuto una delegazione guidata dal presidente Argishti Kyaramyan del Comitato Investigativo dell’Armenia. Durante l’incontro sono stati discussi lo sviluppo e l’espansione di varie aree di cooperazione, lo scambio di esperienze tra le organizzazioni competenti dell’Armenia e di Artsakh, nonché la formazione e lo sviluppo professionale del rispettivo personale.

(16 dic 21) AIUTI UMANITARI AI BAMBINI – I militari del contingente di pace russo in Nagorno-Karabakh hanno assicurato la sicurezza di un convoglio – con dieci tonnellate di carico umanitario – dalla capitale armena Yerevan alla capitale dell’Artsakh Stepanakert attraverso il corridoio Lachin come comunica il servizio stampa del ministero della difesa di Mosca. “Coperte calde, giocattoli per bambini, caramelle e vestiti. Tutto questo sarà presentato ai bambini del Nagorno-Karabakh prima delle vacanze di Capodanno“, ha affermato Aleksandr Kudrin, un rappresentante del contingente di pace russo.

(16 dic 21) COSTI PROGETTO FERROVIARIO – L’annunciato progetto ferroviario, la cui realizzazione richiederà diversi anni, avrà un costo stimato di circa 1,2 miliardi di dollari secondo quanto riferito dal ministro delle finanze armeno Vahan Kerobyan. In particolare, il progetto più grande in questione è la costruzione di una ferrovia per la città di Horadiz e che potrebbe costare più di 1 miliardo di dollari mentre la costruzione di una nuova ferrovia (lunga circa 45 chilometri) nella sezione della città di Meghri in Armenia potrebbe costare circa 200 milioni di dollari. Verranno spesi pochissimi soldi invece per la costruzione della sezione vicino a Yeraskh [villaggio dell’Armenia] dall’Armenia all’Iran in quanto si tratta solo di un intervento di riparazione di un breve tratto ferroviario di poche centinaia di metri.

(16 dic 21) PASHINYAN SU INCONTRO ALIYEV – È stato raggiunto un accordo con il Presidente Ilham Aliyev dell’Azerbaigian che continueremo i contatti sulle questioni all’ordine del giorno, cercando di formare punti di vista e approcci condivisi. Lo ha affermato il primo ministro Nikol Pashinyan durante la odierna riunione del gabinetto del governo armeno riassumendo i risultati della sua visita a Bruxelles e gli accordi raggiunti con Aliyev. Durante l’incontro a Bruxelles con il presidente dell’Azerbaigian, abbiamo riaffermato la nostra decisione e il nostro accordo sulla costruzione della ferrovia Yeraskh-Julfa-Ordubad-Meghri-Horadis. “Questo accordo è stato raggiunto a seguito delle discussioni del gruppo di lavoro trilaterale Armenia-Russia-Azerbaigian, presieduto dai vice primi ministri dei tre paesi, che si occupa dell’apertura delle comunicazioni regionali. Questo accordo è stato registrato durante il [presidente russo Vladimir] Incontro mediato da Putin tenutosi a Sochi [(Russia)] il 26 novembre. E tutto questo è stato registrato anche durante l’incontro a Bruxelles che si è tenuto mediato dal presidente Charles Michel del Consiglio europeo“, ha affermato.

(16 dic 21) HARUTYUNYAN DA PASHINYAN – Dopo i colloqui a Bruxelles con il Presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev, il Primo Ministro dell’Armenia Nikol Pashinyan ha ricevuto il Presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan.

(15 dic 21) TRILATERALE ANCHE CON MACRON – Al termine del vertice del partenariato orientale, si è svolto a Bruxelles un incontro trilaterale tra il primo ministro Nikol Pashinyan dell’Armenia, il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev. L’incontro si è svolto su iniziativa del presidente francese.

(15 dic 21) ALIYEV SUI PRIGIONIERI DI GUERRA – Secondo il presidente azero, i prigionieri di guerra armeni rilasciati dall’Azerbaigian possono essere stati oggetto di torture in patria. “Alcuni dei prigionieri erano detenuti in Armenia quando li abbiamo restituiti. Questo è un segnale molto serio per noi, i rimpatriati e i loro parenti. Li abbiamo riportati in patria e lì sono stati detenuti. Queste persone potrebbero essere torturate. Le testimonianze dei nostri precedenti prigionieri mostrano che queste persone saranno soggette a crudeli torture. Di conseguenza, se restituiamo più persone, saranno detenute. Questo è un fatto reale e può essere confermato“, ha detto Aliyev in un’intervista a El Pais. Secondo lui, durante la provocazione azera al confine armeno-azero il 16 novembre di quest’anno, la parte azera ha catturato 30 militari armeni e dal novembre 2020, l’Azerbaigian ha catturato un totale di quasi 40 militari. “Non nascondiamo le cifre. Alla parte armena sono stati forniti i nomi, i cognomi e le date di nascita dei prigionieri. Fondamentalmente, la parte armena lo sa. Ci sono rapporti da organizzazioni internazionali e non lo nascondiamo perché non c’è nessun segreto“, ha detto. Aliyev ha altresì aggiunto che finora sono stati rilasciati cento prigionieri armeni mentre altri “che hanno commesso crimini contro il popolo azerbaigiano sono stati sottoposti a giudizio e condannati“. Per la cronaca, cinque dei dieci prigionieri armeni rilasciati alcuni giorni fa dagli azeri sono sotto inchiesta per abbandono del posto difensivo durante l’attacco azero del 16 novembre.

(15 dic 21) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Il presidente della Repubblica di Artsakh Arayik Harutyunyan ha convocato una riunione del Consiglio di sicurezza. Il presidente Harutyunyan ha detto ai membri del Consiglio di sicurezza che i problemi di crisi di quest’anno sono stati principalmente superati, ma ha osservato che resta ancora molto da fare per resistere alle sfide sia interne che esterne. Il presidente dell’Artsakh ha impartito le stesse istruzioni ai funzionari responsabili per risolvere i problemi di sicurezza esistenti.

(15 dic 21) CIMITERO DI TAGHAVARD – Il difensore dei diritti umani (difensore civico) di Artsakh, Gegham Stepanyan, ha rilasciato una dichiarazione con la quale informa che nell’ultimo anno i residenti del villaggio di Taghavard hanno ripetutamente sollevato la questione dell’accesso al cimitero comunitario, che è passato sotto il controllo dell’Azerbaigian dopo la guerra del 2020. Dalla fine della guerra, gli armeni non hanno infatti possibilità di accedervi in quanto a seguito del conflitto metà del villaggio è finito sotto controllo nemico.

(15 dic 21) ALIYEV SUI CORRIDOI – Lo stesso quadro giuridico che regola il corridoio di Lachin tra l’Armenia e il Nagorno Karabakh dovrebbe essere applicato al corridoio di terra di Zangezur che collega l’Azerbaigian con la sua exclave autonoma di Nakhchivan secondo quanto affermato ieri dal presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev.”Oggi non ci sono dogane (posti) nel corridoio di Lachin. Pertanto, non dovrebbero esserci dogane (posti) nel corridoio di Zangezur. Se l’Armenia insiste sull’uso di strutture doganali per controllare merci e persone, allora insisteremo sullo stesso nel corridoio di Lachin. Questo è logico“, ha detto Aliyev durante una conferenza stampa congiunta con il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg a Bruxelles.

(15 dic 21) STATUS ARTSAKH – Il conflitto del Karabakh è finito e non c’è ritorno ai dibattiti sullo status del Karabakh. La dichiarazione è arrivata dal presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev in un’intervista al quotidiano spagnolo El Pais. “La posizione dell’Azerbaigian [sulla questione] è aperta e chiara. Vogliamo la pace, non vogliamo la guerra. Abbiamo vinto la guerra [ultima], siamo vincitori e questa realtà deve essere presa in considerazione. Il conflitto del Karabakh è finito , non c’è ritorno ad alcun dibattito sullo stato del Karabakh o qualcosa del genere“, ha detto Aliyev. Secondo lui, l’Azerbaigian ha risolto il conflitto con mezzi militari e politici. Aliyev ha osservato che l’attuale situazione in Karabakh, dove “il contingente di pace russo è temporaneamente di stanza, è più stabile che al confine tra Armenia e Azerbaigian“.

(14 dic 21) DICHIARAZIONE MICHEL (UE) – Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha rilasciato una dichiarazione a seguito del suo incontro trilaterale con il Primo Ministro Nikol Pashinyan dell’Armenia e il Presidente Ilham Aliyev dell’Azerbaigian. La dichiarazione recita quanto segue:
“Il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha ospitato il Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, e il Primo Ministro della Repubblica di Armenia, Nikol Pashinyan, per una discussione sull’evoluzione della situazione nella regione del Caucaso meridionale e sulle vie da seguire sulle relazioni dell’UE con entrambi i paesi. Il presidente Michel ha assicurato a entrambi i leader l’impegno dell’UE a lavorare a stretto contatto con l’Armenia e l’Azerbaigian per superare il conflitto, creando cooperazione e un’atmosfera di fiducia, al fine di una pace sostenibile nella regione, infine sostenuta da un accordo di pace globale. L’obiettivo comune di tutti e tre i leader è costruire un Caucaso meridionale che sia sicuro, stabile e prospero a beneficio di tutte le persone che vivono nella regione. Il primo ministro Pashinyan e il presidente Aliyev hanno riconfermato che gli impegni chiave assunti nel quadro delle due dichiarazioni trilaterali del 9 novembre 2020 e dell’11 gennaio 2021 sarebbero stati onorati e che le intese raggiunte a Sochi il 26 novembre 2021 dovrebbero essere sviluppate. Il presidente Michel ha elogiato le iniziative intraprese da entrambi i leader per garantire l’allentamento delle tensioni a seguito dei recenti scontri armati lungo il confine tra Armenia e Azerbaigian. In particolare, è stato riconosciuto il successo dell’istituzione di un collegamento di comunicazione diretto tra i ministri della difesa di entrambi i paesi, facilitato dal presidente Michel. Questo meccanismo può servire a prevenire incidenti futuri e avere un impatto positivo aiutando a ridurre le tensioni sul campo. Il presidente Michel ha sottolineato che la soluzione di questioni umanitarie fondamentali è di importanza cruciale. Ha accolto con favore il recente rilascio di dieci detenuti armeni da parte dell’Azerbaigian e la consegna di tutte le rimanenti mappe delle mine da parte dell’Armenia. Ha chiesto la piena e rapida risoluzione di tutte le questioni umanitarie in sospeso, come il rilascio di ulteriori detenuti e la gestione del destino delle persone scomparse, riconoscendo al contempo che i gesti umanitari di entrambe le parti promuovono anche la fiducia e contribuiscono a creare un ambiente favorevole al progresso verso la pace e riconciliazione. L’UE continuerà a sostenere gli sforzi umanitari di sminamento, anche fornendo consulenza di esperti e assistenza alle popolazioni colpite dal conflitto, nonché la riabilitazione e la ricostruzione. L’UE continuerà inoltre a sostenere misure volte a rafforzare la fiducia tra Armenia e Azerbaigian. I leader hanno discusso dei principali partenariati commerciali ed economici esistenti e potenziali tra l’UE ed entrambi i paesi. Hanno inoltre discusso dell’intenzione dell’UE di avviare una piattaforma di consulenza economica per creare fiducia, contribuire alla coesistenza pacifica e rafforzare la cooperazione economica nella regione. Il presidente Aliyev e il primo ministro Pashinyan hanno convenuto che, nel contesto del previsto avvio dei negoziati sulla delimitazione e demarcazione del confine di stato tra Armenia e Azerbaigian, saranno necessarie ulteriori misure tangibili per ridurre le tensioni sul campo e garantire un’atmosfera favorevole per i colloqui. Il presidente Michel ha invitato sia Yerevan che Baku a impegnarsi attivamente in buona fede e ad adoperarsi per ridurre l’escalation. Ha sottolineato che garantire l’appropriato distanziamento delle forze è un elemento essenziale della prevenzione degli incidenti. L’UE metterà a disposizione una missione/gruppo consultivo di esperti per sostenere le questioni relative alla delimitazione e delimitazione delle frontiere, fornendo assistenza tecnica a entrambi i paesi. Il presidente Michel ha anche sottolineato l’importanza di ripristinare le infrastrutture di comunicazione tra l’Armenia e l’Azerbaigian in particolare e il Caucaso meridionale più in generale, nel pieno rispetto della sovranità di tutti i paesi. Si è convenuto di procedere al ripristino delle linee ferroviarie, con adeguate disposizioni per i controlli alle frontiere e doganali, sulla base del principio di reciprocità. L’UE è pronta a sostenere lo sviluppo dei collegamenti di connettività, in linea con il suo piano economico e di investimenti. Anche la piattaforma di consulenza economica proposta può supportare questo processo. I leader hanno deciso di dare seguito ai risultati del loro incontro e di rimanere coinvolti.”

(14 dic 21) POSIZIONE DELLA NATO – La NATO non si schiera nella situazione riguardo ad Armenia e Azerbaigian, entrambi i paesi sono partner preziosi dell’alleanza,; così ha affermato il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg.

(14 dic 21) AGGIORNAMENTO COVID – I test di ieri hanno evidenziato35 nuovi casi. Al momento, 104 persone stanno ricevendo cure ospedaliere in Artsakh per COVID-19 e i medici affermano che 14 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 68, compresi i giovani, in condizioni gravi. Finora quest’anno in Artsakh sono stati condotti un totale di 28119 test per il coronavirus e 4538 sono risultati positivi.

(14 dic 21) AZIENDE TURCHE NEI TERRITORI OCCUPATI – Le compagnie turche hanno iniziato a “prendere il controllo” dei territori ora occupati dall’Azerbaigian in Artsakh. Secondo i media azeri, le aziende arrivate dalla Turchia hanno presentato grandi progetti di investimento al governo azero. Lo ha affermato il ministro dell’Economia dell’Azerbaigian, Mikayil Jabbarov, durante il business forum Azerbaigian-Georgia-Turchia che si tiene a Baku.

(14 dic 21) CALCIO IN ARTSAKH – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha ricevuto i rappresentanti dei club membri dell’Artsakh Football League. Durante l’incontro sono state discusse le questioni finanziarie dei club e quelle sulla manutenzione degli stadi di calcio nelle regioni della repubblica. Il Capo dello Stato ha assicurato che tutte le questioni sollevate saranno adeguatamente risolte e per il prossimo anno sono previsti importanti programmi di sostegno statale volti allo sviluppo di questo sport.

(14 dic 21) INCONTRO TRILATERALE A BRUXELLES – In programma oggi un incontro trilaterale con i leader di Armenia e Azerbaigian a Bruxelles. Lo ha riferito il presidente del Consiglio europeo Charles Michel in una conferenza stampa. L’incontro si svolge alla vigilia del vertice del partenariato orientale che si terrà il 15 dicembre.

(13 dic 21) ELEZIONI AMMINISTRATIVE – Secondo i dati ricevuti, i risultati delle elezioni agli organi di autogoverno locali, tenutesi il 10 dicembre 2021, nelle comunità di Martumi e Gishi della regione di Martuni sono i seguenti: Aznavur V. Saghyan è stato eletto capo della comunità Martuni della regione di Martuni con 1195 voti a favore (1 candidato è stato registrato). Serob E. Aghabekyan è stato eletto capo della comunità Gishi della regione di Martuni con 294 voti a favore (2 candidati registrati). 1859 elettori o 37,05% dell’elettorato hanno partecipato a queste elezioni locali.

(13 dic 21) RIMOSSO TRATTORE COLPITO DA FUOCO AZERO – Con l’intervento delle forze di pace russe, è stato rimosso da un campo nei pressi di Amars un trattore che durante i lavori agricoli di semina era stato oggetto di fuoco azero il 10 dicembre scorso. In tale occasione erano state colpite alcune parti del mezzo ma il conducente era rimasto illeso. Il lavoro nei campi è ripreso sotto controllo russo.

(12 dic 21) PRIGIONIERI DI GUERRA – I rappresentanti del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) hanno visitato i militari catturati dall’Azerbaigian durante le ostilità il 16 novembre. Lo ha riferito Zara Amatuni, responsabile dei programmi di comunicazione della delegazione del CICR in Armenia. La stessa ha anche affermato di aver incontrato altri prigionieri di guerra detenuti in Azerbaigian.

(11 dic 21) AGGIORNAMENTO COVID – 394 test condotti ieri hanno accertato 30 nuovi casi di positività al Covid; la percentuale scende dunque al 7,6 rispetto a punte di 15-20% registrate nelle scorse settimane. Al momento, i dati forniti dal ministero della Salute, riportano 97 persone in trattamento con 13 pazienti molto gravi e 52 in condizioni serie.

(10 dic 21) VISITE IN ARTSAKH – Chiunque, in particolare un armeno, può e deve visitare Artsakh solo previo accordo con le autorità di Artsakh. Le autorità azere non hanno nulla da fare qui, ha detto il ministro di Stato dell’Artsakh Artak Beglaryan in una conferenza stampa commentando gli annunci dell’Azerbaigian sulle persone che hanno visitato Artsakh. “Questo è totalmente inaccettabile per noi. Chiunque, specialmente un armeno, può e deve visitare Artsakh solo previo accordo con il nostro governo. La leadership azera non ha nulla a che fare qui. Qualsiasi funzionario armeno è libero di visitare Artsakh. Non posso dire quali iniziative sta facendo l’Azerbaigian in cambio, ma è ovvio che sono molto nervosi. Se l’Azerbaigian vuole risolvere il conflitto, penso che debba evitare queste convulsioni, deve accettare che abbiamo i nostri diritti, la nostra patria”, ha detto Beglaryan.

(10 dic 21) ALIYEV ANNUNCIA VANTAGGI FISCALI PER I TERRITORI “LIBERATI” – Il presidente azero ha firmato un dcreto che riguarda una “serie di misure per accelerare lo sviluppo economico nei territori liberati”. Si tratta di privilegi fiscali e doganali per gli imprenditori che importano materie prime e merci per organizzare la produzione nei territori ora occupati dagli azeri, vantaggi per le imprese di servizi pubblici, quote stabilite per i lavoratori migranti e gli specialisti che saranno coinvolti nel lavoro in questi territori e migliori procedure per il rilascio dei permessi di lavoro.

(10 dic 21) ELEZIONI AMMINISTRATIVE A MARTUNI – Le elezioni degli organi di autogoverno si stanno svolgendo oggi nelle comunità Martuni e Gishi della regione di Martuni della Repubblica di Artsakh. Allestiti quattro seggi. Un candidato si candida alla carica di capo della comunità a Martuni e due a Gishi. Secondo i dati della polizia, 5.017 persone hanno diritto al voto durante le elezioni per l’autogoverno nelle comunità di Martuni (4050) e Gishi (967).

(10 dic 21) UN MORTO E OTTO FERITI PER L’ATTACCO AZERO – Il ministero della Difesa dell’Armenia ha reso noto che l’attacco azero di questa mattina alle postazioni difensive lungo il confine orientale ha provocato un morto e otto feriti di cui sei in gravi condizioni. Il caduto è Vahe Manaseryan di 19 anni.

(10 dic 21) PRIGIONIERI ARMENI – L’Azerbaigian ha nascosto il numero dei prigionieri di guerra armeni. Prima dell’incidente avvenuto il 16 novembre, in base a dati confermati, in Azerbaigian sono detenuti 40 prigionieri di guerra, ma questo non è il numero reale. Almeno altri 80 sono in cattività, ma l’Azerbaigian si rifiuta di dichiarare ufficialmente che sono prigionieri. Non ci sono informazioni sui loro destini fino ad oggi. Vengono tenuti in cattività o uccisi. Questo è ciò che Siranush Sahakyan, difensore dei prigionieri di guerra armeni presso la Corte europea dei diritti dell’uomo, ha affermato durante la discussione odierna. Ha altresì aggiunto che in occasione dell’attacco del 16 novembre, 32-33 soldati armeni potrebbero essere stati catturati dagli azeri.

(10 dic 21) NUOVI ATTACCHI AZERI – A mezzogiorno ora locale, unità delle forze armate azere hanno attaccato le posizioni militari armene nella direzione orientale del confine armeno-azerbaigiano secondo quanto riferisce il ministero della Difesa armeno. Ma a causa delle azioni di rappresaglia da parte armena, l’avversario ha subito perdite umane ed è stato ricacciato indietro nelle sue posizioni iniziali.

(10 dic 21) GIORNATA DELLA COSTITUZIONE E ANNIVERSARIO REFERENDUM INDIPENDENZA – Il presidente dell’Assemblea nazionale dell’Artsakh Artur Tovmasyan, insieme ai deputati, al presidente del Consiglio di sicurezza Vitaly Balasanyan e ai membri del governo, ha visitato il memoriale della città di Stepanakert in occasione della Giornata della Costituzione e del trentesimo anniversario del referendum che sancì l’indipendenza dell’Artsakh per volontà popolare. Tovmasyan ha reso omaggio e ha deposto una corona al monumento dedicato a coloro che divennero martiri per la difesa della patria. La delegazione governativa guidata dal presidente dell’Artsakh ha deposto fiori sulle tombe, al Pantheon militare, degli armeni uccisi nelle tre guerre dell’Artsakh.

(9 dic 21) MOSCA NON COMMENTA – La posizione di principio di Mosca è che procediamo dalla necessità di astenerci dal rilasciare dichiarazioni e intraprendere azioni che potrebbero rallentare l’attuazione degli accordi trilaterali al più alto livello e, naturalmente, dichiarazioni e azioni che potrebbero portare all’escalation del conflitto. E’ quanto ha detto oggi ai giornalisti la portavoce del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, Maria Zakharova, commentando le successive dichiarazioni del presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev sul cosiddetto ‘corridoio Zangezur’. “Credo che sarebbe meglio attenersi alla questione, non alle dichiarazioni politiche… In qualità di mediatore, la Russia sta facendo tutto il possibile per stabilizzare la situazione… Conoscete i nostri approcci di principio… Stiamo facendo tutto il possibile per assicurarci che gli accordi siano implementato e la situazione… non può mai essere garantita poiché abbiamo a che fare con un vecchio conflitto, ma, in ogni caso, stiamo facendo tutto il possibile per assicurarci che la situazione nella regione non peggiori“, ha affermato.

(9 dic 21) FUOCO AZERO CONTRO POSTAZIONI ARMENIA – Le unità dell’esercito azero sono nuovamente ricorse alla provocazione, a partire dalle 16:25 ora locale, aprendo un fuoco intenso con armi di vario calibro, in direzione delle posizioni militari armene situate nel settore della provincia di Gegharkunik al confine tra Armenia e Azerbaigian, in particolare verso il villaggio di Norabak. La parte armena ha risposto al fuoco ma lamenta due feriti. Dalla giornata di ieri si sono intensificati gli scambi di colpi tra le parti. Gli azeri dichiarano un soldato caduto (Asif Aghayev) in direzione Karvachar negli scontri di ieri.

(9 dic 21) COLPI CONTRO TRATTORE – La parte azera giovedì ha aperto il fuoco contro l’operatore del trattore del villaggio di Machkalashen nella regione di Martuni secondo quanto riferisce il sindaco di Machkalashen Lernik Avanesyan. Ha detto che l’incidente è avvenuto mentre svolgeva lavori agricoli.

(9 dic 21) DUE AZERI MORTI PER MINA – Due azeri sono stati uccisi nell’esplosione di una mina vicino al villaggio di Karin Tak, nella regione di Shushi, secondo quanto riferisce Sputnik Azerbaijan, citando il ministero degli Interni dell’Azerbaigian. Due uomini stavano lavorando in quella zona, ed entrambi sono morti.

(9 dic 21) PRIGIONIERI DI GUERRA – Tutti i militari della parte azera che sono stati fatti prigionieri nel Nagorno Karabakh (Artsakh) sono stati restituiti con l’assistenza delle forze di pace russe e il lavoro per il ritorno dei soldati armeni attualmente catturati continua. Lo ha dichiarato alla agenzia Tass Rustam Muradov, vice comandante del distretto militare meridionale delle forze armate russe ed ex comandante delle forze di pace russe ad Artsakh, che si è detto convinto che il problema dei prigionieri armeni ancora nelle mani azere sarà portato a soluzione con il contributo russo.

(8 dic 21) SPARI AZERI CONTRO AUTOCARRO ARMENO – Le unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco con armi da fuoco di diverso calibro in direzione del veicolo di supporto posteriore (autocarro d’acqua) dell’unità militare N del Ministero della Difesa dell’Armenia situata nella direzione sud-occidentale del confine armeno-azero. Lo riferisce il ministro della Difesa precisando che l’incidente non ha causato vittime..

(8 dic 21) EVIDENZA DI TORTURE A CITTADINO ARTSAKH – Il ventunenne Mihran Musayelyan, residente nel villaggio di Ashan (regione di Martuni), che si era perso ed era finito in territoriosotto il controllo dell’Azerbaigian il 23 novembre 2021, poi restituito alla parte armena il 26 novembre attraverso la mediazione delle forze di pace russe, è stato malmenato e torturato. A tale conclusione è giunto l’esame di medicina legale predisposto sul caso.

(8 dic 21) AGGIORNAMENTO COVID – Sono il leggerissimo miglioramento i numeri della pandemia di Covid in Artsakh colpito da un’ondata di casi e decessi da un paio di mesi. Al momento, 83 persone stanno ricevendo cure ospedaliere in Artsakh per COVID-19 e i medici affermano che 14 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 44, compresi i giovani, in condizioni gravi. Ieri un altro decesso, lunedì 4 morti. Urge vaccinazione di massa.

(8 dic 21) FAMILIARI SOLDATI PRIGIONIERI – Numerosi familiari di soldati armeni catturati dagli azeri hanno trascorso la notte davanti all’Assemblea nazionale di Yerevan. Un gruppo di famiglie dei militari armeni dispersi e catturati aveva protestato già da ieri davanti all’edificio principale del governo e alcuni blocchi avevano determinato la chiusura di un tratto del viale Tigran Mets che entra in piazza della Repubblica e corre lungo l’edificio principale del governo. Oggetto della protesta sono anche le dichiarazioni del Presidente del parlamento, Alen Simonyan, che in un video girato di nascosto, postato sui social, parlando con un’altra persona aveva etichettato come “disertori” i militari prigionieri a Baku catturati dopo la guerra.

(7 dic 21) LA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA OBBLIGA L’AZERBAIGIAN – La Corte internazionale di giustizia ha adottato le seguenti misure provvisorie contro l’Azerbaijan imponendo alla stessa, in conformità con i suoi obblighi ai sensi della Convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, di 1)Proteggere dalla violenza e dalle lesioni personali tutte le persone catturate in relazione al conflitto del 2020 che rimangono in detenzione e garantire la loro sicurezza e uguaglianza per la legge. 2) Adottare tutte le misure necessarie per prevenire l’incitamento e la promozione dell’odio razziale e della discriminazione, anche da parte dei suoi funzionari e istituzioni pubbliche, che prendono di mira tutte le persone di origine etnica o nazionale armena. 3) Adottare tutte le misure necessarie per prevenire e punire atti di vandalismo e profanazione che interessano il patrimonio culturale armeno, inclusi, a titolo esemplificativo, chiese e altri luoghi di culto, monumenti, cimiteri e manufatti. In questa fase, il tribunale non ha obbligato l’Azerbaigian a restituire tutti i prigionieri di guerra armeni, nonostante sia stata confermata la discriminazione razziale contro tutti gli armeni da parte dell’Azerbaigian, compresi i funzionari di governo.

(7 dic 21) IL PRESIDENTE A MARTUNI – Il presidente Arayik Harutyunyan ha visitato la città di Martuni e ha tenuto un incontro di lavoro con i funzionari dell’amministrazione regionale. In un suo intervento, Harutyunyan ha sottolineato ancora una volta il ruolo della missione di pace russa in Artsakh finalizzata a garantire la sicurezza e ha osservato che si sta lavorando parallelamente per espandere le capacità delle forze dell’ordine di Artsakh e sul principio di complementarità. Durante la visita, il presidente Harutyunyan ha anche preso parte alla cerimonia di inaugurazione di un monumento khachkar che commemora sette artiglieri della regione periti in guerra ai quali ha assegnato loro l’ordine postumo di “Croce di battaglia” di secondo grado. Accompagnato dal capo dell’amministrazione regionale Edik Avanesyan, il Capo dello Stato ha anche visitato il quartiere plurifamiliare in costruzione nel comune di Martuni e ha preso atto dello stato di avanzamento dei lavori.

(7 dic 21) COMMEMORATO ANNIVERSARIO TERREMOTO – In occasione del 33° anniversario del devastante terremoto di Spitak in Armenia, il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha visitato il memoriale della città di Stepanakert e ha reso omaggio alle vittime innocenti di questo disastro naturale. Il capo di stato dell’Artsakh era accompagnato da Karen Shahramanyan, capo dell’ufficio del presidente; Artak Beglaryan, ministro di Stato; Vitaly Balasanyan, Segretario del Consiglio di Sicurezza; e molti altri funzionari.

(6 dic 21) NUOVE SCHERMAGLIE A KARMIR SHUKA – Intorno alle 21 ora locale gli azeri (che hanno le posizioni a un chilomtero di distanza) hanno ripreso a colpire i dintorni del villaggio ricevendo risposta armena. Lo scambio di colpi è durato circa una quindicina di minuti secondo quanto riferisce l’ufficio dell’ombudsman dell’Artsakh. Non segnalati danni o feriti a seguito della nuova provocazione azera.

(5 dic 21) DECESSO DI SOLDATO ARMENO – Verso le 21:20 ora locale, Gor Martirosyan (nato nel 2002) dell’Esercito di difesa dell’Artsakh ha ricevuto una ferita da arma da fuoco mortale al posto di guardia di un’unità militare dell’Esercito di difesa in circostanze ancora sconosciute. Sono in corso le indagini per scoprire i dettagli di questo incidente.

(5 dic 21) SCHERMAGLIE A KARMIR SHUKA – Riferito scambio di colpi nei pressi del villaggio già al centro di schermaglie tre giorni fa.

(4 dic 21) RILASCIATI DIECI PRIGIONIERI ARMENI – Dieci armeni catturati dall’Azerbaigian il 16 novembre sono stati restituiti in Armenia grazie alla mediazione della parte russa. I rimpatriati sono Narek Yerimyan, Arayik Arakelyan, Serzhik Amirkhanyan, Gevorg Hakobyan, Robert Nalbandyan, Harut Sargsyan, Artyom Manasyan, Erik Avetisyan, Arman Tevosyan e Tigran Hakobyan.

(4 dic 21) AMMISSIONI TURCHE SULLA GUERRA – Il vicepresidente turco ha ammesso che i servizi segreti del suo Paese hanno preso parte alla guerra scatenata dall’Azerbaigian contro l’Artsakh lo scorso autunno. Secondo l’agenzia di stampa Haberler, durante la discussione sul bilancio per la difesa della Turchia, Fuat Oktay ha affermato che l’Organizzazione nazionale di intelligence turca (MIT) è stata attiva in termini di interessi della Turchia e di equilibrio di potere nella regione in Libia, Karabakh e Afghanistan.

(4 dic 21) IDENTIFICATO IL KILLER AZERO – Nell’ambito della cooperazione con i pubblici ministeri di Artsakh e delle forze di pace russe in Artsakh, è stato scoperto che l’omicidio del cittadino di Artsakh Seyran Sargsyan è stato commesso dal cittadino e soldato azero, il soldato semplice David Rahimzade. Lo fa notare in una dichiarazione rilasciata dall’ufficio del procuratore di Artsakh. Un procedimento penale è stato avviato presso la polizia di Artsakh in relazione a questo caso ed è stato trasferito dall’ufficio del procuratore al comitato investigativo dell’Artsakh per le indagini.

(4 dic 21) CORPO RESTITUITO – Gli azeri hanno restituito alla parte armena il corpo del cittadino dell’Artsakh catturato e giustiziato.

(3 dic 21) CONSIGLIO MINISTERIALE OSCE – Il conflitto del Nagorno Karabakh è stato discusso a margine del 28° Consiglio dei ministri dell’OSCE, che si è tenuto a Stoccolma, in Svezia, il 2-3 dicembre. Al termine del Consiglio dei ministri, i Co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE hanno rilasciato una dichiarazione, osservando che sebbene abbiano tenuto riunioni separate con i ministri degli Esteri armeno e azero, non si è svolta una riunione congiunta sotto i loro auspici. I Co-presidenti “esprimono la loro disponibilità ad ospitare tale incontro non appena le circostanze permetteranno di proseguire le discussioni iniziate a New York a settembre ea Parigi a novembre”, si legge nel comunicato.

(3 dic 21) UCCISO DAGLI AZERI L’ALLEVATORE CATTURATO – La drammatica conferma nel pomeriggio: si chiamava Seyran Smbat Sargsyan, nato nel 1956, residente nell’insediamento di Chartar del distretto di Martuni della Repubblica di Artsakh, e stava pascolando il suo bestiame. Comunicato di portesta del ministero degli Affari esteri dell’Artsakh. Dal mese di settembre è il terzo civile ucciso dagli azeri.

(3 dic 21) PARLAMENTO CIPRIOTA – La Camera dei Rappresentanti di Cipro ha adottato all’unanimità una risoluzione sulla “Continua aggressione dell’Azerbaigian contro gli armeni e l’attuale situazione nel Nagorno Karabakh“. “La risoluzione condanna l’aggressione dell’Azerbaigian contro l’Armenia e l’Artsakh, esorta ad attuare le disposizioni della dichiarazione del 9 novembre 2020 sul cessate il fuoco, compreso il rilascio dei prigionieri. Allo stesso tempo, invita la comunità internazionale ad agire in modo da fermare l’aggressione dell’Azerbaigian contro l’Armenia, nonché esorta le organizzazioni internazionali a fornire aiuti umanitari alla popolazione di Artsakh. La risoluzione ha anche condannato il coinvolgimento della Turchia nella guerra scatenata contro il Nagorno Karabakh.

(3 dic 21) AZERI CATTURANO ARMENO – Intorno alle 13 ora locale, il Servizio di Sicurezza Nazionale dell’Artsakh è stato informato della scomparsa di S.S. (nato nel 1956), residente nella città di Chartar nella regione di Martuni. E’ stato accertato che l’uomo – un allevatore di bestiame – aveva perso l’orientamento mentre pascolava i suoi animali ed era finito nel territorio sotto il controllo delle forze armate azere ed era stato da queste detenuto.

(3 dic 21) NASCITE A NOVEMBRE – 178 nascite sono state registrate in Artsakh durante il mese di novembre. Lo ha scritto su Facebook il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan che ha sottlineato come “rispetto ai mesi precedenti, quel numero è un record e il più vicino agli indicatori che avevamo prima della guerra [dello scorso autunno]”.

(2 dic 21) MEDIAZIONE RUSSA – La mediazione della Russia nella risoluzione del conflitto del Nagorno-Karabakh è accolta con favore dai paesi che co-presiedono il Gruppo di Minsk dell’OSCE secondo quanto ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov durante la riunione del Consiglio dei ministri degli esteri dell’OSCE. I ministri di Russia, Stati Uniti e Francia hanno adottato una dichiarazione sull’accordo sul Karabakh che, tra le altre cose, accoglie con favore gli sforzi di mediazione della Russia, ha affermato.

(2 dic 21) PRESIDENTE RICEVE ONG – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha ricevuto i responsabili di alcune ONG. Sono state discusse proposte volte a introdurre meccanismi efficaci nella pubblica amministrazione di Artsakh, nonché ad aumentare il controllo pubblico. I partecipanti erano interessati anche ai programmi per fornire alloggi ai residenti sfollati e al lavoro svolto per superare le sfide che Artsakh deve affrontare.

(2 dic 21) FUOCO AZERO SU KARMIR SHUKA – Uuno scontro a fuoco è avvenuto nella tarda mattinata (ora locale) nell’area del villaggio di Karmir Shuka della regione di Martuni dell’Artsakh. Lo scontro a fuoco è stato avviato dalla parte azera, a cui la parte armena ha risposto. I colpi sono stati sparati con diverse armi da fuoco e sono durati per circa 10-15 minuti.

(2 dic 21) TRE DECESSI PER COVID – Ne dà notizia il ministero della Salute. Al momento, 93 persone stanno ricevendo cure ospedaliere in Artsakh per COVID-19 e i medici affermano che 17 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 44, compresi i giovani, in condizioni gravi.

(2 dic 21) GIORNATA DELLA MEMORIA – Il governo armeno propone di dichiarare il 27 settembre giorno della memoria delle vittime dell’aggressione scatenata dall’Azerbaigian contro Artsakh nel 2020. Il disegno di legge è stato inserito oggi nell’ordine del giorno della seduta del Consiglio dei Ministri ed è stato approvato all’inizio della seduta.
La relativa proposta sarà sottoposta alla discussione del parlamento.

(1 dic 21) NUOVO BUSTO – L’inaugurazione di un busto, realizzato dallo scultore russo Mikhail Serdyukov, del grande pittore marino russo armeno Hovhannes (Ivan) Aivazovsky è avvenuta in via Hovhannes Aivazovsky a Stepanakert. L’onore di svelare questa scultura è stato dato al maggiore Sergey Lazev, un ufficiale del centro di risposta umanitaria del contingente di mantenimento della pace russo, e a Gayane Grigoryan, vice ministro dell’Istruzione, della scienza, della cultura e dello sport di Artsakh.

(1 dic 21) VERTICE VICE PRIMI MINISTRI A MOSCA – Il gruppo di lavoro trilaterale Armenia-Russia-Azerbaigian presieduto dai vice primi ministri ha tenuto una riunione nella capitale russa di Mosca. Il gruppo di lavoro trilaterale si occupa dello sblocco di tutte le comunicazioni economiche e di trasporto nella regione. Durante il recente incontro dei leader armeno, russo e azero a Sochi, il presidente della Russia Vladimir Putin aveva affermato che i vice primi ministri si sarebbero incontrati presto a Mosca per riassumere i risultati e annunciare le decisioni che sono state concordate dai leader dei loro paesi il 26 novembre.

(1 dic 21) QUATTRO DECESSI PER COVID – Ne dà notizia il ministero della Salute. Al momento, 107 persone stanno ricevendo cure ospedaliere in Artsakh per COVID-19 e i medici affermano che 21 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 55, compresi i giovani, in condizioni gravi.

L’ambasciatore azero tenta di ripulire la “fedina penale” del suo Paese (Tempi, 1 dic)

Dopo un anno di occupazione azera, varie forme di molestie contro l’Artsakh e la sua gente… (Korazym, 4 dic)

Armenia: amb. Hambardzumyan su ordinanza Corte internazionale di giustizia (Giornale diplomatico, 8 dic)

Sochi: il summit dell’incertezza (Osservatorio Balcani Caucaso, 9 dic)

Armenia – Azerbaijan: Yerevan monitorerà il rispetto delle decisioni della Corte Internazionale (Assadakah, 9 dic)

Nagorno Karabakh: trent’anni fa il popolo disse Sì all’indipendenza ma aspetta ancora la libertà (Il Fatto quotidiano, 10 dic)

Ennesimo attacco azero in Armenia… (Assadakah, 10 dic)

Draghi, appello bipartisan da 26 parlamentari per il rilascio dei prigionieri di guerra armeni ancora detenuti (Il Mattino, 12 dic)

Mosca e Ankara propongono la piattaforma 3+3 per il Caucaso (Asia news, 13 dic)

ARMENIA VS AZERBAIJAN/ “Erdogan vuole prendersi il Caucaso, solo Putin può fermarlo” (Il sussidiario, 14 dic)

Corridoi complicati. Il Difensore civico armeno analizza le violazioni dei diritti dei frontalieri armeni da parte dell’Azerbajgian (Korazym, 17 dic)

Partenariato orientale, l’UE rilancia (Osservatorio Balcani Caucaso, 17 dic)

Presentata la canta-storia che racconta le sorti dei profughi dell’Artsakh (Metis news, 17 dic)

Droni caduti senza motivo apparente”: la Serbia sta valutando il sistema EW “Repellent”, sostenendo il suo presunto utilizzo in Nagorno-Karabakh (Top war, 17 dic)

L’Azerbaigian restituisce altri 10 soldati catturati in Armenia (Lamezia in strada, 19 dic)

ACS accanto ai rifugiati del Nagorno-Karabakh: “Lottiamo per la sopravvivenza” ( Vatican news, 20 dic)

Junior Eurovision 2021: il boicottaggio della tv azera alla entry armena (Eurofestival news, 21 dic)

Nagorno Karabakh, le chiese non possono essere colpite (ACI Stampa, 21 dic)

La bomba ad orologeria dell’economia turca (Difesa online, 22 dic)

Solo il popolo di Artsakh può decidere il proprio status futuro… (Korazym, 27 dic)

Siria, Armenia e Ucraina: guerre e rifugiati (Osservatorio Balcani Caucaso, 31 dic)

Il vertice trilaterale di Sochi del 26 novembre – convocato anche per rispondere alla mossa dell’Unione europea che, improvvisamente destatasi dal suo torpore aveva annunciato un incontro tra Pashinyan e Aliyev per il prossimo 15 dicembre – si è concluso con una dichiarazione che, nel consueto linguaggio diplomatico, dice tutto e niente al tempo stesso. Cerchiamo di analizzare per sommi capi quali siano i punti focali del documento.

A prescindere dalle frasi di circostanza – ovvero l’impegno a dar seguito ai precedenti accordi, l’apprezzamento per la missione di pace russa (indicazione rivolta principalmente alla parte azera che dei caschi MIR farebbe volentieri a meno) e l’attività di Mosca per fornire assistenza alla parti – sono due i punti fondamentali della dichiarazione.

  1. Istituzione di una commissione bilaterale con la partecipazione consultiva della Federazione Russa basata sull’applicazione dei lati, sulla delimitazione e successivamente la demarcazione, del confine di stato tra la Repubblica di Armenia e la Repubblica di Azerbaigian.
    Sostanzialmente, le parti – per dirla con le parole di Putin dopo il vertice – hanno “concordato di creare meccanismi per la demarcazione e delimitazione del confine tra i due paesi entro la fine di quest’anno”.
    In poco più di un mese, armeni e azeri devono concordare un metodo di lavoro che possa essere utilizzato per disegnare fisicamente e in modo definitivo la frontiera fra i due Stati.
    Possiamo avventurarci nell’ipotizzare che saranno utilizzate le geolocalizzazioni di epoca sovietica (dati presumibilmente custoditi a Mosca) con qualche aggiustamento che, in termini di compromesso, possa portare a un accordo finale (ad esempio al questione delle exclavi, talune postazioni in altura, (forse) la strada nel sud dell’Armenia).
    Nulla però sappiamo sui tempi di applicazione di questo criterio di mappatura che certo non sarà semplice.

  2.  Sblocco di tutte le comunicazioni economiche e di trasporto della regione. Anzi, sempre per usare le parole del presidente russo, “lo sblocco dei corridoi di trasporto”.
    Il gruppo di lavoro congiunto che da qualche mese lavora sul tema dovrebbe dunque aver avuto il via libera su passanti ferroviari e stradali tanto cari alla parte azera che vuol collegare il Nakhchivan al resto dell’Azerbaigian e dar consistenza alle mire di un “corridoio turco” attraverso il sud dell’Armenia.
    La previsione del ripristino dei collegamenti era stata già inserita nei famosi “Princìpi di Madrid” ma in questo nuovo postguerra è materia particolarmente accesa perché gli azeri premono, anzi impongono, il passaggio e gli armeni rischiano di vedere la loro sovranità fortemente limitata.
    C’è anche da dire che un conto è realizzare queste vie di transito (sul cui controllo andrebbe aperto un capitolo a parte) a pace conclusa ovvero con un Artsakh libero e indipendente, un conto è farlo in un clima ancora di odio e di assoluta incertezza sul destino di Stepanakert con le continue provocazioni azere all’ordine del giorno.

Nelle dichiarazioni post vertice si parla anche delle questioni umanitarie (presumibilmente la questione dei prigionieri di guerra armeni) di cui non vi è però traccia nel comunicato finale segno che le modalità di risoluzione delle criticità sono legate presumibilmente allo scambio mappe campi minati per prigionieri di guerra.

Salta all’occhio la mancanza di qualsiasi riferimento al territorio dell’Artsakh e al diritto della popolazione locale. A nostro modesto avviso, l’assenza di neppure un cenno a Stepanakert pone la parte armena in una posizione di debolezza; ma forse in questo momento le priorità sono altre (in primo luogo garantire la sicurezza delle frontiere) e forse solo in un secondo tempo la road map russa porterà al centro dei colloqui il destino della regione.

LA DICHIARAZIONE FINALE DEL VERTICE DI SOCHI
Il Primo Ministro della Repubblica di Armenia Nikol Pashinyan, il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin e il Presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev hanno adottato una dichiarazione congiunta basata sulla riunione trilaterale, come riportato dal governo dell’Armenia. La dichiarazione recita in particolare quanto segue:

Noi, il Primo Ministro della Repubblica di Armenia N.V.Pashinyan, il Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian I.H. Aliyev, Presidente della Federazione Russa V.V. Putin, si è riunito il 26 novembre a Sochi e ha discusso il processo di attuazione della dichiarazione del 9 novembre 2020 sul completo cessate il fuoco e la cessazione di tutti i tipi di operazioni militari nella zona di conflitto del Nagorno-Karabakh e nel processo di attuazione della dichiarazione dell’11 gennaio 2021 sullo sblocco di tutte le infrastrutture economiche e di trasporto della regione.
Abbiamo riaffermato l’impegno per l’ulteriore e coerente attuazione e l’osservanza incondizionata di tutte le disposizioni della dichiarazione del 9 novembre 2020 e della dichiarazione dell’11 gennaio 2021 a beneficio della stabilità, della sicurezza e dello sviluppo economico del Caucaso meridionale. Abbiamo convenuto di intensificare gli sforzi congiunti volti alla soluzione immediata delle restanti questioni derivanti dalle dichiarazioni del 9 novembre 2020 e dell’11 gennaio 2021.
Abbiamo menzionato il contributo significativo della missione di pace russa nella stabilizzazione della situazione e nel garantire la sicurezza nella regione.
Abbiamo convenuto di adottare misure per aumentare il livello di stabilità e sicurezza al confine azero-armeno, per spingere il processo di istituzione di una commissione bilaterale con la partecipazione consultiva della Federazione Russa basata sull’applicazione dei lati, sulla delimitazione e successivamente la demarcazione, del confine di stato tra la Repubblica di Armenia e la Repubblica di Azerbaigian.
Abbiamo molto apprezzato l’attività del gruppo di lavoro trilaterale sullo sblocco di tutte le comunicazioni economiche e di trasporto della regione, istituito in conformità con la dichiarazione dell’11 gennaio 2021 sotto la presidenza congiunta dei Vice Primi Ministri della Repubblica di Azerbaigian, Repubblica di Armenia e la Federazione Russa. Abbiamo sottolineato la necessità di avviare quanto prima programmi specifici, volti a individuare il potenziale economico della regione.
La Federazione Russa continuerà a fornire l’assistenza necessaria per normalizzare le relazioni tra la Repubblica dell’Azerbaigian e la Repubblica di Armenia, creare un’atmosfera di fiducia tra i popoli azero e armeno e stabilire relazioni di buon vicinato nella regione”.

[traduzione e grassetto redazionale]

La foto di una mappa del mondo turco mostrata dai leader della coalizione di governo turca Recep Tayyip Erdogan e Devlet Bahceli è semplicemente un regalo per la diplomazia armena per plasmare la solidarietà all’estero al fine di interrompere il progetto del “corridoio Zangezur” turco-azero. Lo ha scritto qualche giorno fa l’arabologo Armen Petrosyan sulla sua pagina Facebook confidando che quella posa faccia finalmente aprire gli occhi a qualcuno.

Chissà se in qualche ministero degli Affari Esteri, non solo in Europa, qualche funzionario avrà osservato quella mappa e avrà cominciato a pensare che forse la coppia di dittatori Erdogan-Aliyev si sta allargando un po’ troppo.

Questa mappa, che è considerata il culmine dell’oggettivazione dell’ideologia panturca, delinea con chiarezza tutti i Paesi e le direzioni rispetto ai quali Ankara ha condotto per anni una politica mirata e, in futuro, guiderà maggiormente questa politica attivamente al fine di attuare il programma “Grande Turan” o “Asse turco” nelle condizioni attuali.

La mappa presenta i territori della penisola balcanica, di Russia, Iran, Cina, Mongolia, parti di Siria, Iraq e include i paesi di lingua turca (Azerbaigian, Kazakistan, Kyrgyzstan, Uzbekistan).

E, cosa più importante, la chiave di questo piano è proprio nella provincia di Syunik in Armenia, il presunto “corridoio di Zangezur”, che è chiamato a garantire un collegamento senza ostacoli tra tutte le sezioni del piano. Proprio lì dove gli azeri stanno attaccando militarmente gli armeni come accaduto lo scorso 16 novembre.

Ecco, gli azeri – mandati avanti dai turchi a fare il lavoro sporco – stanno cercando di prendere, con le buone o più probabilmente con le cattive, quella striscia di terra che è di vitale importanza per la realizzazione del loro mondo turco.

Noi vivamente ci auguriamo che nessuno – dentro l’Armenia o all’estero – possa mai compiere il folle atto di cedere a questi tiranni ciò a cui ambiscono. Non si tratta solo di porre una seria ipoteca sulla fine dell’Armenia e dell’Artsakh, ma anche di minare la sicurezza della nostra Europa.

In fondo, le grandi guerre sono sempre cominciate così: per un pezzo di terra, un corridoio. Da Danzica e Zangzour il passo è molto più breve di quanto si pensi…

Quanto accaduto lo scorso 16 novembre non può essere inquadrato alla stregua delle perenne conflittualità armeno-azera sulla regione del Nagorno Karabakh (Artsakh). La questione, almeno secondo il pensiero del dittatore Aliyev, è chiusa con la firma della tregua il 9 novembre 2020 e se le forze armate dell’Azerbaigian non sono entrate ancora a Stepanakert è solo perché il mandato dei peace keeper russi lo impedisce. Almeno fino al novembre 2025…

D’altronde, dello status di quel territorio non si parla più, la Russia gioca le proprie carte nello scacchiere sud caucasico mentre l’Unione europea si disinteressa del destino della popolazione armena e guarda solo ai propri interessi economici.

L’attacco azero al territorio della repubblica di Armenia (iniziato peraltro dallo scorso maggio con lo sconfinamento di centinaia di soldati) rientra piuttosto nel quadro di un’operazione politica militare volta a indebolire ancora di più Yerevan.

Significativa è la zona degli scontri, sulle alture di Sisian, sulle quali gli azeri voglio avere pieno possesso per almeno tre motivi:

  1. Controllo della località dove peraltro insiste una pista aeroportuale utilizzata dalle forze di pace russe e dagli armeni per approvvigionare l’Artsakh
  2. Controllo dell’asse stradale nord-sud che collega la capitale armena a Goris e giù fino a Meghri
  3. Pressione sull’Armenia nel tratto più stretto del suo territorio, proprio all’ingresso della regione di Syunik che nei proclami di Aliyev dovrebbe essere inglobata nell’Azerbaigian o comunque tagliata in due da un corridoio che di fatto costituirebbe un colpo mortale per l’economia armena e i suoi legami commerciali con l’Iran.

Già alcuni mesi fa, un alto funzionario del governo azero si era lasciato scappare (o forse no) che l’Azerbaigian avrebbe dovuto creare una zona cuscinetto di una decina di chilometri all’interno della repubblica di Armenia per proteggersi e dava per scontata una nuova guerra di posizionamento.

Conquistare posizioni in altura significa non solo controllare il territorio armeno dall’alto ma anche impedire che il nemico faccia la stessa cosa e possa dunque affacciarsi a vedere cosa accade oltre la cresta di monte.

Aliyev e la sua leadership, oltre a sfoderare il solito motivetto dell’attacco preventivo (che , da quanto si è letto sulla stampa internazionale in questa settimana non è stato preso molto sul serio e pure la lobby filo azera in Italia si è ben guardata dal riproporlo…) punta sulla questione dei confini tra i due Stati e sulla necessità di definirli una volta per tutte vista l’attuale incertezza della linea di demarcazione.

Solo che il suo sistema è decisamente sbrigativo: si posiziona con la forza dove gli fa comodo e poi stabilisce che quella è la frontiera da rispettare. Invero, solo a Mosca con i dati di epoca sovietica sulla geolocalizzazione della frontiera si può avere una qualche certezza di dove sia effettivamente posizionabile la stessa e sarebbe dunque opportuno che le parti si accordassero una volta per tutte con la benedizione russa sull’accordo.

L’intesa però non è facile e sostanzialmente per tre motivi: il primo, lo abbiamo visto, riguarda la volontà azera di guadagnare posizioni di vantaggio militare e politico, il secondo concerne la insistenza di Baku all’apertura del corridoio di Meghri per cui non viene firmato alcun accordo di confine finché non arriva il via libera da Yerevan; il terzo questione da risolvere afferisce le exclavi azere ed armene che in epoca sovietica punteggiavano il territorio dell’una e dell’altra parte ma che dopo trenta anni hanno perso il loro valore simbolico e certo non possono essere rispristinate (come soprattutto l’Azerbaigian richiede per motivi strategici).

C’è anche da dire che la mancata firma di un accordo è in buona parte legata al diverso approccio che le parti hanno sulla questione: gli azeri provocano esclation bellica come minaccia per costringere la controparte a sottoscrivere un trattato, gli armeni subordinano invece l’adesione a una intesa alla fine delle ostilità.

Quanto alla leadership armena, dobbiamo dire che non traspare la massima chiarezza (o trasparenza) nella gestione postbellica. In un anno sono stati cambiati quattro ministri della Difesa e un paio di ministri degli Esteri interrompendo di fatto una continuità di mandato.
Alcune dichiarazioni recenti del premier Pashinyan riguardo al fatto “che oggi l’Armenia occupa territori azeri” (si riferiva presumibilmente alle citate exclavi azere) paiono rilasciate a sproposito specie in questo periodo così turbolento e finiscono con il dare stura alle ambizioni di Aliyev (dimenticando fra l’altro che vi sono territori armeni sotto occupazione del nemico).
A dirla tutta, anche il rapporto con Mosca – che allo stato, piaccia o non piaccia e con tutti i distinguo del caso, è l’unico argine allo strapotere turco-azero – è oscillante e umorale.

Quel che all’opinione pubblica deve essere chiaro è che l’attacco azero al territorio dell’Armenia non è più solo una questione che ruota sulla controversia del Nagorno Karabakh ma una chiara strategia politica di strangolamento della repubblica di Armenia.
Che, non dimentichiamolo, fa parte del Consiglio d’Europa ed è membro a pieno diritto delle Nazioni Unite. Sarebbe il caso che le cancellerie, soprattutto europee, non lo dimenticassero mai.

Il ministero degli Affari esteri della Russia ha rilasciato un comunicato in occasione dell’anniversario della dichiarazione trilaterale firmata dai leader di Russia, Armenia e Azerbaigian il 9 novembre 2020.

Sulla scorta di quanto riportato nel già menzionato comunicato possono focalizzarsi i seguenti punti:

  1. La Russia non rivendica un monopolio nelle comunicazioni con l’Armenia e l’Azerbaigian, anche se vanta legami di lunga e stretta amicizia e una partnership su larga scala i due Paesi e i rispettivi popoli.
  2. A un anno dalla firma dell’accordo trilaterale la realtà dei fatti dimostra la falsità di talune congetture apparse sui social media riguardo al fatto che gli sforzi di mantenimento della pace della Russia sarebbero mirati a ‘spazzare via il Nagorno-Karabakh’, ‘consegnarlo’ all’Azerbaigian e a trasformare l’Armenia in un “protettorato” russo.
  3. Il ministero ha sottolineato che gli accordi e i meccanismi trilaterali avviati da Mosca non sono stati imposti alle parti, ma si sono basati su un equilibrio verificato di interessi e includevano un atteggiamento molto rispettoso nei confronti della sovranità e degli interessi di Baku e Yerevan.
  4. Alcune iniziative russe non hanno potuto essere concordate ma, di contro, l’accordo che è già stato confermato è stato conquistato a fatica e viene concretamente attuato.
  5. Mosca è pronta a sostenere l’inizio dei negoziati sulla determinazione del confine armeno-azero per la futura delimitazione e demarcazione.
  6. Mosca è determinata a continuare a collaborare attivamente con i Copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE. “I co-presidenti intendono visitare la regione e continuare i contatti nel formato 3+2” si legge nel comunicato.
  7. A seguito degli otto incontri del gruppo di lavoro dei vice Primo ministro di Armenia, Russia e Azerbaigian, è stato presentato un rapporto che descrive percorsi ferroviari e automobilistici specifici per il ripristino delle comunicazioni tra Armenia e Azerbaigian, con accesso alle comunicazioni di trasporto dei Paesi vicini al fine di aumentare l’attrattiva di transito della regione e attirare ulteriori investimenti. È stato sottolineato che in questa occasione stanno emergendo ulteriori prospettive per la Russia e l’Armenia per la realizzazione del corridoio internazionale Nord-Sud.
  8. Non è meno importante, soprattutto alla luce della situazione creatasi sul cosiddetto Corridoio Zangezur, esagerata dai media, che tutti i partecipanti al gruppo di lavoro trilaterale abbiano concordato che le nuove vie di trasporto funzioneranno sulla base del rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dei paesi che attraversano”.

Voci sempre più insistenti riferiscono che la Federazione russa starebbe preparando un incontro trilaterale ad alto vertice con Armenia e Azerbaigian.

L’uso della forza non può cancellare il conflitto del Nagorno Karabakh (Artsakh) dall’agenda internazionale. Lo ha ribadito recentemente anche il portavoce del ministero degli Esteri armeno Vahan Hunanyan, commentando la dichiarazione dell’assistente presidenziale azero Hikmet Hajiyev.

Hajiyev aveva osservato che “il conflitto del Karabakh è finito ed è una cosa del passato, e per l’Azerbaigian. Il Karabakh non è più una questione di politica estera, ma un argomento di agenda interna“.

Ma, contrariamente a quanto possano pensare gli azeri, il conflitto del Karabakh non è risolto. Non solo l’uso della forza non può definirlo, ma non può neppure rimuovere il conflitto del Karabakh dall’agenda internazionale.

L’Armenia ha ripetutamente affermato la sua posizione di principio sulla questione del Karabakh, che la sua posizione coincide con la posizione della comunità internazionale.

Solo attraverso il mandato dei Copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE, i colloqui di pace possono giungere a una soluzione globale e duratura del conflitto del Nagorno Karabakh, sulla base di principi ed elementi noti alle parti, compreso il diritto inalienabile dei popoli all’autodeterminazione.

Purtroppo, la narrazione politica che proviene dall’Azerbaigian in questi mesi tende a considerare la questione come risolta. Se esiste ancora un territorio nel quale vivono oltre centomila armeni sotto la protezione delle forze di pace russe, questa è una situazione transitoria. Tale territorio, che insiste all’interno della vecchia regione autonoma del Nagorno Karabakh di epoca sovietica è considerato dal regime di Baku come parte integrante dell’Azerbaigian a tutti gli effetti. Non a caso qualche mese fa una riforma dell’amministrazione territoriale azera ha creato due nuove regioni, quella del Karabakh e quella dello Zangezour orientale.

A ben vedere, dopo la vittoria in guerra, l’Azerbaigian ha alzato il tiro facendosi sempre più arrogante e minaccioso. Prima del conflitto la materia del contendere riguardava specificatamente i distretti extra oblast sovietica; ora nulla è più lasciato agli armeni nelle intenzioni di Aliyev.

E’ chiaro che una soluzione del genere sarebbe inaccettabile e comporterebbe una nuova pulizia etnica essendo impensabile che armeni vivano nel territorio di uno Stato che da decenni professa un odio politico nei loro confronti. Ecco, proprio qui sta il punto: la continua armenofobia azera, la mancanza di un messaggio di distensione, la ripetuta provocazione anche ai confini con la repubblica di Armenia dimostrano che per la dittatura azera l’unica soluzione è quella di cacciare per sempre gli armeni dall’Artsakh.

In alternativa, c’è sempre la possibilità di una nuova guerra non appena i russi se ne saranno andati. E’ questo che vuole Aliyev? E’ questo che l’Unione europea e la Russia sono disposte ad accettare?

(30 nov 21) RAPPORTO OMBUDSMAN ALL’ONU – Il rapporto del difensore dei diritti umani dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) “Sui casi di uccisione di civili nell’Artsakh da parte delle forze armate dell’Azerbaigian” è stato diffuso come documento ufficiale alle Nazioni Unite.

(30 nov 21) ALTRO DECESSO PER COVID – Il ministero della Salute informa che un altro cittadino dell’Artsakh è deceduto causa Covid 19.

(30 nov 21) SFOLLATI DI GUERRA – Armen Ghazaryan, capo del Servizio migrazioni dell’Armenia, ha partecipato, in formato online, alla 112a sessione del Consiglio dell’Organizzazione internazionale delle Nazioni Unite per le migrazioni (OIM), che si è svolta a Ginevra, in Svizzera, ed è stata dedicata alla 70° anniversario dell’OIM. Nel corso del suo intervento ha sottolineato che a seguito della guerra scatenata dall’Azerbaigian contro il Nagorno Karabakh (Artsakh) lo scorso autunno, più di 91.000 persone sono state sfollate, di cui l’88% erano donne e bambini.

(29 nov 21) AGGIORNAMENTO COVID – Al momento, 115 persone stanno ricevendo cure ospedaliere in Artsakh per COVID-19 e i medici affermano che 19 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 57, compresi i giovani, in condizioni gravi. Finora quest’anno ad Artsakh sono stati condotti un totale di 22377 test per il coronavirus e i risultati di 3773 sono risultati positivi.

(28 nov 21) ERDOGAN ED ALIYEV PER IL “CORRIDOIO” – Il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan ha sottolineato l'”importanza” del cosiddetto “corridoio Zangezur” nel suo discorso al 15° vertice dell’Organizzazione per la cooperazione economica ad Ashgabat. “I nostri sforzi per ripristinare la moderna Via della Seta e migliorare le infrastrutture di trasporto nella nostra regione non si stanno indebolendo. Con la partecipazione attiva della Turchia, l’iniziativa East-West Interim Corridor attraverso il Mar Caspio e la ferrovia Baku-Tbilisi-Kars sono una manifestazione più concreta dei nostri sforzi in questa direzione. Ciò che è anche chiara è l’importanza del corridoio di Zangezur, che aiuterà a stabilire una comunicazione stradale diretta tra la Turchia e la regione“.
Nel medesima riunione, il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev ha confidato che crede che “il corridoio di trasporto di Zangezur stia diventando una realtà” e ha dichiarato che “questa nuova infrastruttura di trasporto diventerà una parte importante del corridoio est-ovest e nord-sud“.

(28 nov 21) SOLDATI AZERI FERITI DA MINA – Due militari azeri sono esplosi su una mina nella regione occupata di Varanda, nel Nagorno Karabakh, riporta la stampa locale, citando il servizio stampa del ministero degli Interni dell’Azerbaigian. I soldati sono stati trasferiti in ospedale con lesioni fisiche di vario grado. I medici dicono che sono in gravi condizioni.

(27 nov 21) CONTROLLI MEDICI PER IL RILASCIATO – Il cittadino dell’Artsakh, Mihran Musaelyan, che ha smarrito la strada e si è ritrovato il 23 novembre nel territorio controllato dagli azeri, rstituito ieri, è sotto la supervisione dei medici. Il capo della comunità di Ashan della regione di Martuni, Armen Balasanyan, in un’intervista ha detto di aver comunicato con i parenti di Musaelyan e ha dichiarato: “Ora sta bene, è in ospedale. Si è perso la mattina presto. Non ci sono forze di pace su questo territorio e Musaelyan non ha notato la linea di contatto“.

(27 nov 21) PRIGIONIERI ARMENI – La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha applicato misure provvisorie nei confronti di 4 prigionieri di guerra armeni detenuti dall’Azerbaigiansecondo quanto riferiscono i loro legali. Gli avvocati Artak Zeynalyan e Siranush Sahakyan avevano chiesto alla CEDU di indicare misure provvisorie – dando priorità all’inviolabilità fisica e alla protezione della vita dei prigionieri – nella loro domanda inviata al tribunale in relazione a coloro che sono stati catturati o dispersi durante le azioni militari a seguito l’attacco azero del 16 novembre.

(27 nov 21) FONDO HAYASTAN – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan, che si trova a Yerevan per una visita di lavoro, sta prendendo parte alla 30a sessione del Consiglio di fondazione dell’Hayastan All-Armenian Fund.

(26 nov 21) ALTRO RITROVAMENTO – Le squadre di ricerca hanno recuperato i resti di un altro caduto nei pressi di Varanda. Il totale dei ritrovamenti a oggi è di 1702.

(26 nov 21) HARUTYNUNYAN INCONTRA MINISTRO DIFESA ARMENIA – Il nuovo ministro della Difesa dell’Armenia Suren Papikyan ha avuto oggi un incontro con il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan. Congratulandosi con Papikyan per essere stato nominato Ministro della Difesa dell’Armenia, Harutyunyan gli ha augurato successo in questo periodo difficile per l’Armenia. Diverse questioni relative alla situazione sulla linea di contatto Artsakh-Azerbaigian, al corso di attuazione della missione del contingente di pace russo e agli sforzi di recupero postbellici ad Artsakh.

(26 nov 21) RAMI D’OLIVO DA PUTIN – Durante la dichiarazione riassuntiva dell’incontro trilaterale a Sochi, il presidente russo Vladimir Putin ha presentato rami d’ulivo al primo ministro armeno Nikol Pashinyan e al presidente azero Ilham Aliyev. “Lasciatemelo fare, guardate il nostro dono sia agli amici armeni che agli amici azeri: ramo d’ulivo, che simboleggia la pace e la prosperità. Spero che gli accordi odierni vengano rispettati e creino le condizioni per i prossimi passi nella normalizzazione delle relazioni nel Caucaso meridionale”, ha affermato Putin.

(26 nov 21) DICHIARAZIONI ALIYEV – Le decisioni adottate durante la riunione trilaterale di Sochi contribuiranno a creare una situazione più sicura e più prevedibile nel Caucaso meridionale. Questo è quanto ha dichiarato il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev dopo l’incontro dei leader di Russia, Armenia e Azerbaigian a Sochi. Secondo lui, durante l’incontro trilaterale con Putin e Pashinyan si è tenuta “una conversazione approfondita e sincera“. Ha assicurato che “l‘Azerbaigian è determinato a voltare pagina del confronto a lungo termine con l’Armenia e avviare una fase di normale cooperazione“.

(26 nov 21) DICHIARAZIONI PASHINYAN – È stato un incontro molto positivo, abbiamo infatti discusso di tutti i temi all’ordine del giorno. Vorrei affermare che abbiamo chiarito le nostre posizioni su molte questioni. Si è scoperto che non ci sono fraintendimenti riguardo a diverse questioni. E’ quanto ha dichiarato il primo ministro armeno Nikol Pashinyan durante l’incontro dei leader di Russia, Armenia e Azerbaigian tenutosi a Sochi. Pashinyan ha espresso gratitudine a Putin per aver creato un’atmosfera di lavoro positiva. “Per quanto riguarda i percorsi di tutte le vie di trasporto e di comunicazione economica della regione, abbiamo registrato il fatto che abbiamo un quadro comune del lavoro da fare. Il tema della delimitazione e della demarcazione non è un argomento nuovo e ne abbiamo discusso. Abbiamo adottato una dichiarazione trilaterale in cui abbiamo sancito il fatto che prima di ciò, dobbiamo creare condizioni pertinenti, ovvero creare determinati meccanismi di sicurezza e stabilità al confine tra Armenia e Azerbaigian”, ha affermato Pashinyan, aggiungendo che anche le questioni umanitarie sono state discusse. “Nel complesso, credo che l’incontro di oggi sia stato molto positivo e, ancora una volta, desidero esprimere gratitudine all’alleato strategico dell’Armenia, la Federazione Russa, per questa iniziativa. Credo che se siamo riusciti a creare determinate dinamiche sulla base di questo incontro, possiamo aspettarci risultati concreti. Affermo la volontà dell’Armenia e del suo governo di aprire l’era della pace e dello sviluppo pacifico per il nostro Paese e la nostra regione. Questo è il nostro obiettivo. Dal punto di vista dell’attuazione di questa agenda, l’incontro di oggi è stato favorevole“, ha concluso Pashinyan.

(26 nov 21) DICHIARAZIONE PUTIN – Il nostro lavoro è stato molto costruttivo ed è servito come analisi approfondita della situazione attuale. E’ quanto ha dichiarato il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin dopo il suo incontro con il Primo Ministro armeno Nikol Pashinyan e il Presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev. “Abbiamo raggiunto un accordo su una serie di questioni chiave. In primo luogo, abbiamo concordato di creare meccanismi per la demarcazione e delimitazione del confine tra i due paesi entro la fine di quest’anno, e spero vivamente che ciò avvenga il più rapidamente possibile, non ci sono ostacoli per questo. Il secondo accordo riguarda le questioni umanitarie, che sono molto importanti e delicate, e abbiamo compiuto notevoli progressi. Il terzo accordo riguarda l’economia, lo sviluppo delle relazioni economiche e lo sblocco dei corridoi di trasporto. Ciò riguarda la comunicazione ferroviaria e automobilistica. Credo che dobbiamo esprimere la nostra gratitudine ai nostri primi ministri che stanno lavorando su questo tema. La prossima settimana si incontreranno a Mosca, e questo è un altro accordo che abbiamo raggiunto, cioè per riassumere alcuni risultati e annunciare le decisioni che abbiamo concordato oggi“, ha detto Putin, esprimendo gratitudine ai leader di Armenia e Azerbaigian per la loro partecipazione.

(26 nov 21) LA DICHIARAZIONE FINALE DEL VERTICE DI SOCHI – Il Primo Ministro della Repubblica di Armenia Nikol Pashinyan, il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin e il Presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev hanno adottato una dichiarazione congiunta basata sulla riunione trilaterale, come riportato dal governo dell’Armenia. La dichiarazione recita in particolare quanto segue:
Noi, il Primo Ministro della Repubblica di Armenia N.V.Pashinyan, il Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian I.H. Aliyev, Presidente della Federazione Russa V.V. Putin, si è riunito il 26 novembre a Sochi e ha discusso il processo di attuazione della dichiarazione del 9 novembre 2020 sul completo cessate il fuoco e la cessazione di tutti i tipi di operazioni militari nella zona di conflitto del Nagorno-Karabakh e nel processo di attuazione della dichiarazione dell’11 gennaio 2021 sullo sblocco di tutte le infrastrutture economiche e di trasporto della regione.
Abbiamo riaffermato l’impegno per l’ulteriore e coerente attuazione e l’osservanza incondizionata di tutte le disposizioni della dichiarazione del 9 novembre 2020 e della dichiarazione dell’11 gennaio 2021 a beneficio della stabilità, della sicurezza e dello sviluppo economico del Caucaso meridionale. Abbiamo convenuto di intensificare gli sforzi congiunti volti alla soluzione immediata delle restanti questioni derivanti dalle dichiarazioni del 9 novembre 2020 e dell’11 gennaio 2021.
Abbiamo menzionato il contributo significativo della missione di pace russa nella stabilizzazione della situazione e nel garantire la sicurezza nella regione.
Abbiamo convenuto di adottare misure per aumentare il livello di stabilità e sicurezza al confine azero-armeno, per spingere il processo di istituzione di una commissione bilaterale con la partecipazione consultiva della Federazione Russa basata sull’applicazione dei lati, sulla delimitazione e successivamente la demarcazione, del confine di stato tra la Repubblica di Armenia e la Repubblica di Azerbaigian.
Abbiamo molto apprezzato l’attività del gruppo di lavoro trilaterale sullo sblocco di tutte le comunicazioni economiche e di trasporto della regione, istituito in conformità con la dichiarazione dell’11 gennaio 2021 sotto la presidenza congiunta dei Vice Primi Ministri della Repubblica di Azerbaigian, Repubblica di Armenia e la Federazione Russa. Abbiamo sottolineato la necessità di avviare quanto prima programmi specifici, volti a individuare il potenziale economico della regione.
La Federazione Russa continuerà a fornire l’assistenza necessaria per normalizzare le relazioni tra la Repubblica dell’Azerbaigian e la Repubblica di Armenia, creare un’atmosfera di fiducia tra i popoli azero e armeno e stabilire relazioni di buon vicinato nella regione”.

(26 nov 21) VERTICE A SOCHI – E’ durato quasi tre ore il vertice trilaterale tra Putin, Aliyev e Pashinyan. Dopo i colloqui c’è stato anche un cintro tra il presidente russo e il Primo ministro armeno. Al termine è stato rilasciato un comunicato.

(26 nov 21) AZERI CONSEGNANO DUE PRIGIONIERI – La Commissione statale dell’Azerbaigian per i prigionieri di guerra, gli ostaggi e i cittadini scomparsi informa del trasferimento di due cittadini in Armenia il 26 novembre, uno dei quali è stato fatto prigioniero durante gli scontri al confine del 16 novembre. Secondo i media azeri, uno di loro è Aramyan Arin Zhiraevich, catturato ferito durante le ostilità avvenute al confine il 16 novembre. Il secondo è Mihran Musaelyan, classe 2000. Si tratta di un residente del villaggio Ashan della Repubblica del Nagorno-Karabakh, che si è smarrito il 23 novembre.

(25 nov 21) FONDI DA ARMENIA – L’Armenia ha stanziato quasi 1,44 miliardi di dram (circa 2,7 milioni di euro) al Karabakh come donazione. La decisione è stata presa durante la riunione odierna del governo armeno. I soldi andranno a pagare i servizi di dicembre per l’elettricità, la fornitura di gas e le comunicazioni utilizzate dalla popolazione.

(24 nov 21) RITROVATO CADUTO – I resti di un altro soldato armeno caduto in guerra sono stati ritrovati nei dintorni del villaggio ora occupato di Mataghis. Dopo alcune settimane di interruzione, le squadre di ricerca hanno ripreso le perlustrazioni e sono stati ritrovatio altri resti. Il totale a oggi è di 1701.

(24 nov 21) FORMAT NEGOZIALE – Le autorità georgiane non stanno valutando la possibilità di aderire al format negoziale “3+3” (Azerbaigian, Armenia, Georgia – Russia, Turchia, Iran) per lo sblocco delle comunicazioni economiche e di trasporto nel Caucaso meridionale secondo quanto emerge da una dichiarazione che il governo georgiano ha rilasciato dopo i colloqui tra il rappresentante speciale del primo ministro della Georgia per la normalizzazione delle relazioni con la Federazione russa Zurab Abashidze e il senatore russo Grigory Karasin.

(24 nov 21) INVASIONE AZERA – Nel corso di un diretta live su FB il Primo ministro dell’Armenia ha confermato che dal 12 maggio circa 40-45 kmq di territorio della repubblica di Armenia sono sotto controllo dei militari dell’Azerbaigian. “L’aggressione deve essere fermata, dobbiamo presentare questo problema a tutte le istanze internazionali e perseguire e chiedere che la comunità internazionale eserciti pressioni sull’Azerbaigian in modo che l’aggressione venga fermata“, ha affermato Pashinyan.

(23 nov 21) CONFERMATO VERTICE – Putin, Aliyev e Pashinyan si incontreranno a Sochi (Federazione russa) venerdì 26 novembre. Sembra che non sia in calendario la firma di alcun accordo sulla delimitazione dei confini tra gli Stati. Oggi il Primo Ministro dell’Armenia Nikol Pashinyan ha ricevuto il Vice Primo Ministro della Federazione Russa Alexey Overchuk e il Vice Ministro degli Affari Esteri Andrey Rudenko che in giornata erano stati anche a colloquio con il presidente Aliyev. All’incontro ha partecipato anche il vice primo ministro armeno Mher Grigoryan. Come riportato dal servizio stampa del governo armeno, durante l’incontro sono state discusse questioni relative all’agenda della cooperazione bilaterale tra Armenia e Russia, nonché le attività della task force trilaterale composta dai vice primi ministri di Armenia, Russia e Azerbaigian. E’ presumibile che vi sia stato uno scambio di informazioni pre vertice.

(23 nov 21) PARLAMENTO OLANDESE – Il 23 novembre il parlamento dei Paesi Bassi ha adottato due mozioni sulle provocazioni dell’Azerbaigian contro l’Armenia e i prigionieri di guerra armeni. Una delle mozioni il parlamento olandese invita il governo a collaborare con l’Unione europea per condurre un’indagine indipendente sui fatti del conflitto tra Armenia e Azerbaigian e riferire i risultati a il parlamento il prima possibile. La seconda mozione cita i gravi problemi dei diritti umani, della libertà di parola, della libertà dei media in Azerbaigian, che si stanno ulteriormente approfondendo. La mozione fa anche riferimento ai prigionieri di guerra armeni che sono ancora detenuti illegalmente in Azerbaigian.

(23 nov 21) RAPPORTO OMBUDSMAN SUI PROCESSI FARSA – L’Ufficio dell’Ombudsman per i diritti umani in Artsakh ha pubblicato un rapporto sul perseguimento doloso da parte dell’Azerbaigian di militari e civili armeni catturati- durante e dopo la guerra dello scorso anno.
Il rapporto fornisce informazioni su procedimenti giudiziari inventati e illegali contro i prigionieri di guerra armeni e i prigionieri civili, il che costituisce una grave violazione delle Convenzioni di Ginevra relative alla protezione delle persone civili in tempo di guerra e al trattamento dei prigionieri di guerra. A seguito dei 45 processi organizzati illegali, infondati e falsificati, 3 persone (di cui una civile) sono state condannate a 20 anni, 2 persone (civili) a 15 anni, 23 persone a 6 anni, 2 persone a 4 anni, 13 persone a 6 anni di reclusione. I materiali di casi criminali falsi di 2 prigionieri di guerra armeni sono nella corte dei crimini gravi di Ganja. 5 dei prigionieri di guerra armeni sottoposti a processi illegali sono stati rimpatriati il 19 ottobre 2021.

(23 nov 21) CITTADINO ARTSAKH IN MANO AZERA – Un ragazzo di ventuno anni del villaggio di Ashan (regione di Martuni) è finito accidentalmente in territorio controllo dagli azeri ed è ora sotto custodia delle forze dell’Azerbaigian. L’incidente è stato immediatamente segnalato alle forze di pace russe, che hanno chiarito la questione e hanno assicurato che il cittadino è al sicuro. Sono in corso le trattative per il ritorno del residente dalla parte armena.

(22 nov 21) ACCADEMIA DELLE SCIENZE – Il ministro degli Affari esteri della Repubblica di Artsakh David Babayan ha ricevuto la delegazione dell’Accademia nazionale delle scienze della Repubblica di Armenia guidata dal presidente, l’accademico Ashot Saghyan. Durante l’incontro sono state discusse questioni relative alla risoluzione del conflitto azero-Karabakh, politica estera, processi regionali e di costruzione dello stato.

(22 nov 21) TROVATO ALTRO CADUTO – Le operazioni di ricerca dei resti dei militari uccisi durante la terza guerra in Artsakh o ritenuti dispersi sono riprese dopo essere state terminate il 14 ottobre. Il Servizio statale per le situazioni di emergenza di Artsakh informa che oggi una squadra di soccorso ha condotto operazioni di ricerca nella regione di Varanda (Fizuli) e ha trovato i resti di un militare, la cui identità sarà confermata dopo un esame di medicina legale.

(22 nov 21) PRIGIONIERI DI GUERRA – La Repubblica di Armenia si è rivolta alla Corte europea dei diritti dell’uomo per garantire il rispetto dei diritti umani fondamentali dei prigionieri di guerra armeni catturati il 16 novembre 2021 durante l’offensiva lanciata dall’Azerbaigian sul territorio sovrano della Repubblica di Armenia. L’Ufficio del Rappresentante della Repubblica di Armenia dinanzi alla Corte EDU ha presentato richiesta alla Corte europea di indicare misure provvisorie ai sensi dell’articolo 39 del Regolamento della Corte contro l’Azerbaigian, miranti a garantire il rispetto dei diritti dei prigionieri alla vita e il divieto di tortura prevista dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

(22 nov 21) POSSIBILE VERTICE ALIYEV-PASHINYAN – Corre voce che a Sochi (Russia) si potrebbero incontrare il presidente azero e il Primo ministro armeno il prossimo venerdì 26 novembre. Il ministero degli Esteri dell’Armenia commenta che saranno fornite informazioni con ragionevole preavviso.

(21 nov 21) CONVERSAZIONE PUTIN-PASHINYAN – Secondo quanto riporta il sito ufficiale del Cremlino, il presidente della Russia Vladimir Putin ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro della Repubblica di Armenia Nikol Pashinyan.“La discussione sulla situazione nella regione e sulle misure adottate per stabilizzarla è proseguita nel contesto dell’attuazione degli accordi trilaterali sul Nagorno-Karabakh del 9 novembre 2020 e dell’11 gennaio 2021.
Nikol Pashinyan ha espresso gratitudine per gli sforzi di mediazione attivi della Russia
“, afferma la pubblicazione del Cremlino.

(20 nov 21) INAUGURATO MONUMENTO – A Stepanakert è stato inaugurato questa mattina un monumento dedicato alla memoria dei dipendenti del Servizio di Sicrezza nazionale della repubblica di Artsakh morti nella guerra dello scorso anno

(20 nov 21) PRIGIONIERI DI GUERRA – In un’intervista al fracese “Le figaro” il ministro degli Esteri dell’Armenia ha parlato anche della questione dei prigionieri di guerra. “Ci sono molte prove sul trattamento inumano e degradante e sulla tortura dei prigionieri di guerra armeni. Questi casi sono stati documentati da varie organizzazioni non governative internazionali, tra cui Human Rights Watch. Abbiamo anche video e foto documentati che dimostrano che queste persone sono state catturate, ma l’Azerbaigian non conferma la loro esistenza. Potrebbero essere stati giustiziati in via extragiudiziale, detenuti in prigioni sotterranee o trafficati con organi umani. L’Azerbaigian ha confermato l’esistenza di 40 prigionieri di guerra armeni e ha negato l’esistenza di 100 di loro” ha tra l’altro dichiarato.

(19 nov 21) INCONTRO PASHINYAN-ALIYEV – Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev hanno concordato di tenere un incontro a Bruxelles il 15 dicembre nell’ambito del vertice del partenariato orientale dell’UE, secondo quanto riportato da una nota della Unione europea.

(19 nov 21) IL PRESIDENTE AD ASKERAN – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha incontrato una delegazione di giovani nella città di Askeran. Il capo dello stato ha ascoltato le loro preoccupazioni e ha discusso delle questioni urgenti per la regione di Askeran. Inoltre, hanno riflettuto sulle sfide che Artsakh deve affrontare e sul lavoro volto a soddisfare queste sfide.

(19 nov 21) DUE AZERI FERITI DA MINA – Un dipendente dell’Agenzia nazionale dell’Azerbaigian per l’azione contro le mine (Vagif Babayev nato nel 1972) ) e un ufficiale del Servizio di frontiera di Stato (Renat Aghababayev nato nel 1999) sono rimasti gravemente feriti verso le 15 nell’esplosione di una mina anticarro calpestata nella zona di conflitto del Nagorno Karabakh.

(19 nov 21) PRIMA NASCITA IN VITRO – Il primo bambino è nato in Artsakh nell’ambito del programma di fecondazione in vitro. Il Ministero della Sanità della Repubblica di Artsakh lo ha reso noto, aggiungendo che il governo continua ad attuare numerosi programmi nel quadro delle riforme in materia, la cui piena attuazione contribuirà al ripristino della vita normale e alla crescita demografica in Artsakh . Secondo quanto comunicato, negli ultimi otto mesi sono state inviate alla fecondazione in vitro 52 coppie, di cui 39 già fecondate e 17 rimaste incinte.

(19 nov 21) LAVROV SU VERTICE TRILATERALE – Si terrà un incontro trilaterale Russia-Armenia-Azerbaigian sul Nagorno Karabakh, ma ciò richiede il consenso di tutte le parti, ha detto ai giornalisti il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov.

(19 nov 21) ARTSAKH E ABKASIA – Il ministro degli Esteri di Artsakh, David Babayan, ha inviato un messaggio di congratulazioni al neo-ministro degli esteri dell’Abkhazia, Inal Ardzinba,, secondo quanto riferito il dipartimento per le informazioni e le pubbliche relazioni del ministero degli Esteri di Artsakh.

(19 nov 21) ALTRI TRE DECESSI PER COVID – Al momento, 109 persone stanno ricevendo cure ospedaliere ad Artsakh per COVID-19 e i medici affermano che 24 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 49, compresi i giovani, in condizioni gravi.

(18 nov 21) RAFFORZATO PATTUGLIAMENTO RUSSO – Le forze di pace russe stanno pattugliando lungo la linea di delimitazione del confine nel Nagorno Karabakh (Artsakh), secondo quanto riferisce il servizio stampa del ministero della difesa russo. I militari del contingente di mantenimento della pace russo, come parte di un gruppo di pattuglia mobile, hanno marciato attraverso le strade sterrate e di uso comune del Nagorno Karabakh intensificando i controlli in questi giorni di alta tensione fra le parti.

(18 nov 21) AZERI CONSEGNANO CORPI DI CADUTI – Nella tarda serata di ieri a Shushi, la parte azera, attraverso la mediazione del contingente di pace russo, ha trasferito al Servizio statale per le situazioni di emergenza di Artsakh i corpi di 3 militari armeni uccisi dopo l’attacco delle forze armate azere al confine orientale dell’Armenia il 16 novembre. Secondo i dati preliminari, i corpi sono stati evacuati dal villaggio di Ishkhanasar della provincia di Syunik.

(17 nov 21) CONSEGNATO CORPO DI UN CADUTO – Il vice comandante delle truppe dell’Okrug militare meridionale della Russia, il tenente generale Rustam Muradov (gia primo comandante delle forze di pace in Artsakh) è arrivato questa sera a Yerevan da Baku con un aereo che ha trasportato il corpo di un soldato armeno deceduto nell’attacco di ieri, il cui corpo è stato consegnato dagli azeri. Muradov terrà negoziati con le parti per sviluppare un meccanismo per prevenire gli incidenti armati.

.(17 nov 21) SITUAZIONE STABILE AL CONFINE – Il ministero della Difesa dell’Armenia ha riferito che oggi alle 10 la situazione al confine orientale dell’Armenia era relativamente stabile e l’accordo di cessate il fuoco veniva sostanzialmente mantenuto. Il ministero della Difesa ha riportato una sola vittima, ovvero il militare a contratto Meruzhan Harutyunyan (classe 1991). Ci sono 13 militari catturati, la comunicazione con 24 militari è persa e il loro destino rimane sconosciuto. L’azerbaigian lamenta la perdita di sette uomini, il ferimento di una decina e la cattura di un soldato ma alcune fonti non ufficiali parlano di un bilancio molto più alto di perdite.

(17 nov 21) PER GLI AZERI, AZIONE PREVENTIVA – In una conferenza stampa le autorità militari azere hanno rilasciato le solite dichiarazioni di accusa alla parte armena: “Per prevenire un attacco da parte delle forze armate armene, le nostre unità nel sud ovest hanno immediatamente preso delle misure. Inizialmente è stato limitato il movimento degli armeni danneggiando anche i loro mezzi. Un dispositivo anticarro e un mortaio sono stati distrutti

(17 nov 21) DUE DECESSI PER COVID – Il ministero della Salute comunica altri due decessi. Al momento, 132 persone stanno ricevendo cure ospedaliere in Artsakh per COVID-19 e i medici affermano che 20 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 54, compresi i giovani, in condizioni gravi.

(17 nov 21) CONTINUA PROCESSO FARSA – Continuano in Azerbaigian la farsa giudiziaria contro i prigionieri armeni. Secondo i media azeri, l’inchiesta sul procedimento penale contro due cittadini armeni, Ishkhan Sargsyan e Vladimir Rafayelyan, accusati di terrorismo, è conclusa. I materiali del procedimento penale sono stati inviati al tribunale per i crimini gravi di Ganja. Questi due cittadini armeni sono accusati ai sensi dell’articolo 214.3 del codice penale dell’Azerbaigian; vale a dire, “terrorismo commesso con l’uso di armi da fuoco e oggetti che vengono utilizzati come armi”. Scontata la condanna tra i 15 e i 20 anni…

(16 nov 21) ANNUNCIATO CESSATE-IL-FUOCO – Il ministero della Difesa russo ha annunciato di aver raggiunto un accordo di cessate il fuoco tra Armenia e Azerbaigian.

(16 nov 21) PERDITE AZERE – Secondo alcuni rapporti azeri, al momento ci sono 14 morti, 37 feriti e 5 dispersi dalla parte azera.

(16 nov 21) BILANCIO PROVVISORIO – Secondo quanto afferma il presidente del Comitato permanente per le relazioni estere dell’Assemblea nazionale dell’Armenia Eduard Aghajanyan durante un’intervista, a seguito dell’attacco dell’Azerbaigian alle postazioni militari armene schierate nella direzione orientale del confine armeno-azero, la parte armena ha avuto 15 vittime e altri 7 militari sono stati catturati. Le forze nemiche avrebbero molte vittime. Secondo Aghajanyan, durante le operazioni di difesa, le forze armate dell’Armenia hanno abbattuto quattro mezzi corazzati personali (BTR) e un Ural dell’avversario.

(16 nov 21) 12 SOLDATI ARMENI CATTURATI – Alle 17 (ora locale, le 14 in Italia) la situazione nella direzione orientale del confine armeno, dove le unità delle forze armate dell’Azerbaigian hanno lanciato un attacco, rimane estremamente tesa come riferisce il ministero della Difesa dell’Armenia. L’intensità delle battaglie non si è indebolita. L’avversario continua ad utilizzare artiglieria, mezzi corazzati e armi da fuoco di vario calibro.
A seguito delle operazioni di risposta della parte armena, l’avversario ha subito gravi perdite di personale, quasi una dozzina di unità di veicoli corazzati sono state distrutte o sono fuori servizio. Anche la parte armena ha vittime. I dati sono in fase di verifica. Dodici militari delle forze armate armene (7 militari contrattuali e 5 coscritti) vengono catturati.
Il ministero della Difesa riferisce che continuerà a fornire regolarmente rapporti sulla situazione.

(16 nov 21) SITUAZIONE ANCORA TESA – Il ministero della Difesa ha rilasciato il seguente comunicato: “Dalle 16:00, la situazione nella zona di confine orientale della Repubblica di Armenia continua ad essere estremamente tesa. A seguito delle battaglie lanciate dalle forze armate azere dopo l’attacco alle posizioni armene, la parte armena ha vittime, i cui dettagli sono in fase di verifica, poiché è noto la perdita di due posizioni di combattimento.
Le unità delle forze armate armene, con azioni adeguate, hanno causato al nemico grandi perdite di equipaggiamento militare e manodopera. Le battaglie continuano, la loro intensità non si è indebolita
.”

(16 nov 21) L’ARMENIA INVOCA IL TRATTATO ARMENO RUSSO – Yerevan sta ufficialmente invocando il trattato Armenia-Russia del 1997 chiedendo a Mosca di aiutare a risolvere la situazione al confine armeno-azero, ha detto il segretario del Consiglio di sicurezza Armen Grigoryan alla televisione pubblica. “Riteniamo importante sottolineare che, poiché c’è stato un attacco al territorio sovrano dell’Armenia, ci rivolgiamo alla Russia con un appello a difendere l’integrità territoriale dell’Armenia nel quadro del trattato esistente tra Armenia e Russia del 1997 e nel quadro di la logica dell’attuazione degli obblighi reciproci come parte del trattato“, ha affermato. Ha detto che ci sarà anche una procedura scritta per invocare il trattato. “Vogliamo informare il pubblico e i nostri partner che stiamo avviando questo processo. Ci aspettiamo che la Russia fornisca sostegno e avremo l’opportunità di ripristinare l’integrità territoriale dell’Armenia”, ha affermato. Grigoryan ha aggiunto che è stato ripetutamente affermato che la Russia considera i confini dello stato armeno una “linea rossa”.
Ha notato che l’esercito azero sta violando questa linea rossa dal 12 maggio. “A questo proposito ci stiamo rivolgendo al nostro alleato in modo che saremo in grado di ripristinare l’integrità territoriale della Repubblica di Armenia nel quadro degli obblighi alleati“, ha detto Grigoryan.
Alla domanda se si prevede che il sostegno sia o meno sotto forma di partecipazione a negoziati o assistenza militare, Grigoryan ha affermato: “Se sarà possibile risolvere questa situazione con i negoziati, allora risolvete con i negoziati, in caso contrario, per fornire sufficienti forze armate”. assistenza all’Armenia in modo che l’Armenia sia in grado di risolvere la situazione“, ha affermato.

(16 nov 21) BATTAGLIA SU CONFINE ARMENIA – Verso le 13 (ora locale), le unità delle forze armate azere hanno lanciato un’altra provocazione in direzione del confine orientale dell’Armenia, sparando sulle posizioni armene.
L’esercito armeno ha adottato contromisure per contrastare l’avanzata dell’avversario. Alle 14,30 la situazione rimane tesa secondo quanto riferisce il ministero della Difesa di Yerevan. “Sono in corso battaglie localizzate durante le quali l’avversario utilizza artiglieria, equipaggiamento corazzato e armi da fuoco di vario calibro. La parte armena sta portando avanti azioni adeguate. La situazione è sotto il controllo delle forze armate armene“. Un nuovo comunicato rilasciato poco fa riferisce: “Alle 15:00, la situazione al confine orientale della Repubblica di Armenia non è cambiata in modo significativo. Ci sono battaglie locali con l’uso di artiglieria, mezzi corazzati e armi da fuoco di diverso calibro. Il nemico ha grandi perdite di veicoli corazzati e manodopera. Le informazioni sulle vittime e sui feriti sono in fase di chiarimento da parte armena. In questo momento è chiaramente noto circa 4 feriti.” Secondo un quotidiano armeno, vicino al premier Pashinyan, il bilancio sarebbe di dieci morti, sei prigionieri e la perdita di due posizioni militari ma non c’è conferma di quanto riferito.

(16 nov 21) ALTRI 5 DECESSI PER COVID – Anche se la percentuale di casi positivi sui test effettuati sta lentamente scendendo, in Artsakh permangono gravi le conseguenze dell’ondata di Covid abbattutasi nelle ultime settimane. ieri altre cinque persone sono decedute. Ci sono altri 20 pazienti in condizioni critiche e 60 in condizioni gravi.

(16 nov 21) AMARAS E DADIVANK – Secondo quanto riferiscono le autorità russe, circa 4000 pellegrini armeni hanno visitato – scortati dalle forze di pace – i monasteri di Dadivank e Amaras. Il primo si trova in territorio occupato dagli azeri, il secondo è prossimo alla linea di contatto e sotto tiro del nemico.

(15 nov 21) PASTORE AZERO MUORE PER MINA – Un cittadino azero di 41 anni è morto nell’esplosione di una mina ad Akna (Aghdam). La stampa locale riporta che Aghayev Zaur Isaoglu ha calpestato una mina antiuomo mentre pascolava il bestiame ed è morto sul colpo.

(15 nov 21) OCCUPAZIONE AZERA – Baku ha proclamato le sezioni occupate del territorio armeno come “territorio sovrano dell’Azerbaigian“. Come risulta dalla dichiarazione rilasciata dal portavoce del Ministero degli affari esteri dell’Azerbaigian Leyla Abdullayeva in risposta alla dichiarazione rilasciata dal primo ministro Nikol Pashinyan durante la sessione del Consiglio di sicurezza dell’Armenia, “i militari azeri stanno svolgendo le loro funzioni ufficiali nel sovrano territorio dell’Azerbaigian”. Nella sua dichiarazione, tutti i tentativi della parte armena di resistere alle oscene invasioni delle forze armate azere sono etichettati come “provocazione“.

(15 nov 21) NUOVO MINISTRO DIFESA ARMENIA – Con decreto del presidente Armen Sarkissian, Suren Papikyan (già vice Primo ministro) è stato nominato ministro della Difesa dell’Armenia in sostituzione di Arshak Karapetyan.

(15 nov 21) COMUNICATO SU AZIONE AZERA – Il 14 novembre, intorno alle 13, unità delle forze armate azere, con il supporto di veicoli blindati, hanno invaso il territorio sovrano della Repubblica di Armenia (RA) in una delle sezioni orientali del confine armeno-azero. Lo ha notato il Consiglio di sicurezza dell’Armenia in una dichiarazione rilasciata lunedì. Il comunicato prosegue così: “Come risultato delle azioni delle forze armate dell’Azerbaigian, quattro posizioni di combattimento delle forze armate armene erano finite in un blocco. A seguito dei negoziati, l’equipaggiamento militare e le truppe azere che hanno invaso il territorio sovrano della Repubblica di Armenia sono usciti dal territorio dell’Armenia, le unità delle forze armate della Repubbliuca di Armenia sono state estratte dalle suddette quattro posizioni di combattimento, tuttavia, i militari azeri che hanno invaso il territorio sovrano della Repubblica di Armenia nel maggio di quest’anno continuano a essere schierati nella sezione menzionata.”

(14 nov 21) PRESIDENTE VISITA COMUNITA’ DI ASKERAN – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha visitato i villaggi di Sznek e Mkhitarashen della regione di Askeran. Il Capo dello Stato ha seguito il lavoro svolto nell’ambito di programmi finanziati dallo stato e di beneficenza, ha discusso con i residenti locali le questioni sociali, economiche e di sicurezza delle comunità e ha risposto alle loro domande.

(14 nov 21) TENSIONE A CONFINE ARMENIA – Verso le 13:00 ora locale, unità delle forze armate azere hanno tentato di assicurarsi una posizione avanzata nella direzione orientale del confine tra Armenia e Azerbaigian, all’altezza di Sisian nel Syunik (Armenia meridionale). Ne è seguito un violento scambio di colpi per respingere il tentativo di incursione azera. Al momento non si ha notizia di feriti dalla parte armena. Alle 16 (locali) la situazione rimane tesa e sono in corso trattative con mediazione russa.

(14 nov 21) ALTRI DUE DECESSI PER COVID – Il ministero della Salute informa che si sono verificati altri due decessi per Covid. Al momento, 145 persone stanno ricevendo cure ospedaliere in Artsakh per COVID-19 e i medici affermano che 20 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 75, compresi i giovani, in condizioni gravi.

(13 nov 21) SOSPESE RICERCHE RESTI – Le squadre di emergenza dell’Artsakh dallo scorso 18 ottobre hanno sospeso le ricerche di resti di soldati armeni nei territori ora occupati dalle forze dell’Azerbaigian. Complessivamente, dalla fine della guerra, sono stati ritrovati 1697 corpi.

(13 nov 21) INCIDENTE A CHECK POINT – Questa mattina a un check point lungo la strada Stepanakert-Berdzor (Lachin) un uomo ha lanciato una granata. La strada è stata chiusa al transito per alcune ore anche perchè la parte azera ha cominciato a sparare su alcuni veicoli in transito. L’autore del gesto (di 46 anni), Norayr Yeremyan, risulta essere il fratello del ventiduenne che l’8 novembre era stato ucciso da soldati dell’Azerbaigian mentre sulla stessa strada era intento a riparare una condotta idrica. In quella occasione altre tre persone erano rimaste ferite. L’uomo è stato preso in custodia dalle forze russe e poi consegnato alla parte armena. Gli azeri lamentano tre feriti (il sergente Hafiz Nasibov e due commilitoni).

(11 nov 21) COMUNICATO GRUPPO DI MINSK OSCE – I copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE (Andrew Schofer degli Stati Uniti d’America, Igor Khovaev della Federazione Russa e Brice Roquefeuil della Francia) hanno rilasciato una dichiarazione sulla riunione dei ministri degli Esteri armeno e azero Ararat Mirzoyan e Jeyhun Bayramov. La dichiarazione recita quanto segue:
Il 10 novembre i copresidenti si sono incontrati separatamente a Parigi con il ministro degli Esteri azero Jeyhun Bayramov e il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan. I copresidenti hanno ospitato entrambi i ministri degli Esteri in una riunione congiunta, aperta dal ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian .
Alle riunioni ha partecipato anche il Rappresentante personale del Presidente in esercizio dell’OSCE (PRCiO) Andrzej Kasprzyk. I copresidenti e i ministri degli Esteri hanno proseguito le discussioni avviate a New York su una serie di possibili misure di deescalation e sui prossimi passi del processo, compresi i futuri incontri in questo formato e la visita proposta dei copresidenti nella regione.
I copresidenti e i ministri hanno inoltre discusso dello stato di attuazione degli impegni assunti nella dichiarazione trilaterale del 9 novembre. I copresidenti hanno ribadito l’importanza di compiere progressi sulle questioni umanitarie, compresi, tra l’altro, i detenuti, lo sminamento, le persone scomparse, il reinsediamento volontario degli sfollati e la protezione dei siti storici e culturali, e hanno invitato le parti a fornire un accesso illimitato ai organizzazioni umanitarie internazionali. I copresidenti hanno inoltre sottolineato l’importanza di evitare la retorica infiammatoria e le azioni provocatorie.

I copresidenti si sono incontrati con i rappresentanti del Ministero degli affari esteri francese e dell’Eliseo il 10 e 11 novembre per discutere i loro sforzi in corso per aiutare le parti a trovare soluzioni globali a tutte le restanti questioni relative o derivanti dal conflitto del Nagorno Karabakh in conformità con il loro mandato».

(11 nov 21) COMUNICATO UNIONE EUROPEA – Questa settimana segna il primo anniversario della cessazione delle ostilità in ed intorno al Nagorno Karabakh a seguito dell’accordo di cessate il fuoco firmato da Armenia e Azerbaigian. Lo rileva in un comunicato il portavoce per la politica estera dell’Unione Europea – e in occasione del primo anniversario della fine dei 44 giorni di guerra scatenata dall’Azerbaigian contro l’Artsakh (NagornoKarabakh). Il comunicato prosegue così: “L’Unione Europea si rammarica della perdita di vite inflitte durante queste ostilità ed estende le sue condoglianze alle famiglie di coloro che sono stati uccisi o feriti. Sebbene le ostilità siano cessate, molte questioni in sospeso devono ancora essere affrontate per passare a una soluzione negoziata, globale e sostenibile. Chiediamo in particolare il rigoroso rispetto del cessate il fuoco, l’immediato rilascio di tutti i prigionieri rimasti, la piena cooperazione sullo sminamento e l’allentamento delle tensioni nelle aree di confine. L’UE resta impegnata a promuovere un Caucaso meridionale pacifico e prospero ed è attivamente impegnata a contribuire al consolidamento della pace e alla ricostruzione postbellica. Ha svolto un ruolo importante nel rilascio dei prigionieri e nella consegna delle mappe dei campi minati. L’UE ha inoltre sostenuto le persone colpite dal conflitto con oltre 17 milioni di euro in assistenza umanitaria, anche per lo sminamento e la pronta ripresa. L’UE è inoltre pronta a sostenere la riduzione dell’escalation e la delimitazione delle frontiere fornendo assistenza tecnica, se necessario alle parti, e incoraggia la connettività e la riapertura della cooperazione economica nel Caucaso meridionale. Guardando al futuro, è necessaria una soluzione globale per porre fine a più di tre decenni di conflitti e sofferenze. Per raggiungere questo obiettivo, l’UE continuerà ad essere in contatto attivo con i pertinenti partner internazionali, in particolare i copresidenti del gruppo di Minsk dell’OSCE, e li sostiene pienamente nell’adempimento del loro mandato, lavorando con l’Armenia e l’Azerbaigian su una soluzione globale a tutte le questioni in sospeso problemi.”

(10 nov 21) INCONTRO MINISTRI ESTERI – Oggi il ministro francese per l’Europa e gli affari esteri Jean-Yves Le Drian ha avuto incontri separati con i ministri degli esteri armeno e azero Ararat Mirzoyan e Jeyhun Bayramov, in visita a Parigi per partecipare alla 41a sessione della Conferenza generale dell’UNESCO. Secondo il ministero degli Esteri francese, al termine dei colloqui bilaterali, Le Drian ha aperto la riunione congiunta dei ministri armeno e azero sotto gli auspici dei Co-presidenti del Gruppo OSCE di Minsk – e che è chiamato a proseguire le discussioni iniziate nel New York il 23 settembre.

(10 nov 21) RIUNIONE SULLA SICUREZZA – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha convocato oggi una consultazione sulle questioni di sicurezza con i capi delle fazioni parlamentari, presenti il segretario del Consiglio di sicurezza e i capi delle strutture di potere.

(10 nov 21) STATUA AL PACIFICATORE RUSSO – Una statua di un pacificatore è stata svelata nei locali di un campo militare russo nelle vicinanze di Stepanakert in onore del primo anniversario dell’ingresso del contingente di pace russo nel Nagorno-Karabakh. Tra i partecipanti alla solenne cerimonia di inaugurazione della statua c’erano il vice comandante dell’Okrug militare meridionale, il tenente generale Rustam Muradov e il comandante del contingente di mantenimento della pace russo in Nagorno-Karabakh Genady Anashkin. Il monumento fuso ritrae un pacificatore con munizioni e un Kalashnikov sulla spalla, che abbraccia una ragazza fragile che gli porge un bouquet di fiori. Il prototipo del monumento è un vero membro della missione di pace. Durante la cerimonia è stata anche collocata una capsula del tempo che trasmette un messaggio alle generazioni.

(10 nov 21) INAUGURATA CHIESA ORTODOSSA RUSSA – La prima chiesa ortodossa è stata aperta nel Nagorno-Karabakh, nell’area della città militare russa situata nelle vicinanze di Stepanakert. Tra i partecipanti alla cerimonia di apertura c’erano il vice comandante dell’Okrug militare meridionale, il tenente generale Rustam Muradov e il comandante del contingente di mantenimento della pace russo in Nagorno-Karabakh Genady Anashkin.

(10 nov 21) UN ANNO DI VIOLAZIONI AZERE – Nell’anno successivo alla dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, la parte azera ha deliberatamente e intenzionalmente continuato le sue azioni criminali contro il popolo di Artsakh, di cui abbiamo ripetutamente affermato e informato le organizzazioni internazionali e le organizzazioni per i diritti umani nell’ultimo anno. Lo fa notare in una dichiarazione del difensore civico per i diritti umani di Artsakh, Gegham Stepanyan che sottolinea il carattere pianificato e coordinato delle azioni turco-azere. Le statistiche presentate dall’Ufficio del Procuratore della Repubblica dell’Artsakh mostrano che nell’ultimo anno sono stati commessi 56 crimini dalle forze armate azerbaigiane situate vicino agli insediamenti civili della Repubblica dell’Artsakh, in relazione ai quali sono stati avviati 43 procedimenti penali. A seguito di atti criminali azeri, 2 civili e 9 militari sono stati uccisi, 24 civili e 44 militari sono stati vittime di tentativo di uccisione, 9 civili e 28 militari hanno ricevuto ferite da arma da fuoco di vario grado, 6 persone sono state aggredite fisicamente, 2 sono state minacciato di morte. A seguito di violazioni criminali dell’Azerbaigian sui diritti di proprietà, sono stati causati danni alla proprietà di 17.710.000 dram (circa 32000 euro) a cittadini dell’Artsakh. A seguito della distruzione deliberata di proprietà o dell’intento criminale di danneggiare la proprietà, 5 case residenziali, 3 macchinari agricoli, 7 veicoli, 2 macchine edili sono stati colpiti o presi di mira, 3 frutteti e seminativi sono stati dati alle fiamme, un un gran numero di bovini è stato preso di mira con armi da fuoco a lungo raggio. Nell’ultimo anno sono stati regolarmente sparati colpi dalle basi azere dislocate vicino agli insediamenti armeni, i cui proiettili sono caduti sui tetti delle case o in luoghi pubblici, violando così l’immunità psicologica della popolazione civile. Un rapporto sui dettagli di tutti i casi registrati e le loro conseguenze sarà preparato dal personale dell’Artsakh Human Rights Ombudsman per la presentazione agli organismi internazionali.

(10 nov 21) NUOVE MIRE AZERE SU SHUSHI – L’Azerbaigian sta tentando di includere la città armena di Shushi, ora nel territorio occupato dell’Artsakh, nella rete delle città creative dell’UNESCO.

(10 nov 21) PRIGIONIERI DEGLI AZERI – Decine di residenti dell’Artsakh sono finiti in prigionia azera durante la guerra di 44 giorni nel 2020. Il difensore civico per i diritti umani di Artsakh Gegham Stepanyan ha dichiarato questo oggi durante una conferenza stampa a Stepanakert con i media russi, aggiungendo che l’Azerbaigian ha confermato la informazioni su 40 residenti di Artsakh in cattività azera, e tre dei quali sono civili. Secondo Stepanyan, le autorità di Artsakh non sanno nulla del destino di 20 residenti, che sono principalmente anziani e persone con disturbi mentali.

(9 nov 21) COMUNICATO DI MOSCA – Un comunicato è stato diffuso dal Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa in occasione dell’anniversario degli accordi trilaterali tra i vertici della Federazione Russa, dell’Armenia e dell’Azerbaigian. Tra l’altro vi si legge che “a partire dal 2 dicembre 2020, con la partecipazione delle forze di pace russe, sono stati restituiti un totale di 122 prigionieri di guerra e persone detenute. Di questi 122, 105 sono stati restituiti in Armenia, 17 in Azerbaigian e 3 pacchi di mappe di campi minati sono stati trasferiti alla parte azera“. Inoltre il comunicato recita che “da dicembre 2020 a giugno 2021, il Ministero russo per le situazioni di emergenza ha consegnato nella regione 1.581 tonnellate di merci umanitarie e 800 tonnellate di materiali da costruzione“. Il lungo documento riporta anche che la Russia continua “a compiere sforzi per una rapida soluzione alle restanti sfide umanitarie, compreso il rilascio di tutti i detenuti, il chiarimento del destino di tutte le persone scomparse, il trasferimento dei corpi dei defunti e la fornitura di mappe minerarie completamente precise. È importante anche garantire la sicurezza degli oggetti del patrimonio culturale, religioso e storico” e punta a “raggiungere coerentemente gli obiettivi per lo sblocco di tutte le comunicazioni economiche e di trasporto nel Caucaso meridionale che sono formulati nella dichiarazione adottata dai leader di Russia, Azerbaigian e Armenia l’11 gennaio 2021“.

(9 nov 21) AZERI ACCUSANO GLI ARMENI – Dopo molte ore di silenzio il ministero degli Esteri dell’Azerbaigian ha rilasciato una nota su quanto accaduto ieri (quattro civili armeni colpiti, un morto e tre feriti) accusando gli armeni stessi. Baku sostiene che il contingente di pace russo non era stato avvertito, come solitamente accade, della presenza degli operai al lavoro sulla condotta idrica (che serve proprio un posto di guardia della forza di pace russa) e quindi la presenza degli uomini in quella zona (peraltro “neutrale” non era giustificata. Alla luce di quanto dichiarato dagli azeri, si deve presumere che l’uccisione a sangue freddo di un uomo e il ferimento di altri tre era pienamente giustificato…

(9 nov 21) IL PRESIDENTE RENDE OMAGGIO AGLI EROI – Il presidente Arayik Harutyunyan ha visitato il memoriale della città di Stepanakert in occasione del primo anniversario degli giornata dedicata agli eroi martiri nella terza guerra di Artsakh e ha reso loro omaggio dell’Artsakh. Inoltre, il capo dello Stato ha visitato il pantheon militare e ha deposto fiori sulle tombe delle vittime di tutte le guerre dell’Artsakh.

(9 nov 21) IL PARLAMENTO IN SEDUTA SPECIALE – Oggi, alle ore 11, è stata convocata una seduta speciale dell’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh ai sensi della Costituzione dell’Artsakh e del regolamento interno dell’Assemblea nazionale, nonché su iniziativa dei suoi parlamentari. All’ordine del giorno di questa seduta è stata discussa la dichiarazione del parlamento sul diritto inalienabile del popolo di Artsakh a vivere liberamente e in modo indipendente.

(9 nov 21) ANNIVERSARIO FIRMA ACCORDO TRILATERALE – Ricorre oggi il primo annivaresario della firma dell’accordo trilaterale del 9 novembre 2020 che ha posto fine alla guerra di aggressione contro l’Artsakh. Il ministero degli Affari esteri di Stepanakert ha rilasciato al riguardo un comunicato. “Un anno fa, il 9 novembre 2020, grazie agli attivi sforzi di mediazione della Federazione Russa, è stata firmata una dichiarazione trilaterale dal Presidente della Federazione Russa, dal Primo Ministro dell’Armenia e dal Presidente dell’Azerbaigian“. Il comunicato prosegue così: “La firma della dichiarazione trilaterale ha permesso di porre fine alla guerra di aggressione di 44 giorni scatenata dall’Azerbaigian contro Artsakh con il diretto coinvolgimento militare della Turchia, nonché di terroristi internazionali e mercenari del Medio Oriente, e ha gettato le basi per l’ingresso delle forze di pace russe nel territorio di Artsakh per mantenere la pace nella zona del conflitto tra Azerbaigian e Karabagh. La dichiarazione trilaterale svolge anche un ruolo importante nel garantire la riabilitazione postbellica della Repubblica di Artsakh“. Qui il testo completo del comunicato

(9 nov 21) DETTAGLI SU AGGRESSIONE AZERA – Emergono dettagli sulla gravissima violazione azera di ieri. Verso le 15:00 di lunedì, un militare ancora non identificato delle forze armate azere è entrato, da un’area attualmente sotto il controllo dell’esercito azero, nel luogo chiamato “sotto Shushi” lungo la strada Shushi-Berdzor in Artsakh e ha aperto il fuoco personale che stava provvedendo a riparare una condotta idrica. A seguito di ciò, Martik Yeremyan, un residente di Stepanakert nato nel 1998, è morto sul posto dopo aver ricevuto una ferita da arma da fuoco alla testa, mentre Gevorg Melkumyan, Gagik Ghazaryan e Armen Sargsyan hanno riportato ferite da arma da fuoco.

(8 nov 21) HARUTYUNYAN SI VACCINA – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan si è vaccinato contro il COVID-19 nella giornata odierna secondo quanto riferisce il Ministero della Salute dell’Artsakh. Il capo dello Stato ha sottolineato l’importanza della vaccinazione come mezzo efficace per combattere il coronavirus.

(8 nov 21) SPARI AZERI, MORTI E FERITI CIVILI ARMENI – Il Servizio di Sicurezza Nazionale dell’Artsakh ha ricevuto segnalazioni secondo le quali intorno alle 15:00 (ora locale) gli azeri hanno sparato colpi di pistola contro i civili che lavoravano alle condutture dell’acqua in un incrocio vicino alla città di Shushi. Il Servizio di sicurezza nazionale riferisce che quattro civili sono stati trasferiti all’ospedale di Stepanakert, aggiungendo che un civile è morto e gli altri tre civili stanno ricevendo assistenza medica.

(8 nov 21) ALIYEV DA SHUSHI TUONA CONTRO GLI ARMENI – Il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev ha tenuto un altro discorso militarista approfittando del primo anniversario della fine della guerra provocata dall’aggressione militare del suo Paese contro l’Artsakh e l’Armenia. Per enfatizzare ancora di più le sue parole, il discorso è stato pronunciato nella città armena di Shushi, attualmente occupata dall’Azerbaigian, dove il presidente dell’Azerbaigian era arrivato in uniforme militare e accompagnato da sua moglie, Mehriban Aliyeva. L’essenza del discorso, che è stato ascoltato con attenzione da diverse dozzine di militari azerbaigiani, era di lodare personalmente lui e l’esercito azero nonchè additare ancora una volta gli Armeni come “il nemico”. Lungi dall’aver assunto una posizione più conciliante a un anno dalla fine del conflitto il dittatore azero ha invece rincarato la dose di insulti al popolo armeno e ancora una volta ha confermato che è stato l’Azerbaigian a scatenare la suddetta aggressione militare contro il Nagorno Karabakh il 27 settembre 2020.

(8 nov 21) AGGIORNAMENTO COVID – Altre quattro persone a cui era stato diagnosticato il COVID-19 sono morte in Artsakh secondo quanto riferito dal Ministero della Salute dell’Artsakh. Ieri sono stati condotti un totale di 314 test di coronavirus con 106 nuovi casi di questa malattia. Al momento, 146 persone stanno ricevendo cure ospedaliere ad Artsakh per COVID-19 e i medici affermano che 19 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 85, compresi i giovani, in condizioni gravi. Finora quest’anno ad Artsakh sono stati condotti un totale di 18.603 test di coronavirus e i risultati di 2.728 di loro sono risultati positivi.

(6 nov 21) DOCUMENTATA ALTRA DISTRUZIONE PATRIMONIO ARMENO – L’organizzazione “Monument watch” ha documentato con immagini satellitari la distruzione di altro patrimonio armeno nei territori occupati. Questa volta a farne le spese sono stati il monumento ai caduti, la scuola e la casa della cultura del piccolo villaggio di Madatashen nella regione di Askeran.

(6 nov 21) CIVILE AZERO SALTA SU MINA – Un civile azero, intento a lavori nei campi, è morto a seguito dell’eplosione di una mina in località Mekhakavan nel territorio occupato della regione di Hadrut.

(5 nov 21) SEMINARIO SU MARKETING IN ARTSAKH – Il 5 novembre, presso il club “Hub Artsakh” del Paul Eluard Francophone Center di Stepanakert, si è tenuto un seminario intitolato “Your Brand from Artsakh to the International Market”. Il seminario è stato condotto da David Gabrielyan, fondatore e direttore di Nakhshun Tea e BIB Digital Marketing Agency. “Hub Artsakh” opera da oltre un mese nella Vahe Fatal Hall del Paul Eluard Francophone Center di Stepanakert. Il fondatore è Vahe Keushgueryan e il direttore esecutivo è Shushan Keshishyan.

(5 nov 21) CONFERMA AZERA SU CORPI RITROVATI – Ad oggi, l’Azerbaigian ha consegnato alla parte armena circa 1.700 corpi di militari uccisi. Così ha dichiarato il ministro degli Esteri azero Jeyhun Bayramov durante una conferenza in un’università secondo quanto riferisce Haqqin.az.

(4 nov 21) AZERBAIGIAN CONDANNATO – La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha rilasciato le sentenze dei casi relativi al residente del villaggio armeno di Karmiraghbyur Mamikon Khojoyan e al residente del villaggio di Chinari Karen Petrosyan che sono stati catturati e torturati dall’Azerbaigian nel 2014. La Corte ha concluso che Baku ha violato gli articoli 2 (diritto alla vita), 3 (divieto di tortura) e 5 (diritto alla libertà e alla sicurezza) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e ha obbligato l’Azerbaigian a pagare 40.000 euro per ogni caso. Mamikon Khojoyan, 77 anni, è stato catturato dall’Azerbaigian nel gennaio 2014. Il 4 marzo è stato consegnato all’Armenia ed è morto a casa dieci settimane dopo. La causa della morte è stata, secondo il rapporto forense post mortem, un’intossicazione generale dell’organismo. Karen Petrosyan è stato catturato dalle truppe azere il 7 agosto 2014. L’8 agosto 2014 le autorità azere hanno annunciato che il sig. Petrosyan era morto inaspettatamente, secondo le informazioni preliminari, a causa di “insufficienza cardio-polmonare acuta e miocardica”.

(4 nov 21) GRUPPO DI MINSK – Brice Roquefeuil è stato nominato nuovo copresidente francese del gruppo OSCE di Minsk, secondo il sito web del governo francese. Roquefeuil sostituirà Stephane Visconti, in carica dall’ottobre 2016.

(4 nov 21) AGGIORNAMENTO COVID – Si segnalano purtroppo altri due decessi per Covid nella giornata di ieri. Un totale di 207 test di coronavirus sono stati condotti ieri in Artsakh e da cui sono stati confermati 88 nuovi casi di questa malattia. Al momento, 144 persone stanno ricevendo cure ospedaliere per COVID-19 e i medici affermano che 20 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 74, compresi i giovani, in condizioni gravi.

(4 nov 21) FORMATO NEGOZIALE – Baku continua a discutere con i partner la creazione del meccanismo di cooperazione regionale “3+3” con tre repubbliche del Caucaso meridionale (Armenia, Azerbaigian e Georgia), nonché con Russia, Iran e Turchia attraverso i canali diplomatici. Questo è ciò che l’assistente del presidente dell’Azerbaigian, capo della divisione di politica estera dello staff del presidente Hikmet Hajiyev ha detto oggi all’agenzia TASS. Nel frattempo, il presidente dell’Azerbaigian Aliyev ha lamentato l’assenza di una risposta da parte dell’Armenia sulla questione della delimitazione dei confini. Ilham Aliyev ha espresso la sua insoddisfazione al riguardo durante il suo discorso all’apertura del Forum globale di Baku, intitolato “Il mondo dopo il COVID-19″.”L’Azerbaigian ha proposto all’Armenia di iniziare a lavorare su un accordo di pace. Noi [cioè, l’Azerbaigian] non vogliamo parlare di guerra, ma di pace. Abbiamo proposto di iniziare il lavoro di delimitazione e demarcazione dei confini [con l’Armenia]. Ma, sfortunatamente, non è stata ricevuta alcuna risposta [dall’Armenia]“, ha detto Aliyev.

(4 nov 21) CASA IN FIAMME, UN MORTO – Il 3 novembre alle 21:16 la divisione regionale per le situazioni di emergenza nella regione di Martuni ha ricevuto una segnalazione secondo cui un incendio era divampato nella comunità Kaghartsi. Secondo i dati preliminari, una casa stava bruciando e all’interno c’era una donna anziana. Due squadre dei vigili del fuoco sono state immediatamente inviate sul luogo dell’incidente e sono state assistite da cinque residenti della comunità. L’incendio è stato spento alle 12:30 e ha lasciato completamente bruciata la casa a due piani del residente, e il corpo è stato trovato all’interno della casa.

(3 nov 21) VISITA IN USA – Il ministro di Stato, Artak Beglaryan, è in visita negli Stati Uniti dovesono programmati incontri con le istituzioni armene. Un ricevimento è stato tenuto all’ambasciata della Repubblica di Armenia a Washington.

(3 nov 21) AMNISTIA IN AZERBAIGIAN – Per volontà del presidente azero Aliyev, numerosi detenuti comuni delle prigioni dell’Azerbaigian saranno liberati per festeggiare il primo anniversario della vittoria in guerra.

(3 nov 21) INCONTRO PASHINYAN CON HAROUTYUNYAN – Il Primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha incontrato il presidente della Repubblica di Artsakh Arayik Harutyunyan con il quale ha analizzato la situazione attuale. “Attribuiamo importanza alla piena ripresa del processo negoziale nell’ambito della Co-presidenza del Gruppo di Minsk dell’OSCE, dove, come i Co-presidenti hanno ripetutamente sottolineato, la soluzione definitiva e globale del conflitto del Nagorno Karabakh e il chiarimento dello status del Nagorno Karabakh , si svolgono sulla base dei famosi principi, compreso il diritto delle nazioni all’autodeterminazione” ha dichiarato il premier dell’Armenia. Dal canto suo, il presidente dell’Artsakh ha affermato che “entro la fine dell’anno metteremo in funzione almeno 300 appartamenti solo nella capitale Stepanakert. Si parla degli appartamenti di nuova costruzione. Certo, una parte riguarda la costruzione prebellica, ma oltre a questo, siamo riusciti a iniziare a costruire migliaia di appartamenti e completeremo la costruzione di almeno 2500-3000 appartamenti entro la fine del 2022“. Ringraziando il governo dell’Armenia per l’assistenza fornita all’Artsakh ha aggiunto che “sono sicuro che risolveremo completamente i problemi abitativi, infrastrutturali e sociali in 2-3 anni“.

(3 nov 21) COVID IN ARTSAKH – Ieri sono stati condotti in Artsakh 242 test Covid-19 dai quali sono risultati 102 nuovi casi di coronavirus. Al momento, 180 persone stanno ricevendo cure ospedaliere in Artsakh per COVID-19 e i medici affermano che 17 pazienti sono in condizioni critiche mentre altri 85, compresi i giovani, in condizioni gravi. Ieri sono stati registrati quattro altri decessi. Provvedimenti di quarantena (lockdown) entreoranno in vigore dalle 22 di domani sino al primo dicembre nella capitale Stepanakert e nelle altre comunità urbane dell’Artsakh.

(3 nov 21) TRANSITI DA E PER ARTSAKH – Nel mese di ottobre le forze di pace russe hanno assicurato circa mille transiti di veicoli nel corridoio di Lachin a beneficio di circa 6800 persone secondo quanto comunica il ministero della Difesa di Mosca.

(2 nov 21) VIOLAZIONI AZERE – Oggi nel pomeriggio alcune unità dell’esercito azero hanno aperto il fuoco irregolare con fucili in direzione della comunità Karmir Shuka della regione di Martuni dell’Artsakh dove peraltro in mattinata la partte azera aveva consegnato a quella armena i resti di altri undici caduti. Non si registrano feriti. Colpi di arma da fuoco sono stati anche uditi provenienti dalla parte azera nella sezione del villaggio di Sargsashen, regione di Martuni.

(2 nov 21) AZERI CONSEGANO 11 CORPI – La parte azera, accompagnata dalle forze di pace russe, martedì ha consegnato alla parte armena – nei pressi del villaggio di Karmir Shuka della regione di Martuni inArtsakh – i resti di altri 11 armeni che sono stati uccisi durante la terza guerra di Artsakh e sono stati considerati dispersi. Le loro identità saranno determinate dopo gli esami medico-legali. Al momento non è dato sapere quando e come siano morti i militari armeni.

(1 nov 21) AIUTI AGLI SFOLLATI – Specialisti del centro di risposta umanitaria del contingente di mantenimento della pace russo nel Nagorno Karabakh (Artsakh) hanno fornito assistenza umanitaria mirata agli sfollati interni (IDP) e alle famiglie numerose nella capitale Stepanakert secondo quanto riferisce il servizio stampa del ministero della Difesa russo. Ai residenti vengono forniti anche beni di prima necessità: scarpe e vestiti, detersivo, scaldavivande, elettrodomestici da cucina, cibo, biancheria da letto, articoli per l’igiene personale e giocattoli. Da novembre 2020, più di 6.700 sfollati interni nel Nagorno Karabakh hanno ricevuto assistenza umanitaria e medica dalle forze di pace russe.

(1 nov 21) NUOVE MISURE ANTI COVID – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha convocato oggi un’ampia consultazione di lavoro sull’attuale situazione epidemiologica nella repubblica. Il ministro della Salute Mikayel Hayriyan ha consegnato un rapporto in cui affermava che i casi di COVID-19 sono aumentati di quasi dieci volte a ottobre e che il Ministero della salute ha attualmente forniture mediche sufficienti per organizzare la lotta contro la pandemia. Tuttavia, secondo Hayriyan, è necessario prendere in considerazione le pratiche principali per raggiungere il successo. Il capo dello Stato ha ritenuto molto preoccupante la crescita dinamica dei casi di infezione e ha sottolineato la risolutezza delle autorità a inasprire ulteriormente le restrizioni esistenti. Al riguardo, Harutyunyan ha dato diverse istruzioni che entreranno in vigore a partire dal 2 novembre. Nella giornata odierna si sono registrati altri tre decessi per Covid.

La nuova strategia di Erdogan per “conquistare” gli armeni (Tempi, 1 nov)

Dichiarazione russa in occasione dell’anniversario della firma trilaterale del cessate il fuoco del 9 novembre 2020 in Artsakh (Korazym, 7 nov)

L’Azerbaigian festeggia la vittoria in guerra uccidendo i civili armeni (Tempi, 9 nov)

Le due facce dell’atteggiamento turco (Difesa online, 9 nov)

Artsakh – “Non faremo mai parte dell’Azerbaijan” (Assadakah, 9 nov)

Nagorno Karabakh, ad un anno dalla guerra (Osservatorio Balcani Caucaso, 10 nov)

Un anno dopo la guerra in Karabakh (Osservatorio Balcani Caucaso, 11 nov)

La narrazione agit-prop della diplomazia azera, alla luce delle parole di odio contro gli Armeni dell’arrogante dittatore guerrafondaio, ad un anno dalla fine della sua guerra contro l’Artsakh (Korazym, 16 nov)

In atto un’operazione turco-azera per annientare l’Armenia e l’Artsakh. Oggi nuova aggressione sul territorio armeno. Assordante silenzio dell’Unione Europea disinteressata (Korazym, 16 nov)

Azerbaigian-Armenia: fonti Telegram, forze Baku penetrate nelle alture autostrada Erevan-Goris (Nova, 16 nov)

Nagorno Karabakh. Il punto di vista dell’ambasciatore armeno in Vaticano (Il faro di Roma, 16 nov)

Armenia e Azerbaigian. Scontri e morti al confine: Erevan chiede intervento Russia (L’antidiplomatico, 16 nov)

L’Armenia invoca il Trattato Armeno-Russo per far cessare le aggressioni azere al confine (Assadakah, 16 nov)

Nagorno-Karabakh, la tregua dopo la pericolosa scintilla (Vatican news, 17 nov)

Dopo aver occupato 2/3 dell’Artsakh, esercitazioni di invasione azera in Armenia. L’alleato del turco Erdogan, l’azero Aliyev sogna nuove conquiste. Solo la Russia difende l’Armenia cristiana (Korazym, 17 nov)

Armenia: 15 militari uccisi negli scontri con le forze azere nel conflitto per il Nagorno Karabakh. Collegamento con Mariano Giustino da Ankara (Radio radicale, 17 nov, collegamento audio)

Nagorno Karabakh: nuovi scontri fanno temere una’ltra guerra (Eastjournal, 17 nov)

L’Azerbaigian invade l’Armenia. «Come può l’Occidente restare a guardare?» (Tempi, 18 nov)

Duri scontri tra Azerbaigian e Armenia, ma i conti non tornano (il manifesto, 18 nov)

L’Armenia vuole la pace ma l’Azerbaijan vuole l’Armenia (Assadakah, 18 nov)

Cosa si nasconde dietro il conflitto tra Armenia e Azerbaijan (In terris, 18 nov)

Armenia-Azerbaijan: si torna a sparare (Osservatorio Balcani Caucaso, 19 nov)

Venti di guerra nel Caucaso. Non più solo l’Artsakh (Nagorno-Karabakh) ma l’Armenia nel mirino azero-turco. Verso il disastro (Korazym, 19 nov)

Guerra tra Armenia e Azerbaigian: ecco cosa sta succedendo (Il primato nazionale, 19 nov)

Tensioni Armenia-Azerbaigian, incontro tra Aliyev e Pashinyan fissato a Bruxelles il 15 dicembre (Sputnik, 19 nov)

L’Ambasciatore Armeno replica alle dichiarazioni dell’Ambasciatore dell’Azerbaigian in Vaticano (Vivere Roma, 19 nov)

Cosa succede ai confini? Mosca e la questione della Transcaucasia (Sputnik, 22 nov)

Armenia e Azerbaijan, il valzer dei (mancati) incontri (Osservatorio Balcani Caucaso, 25 nov)

Perchè gli USA dovrebbero ripensare l’alleanza con la Turchia (L’Indro, 25 nov)

A Sochi colloqui su iniziativa del Presidente russo tra Russia, Armenia e Azerbajgian (Korazym, 26 nov)

Accordo a Sochi ieri tra Russia, Armenia e Azerbajgian di procedere con la definizione del confine azero-armeno e di sbloccare i collegamenti economici e viari nel Caucaso meridionale (Korazym, 27 nov)

Cosa ha prodotto il vertice di Sochi tra Russia, Azerbajgian e Armenia? Al vaglio della Corte Europea il coinvolgimento di mercenari siriani nella guerra dell’Azerbajgian contro l’Artsakh (Korazym, 29 nov)

Il dialogo tra Armenia e Azerbaigian riparte da Sochi (East journal, 29 nov)

Il Difensore civico dell’Artsakh denuncia le violazioni di natura sistematica dei diritti fondamentali degli Armeni da parte dell’Azerbajgian. A Berlino protestano le associazioni tedesco-armene (Korazym, 30 nov)