Tag Archivio per: Caucaso

Perché l’Armenia sta cercando una pace preventiva con l’Azerbaijan (L’inkiesta, 1 nov)

Mentre il mondo è distratto un’altra volta con lo sguardo altrove, di nuovo l’Azerbajgian non ha buone intenzioni (Korazym, 1 nov)

Chi se ne frega degli Armeni. Il buffetto europeo per la fine del Nagorno Karabakh e le armi israeliane (Nuova società, 1 nov)

Armeni, figli di un Dio minore? (L’incontro, 1 nov)

Altre guerre e tensioni nel mondo (Apiceuropa, 2 nov)

Il Nagorno invaso e già dimenticato, Quando il gas pesa più degli armeni (Avvenire, 2 nov)

Anche George Clooney scende in campo per chiedere la liberazione del leader armeno Ruben Vardanyan: “Temiamo per la sua salute” (Il fatto quotidiano, 2 nov)

Usa. Qualsiasi violazione sovranità e integrità territoriale dell’Armenia porterebbe a gravi conseguenze (Agenpress, 2 nov)

Gli Azeri come gli Armeni sono vittime del “pugno di ferro” del regime autocratico e corrotto dell’Assurdistan (Korazym, 2 nov)

L’Armenia vorrebbe avvicinarsi all’Occidente, ma è sempre più dipendente dalla Russia (Scenari economici, 2 nov)

Tbilisi Silk Road Forum: si incontrano Armenia e Azerbaijan (Osservatorio Balcani Caucaso, 3 nov)

Gli accordi del governo italiano con l’autocrazia azera sono una vergogna (Korazym, 3 nov)

La Chiesa Apostolica Armena ha deciso che la Diocesi di Artsakh continuerà a mantenere il suo status e ad agire (Korazym, 5 nov)

La guerra per la conquista azera dell’Artsakh. Il popolo armeno in ricerca della pace (Korazym, 5 nov)

“Crocevia della Pace”: l’ultimo esorcismo del Premier armeno (Sponda sud, 6 nov)

“Non parlare del male, non vedere il male, non sentire il male”… in modo selettivo (Korazym, 6 nov)

La Tragedia Armena. Lettera di un Monaco Scacciato dall’Artsakh. (Stilum curiae, 6 nov)

ARMENIA: SALVARE UN’ISOLA DI DEMOCRAZIA IN UN OCEANO DI AUTOCRAZIE NON È SOLO UNA QUESTIONE MORALE (Gariwo, 6 nov)

Non c’è libertà senza giustizia. Non c’è giustizia senza libertà (Korazym, 6 nov)

Verrà un giorno… (Korazym, 6 nov)

Il cittadino dell’Artsakh Khachatryan condannato a 15 anni al termine di un processo assurdo a Baku (Korazym, 7 nov)

L’Armenia comincia la cooperazione militare con gli USA. Lo storico alleato russo è sempre più lontano (Renovatio 21, 8 nov)

Oggi in Artsakh occupato l’autocrazia azera celebra con una parata militare il giorno della dissonanza cognitiva (Korazym, 8 nov)

Nagorno-Karabakh, bandiera azera e parata militare nella capitale (Bluewin, 8 nov)

Rappresentante presidente azero, “pace possibile solo con impegno serio Armenia” (Adnkronos, 8 nov)

Nagorno Karabakh, sopravvivere alla guerra (Osservatorio balcani e caucaso, 9 nov)

Sblocco dei collegamenti regionali con “Crocevie di Pace” e delimitazione dei confini fondamenta per la pace nel Caucaso meridionale (Korazym, 9 nov)

Aliyev glorifica la pulizia etnica degli armeni in Artsakh (Tempi, 12 nov)

Nagorno, ambasciatrice armena a Roma: “Parole Aliyev allontanano pace” (Adnkronos, 13 nov)

Aliyev con il “pugno di ferro” vuole dimostrare che non ha l’intenzione di lanciare nuovi attacchi militari e guerre contro l’Armenia? (Korazym, 13 nov)

Armenia, l’avamposto cristiano in pericolo (Evangelici.net, 14 nov)

L’Azerbajgian acquista un sistema missilistico da Israel e si arrabbia perché l’Armenia acquista veicoli militari dalla Francia (Korazym, 14 nov)

Romania: le comunità religiose tendono la mano ai rifugiati del Nagorno-Karabakh. Caritas Romania: colletta nazionale il 10 dicembre (Agenzia S.I.R., 15 nov)

Pasinyan esalta la crescita economica di Erevan e insiste sulla pace con Baku (AsiaNews, 15 nov)

Aliyev annuncia l’invio della quinta revisione del trattato di pace all’Armenia. Perché non accetta il progetto “Crocevie di Pace”? E falla finita! (Korazym, 15 nov)

Nagorno Karabakh: storia e fine dell’autoproclamata Repubblica dell’Artsakh (Osservatorio Diritti, 15 nov)

Mosca accusa l’Occidente per il rifiuto dell’Armenia di prendere parte al vertice sulla difesa a guida russa (Euractiv, 16 nov)

Forti dubbi che in Armenia c’è ancora fiducia nella Russia per la propria sicurezza (Korazym, 16 nov)

I cristiani armeni sfollati sono almeno 120.000: il mondo se ne è completamente dimenticato (Renovatio21, 17 nov)

Il Senato USA approva all’unanimità una legge sulla difesa dell’Armenia che vieta l’assistenza militare all’Azerbajgian (Korazym, 17 nov)

L’Azerbajgian continua a giocare col fuoco. Chi scherza col fuoco rischia di bruciarsi (Korazym, 18 nov)

ICJ. L’AZERBAIGIAN DEVE CONSENTIRE AGLI ARMENI FUGGITI DAL NAGORNO-KARABAKH DI TORNARE ALLE LORO CASE (Notizie geopolitiche, 19 nov)

Il Primo Ministro armeno Pashinyan: non si firma un trattato tra Armenia e Azerbajgian a causa della sfiducia reciproca (Korazym, 19 nov)

“L’altra guerra”, il Nagorno Karabakh (Il mondo, 20 nov)

Una sofferta riconciliazione nel Caucaso? Gli ultimi sviluppi tra Armenia e Azerbaigian (Il caffè geopolitico, 20 nov)

I “grandi” della terra, quando discutono su guerra e pace, dovrebbero ascoltare i bambini (Korazym, 20 nov)

Azerbaigian vs Francia: “Rischia di scatenare guerra nel Caucaso”/ Pesa fornitura di armi all’Armenia (Il sussidiario, 21 nov)

L’Azerbaigian ha accusato la Francia di preparare il terreno per una nuova guerra nel Caucaso meridionale (L’Antidiplomatico, 21 nov)

Aliyev considera difendere gli Armeni un’attacco all’Azerbajgian e un duro colpo alla pace nella regione. Gli sono saltati i nervi (Korazym, 21 nov)

In Azerbaijan due giornalisti sono stati arrestati dopo la pubblicazione di inchieste sulla corruzione di alcuni funzionari di governo (Il post, 21 nov)

L’Azerbaigian rifiuta i colloqui di pace con l’Armenia organizzati dagli USA (Scenari economici, 22 nov)

Con le armi all’Armenia si fomenta la guerra. J’accuse di Baku a Parigi (Formiche, 22 nov)

La nuova alleanza tra Erevan e Kiev (Asia news, 22 nov)

Nagorno Karabakh, un’altra memoria cancellata (Gariwo, 23 nov)

Nagorno Karabakh, l’esodo (Osservatorio Balcani Caucaso, 24 nov)

Nagorno Karabakh, la grande fuga (RSI, 24 nov, video)

Nagorno-Karabakh: l’ultimo Stato spazzato via dalla cartina d’Europa (TPI, 25 nov)

Reportage TPI – Azerbaigian: la dittatura invisibile (TPI, 25 nov)

L’asse Roma-Baku: all’Italia interessano solo gli affari con l’Azerbaigian (TPI, 25 nov)

Il ritorno degli Armeni nell’Artsakh/Nagorno-Karabakh attualmente non è realistico (Korazym, 25 nov)

Perché la vera pacificazione tra Azerbaigian e Armenia è ancora lontana (Lettera 43, 26 nov)

Le notizie dall’Assurdistan (Korazym, 26 nov)

Dopo il Nagorno-Karabakh è la volta dell’Armenia? (Oasis, 28 nov)

Gli sfollati con la forza dell’Artsakh temono che l’Azerbajgian non darà loro pace nemmeno in Armenia (Korazym, 28 nov)

Gli sforzi del popolo armeno per promuovere una cultura di pace nel rispetto dei diritti umani (In terris, 29 nov)

Le commissioni di delimitazione del confine tra Azerbajgian e Armenia hanno tenuto una riunione (Korazym, 30 nov)

Armeni. La persecuzione in Nagorno Karabakh (Doppiozero, 30 nov)

Il Ministero degli Esteri armeno ha annunciato l’espansione della cooperazione con la NATO (Avia pro, 30 nov)

L’Istituto Lemkin per la prevenzione del genocidio ha rilasciato una dichiarazione riguardante la missione delle Nazioni Unite nell’Artsakh svoltasi alcune settimane fa. La dichiarazione recita:

“L’Istituto Lemkin per la prevenzione del genocidio è deluso dai risultati della visita della missione delle Nazioni Unite nell’Artsakh (Nagorno Karabakh), avvenuta il 1° ottobre, dopo che l’intera popolazione armena dell’Artsakh era già fuggita a causa dello sfollamento forzato in seguito alla recente invasione dell’Azerbaigian. 
È difficile capire quale fosse lo scopo di tale missione e perché durante i nove mesi di blocco dell’invasione dell’Azerbaigian non ci siano mai state maggiori pressioni da parte dell’Azerbaigian per consentire la missione nell’Artsakh. 
L’Istituto Lemkin invita l’ONU a preparare una vera e propria missione nella Repubblica dell’Artsakh, che includerà membri di un team internazionale proveniente da paesi neutrali al conflitto, per condurre un’analisi approfondita della situazione attuale sul terreno. 

Per garantire i diritti degli armeni nell’Artsakh, l’ONU deve agire con professionalità, imparzialità e dedizione ai valori presentati nella Carta delle Nazioni Unite. Se l’ONU non prenderà sul serio il genocidio, sarebbe meglio non inviare alcuna missione nelle regioni sopravvissute al genocidio.
Secondo l’ONU, “la missione mirava a valutare la situazione sul terreno e identificare i bisogni umanitari sia di coloro che restano sia di coloro che si preparano a trasferirsi”. Nonostante l’obiettivo complesso di questa visita di missione, la valutazione e l’annuncio dei risultati sono stati completati in un giorno. 

Va notato che questa è stata la prima visita delle Nazioni Unite nella regione negli ultimi 30 anni.Prima di questa visita, le preoccupazioni riguardanti la costante insicurezza politica degli armeni nell’Artsakh e le minacce alla popolazione armena della regione erano state sollevate più volte negli organi delle Nazioni Unite. Si sono svolte due sessioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sul tema delle continue minacce agli armeni dell’Artsakh. In entrambi gli incontri, la maggioranza degli Stati membri del Consiglio di Sicurezza ha condannato le azioni dell’Azerbaigian, affermando che rappresentano una minaccia alla sicurezza e al benessere degli armeni nella regione e scoraggiano qualsiasi sforzo di pacificazione nella regione. 
Oltre a queste condanne, la Corte Internazionale di Giustizia in due distinte occasioni (22 febbraio e 6 luglio 2023) ha ordinato all’Azerbaigian di riaprire il Corridoio Lachin, la strada umanitaria che collega la Repubblica dell’Artsakh all’Armenia. Tutte le dichiarazioni e gli ordini della Corte penale internazionale sono stati ignorati dall’Azerbaigian.

L’Istituto Lemkin ha emesso diversi avvisi di bandiera rossa per l’Azerbaigian dopo il blocco del corridoio Lachin nel dicembre 2022, nonché un avviso di genocidio e avvisi SOS che indicano un rischio estremamente elevato di genocidio per gli armeni nell’Artsakh. 
Considerando la chiara conoscenza dei rappresentanti delle Nazioni Unite sulle minacce alla popolazione armena nell’Artsakh (dimostrata dalla convocazione di due sessioni del Consiglio di Sicurezza sull’argomento), è molto sorprendente per noi che la missione abbia visitato questa regione solo in ottobre 2023 dopo l’invasione azera e l’espulsione di oltre 100.000 armeni dall’ex Repubblica. 

Il fatto che il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev abbia donato un milione di dollari al ‘Programma per gli insediamenti umani’ delle Nazioni Unite il 30 settembre, appena un giorno prima dello spiegamento della missione nel Nagorno Karabakh, non fa altro che aumentare la nostra preoccupazione sull’integrità e sulla trasparenza della missione.

Esaminando la dichiarazione di intenti e l’azione, abbiamo riscontrato molti punti controversi. Innanzitutto, la missione ha raggiunto la regione solo dopo la fine dello spargimento di sangue e della migrazione degli armeni, ed è durata solo un giorno. La portavoce del segretario generale Antonio Guterres, Stephanie Dujarric, ha detto in un briefing che “hanno visto abbastanza“. Tuttavia, in un contesto di blocco totale seguito dall’invasione militare e dalla pulizia etnica, 24 ore da sole non sono certamente sufficienti per valutare adeguatamente la situazione sul terreno. 

In secondo luogo, le informazioni sul numero di armeni rimasti nell’Artsakh (da 50 a 1.000) contraddicono le cifre fornite dall’ex difensore civico dell’Artsakh Artak Beglaryan, il quale ha affermato che al momento nell’Artsakh non sono rimaste più di 40 persone. 

E in terzo luogo, per quanto riguarda il testo stesso della dichiarazione, l’ONU ha visitato alcune parti non specificate della città di Stepanakert, dove “non è stato arrecato alcun danno alle infrastrutture pubbliche civili, inclusi ospedali, scuole e strutture abitative, culturali e religiose“. 
Tuttavia, esistono prove fotografiche confermate della distruzione delle infrastrutture civili nella città di Stepanakert bombardata durante l’offensiva militare dell’Azerbaigian. Oltre a questo accesso limitato a Stepanakert, il team ha visitato la città di Aghdam, che era sotto il controllo azero e non popolata da armeni e quindi non importante per l’agenda, e il corridoio Lachin, che è stato esplorato dopo che l’intera popolazione è dovuta fuggire. 

È interessante notare che la missione delle Nazioni Unite non è riuscita a includere alcun rappresentante della missione armena nelle Nazioni Unite, e non ha visitato la regione di Syunik per parlare con i rifugiati armeni costretti a lasciare l’Artsakh. La dichiarazione di chiusura è troppo vaga e poco informativa.

Per quanto sopra, l’Istituto Lemkin ritiene che l’attività della missione non abbia avuto successo, poiché non è stato in grado di presentare o valutare con precisione la realtà della situazione nella Repubblica dell’Artsakh. Crediamo fermamente che intraprendere una “missione per il bene della missione” e fare una “dichiarazione per il bene della dichiarazione” non siano risposte adeguate a situazioni gravi e pericolose come quella avvenuta nel Caucaso meridionale. 

Mettiamo in dubbio la saggezza e l’integrità di questa missione. Principi operativi e valutazioni vaghi della missione delle Nazioni Unite, privi di obiettivi specifici, metodologia o raccomandazioni, rappresentano un serio rischio di minare la fiducia che la comunità internazionale collettivamente ripone nel lavoro delle Nazioni Unite.

L’Istituto Lemkin invita l’ONU a preparare una vera e propria missione nella Repubblica dell’Artsakh, che includa membri di un team internazionale proveniente da paesi neutrali al conflitto, per condurre un’analisi approfondita della situazione attuale sul terreno. Questa realtà, che è il risultato di un conflitto trentennale, non può essere valutata in un giorno. Per garantire i diritti degli armeni nell’Artsakh, l’ONU deve agire con professionalità, imparzialità e dedizione ai valori presentati nella Carta delle Nazioni Unite”.

Il premier armeno Nikol Pashinyan ha visitato oggi il parlamento europeo dove ha tenuto un discorso di circa 40 minuti. Abbiamo estrapolato alcune parti che si riferiscono più specificatamente al Nagorno Karabakh-Artsakh.

(…)
Il governo e il popolo della Repubblica d’Armenia hanno unito gli sforzi per risolvere il problema dell’accoglienza degli oltre 100.000 armeni vittime della pulizia etnica nel Nagorno Karabakh, e devo constatare che lo abbiamo fatto con dignità, al punto che i partner della comunità internazionale ammettono di non aver mai visto un caso in cui 100mila rifugiati entrano in un Paese in una settimana e quel Paese può accoglierli tutti senza creare campi profughi e tendopoli.
Siamo riusciti a farlo grazie al popolo armeno e alla democrazia. Persone, perché a volte le persone non aspettavano nemmeno di vedere cosa avrebbe fatto il governo. Sono stati loro a fornire agli sfollati beni essenziali e persino ripari temporanei. Molti semplicemente li hanno ospitati nelle loro case.

Con le decisioni già prese ed entrate in vigore oggi, dovremo stanziare circa 100 milioni di dollari per sostenere le persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh. E abbiamo bisogno di assistenza internazionale, anche sotto forma di sostegno al bilancio. Ritengo necessario sottolineare che abbiamo creato un meccanismo per sostenere gli sfollati forzati in cui i fondi loro assegnati non vengono trasferiti in contanti, vale a dire che l’assegnazione dei fondi è trasparente, verificabile e tracciabile e il meccanismo continuerà a operare in questo modo.
E siamo grati ai nostri partner internazionali, l’UE e gli Stati membri, che hanno già stanziato e/o continueranno a stanziare fondi volti a superare la crisi umanitaria causata dallo sfollamento forzato degli armeni del Nagorno Karabakh.

È triste, estremamente triste, che nonostante centinaia di allarmi, decisioni della Corte internazionale di giustizia, risoluzioni del Parlamento europeo, dell’APCE e dei parlamenti dei singoli Paesi, appelli degli organi esecutivi, della comunità internazionale, non siamo stati tutti in grado di impedire la pulizia etnica degli armeni nel Nagorno Karabakh.

Il governo armeno e il Parlamento europeo hanno ripetutamente messo in guardia sull’imminente pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh, il governo armeno ha inviato numerosi appelli alle Nazioni Unite, all’OSCE e all’UE affinché inviassero una squadra di accertamento dei fatti nel corridoio Lachin illegalmente bloccato e nel Nagorno Karabakh, ma nessuna organizzazione ha preso una decisione rilevante. Abbiamo avviato tre discussioni sulla questione nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ma le discussioni non hanno avuto risultati pratici e qui il Nagorno Karabakh è già spopolato. Nelle condizioni di inattività delle forze di pace russe, più di 100mila armeni hanno lasciato le loro case e la loro patria nel Nagorno Karabakh nel giro di una settimana, altri 20mila sono stati costretti ad abbandonare il Nagorno Karabakh subito dopo la guerra dei 44 giorni, e una parte non hanno avuto la possibilità di tornare nel Nagorno Karabakh a causa del blocco illegale del Corridoio Lachin, iniziato nel dicembre 2022.

E oggi alcuni fingono di non capire perché gli armeni del Nagorno Karabakh abbiano abbandonato in massa le loro case. Questo è di per sé cinismo, perché la risposta è più che chiara. L’Azerbaigian ha chiaramente e inequivocabilmente dimostrato la sua decisione di rendere impossibile la vita degli armeni nel Nagorno Karabakh.

Dal dicembre 2022, durante il periodo del blocco illegale del Corridoio Lachin, gli armeni del Nagorno Karabakh sono stati privati ​​delle forniture esterne di gas, elettricità, carburante, cibo, alimenti per bambini, medicine, beni igienici e altri beni essenziali, mentre i civili impegnati in lavori agricoli sono stati presi di mira dalle forze armate azere.
Dal dicembre 2022, abbiamo allertato decine di volte sul piano dell’Azerbaigian: chiudere il corridoio Lachin, affamare le persone, aumentare la pressione militare, informativa e psicologica, quindi aprire il corridoio Lachin, costringendo tutti gli armeni ad andarsene.

Abbiamo parlato di uno scenario del genere a gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto del 2023, ne abbiamo parlato ad alta voce e pubblicamente. E non accetto i volti sorpresi di alcuni funzionari internazionali per lo spopolamento del Nagorno Karabakh avvenuto a settembre. Allo stesso tempo, devo ringraziare il Parlamento europeo per aver chiamato con il suo nome ciò che è accaduto nel Nagorno Karabakh. Ciò è importante in termini di protezione dei diritti futuri delle persone che sono state private della loro patria.

Nonostante tutte le guerre, le complicazioni e le crisi, sono venuto al Parlamento europeo con il seguente messaggio principale. La nostra regione, il Caucaso meridionale, ha bisogno di pace, cioè di uno stato in cui tutti i paesi della regione vivono con frontiere aperte, sono collegati da legami economici, politici e culturali attivi, con esperienza accumulata e tradizione nel risolvere tutte le questioni diplomaticamente e attraverso dialogo. Voglio sottolineare in particolare che non opponiamo in alcun modo le nostre idee sulla pace agli interessi della nostra regione, perché il nostro Paese può essere pacifico se la regione è pacifica. E considero il sostegno alla costruzione della pace il mio principale impegno politico.

Non è facile assumere un simile impegno, considerato il lungo conflitto con l’Azerbaigian, le numerose vittime, i dispersi, i prigionieri, la sofferenza e la disperazione.

Ma è possibile la pace e, se sì, come? All’inizio di ottobre, prima dell’incontro della Comunità Politica Europea a Granada, abbiamo avuto una seria opportunità di dare una svolta al processo di pace, ma il Presidente dell’Azerbaigian, purtroppo, ha rifiutato di partecipare all’incontro della Comunità Politica Europea e accettare una dichiarazione congiunta con il Presidente del Consiglio europeo, il Presidente della Francia, il Cancelliere tedesco e me, che dovrebbe esprimere i principi per stabilire la pace e le relazioni tra Armenia e Azerbaigian. Tali principi e contenuti non sono affatto nuovi e sono stati formati sulla base dei risultati dell’incontro quadrilatero tenutosi a Praga il 6 ottobre 2022, al quale abbiamo partecipato il Presidente della Francia, il Presidente del Consiglio europeo, il Presidente dell’Azerbaigian e io.

Tali principi sono stati ulteriormente concretizzati nel 2023, durante gli incontri a Bruxelles tra il presidente del Consiglio europeo, il presidente dell’Azerbaigian e me, e ci sono dichiarazioni pubbliche su tali principi.

Il primo dei principi è espresso nella Dichiarazione Quadripartita di Granada come segue. Cito: “Rimangono impegnati in tutti gli sforzi diretti alla normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian, basate sul riconoscimento reciproco della sovranità, dell’inviolabilità dei confini e dell’integrità territoriale dell’Armenia (29.800 km2) e dell’Azerbaigian (86.600 km2), come menzionato nel Dichiarazioni del presidente Michel del 14 maggio e del 15 luglio 2023. Hanno chiesto il rigoroso rispetto del principio di non uso della forza e di minaccia dell’uso della forza.” Fine della citazione.

Questo stesso principio è espresso come segue nella dichiarazione del presidente del Consiglio europeo Charles Michel in seguito all’incontro tripartito tenutosi a Bruxelles il 14 maggio con la partecipazione del presidente del Consiglio europeo, del presidente dell’Azerbaigian e del sottoscritto. Quoto. “I leader (si tratta del presidente dell’Azerbaigian e del sottoscritto) hanno confermato il loro inequivocabile impegno nei confronti della Dichiarazione di Almaty del 1991 e della rispettiva integrità territoriale dell’Armenia (29.800 km2) e dell’Azerbaigian (86.600 km2)“. Fine della citazione.

Cari partecipanti, ciò che dovete sapere in più su questo problema è quanto segue. 
A seguito di questi accordi, ho riaffermato più volte che la Repubblica dell’Armenia riconosce l’integrità territoriale di 86.600 chilometri quadrati dell’Azerbaigian, ma il Presidente dell’Azerbaigian non ha mai fatto tale dichiarazione. 
Recentemente ha annunciato di riconoscere l’integrità territoriale dell’Armenia, ma non ha menzionato 29mila 800 km2, il che fa temere che stia deliberatamente lasciando ambiguità per avanzare rivendicazioni territoriali contro l’Armenia. 
L’accordo sul riconoscimento dell’integrità territoriale con numeri esatti è stato raggiunto proprio affinché né l’Armenia né l’Azerbaijan lascino ambiguità nel riconoscere l’integrità territoriale dell’altro, ad esempio affermando che una parte del territorio di un dato Paese non gli appartiene effettivamente.

Il successivo principio di pace e normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian è espresso nella Dichiarazione di Granada come segue. Cito: “Hanno sottolineato l’urgente necessità di lavorare verso la delimitazione dei confini sulla base delle più recenti mappe dello Stato Maggiore dell’URSS fornite alle parti, che dovrebbero anche costituire una base per il distanziamento delle forze e per finalizzare il trattato di pace e affrontare tutte le questioni umanitarie.” 

Questo principio è stato espresso dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel nella sua dichiarazione dopo l’incontro tripartito tenutosi a Bruxelles il 15 luglio con la partecipazione del presidente del Consiglio europeo, del presidente dell’Azerbaigian e del sottoscritto. Cito: ” Entrambi i leader (si tratta ancora una volta del presidente azerbaigiano e di me) hanno riconfermato il loro inequivocabile impegno nei confronti della Dichiarazione di Almaty del 1991 come quadro politico per la delimitazione“.

Questo stesso principio è stato registrato sulla base dei risultati della riunione del quadrilatero tenutasi a Praga il 6 ottobre 2022 come segue. Cito: “Armenia e Azerbaigian hanno confermato il loro impegno nei confronti della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione di Alma-Ata del 1991, attraverso la quale entrambe le parti riconoscono l’integrità territoriale e la sovranità dell’altra. Hanno confermato che ciò costituirà la base per il lavoro delle commissioni sulla delimitazione.

Dovreste conoscere le seguenti informazioni aggiuntive su questo principio. La Dichiarazione di Almaty è stata firmata dalle 12 repubbliche dell’Unione Sovietica il 21 dicembre 1991. Quella dichiarazione ha segnato due importanti documenti nel contesto della questione in discussione.

1. L’Unione Sovietica cessa di esistere.

2. Le repubbliche riconoscono reciprocamente l’integrità territoriale, la sovranità, l’inviolabilità dei confini amministrativi esistenti, e quindi i confini amministrativi esistenti tra le Repubbliche sovietiche diventano confini statali.

L’Azerbaigian dichiara che non esiste confine tra Armenia e Azerbaigian, il che contraddice la dichiarazione di Almaty e gli accordi sopra menzionati
L’Azerbaigian mantiene anche ambiguità nell’accettare le ultime mappe dell’Unione Sovietica come base per la delimitazione, il che dà ad alcuni esperti anche motivo di supporre che l’Azerbaigian stia preparando le basi per avanzare rivendicazioni territoriali contro l’Armenia e avviare una nuova aggressione militare.

(…)
L’Azerbaigian insiste continuamente affinché l’Armenia sia obbligata a concedere all’Azerbaigian un corridoio attraverso il proprio territorio. Nel linguaggio internazionale quotidiano che vi è familiare, la parola corridoio significa semplicemente strade interstatali. 
Ma c’è una particolarità nel caso della nostra regione. Nella dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020, la parola “corridoio” è usata solo per il corridoio Lachin, che avrebbe dovuto collegare il Nagorno Karabakh e l’Armenia. La particolarità è che, secondo quel documento, il Corridoio Lachin non è solo una strada, ma anche un territorio largo 5 chilometri, che avrebbe dovuto essere fuori dal controllo dell’Azerbaigian, sotto il controllo delle forze di pace. Pertanto, in questo contesto, la parola corridoio ha il significato di uno strato extraterritoriale.

La Repubblica di Armenia non ha mai accettato, da nessuna parte, alcuna limitazione della sua sovranità e giurisdizione su nessuno dei suoi territori, né ha fatto una simile promessa. Cosa significa allora il principio sopra citato?

Significa una cosa semplice. Sulla base della loro sovranità e giurisdizione, Armenia e Azerbaigian dovrebbero aprirsi reciprocamente le strade senza la logica del corridoio sopra menzionata. Ai posti di blocco di quelle strade dovrebbero operare i servizi di controllo delle frontiere e altri servizi pertinenti, in base alla giurisdizione, alla sovranità e alla legislazione dei paesi. 
Ciò dovrebbe essere fatto sulla base del principio di reciprocità e uguaglianza, e noi siamo pronti ad adottare tali soluzioni, siamo pronti a ripristinare la ferrovia Meghri, che collegherà non solo l’Azerbaigian e l’Armenia, ma anche le regioni meridionali dell’Armenia con il regioni nordoccidentali, le regioni sud-occidentali dell’Azerbaigian con la Repubblica Autonoma del Nakhichevan, con la sua ulteriore continuazione collegherà l’Armenia con la Turchia, l’Azerbaigian con la Turchia, la Georgia, l’Azerbaigian, l’Armenia con la Repubblica islamica dell’Iran, l’Est con l’Ovest, estendendosi dal Mar Caspio al Mediterraneo, dal Nord al Sud, dal Golfo al Mar Nero. 
In Armenia chiamiamo questo progetto Armenian Crossroads. Ma penso che sia giunto il momento di regionalizzare ulteriormente questo progetto, rinominarlo e chiamarlo Crocevia della Pace, e questo nome è altrettanto importante e accettabile per noi. 
Nella stessa logica siamo pronti anche per l’apertura delle strade. La Repubblica d’Armenia è pronta a garantire la sicurezza delle merci, dei veicoli, delle persone, delle condutture, delle linee elettriche sul suo territorio, perché il Crocevia della Pace implica anche il passaggio di condutture e linee elettriche.
Questo tipo di soluzioni sono molto importanti anche per la Repubblica di Armenia, perché il nostro paese è sotto il blocco da parte dell’Azerbaigian e della Turchia da 30 anni.

Come potete vedere, non c’è motivo di accusare l’Armenia di ostacolare l’apertura delle comunicazioni di trasporto nella regione, ma ci sono analisi secondo cui le autorità di Baku stanno manipolando la narrativa del corridoio per provocare una nuova guerra nella regione, per occupare nuovi territori di Armenia, o per mantenere l’Armenia sotto blocco.

Ciò non dovrebbe essere consentito. Come avete visto, tutti i principi sopra menzionati sono stati sviluppati e concordati con la partecipazione del Presidente del Consiglio europeo e del Presidente dell’Azerbaigian, e siamo pronti ad attuare questi accordi. Inoltre, in termini di comunicazioni di trasporto, osservando i principi sopra menzionati, compreso il principio di reciprocità, siamo pronti a facilitare le procedure, siamo pronti a garantire la sicurezza del passaggio delle merci azerbaigiane e degli azeri attraverso il nostro territorio, sperando anche in termini di reciprocità, siamo pronti per un ritiro simultaneo delle truppe dalla linea di confine del 1991, il che significherà che l’Azerbaigian non avrà truppe in nessun territorio dell’Armenia, e l’Armenia non avrà truppe in Azerbaigian. 
Siamo pronti ad affrontare la questione delle cosiddette enclavi sul principio di reciprocità, come ho affermato nell’intervista rilasciata alla TV pubblica armena il 10 ottobre.

Infine, siamo pronti a firmare un trattato di pace con l’Azerbaigian entro la fine dell’anno. Naturalmente, il fatto che l’Azerbaigian abbia rifiutato di partecipare alla riunione di Granada, sulla quale tra l’altro era stato raggiunto un accordo il 15 luglio a Bruxelles e tale accordo si esprime anche nella dichiarazione rilasciata da Charles Michel sulla base dei risultati della l’incontro, quindi non venire a quell’incontro non ha reso i nostri affari più facili.

[traduzione e grassetto redazionale]

(31) DEPUTATI EUROPEI RICEVUTI DAL PRESIDENTE – l presidente dell’Artsakh, Samvel Shahramanyan, ha ricevuto il 29 e 30 ottobre la delegazione guidata dal deputato francese Nicolas Bey, dall’italiano Vincenzo Sofo e da Marion Marechal, capolista del partito francese “Reconquête” per le prossime elezioni del Parlamento europeo.

(31) BAMBINI DELL’ARTSAKH – Degli oltre 21.000 bambini sfollati con la forza dal Nagorno-Karabakh, 16.371 continuano la loro istruzione in vari istituti scolastici in Armenia. Lo ha riferito il viceministro della Repubblica di Armenia, Araxia Svajyan, durante la conferenza stampa tenutasi al “Centro umanitario”, aggiungendo che 5185 di loro si trovano a Yerevan, il resto si trova in altre località della repubblica.  Ha altresì invitato i genitori dei bambini ancora non iscritti a procedere tempestivamente e, con l’occasione, ha informato anche che che prosegue il programma di formazione continua negli istituti di istruzione professionale primaria e secondaria e nelle università. 

(31) LAVORO PER GLI SFOLLATI – A Yerevan si è tenuta una sorta di “fiera del lavoro” (“Artsakh Career Expo”) per gli sfollati forzati dal Nagorno Karabakh. ltre 2.000 offerte di lavoro provenienti da diversi settori produttivi. Lo scopo dell’iniziativa è sostenere i cittadini dell’Artsakh sfollati con la forza nelle questioni occupazionali, sociali, educative e di integrazione nella vita lavorativa. Il co-fondatore di “Artsakh Career Expo”, Mane Bareghayman, ha dichiarato in una conversazione con i giornalisti che molte persone hanno cercato di mobilitare le proprie forze e proporre varie iniziative per aiutare i cittadini sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh. Riferendosi alle organizzazioni presenti alla fiera, Mane Bareghamyan ha informato che ci sono più di 50 organizzazioni di datori di lavoro e più di 2000 posizioni. I settori sono molto diversi: informatica, manutenzione, servizi, istruzione, finanza, ecc.

(31) PAGAMENTO PENSIONI – Si stanno compiendo sforzi affinché i cittadini che ricevono pensioni e benefici tramite la società “Artsakhpost” abbiano presto l’opportunità di ricevere la pensione e i benefici di settembre 2023 (ad eccezione della pensione militare) dalle filiali di “Artsakhbank”. Così riferisce l’istituto postale dell’Artsakh. Peraltro, in giornata il ministro delle Finanze Vahe Hovhannisyan in una conversazione con i giornalisti all’Assemblea nazionale ha dichiarato che il governo dell’Armenia ha stanziato fondi che ha girato alla repubblica del Nagorno Karabakh la quale a sua volta ha deciso la procedura per il pagamento delle pensioni. Il ministro ha altresì precisato che coloro che vogliono ricevere d’ora in avanti la pensione devono essere registrati in Armenia.

(30) NUOVO BILANCIO VITTIME – La portavoce del Ministero degli Esteri armeno, Ani Badalyan, ha informato che “Il Comitato Investigativo della Repubblica d’Armenia ha pubblicato i dati sul numero di civili uccisi e feriti, compresi bambini, a seguito dell’attacco militare su larga scala dell’Azerbaigian al Nagorno-Karabakh il 19 settembre. 14 persone sono state torturate, 64 sono morte durante il trasferimento dal Nagorno Karabakh“. Ha anche condiviso altre informazioni del comitato investigativo, secondo le quali più di 200 persone, tra cui 9 civili e 2 bambini, sono state uccise e più di 300 sono rimaste ferite, di cui 80 civili. Nel foglio informativo distribuito da Badalyan si precisa che i dati  sono aggiornati al 30 ottobre e potrebbero cambiare man mano che l’indagine è in corso. 

(30) CONSIGLIO D’EUROPA – Il Consiglio d’Europa sta preparando un pacchetto completo di misure per rispondere all’afflusso di rifugiati dopo la visita del Rappresentante speciale per la migrazione e i rifugiati, Leila Kayajic, dall’11 al 13 ottobre 2023. l pacchetto mira ad aiutare l’Armenia a risolvere i problemi legati al reinsediamento di oltre 100.000 armeni sfollati dal Nagorno-Karabakh, tra cui circa 30.000 bambini.Durante la visita in Armenia, il Servizio per la migrazione e i rifugiati ha collaborato con i pertinenti organi statali, partner internazionali e organizzazioni non governative. La rappresentante speciale Leila Kayajic ha visitato anche due rifugi del comune di Artashat.Ha delineato le aree specifiche di sostegno incluse nel Piano d’azione del Consiglio d’Europa per l’Armenia (2023-2026) e nel Piano d’azione per la protezione delle persone vulnerabili nel contesto della migrazione e dell’asilo (2021-2025).
Questi includono: rafforzare la tutela dei diritti umani dei rifugiati in situazioni vulnerabili, agevolare l’accesso all’assistenza sanitaria e mentale, garantire l’inclusività dell’istruzione e rivedere i curricoli professionali, tutelare i diritti dei bambini, aumentare la vitalità degli organi di autogoverno locale.

(30) OMBUDSMAN AZERO SU DETENUTI ARMENI – L’Ufficio del difensore dei diritti umani in Azerbaigian (!) ha rilasciato una dichiarazione nella quale ha affermato che agli ex leader dell’Artsakh viene data l’opportunità di contattare le loro famiglie. “Abbiamo incontri regolari, ci sono stati anche incontri con “persone accusate di aver commesso crimini di guerra contro l’Azerbaigian, i loro diritti sono garantiti” (testuale). Siamo sensibili nei confronti di ogni detenuto, gli viene data l’opportunità di stabilire un contatto con le proprie famiglie, viene loro fornito un interprete“, ha affermato Sabina Aliyeva, difensore civico della Repubblica dell’Azerbaigian.

(29) INSEGNANTI DELL’ARTSAKH – Gli insegnanti sfollati con la forza dall’Artsakh possono continuare le loro attività professionali negli istituti scolastici dell’Armenia e possono candidarsi liberamente ai concorsi annunciati in qualsiasi luogo di residenza e partecipare secondo la consueta procedura. Lo ha annunciato il governo dell’Armenia in un video promozionale che informa anche riguardo alla piattaforma elettronica da utilizzare per le candidature.

(29) PAPIKYAN IN CINA -Oggi una delegazione guidata dal ministro della Difesa della Repubblica di Armenia, Suren Papikyan, è partita per la Repubblica popolare cinese per una visita di lavoro.

(28) CONFERMATE TORTURE E MUTILAZIONI – Il difensore dei diritti umani Anahit Manasyan ha partecipato ad una tavola rotonda nell’ambito del Congresso degli avvocati armeni sul tema degli sfollati forzati dal Nagorno Karabakh. Nel corso dell’incontro ha osservato come il lavoro del suo ufficio sia enormemente aumentato in considerazione degli oltre centomila sfollati arrivati dall’Artsakh. “Durante questo periodo, abbiamo parlato con circa 400 persone, a seguito delle quali abbiamo ricevuto informazioni sulla morte, tortura, mancanza di rispetto dei corpi, mutilazioni e altri maltrattamenti di civili a seguito dell’aggressione azera, proibita dal diritto internazionale” ha osservato il difensore.

(28) CONVERSAZIONE LAVROV-BAYRAMOV – Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha avuto una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri azero Jeyhun Bayramov. I ministri hanno discusso le questioni attuali delle relazioni bilaterali e delle agende regionali e internazionali e in particolare la preparazione del trattato di pace, lo sblocco delle comunicazioni di trasporto e la delimitazione del confine armeno-azerbaigiano.

(27) SITUAZIONE RESIDENTI – La giornalista investigativa  Lindsay Snell ha pubblicato notizie riguardo la situazione dei pochissimi armeni rimasti nel Nagorno Karabakh: “I media statali azerbaigiani si sono recentemente vantati del fatto che l’Azerbaigian ha stabilito comunicazioni locali, ma gli armeni rimasti nel Nagorno-Karabakh non hanno Internet o un servizio di telefonia cellulare e non sono autorizzati a parlare con i parenti senza supervisione. E come parte della facciata di “reintegrazione”, le autorità azere hanno tolto i passaporti armeni a coloro che sono rimasti, ma non hanno rilasciato passaporti azeri. Ciò significa che gli armeni rimasti nel Nagorno-Karabakh attualmente non hanno la cittadinanza“.

(27) MIRZOYAN SU POSSIBILE PACE – Il ministro degli Esteri dell’Armenia ha dichiarato in una conferenza stampa che una pace stabile tra Armenia e Azerbaigian è possibile solo se vi è un riconoscimento inequivocabile dell’integrità territoriale reciproca e se viene attuata la delimitazione. “Per una pace duratura e dignitosa per il nostro popolo nel Caucaso meridionale, è una necessità vitale garantire l’esclusione dell’uso della forza e delle politiche xenofobe, perché abbiamo già assistito alle loro manifestazioni, di cui abbiamo messo in guardia più volte” ha detto il ministro.

(27) INCONTRO PRIMI MINISTRI IN GEORGIA – I primi ministri di Armenia e Azerbaigian, Nikol Pashinyan e Ali Asadov, si sono incontrati a Mukhrani, vicino a Tbilisi, attraverso la mediazione del capo del governo georgiano, Irakli Gharibashvili. I dettagli delle trattative non vengono resi noti. Secondo il canale televisivo “Imedi”, l’incontro dei tre primi ministri è durato diverse ore.

(27) ARMAMENTI DALL’INDIA – L’India sta studiando la possibilità di fornire un nuovo lotto di armi e munizioni all’Armenia secondo il quotidiano Economic Times. Recentemente un alto funzionario armeno è arrivato a Nuova Delhi e ha avuto colloqui al riguardo. Non ci sono ancora dettagli sulle nuove consegne, tuttavia, come nota il giornale, gli osservatori armeni, che hanno voluto rimanere anonimi, hanno affermato che il lotto potrebbe includere attrezzature che serviranno da deterrente in una situazione di conflitto con l’Azerbaigian.
“Le forniture sono state effettuate nel settembre 2022 sulla base degli accordi siglati tra i due Paesi. L’importo dei contratti è di 20 miliardi di rupie (244,7 milioni di dollari). “Secondo loro, l’India ha già fornito all’Armenia i lanciarazzi “Pinaka” di produzione locale, che sono stati venduti all’estero per la prima volta, nonché missili anticarro e un lotto di munizioni”, osserva il giornale. La fornitura di armi è stata effettuata attraverso il corridoio di trasporto che attraversa il territorio dell’Iran. La piattaforma online Indian Defense Research Wing ha riferito che all’inizio di agosto, la società di difesa indiana Bharat Forge LTD ha consegnato sei obici ATAGS da 155 mm trainati all’Armenia con un contratto del valore di 155,5 milioni di dollari. L’accordo prevede la fornitura di 90 pezzi di artiglieria di questo tipo all’Armenia entro tre anni, scrive infoport.am.

(27) DIRITTI UMANI – “Le violazioni dei diritti umani hanno segnato ancora una volta l’ultimo capitolo del conflitto a lungo termine tra Armenia e Azerbaigian nella regione del Karabakh e nei suoi dintorni”, ha affermato il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Dunya Mijatovich, riassumendo le visite in Armenia e Azerbaigian. Mijatović ha visitato due paesi dal 16 al 23 ottobre, ha incontrato i principali funzionari, i difensori dei diritti umani, le vittime del conflitto, i rappresentanti delle organizzazioni internazionali e per i diritti umani, ed è stato anche nello spopolato Nagorno-Karabakh. “Il motivo della visita è stata la massiccia deportazione di oltre 100.600 armeni del Karabakh, fuggiti in Armenia in pochi giorni alla fine di settembre. Ciò ha fatto seguito alle operazioni militari dell’Azerbaigian del 19 e 20 settembre, al successivo pieno controllo della regione e all’interruzione a lungo termine della circolazione delle persone e dell’accesso ai beni di base, ai servizi e all’energia a seguito del blocco di nove mesi da parte dell’Azerbaigian del corridoio Lachin” ha osservato Mijatović, aggiungendo che gli armeni del Karabakh “si sono trovati in uno stato di abbandono, senza alcuna garanzia affidabile di sicurezza o protezione da nessuna parte”; “lasciare le loro case era per loro l’unica opzione possibile“. In Armenia, Mijatovich ha visitato le residenze degli sfollati di Aghavnadzor e Tsaghkadzor a Kotayk marz, “dove ha parlato con gli armeni del Karabakh, comprese famiglie, anziani, disabili e altre persone vulnerabili”. Il commissario ha avuto anche incontri con organizzazioni internazionali e rappresentanti della società civile.

(26) ACCORDO DI PACE – Il premier armeno Pashinyan, intervenendo a un forum a Tblisi (Georgia) ha la speranza di firmare un accordo di pace con un ripristino delle relazioni diplomatiche con Baku “nei prossimi mesi”.

(26) CONSIGLIO D’EUROPA – Il Consiglio d’Europa ha tenuto una discussione urgente sull’Artsakh e ha adottato una dichiarazione. La 45^ sessione del “Congresso dei poteri locali e regionali”, tenutasi nell’ambito del Consiglio d’Europa, condanna fermamente l’operazione militare condotta dall’Azerbaigian nel Karabakh il 19 e 20 settembre 2023 ed il blocco di dieci mesi della regione che l’ha preceduta, che hanno portato ad una situazione umanitaria disastrosa, a numerose perdite di vite umane e alla fuga di oltre 100.000 persone verso la vicina Armenia. Il Congresso riconosce l’integrità territoriale dell’Azerbaigian, ma esprime profonda preoccupazione per le conseguenze umanitarie di questa situazione; elogia inoltre gli sforzi delle autorità armene per accogliere gli armeni del Karabakh fuggiti dalla regione e per soddisfare le loro
esigenze. Il Congresso sostiene gli sforzi internazionali per rispondere alla crisi, deplora le gravi conseguenze umanitarie della situazione derivante dall’operazione militare condotta dall’Azerbaigian e dal blocco della regione che l’ha preceduta, e invita le autorità azere ad astenersi da qualsiasi azione che possa portare ad un ulteriore deterioramento della situazione e ad
un nuovo esodo della popolazione; si unisce all’Assemblea parlamentare e al Comitato europeo delle regioni nel chiedere il rilascio di tutti i rappresentanti del Karabakh, compresi i funzionari locali, detenuti in Azerbaigian.
Esprime la propria solidarietà ed il proprio sostegno agli enti locali armeni, che sono in prima linea negli sforzi per accogliere gli armeni del Karabakh; accoglie con favore l’assistenza già fornita dal governo nazionale armeno alle comunità locali e chiede che continui in futuro ed invita inoltre le autorità nazionali, regionali e locali di altri Paesi europei a sostenere l’Armenia in questi sforzi ed a fornire i necessari aiuti umanitari; afferma di essere pronto ad assistere le autorità nazionali e locali armene, anche attraverso attività di cooperazione sul campo, nel sostenere gli armeni del Karabakh fuggiti dalla regione.
Prende atto delle promesse fatte dalle autorità azere di garantire i diritti e le libertà dei residenti armeni e dei piani annunciati per la loro reintegrazione, e ribadisce la responsabilità dell’Azerbaigian di garantire la sicurezza degli armeni del Karabakh rimasti nella regione e di garantire la protezione dei loro diritti; nvita le autorità azere a garantire la consegna senza ostacoli degli aiuti umanitari a coloro che rimangono nella regione, compresa la piena riapertura del corridoio di Lachin; decide di prestare un’attenzione particolare alla situazione degli armeni del Karabakh e al rispetto dei loro diritti, in particolare quelli tutelati dalla Carta europea dell’autonomia locale.

(26) PATRIMONIO CULTURALE – La Francia aiuterà a preservare il patrimonio culturale del Nagorno Karabakh. Lo ha dichiarato il ministro della Cultura di Parigi, Rima Abdul Malak, nel corso della sua visita in Armenia e dell’incontro con il collega armeno Zhanna Andreasyan. Durante la riunione delle delgazioni, le parti hanno discusso questioni relative alla cooperazione interculturale dei due Paesi, all’attuazione di vari programmi settoriali, all’attuazione di nuove idee. Le parti hanno affrontato la questione della conservazione di oltre 5.000 monumenti storici e culturali armeni, musei e reperti ivi conservati, nonché del patrimonio culturale immateriale in pericolo nel territorio del Nagorno Karabakh a causa dell’aggressione azera. Nell’incontro con il Ministro della Cultura francese, il Ministro della Repubblica di Armenia ha espresso la sua gratitudine per aver sempre tenuto sotto i riflettori la questione del patrimonio storico e culturale in pericolo di estinzione del Nagorno Karabakh, sottolineando il sostegno attivo della Francia, dell’UNESCO e dell’Alleanza Internazionale per la protezione del patrimonio storico e culturale nelle zone di conflitto (ALIPH – Alleanza internazionale per la protezione delle zone di conflitto).
La ministra francese ha dichiarato che la Francia ha acquisito un database di foto satellitari del patrimonio culturale nel Nagorno Karabakh e ha presentato una richiesta ufficiale all’UNESCO affinché possa ottenere il permesso di visitare fisicamente i territori del Nagorno Karabakh e registrare tutti i valori storici e culturali che sono armeni da identificare.

(26) CROCE ROSSA – Dal 19 settembre, i dipendenti del Comitato Internazionale della Crice Rossa (CICR) hanno finora aiutato a trasportare 220 resti dall’Artsakh all’Armenia, comprese le vittime dell’esplosione nel deposito di carburante.

(25) AIUTI AGLI SFOLLATI – Il sostegno per l’affitto e le bollette è stato pagato a 41.611 persone sfollate con la forza dall’Artsakh. Va ricordato che alle persone sfollate con la forza dal Nagorno-Karabakh viene fornito un sostegno sociale di sei mesi: 40.000 dram per vivere in alloggi temporanei e 10.000 dram per pagare le bollette.

(25) AUTORITA’ ARMENE RAPITE – Il Lemkin Genocide Prevention Institute discuterà la questione del ritorno delle figure istituzionali rapite dell’Artsakh. La direttrice esecutiva dell’Istituto per la prevenzione del genocidio Lemkin, Eliza von Yoden-Forge, rispondendo alle lettere allarmanti del deputato armeno Taguhi Tovmasyan sui rapimenti illegali dei nostri compatrioti, leader militari e politici e civili da parte dell’amministrazione dittatoriale dell’Azerbaigian, ha espresso la sua solidarietà riguardo al loro ritorno anticipato.

(25) CONSIGLIO EUROPEO – Anche la situazione nel Caucaso meridionale verrà discussa nella sessione del Consiglio europeo di domani 26 ottobre. Charles Michel ha sottolineato che si affronteranno anche altri temi legati alla politica estera, tra cui i rapporti tra Pristina e Belgrado, la situazione nel Sahel e nel Caucaso meridionale. Nelle sue comunicazioni odierne al Senato la presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha dichiarato che “al Consiglio Europeo parleremo, dunque, anche di quanto sta accadendo nel Caucaso, delle tensioni crescenti tra Azerbaigian e Armenia, dell’esodo di decine di migliaia di cittadini di origine armena dal Nagorno-Karabakh, del rischio che si apra un nuovo fronte di destabilizzazione. E anche questo fronte richiama la comunità internazionale e l’Europa, in particolare, ad un’azione più incisiva per evitare un’escalation“. 

(25) SALTA VERTICE – Un vertice tra Pashinyan e Aliyev era stato ipotizzato per fine ottobre a Bruxelles su iniziativa del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Ma l’incontro non ci sarà. Inizialmente si era detto che non vi erano i tempi tecnici per l’organizzazione ma è poi emerso che il rifiuto del presidente azero a incontrare il premier armeno è all’origine del fallimento del vertice. Il ministro degli Esteri armeno, Mirzoyabn, ha sarcasticamente dichiarato: “Penso che Aliyev non abbia trovato il tempo“. Intanto, il portavoce del Cremlino, Peskov, dichiara che Mosca continua a impegnarsi con Baku e Yerevan per aiutarle a risolvere il conflitto, ma non sono stati ancora compiuti progressi significativi. “Non c’è ancora un’intesa reciproca esatta. Continuiamo i nostri contatti“, ha detto Peskov, rispondendo alla domanda se ci siano progressi nella proposta russa di utilizzare Mosca come piattaforma per la preparazione di un piano di pace.

(24) PRIGIONIERI ARMENI – Il 20 ottobre, i dipendenti del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) hanno incontrato gli armeni catturati dall’Azerbaigian (compresi gli ex presidenti della repubblica di Artsakh Arkadi Ghukasyan, Bako Sahakyan, Arayik Harutyunyan, l’ex ministro di Stato Ruben Vardanyan, l’ex ministro degli Esteri Davit Babayan, l’ex comandante dell’esercito di difesa Levon Mnatsakanyan, l’ex portavoce di NA Davit Ishkhanyan) secondo quanto hanno riferito i mass media azeri. Secondo la fonte, i dipendenti del CICR hanno creato le condizioni affinché potessero comunicare con le loro famiglie. “Conformemente al suo mandato, il CICR valuta le condizioni di detenzione e di trattamento dei detenuti. Il CICR crea anche le condizioni per ripristinare o mantenere i contatti con le loro famiglie. Secondo le procedure del CICR, le osservazioni e le raccomandazioni riguardanti i detenuti vengono discusse solo dalla parte detentrice“, si legge nella nota.

(24) FERITI DALL’ARTSAKH – 150 persone sfollate con la forza dall’Artsakh sono ancora in cura in diversi ospedali dell’Armenia. Le condizioni di 24 di loro sono valutate gravi, mentre le condizioni di 11 sono estremamente gravi . Lo ha detto il portavoce di Nikol Pashinyan, Nazeli Baghdasaryan, durante un briefing al governo. 42.000 cittadini sfollati con la forza dall’Artsakh sono registrati nei centri di assistenza sanitaria di base. 333 di loro sono donne incinte. Durante questo periodo sono state registrate nuove nascite in 88 famiglie sfollate dall’Artsakh.

(24) PROSESEGUE PROCESSO A KHACHATRYAN – A Baku è iniziata una nuova udienza in tribunale sul caso Vagif Khachatryan, rapito illegalmente dagli azeri dal ponte Hakari alla fine di luglio. Il 70enne residente ad Artsakh nega le accuse presentate da Baku, che si riferiscono al presunto “genocidio”. I parenti dell’anziano affermano inoltre che era un autista normale, non ha partecipato ad alcuna operazione militare durante quel periodo, non ha ricoperto una posizione militare e non ha partecipato in alcun modo agli eventi descritti nello stato. accusa. Vagif Khachatryan – vittima probabilmente di uno scambio di persona – è stato rapito e portato a Baku in estate mentre stava cercando di venire in Armenia per un intervento chirurgico urgente al cuore attraverso il checkpoint azero di Hakari. Poche ore dopo il suo arresto, Baku ha annunciato che lo stavano cercando da molto tempo e lo ha addirittura dichiarato ricercato a livello internazionale (ipotesi smentita dalla Criminalpol). Finora non è chiaro quanti anni di reclusione il pubblico ministero richiederà per l’anziano ma è scontata la sua condanna al termine di un processo che altro non è se non una farsa.

(24) BAKU VUOLE UN RISARCIMENTO – In Azerbaigian si moltiplicano le voci (sempre ben pilotate dal governo) secondo cui “l’Armenia dovrebbe pagare un risarcimento all’Azerbaigian”. Anche un deputato, Jeyhun Mammadov, ha espresso questa idea nella sessione odierna della legislatura azera. Il deputato ha sostenuto che “l’Armenia dovrebbe pagare un risarcimento all’Azerbaigian per la distruzione dell’intera infrastruttura e la distruzione del patrimonio culturale in un’area di 10.000 chilometri”. Girano anche nei social network e nei mass media azeri presunte informazioni per coloro che vogliono reinsediarsi, indipendentemente dal luogo di registrazione, a Stepanakert, la capitale del Nagorno Karabakh occupato dall’Azerbaigian. Ma per ora, queste notizie sono (debolmente) respinte a livello ufficiale anche se pochi giorni fa è stata annunciata la volontà di insediare 140.000 azeri nella regione occupata.

(24) DETTAGLI SU ACCORDO FRANCO ARMENO – L’Armenia deve essere in grado di proteggere se stessa e la sua popolazione: lo ha scritto il ministro delle Forze armate francese Sébastien Lecornu nel suo microblog X esprimendo soddisfazione per i progressi compiuti nelle tre direzioni della cooperazione in materia di difesa con il ministro della Difesa della’Armenia Suren Papikyan. Lecornu ha indicato le priorità dell’azione: 1) Sostegno all’esercito armeno nella sua trasformazione (apertura nel gennaio 2023 di una missione di difesa, invio di un ufficiale francese come consigliere militare presso il Ministero della Difesa armeno, numerose visite e incontri di lavoro), 2) Formazione (collaborazione con scuole di formazione per ufficiali e sottufficiali, addestramento da parte di reparti di addestramento operativo, in particolare nei settori del combattimento in montagna e del tiro di precisione), 3) Rafforzamento della difesa terra-aria (firma di un contratto per l’acquisizione di 3 radar GM200 e di una lettera di intenti sulla difesa aerea, firma di una lettera di intenti per l’acquisizione del missile Mistral, prossimo audit della difesa terra-aria armena) 

(23) ACCORDO CON LA FRANCIA PER LA DIFESA – La Francia fornirà all’Armenia sistemi di difesa aerea e radar in un accordo annunciato ieri dal ministro delle Forze armate francesi, Sébastien Lecornu al termine della visita a Parigi del collega armeno Suren Papikyan. La Francia ha finalizzato la vendita di tre radar Thales Ground Master 200 (GM200) e ha firmato un memorandum d’intesa per il sistema di difesa aerea a corto raggio Mistral francese all’Armenia. La Francia si è inoltre impegnata a fornire formazione alle forze di difesa di terra e a sostenere gli sforzi di modernizzazione militare dell’Armenia. Questi sistemi radar e di difesa aerea sono cruciali per contrastare i droni come quelli utilizzati dall’Azerbaigian durante la guerra dell’Artsakh del 2020. Il GM 200 è un apparato che funziona per la sorveglianza aerea o come sensore per un sistema di difesa aerea. E’ trasportabile su strada, ferrovia, aereo tattico (tipo C-130) o elicottero; può essere configurato in 15 minuti e gestito in remoto o localmente. Pesa complessivamente circa dieci tonnellate. Ha una raggio di sorveglianza di 250 chilometri. Questo radar può tracciare il fuoco di artiglieria, mortai e missili, nonché definire il punto di lancio e il luogo esatto dell’impatto, ed eseguire funzioni standard di difesa aerea contro i missili balistici e da crociera. Oltre alla Francia è in uso a Moldavia, Olanda, Norvegia e Ucraina. Ogni pezzo ha un costo di 14,5 milioni di euro.

(23) POSIZIONE RUSSIA – Mosca è pronta a contribuire concretamente al processo di demarcazione del confine tra Azerbaigian e Armenia. Lo ha riferito ai giornalisti il ​​ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, dopo i risultati della riunione ministeriale “3+3” sul Caucaso meridionale. “È ben noto a tutti gli esperti che tutto il necessario per discutere e concordare la demarcazione [del confine tra Armenia e Azerbaigian], comprese, innanzitutto, le mappe lasciate dall’epoca sovietica, sono nelle mani della Federazione Russa. I partner lo capiscono. Non stiamo cercando di farne un grosso problema. Lasciamo che tentino la fortuna a Bruxelles, ma noi siamo sempre pronti a contribuire davvero ad avviare una vera demarcazione dei confini“, ha detto il capo del dipartimento diplomatico russo. Lavrov ha detto anche che il conflitto tra Azerbaigian e Armenia è stato, nel complesso, risolto e ora le parti devono solo compiere ulteriori passi concreti per regolamentare pienamente le relazioni.

(23) DICHIARAZIONI DOPO VERTICE – LAVROV (FR) ha annunciato che il prossimo incontro dei ministri degli Esteri nel formato “3+3” si svolgerà in Turchia nella prima metà del 2024. FIDAN (TUR): “La strada verso la pace e la stabilità regionale passa attraverso la conclusione di un trattato di pace globale tra Azerbaigian e Armenia“. Il ministro ha osservato che la Turchia sostiene la soluzione dei problemi regionali attraverso il dialogo. “La Turchia è sostenitrice della soluzione dei problemi regionali attraverso il dialogo per garantire una pace stabile nella regione“, ha affermato Fidan, sottolineando l’importanza della piattaforma 3+3 per mostrare alla comunità internazionale la capacità dei paesi della regione di “risolvere” i propri problemi. i problemi. A suo parere, “è incoraggiante che gli ostacoli all’instaurazione di cooperazione e amicizia nella regione siano stati eliminati“. ABDOLLAHIAN (IR): “L’incontro dei ministri degli Esteri a Teheran nel formato “3+3” può diventare una pietra miliare sulla strada verso l’instaurazione della pace nel Caucaso meridionale. Ci auguriamo di poter testimoniare la presenza costruttiva ed efficace dell’amica Georgia in questi incontri

(23) VERTICE DI TEHERAN – Presso il Ministero degli Affari Esteri iraniano si è svolto l’incontro dei ministri degli Esteri nel formato “3+3”, proposto da Teheran nei giorni scorsi. La riunione dei ministri degli Esteri è dedicata alla trasformazione del Caucaso: ad essa hanno partecipato i ministri degli Esteri di Iran, Russia, Turchia, Azerbaigian e Armenia. L’incontro si svolge all’insegna del motto “Nuovo mondo, cooperazione e progresso nel Caucaso meridionale”. Tenendo conto dei cambiamenti avvenuti nella regione, l’incontro nel formato 3+3 ha discusso le sfide del Caucaso meridionale e le modalità di sviluppo della cooperazione regionale (politica, economica, sicurezza, transito, energia, ecc.), così come così come le questioni di pace e i colloqui tra Azerbaigian e Armenia. La Georgia, tuttavia, ha ufficialmente rifiutato di partecipare all’incontro in questo formato.

(22) FRANCIA E ARMENIA – Su invito del Ministro delle Forze Armate francesi Sebastien Lecorne, il Ministro della Difesa dell’Armenia, Suren Papikyan, è partito oggi per la Repubblica Francese in visita di lavoro. Qualche giorno fa il ministro della Difesa francese aveva annunciato in una conversazione con un giornale francese che l’Armenia e la Francia firmeranno un contratto per forniture militari.

(22) COLLOQUI A TEHERAN – Il 23 ottobre il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Armenia, Ararat Mirzoyan, parteciperà all’incontro della piattaforma di consultazione regionale (“3+3”) a Teheran su invito della parte iraniana. Anche Azerbaigian e Federazione Russa hanno aderito all’invito iraniano. Al vertice dovrebbe essere presente anche il ministro della Georgia.

(21) SFOLLATI – Il viceministro dell’Amministrazione territoriale e delle infrastrutture della RA, Vache Terteryan, presentando lo stato di avanzamento dei programmi di sostegno attuati dal Centro umanitario del governo per gli sfollati con la forza. “Oggi abbiamo circa 55mila e più persone che sono state indirizzate ai centri di accoglienza dai nostri sistemi, e più di 25mila persone che hanno trovato di propria iniziativa il loro luogo di residenza temporanea. Voglio sottolineare che sono tutti sotto la nostra attenzione e cura, e tutti i responsabili amministrativi stanno lavorando in questa direzione” ha dichiarato. Terteryan ha informato che negli ultimi giorni un numero crescente (da 300 a 500 al giorno) di persone si trasferisce dagli alberghi in altri luoghi di residenza e ha ricordato che alle amministrazioni regionali sono stati forniti contributi di emergenza per due miliardi e 260 milioni di dram (circa 5,3 milioni di euro).

(21) RICERCA SUPERSTITI – Il Comitato Internazionale della Croce Rossa informa che sono ancora in corso le ricerche di eventuali cittadini dell’Artsakh rimasti nella repubblica. Gli operatori girano ancora, a un mese di distanza dall’attacco azero, per i centri cittadini e i paesi di montagna, alla ricerca di segni di vita e di chiunque abbia bisogno di aiuto.Un piccolo numero di persone continua a restare nelle proprie case, alcuni per scelta, altri per non poter partire da soli. Viene fornito loro cibo e assistenza medica, vengono anche aiutati a stabilire contatti con i parenti o creare un’opportunità per trasferirsi in Armenia.

(21) NAZIONI UNITE – Nel dibattito aperto del Consiglio di Sicurezza dell’ONU in occasione della sessione dedicta a “La pace attraverso il dialogo: il contributo degli accordi regionali, subregionali e bilaterali alla prevenzione e alla risoluzione pacifica delle controversie” ha preso la parola l’ambasciatore dell’Armenia, Mher Margaryan, che ha dichiarato che l’Azerbaigian ha approfittato della situazione incerta per risolvere il conflitto del Nagorno Karabakh con mezzi coercitivi e ha anche ricordato il blocco del corridoio Lachin da parte dell’Azerbaigian, con il quale Baku ha violato non solo i suoi obblighi internazionali, ma anche le decisioni della Corte internazionale di giustizia.

(21) INCIDENTI DAVANTI A RAPPRESENTANZA – Le autorità della Repubblica dell’Artsakh condannano quanto accaduto il 20 ottobre presso l’ufficio di rappresentanza permanente dell’Artsakh nella Repubblica d’Armenia, quando un gruppo di persone con manifestazioni di violenza e insulti, violando l’ordine pubblico, ha creato un clima non costruttivo durante il raduno di cittadini nel cortile della rappresentanza, cercando di provocare disordini di massa. Il quartier generale dell’informazione dell’Artsakh ha rilasciato una dichiarazione al riguardo.”Fin dall’inizio il presidente Samvel Shahramanyan si è dimostrato pronto ad ascoltare i cittadini, dando chiarimenti sulle questioni che più possibile li preoccupano. Nonostante tutti gli ostacoli creati artificialmente, il presidente Shahramanyan ha accettato la parte attiva dell’incontro e ha fornito chiarimenti sulla situazione politico-militare creatasi attorno alla Repubblica dell’Artsakh dal 19 al 20 settembre di quest’anno.Durante l’incontro i cittadini hanno sollevato una serie di problemi sociali, tra cui la mancanza di alloggi in Armenia. Samvel Shahramanyan ha osservato che il governo dell’Artsakh continuerà a fare l’inventario di tutte le questioni simili e a sottoporle al governo della Repubblica d’Armenia, perché, come abbiamo già annunciato, il centro umanitario del governo della Repubblica d’Armenia coordina il lavoro sulla salute , istruzione, sostegno sociale e altre questioni simili dei cittadini sfollati con la forza dall’Artsakh Per ottenere chiarimenti su tutte le questioni, è possibile chiamare la hotline attiva 24 ore su 24 del Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali della RA al numero 114, oppure contattare l’ufficio territoriale (provinciale ) centri del Servizio Sociale Unificato).Le autorità della Repubblica dell’Artsakh chiedono perdono a quei giornalisti e cittadini il cui lavoro è stato ostacolato nelle condizioni di disordini e che non hanno potuto rivolgere le loro domande ai rappresentanti del governo nella situazione attuale.Allo stesso tempo, richiamiamo l’attenzione delle forze dell’ordine della Repubblica di Armenia su quanto accaduto, invitando ad escludere ulteriori manifestazioni di violenza e disordini di massa.”

(20) NUMERO SFOLLATI – Armen Ghazaryan, capo del Servizio Migrazione e Cittadinanza del Ministero degli Affari Interni, e Nazeli Baghdasaryan, addetto stampa del Primo Ministro, del “Centro Umanitario” del governo hanno presentato i piani del governo dell’Armenia volti a risolvere i problemi umanitari delle persone sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh. Sono state contate e identificate 101.848 persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh (Artsakh).

(20) SFOLLATI RUSSI – L’Ambasciata russa in Armenia ha sostenuto le famiglie della comunità russa sfollate con la forza dall’Artsakh. Si tratta di 50 famiglie. I dipendenti dell’ambasciata e i loro familiari hanno acquistato con i loro fondi personali coperte, cuscini, biancheria da letto, utensili da cucina e altri oggetti necessari e li hanno donati alla comunità russa. L’ambasciata fornisce anche assistenza consolare. i problemi relativi ai documenti e altre questioni vengono risolti rapidamente.

(20) RAPPORTO SU TORTURE – Si registrano fatti di tortura e barbarie compiuti dai militari azeri durante l’aggressione contro il Nagorno Karabakh del 19-20 settembre. Lo ha detto oggi Arman Tatoyan, direttore della Fondazione Legge e Giustizia “Tatoyan”, in un incontro con i giornalisti. “Ora le autorità dell’Azerbaigian approfittano del fatto che la popolazione era nel panico, i telefoni che potevano essere utilizzati per scattare foto di ciò che stava accadendo non potevano essere caricati e affermano che non ci sono stati crimini. Attualmente stiamo preparando un ulteriore rapporto, ci sono molte prove di crimini, torture, barbarie. È troppo presto per parlare del numero e dell’entità dei crimini, ma i fatti ci sono e li stiamo raccogliendo“, ha detto Tatoyan.

(20) MODALITA’ ATTACCO AZERO – L’ex ombudsman dell’Armenia, Arman Tatoyan, in un incontro con i giornalisti ha illustrato la dinamica dell’attacco azero del 19 settembre. Ha detto che le  autorità dell’Azerbaigian si sono preparate dettagliatamente all’aggressione contro il Nagorno Karabakh. Uno degli obiettivi dell’attacco era separare le aree popolate dell’Artsakh: Martakert, Askeran, Martuni e Stepanakert. Allo stesso tempo, la popolazione civile veniva continuamente bombardata. Inoltre, per aumentare il panico tra la popolazione, è stato interrotto il collegamento tra l’esercito e gli insediamenti. In molti casi, la popolazione non sapeva cosa stesse accadendo e le persone sono fuggite precipitosamente dalle proprie abitazioni. L’attacco è iniziato nel pomeriggio, quando bambini e studenti erano in classe, le famiglie erano separate, i genitori non sapevano dove fossero i loro figli. Anche questo è stato un atto deliberato per causare ulteriori sofferenze e aumentare lo stato di caos, ha sottolineato Tatoyan, mostrando quanto sopra menzionato sulla mappa. “L’attacco a Martakert è avvenuto da quattro lati. Le strade e le comunicazioni sono state interrotte“, ha elencato Tatoyan. Le mappe mostrano chiaramente il movimento delle forze azere e le rotte di movimento della popolazione armena in fuga. Tatoyan ha definito le assicurazioni di Baku sulla “migrazione volontaria” degli armeni dell’Artsakh come il massimo del cinismo. “Se qualcuno non è riuscito a scappare, è stato ucciso o catturato, ci sono casi di uccisione di civili a Getavan“, ha sottolineato Tatoyan. Secondo lui, la popolazione aveva da mezz’ora a un’ora per fuggire, e il quadro generale mostra che le truppe azere hanno semplicemente spinto la popolazione in un angolo e “sono uscite” dall’area. “Di che tipo di uscita volontaria possiamo parlare in tali condizioni?”, ha domandato Tatoyan. La situazione era simile a Martuni e Askeran.
“Tutti ricordano le terribili immagini della folla di rifugiati all’aeroporto”, ricorda Tatoyan. Nel villaggio di Sarnaghbyur, in questa regione, sono stati uccisi 5 civili, tre dei quali erano bambini, due dei quali appartenenti alla stessa famiglia. I bambini sono stati uccisi a scuola, ha sottolineato Tatoyan.
“L’isolamento di Stepanakert era di importanza strategica per recidere il collegamento con altre regioni, in modo che le autorità dell’Artsakh venissero private dell’opportunità di gestirsi e difendersi”, ha detto Tatoyan. Gli azeri sono riusciti a entrare in una zona remota della capitale dell’Artsakh, motivo per cui sono state segnalate sparatorie a Stepanakert. I residenti del distretto di Krkzhan non sono riusciti a raggiungere le loro case nel pomeriggio del 19 ottobre e sono dovuti tornare al centro. Gli azeri hanno anche preso il controllo della stazione di filtraggio. “Ci hanno portato i campioni di quest’acqua “potabile”. Guarda com’è torbida l’acqua. Ciò dimostra anche l’attività criminale degli azeri. Questo è esattamente quello che fanno quando diventano aggressivi, cercano di privare la popolazione dell’acqua. Uno degli obiettivi è causare quanti più danni possibili e provocare il panico”, ha osservato Tatoyan. Secondo lui, gli azeri hanno chiuso tutte le uscite di Stepanakert in modo che nessuno potesse uscire. Ha citato il caso in cui, il 19, un nonno con due generi, non sapendo della situazione, è andato fuori città per andare a prendere suo nipote. Gli azeri hanno sparato alla macchina. Il vecchio è morto. “E come possiamo parlare di assenza di pulizia etnica in tali condizioni?” Al contrario, sono stati presi di mira oggetti civili, l’incidente con la scuola lo dimostra”, ha detto Tatoyan.

(20) SHAHRAMANYAN INCONTRA I CITTADINI – Il presidente della repubblica di Artsakh jha incontrato il gruppo di cittadini che manifestavano sotto la sede della repubblica a Yerevan per protestare contro la decisione di sospendere il pagamento degli stipendi dei dipendenti delle istituzioni statali dell’Artsakh. Shahramanyan ha dato disponibilità ad ascoltare le esigenze di tutti mettendo anche a disposizione dei locali presso la sede per effettuare una raccolta dati delle istanze presentate. Ha chiesto al pubblico comprensione civile per non mettere in pericolo l’Armenia e il futuro dell’Artsakh.

(20) COLONIZZAZIONE AZERA – Secondo quanto riferito da funzionari del governo azero, l’Azerbaigian è intenzionato a trasferire 140.000 persone entro il 2026 nel Nagorno Karabakh.

(20) AIUTI – L’agenzia “Noi siamo le nostre montagne” di Ruben Vardanyan (attualmente detenuto illegalmente in Azerbaigian) fornirà circa 200 tonnellate di cibo secco a 5000 famiglie sfollate. Secondo i calcoli, potrebbe soddisfare il fabbisogno alimentare di 20 giorni di una famiglia di quattro persone. La distribuzione del cibo sarà effettuata in collaborazione con le istituzioni governative e le organizzazioni di beneficenza coinvolte nella fornitura di assistenza umanitaria alle persone sfollate con la forza. Il cibo del valore di circa 600.000 dollari è stato acquistato con il sostegno dei donatori dell’agenzia “Noi siamo le nostre montagne” e della famiglia di Ruben Vardanyan.

(19) NUOVI NATI – Un totale di 72 bambini sono nati nelle famiglie degli sfollati forzati dell’Artsakh. 37 di loro sono nati a Yerevan e 35 in provincia secondo quanto riferito dal viceministro della Sanità armeno, Armen Nazaryan. Questi ha altresì aggiunto che sono 38.102 gli sfollati registrati nei centri di assistenza sanitaria di base. 167 pazienti ospedalizzati a causa dell’attacco del 19 settembre e dell’esplosione di un deposito di carburante nell’Artsakh rimangono ricoverati in ospedale in Armenia; 26 di loro sono in gravi condizioni e 10 in condizioni critiche. 19 pazienti dell’Artsakh continuano le cure all’estero

(19) TORTURE E MUTILAZIONI SUGLI ARMENI – I cadaveri di molti residenti del Nagorno Karabakh trovati e trasportati in Armenia dopo un’altra aggressione su larga scala scatenata dall’Azerbaigian contro il Nagorno Karabakh (Artsakh) il 19 settembre presentano segni di tortura e mutilazione. Lo ha detto il difensore dei diritti umani della repubblica di Armenia, Anahit Manasyan, in un briefing con i giornalisti. E’ stato redatto un rapporto trasmesso agli organismi competenti.

(19) SFOLLATI – Più di 3.000 persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh hanno lasciato l’Armenia. Lo ha annunciato il primo ministro Nikol Pashinyan durante l’odierna sessione governativa. “Ad oggi, più di 3.000 persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh hanno lasciato la Repubblica di Armenia. Non voglio trarre conclusioni relative a questo argomento. Forse molti di loro vanno a trovare i parenti, per passare un po’ di tempo. Spero che trasmetteremo questo messaggio in modo molto chiaro e invito anche i nostri fratelli e sorelle sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh ad avere la priorità di rimanere nella Repubblica di Armenia. Facciamo di tutto per sostenerli. Nel caso in cui non ci fosse di fatto il desiderio e l’opportunità di tornare nel Nagorno-Karabakh, la nostra politica è di fare tutto affinché rimangano nella Repubblica di Armenia“, ha sottolineato Pashinyan. Il Primo Ministro ha nuovamente invitato gli sfollati del Nagorno-Karabakh a non considerare l’emigrazione dalla Repubblica d’Armenia come un piano di azioni future. “Abbiamo stanziato più di 100 milioni di dollari, faremo vari programmi“, ha detto Pashinyan.

(19) AMBASCIATORE FRANCIA – L’ambasciatore francese in Armenia Olivier Decotigny ha ispezionato il confine con la missione dell’Unione europea a Jermuk. “Ho registrato la persistente occupazione di intere parti del territorio armeno da parte dell’Azerbaigian“, ha scritto l’ambasciatore francese in X.

(19) DIPLOMI E CERTIFICATI – Il Ministero dell’Istruzione, della Cultura, dello Sport e della Scienza dell’Armenia informa che i cittadini dell’Artsakh possono ripristinare i propri diplomi e certificati di laurea se non hanno avuto la possibilità di portarli con sé. La richiesta può essere fatta direttamente al ministero in Armenia oppure via mail.

(19) FORZA DI PACE RUSSA – Il contingente russo di mantenimento della pace continua a svolgere compiti nel territorio del Karabakh come informa il ministerod ella Difesa di Mosca. “Viene mantenuta la cooperazione continua con Baku volta a prevenire spargimenti di sangue, garantire la sicurezza e osservare le norme del diritto umanitario nei confronti della popolazione civile. Nella zona di responsabilità delle truppe russe di mantenimento della pace non sono state registrate violazioni del regime di cessate il fuoco. In generale, dal 19 settembre 2023, otto posti di osservazione e 16 posti di osservazione temporanei delle forze di pace russe sono stati chiusi lungo l’ex linea di contatto delle parti nelle regioni di Askeran, Martakert, Martun e Shushi. Per garantire la sicurezza stradale, lungo le strade sono stati installati 14 posti di blocco, di cui 8 in collaborazione con la parte azera.- Con la partecipazione delle forze di pace russe, continuano i lavori per ripristinare la fornitura di elettricità e gas agli insediamenti del Karabakh“, si legge nel bollettino del Ministero della Difesa della Federazione Russa.

(18) PRIGIONIERI ARMENI – Il difensore civico azerbaigiano Sabina Aliyeva assicura che gli ex funzionari del Nagorno-Karabakh nelle carceri di Baku “non hanno lamentele riguardo alle condizioni della loro detenzione“. “Nell’ambito del mio mandato svolgo molto spesso ispezioni negli istituti penitenziari, ho incontrato anche queste persone durante quelle visite. Non hanno lamentele riguardo alle condizioni di detenzione, è stato loro dato immediatamente il diritto di contattare le loro famiglie, hanno utilizzato questo diritto. Sono stati forniti anche i servizi di un avvocato“. Aliyeva ha anche ricordato che “alcuni di loro hanno chiesto occhiali e libri nella loro lingua madre” e che “gli sono stati forniti“.

(18) DICHIARAZIONE CONSIGLIO D’EUROPA – Nella odierna riunione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa l’Unione Europea ha affrontato la situazione nel Caucaso meridionale e ha rilasciato una dichiarazione riguardo all’Armenia e all’Azerbaigian. La dichiarazione dice:
L’Unione europea continua a seguire con preoccupazione la situazione estremamente difficile creatasi dopo l’emigrazione di massa degli armeni del Karabakh a seguito delle operazioni militari dell’Azerbaigian del 19 e 20 settembre e del blocco del corridoio Lachin durato nove mesi. Quasi tutta la popolazione del Nagorno Karabakh, più di 100.600 persone, ha trovato rifugio in Armenia.È necessario garantire un’assistenza umanitaria continua e senza ostacoli a coloro che sono ancora nel bisogno in Karabakh, così come a coloro che se ne sono andati. La settimana scorsa, la Commissione europea ha annunciato un ulteriore pacchetto di aiuti umanitari di 10,45 milioni di euro, in aggiunta ai 20,8 milioni di euro già forniti dal 2020.L’Azerbaigian dovrebbe garantire i diritti umani, le libertà fondamentali e la sicurezza degli armeni del Karabakh, compreso il diritto di vivere con dignità nelle proprie case senza intimidazioni o discriminazioni, nonché creare le condizioni per il ritorno volontario, sicuro, dignitoso e sostenibile dei rifugiati e degli sfollati al Nagorno Karabakh, nel rispetto della loro storia, cultura e diritti umani. Inoltre, il patrimonio culturale e i diritti di proprietà della popolazione locale devono essere efficacemente protetti e garantiti.A questo proposito, ricordiamo che l’Azerbaigian deve attuare le misure provvisorie specificate dalla Corte europea dei diritti dell’uomo il 22 settembre, ovvero astenersi dall’adottare misure che potrebbero portare agli obblighi previsti dalla Convenzione, in particolare dall’articolo 2 ( diritto alla vita) e violazioni dell’articolo 3 (divieto di tortura e di trattamenti o pene inumani o degradanti).Abbiamo preso atto delle dichiarazioni pubbliche del presidente Aliyev sulla sua disponibilità a convivere pacificamente con gli armeni del Karabakh e a preservare i loro diritti. L’Azerbaigian ha una chiara responsabilità primaria per il destino della popolazione. Occorre fornire garanzie tangibili, concrete e trasparenti. Come importante misura di rafforzamento della fiducia, ci aspettiamo un’amnistia globale per tutti gli armeni del Karabakh, compresi i loro rappresentanti, e una moderazione da parte di tutte le parti sulla dura retorica.L’accesso internazionale al Karabakh è fondamentale quando si tratta di fornire gli aiuti tanto necessari e garantire un monitoraggio indipendente della situazione sul campo. L’Unione europea ha preso atto delle ultime due visite delle Nazioni Unite. Apprezziamo il lavoro del Rappresentante Speciale del Segretario Generale per la Migrazione e i Rifugiati, che sta fornendo sostegno e assistenza alle autorità armene nella gestione di questo esodo di massa verso il suo territorio. Attendiamo con ansia la missione conoscitiva del Consiglio d’Europa, guidata dal Commissario per i diritti umani, Dunja Mijatović, e le sue ulteriori raccomandazioni.L’UE riafferma il suo sostegno alla sovranità, all’inviolabilità dei confini e all’integrità territoriale sia dell’Azerbaigian che dell’Armenia. Chiediamo all’Azerbaigian di riaffermare il suo impegno inequivocabile per l’integrità territoriale dell’Armenia in conformità con la Convenzione del 1991 Dichiarazione di Almaty.L’UE resta impegnata a promuovere il dialogo tra le due parti per garantire una pace globale e sostenibile a beneficio di tutte le popolazioni della regione.”

(18) UNIONE EUROPEA – La prossima settimana i ministri degli Esteri dell’UE discuteranno la questione della soluzione delle relazioni armeno-azerbaigiane. Lo riferisce il servizio stampa del Consiglio Ue.Secondo il rapporto, la sessione del Consiglio dei ministri degli Esteri, presieduta dal capo del dipartimento diplomatico dell’UE, Josep Borel, è prevista per il 23 ottobre a Lussemburgo.

(18) PARLAMENTO OLANDA – A seguito delle recenti discussioni sulla situazione nel Nagorno-Karabakh, il parlamento olandese ha adottato a maggioranza di voti due proposte: una sul sostegno militare all’Armenia e l’altra sulla pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh. Nell’offerta di assistenza militare si menziona che l’Azerbaigian ha annunciato ulteriori piani per attaccare l’Armenia dopo la situazione nel Nagorno-Karabakh. I parlamentari hanno chiesto al governo di invitare gli altri Stati membri dell’Unione europea a rispondere positivamente alla possibile richiesta di sostegno militare dell’Armenia.Il Parlamento, tenendo conto della definizione di pulizia etnica data dall’Onu, nella seconda proposta chiede al governo di decidere anche se si riferisce alla deportazione degli armeni dal Nagorno Karabakh dopo oltre 9 mesi di assedio e all’attacco all’enclave.

(18) REAZIONE RUSSA – Mosca considera piuttosto provocatorio il discorso del primo ministro russo Nikol Pashinyan al Parlamento europeo il 17 ottobre. Come scrive la TASS, lo ha detto una fonte di alto rango a Mosca la quale ha anche aggiunto che il primo ministro armeno “sta facendo grandi passi sulla strada del presidente ucraino Volodymyr Zelensky“. “Consideriamo il discorso del primo ministro armeno Nikol Pashinyan al Parlamento europeo il 17 ottobre del tutto irresponsabile e provocatorio, soprattutto in relazione alla Russia e alle relazioni armeno-russe. Vediamo come stanno cercando di trasformare l’Armenia nella terza Ucraina, se consideriamo la Moldova come la seconda Ucraina, e Pashinyan sta seguendo il percorso di Vladimir Zelenskyj a passi di sette miglia“, ha detto la fonte.

(17) AIUTI AI BAMBINI SFOLLATI – l governo della Repubblica Armena ha fornito 100.000 dram (circa € 240) a ciascuno dei circa 14.600 bambini sfollati con la forza dall’Artsakh. Lo ha detto il ministro del Lavoro e degli affari sociali della RA, Narek Mkrtchyan, durante la conferenza stampa tenutasi nel centro umanitario.”Per i minorenni è stata lanciata una piattaforma separata, dove la madre del bambino doveva inserire i dati, dopodiché il denaro veniva trasferito. Sono già state presentate domande per 27.300 bambini su 30.000. La settimana scorsa ne abbiamo pagati 14.593. Altre richieste sono in fase di elaborazione“, ha detto Mkrtchyan. Egli ha sottolineato che anche più di 80.000 cittadini hanno ricevuto 100.000 dram. Il ministro ha anche fatto riferimento al programma in base al quale gli sfollati del Nagorno-Karabakh ricevono anche 50.000 dram di assistenza mensile per l’affitto degli appartamenti e il risarcimento dei servizi pubblici.”Da novembre i nostri connazionali che hanno appartamenti propri in Armenia riceveranno 10.000 dram per compensare i costi delle utenze“, ha detto il ministro. Mkrtchyan ha aggiunto che 200 anziani sfollati dal Nagorno-Karabakh sono attualmente nei centri di custodia del ministero. 

(17) PROCESSO A KHACHATRYAN – Oggi a Baku si è tenuta la seconda udienza nel processo che vede imputato il cittadino dell’Artsakh Vagif Khachatryan, rapito dagli azeri tre mesi fa mentre si stava recando in Armenia con la Corce Rossa. Il 68enne si è dichiarato non colpevole. L’uomo ha dichiarato di non aver partecipato a “crimini” contro gli azeri. “Gli azeri che vivevano lì mi erano vicini, li conoscevo tutti. Non ho preso parte ad alcuna azione durante il combattimento“, ha detto.

(17) PASHINYAN A STRASBURGO – Il Primo ministro armeno Nikol Pashinyan è in visita a Strasburgo. Nella sede del parlamento europeo ha tenuto un discorso. In giornata ha discusso con il Segretario Generale del Consiglio d’Europa, Maria Pejcinovich Burich, la situazione umanitaria creata dall’Azerbaigian nell’Artsakh come risultato della politica di pulizia etnica.Pashinyan ha avuto anche un briefing congiunto con la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metzola, alla quale ha detto che sarà necessario un ulteriore sostegno di bilancio per gli sfollati del Nagorno Karabakh. In precedenza, la presidente Metzola nell’introdurre Pashinyan al parlamento europeo ha detto: “Ospitarvi a Strasburgo significa che noi siamo leali all’Armenia e voi siete leali alla famiglia europea. Il vicinato europeo è oggi più instabile e insicuro che mai. Guerra, conflitto e instabilità: questa è la realtà che ci circonda.Vi assicuro che l’Armenia è per noi un partner importante nel quadro del partenariato orientale dell’UE. Esprimiamo il nostro sostegno incondizionato all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Armenia, all’inviolabilità dei confini

(16) FORZA DI PACE RUSSA – Le truppe russe di mantenimento della pace hanno chiuso un altro posto di osservazione nella regione di Askeran. Dal 19 settembre 2023, otto basi e 16 posti di osservazione temporanei delle forze di pace russe sono stati chiusi nelle regioni di Askeran, Shushi, Martun e Martakert. Il comunicato del ministero della Difesa di Mosca recita che “con la partecipazione delle forze di pace russe, continuano i lavori per ripristinare la fornitura di elettricità e gas alle regioni abitate del Nagorno-Karabakh“.

(16) INSEGNANTI DELL’ARTSAKH – In Armenia è stata lanciata una piattaforma di sostegno per gli insegnanti sfollati con la forza dell’Artsakh. Attualmente sono disponibili 1.422 posti vacanti per insegnanti nelle scuole pubbliche. Gli insegnanti sfollati con la forza dal Nagorno-Karabakh riceveranno un bonus del 30% quando inizieranno a lavorare nelle scuole di tutte le regioni della Repubblica e, in alcune regioni, negli istituti scolastici pubblici delle comunità di Syunik, Vayots Dzor, Chambarak e Vardenis della regione di Gegharkunik, Noyemberyan Le comunità di Ijevan e Berd della regione di Tavush, oltre ad un bonus del 30%, avranno anche un assegno mensile di 50.000 dram (circa 120 euro).

(16) BANCA DATI SFOLLATI – Il Governo della Repubblica d’Armenia informa che, tenuto conto del fatto che il censimento della popolazione sfollata con la forza dal Nagorno Karabakh è stato quasi completamente completato, da oggi è stato interrotto l’inserimento diretto dei loro dati personali nella banca dati elettronica. Eventuali ulteriori aggiornamenti potranno essere fatti rivolgendosi direttamente agli uffici amministrativi delle varie regioni o della municipalità di Yerevan,

(16) CONSULTAZIONE DEL PRESIDENTE – Il presidente della repubblica di Artsakh, Samvel Shahramanyan, ha incontrato oggi i rappresentanti delle forze politiche dell’Assemblea nazionale di Stepanakert. La riunione si è tenuta nella sede di rappresentanza in Armenia della repubblica di Artsakh dove ora operano la presidenza della repubblica e gli uffici amministrativi.

(16) COPRIFUOCO A STEPANAKERT – Il presidente dell’Azerbaigian, dopo la sua visita a Stepanakert, ha imposto il coprifuoco nella città. A questo proposito è stato firmato un ordine corrispondente, secondo il quale il maggiore generale della polizia Sardar Safarov è stato nominato ufficiale di pattuglia della città di Stepanakert.

(16) CONSIGLIO D’EUROPA – La commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, visiterà l’Armenia e l’Azerbaigian, nonché il Nagorno-Karabakh, dal 16 al 23 ottobre, concentrandosi sulla situazione dei diritti delle persone colpite dal conflitto. Il commissario incontrerà funzionari governativi, organizzazioni internazionali e rappresentanti della società civile.

(16) STUDENTI DALL’ARTSAKH – A partire da oggi, 667 (su 994) bambini in età scolare sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh saranno ammessi nelle scuole pubbliche della regione di Gegharkunik. 50 dei 390 bambini in età prescolare registrati in Gegharkunik frequentano la scuola materna. Si sta lavorando per ammettere nelle scuole e negli asili tutti i bambini sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh.

(15) HARUTYUNYAN – L’ex presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan, catturato dall’Azerbaigian e trasferito a Baku, ha contattato la sua famiglia secondo quanto riferisce il suo avvocato Alov Afaraliyev.

(15) DIPARTIMENTO DI STATO USA – Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti smentisce la pubblicazione del periodico Politico secondo cui il segretario di Stato Anthony Blinken durante l’incontro con i parlamentari statunitensi aveva avvertito che l’Azerbaigian potrebbe invadere l’Armenia nelle prossime settimane. Il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller ha affermato che le informazioni contenute nell’articolo sono “errate” e “non riflettono ciò che il Segretario di Stato Blinken ha detto ai legislatori”. Ieri era uscita una nota del Dipartimento di Stato che non smentiva nè confermava le parole di Blinken.

(15) ALIYEV A STEPANAKERT – Il presidente dell’Azerbaigian si è recato a Stepanakert dove ha issato la bandiera azera davanti al palazzo presidenziale. Nel tour fotografico sul sito della presiedenza della repubblica si vede anche il dittatore visitare la sede del parlamento. Aliyev è stato ad Askeran, Ivanian e Shushi nella stessa giornata.

(15) APPELLO DEL PAPA – Nel corso dell’Angelus, papa Francesco ha parlato della situazione in Artsakh con particolare riferimento al problema degli sfollati e della tutela del patrimonio religioso armeno: “Vorrei rivolgere anche un particolare appello in favore della protezione dei Monasteri e dei luoghi di culto della regione. Auspico che a partire dalle autorità e da tutti gli abitanti possano essere rispettati e tutelati come parte della cultura locale, espressioni di fede e segno di una fraternità che rende capaci di vivere insieme nelle differenze“.

(15) TRAGICO BILANCIO – A seguito dell’attacco su larga scala dell’Azerbaigian contro l’Artsakh del 19 settembre, si contano più di 200 vittime tra i militari e più di 2 dozzine tra i cittadini. A questo dato si aggiunge quello riguardante l’esplosione del deposito di carburante: Il portavoce del ministero degli Interni dell’Artsakh, Hunan Tadevosyan, ha riferito che ci sono 220 morti accertati a seguito dell’esplosione del deposito di benzina il 25 settembre.Tadevosyan ha sottolineato che circa 150 di loro sono irriconoscibili.”I resti sono stati rimossi dall’area dell’esplosione e trasferiti al Centro di competenza forense di Yerevan per l’autenticazione tramite un test del DNA. Ci sono anche più di 50 persone scomparse.”

(14) DIPARTIMENTO DI STATO USA – A fronte delle notizie riguardanti un colloquio tra il Segretario di Stato Blinken e alcuni legislatori nel corso del quale si sarebbe prospettata la possibilità che l’Azerbaigian a breve attacchi l’Armenia, il Dipartimento di Stato ha rilasciato una nota sottolineando che “gli Stati Uniti continuano a cooperare con i leader dell’Azerbaigian e dell’Armenia ai massimi livelli, lottando per una pace dignitosa e duratura in cui i diritti di tutti siano rispettati. L’uso della forza è inaccettabile e il dialogo diretto è essenziale per la soluzione di questo conflitto di lunga data“. Il Dipartimento di Stato americano ha inoltre osservato che “gli Stati Uniti sostengono gli sforzi del governo armeno per aiutare gli sfollati a trovare rifugio e conforto in Armenia in stretta collaborazione con le organizzazioni umanitarie. Estendiamo la nostra solidarietà agli sfollati, riconoscendo lo shock e il trauma che stanno attraversando e l’incertezza che stanno affrontando“. Il Dipartimento di Stato ha inoltre aggiunto che Baku ha la responsabilità di proteggere i civili e garantire il trattamento umano di tutti, compresi coloro che sospetta siano coinvolti nelle ostilità. “L’Azerbaigian è anche responsabile di garantire che le sue forze [armate] rispettino il diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario, che regola la condotta delle ostilità, la protezione dei civili e il trattamento umanitario dei partecipanti alle ostilità“.

(14) RESIDENTI IN ARTSAKH – Artak Beglaryan, ex ministro dell’Artsakh, riferisce che un massimo di 40 cittadini dell’Artsakh sono rimasti sotto l’occupazione azera. “La popolazione dell’Artsakh ha dovuto affrontare il genocidio compiuto dal regime dittatoriale di Aliyev, oltre il 99,96% è stato sfollato con la forza. Attualmente, un massimo di 40 residenti dell’Artsakh rimangono sotto l’occupazione azera, e alcuni di loro non sono di etnia armena. sono di origine russa“, ha detto Beglaryan.

(13) PUTIN SU NEGOZIATI – Il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha dichiarato di non vedere alcun problema che possa impedire la conclusione di un trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian dopo gli avvenimenti del Nagorno-Karabakh. “Non vedo alcun problema che possa impedire la firma di un trattato di pace adesso, dopo gli eventi del Karabakh. Siamo pronti a sostenere la ripresa dei negoziati di pace nella speranza di concludere un accordo di pace, abbiamo suggerito a tutti i partner di riunirsi a Mosca“, ha detto Putin in una conferenza stampa a Bishkek. Secondo il presidente della Federazione Russa, ci sono questioni puramente tecniche legate alla demarcazione e alla delimitazione.”100 metri in una direzione, un chilometro in un’altra direzione, non sono più importanti. Tutto questo può essere fatto se c’è la buona volontà di entrambe le parti“, ha aggiunto Putin.

(13) SFOLLATI – 80mila 128 persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh sono state ricollocate in 10 regioni dell’Armenia. Per quanto riguarda gli alberghi, in un giorno circa 300 persone sono state trasferite dagli alberghi in appartamenti separati o case private. Attualmente negli alberghi vivono 7782 persone. 56mila persone su 80mila 128 sono state trasferite negli insediamenti con il sostegno del governo armeno.

(13) PROCESSO A RAPITO – Il portavoce del ministro degli Affari esteri armeno Ani Badalyan sottolinea che a Baku è in corso un falso processo contro Vagif Khachatryan, un residente di 68 anni del Nagorno-Karabakh. “Al rapimento illegale, che costituisce una grave violazione del diritto umanitario internazionale, fa ora seguito la pubblicazione di video e foto che mostrano la sofferenza di un civile di 68 anni. Come richiesto da molte organizzazioni e istituzioni internazionali per i diritti umani, i prigionieri di guerra e i civili ancora tenuti in ostaggio a Baku dovrebbero essere rilasciati“, ha scritto Badalyan.

(13) BILANCIO ESPLOSIONE – Sullo sfondo delle operazioni militari di settembre nell’Artsakh, dell’evacuazione delle vittime, dell’evacuazione dei militari e dei civili feriti e dello sfollamento forzato, il 25 settembre la sfortunata esplosione nel deposito di carburante ha trasformato la vita della popolazione dell’Artsakh in un vero inferno. Secondo i dati raccolti dal comitato investigativo e dalla missione d’inchiesta dell’Ufficio per i difensori dei diritti umani, 212 cittadini sono rimasti vittime dell’esplosione. Centinaia di cittadini sono stati trasferiti in strutture sanitarie armene e straniere, alcuni di loro versano in condizioni estremamente gravi.  Fino al 4 ottobre, a seguito delle operazioni di ricerca e salvataggio effettuate in quella zona dai soccorritori dell’Artsakh, alcuni dei corpi evacuati venivano identificati, 150 corpi irriconoscibili si trovano nell’ufficio degli esami medici forensi. L’informazione secondo cui la parte azera avrebbe trasferito i feriti ad Akna (Aghdam) o Shushi dopo l’esplosione non è vera. Secondo testimoni oculari, c’erano più di 500 persone, tra cui donne e bambini, nell’area del deposito di carburante appartenente al Ministero della Difesa, situato sul lato sinistro dell’autostrada Stepanakert-Askeran. Secondo la versione iniziale, l’esplosione e il conseguente incendio sarebbero il risultato del mancato rispetto delle norme di sicurezza.

(13) FORZE DI PACE RUSSE – Le forze di pace della Federazione Russa devono rimanere ufficialmente nel Nagorno-Karabakh fino al novembre 2025, la questione verrà risolta nei negoziati. Lo ha annunciato il presidente russo Vladimir Putin nel corso della conferenza stampa.”Ufficialmente, le nostre forze di pace sono lì fino a novembre 2025 e, naturalmente, in dialogo con i nostri partner, dobbiamo decidere e risolvere la questione di cosa e come faremo in futuro. Lo decideremo durante i negoziati“, ha detto Putin.Il presidente russo ha osservato che quando nel 2020 è stato raggiunto un accordo sulla presenza delle forze di pace russe nel territorio del Nagorno Karabakh, il loro mandato era solo quello di osservare il regime di cessate il fuoco.”Lo status del Karabakh non è stato tuttavia deciso in modo definitivo e quando l’Armenia ha riconosciuto che il Karabakh fa parte dell’Azerbaigian, si è scoperto che le nostre forze di pace si trovano già definitivamente, senza alcun dubbio, nel territorio della Repubblica dell’Azerbaigian, e certo, ora, per dirla senza mezzi termini, dopo i difficili eventi legati allo sfollamento della popolazione armena, la situazione è completamente e radicalmente cambiata“, ha osservato Putin.

(12) DICHIARAZIONI DI LAVROV“Siamo consapevoli del numero di organizzazioni non governative che sono state fondate in Armenia negli ultimi anni. Queste organizzazioni non sono state create per promuovere relazioni amichevoli tra Armenia e la Russia, al contrario. Hanno lo scopo di creare un terreno per i sentimenti anti-russi e di prepararsi a promuovere gli interessi di Stati Uniti, Europa e della NATO. Vediamo questi tentativi, ottengono alcuni risultati, ma siamo profondamente convinti che la stragrande maggioranza del popolo armeno sia interessata a sviluppare legami storicamente fraterni con la Russia.Un paio di giorni fa, Pashinyan ha rilasciato un’intervista in cui ha detto chiaramente che l’Armenia non cambierà i suoi orientamenti. Speriamo che questa posizione prevalga, nonostante i tentativi di portare Yerevan in una direzione diversa.”

(12) BAKU ATTACCA LA FRANCIA – Il Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian ha risposto alle dichiarazioni fatte al Senato dal Ministro dell’Europa e degli Affari Esteri francese, Catherine Colonna, dichiarando che “condannano e respingono risolutamente le accuse infondate contro l’Azerbaigian“. “Le dichiarazioni di Colonna sul ‘reinsediamento pianificato’ degli armeni dalla regione del Karabakh in Azerbaigian contraddicono la posizione della comunità internazionale e persino del Primo Ministro armeno il 21 settembre“, si legge nella dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian. Inoltre, il Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian ha anche criticato la Francia per la mancata risposta al “mancato adempimento da parte dell’Armenia delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite” e ha invitato a fermare il suo “comportamento distruttivo” e le “minacce contro l’Azerbaigian“. Il ministro degli Esteri francese Catherine Colonna ha ieri dichiarato che l’Azerbaigian ha pianificato e organizzato l’uscita di oltre 100.000 armeni dal Nagorno Karabakh affermando che questo grave crimine non può rimanere senza risposta. Ha altreì aggiunto che il conflitto tra Armenia e Azerbaigian dovrebbe essere risolto attraverso negoziati e che Baku dovrebbe capire che non può seguire la strada dell’uso della forza. Colonna ha informato che la Francia, nell’ambito del Consiglio di sicurezza dell’ONU, chiederà l’adozione di una risoluzione sul ritorno degli armeni del Nagorno Karabakh.

(12) PASHINYAN SUGLI SFOLLATI – Il governo armeno dovrebbe fare tutto il possibile per garantire che tutti gli sfollati forzati del Nagorno Karabakh rimangano nella Repubblica di Armenia, se non hanno la possibilità di tornare nel Nagorno Karabakh secondo quanto dichiarato dal premier armeno. “Nel caso e nell’eventualità che i nostri fratelli e sorelle del Nagorno Karabakh non abbiano l’opportunità di tornare alle loro case, la nostra politica è fare di tutto per garantire che tutte le persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh rimangano nella Repubblica di Armenia. Questo è un record molto importante. Vogliamo che tutti rimangano, vivano e lavorino nella Repubblica di Armenia, senza eccezioni. E questa sarà la nostra politica“, ha detto Pashinyan. Secondo le informazioni del Primo Ministro, 2.500 persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh hanno lasciato l’Armenia. “Spero che visitino i loro parenti che vivono all’estero per trascorrere un po’ di tempo lì e poi tornino solo per superare la situazione shock. Abbiamo piani legati alla demografia, alla fornitura di alloggi, alla costruzione di case nei villaggi di confine. Faremo di tutto con tutti questi programmi affinché le opportunità delle persone di rimanere in Armenia non siano limitate da nulla di oggettivo o soggettivo“, ha concluso Pashinyan.

(12) SOSTEGNO AGLI SFOLLATI – Nella sessione del 12 ottobre del Governo della Repubblica di Armenia è stato approvato il progetto per fornire sostegno sociale per sei mesi agli sfollati forzati del Nagorno-Karabakh. Verranno dati 40.000 dram al mese (circa 100 euro) a testa agli sfollati forzati perché vivano in alloggi temporanei e 10.000 dram (circa 25 euro) al mese per pagare le bollette. Sarà fornito sostegno ai membri adulti e minori delle famiglie sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh, ad eccezione dei casi in cui il richiedente non si trovi in Armenia (perchè andato all’estero) oppure risulti persona iscritta all’anagrafe statale dell’Armenia. Gli sfollati che possiedono immobili residenziali in Armenia non beneficeranno dei 40.000 dram per vivere in alloggi temporanei, ma potranno utilizzare i 10.000 dram per le bollette. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali informa che non è necessario presentare domande per il mese di ottobre in quanto la lista dei pagamenti di questo mese verrà formata elaborando i dati delle persone che hanno ricevuto un sussidio una tantum di 100mila dram (circa 240 euro). Da novembre il contributo non sarà erogato a persone che risiedono che risiedono temporaneamente in aree di proprietà statale o comunale e verrà fornito sulla base di domande online una tantum.

(12) P.AC.E. – Nella sessione autunnale dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, le Commissioni per gli affari giuridici e i diritti umani, la migrazione e il monitoraggio hanno tenuto audizioni congiunte sul tema “Diritti umani e situazione umanitaria degli armeni del Karabakh e obblighi internazionali dell’Azerbaigian”. Durante il dibattito presso gli Istituti Europei di Strasburgo, il rappresentante dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, Andreas Wisner, ha presentato i fatti riguardanti lo sfollamento della popolazione del Nagorno-Karabakh. Ha ricordato che in Armenia hanno ricevuto asilo 100.632 rifugiati, tra cui 30.000 bambini. “I rifugiati appena arrivati ​​sono per lo più confusi e preoccupati per il loro futuro. Non sanno cosa accadrà alle loro case. Non sanno se un giorno potranno tornare. Non sanno se i loro figli avranno accesso all’istruzione. La maggior parte dei rifugiati non ha portato quasi nulla con sé e ha bisogno immediato di beni di prima necessità come coperte, biancheria da letto, medicine, supporto psicosociale e riparo. Molti, sia bambini che adulti, sono rimasti traumatizzati e necessitano di supporto psicologico. “Molti sono preoccupati per i loro parenti anziani che non potevano o non volevano lasciare le loro case e i loro animali domestici“, ha detto Wisner. Secondo lui, il governo armeno ha compiuto sforzi costanti e lodevoli per registrare i nuovi arrivati ​​e soddisfare le loro crescenti esigenze.

(12) CONSIGLIO DIRITTI UMANI ONU – Lo sfollamento di massa degli armeni è legato all’operazione militare dell’Azerbaigian e al blocco di 9 mesi. Lo afferma la dichiarazione di 34 Stati membri del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Secondo la dichiarazione, il prossimo passo dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) sarà quello di monitorare da vicino la situazione dei diritti umani nel Nagorno-Karabakh, incontrare i rifugiati e gli sfollati, nonché coloro che rimangono, e riferire al Consiglio. “Pertanto, esortiamo Armenia e Azerbaigian a invitare i rappresentanti dell’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani a fornire loro tale assistenza tecnica il prima possibile. In questo momento, chiediamo all’Azerbaigian di garantire i diritti e la sicurezza dei restanti armeni del Nagorno-Karabakh e di creare immediatamente le condizioni per il ritorno volontario, sicuro, dignitoso e stabile di coloro che vogliono tornare in patria. Il loro patrimonio culturale e religioso deve essere garantito e protetto. Chiediamo inoltre all’Azerbaigian di rispettare le misure provvisorie adottate dalla Corte europea dei diritti dell’uomo il 22 settembre e le misure provvisorie della Corte internazionale di giustizia adottate il 7 dicembre 2021, 22 febbraio 2023 e 6 luglio 2023. Chiediamo all’Armenia, con il sostegno della comunità internazionale, di continuare a fornire assistenza umanitaria agli sfollati a causa della crisi“, ha affermato in una nota il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

(11) SITUAZIONE AL CONFINE – In un’intervista con la televisione pubblica, Pashinyan ha detto che ogni giorno gli vengono segnalati casi di violazione del cessate il fuoco e durante l’intera giornata precedente un proiettile è stato sparato al confine tra Armenia e Azerbaigian.“Voglio dire, questo è essenzialmente un livello di escalation molto basso, quasi zero. Al momento non abbiamo alcun accumulo di truppe al confine, né da parte nostra né da parte dell’Azerbaigian. Al momento non vi è alcuna tensione al confine. Ma d’altra parte, nel mondo moderno, il movimento delle truppe può avvenire in poche ore, giorni. Cioè, puoi trovare la risposta alla tua domanda dai risultati o dalle conseguenze della mia conversazione. Possiamo uscire di qui, dopo questa trasmissione, e si scopre che qualcosa è successo o può succedere“, ha detto Pashinyan.

(11) UNESCO – Il 9 ottobre l’ambasciatore Christian Ter-Stepanyan, rappresentante permanente dell’Armenia presso l’UNESCO, ha tenuto un discorso alla prima sessione plenaria della 217a sessione del Consiglio esecutivo dell’organizzazione. Nel suo discorso l’ambasciatore ha richiamato l’attenzione dei presenti sui passi compiuti dalle Forze Armate azerbaigiane subito dopo l’attacco militare del 19 settembre e la partenza degli armeni dell’Artsakh, in particolare, sottolineando la distruzione della croce posta vicino a Stepanakert e i tentativi di appropriazione e di distorcere l’identità di Gandzasar, uno dei più famosi monasteri armeni medievali. L’ambasciatore Ter-Stepanyan ha sottolineato che i passi menzionati dimostrano ancora una volta l’intenzione dell’Azerbaigian di distruggere qualsiasi traccia armena nell’Artsakh, cosa che l’Armenia ha denunciato già dal novembre 2020. In questo contesto, l’ambasciatore ha sottolineato in particolare l’urgenza di inviare una missione conoscitiva dell’UNESCO nell’Artsakh, sottolineando che l’attuazione di tale missione rientra nei programmi considerati dal Direttore generale. Molto apprezzata è stata la missione dell’UNICEF già in Armenia con lo scopo di valutare le condizioni necessarie per la continuità dell’istruzione di 30.000 bambini. Concludendo il discorso, il rappresentante permanente della Repubblica di Armenia presso l’UNESCO ha sottolineato l’importanza di un’adeguata valutazione e del coinvolgimento della comunità internazionale nella situazione creatasi.

(11) FORZE DI PACE RUSSE – Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che il futuro destino delle forze di pace russe di stanza nel Nagorno-Karabakh sarà discusso con l’Azerbaigian. Ha risposto così indirettamente al premier armeno Pashinyan che ieri aveva detto che una volta ritiratesi dal Nagorno Karabakh i soldati russi non sarebbero dovuti venire in Armenia. la questione non è stata discussa. “Ora, infatti, sia de facto che de jure, le nostre forze di pace si trovano sul territorio dell’Azerbaigian. Lo riconosce anche il primo ministro armeno Pashinyan. Per quanto riguarda il loro futuro regime, la loro permanenza e tutte le circostanze che lo accompagnano, ovviamente se ne discuterà con la parte azera. E naturalmente continueremo i nostri contatti anche con i nostri amici armeni”, ha detto Peskov.

(10) USTIONATO IN SPAGNA – Oggi, un paziente che ha riportato ustioni a seguito dell’esplosione è stato trasferito in Spagna per continuare le cure specialistiche e complesse all’estero. Circa 2 dozzine di pazienti trasferiti nei centri medici di Yerevan in condizioni estremamente gravi, le cui condizioni di salute si sono stabilizzate grazie agli sforzi dei nostri operatori sanitari, sono stati trasferiti nei principali centri medici negli Stati Uniti, Francia, Bulgaria, Italia e Belgio in continuare il trattamento.

(10) CONSIGLIO D’EUROPA – Nel suo intervento alla sessione ordinaria della sessione autunnale dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa a Strasburgo, la Segretaria generale del Consiglio d’Europa Maria Pejcinovich Burich ha fatto riferimento agli sviluppi nel Caucaso meridionale, informando che il suo rappresentante speciale presso il questione dei rifugiati e dei migranti si è recato in Armenia per comprendere le esigenze di decine di migliaia di sfollati forzati dal Nagorno Karabakh. Alla domanda di Armen Gevorgyan, membro della delegazione armena alla PACE, su come considera il Consiglio d’Europa l’arresto degli ex leader del Nagorno-Karabakh da parte di Baku, Burich ha risposto che anche questo tema sarà all’ordine del giorno della visita della missione del Segretariato in Azerbaigian.Ha inoltre osservato che è necessario lavorare su misure per rafforzare la fiducia tra i popoli.

(10) STUDENTI SFOLLATI – Al fine di organizzare l’istruzione degli studenti sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh, il Ministero dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport della Repubblica di Armenia ha inviato un’altra circolare ai direttori delle scuole e delle università. Secondo la circolare, durante questo periodo il Ministero dell’Istruzione e della Cultura ha ricevuto una serie di domande riguardanti l’organizzazione della continuazione dell’istruzione dei nostri connazionali sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh, il superamento di 8 differenze disciplinari negli studi e nelle preferenze professionali, nonché l’ammissione in una scuola professionale o in un’università di persone che frequentano la scuola superiore o che sono state escluse dagli studi dopo l’istruzione di base. In caso di ripristino del diritto all’istruzione interrotto nella Repubblica del Nagorno-Karabakh, lo Stato prevede un risarcimento delle tasse universitarie allo scopo di organizzare l’istruzione nei college e nelle università statali.

(10) STRESS BAMBINI – I bambini rifugiati sfollati con la forza dal Nagorno-Karabakh e rifugiati in Armenia mostrano segni di acuto stress psicologico. Lo documentano gli assistenti sociali che lavorano con l’UNICEF, che forniscono un sostegno speciale ai bambini e alle loro famiglie che hanno lasciato le loro case nelle ultime settimane.Gli assistenti sociali che lavorano in due postazioni dell’UNICEF a Goris, che servono fino a 300 bambini al giorno, hanno riferito sentimenti di ansia, paura e rabbia, manifestati da incubi, enuresi notturna e pianto inconsolabile. Alcuni bambini si isolano da tutti, diventano poco comunicativi, incapaci di esprimere sentimenti o di capire cosa è successo.
L’UNICEF ha lanciato un appello per 12,6 milioni di dollari nei prossimi sei mesi per fornire servizi essenziali tra cui istruzione, protezione dell’infanzia, salute, nutrizione e servizi igienico-sanitari.

(10) ESENZIONI VEICOLI –  I proprietari di veicoli registrati a Stepanakert possono ricevere un certificato di non obbligo del pagamento dell’imposta sulla proprietà. L’annuncio del Comune di Stepanakert è stato pubblicato sulla pagina Facebook del quartier generale delle informazioni dell’Artsakh.

(10) OCCUPAZIONE DI SHUSHI – Secondo il comunicato stampa del Ministero degli Affari Esteri della Turchia del 9 ottobre, il capo del dipartimento Hakan Fidan si recherà a Shushi, occupata dall’Azerbaigian, per partecipare alla 27esima riunione dei ministri dell'”Organizzazione per la cooperazione economica”.

(10) DICHIARAZIONI LAVROV – Il ministro degli Esteri russo, Lavrov, ha dichiarato che ora che i leader di Armenia e Azerbaigian hanno risolto la questione del reciproco riconoscimento della sovranità, è giunto il momento di stabilire una vita pacifica e il contingente russo di mantenimento della pace di stanza nel Nagorno Karabakh è pronto a contribuire a stabilire una vita pacifica nel Caucaso meridionale. Il ministro ha altresì sottolineato che l’intervento degli Stati Uniti e dell’Unione europea causa instabilità nelle relazioni tra l’Azerbaigian e l’Armenia. 

(10) ESERCITAZIONE FRANCO-ARMENA – Soldati francesi della sicurezza civile sono arrivati in Armenia per partecipare all’esercitazione HOPE 2023 dedicata alla protezione civile e al salvataggio. Un gruppo della Sicurezza civile francese è arrivato in Armenia per partecipare all’esercitazione HOPE 2023 con i soccorritori dell’Armenia e dell’UE, ha riferito l’ambasciata francese a Yerevan sulla sua pagina X. L’ambasciatore francese in Armenia Olivier Decottignies li ha accolti all’aeroporto internazionale Zvartnots di Yerevan. La squadra francese comprende 56 soldati della Sicurezza civile francese, due aerei Dash, una stazione di controllo mobile, 8 tonnellate di attrezzature e due cani da salvataggio.

(10) IRAN E AZERBAIGIAN – Il vice ministro degli Esteri iraniano Mehdi Safari e il ministro degli Esteri dell’Azerbaigian Jeyhun Bayramov hanno discusso della necessità di pace e stabilità permanenti nella regione del Caucaso meridionale. Hanno sottolineato il rifiuto dell’ingerenza esterna nei problemi regionali, così come la necessità di un ruolo costruttivo dei paesi della regione nel quadro delle iniziative regionali, come il formato “3+3” (Armenia, Georgia, Azerbaigian, Iran, Russia, Turchia). Durante l’incontro si è discusso della realizzazione del corridoio di trasporto Nord-Sud, della realizzazione dei progetti economici comuni e delle questioni consolari.

(9) MISSIONE ONU – Una seconda missione delle Nazioni Unite si è recata nel Nagorno-Karabakh.. Tuttavia, i dettagli specifici sulla composizione e sul programma della missione non sono stati resi noti. Vale la pena notare che la precedente visita della missione delle Nazioni Unite ha sollevato critiche da parte di vari esperti. Durante quella missione, i partecipanti non hanno visitato Stepanakert e non hanno potuto assistere alla distruzione e alle conseguenze del bombardamento. Sorprendentemente, hanno visitato Agdam, dove hanno potuto vedere le conseguenze dei bombardamenti. La missione non ha esteso la sua portata ai villaggi remoti, né ha indagato sulle denunce di violenza contro la popolazione armena o sul bombardamento dei siti del patrimonio culturale armeno.

(9) AIUTI UMANITARI – Due aerei con carichi umanitari provenienti dalla Romania e per gli armeni sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh, sono atterrati nella capitale armena Yerevan. Questa è solo una parte del carico inviato in Armenia dal governo rumeno. Un altro volo da Bucarest a Yerevan è previsto per trasportare le persone ferite nell’esplosione a Stepanakert [nel Nagorno Karabakh] alle cure mediche

(9) FERITI IN ITALIA – Cinque armeni dell’Artsakh, rimasti gravemnete feriti nell’esplosione del deposito di carburante, sono stati trasportati con un aereo dell’aereonautica militare italiana in Italia per eseere curati in strutture specializzate.

(9) POSSIBILE VERTICE MINISTRI – Mosca considera la possibilità di organizzare un incontro tra i ministri degli Esteri di Armenia, Russia e Azerbaigian nell’ambito del prossimo vertice della CSI che si terrà il 12 ottobre in Kirghizistan secondo quanto ha dichiarato in un’intervista il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Galuzin.

(8) AIUTO AGLI STUDENTI – Circa 300 studenti sfollati con la forza dall’Artsakh hanno già fatto domanda alle principali università armene per continuare gli studi. Lo ha riferito il vice primo ministro Tigran Khachatryan, che coordina il lavoro del “Centro umanitario” del governo della Repubblica di Armenia, durante la conferenza stampa tenutasi oggi.”Nella prossima settimana, prevediamo di approvare la procedura con la quale verrà fornito sostegno agli studenti per continuare i loro studi, se si tratta di studi retribuiti, e regoleremo la questione“, ha aggiunto il vice primo ministro.

(8) SITUAZIONE FERITI – Ad oggi, il Ministero della Sanità della Repubblica d’Armenia ha informato che 293 pazienti continuano a ricevere cure in vari centri medici, le condizioni di 106 rimangono gravi e 11 sono estremamente gravi.

(8) CINQUE PAZIENTI TRASFERITI IN ITALIA – Cinque pazienti feriti durante l’esplosione di un deposito di benzina vicino a Stepanakert continueranno le cure all’estero, riferisce il Ministero della Salute armeno. Un team di specialisti dall’Italia è arrivato in Armenia di notte e, a seguito di colloqui con i medici armeni, ha selezionato quei pazienti il ​​cui trattamento continuato nel loro paese sarebbe stato più efficace e completo. Anche altri paesi aiutano l’Armenia, con quattro pazienti che ricevono cure in Francia e due in Bulgaria.

(8) BAMBINI A SCUOLA – Quasi il 40% dei bambini trasferiti dal Nagorno Karabakh in Armenia sono già stati inseriti nelle scuole armene. Lo ha affermato Nazeli Baghdasaryan, addetto stampa del Primo Ministro della RA, durante la conferenza stampa tenutasi oggi rilevando che insieme al processo di risoluzione dei problemi educativi e sanitari, lo Stato continua ad essere coerente con ogni persona sfollata con la forza dal Nagorno Karabakh.

(8) NAZIONI UNITE – L’agenzia Onu per i rifugiati ha chiesto 97 milioni di dollari per aiutare gli sfollati dell’Artsakh. Una dichiarazione al riguardo è stata pubblicata sul sito dell’ONU. Va notato che gli aiuti sono necessari per sostenere le azioni portate avanti dal governo armeno. La richiesta di finanziamento è stata lanciata congiuntamente con altre istituzioni delle Nazioni Unite e circa 60 organizzazioni partner. È stato elaborato un piano semestrale per una risposta urgente alla situazione dei rifugiati in Armenia fino alla fine di marzo 2024. È destinato a 231.000 persone: 136.000 rifugiati e 95.000 residenti nella Repubblica d’Armenia, che sostengono i profughi e li accolgono nelle loro case. Il progetto ha tenuto conto anche delle difficoltà dell’avvicinarsi dell’inverno. La dichiarazione propone di fornire sostegno nella fornitura di cibo e alloggio, nonché nell’istruzione e nella sanità. Si raccomanda inoltre di migliorare la fornitura di servizi statali per i rifugiati.

(7) SMANTELLATA ALTRA POSTAZIONE RUSSA – Le forze di pace russe hanno smantellato un altro posto di osservazione nella regione di Askeran. Lo riferisce il Ministero della Difesa della Federazione Russa.Il dipartimento ha informato il 5 ottobre che le forze di pace hanno smantellato i loro posti di osservazione nelle regioni di Askeran, Martakert e Shushi.Secondo il rapporto, in conformità con gli accordi raggiunti sulla cessazione delle ostilità, sotto il controllo delle forze di pace russe, è stato completato l’inventario di armi, equipaggiamento militare, armi da fuoco e munizioni nei magazzini delle forze armate del Nagorno Karabakh.92 unità di veicoli corazzati, 142 unità di autoveicoli, 124 unità di equipaggiamento antiaereo, 112 unità di cannoni di artiglieria da campo, cannoni e mortai antiaerei, 1 unità di cannoni antiaerei, più di 7mila unità di armi leggere e attrezzature anticarro, sono state consegnate circa 66,1 milioni di munizioni.

(7) DISTRIBUZIONE SFOLLATI – Le persone che hanno una certa chiarezza in termini di lavoro e occupazione si spostano nelle regioni dell’Armenia. Secondo i dati del momento, la distribuzione per regioni (Marz) è la seguente: Aragatsot: 4.119 persone, Ararat: 19.054, Armavir: 8.149, Gegharkunik: 4.939, Lori: 4.695, Kotayk: 22.350, Shirak: 3.529, Syunik: 5.436, Vayots Dzor: 2.310, Tavush: 3.195 per un totale di 77.776. Il collocamento di circa 58.000 persone è stato effettuato con il sostegno statale.

(7) ASSISTENZA SANITARIA – Più di 13mila persone sfollate con la forza dal Nagorno-Karabakh sono state registrate nei centri medici primari, nei policlinici e negli ambulatori. 303 cittadini sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh sono ricoverati negli ospedali armeni, le condizioni di 113 sono valutate gravi e 11 sono in condizioni estremamente gravi. 5 bambini continuano a ricevere le cure nelle unità di terapia intensiva.

(7) TELEFONATA TRA PASHINYAN E PUTIN – Il primo ministro Nikol Pashinyan ha avuto una conversazione telefonica con il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin come riferisce il servizio stampa del primo ministro armeno. Gli interlocutori hanno discusso della situazione creatasi dopo il reinsediamento forzato degli armeni del Nagorno-Karabakh [Artsakh], nonché di una serie di questioni all’ordine del giorno bilaterale. Il primo ministro Pashinyan si è anche congratulato con il presidente russo per il suo compleanno.

(7) RICERCA PERSONE – Lo staff del Comitato Internazionale della Croce Rossa continua a cercare le persone del Nagorno-Karabakh non ancora evacuate, tra cui anziani, malati e disabili secondo quanto riferisce. Lo ha detto la delegazione del CICR in Armenia. “Il nostro personale continua a cercare le persone che non sono state ancora spostate, compresi anziani, malati e disabili. Durante le visite dei giorni scorsi abbiamo fornito pacchi alimentari e igienici e abbiamo anche aiutato tre persone a ripristinare i contatti con i loro familiari. È stato un grande sollievo per queste persone poter finalmente parlare con i loro parenti, che fino a quel momento non avevano informazioni su dove si trovassero. Alle visite partecipano anche i nostri medici, che hanno valutato lo stato di salute delle persone vulnerabili al fine di soddisfare le loro esigenze mediche“, si legge nella dichiarazione del CICR in Armenia.

(7) ESPLOSIONE ARTSAKH – Sette pazienti feriti a causa dell’esplosione a Stepanakert e dell’aggressione militare dell’Azerbaigian nel Nagorno-Karabakh sono stati trasferiti in Francia e Bulgaria per continuare le cure nelle migliori cliniche secondo quanto ha riferito il Ministero della Sanità armeno.

(6) PAZIENTI DALL’ARTSAKH – Trecentotre pazienti medici sfollati con la forza dal Nagorno-Karabakh vengono curati nei centri medici dell’Armenia.L’addetto stampa del primo ministro Nazeli Baghdasaryan ha dichiarato in una conferenza stampa che le condizioni di salute di 113 di loro sono gravi; mentre nel caso di 11 pazienti la situazione è gravissima.

(6) CONTABILITA’ SFOLLATI – Alcune delle persone sfollate con la forza dal Nagorno-Karabakh e stabilitesi in Armenia hanno già ricevuto il pagamento una tantum di 100.000 AMD (circa 237 euro) previsto dal governo armeno. L’addetto stampa del primo ministro Nazeli Baghdasaryan ha detto in conferenza stampa che il resto dei pagamenti continuerà lunedì.Baghdasaryan ha inoltre affermato che il 99,2% degli sfollati dal Karabakh sono già stati registrati in Armenia.Inoltre ha osservato che 13.415 persone, pari al 13,5%, sono già state registrate nelle strutture mediche primarie – policlinici, ambulatori. Nazeli Baghdasaryan ha anche informato che 8.000 studenti frequentano varie istituzioni educative armene, ovvero circa il 32% dei bambini in età scolare.

(6) OSCE – Il Presidente in esercizio dell’OSCE, Ministro degli Esteri della Macedonia del Nord Bujar Osmani, ha chiesto maggiore sostegno internazionale e assistenza umanitaria per oltre 100.000 armeni del Karabakh che hanno trovato rifugio nella Repubblica di Armenia.

(6) AIUTI DALLA RUSSIA – La Russia invierà aiuti umanitari per sfollare forzatamente le persone dal Nagorno-Karabakh a medio e lungo termine, ha annunciato il Ministero russo per le Situazioni di Emergenza dopo un briefing con il Ministero degli Esteri armeno il 2 ottobre, riferisce l’Ambasciata russa in Armenia.L’ambasciata ha già predisposto l’elenco dei beni primari che sarà possibile inviare nei prossimi giorni alla Repubblica d’Armenia per far fronte ai bisogni degli armeni del Nagorno-Karabakh.

(6) MISSIONE NAZIONI UNITE – Il presidente dell’Azerbaigian ha informato che a breve ci sarà una nuova missione delle Nazioni unite nel Karabakh.

(6) CONSOLATI A MEGHRI – Dopo la Francia anche la Russia ha deciso di aprire un consolato a Meghri nel Syunik (Armenia del sud).

(6) FERITI ESPLOSIONE IN FRANCIA – Questo pomeriggio, quattro pazienti gravemente feriti nel Nagorno Karabakh sono stati evacuati negli ospedali francesi, secondo l’impegno assunto dal Ministro dell’Europa e degli Affari Esteri francese, Catherine Colonna, a Erevan. Il 4 ottobre il ministro degli Esteri francese, accompagnato dal ministro della Sanità Anahit Avanesyan, aveva visitato il National Burn Center, dove ricevono cure le vittime dell’esplosione nel Nagorno Karabakh. 

(5) DICHIARAZIONE CONGIUNTA A GRANADA – Armenia, Francia, Germania e UE hanno rilasciato una dichiarazione congiunta sui risultati dell’incontro in Spagna. Michel, Macron e Scholz hanno sottolineato il loro fermo sostegno all’indipendenza, alla sovranità, all’integrità territoriale e all’inviolabilità dei confini dell’Armenia. Hanno espresso il loro sostegno al rafforzamento delle relazioni UE-Armenia e hanno convenuto sulla necessità di fornire ulteriore assistenza umanitaria all’Armenia. Hanno sottolineato che questi rifugiati devono essere liberi di esercitare il loro diritto di ritornare alle loro case e ai loro luoghi di vita, senza alcuna condizione, con un monitoraggio internazionale e nel dovuto rispetto della loro storia, cultura e dei diritti umani. Rimangono impegnati in tutti gli sforzi diretti alla normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian, basate sul riconoscimento reciproco della sovranità, dell’inviolabilità dei confini e dell’integrità territoriale dell’Armenia (29.800 km2) e dell’Azerbaigian (86.600 km2).
Hanno sottolineato l’urgente necessità di lavorare per la delimitazione dei confini sulla base delle più recenti mappe dello Stato Maggiore dell’URSS fornite alle parti, che dovrebbero anche fungere da base per il distanziamento delle forze, per finalizzare il trattato di pace e affrontare tutte le questioni umanitarie. Hanno chiesto una maggiore cooperazione regionale e la riapertura di tutti i confini, compreso il confine tra Armenia e Turchia, nonché l’apertura di collegamenti di connettività regionale basati sul pieno rispetto della sovranità e della giurisdizione dei Paesi.
I leader europei hanno chiesto ad Armenia e Azerbaigian di rilasciare tutti i detenuti e di cooperare per affrontare la sorte delle persone scomparse e facilitare il lavoro di sminamento

(5) DICHIARAZIONE PASHINYAN-VON DER LEYEN – In seguito all’incontro tra il primo ministro Nikol Pashinyan e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Granada, a margine della Comunità politica europea, è stata adottata una dichiarazione congiunta. 
“ Ci siamo incontrati oggi nella città di Granada, a margine del vertice della Comunità politica europea ospitato dalla Spagna. Abbiamo ribadito la nostra condanna dell’operazione militare dell’Azerbaigian contro la popolazione armena del Nagorno-Karabakh e riaffermato la necessità di rispettare la sovranità e l’integrità territoriale sia dell’Armenia che dell’Azerbaigian, sulla base della dichiarazione di Almaty del 1991 e con la consapevolezza che il territorio dell’Armenia copre 29.800 km2 e 86.600 km2 dell’Azerbaigian. Abbiamo inoltre sottolineato che l’apertura dei collegamenti di connettività regionale dovrebbe basarsi sul pieno rispetto della sovranità e della giurisdizione dei paesi, nonché sui principi di uguaglianza e reciprocità. 
L’Armenia e l’UE sono legate da valori politici condivisi e dal loro impegno per un ordine internazionale basato su regole. In questi tempi difficili, l’UE e l’Armenia sono fianco a fianco. Siamo impegnati a rafforzare ulteriormente le relazioni UE-Armenia. Come abbiamo discusso all’inizio di questa settimana, il nostro obiettivo immediato è rispondere ai bisogni umanitari degli oltre 100.000 armeni del Karabakh fuggiti in Armenia. Abbiamo discusso di come garantire la massima efficacia degli aiuti umanitari e degli altri aiuti immediati forniti dall’UE, che raggiungeranno i 10,45 milioni di euro.
La presidente von der Leyen ha inoltre annunciato che la Commissione sta mobilitando fondi per stanziare 15 milioni di euro dal suo programma annuale per l’Armenia da utilizzare come sostegno al bilancio. Ciò consentirà al governo armeno di far fronte alle urgenti esigenze socioeconomiche e di sostenere l’acquisto di cibo e carburante. Nel lungo termine, l’Unione Europea e l’Armenia sono determinate a rafforzare i loro legami economici, lavorando per sfruttare appieno il potenziale del nostro accordo di partenariato economico globale. 
In particolare, il Piano di investimenti economici (EIP) dell’UE per l’Armenia prevede fino a 2,6 miliardi di euro da utilizzare per investimenti in importanti infrastrutture e altri progetti. La Commissione e l’Armenia raddoppieranno gli sforzi per attuare progetti importanti. La Commissione sosterrà inoltre la partecipazione dell’Armenia a progetti regionali come il cavo elettrico del Mar Nero. Infine, la Commissione intensificherà l’assistenza tecnica all’Armenia, in particolare nei settori della sicurezza aerea e della sicurezza nucleare. La presidente von der Leyen ha informato dei preparativi per un evento congiunto UE-USA a sostegno dell’Armenia. Continueremo le discussioni sui modi in cui rafforzare ulteriormente la nostra relazione nei prossimi giorni
”.

(5) COLPI AZERI SU VEICOLO ARMENO – Il ministero della Difesa dell’Armenia informa che oggi, alle 13,50 ora locale unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco contro un veicolo che stava provvedendo alla consegna di cibo alle postazioni difensive armene. Danni al mezzo ma nessun ferito. La violazione è avvenuta in direzione di Norabak (Gegharkunik)

(5) UNIONE EUROPEA – Charles Michel, capo del Consiglio europeo, ha sottolineato la necessità del riconoscimento reciproco dell’integrità territoriale tra Armenia e Azerbaigian. Michel ha affermato che durante una recente conversazione con il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev, ha chiarito che Aliyev “non può avere rivendicazioni territoriali contro l’Armenia”. Intanto, Josep Borrell, capo della diplomazia europea, ha espresso la speranza che i negoziati tra Armenia e Azerbaigian possano essere organizzati a Bruxelles. 
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha rivelato che l’Unione europea fornirà oltre 25 milioni di euro in aiuti all’Armenia a seguito dell’operazione militare dell’Azerbaigian nell’Artsakh (Nagorno-Karabakh). Lo ha annunciato durante la sua visita a Granada, dove ha partecipato al vertice della Comunità politica europea. Inizialmente erano stati stanziati 5,2 milioni di euro, ma von der Leyen ha dichiarato che avrebbe informato il primo ministro armeno Nikol Pashinyan della decisione dell’UE di raddoppiare tale importo portandolo a 10,2 milioni di euro. Inoltre, l’UE contribuirà con altri 15 milioni di euro al bilancio dell’Armenia.

(5) CONDANNATI PRESIDENTI – Un tribunale dell’Azerbaigian ha condannato all’arresto due ex presidenti dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh), Arkady Ghukasyan e Bako Sahakyan, e il presidente dell’Assemblea nazionale, Davit Ishkhanyan. Ghukasyan, Sahakyan e Ishkhanyan a una detenzione (provvisoria) di quattro mesi. In precedenza, l’Azerbaigian aveva confermato ufficialmente la notizia dell’arresto dell’ex presidente dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan. Il Servizio di Sicurezza dello Stato dell’Azerbaigian ha pubblicato un video dell’arresto e dell’interrogatorio di Harutyunyan. Arayik Harutyunyan è stato “accusato” ai sensi dei nove articoli del codice penale azerbaigiano e rischia l’ergastolo.

(5) ARMENI RIMASTI – Più di 15 armeni identificati nell’Artsakh (Nagorno Karabakh) sono rimasti sotto il dominio azerbaigiano. Artak Beglaryan, ex ministro di Stato dell’Artsakh, ne ha scritto su Telegram, citando le sue fonti. “Il numero totale non può superare i 40, comprese le persone scomparse”, ha aggiunto Beglaryan.

(5) PARLAMENTO EUROPEO – Nella sessione plenaria di oggi tenutasi a Strasburgo, in Francia, i membri del Parlamento europeo hanno adottato una risoluzione giuridicamente non vincolante che invita l’Unione europea a imporre sanzioni all’Azerbaigian in relazione agli eventi riguardanti il ​​Nagorno Karabakh, nonché a rivedere lo sviluppo della cooperazione e ridurre la dipendenza dall’importazione di gas naturale azerbaigiano. La risoluzione è stata adottata con 491 voti favorevoli, 9 contrari e 36 astensioni. Le risoluzioni del Parlamento europeo sulle questioni di politica estera non sono giuridicamente vincolanti, ma le altre istituzioni europee devono ascoltare le opinioni degli eurodeputati. In particolare, la risoluzione afferma che il Parlamento europeo invita l’UE e i suoi Stati membri ad adottare sanzioni mirate contro i funzionari governativi dell’Azerbaigian responsabili di molteplici violazioni del cessate il fuoco e di abusi dei diritti umani nel Nagorno Karabakh. Inoltre, i deputati chiedono all’Alto rappresentante dell’UE per la politica estera (Borrell) di sospendere i negoziati per un rinnovato accordo di partenariato con l’Azerbaigian fino a quando quest’ultimo non mostrerà una sincera volontà di rispettare i diritti e la sicurezza della popolazione armena del Nagorno Karabakh. In caso contrario, i deputati chiedono all’UE e ai suoi Stati membri di prendere in considerazione la sospensione dell’applicazione dell’accordo di facilitazione dei visti e la riduzione del livello di cooperazione con l’Azerbaigian in altri settori.
Il Parlamento europeo ritiene necessario che l’UE riduca la sua dipendenza dal gas naturale dell’Azerbaigian e, in caso di aggravamento delle tensioni tra Azerbaigian e Armenia, sospenda completamente l’importazione di petrolio e gas naturale dall’Azerbaigian.
I deputati chiedono all’UE di lavorare per fornire garanzie internazionali per garantire la sicurezza degli armeni che ancora vivono nel Nagorno-Karabakh, nonché di ripristinare il pieno accesso umanitario alla regione e di aumentare considerevolmente gli aiuti umanitari. Il Parlamento europeo esprime delusione per l’organizzazione dei lavori della prima missione delle Nazioni Unite che ha visitato il Karabakh e chiede l’istituzione di una presenza internazionale nel Nagorno Karabakh sotto gli auspici delle Nazioni Unite. Inoltre, i deputati hanno chiesto all’Azerbaigian di rilasciare tutti gli armeni, compresi i politici, arrestati nel Nagorno Karabakh.

(4) PRINCIPI PER LA PACE – Rispondendo a una domanda in parlamento il premier armeno Pashinyan ha dichiarato che una pace può essere siglata sulla base di tre principi già illustrati nei precedenti vertici ovvero: 1) riconoscimento reciproca integrità territoriale (Armenia 29.800 km2, Azerbaigian 86.600 km2) 2) Accordo sui parametri per la definizione dei confini (l’Armenia vorrebbe usare le mappe sovietiche del 1975 ma non è categorica su questo punto), 3) l’apertura delle comunicazioni nella regione avverrà secondo il principio di sovranità, giurisdizione, legislazione, uguaglianza e reciprocità dei paesi. Pashinyan ha detto che “se l’Azerbaigian riaffermasse pubblicamente il suo impegno verso questi principi, potremmo praticamente considerare che la conclusione di un trattato di pace è solo questione di breve tempo. Il problema è che gli alti funzionari dell’Azerbaigian, che dicono di essere d’accordo con il processo di pace, non hanno riaffermato il loro impegno verso questi principi, il che solleva dubbi. che quando dicono pace, intendono dopo aver realizzato le loro presunte ambizioni per l’integrità territoriale dell’Armenia. Se riaffermano la loro lealtà a questi 3 principi, allora potremo considerare la pace praticamente raggiunta.”

(4) CONTEGGIO SFOLLATI – Secondo gli ultimi dati risultano ufficialmente sfollati dall’Artsakh 100.632 persone.

(4) IL PRESIDENTE IN ARMENIA? – Secondo alcune fonti l’attuale presidente della repubblica di Artsakh, Samvel Shahramanyan, sarebbe già in Armenia.

(4) SALTA IL VERTICE DI GRANADA – L’Azerbaigian ha dichiarato la indisponibilità a partecipare al previsto vertice di Granada previsto nella cornice della riunione della Comunità politica europea. L’incontro tra Pashinyan e Aliyev con la partecipazione di Macron, Sholz e Michel è saltato. Pare che la ragione del mancato arrivo di Aliyev sia stata la recente posizione della Francia e la non partecipazione di Erdogan. Sembra invece confermata la presenza del premier armeno Pashinyan.

(4) CORRIDOIO DI ZANGEZUR – Maria Zakharova, rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo, ha commentato la realizzazione del “corridoio Zangezur”. “Questo lavoro viene svolto nell’ambito della co-presidenza dei vice primi ministri di Armenia, Azerbaigian e Russia. Il progetto di ripristinare la via di trasporto che collega l’Azerbaigian con la Repubblica autonoma di Nakhchivan attraverso la provincia di Syunik in Armenia è in fase di realizzazione discusso. Nell’attuazione di questo progetto, vediamo un significativo potenziale di progresso verso la normalizzazione delle relazioni tra Yerevan e Baku. E, naturalmente, tutto dipende dalla volontà politica dei paesi e dalla disponibilità a raggiungere accordi concreti“, ha affermato il rappresentante ufficiale del Ministero degli Affari Esteri russo.

(4) SERVIZI SEGRETI ARMENIA – L’ex difensore civico Kristine Grigoryan è stata nominata capo dei servizi segreti esteri con decreto del primo ministro Nikol Pashinyan. L’Ufficio è di nuova costituzione.

(3) ARRESTATI I PRESIDENTI – Gli ex presidenti della repubblica di Artsakh, il 66enne Arkadi Ghukasyan (1997-2007), il 63enne Bako Sahakyan (2007-2020) e il 53enne Arayik Harutynunyan (2020-2023), sono stati presi dagli azeri e portati a Baku. Stessa sorte all’attuale presidente dell’Assemblea nazionale David Ishkhanyan. Salgono così a otto le alte cariche dello Stato imprigionate dall’Azerbaigian.

(3) AIUTI DALL’IRAN – 60 tonnellate di aiuti umanitari per gli sfollati dell’Artsakh sono arrivate in Armenia dall’Iran.

(3) DICHIARAZIONI MICHEL – C’è una grande responsabilità da parte dell’Azerbaigian, che ha lanciato questa operazione militare contro il Nagorno Karabakh, ha detto Charles Michel, presidente del Consiglio europeo. “Spetta ora all’Azerbaigian mostrare buona volontà, impegnandosi nel rispetto del diritto internazionale per proteggere i diritti e la sicurezza dell’intera popolazione che vive in Azerbaigian, compresa la popolazione armena“, ha detto Michel, riferendosi al commento secondo cui il rapporto di Bruxelles con Baku rimane difficile ma promettente. Ha anche affermato che Baku rimane un partner dell’UE nonostante il suo sfrontato attacco. “L’Azerbaigian oggi è un partner, sì, è un partner. Ciò non significa che il rapporto sia semplice. No, non è semplice. Ci sono difficoltà? Sì, e queste difficoltà sono reali e devono essere comprese“, ha spiegato. Alla domanda se l’UE debba riconsiderare l’accordo sul gas con Baku, Michel ha risposto: “Certamente. Ciò che ora dobbiamo guardare è come normalizzare il rapporto tra Armenia e Azerbaigian in modo da poter garantire fermamente e incontestabilmente il reciproco riconoscimento del integrità territoriale di entrambi i paesi.”

(3) ALTI FUNZIONARI LASCIANO L’ARTSAKH – Tre alti funzionari hanno lasciato il Nagorno Karabakh e sono entrati in Armenia. Si tratta del ministro degli Interni dell’Artsakh, Karen Sargsyan, del direttore del Servizio di sicurezza nazionale, Ararat Melkumyan, e del capo di gabinetto del presidente del Nagorno Karabakh.
Ieri sera gli azeri non avevano permesso al direttore del Servizio statale di sicurezza nazionale di attraversare il ponte Hakari, lo avevano portato a Stepanakert, arrestato e poi rilasciato, e dopo trattative gli hanno permesso venire in Armenia. In Karabakh sono rimasti solo i presidenti precedenti e quello attuale e diversi funzionari di alto rango. L’Azerbaigian non consente ad Arkadi Ghukasyan, Bako Sahakyan, Arayik Harutyunyan e Samvel Shahramanyan di lasciare l’Artsakh. Tuttavia, sono in corso trattative attive sulla questione. Il procuratore generale dell’Azerbaigian ha emesso un mandato di arresto per Arayik Harutyunyan.

(3) POLIZIA E SOCCORRITORI SE NE VANNO – Anche la polizia e i soccorritori hanno lasciato Artsakh la scorsa notte, secondo quanto riferito dal portavoce del Ministero degli Affari Interni dell’Artsakh, Hunan Tadevosyan. Egli ha sottolineato che le operazioni di ricerca non hanno dato risultati negli ultimi giorni e quindi sono state interrotte. I soccorritori hanno trasportato in Armenia anche le loro attrezzature di servizio e i camion dei pompieri. I resti umani rinvenuti sul luogo dell’esplosione in un deposito di benzina vicino a Stepanakert sono stati portati nella capitale armena Yerevan per un esame genetico. Ci sono persone disperse sia a causa della suddetta esplosione che a causa delle operazioni di combattimento, ma il loro numero esatto non è stato ancora reso noto.

(3) VERTICE DI GRANADA – Il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev spera che l’incontro che si terrà a Granada darà impulso allo sviluppo dell’agenda di pace nella regione. Lo ha detto Aliyev in un incontro con l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, nella sua residenza a Baku. Aliyev ha notato che l’Azerbaigian ha preso l’iniziativa del trattato di pace e ha notato che nella regione si sono create opportunità storiche per portare avanti l’agenda di pace. Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azero Ilham Aliyev si incontreranno a Granada il 5 ottobre. All’incontro parteciperanno anche i leader di Francia, Germania e il Consiglio europeo.

(3) EVACUAZIONE CONCLUSA – Il comando russo di mantenimento della pace riferisce di aver accompagnato “l’ultimo” autobus di rifugiati di etnia armena diretti dal Nagorno Karabakh all’Armenia il 2 ottobre 2023. Rimangono alcuni armeni in Nagorno Karabakh, come quelli che svolgono attività di ricerca e recupero delle persone uccise.

(2) DICHIARAZIONI DI LAVROV – La decisione che il Karabakh deve diventare parte dell’Azerbaigian è stata presa con la partecipazione diretta del primo ministro armeno Nikol Pashinyan, ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. “È una bugia quando personaggi [politici] di Yerevan hanno affermato che, firmando un accordo per porre fine alla guerra nel novembre 2020, Putin ha costretto Pashinyan a dare il Karabakh all’Azerbaigian. In questo accordo, datato 10 novembre 2020, è scritto che il Karabakh è un’area di responsabilità del contingente russo di mantenimento della pace e c’era un accordo comune secondo cui il dialogo sullo status finale del Karabakh sarebbe continuato. Tuttavia, quando un anno o un anno e mezzo dopo, il primo ministro Pashinyan, in un regolare vertice europeo a Praga, firmò un documento in cui si afferma che Armenia e Azerbaigian si riconoscono entro i confini del 1991, in conformità con la dichiarazione di Alma-Ata, la questione era chiusa. Successivamente ha utilizzato nuovamente il termine a Bruxelles. Inoltre, nel documento in questione, distribuito dall’UE, non si dice che l’Armenia sia preoccupata per la sorte degli armeni che vivevano in Karabakh, e che tutti debbano in qualche modo occuparsi del proprio destino affinché non non devo soffrire“, ha detto Lavrov.
Coloro che vogliono lasciare il Karabakh per la Russia non possiamo farli restare. Stiamo lavorando con i colleghi e i vicini azeri per stabilizzare la situazione in Karabakh, per rafforzare la fiducia lì, per creare le condizioni per la ripresa della vita normale e della vita comune di armeni e azeri. Spero che anche Yerevan sia interessata a questo e che faccia degli sforzi per questo“, ha aggiunto il ministro degli esteri russo.

(2) SPARI A STEPANAKERT – Il contingente russo di mantenimento della pace ha riferito di una violazione del cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh. “È stata registrata una violazione del cessate il fuoco. Nella città di Stepanakert, uno sconosciuto ha sparato con un’arma da cecchino in direzione del servizio di pattuglia russo-azerbaigiano. Non ci sono vittime. Il comando delle forze di pace russe sta conducendo un’indagine con i rappresentanti della parte azera e del Karabakh su questo fatto”, ha detto il Ministero della Difesa russo.

(2) AZERI ATTACCANO SOLDATI IN ARMENIA – Oggi alle 14:45 (ora locale) unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco contro l’auto che trasportava cibo per il personale delle posizioni armene situate a Kut. In seguito al bombardamento del veicolo incaricato della fornitura di cibo al personale armeno in servizio nelle posizioni di combattimento, ci sono state vittime da parte armena. Dalle ore 16 la situazione lungo la linea del fronte sembra essersi in una certa misura stabilizzata. L’attacco azero al veicolo delle forze armate dell’Armenia è costato la vita di un militare e il ferimento di altri due. Il militare ucciso è Aram Tigran Kocharyan dell’unità militare N del Ministero della Difesa della Repubblica di Armenia.

(2) PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA – I quattro presidenti dell’Artsakh – Arkady Ghukasyan, Bako Sahakyan, Araik Harutyunyan, Samvel Shahramanyan – non si sono trasferiti in Armenia. Secondo una fonte attendibile di Aravot.am continuano a trovarsi nell’Artsakh. Da ieri sera sui social network e sui canali telegrafici si è diffusa la notizia che i tre presidenti dell’Artsakh, a seguito dei negoziati, sono stati trasferiti sani e salvi a Yerevan. Tuttavia, secondo le nostre informazioni, i presidenti dell’Artsakh, la maggior parte dei membri del governo, compresi i capi delle strutture di potere, si trovano nell’Artsakh. A seguito di alcuni incontri e discussioni che si terranno oggi, si prevede che verrà deciso il destino dei tre presidenti dell’Artsakh, Arkady Ghukasyan, Bako Sahakyan, Araik Harutyunyan.Ricordiamo che, secondo il messaggio di ieri del quartier generale dell’informazione dell’Artsakh, il presidente Samvel Shahramanyan rimarrà con un gruppo di funzionari a Stepanakert fino alla fine delle operazioni di ricerca e salvataggio di persone scomparse, di militari caduti nell’attacco azero del 19 settembre e fino alla restituzione dei resti delle persone uccise nell’esplosione del deposito di carburante nella regione di Askeran il 25 settembre.
L’ex ministro di Stato dell’Artsakh, Artak Beglaryan, aveva detto che gli ex presidenti dell’Artsakh potrebbero nascondersi in luoghi diversi, forse non sono nemmeno a Stepanakert. “Gli azeri possono entrare in qualsiasi momento e arrestarli, ma devono anche trovarli. Forse si nascondono da posti diversi, forse non si nascondono a Stepanakert.” Dobbiamo anche ricordare che ieri i media azeri hanno diffuso la notizia che è stata annunciata una ricerca internazionale per l’ex presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan e l’ex comandante dell’Esercito di difesa Jalal Harutyunyan. Lo ha detto il procuratore generale dell’Azerbaigian Kyamran Aliyev. Secondo Aliyev, per quest’ultimo è stata annunciata una ricerca internazionale “in relazione agli attacchi missilistici contro la popolazione civile di Ganja e all’uccisione di civili durante la guerra dei 44 giorni”.
Il procuratore generale dell’Azerbaigian ha aggiunto che sono ricercate 300 persone, quattro delle quali sono state arrestate. Stiamo parlando dell’ex ministro di Stato dell’Artsakh Ruben Vardanyan, dell’ex ministro degli affari esteri Davit Babayan, del comandante delle forze di difesa (2015-2018) Levon Mnatsakanyan e dell’ex vice comandante dell’esercito di difesa, maggiore generale Davit Manukyan.

(2) MEDICI ISRAELIANI – Su richiesta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il Ministero della Sanità israeliano ha inviato due medici a Yerevan, in Armenia, per fornire assistenza alle vittime della recente esplosione di un magazzino di benzina vicino a Stepanakert, la capitale del Nagorno-Karabakh (Artsakh ) il 26 settembre. Lo ha annunciato l’ambasciatore israeliano in Armenia, Joel Lyon.

(2) PROCESSO AL RAPITO – Il procuratpre generale azero ha completato nel procedimento penale contro Vagif Khachatryan, residente nel Nagorno Karabakh, e il caso è stato inviato al tribunale militare di Baku. Khachatryan è stato rapito dagli azeri dalle mani della Croce Rossa nel corridoio Lachin. Vagif Khachatryan, come partecipante alla prima guerra del Nagorno-Karabakh all’inizio degli anni ’90, è stato accusato di una serie di articoli pesanti ai sensi del codice penale dell’Azerbaigian: genocidio e deportazione di persone. Rischia una lunga (e probabile) detenzione.

(1) AIUTI AGLI SFOLLATI – Il governo dell’Armenia ha annunciato che pagherà per sei mesi 500.000 dram (circa 100 euro) agli sfollati dell’Artsakh. Di tutte le 100.483 persone sfollate con la forza dal Nagorno-Karabakh, 45.516 cittadini utilizzano gli alloggi forniti dallo Stato. Per gli sfollati dall’Artsakh, la Ferrovia del Caucaso Meridionale offre viaggi gratuiti sui treni locali (per Yerevan, Gyumri, Yeraskh, Araks).

(1) LISTA RICERCATI – La lista dei ricercati dall’Azerbaigian dovrebbe comprendere circa trecento nomi secondo quanto trapela dai media azeri. Intanto il Procuratore generale di Baku ha inserito fra i nomi quello dell’ex presidente Araiyk Harutyunyan (che dovrebbe trovarsi in Armenia) e quello dell’ex ministro della Difesa Jalal Harutyunyan.

(1) MISSIONE ONU – Una missione delle Nazioni Unite è arrivata questa mattina nel Nagorno Karabakh secondo quanto riferiscono i media azeri. I membri della missione sono partiti per Askeran-Stepanakert via Aghdam. “Lo scopo della missione è conoscere la situazione sul posto e determinare i bisogni umanitari dei residenti. La missione comprende rappresentanti di varie agenzie delle Nazioni Unite”. L’ultima volta che la missione delle Nazioni Unite è arrivata in Karabakh circa 30 anni fa.

Il titolo dell’articolo riporta al link originale

Il Karabakh è un deserto, a Erevan fallisce la protesta (il manifesto, 1 ott)

Nagorno Karabakh – Dal primo gennaio non esisterà più (Assadakah, 1 ott)

100mila armeni scappano dalla guerra nel Nagorno/ La Verità: “Ignorati perché all’UE serve il gas azero” (Il sussidiario, 1 ott)

Fuggiti oltre 100mila armeni. Baku arresta un ministro (Il Giornale, 1 ott)

In Artsakh si registra la vergogna di ONU e UE: dopo lo sfollamento con la forza, Baku fa entrare una missione di monitoraggio a Stepanakert (Korazym, 1 ott)

Turchia e Azerbaijan unite da un corridoio che passa per l’Iran (AGC, 2 ott)

Genocidio armeno 2023. Lo sapevate e l’avete voluto (Korazym, 2 ott)

Nagorno-Karabakh: avanzano gli spettri del genocidio e della pulizia etnica (ACS, 2 ott)

Nagorno-Karabakh: “agnello sacrificale” sull’altare degli equilibri tra Russia, Stati Uniti e Turchia (Analisi difesa, 2 ott)

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La pulizia antiarmena nel Nagorno-Karabakh (PC Lavoratori, 2 ott)

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Gli Armeni autoctoni dell’Artsakh, sfollati con la forza dall’Azerbajgian, non sono solo numeri. Sono anche vittime della propaganda anti-armena di Aliyev (Korazym, 3 ott)

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L’integrità territoriale dell’Armenia (Osservatorio Balcani Caucaso, 4 ott)

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All’Occidente per l’Armenia non resta che piangere/2 (Gente e territorio, 4 ott)

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Le croci spezzate del Nagorno e il silenzio dell’Unione Europea (Il riformista, 4 ott)

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Gli armeni in fuga dal Nagorno-Karabakh. Che fa l’Europa? (Fondazione Oasis, 6 ott)

Solidarietà agli Armeni dell’Artsakh, sfollati con la forza dalla terra ancestrale dagli Azeri-Turchi con l’osservazione dei Russi (Korazym, 6 ott)

L’Armenia rifiuta le briciole di Mosca (il manifesto, 7 ott)

Usa. Membri del Congresso chiedono a Biden misure urgenti per prevenire invasione azera contro l’Armenia (Agenpress, 6 ott)

Non si deve parlare con Aliyev. Si deve parlare di lui. Sa cosa ha fatto e sta facendo (Korazym, 7 ott)

Libertà per gli ostaggi politici e i prigionieri di guerra armeni detenuti dal regime genocida azero (Korazym, 7 ott)

“Vi racconto gli errori sovietici dietro al caos nel Caucaso” (il Giornale, 7 ott)

La fuga (ignorata) dal Nagorno-Karabakh (Articolo 21, 7 ott)

Come Europa, Russia e Onu hanno abbandonato l’Artsakh (Tempi, 8 ott)

Il genocidio armeno compiuto dall’Azerbajgian in Artsakh, un avvertimento per l’intera comunità dei diritti umani (Korazym, 8 ott)

Armenia, l’emergenza dimenticata degli sfollati (Libero, 8 ott)

Il genocidio armeno continua … (Alleanza cattolica, 9 ott)

Timori per l’accettazione del corridoio Nakhchivan-Zangezur (AGC, 9 ott)

Armenia-Azerbaijan: deluse le speranze di un incontro a Granada (Osservatorio Balcani Caucaso, 9 ott)

Tra l’Armenia e la Francia un’amicizia speciale che va avanti da secoli (Il Foglio, 9 ott)

L’Azerbaigian accusa la Francia: “Se invia armi sarà responsabile di un conflitto con l’Armenia” (Euractive, 9 ott)

L’Armenia vuole la pace e l’Azerbajgian vuole l’Armenia dopo aver preso l’Artsakh (Korazym, 9 ott)

Il 12 ottobre la Corte internazionale di giustizia terrà udienze pubbliche su “Armenia contro Azerbaigian” (Agenpress, 9 ott)

L’Azerbaigian dice che la Francia è responsabile di ogni nuovo conflitto con Armenia (Renovatio 21, 9 ott)

Baku approfitterà del caos «per invadere l’Armenia» (il manifesto, 10 ott)

Ritorneremo, #Artsakh (Korazym, 10 ott)

Come azerbaigiano, devo alzare la voce sulla pulizia etnica degli armeni in Nagorno-Karabakh (East journal, 10 ott)

Caduto #Artsakh, ora si tratta di bloccare il genocidio. Il Molokano: «Fratelli Italiani, ascoltatemi» (Korazym, 10 ott)

Nagorno-Karabakh: PE chiede una revisione delle relazioni con l’Azerbaigian (Istituzioni24, 10 ott)

Armenia: a causa dell’escalation di violenze, in due settimane oltre 30.000 bambini sono arrivati nel paese (Unicef Italia, 10 ott)

La dura condizione dei profughi armeni del Karabakh (Asia news, 11 ott)

«Gli Armeni sono la sentinella dell’Europa. Ma la causa armena è “per pochi”, che “non rende”, in termini mediatici e politici» (Korazym, 11 ott)

Droni e missili israeliani dietro la riconquista azera del Nagorno Karabakh (East journal, 11 ott)

CAUCASO. Iniziati i lavori per la strada azero iraniana verso Nakhchivan (AGC, 12 ott)

La dura condizione dei profughi armeni del Karabakh (Renovatio 21, 12 ott)

Armenia. Stanziati 100 mln di dollari per gli sfollati del Nagorno-Karabakh. Pashinyan: aiuti in pochi giorni (Agenpress, 12 ott)

Nagorno Karabakh: cosa sta davvero accedendo (ComedonChisciotte, 12 ott)

Il Nagorno-Karabakh non esiste più (Affari internazionali, 13 ott)

Gli armeni del Nagorno-Karabakh costretti a ripartire da zero (Vatican news, 13 ott)

L’APCE chiede all’Azerbaigian di “dimostrare la sua buona volontà” nei confronti della popolazione armena del Nagorno-Karabakh (Consiglio d’Europa, 13 ott)

Nagorno-Karabakh, resta alto rischio scontri. Civili ancora in fuga (Voci globali, 13 ott)

Nagorno-Karabakh: «Grave situazione umanitaria dei rifugiati in Armenia» (Roma sette, 13 ott)

#Artsakh. La verità è la prima vittima della guerra (Korazym, 13 ott)

Blinken avverte di un possibile prossimo attacco dell’Azerbaigian all’Armenia (Scenari economici, 14 ott)

Dichiarazione dell’Onu pro Artsakh. L’Italia non firma (Tempi, 14 ott)

#Artsakh. Il regime azero sottomette i prigionieri politici Armeni a processi farsa con accuse inventate (Korazym, 14 ott)

Oltre il Nagorno-Karabakh, a rischio l’integrità armena (East journal, 14 ott)

Il dipartimento di Stato statunitense ritiene che l’Azerbaijan potrebbe invadere l’Armenia nelle prossime settimane, secondo fonti di Politico (Il post, 14 ott)

Azerbaigian, “Politico”: Blinken avverte che Baku potrebbe invadere l’Armenia nelle prossime settimane (Agenzia Nova, 14 ott)

Donne armene del Nagorno-Karabakh: siamo state prigioniere per 10 mesi. Ora siamo stati cacciati dalla nostra patria (Notizie da est, 14 ott)

“Sono pronti all’invasione”. Gli Usa lanciano l’allarme: una nuova guerra in arrivo (Il Giornale, 14 ott)

“Regalo” per il Cremlino: perché Putin potrebbe trarre vantaggio dall’invasione dell’Armenia da parte dell’Azerbaigian (Notizie da est, 14 ott)

CAUCASO. Zangezur da nuovo vigore all’asse Baku Teheran (AGC news, 15 ott)

Gli USA avvertono che qualsiasi violazione della sovranità e integrità territoriale dell’Armenia comporterà gravi conseguenze per l’Azerbajgian (Korazym, 15 ott)

L’esodo degli armeni (Korazym, 15 ott)

Nagorno-Karabakh, la preoccupazione del Papa per sfollati e luoghi di culto (Vatican news, 15 ott)

Il presidente dell’Azerbaijan alza la bandiera di Baku nella capitale del Nagorno (Repubblica, 15 ott, per abb.)

Appello del Papa in favore della protezione dei Monasteri e dei luoghi di culto del Nagorno Karabakh (Faro di Roma, 15 ott)

Nagorno Karabakh, continua ad essere molto dura la condizione dei profughi armeni (Repubblica, 15 ott)

Dopo l’avvertimento degli Usa anche il Papa preccupato lancia un appello all’Azerbajian a tutelare la minoranza cristiana in Nagorno (Il messaggero, 15 ott, per abb.)

Armeni in fuga dal Nagorno-Karabach: “Non potevano costringerci a vivere lì. È disumano” (La via libera, 16 ott)

Il preisdente Aliyev ha dichiarato di aver realizzato il “sogno” azero in Nagorno-Karabakh (Euractive, 16 ott)

Nagorno-Karabakh, il Consiglio d’Europa vola in Armenia eAzerbaijan (TGcom 24, 16 ott)

L’atroce silenzio sulla questione armena, un popolo che soffre (La gazzetta del mezzogiorno, 16 ott)

Appello del Papa su Nagorno-Karabakh. Patriarca Minassian: “Distruggere i luoghi di culto significa voler cancellare un popolo” (Agenzia SIR, 16 ott)

Mkhitaryan, una voce per l’Artsakh. La ONG: “Genocidio pulito, parlarne aiuta” (TMW, 17 ott)

Մենք ենք մեր սարերը. Noi siamo le nostre montagne. Il messaggio del simbolo del popolo armeno dell’Artsakh (Korazym, 17 ott)

Azerbaigian-Armenia, il rischio di un altro fronte di guerra nella regione (Huffpostr, 17 ott)

Arsen e Hripsime in fuga dall’inferno del Nagorno Karabakh: “Abbiamo dormito nel parco. Ora siamo ospiti del gruppo Abele” (Repubblica, 17 ott, per abb)

Azerbaijan-Francia, rapporti sempre più difficili (Osservatorio Balcani Caucaso, 17 ott)

Alla plenaria dell’Eurocamera il premier armeno spinge per un accordo di pace con l’Azerbaigian “entro la fine dell’anno” (Eunews, 17 ott)

L’ultimo autobus dal Karabakh (Osservatorio Balcani Caucaso, 18 ott)

Modern Diplomacy analizza le responsabilità per la perdita dell’Artsakh (Korazym, 18 ott)

L’errore di concedere Artsakh a Baku porta alla minaccia contro Armenia (Korazym, 18 ott)

Possibile una nuova guerra nel Caucaso (Ultima voce, 18 ott)

Connettività strategica tra Turchia e Azerbaigian: il gasdotto Igdir-Nakhchivan (Il caffè geopolitico, 19 ott)

Nagorno Karabakh, 400 luoghi cristiani a rischio (Aci stampa, 19 ott)

GUERRA Lacrime e macerie nel Nagorno Karabakh (Il cittadino, 19 ott)

Nagorno-Karabakh: un mese fa l’attacco delle forze azere (Amnesty international, 19 ott)

Se adesso anche il Caucaso… (Remo contro, 19 ott)

Nagorno-Karabakh. I corpi delle vittime dell’attacco azero presentano segni di tortura e mutilazione (Agenpress, 19 ott)

Lo sfollamento forzato della popolazione dell’Artsakh non ha risolto la questione, anzi l’ha esacerbato (Korazym, 19 ott)

Esercizi azeri-turchi “Mustafa Kemal Atatürk-2023” in Artsakh occupato e sulla frontiera con l’Armenia (Korazym, 20 ott)

Nagorno-Karabakh non esiste più (Agoravox, 20 ott)

La guerra dell’Azerbajgian all’Artsakh del 19-20 settembre 2023 è stato un attacco deliberato alla popolazione civile (Korazym, 21 ott)

Allarme nel Caucaso: l’Azerbaigian sta per invadere l’Armenia? (Pagine esteri, 21 ott)

Un patto diabolico contro gli armeni (Tempi, 21 ott)

L’Armenia attacca l’Azerbaigian davanti alla Corte internazionale di giustizia (Sardegnagol, 21 ott)

Non condannare, sanzionare, fermare l’autocrazia di Aliyev significa permettere la continuazione e ad altri di commettere gli stessi crimini (Korazym, 22 ott)

Armenia – Nuova minaccia dell’Azerbaijan (Assadakah, 22 ott)

Lavrov a Teheran: il vertice 3+3 per stabilizzare il Caucaso (Il Giornale, 22 ott)

La guerra infinita del Nagorno Karabakh, fra pogrom e crisi umanitarie (L’Italia che cambia, 23 ott)

L’Iran ospita i ministri degli Esteri di Azerbaigian e Armenia, mentre Baku e Ankara tengono esercitazioni congiunte (Euractive, 23 ott)

Nel Caucaso si ridefiniscono le alleanze e turchi e azeri si esercitano alla guerra (il manifesto, 23 ott, per abb)

L’Azerbaigian mostra i muscoli: esercitazioni militari con la Turchia, anche in Nagorno-Karabakh (Euronews, 23 ott)

La vittoria dell’Azerbaigian sull’enclave armena fa temere un’altra guerra (Corriere di Puglia e Lucania, 23 ott)

La drammatica testimonianza del popolo dalle profonde radici cristiane dell’Artsakh (Korazym, 23 ott)

Come si pone l’Europa sul Nagorno Karabakh? (Terzo giornale, 23 ott)

Teheran – Raggiunto un primo accordo tra Armenia e Azerbaijan (Assadakah, 24 ott)

L’Azerbajgian non è più considerato un partner affidabile dalla comunità internazionale (Korazym, 24 ott)

La Francia invierà attrezzatura militare in Armenia per aiutarla a difendersi in caso di un attacco dell’Azerbaijan (Il post, 24 ott)

Azerbaijan-Armenia. Spazi e interessi nell’evitare la crisi militare (Formiche, 24 ott)

Francia invia armi in Armenia/ Presidente Azerbaigian: “Parigi vuole alimentare conflitto” (Il sussidiario, 24 ott)

L’Armenia acquista radar Ground Master con missili Mistral 3 e visori notturni in Francia (Ares osservatorio difesa, 24 ott)

«La mia vocazione è uccidere tutti gli armeni». Storia del tenente Safarov (Tempi, 25 ott)

Turchia e Azerbaigian tengono esercitazioni militari comuni mentre iniziano i colloqui diplomatici con l’Armenia (Scenari economici, 25 ott)

Nessuno dovrebbe proteggere l’autocrate Aliyev: è pericoloso innanzitutto per il suo stesso popolo e per il resto del mondo (Korazym, 25 ott)

In Armenia senza scuola un bambino rifugiato su tre (Osservatore romano, 25 ott, per abb.)

Armenia, accordo di pace con l’Azerbaigian “in arrivo nei prossimi mesi”. L’Unicef avverte: bimbi rifugiati senza accesso a scuola (Il fatto quotidiano, 26 ott)

Baku sceglie un linguaggio morbido per indebolire la vigilanza dell’Occidente in attesa di sferrare un nuovo attacco contro l’Armenia (Korazym, 26 ott)

Caucaso meridionale: l’assenza dell’UE lascia il campo a Iran, Turchia e Russia (Euractive, 26 ott)

Nagorno-Karabakh. Pashinyan: “bisogno fare ogni sforzo affinché gli armeni possano ritornare nel loro paese” (Agenpress, 26 ott)

Il primo ministro armeno spera in un accordo di pace con l’Azerbaigian a breve (Internazionale, 26 ott)

Ascoltate le parole dei tiranni. Non dite che non lo avevamo detto, quando faranno quello che dicono (Korazym, 27 ott)

Il Congresso esprime grande preoccupazione per la situazione umanitaria nel Karabakh e nelle città e regioni vicine (Council of Europe, 27 ott)

Nagorno Karabakh, l’eredità drammatica dell’esodo (In terris, 27 ott)

Armenia- Azerbaijan, in cerca di dialogo (Oservatorio Balcani Caucaso, 27 ott)

La distorsione della Storia, le false premesse e l’armenofobia dell’Azerbajgian nascono da un complesso di inferiorità (Korazym, 28 ott)

La ferita armena dimenticata. È tempo di risolvere la crisi (Domani, 29 ott, per abb.)

Il Presidente della Repubblica di Artsakh ha rilasciato un’intervista alla televisione pubblica dell’Artsakh (Korazym, 29 ott)

Lettere di Profughi Armeni dal Nagorno/Artsakh. Tragedia senza Fine. (Stilum curiae, 30 ott)

Sono tre i principi fondamentali per la pace e la normalizzazione tra Armenia e Azerbajgian (Korazym, 30 ott)

Il destino del Nagorno-Karabakh tra i disegni imperialisti di Turchia e Azerbaigian (L’inkiesta, 31 ott)

Nello stallo sui confini fra Erevan e Baku la miccia di un nuovo conflitto (Asia news, 31 ott)

Azerbaigian-Armenia, sarà il gas israeliano il ramoscello di ulivo? (Formiche, 31 ott)

Miliardario armeno arrestato, in campo anche Clooney. Il figlio: «Temiamo per la sua vita» (Corriere, 31 ott)

Ue: nuovi aiuti umanitari agli armeni sfollati del Karabakh. Lenarcic (Commissione), “i bisogni aumenteranno con l’inverno” (Agenzia SIR, 31 ott)

Liberazione del leader armeno Ruben Vardanyan, in campo anche George Clooney (Il giornale, 31 ott)

A Stepanakert etnicamente pulita, l’Azerbajgian ha eretto a un monumento “Pugno di Ferro” prima di una programmata parata militare con Aliyev (Korazym, 31 ott)

“Il 18 settembre 2023, circa 28 tonnellate di carichi umanitari, contenenti farina di frumento, forniture mediche e prodotti per l’igiene, sono stati portati in Artsakh da veicoli del Comitato Internazionale della Croce Rossa attraverso il corridoio di Lachin e la strada Akna (Aghdam) – Stepanakert.

Questa missione umanitaria è il risultato di lunghe discussioni con la partecipazione del Comitato Internazionale della Croce Rossa, del Comando delle truppe russe di mantenimento della pace nell’Artsakh e di mediatori internazionali, tenendo conto della situazione umanitaria estremamente difficile creata dal blocco totale da parte dell’Azerbaigian.

Allo stesso tempo, va sottolineato che l’Artsakh resta ancora sotto assedio, privato delle forniture di gas ed elettricità proveniente dall’Armenia e della possibilità di garantire la vita normale del popolo della repubblica.

È importante notare che il peggioramento del disastro umanitario non può essere fermato senza una fornitura affidabile e regolare di cibo e beni di prima necessità.

Questa consegna di carichi umanitari, che rappresenta meno del 7% delle 400 tonnellate di merci importate giornalmente nell’Artsakh prima del blocco, né in volume né nella varietà delle merci importate, può sostituire il regolare fatturato di merci commerciali, che è necessario garantire la normale attività di vita e lo sviluppo naturale dell’Artsakh.

Sottolineiamo ancora una volta che gli attori internazionali coinvolti nel processo di risoluzione del conflitto tra l’Azerbaigian e il Karabakh devono garantire la piena riapertura del Corridoio di Lachin per la circolazione sicura e senza ostacoli di persone, veicoli e merci in entrambe le direzioni, in conformità con le Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 e decisioni della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite.

Solo allora si potrà parlare della fine del blocco e dell’ulteriore ripristino delle condizioni necessarie per la piena realizzazione dei diritti individuali e collettivi del popolo dell’Artsakh, compreso il diritto alla libera circolazione, alla salute, educazione e sviluppo”.

Oggi l’Assemblea nazionale dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) ha eletto il nuovo presidente della repubblica in sostituzione del dimissionario Arayik Harutyunyan.
Con 22 voti a favore e uno slo contrario è stato eletto Samvel Shahramanyan, già Segretario del Cosniglio di sicurezza della repubblica.
Questo il testo del suo discorso ai deputati:

“La Legge Madre della Repubblica dell’Artsakh dichiara l’Artsakh uno stato sovrano, democratico, giuridico e sociale e stabilisce che il potere nella Repubblica dell’Artsakh appartiene al popolo, che lo esercita attraverso libere elezioni, referendum e altri metodi previste dalla Costituzione e dalle leggi. Le norme stabilite nella Costituzione prevedono alcuni meccanismi di controbilanciamento, intesi a garantire il lavoro armonioso e ininterrotto di tutti i rami del governo. In questo sistema trova il suo posto l’istituzione del presidente, il cui compito è assumersi la responsabilità di superare le sfide esistenti. Per realizzare quest’ultimo, è estremamente importante valutare con sobrietà la realtà e liberarsi delle illusioni.

Cari deputati, non presenterò il programma preelettorale nel suo senso classico. È ovvio che lo scopo delle norme costituzionali per l’elezione di un nuovo presidente per il periodo di transizione in caso di vacanza nella posizione dell’attuale presidente sotto la legge marziale era che, nel caso in cui il presidente eletto attraverso la democrazia diretta lasciasse l’incarico prematuramente per qualsiasi motivo e i suoi piani preelettorali rimangono incompiuti, il Paese non accede alle elezioni presidenziali e alle elezioni parlamentari straordinarie.
La fase successiva del conflitto dell’Artsakh, iniziato il 27 settembre 2020 e congelato dall’accordo tripartito del 9 novembre, non solo ha reso impossibile l’attuazione del programma preelettorale dell’attuale presidente, ma ha anche sollevato una serie di problemi nuovi problemi urgenti.
Pertanto, nella situazione attuale, il candidato alla carica di presidente dovrebbe concentrarsi maggiormente sul superamento della situazione di crisi, risolvendo i problemi ontologici, di sicurezza e umanitari che lo Stato deve affrontare. Le principali disposizioni di quest’ultima e la visione dei risultati delle azioni previste sono già state discusse durante gli incontri avuti con le fazioni.
Desidero ringraziare tutti i deputati che hanno partecipato alle discussioni, per le questioni sollevate, le opinioni e i suggerimenti espressi, nonché le preoccupazioni espresse. Allo stesso tempo ringrazio tutte le forze politiche che hanno presentato la mia candidatura all’Assemblea Nazionale.

Cari parlamentari, l’essenza della visione che vi viene presentata può essere riassunta nella seguente breve formulazione: rafforzare lo stato e mantenere la stabilità interna, proteggere il diritto dell’Artsakh all’autodeterminazione, garantire la sua vita libera e sicurezza, promuovere lo sviluppo economico del paese, migliorare gradualmente la condizione sociale delle persone e rafforzare la legge e l’ordine.
E quali sfide deve affrontare attualmente Artsakh?

Cari parlamentari, non svelo un segreto se dico che il blocco parziale e poi totale della Repubblica dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian dal 12 dicembre 2022 ha causato una serie di problemi alla Repubblica.
Non c’è dubbio che la situazione attuale sia influenzata dal conflitto geopolitico russo-occidentale e dalla guerra russo-ucraina. Questo conflitto si riflette anche nella nostra regione, considerando la soluzione della questione dell’Artsakh come parte delle misure adottate l’una contro l’altra nel quadro di tale conflitto.
Ripensando il suo concetto di sicurezza alla luce delle realtà del dopoguerra, la Repubblica di Armenia si è effettivamente ritirata dalla sua missione a lungo termine di garante della sicurezza dell’Artsakh e ha adottato un approccio chiamato agenda di pace, il cui nucleo è il riconoscimento dell’integrità territoriale dell’Azerbaigian, compreso l’Artsakh, a condizione che siano garantiti i diritti fondamentali e i diritti degli armeni dell’Artsakh.

A sua volta, l’Azerbaigian, approfittando del fatto che gli attori internazionali non hanno adottato misure oggettive, viola gradualmente le disposizioni della dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020 e aumenta la pressione sull’Artsakh affinché attui la propria agenda di “integrazione”. 
Allo stesso tempo, l’Azerbaigian continua a strombazzare su tutte le piattaforme internazionali che il conflitto dell’Artsakh è già stato risolto, che non esiste il Nagorno Karabakh e che la questione di garantire i diritti e le libertà degli armeni locali è una questione interna del suo Paese. Al contrario, i centri geopolitici si accontentano solo del crescente volume quotidiano di preoccupazioni, esortazioni e appelli. 
Anche l’attuazione delle decisioni dei tribunali internazionali ed europei per i diritti umani rimane incompleta. È ovvio che al momento nessun attore internazionale è interessato ad usare dure misure di influenza sull’Azerbaigian. 
Inoltre le possibilità di coinvolgere Stepanakert nei negoziati sull’agenda per l’integrazione sono addirittura considerate realistiche. In altre parole, possiamo constatare che i diritti e gli interessi legali degli armeni dell’Artsakh non sono tutelati nel quadro del diritto internazionale. Di conseguenza, considero le nostre idee e aspettative riguardo al diritto internazionale irrealistiche e sconnesse dalla realtà, perché è ovvio che la politica internazionale, la geopolitica e persino le guerre non si svolgono nel quadro del diritto internazionale.

I suddetti non lasciano altra scelta all’Artsakh se non quella di cercare di trovare soluzioni intermedie in base alla situazione. Nonostante le posizioni opposte delle parti del conflitto russo-occidentale, va notato che nel mondo si è formato un consenso riguardo al conflitto Artsakh sulle seguenti questioni:

1) Il conflitto dell’Artsakh non è risolto, come sostiene l’Azerbaigian, quindi il Nagorno Karabakh è un territorio conteso che dovrebbe ricevere un certo status.

2) Artsakh e Armenia dovrebbero avere un collegamento di trasporto diretto, il Corridoio Lachin. Contrariamente a quanto sostiene Baku, quest’ultimo è chiuso da molto tempo e dovrebbe essere aperto. Dovrebbero essere avviate anche altre strade regionali, ma queste non possono sostituire il corridoio di Lachin, né essere viste come un’alternativa ad esso.

3) Stepanakert dovrebbe negoziare con Baku. Inoltre, in questa materia, sia la Federazione Russa che l’Occidente sono pronti a fornire una piattaforma e ad agire come mediatore, cosa alla quale l’Azerbaigian è categoricamente contrario.

Quelli citati forniscono una base per costruire la politica estera dell’Artsakh all’interno di questi quadri. Pertanto, dovrebbe essere una priorità per il futuro presidente trasformare Stepanakert da oggetto di risoluzione del conflitto Artsakh a oggetto di negoziati. 

Inoltre, a seconda della portata delle questioni in discussione al momento, il formato dei negoziati può essere sia multilaterale che bilaterale. L’unica condizione obbligatoria dovrebbe essere l’organizzazione dei negoziati da parte del Paese terzo, con la sua garanzia per l’adempimento degli accordi da raggiungere.
Sono sicuro che molti di voi si chiederanno se sia possibile negoziare con una parte pronta a usare la forza politica e anche militare contro l’Artsakh in qualsiasi momento.
E cosa dovrebbe essere costruito attorno a quella negoziazione? La risposta stessa è inclusa nella domanda. È necessario adottare misure per rimuovere le armi da fuoco depositate nel santuario dello Stato e creare un clima di fiducia reciproca. Solo dopo sarà possibile condurre negoziati sostanziali. 
Pertanto, una delle nostre priorità è garantire il traffico sicuro attraverso il corridoio di Lachin, ripristinare le regolari forniture di gas ed elettricità, garantire l’attuazione sicura delle operazioni agricole e risolvere altre questioni vitali. Siamo pronti a collaborare con tutte le parti interessate per attuare quanto menzionato.

Per quanto riguarda gli aiuti umanitari forniti dall’Azerbaigian, è più che ovvio che in caso di sblocco del corridoio di Lachin non ci sarà alcuna necessità di fornire alcun aiuto umanitario all’Artsakh. Da parte sua, Artsakh è sempre stato favorevole alla piena operatività di Stepanakert-Akna, Stepanakert-Hadrut, Stepanakert-Sotk e di tutte le strade della regione, ma un’altra questione è come garantire la sicurezza di chi viaggia su quelle strade. 
È ovvio che nelle condizioni della realtà attuale, quando anche nel corridoio Lachin, sotto il controllo delle truppe russe di mantenimento della pace, l’Azerbaigian sta rapendo i civili dell’Artsakh, compreso un paziente in età pensionabile che viene trasportato nella repubblica di Armenia per cure accompagnato dalla Croce Rossa, l’avvio di qualsiasi altra via è di per sé problematica.

Come possiamo vedere, le questioni menzionate sono abbastanza ampie e possono e dovrebbero diventare oggetto di discussione nei futuri negoziati.
È necessario ricordare che i negoziati diretti tra Artsakh e Azerbaigian non sono una parola nuova nel processo di risoluzione del conflitto.

Sono sicuro che siete a conoscenza dell’incontro tra la delegazione da me guidata e i funzionari dell’Azerbaigian, organizzato dalle forze di pace russe, che aveva esclusivamente come oggetto questioni umanitarie. Nelle realtà attuali, prima di diventare partecipante al processo negoziale, è assolutamente necessario che l’Artsakh abbia una propria visione dell’esito finale dei negoziati. Vi è già stato presentato durante gli incontri con le fazioni dell’Assemblea nazionale e generalmente può essere presentato come un imperativo per mantenere l’Artsakh armeno e trasmetterlo alle generazioni.

In aggiunta a quanto sopra, è necessario prendere atto dei problemi attuali che affliggono la Repubblica e trovare soluzioni urgenti per superarli. Pertanto, le sfide esistenti possono essere classificate in due parti in base alla loro natura: stop al normale funzionamento dello Stato e del potere statale e perfino alla loro eliminazione, inizio di una catastrofe umanitaria e mirando a sconvolgere il normale stile di vita della popolazione nazionale.

Sono state adottate e si stanno adottando misure adeguate per superare quanto sopra menzionato, ma a mio avviso non sono sufficienti ed è necessario mostrare nuovi approcci. Per attuare efficacemente questi ultimi, è necessario consolidare l’intero potenziale delle Repubbliche dell’Artsakh e dell’Armenia, nonché coinvolgere le opportunità della Diaspora. 
Quanto sopra implica mettere da parte tutte le differenze, affermare che l’Artsakh è la patria di ogni armeno e concentrare gli sforzi sulla risoluzione di un solo problema principale, ovvero mantenere l’Artsakh armeno.

In base alle priorità, le opere dovranno essere così classificate:1) garantire la sicurezza della popolazione nazionale, risolvere urgenti problemi umanitari e sanitari, ripristinare la giustizia sociale, aumentare la capacità di difesa dello Stato, 2) aumentare l’efficienza del sistema dell’amministrazione statale, 3) piena soddisfazione dei bisogni sociali e domestici della popolazione. Si prevede di realizzare una serie di eventi per ciascuno di quelli menzionati, in cui saranno coinvolte tutte le forze e gli individui pro-statali capaci e altamente responsabili. 

Pertanto:

– tutte le risorse dello Stato saranno inventariate in un breve periodo di tempo – stiamo parlando sia del potenziale umano che delle limitate possibilità materiali esistenti.

– il livello di cooperazione reciproca con le truppe russe di mantenimento della pace sarà più stretto.

– I contatti saranno proseguiti e ampliati sia con la Repubblica Armena che con Federazione Russa e con tutti i principali attori interessati alla soluzione della questione Artsakh. Inoltre, sia i rappresentanti dell’Artsakh all’estero che i nostri connazionali e le strutture armene nella diaspora hanno ancora più lavoro da fare in questa materia.

– Verranno adottate tutte le misure possibili per importare beni di prima necessità, medicinali, carburante e poi anche altri beni.

– sarà introdotta una procedura adeguata per distribuire equamente ed ugualmente i fondi disponibili.

– verrà avviata una lotta inconciliabile contro tutti i tipi di crimini contro lo Stato, che minano le fondamenta dello Stato, e contro i reati commessi da tutte le persone che hanno fatto delle difficili condizioni di vita sociale della popolazione nazionale una fonte di reddito aggiuntivo per se stessi.

Cari deputati al Parlamento,
vi assicuro che, insieme agli sviluppi positivi sulle questioni umanitarie e al ripristino della comunicazione sui trasporti sulla piattaforma negoziale, si lavorerà per accumulare scorte sufficienti di prodotti alimentari a lunga conservazione e tenendo conto delle problemi emersi durante la crisi, verranno inoltre acquisiti i mezzi materiali e tecnici necessari.
Gli apparati statali, le autorità esecutive e giudiziarie saranno dotati di personale con potenziale professionale, avendo come guida solo le capacità, la professionalità, le conoscenze e le competenze della persona.
In caso di aumento delle opportunità, proseguirà il lavoro per risolvere i problemi abitativi dei nostri connazionali sfollati dai territori occupati della Repubblica dell’Artsakh, famiglie incluse nelle liste di attesa per l’alloggio.

Cari parlamentari,
ho brevemente presentato ciò che si prevede di fare, ora passerò alla questione su come realizzare le cose menzionate.
Innanzitutto vorrei registrare che una parte della società dell’Artsakh è delusa dalle autorità per ragioni oggettive e soggettive.

Quest’ultima ha portato alla divisione della società e all’emergere di numerosi poli, ciascuno dei quali ha il suo candidato preferito: una figura in grado di risolvere i problemi del Paese. Inoltre, quel candidato è visto non solo come l’unico degno presidente della Repubblica, ma addirittura come un salvatore. 
Devo dire che tali aspettative su ogni persona portano alla delusione. Sono sicuro che qualsiasi funzionario, compreso il presidente del Paese, non potrà realizzare e giustificare le aspettative di coloro che si fidano di lui, se si considera l’unico con la risposta giusta a tutte le domande poste allo Stato.
Il Presidente della Repubblica dovrebbe formare un gruppo di professionisti e poter delegare correttamente tutti i suoi poteri e le sue responsabilità agli ambienti professionali competenti. Questi ultimi dovrebbero essere responsabili nei confronti del Presidente delle decisioni che prendono, delle proposte e delle analisi, e il Presidente, a sua volta, dovrebbe essere responsabile nei confronti del popolo. Sulla base di questa considerazione, l’offerta di unità e di cooperazione per realizzare i piani da me delineati è aperta a tutte le forze e gli individui capaci.

Cari membri del Parlamento,
in conclusione, vorrei sottolineare che, indipendentemente dalle vostre opinioni politiche, è chiaro che gli statuti di tutti i partiti rappresentati nel Consiglio dell’Artsakh includono un obiettivo comune: agire per il bene della Repubblica dell’Artsakh. 
Pertanto, vi invito a mettere da parte tutte le differenze e preferenze e a diventare parte della missione di mantenere l’Artsakh armeno, perché le sfide che il Paese deve affrontare possono essere superate solo con gli sforzi congiunti del governo statale, delle forze politiche e della società. A questo proposito, è importante che tutti si rendano conto che devono unirsi attorno a un obiettivo, non attorno alle personalità.

Cari parlamentari, tutto dipende dall’espressione della vostra volontà e dalle circostanze della vostra partecipazione allo scrutinio segreto. E sicuramente, maggiore sarà il grado di consolidamento delle forze politiche attorno al candidato, maggiore sarà il potere del voto popolare e il futuro presidente si sentirà forte.Grazie per l’attenzione.”

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Nagorno-Karabakh, 2 soldati armeni uccisi e 2 azeri feriti in scontro a fuoco, PM Pashinyan: “Nuova guerra possibile” (Il giornale d’Italia, 1 set)

264° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Malgrado protesti e appelli, in assenza di azioni, niente indica che possa esserci un cambio di rotta (Korazym, 1 set)

L’Azerbaijan ha attaccato l’Armenia e la EUMA tace (Assadakah, 2 set)

NAGORNO KARABAKH. Sale la tensione armeno-azerbaigiana (AGC, 2 set)

265° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 1. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Aliyev non era e non sarà in grado di garantire sicurezza e diritti degli Armeni dell’Artsakh (Korazym, 2 set)

265° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 2. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Riconoscimento della Repubblica di Artsakh garanzia per prevenire il genocidio (Korazym, 2 set)

Dichiarazione di Stepanakert in occasione del 32° anniversario della proclamazione della Repubblica dell’Artsakh (Notizie da est, 2 set)

Si dimette il presidente filo-armeno (Il manifesto, 3 set)

Il premier armeno Pashinyan: “La nostra dipendenza dalla Russia per la sicurezza è stata un errore strategico. In Nagorno Karabakh è in corso una pulizia etnica” (Repubblica, 3 set, per abb.)

266° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. E Azerbajgian sarebbe “il Paese della buona volontà, delle buone intenzioni e della misericordia” (Korazym, 3 set)

Armenia. Nikol Pashinyan: “Dipendere esclusivamente dalla Russia per la sicurezza è stato un errore” (Agenpress, 3 set)

Il premier armeno: “Dipendere dalla Russia per la nostra sicurezza è un errore strategico” (Euractiv, 4 set)

267° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Il Primo Ministro armeno: la dipendenza per la sicurezza dalla Russia un errore strategico (Korazym, 4 set)

La Russia protesta dopo l’intervista a “Repubblica” del premier armeno Nikol Pashinyan: “Non diventi strumento dell’Occidente” (Repubblica, 4 set)

Il Cremlino risponde all’Armenia: la Russia resterà nel Caucaso meridionale (Notizie da est, 5 set)

Intervista a Richard Giragosian,direttore del Centro studi regionali (RSC) (Radio radicale, 5 set, audio)

Nagorno Karabakh: su una guerra infinita l’ombra di un nuovo genocidio (Prima parte) (Storia verità, 5 set)

268° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. «Non sono nato in Armenia, ma l’Armenia è nata in me» (Korazym, 5 set)

Cari parlamentari, anche in Artsakh la fame uccide. Proprio come in Ucraina 90 anni fa (Tempi, 6 set, per abb.)

269° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Quanti altri Armeni dovranno ancora morire prima che il mondo se ne accorga? (Korazym, 6 set)

Truppe Usa alle porte della Russia: cosa succede in Armenia (Il Giornale, 6 set)

Le manovre militari USA-Armenia e il “cambio di tono” di Repubblica (L’Antidiplomatico, 6 set)

Nagorno-Karabakh, Azerbaigian pronto a una nuova guerra: la risposta dell’Armenia (Tutto notizie, 6 set)

L’Armenia si allontana da Mosca, esercitazioni al fianco degli Usa (Avvenire, 7 set)

Preparativi di guerra in Azerbaigian per il Nagorno Karabakh (Huffington post, 7 set, per abb.)

Armenia: esercitazioni militari con gli Usa. Si temono ripercussioni in Nagorno-Karabakh (Asia news, 7 set)

Il Nagorno Karabakh sull’orlo della fame (Internazionale, 7 set, per abb.)

L’Armenia volta le spalle alla Russia e annuncia esercitazioni con gli Usa: rischio di escalation nel Caucaso (Il fatto quotidiano, 7 set)

270° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Appello alla preghiera per il popolo armeno (Korazym, 7 set)

Primo ministro Armeno: “molto probabile” una nuova guerra con l’Azerbaigian (Corriere Puglie e Lucania, 7 set)

Consiglio Comunale di Abbiategrasso approva mozione di solidarietà al popolo armeno dell’Artsakh (Gazzetta di Milano, 7 set)

Card. Burke: Appello alla preghiera per gli armeni del Nagorno/Artsakh (Marcotosatti.com, 7 set)

L’Azerbaigian mobilita l’esercito al confine con l’Armenia (Tempi, 8 set)

271° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 1. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Il trattamento riservato all’Armenia e all’Artsakh è motivo di vergogna a livello internazionale (Korazym, 8 set)

271° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 2. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Grande pericolo che Azerbajgian inizi presto una terribile guerra contro Artsakh e Armenia (Korazym, 8 set)

L’Armenia, vaso di coccio del Caucaso (Contropiano, 8 set)

Caucaso inquieto, l’Armenia delusa da Mosca manovra con gli Usa (Remocontro, 8 set)

Armenia-Azerbaijan tra disinformazione e influenze estere (AGC news, 9 set)

Mosca convoca l’ambasciatore armeno e critica i ‘passi ostili’ di Erevan (Globalist, 9 set)

272° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 1. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Mentre Aliyev è intento a sterminare gli Armeni, il mondo guarda altrove e permette il genocidio (Korazym, 9 set)

272° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 2. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Aggressore che si comporta come vittima. Capo di nomadi Tartari, che pensano che il Caucaso sia la loro terra (Korazym, 9 set)

Armenia-Azerbaigian: Pashinyan apre a un “colloquio urgente” con Aliyev per allentare le tensioni (Agenzia Nova, 9 set)

L’appello di Kim Kardashian a Joe Biden: “Ferma un altro genocidio armeno” (Tutto notizie, 9 set)

“L’Armenia di oggi è la nostra terra”: Aliyev ha annunciato una guerra tra Azerbaigian e Armenia? (Avia, 9 set)

AZERBAIJAN vs ARMENIA/ “Guerra imminente, la Russia ci ha tradito e ora guardiamo agli Usa” (Il Sussidiario, 10 set)

273° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 1. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. La voce della gente: “Siamo ancora in gabbia come animali dello zoo e hanno appena deciso di darci da mangiare” (Korazym, 10 set)

273° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 2. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Gli eventi si stanno sviluppando molto rapidamente (Korazym, 10 set)

La variabile armena: gas e petrolio al centro delle tensioni (mondiali) sul Nagorno-Karabakh (L’Antidiplomatico, 10 set)

Quali destini nella polveriera caucasica? Risponde Di Liddo (CeSI) (Formiche, 10 set)

Le elezioni nel Nagorno Karabakh minacciano le relazioni fra Armenia e Russia (Scenari economici, 10 set)

274° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Per gli Armeni dell’Artsakh vale la saggezza di vedere per credere (Korazym, 11 set)

Castaldo, Ue prevenga catastrofe umanitaria in Nagorno Karabakh (Ansa, 11 set)

Artsakh – Tradito e abbandonato da tutti si rivolge all’America (Assadakah, 12 set)

275° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Vedere per credere (Korazym, 12 set)

I grandi della Terra e il Nagorno Karabakh (Asia news, 12 set)

Armenia, c’è l’accordo sulla riapertura del corridoio umanitario (Avvenire, 12 set)

Nuove scintille tra Armenia e Azerbaigian: sullo sfondo Iran e Turchia (Quotidiano sociale, 12 set)

Un convoglio umanitario è arrivato in Nagorno-Karabakh passando dall’Azerbaijan (Il Post, 12 set)

Il presidente de facto del Karabakh si dimette, nominato un sostituto (Osservatorio Balcani Caucaso, 12 set)

#ArtsakhBlockade Holodomor di serie B. Cari senatori, in Artsakh la fame uccide come in Ucraina novant’anni fa (Korazym, 12 set)

Nagorno-Karabakh, le esercitazioni militari per ridurre la tensione? (Formiche, 12 set)

Armenia, la guerra e il futuro (La difesa del popolo, 13 set, per abb.)

Azerbaigian-Armenia: Ue, “garantire la fornitura di prodotti essenziali agli armeni del Karabakh” (Agenzia SIR, 13 set)

Tensioni tra Armenia e Azerbaigian, Michel incontra Pashinyan e Aliyev (Sardegnagol, 13 set)

276° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Il blocco in corso da 9 mesi continua. La realtà è superiore all’inganno (Korazym, 13 set)

Nagorno Karabakh: su una guerra infinita l’ombra di un nuovo genocidio (parte 2) (Storia Verità, 13 set)

277° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. L’Azerbajgian prosegue l’assedio (Korazym, 14 set)

Un nuovo genocidio del popolo armeno (L’ortica, 14 set)

“Aderiamo alla Corte Penale Internazionale”: schiaffo dell’Armenia alla Russia (Il Giornale, 14 set)

#ArtsakhBlockade Pro memoria (Korazym, 14 set)

Armenia: la genesi del nuovo fronte della NATO contro la Russia (L’Antidiplomatico, 14 set)

Portavoce del Cremlino: la Russia rimane un affidabile garante della sicurezza nel Nagorno-Karabakh (Top war, 14 set)

L’Ue guarda con speranza ai primi convogli umanitari arrivati in Nagorno-Karabakh: “Sia riaperto il corridoio di Lachin” (Eunews, 15 set)

278° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Rinnega firma e accordi, respinge appelli e ordini, non revoca chiusura Corridoio di Lachin (Korazym, 15 set)

L’Armenia snobba di nuovo la Russia con le prime esercitazioni militari con gli Stati Uniti (Startmag, 16 set)

Intervista con Uzay Bulut: “E’ in gioco il futuro dell’Europa e della cristianità nel mondo” (La voce del patriota, 16 set)

279° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Gli USA non tollereranno alcuna azione volta alla pulizia etnica della popolazione armena (Korazym, 16 set)

NAGORNO KARABAKH. Artsakh alla fame. Gli Azeri dicono no all’apertura di Lachin (AGC news, 17 set)

Russia e Iran sono sulla stessa lunghezza d’onda per quanto riguarda l’Armenia (Controinformazione, 17 set)

280° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Sottomettere gli Armeni con l’arma della fame in modo che, se e quando il Corridoio di Lachin riaprirà, se ne vadano (Korazym, 17 set)

281° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Artsakh è armeno. Lo è stato sempre… e non rinuncia ad essere armeno (Korazym, 18 set)

Le forniture di aiuti umanitari nel Nagorno-Karabakh sono finalmente riprese. L’Ue esorta a “regolarizzare il passaggio” (Eunews, 18 set)

Il doppio gioco azero sugli aiuti umanitari agli armeni del Nagorno-Karabakh (Tempi, 19 set)

282° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh – Parte 1. Il Corridoio di Berdzor (Lachin) rimane chiuso. L’Artsakh rimane sotto assedio azero (Korazym, 19 set)

282° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 2. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Azerbajgian attacca su larga scala l’Artsakh ++++ IN AGGIORNAMENTO ++++ (Korazym, 19 set)

L’Azerbaigian ha iniziato a bombardare gli armeni del Nagorno-Karabakh (Tempi, 19 set)

Nagorno Karabakh, Azerbaigian lancia offensiva nella regione contesa (ADN Kronos, 19 set)

L’Azerbaigian finisce il lavoro in Artsakh? (Difesa online, 19 set)

Bombe azere sul Nagorno-Karabakh, nuovo conflitto nell’area contesa con l’Armenia (Rai news, 19 set)

Offensiva dell’Azerbaijan in Nagorno Karabakh: droni e colpi di artiglieria sulla popolazione. “Dopo nove mesi di isolamento totale, il genocidio è realtà” (La Stampa, 19 set)

Si accende il “secondo fronte” del Caucaso: cosa può succedere ora (L’Antidiplomatico, 19 set)

Armenia – Dichiarazione dell’ambasciatrice Hambardzumyan (Assadakah, 19 set)

L’Azerbaigian bombarda il Nagorno-Karabakh  (Limes, 19 set)

Nagorno Karabakh. Offensiva militare azera: quando le armi sostituiscono la diplomazia (Notizie geopolitiche, 19 set)

Nagorno-Karabakh. «Gli azeri sparano sui civili. La pulizia etnica è iniziata» (Tempi, 20 set)

283° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. La guerra giorno 2. L’Artsakh si è arreso. La comunità internazionale non ha salvato, ha tradito l’Artsakh (Korazym, 20 set)

Il futuro sospeso dell’Armenia (Insideover, 20 set)

Il Karabakh accetta i colloqui di integrazione con l’Azerbaijan (Osservatorio Balcani Caucaso, 20 set)

Nagorno-Karabakh: gli eurodeputati chedono sanzioni contro l’Azerbaigian (Eunews, 20 set)

Spunta la tregua nel Nagorno-Karabakh. L’Armenia pronta a esplodere (Avvenire, 20 set)

Bombardata Stepanakert, tra disastro umanitario e una guerra alle porte (East journal, 20 set)

Cessate il fuoco dopo 24 ore di bombardamenti in Nagorno-Karabakh. L’Ue valuta la resa dei separatisti all’esercito azero (Eunews, 20 set)

“Non siate spettatori di un altro genocidio” (Riforma, 20 set)

Nagorno-Karabakh, separatisti armeni depongono le armi. Proteste e scontri a Erevan (Sky tg24, 20 set)

Scontro tra Azerbaigian e Nagorno-Karabakh, l’analista Boltuc: “L’Armenia sempre più vicina agli Usa rischia di abbandonare i separatisti” (Il fatto quotidiano, 20 set)

Nagorno-Karabakh, cessate il fuoco dopo 32 morti e 2mila evacuati. L’opposizione armena chiede l’impeachment del premier Pashinian (Il fatto quotidiano, 20 set)

Russia e Armenia, rapporti sempre più incrinati (Osservatorio Balcani Caucaso, 20 set)

Armenia, Azerbaijan, Nagorno-Karabakh: la forza della ragione e le ragioni della forza (Osservatorio globalizzazione, 20 set)

In Artsakh ha vinto la prepotenza azera e l’indifferenza occidentale (Assadakah, 20 set)

Nagorno-Karabakh, migliaia di civili lasciano l’enclave. Si tratta la resa (Avvenire, 21 set)

Nel Nagorno-Karabakh la ‘pace ibrida’ non ha più garanti (Affari internazionali, 21 set)

Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 2° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero – Parte 1. Parlamentari europei: sostegno per l’Armenia e sanzioni per l’Azerbajgian (Korazym, 21 set)

Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 2° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero – Parte 2. EU chiede completa apertura Corridoio di Lachin (Korazym, 21 set)

Abbiamo lasciato soli gli armeni (Tempi, 21 set)

L’Azerbaijan sfrutta il gas per le sue mire sull’Armenia (Wired, 21 set)

Conflitto Armenia-Azerbaijan: la fine del Nagorno Karabakh (Osservatorio Balcani Caucaso, 21 set)

Erdogan sbaglia, il Nagorno-Karabakh non appartiene all’Azerbaigian (Tempi, 21 set)

In Nagorno-Karabakh la resa dei separatisti armeni chiude i giochi (manifesto, 21 set)

Gli azeri si riprendono il Nagorno Karabakh. Ora chi difenderà gli armeni? (NicolaPorro, 21 set)

Perché si parla di un nuovo genocidio armeno (Today, 21 set)

L’Azerbaijan chiede altre armi al governo italiano (Assadakah, 21 set)

Il destino dell’Artsakh era segnato da più di un anno (Tempi, 22 set)

L’Azerbaigian piega gli armeni, abbandonati da Russia e Nato (Pagine esteri, 22 set)

Nagorno-Karabakh, la tregua regge e gli armeni scappano (Avvenire, 22 set)

Karabakh, l’Armenia chiede al Consiglio di sicurezza dell’Onu di inviare delle forze di pace nella regione (Agenzia Nova, 22 set)

285° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 3° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero. Urge missione militare del Consiglio di Sicurezza ONU (Korazym, 22 set)

«L’Ue doveva aiutare gli armeni. Ora sanzioniamo il regime azero di Aliyev» (Tempi, 22 set)

In Francia piovono critiche sulla risposta debole di Borrell al nuovo scontro sul Nagorno-Karabakh (Euractiv, 22 set)

Nagorno-Karabakh, ferme le armi (per ora). Ecco gli scenari (Formiche, 22 set)

Nagorno Karabakh: Caritas Internationalis e Armena, 200 morti e più di 400 feriti. 10.000 persone bloccate all’aeroporto di Stepanakert senza acqua e cibo (Agenzia SIR, 22 set)

In Nagorno Karabakh la Russia non si è mossa (Il post, 22 set)

Nagorno-Karabakh, l’attivista azero: “Baku vuole la sostituzione etnica degli armeni. Proteste a Erevan? Sono opera della Russia” (Il Fatto quotidiano, 22 set)

NAGORNO KARABAKH/ “Ora si rischia un genocidio, l’Ue non può evitarlo, il Papa sì” (Il sussidiario, 22 set)

Gli azeri massacrano gli armeni delle zone della resa (Assadakah, 23 set)

286° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 4° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero. Urge aprire corridoio umanitario per l’Artsakh (Korazym, 23 set)

I profughi armeni si ammassano a Stepanekert (Il manifesto, 23 set)

La fine del Nagorno Karabakh porterà alla pace? (East journal, 23 set)

Cessate il fuoco traballante in Nagorno Karabakh. Arrivano gli aiuti /Euronews, 23 set)

287° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 5° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero. Stiamo con l’Artsakh. Stiamo, anche da soli (Korazym, 24 set)

Piccoli grandi uomini. “Finché il Signore vuole, noi ci saremo sempre” (Korazym, 24 set)

Non solo Leonardo, ecco come l’Italia punta all’export in Azerbaigian (Startmag, 25 mag)

Nagorno Karabakh: una crisi dai risvolti oscuri (L’Opinione, 25 set)

Nagorno Karabakh: come la Russia rischia di perdere il suo piccolo ma fondamentale alleato armeno (Report difesa, 25 set)

La pulizia etnica dell’Azerbajgian in Artsakh è un altro fallimento di prevenzione del genocidio delle Nazioni Unite (Korazym, 25 set)

288° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 6° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero. Destino dell’Artsakh vergogna per l’intero mondo civilizzato (Korazym, 25 set)

A migliaia in fuga dal Nagorno-Karabakh verso l’Armenia (Agenzia DIRE, 25 set)

Mosca: in Armenia Usa evitino atteggiamenti anti-russi (Ansa, 25 set)

Nagorno Karabakh: come la Russia rischia di perdere il suo piccolo ma fondamentale alleato armeno (Report difesa, 25 set)

Fuga dal Nagorno Karabakh, l’ennesimo esodo degli armeni (Corriere della sera, 25 set)

«Se l’Armenia non si difende, farà la fine del Nagorno-Karabakh» (Tempi, 25 set)

Non solo Leonardo, ecco come l’Italia punta all’export in Azerbaigian (Startmag, 25 set)

Il “tradimento” dello Zar e il trionfo del Sultano. Il risiko del Caucaso (ora diventato più turco) (Il Giornale, 25 set)

Il massacro degli armeni nell’indifferenza occidentale (Gariwo, 25 set)

In migliaia in fuga dal Nagorno Karabakh. Erdogan “orgoglioso” di Baku (Euronews, 25 set)

Le mani di Erdogan sul Caucaso: un «corridoio» nelle aree armene (Avvenire, 26 set)

Nagorno Karabakh: una crisi dai risvolti oscuri (L’Opinione, 26 set)

Artsakh – Armeni in fuga tra terribili esplosioni (Assadakah, 26 set)

Nagorno-Karabakh, i profughi di una tregua fragile e violenta (Manifesto, 26 set)

289° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 7° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero. Esodo di massa dall’Artsakh verso l’Armenia (Korazym, 26 set)

«Se l’Armenia non si difende, farà la fine del Nagorno-Karabakh» (Tempi, 26 set)

Nagorno Karabakh: Erdogan arriva, gli armeni se ne vanno (La nuova bussola quotidiana, 26 set)

Crisi umanitaria in Nagorno-Karabakh: in 19mila lasciano la regione. E l’Armenia chiede all’Ue sanzioni per il governo di Baku (Il fatto quotidiano, 26 set)

AZERBAIGIAN, PELLEGRINI (M5S): CROSETTO SPIEGHI FORNITURE MILITARI (Notizie geopolitiche, 26 set)

Esplode un deposito di carburante in Nagorno-Karabakh, almeno 68 morti (AGI, 26 set)

Addio al Karabakh, la fuga è una lunga attesa (manifesto, 26 set)

Una marea umana verso l’Armenia. E la Russia accusa il presidente Nikol Pashinian di aver fallito (Spondasud, 26 set)

Esodo dal Nagorno-Karabakh: la fuga degli armeni e i dubbi sul futuro del Caucaso (Il riformista, 27 set)

La fuga dei cristiani armeni dall’Artsakh invaso dagli Azeri (ACI stampa, 27 set)

290° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 8° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero. “Dobbiamo andarcene, perché qui per noi con gli Azeri non c’è vita” (Korazym, 27 set)

Nagorno-Karabakh, arrestato l’ex premier dell’enclave separatista Ruben Vardanyan. Oltre 50mila gli sfollati (l fatto quotidiano, 27 set)

Nagorno-Karabakh: il preludio di un conflitto ancora più grande senza l’intervento dell’Occidente (Eastwest, 27 set)

Popoli sacrificabili. Come la regina negli scacchi (Korazym, 27 set)

Karabakh: dopo il cessate il fuoco, Armenia e Azerbaijan si preparano ai colloqui (Osservatorio Balcani Caucaso, 27 set)

Il Nagorno Karabakh e la fuga degli armeni: cosa sta succedendo e gli scenari possibili (Corriere della sera, 27 set)

L’Italia e l’Azerbaijan, la pace e i condizionatori accesi (Città nuova, 27 set)

Armi (droni) e intelligence: lo “scambio” tra Israele e Azerbaijan (Il sussidiario, 27 set)

Armi italiane all’autocrate azero Aliyev per la repressione degli armeni, il Pd attacca il governo: “Crosetto chiarisca in Parlamento” (La stampa, 27 set)

Nagorno-Karabakh, arrestato l’ex premier dell’enclave separatista Ruben Vardanyan. Oltre 50mila gli sfollati (Il fatto quotidiano, 27 set)

Armenia: in fuga da Nagorno Karabakh dopo l’attacco dell’Azerbaigian (MSF, 27 set)

Gas, petrolio, armi. Quanto basta a Roma (e Bruxelles) per tacere sulle angherie dell’Azerbaigian (Huffpost, 27 set)

Crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh: come aiutare la popolazione armena (Valigia blu, 27 set)

Perché sentiremo ancora parlare del Nagorno Karabakh (Lettera 43, 27 set)

NAGORNO KARABAKH/ “Il piano di Turchia e Azerbaijan è impadronirsi anche dell’Armenia” (Il sussidiario, 28 set)

Baku arresta Vardanyan, ex premier dell’Artsakh (il manifesto, 28 set)

Nagorno Karakah – Gli azeri arrestano l’ex Ministro armeno Ruben Vardanyan (Assadakah, 28 set)

Il tragico esodo degli armeni, cacciati dalla loro terra dall’Azerbaigian (Tempi, 28 set)

«Perché il mondo non si indigna per ciò che accade in Armenia?» (Tempi, 28 set)

Armenia, dal Nagorno-Karabakh oltre 65mila rifugiati | L’Artsakh cesserà di esistere dal primo gennaio 2024 (Il Riformista, 28 set)

«Perché il mondo non si indigna per ciò che accade in Armenia?» (Tempi, 28 set)

La Repubblica del Nagorno Karabakh smantellata dal 2024. Oltre 60mila scappati in Armenia (Il Fatto quotidiano, 28 set)

Nagorno Karabakh, lo choccante annuncio: dal 1 gennaio 2024 sarà la fine (TGLa7, 28 set)

Il Nagorno-Karabakh non esiste più. L’esodo di 88mila armeni (Avvenire, 28 set)

Nagorno-Karabakh. Ansia tra gli armeni a Gerusalemme (il manifesto, 28 set)

Dopo il Nagorno Karabakh occhi puntati sul Nakhchivan (Atlante guerre, 28 set)

291° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 9° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero. Una comunità millenaria è terminata con la brutta forza (Korazym, 28 set)

La repubblica del Nagorno-Karabakh è stata dissolta. Più di metà della popolazione ha abbandonato la regione (Domani, 28 set)

Gas e armi, tutti gli affari italiani con l’Azerbaigian di Aliyev (Il manifesto, 29 set)

Tra i profughi fuggiti dall’Artsakh. «Non torneremo mai più nelle nostre case» (Tempi, 29 set)

Pulizia etnica in Nagorno-Karabakh: «Via tutti» (il manifesto, 29 set)

Nagorno Karabakh, l’esodo dei profughi armeni: “Abbiamo paura, ma siamo forti” (Il Giornale, 29 set)

Il Nagorno-Karabakh non esiste più. I suoi profughi sì (Rai news 24, 29 set, video)

In fuga dal Nagorno Karabakh (Osservatorio Balcani Caucaso, 29 set)

Gli armeni vittime della “realpolitik”. Altro Esodo nel silenzio (Avvenire, 29 set)

292° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 10° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero. Proseguo l’esodo degli sfollati sforzati (Korazym, 29 set)

Armenia. L’UNHCR chiede un sostegno urgente per l’emergenza sanitaria (Notizie geopolitiche, 29 set)

Dite addio al Nagorno Karabakh (ISPI on line, 29 set)

«L’Azerbaigian ha ucciso i miei figli di otto e dieci anni» (Tempi, 30 set)

Nagorno-Karabakh, fine ingloriosa della Repubblica dell’Artsakh (Kulturjam, 30 set)

293° giorno dal #ArtsakhBlockade. 11° giorno della resa dopo la soluzione finale di Aliyev in Artsakh. ONU e EU hanno tradito l’Artsakh e i propri principi (Korazym, 30 set)

Continua l’esodo di massa dal Karabakh, fuggiti oltre 100mila armeni (Rai news, 30 set)

In fuga da Nagorno Karabakh (Articolo 21, 30 set)

Oltre centomila profughi sono giunti in Armenia dal Nagorno-Karabakh. L’Italia attiva la Protezione civile (Agenzia Nova, 30 set)

Hakobyan (Armenia): “In Nagorno-Karabakh un tentativo di genocidio culturale”/ “Ue indifferente” (Il sussidiario, 30 set)

“L’Occidente dei diritti ignora armeni del Nagorno Karabakh”/ Quirico “Lotta contro Putin ma perdona Aliyev” (Il sussidiario, 30 set)

(30) MANIFESTAZIONE A YEREVAN – Migliaia di persone si sono radunate a Yerevan in piazza della repubblica chiedendola liberazione delle autorità dell’Artsakh fatte prigioniere dagli azeri.

(30) DATI SFOLLATI – Alle 14 ora locale il numero degli sfollati era di 100.417. Artak Beglaryan, ex ministro di stato dell’Artsakh, ha dichiarato che in Nagorno Karabakh non è rimasto quasi più nessuno. “Le mie informazioni non ufficiali: gli ultimi gruppi di Artsakh sono attualmente in viaggio verso l’Armenia. Nell’Artsakh rimangono al massimo qualche centinaio di persone, la maggior parte delle quali sono funzionari, addetti ai servizi di emergenza, volontari e alcune persone con bisogni speciali. Anche loro si stanno preparando a partire”, ha scritto su Telegram.

(30) AMBULANZE A STEPANAKERT – Per far fronte alle urgenti necessità mediche a Stepanakert, 15 ambulanze sono state impiegate per trasportare persone con problemi muscoloscheletrici e altri problemi di salute in Armenia. Questa importante iniziativa è stata confermata durante una conferenza stampa da Nazeli Baghdasaryan, l’addetto stampa del capo del governo armeno. Il ministro della Sanità armeno Anahit Avanesyan ha fornito ulteriori dettagli, sottolineando l’attenzione verso le persone costrette a letto o alle prese con disturbi muscolo-scheletrici (ci sono 15 persone con questi problemi al momento a Stepanakert ). Queste ambulanze sono dedicate a facilitare il trasporto sicuro e rapido di questi pazienti verso le strutture mediche in Armenia.

(30) ARRESTATO BABAYAN –  I media azeri hanno riferito della detenzione dell’ex ministro degli Esteri dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh), David Babayan. Secondo questi rapporti, contro di lui è stato avviato un procedimento penale. In un post su Facebook pubblicato il 28 settembre, David Babayan ha annunciato la sua decisione di viaggiare da Stepanakert a Shushi. Ha spiegato che era incluso nella “lista nera” dell’Azerbaigian e che le autorità azere avevano richiesto la sua presenza a Baku per un’indagine. Babayan ha espresso la sua comprensione per l’ansia e lo stress che questa decisione causerebbe ai suoi cari, ma ha sottolineato il suo impegno ad essere una persona onesta, gran lavoratore, patriota e cristiano che non può permettere che venga fatto del male al suo popolo.

(29) DATI SFOLLATI – Alle 10 ora locale il numero degli sfollati era di 88.780

(28) JALAVYAN E’ A GORIS – l leggendario comandante dell’Artsakh, eroe dell’Artsakh, il colonnello Karen Jalavyan, Kyoch, è a Goris. Nei giorni scorsi era circolata la notizia di una sua possibile morte in battaglia.

(28) DATI SFOLLATI – Alle 14ora locale il numero degli sfollati dall’Artsakh è salito a 70.500. Nel frattempo le autorità dell’Azerbaigian hanno comunicato l’inizio delle operazioni amministrative di registrazione degli armeni dell’Artsakh per determinare il loro status legale.

(28) BABAYAN E BELGLARYAN – L’ex ministro degli Esteri nonché portavoce della presidenza della repubblica ha detto che si consegnerà agli azeri a Shushi. L’ex consigliere presidenziale Belglaryan ha informato ch è vivo e in un luogo segreto.

(28) ACCUSE A VARDANYAN – L’Azerbaigian accusa l’ex ministro di Stato di ingresso illegale nello Stato, attività cirminali e finanziamento del terrorismo. Per il politico (con cittadinanza armena) si profila una condanna non inferiore a 14 anni di reclusione. Nel frattempo è stato già condannato a quattro mesi di reclusione. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller ha risposto oggi in un briefing alla domanda sull’arresto dell’ex ministro di Stato dell’Artsakh Ruben Vardanyan da parte dell’Azerbaigian dopo aver attraversato il corridoio Lachin. “Siamo a conoscenza dell’arresto. Stiamo monitorando da vicino la situazione. Non ho altri commenti oggi”, ha detto. 

(28) DECRETO SU STATO ARTSAKH – Il presidente della repubblica, Samvel Shahramanyan, ha firmato oggi un decreto che prevede lo sciogliemento di tutte le istituzioni statali alla data del primo gennaio 2024.

(27) PERDITE AZERE – Secondo il ministero della Difesa dell’Azerbaigian nell’attacco all’Artsakh sono rimasti uccisi 180 soldati azeri e 12 dipendenti del Ministero degli Interni, mentre 511 soldati sono rimasti feriti.

(27) DATI SFOLLATI – Alle 18 ora locale il numero degli sfollati dall’Artsakh è salito a 53.629. Quasi metà della popolazione ha abbandonato la repubblica.

(27) ARRESTATO VARDANYAN – L’ex ministro di Stato Ruben Vardanyan è stato arrestato dalle autorità azere al checkpoint all’ingresso del corridoio di Lachin mentre stava per raggiungere l’Armenia. Il politico armeno è la prima alta figura dello Stato ad essere catturata dal nemico. Secondo fonti azere sarebbe stato già trasfrito a Baku.

(27) SOCCORSO AZERO? – I media azeri riferiscono che una brigata del servizio di emergenza formata da 50 persone è stata inviata in Artsakh a seguito dell’esplosione del deposito di carburante e che una colonna di 53 veicoli è diretta a Ivanian per allestire un ospedale da campo.

(27) ESPLOSIONE – Dopo l’esplosione di un deposito di carburante vicino alla capitale del Nagorno-Karabakh Stepanakert, 58 persone con ustioni di vario grado sono state evacuate dalle strutture mediche del Nagorno-Karabakh con voli dell’aviazione sanitaria delle forze aerospaziali russe per cure mediche specialistiche in Armenia. Lo ha riferito il servizio stampa del Ministero della Difesa russo segnalando altresì che si trovano ancora 522 civili, tra cui 293 bambini, nel quartier generale delle truppe russe di mantenimento della pace nel Nagorno Karabakh, e che attualmente non possono tornare alle loro case. Per loro sono stati organizzati alloggio, cibo e assistenza medica. nGli elicotteri della forza di pace russa hanno trasportato in Armenia 142 feriti.

(27) COLLOQUIO LAVROV-BAYRAMOV – Oggi ha avuto luogo una conversazione telefonica tra il Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergey Lavrov e il Ministro degli Affari Esteri dell’Azerbaigian Jeihun Bayramov. Lo ha riferito il servizio stampa del ministero degli Esteri russo. “È stata discussa la situazione in Karabakh, comprese le questioni relative agli aiuti umanitari, ai diritti e alla sicurezza della popolazione armena locale. Sono state discusse le modalità per attuare un pacchetto di accordi tripartiti al massimo livello nel 2020-2022, riguardanti lo sviluppo di un trattato di pace tra Baku e Yerevan, la delimitazione del confine armeno-azerbaigiano e lo sblocco delle comunicazioni di trasporto. Verranno inoltre toccati alcuni temi dell’agenda bilaterale e regionale. È stato raggiunto un accordo su ulteriori contatti a diversi livelli”,

(27) KARABAKH TELECOM – Il lavoro dell’operatore mobile “Karabakh Telecom” è stato interrotto nell’Artsakh. Lo riferiscono i media azeri. Si nota che d’ora in poi le chiamate verranno effettuate solo tramite gli operatori di telecomunicazioni dell’Azerbaigian.

(27) INIZIATIVA FRANCESE – La Francia aprirà presto un ufficio consolare nella provincia meridionale armena di Syunik, vicino al confine, e stanzierà ulteriori 7 milioni di euro in aiuti all’Armenia e al Nagorno Karabakh secondo quanto detto dal ministro degli Esteri francese Catherine Colonna durante una sessione di domande e risposte in parlamento. L’apertura di un consolato nell’Armenia meridionale è molto significativa dal punto di vista politico e un chiaro messaggio ad Aliyev.

(27) ALIYEV E ONU – Le autorità azere sono pronte ad organizzare un viaggio in Karabakh per i rappresentanti delle Nazioni Unite. Lo ha detto il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev in una conversazione telefonica con il segretario di Stato americano Antony Blinken. Aliyev ha sottolineato che si sta lavorando per garantire i diritti della popolazione armena del Karabakh in conformità con la legislazione azera e gli obblighi internazionali del paese.

(27) ANNIVERSARIO – Tre anni fa l’Azerbaigian attaccava la repubblica di Artsakh. Un’altra guerra. E non era l’ultima.

(26) ESODO – 20.270 persone hanno già lasciato l’Artsakh. 2850 di queste persone hanno ricevuto un alloggio dallo Stato secondo quanto riferito dal portavoce del Primo ministro dell’Armenia, Nazeli Baghdasaryan, nel corso di una conferenza stampa. “20.270 persone hanno già ricevuto la registrazione e la loro assegnazione è in corso. Lo Stato si è occupato dell’alloggio di 2.850 sfollati forzati. In particolare, la questione abitativa di 615 persone è stata risolta a Goris, 169 a Sisian, 171 a Tatev, 324 a Kapan e 19 a Meghri”, ha detto. “In generale, 1.298 sfollati sono stati collocati nella regione di Syunik, 532 a Vayots Dzor, 752 a Gegharkunik, 268 a Tavush”, ha aggiunto Nazeli Baghdasaryan. Si è appreso che oggi un uomo di 60 anni, originario di Shushi, è morto durante il viaggio verso l’Armenia per cause ancora sconosciute.

(26) BILANCIO ESPLOSIONE – Sono al momento 125 le vittime dell’esplosione al deposito di carburante vicino Stepanakert. 63 gli ustionati ricoverati in città mentre altri 23 sono stati trasferiti con ambulanze in Armenia.

(26) RIUNIONE BRUXELLES – Oggi è in programma una riunione tra i consiglieri nazionali della sicurezza di Armenia, Azerbaigian, Francia, Germania con il rappresentante speciale Ue per il Caucaso Meridionale, Toivo Klaar. Ad ospitare il vertice il consigliere nazionale per la sicurezza del Consiglio Ue, Simon Mordue. Scopo dell’incontro sarà fare il punto della situazione attuale e preparare un possibile incontro dei leader a Granada, dove il 5 ottobre si terrà il vertice della Comunità Politica Europea. 

(26) IN FUGA DALL’ARTSAKH – Alle ore 10 locali erano più di 13.000 i cittadini che hanno lasciato l’Artsakh. una fila ininterrotta di auto crea un serpentone da Stepanakert al confine con l’Armenia. Le autorità dell’Artsakh inutilmente hanno lanciato un appello per non intasare il corridoio di Lachin.

(26) BILANCIO GRAVISSIMO PER ESPLOSIONE – A questa mattina il bilnacio dell’esplosione di ieri al deposito di carburante è di venti morti (13 ancora da ricnoscere) e 290 feriti. Molti dispersi. un centinaio di persone avrebbero ustioni quasi tottali. Da Yerevan sono giunti in elicottero alcuni medici che hano portato anche farmaci e medicazioni. l’opsedale centrale di Stepanakert è al collasso senza cibo, medicine e apparecchiature. Con gli elicotteri si trasportano in Armenia i malati più gravi.

(25) ESPLOSIONE CARBURANTI – Una violenta esplosione è occorsa a un deposito di carburante che si trova tra Stepanakert e Askeran. Intorno alla struttura si trovavano centinaia di persone che stavano cercando di ottenere il rifornimento per le proprie auto onde poter lasciare l’Artsakh. Il primo bilancio provvisorio parla di vittime e circa duecento feriti. Ignote le cause dello scoppio, nulla può essere escluso.

(25) INVITO DELLE AUTORITA’ – Il presidente della repubblica Shahramanyan ha tenuto una riunione di lavoro con il ministro dell’Interno e altri funzionari di Stato. Sono state date istruzioni per organizzare la circolazione sicura dei cittadini, nonché la sicurezza interna, il traffico stradale e l’ordine pubblico. In particolare, in conseguenza del gran numero di veicoli che stanno lasciando l’Artsakh, le autorità di Stepanakert invitano a non farsi prendere dal panico e non avere fretta per non sovraccaricare il corridoio che collega l’Artsakh all’Armenia. Il trasferimento della popolazione avviene per fasi, per le quali non sono previste scadenze prestabilite. Il processo continuerà fino a quando non sarà pienamente garantito il trasporto dei cittadini che desiderano recarsi in Armenia. Il Servizio statale per le situazioni di emergenza del Ministero degli affari interni continua la sua missione, effettuando operazioni di ricerca e salvataggio dei resti di militari e civili morti, nonché dei nostri connazionali ancora sconosciuti.

(25) SECONDO INCONTRO ARMENO-AZERO – Si è tenuto un nuovo incontro tra una delegazione armena e una dell’Azerbaigian a Ivanian presso la base militare russa. La presidenza della repubblica dell’Azerbaigian ha rilasciato una nota nella quale si informa che è stato espresso accordo sulle misure adottate per risolvere le questioni discusse il 21 settembre nella città di Yevlakh, in particolare, sulla fornitura di assistenza umanitaria il più presto possibile, sulla ripresa delle forniture di carburante ed elettricità.  E’ stato proposto di creare le condizioni affinché i rappresentanti del Comitato internazionale della Croce Rossa possano incontrare aziani rimasti soli nei villaggi e trasferirli ai familiari o alle istituzioni mediche appropriate. È stato raggiunto un accordo per organizzare un incontro dei membri del gruppo di lavoro per risolvere le questioni sociali, umanitarie, economiche e infrastrutturali. È stato proposto di organizzare congiuntamente i servizi medici di operatori sanitari di origine azera e armena in un ospedale da campo, che si propone di creare vicino alla città Stepanakert o in direzione di Ivanian. Inoltre, è stato proposto di creare un servizio mobile di fornitura alimentare da parte del personale di servizio azero e armeno. Al momento non è stata rilasciata alcuna nota da parte armena.

(25) ARMENI IN FUGA – Alle 12 ora locale (le 10 in Italia) erano 4850 gli armeni scappati dall’Artsakh alla volta dell’Armenia. Molti residenti di Martakert e Martuni sono stati prelevati dalla forza di pace russa e scortati fino al confine dove sono stati presi in carico dai centri di raccolta dei profughi. Alle 17 (le 15 in Italia) il numero era di 6650 pari a circa il 5% della popolazione.

(25) SANZIONI UE ALL’AZERBAIGIAN – Il capo della delegazione per le relazioni con il Caucaso meridionale del Parlamento europeo, Marina Kalyurand, ha reso pubblica una dichiarazione congiunta sua e di altri 3 funzionari del Parlamento europeo (il presidente della commissione per le relazioni estere, David McAllister, il relatore permanente sull’Armenia, Andrei Kovachev, e il relatore permanente sull’Azerbaigian, Zhelyana Zovko) secondo cui questi ultimi invitano il Consiglio a rivedere attentamente le relazioni dell’UE con l’Azerbaigian e a considerare la questione di imporre sanzioni alle autorità azere.

(25) DICHIARAZIONI RUSSE – “Non ci sono chiarimenti riguardo al possibile incontro tra il presidente russo Vladimir Putin, il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev“. Lo ha detto il portavoce del presidente russo, Dmitry Peskov. “Per quanto riguarda la soluzione della situazione nel Karabakh, la cosa principale è evitare i tentativi di terzi senza potenziale di mantenimento della pace di rafforzare la loro presenza nel Caucaso“, ha aggiunto il portavoce. “L’Armenia rimane nostro alleato, uno stato vicino. Sapete che nel nostro Paese vivono più armeni che nella stessa Armenia, molto di più. Continueremo a svolgere le nostre funzioni, continueremo il dialogo con la parte armena, compreso Pashinyan, e continueremo a lavorare per preservare tutti i diritti degli armeni residenti nel Karabakh“, ha affermato Peskov. Il Cremlino spera che l’incontro tra i presidenti di Turchia e Azerbaigian a Nakhichevan contribuirà alla “sicurezza in Karabakh e alla normalizzazione della vita nella regione”.

(25) ERDOGAN IN NAKICHEVAN – Il presidente turco Recep Erdogan è partito per Nakhichevan. Erdogan è accompagnato dal Ministro degli Affari Esteri Hakan Fidan, dal Ministro della Difesa Nazionale Yasar Güler, dal Ministro dell’Energia e delle Risorse Naturali Alparslan Bayraktar, dal Ministro dell’Ambiente, dello Sviluppo Urbano e dei Cambiamenti Climatici Mehmet Ozaseki, dal Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Abdulkadir Uraloglu, dal Ministro del Commercio Omer Bolat. A Nakhijevan Erdogan incontrerà Ilham Aliyev, parteciperà alla cerimonia di posa della prima pietra del gasdotto Igdir-Nakhijevan e, dopo la conferenza stampa congiunta, parteciperà alla cerimonia di apertura del complesso di produzione militare. complesso produttivo militare.

(25) SITUAZIONE RAPITI – Le autorità dell’Artsakh non conoscono i nomi di coloro che sono stati rapiti dagli azeri nel corso dell’attacco del 19 settembre

(24) SITUAZIONE SFOLLATI – Alle 22 ora locale sono stati 1050 i cittadini dell’Artsakh trasportati in Armenia. 770 già registrati, per gli altri 280 in corso il relativo procedimento di identificazione.

(24) RITORNA L’ELETTRICITA’ – Intorno alle 21 ora locale (le 19 in Italia) è stata ripristinata la corrente elettrica a Stepanakert.

(24) PROSSIMI VERITICI ARMENO-AZERI – I leader di Armenia e Azerbaigian si incontreranno il prossimo 5 ottobre nella città spagnola di Granada (dove è previsto un vertice della Comunità politica europea) per negoziati in merito alla situazione nel Nagorno Karabakh. Lo ha riferito il Consiglio di sicurezza armeno. In una nota viene spiegato che per preparare i negoziati “il segretario del Consiglio di sicurezza dell’Armenia, Armen Grigoryan, e l’assistente del presidente dell’Azerbaigian, Hikmet Hajiyev, terranno un incontro a Bruxelles il 26 settembre”.

(24) PRIMI SFOLLATI ARRIVATI IN ARMENIA – Alle 18 ora loacale, sono 377 cittadini sfollati che sono entrati in Armenia provenienti dal Nagorno Karabakh. Lo annuncia il governo della Repubblica Armena. Di questi, i dati censiti per 216 sono stati riepilogati e i bisogni di 161 sono ancora in fase di identificazione. Dei 216 registrati, 118 volevano recarsi nelle residenze designate e 98 attualmente dispongono di un alloggio fornito dal governo.

(24) LA SITUAZIONE – * Il villaggio di Sarnaghbyur, nella regione di Askeran, contava 76 abitanti prima dell’attacco dell’Azerbaigian del 19 settembre.Cinque di loro sono stati uccisi, 15 feriti, 4 catturati dall’Azerbaigian. Lo riferisce l’ombudsman dell’Artsakh.
* I residenti del villaggio di Yegtsaokh nel distretto di Shushi sono stati evacuati e portati a Kornidzor. A seguito delle recenti ostilità, sono rimasti senza casa e hanno espresso il desiderio di trasferirsi dai loro parenti in Armenia. Lo riferisce il quartier generale dell’informazione dell’Artsakh.
* In conformità con l’accordo raggiunto il 20 settembre, sarà assicurata l’uscita del personale dell’Esercito della Difesa dal Nagorno Karabakh in direzione di Lachin-Stepanakert e Karvachar-Vardenis. Lo afferma una dichiarazione del Ministero degli affari interni dell’Azerbaigian, come riportato dai media azeri. Per garantire il viaggio verranno utilizzati autobus e trasporti personali.
* Il Ministero della Difesa della Repubblica d’Armenia ha ribadito la sua posizione in risposta al comunicato del Ministero degli Affari Interni dell’Azerbaigian del 24 settembre, nonché ad altre dichiarazioni ufficiali dell’Azerbaigian, che continuano a diffondere false affermazioni sulla presenza di forze armate armene Unità delle forze armate nel Nagorno-Karabakh. Il Ministero della Difesa della Repubblica d’Armenia sottolinea ancora una volta che non ci sono unità delle Forze Armate RA nel Nagorno-Karabakh.
* L’Azerbaigian ha creato uno speciale gruppo di lavoro governativo che discuterà gli aspetti umanitari, economici e sociali dell’integrazione del Nagorno Karabakh. Lo ha detto in un’intervista a Politico Hikmet Hajiyev, consigliere del presidente dell’Azerbaigian.

(24) PROPOSTA TURCA – Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha intenzione di discutere il proposto incontro tra i leader di Federazione Russa, Turchia, Azerbaigian e Armenia con il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev durante la sua visita di domani nel Nakhichevan, secondo una fonte nell’amministrazione del leader turco. Erdogan aveva precedentemente dichiarato di aver proposto di tenere un incontro quadrilatero dei leader di Federazione Russa, Turchia, Azerbaigian e Armenia. Tuttavia, Ankara non ha ancora ricevuto risposta a questa proposta. Il presidente turco ha espresso l’intenzione di discutere la questione 

(23) ACCORDI RAGGIUNTI CON GLI AZERI – L’InfoCenter Artsakh ha riferito sugli accordi raggiunti con l’Azerbaigian: “Secondo l’accordo sulla cessazione delle ostilità raggiunto con l’Azerbaigian il 20 settembre attraverso la mediazione della parte russa, attualmente si stanno portando avanti le seguenti azioni:
* ritiro delle unità dell’Esercito di Difesa dalle posizioni di combattimento e loro trasferimento in luoghi di schieramento permanente parallelamente al processo di scioglimento dell’Esercito
* attività di ricerca di persone morte e scomparse
* trasporto dei feriti in condizioni gravi ed estremamente gravi, nonché dei pazienti, alle istituzioni mediche in Armenia, accompagnati dal Comitato internazionale della Croce Rossa e dalle forze di pace russe
* importazione di forniture umanitarie, medicinali, beni essenziali e carburante nell’Artsakh attraverso la strada Goris-Stepanakert attraverso la mediazione della missione di mantenimento della pace russa
* l’inizio dei lavori per il ripristino dell’energia elettrica il 24 settembre
* organizzazione di consultazioni politiche sul futuro dell’Artsakh e della sua popolazione
Chiediamo ai nostri connazionali di mantenere la calma e di non cedere al panico e alle provocazioni.In questo momento fatidico, le autorità della Repubblica informeranno regolarmente il pubblico su tutte le decisioni e gli sviluppi della situazione
”, si legge nel messaggio.

(23) AGGIORNAMENTI SITUAZIONE – * Nell’Artsakh, i corpi di circa 100 vittime uccise dai militari azeri si trovano in comunità isolate da Stepanakert (Martuni, Martakert, ecc.). Ci sono casi in cui vengono uccise diverse vittime civili pacifiche di una stessa famiglia, ha detto su Facebook Arman Tatoyan, ex difensore dei diritti umani dell’Armenia.
* Oggi, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha inviato circa 70 tonnellate di aiuti umanitari alla popolazione del [Artsakh] Nagorno-Karabakh attraverso il corridoio [Berdzor] Lachin. Si tratta per lo più di farina  e dagli ingredienti essenziali necessari per cuocere il pane.
* Toivo Klaar, il rappresentante speciale dell’Unione europea per il Caucaso meridionale, è stato ricevuto dal presidente azero Aliyev. In precedenza a Yerevan aveva incontrato il premier Pashinyan. In Armenia, l’ambasciatore USA si è recato nel Syunik e ha verificato la situazione all’ingresso del corridoio di Lachin.
* Le truppe russe di mantenimento della pace sono impegnate nella fornitura di assistenza umanitaria alla popolazione civile dell’Artsakh. Secondo le informazioni del Ministero della Difesa russo, attualmente ci sono 826 civili, tra cui 440 bambini, sotto la cura e la protezione delle forze di pace russe
* Il Servizio di sicurezza nazionale armeno (NSS) ha segnalato un aumento significativo degli attacchi informatici contro il dominio Internet armeno durante la prima decade di settembre
* La notte scorsa in Artsakh si è svolta senza scontri militari e non ci sono state segnalazioni di esplosioni o proiettili.

(22) AIUTI UMANITARI – Le forze di pace russe hanno assicurato la consegna di 50 tonnellate di aiuti umanitari alla popolazione del Nagorno Karabakh attraverso il corridoio Lachin e la strada Aghdam. Lo ha riferito il Ministero della Difesa della Federazione Russa. In precedenza, media hanno riferito che un convoglio di circa 15 camion di forze di pace russe era transitato sulla strada Goris (ARM)-Stepanakert.

(22) AGGIORNAMENTI SITUAZIONE (ore 20) – *Il ministro della Sanità dell’Artsakh, Vardan Tadevosyan, riferisce che ci sono difficoltà a traspoprtare da martakert a Stepanakert i corpi dei caduti. Ci sono diverse decine di vittime e tra loro ci sono civili e un bambino. 
* Smentita la morte del comandante Jaren Jalavyan (Kyokh) che pare avesse annunciato di non voler deporre le armi e continuare a combattere. Al momento non se ne conosce la sorte.
* Negli ultimi due giorni, l’Ufficio per i difensori dei diritti umani e altri organi statali correlati dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh hanno ricevuto più di 600 chiamate e richieste da cittadini che cercano i loro familiari e parenti scomparsi.
* Secondo quanto riferito dal congliere presidenziale Babayan, oggi sette automezzi della forza di pace russa sono entrati in Artsakh da Lachin consegnando aiuti umanitari. Giornalisti in zona confermano il passaggio.
* Continuano le proteste in Armenia. Quattro cortei stanno convergendo verso piazza della repubblica a Yerevan. Manifestazioni anche a Gymri, bloccate alcune strade statali.
* Il Comando delle forze di pace russe ha registrato due violazioni del cessate-il-fuoco nella regione di Askeran

(22) ESERCITO DI DIFESA – Non è stato raggiunto alcun accordo con l’Azerbaigian sulle garanzie di sicurezza o sull’amnistia che saranno concesse ai soldati e agli ufficiali dell’Esercito di difesa del Nagorno Karabakh in caso di loro scioglimento, ha detto all’agenzia Reuters Davit Babayan, consigliere del presidente del Nagorno-Karabakh. “Queste questioni devono ancora essere risolte. Non ci sono ancora risultati concreti”, ha detto.

(22) AGGIORNAMENTI SITUAZIONE (ore 18) – * Sono in corso negoziati con la parte azera, attraverso la mediazione delle forze di pace russe, per effettuare il ritiro delle truppe e garantire il ritorno alle loro case delle persone evacuate a seguito dell’aggressione militare. Allo stesso tempo, viene discussa anche la procedura per le persone che entrano ed escono dall’Artsakh.
* Ieri è stato possibile stabilire un contatto con 7-8 dozzine di residenti dell’Artsakh che fino a quel momento erano considerati dispersi e portarli sani e salvi fuori dal blocco. “Come risultato delle ultime operazioni [militari] [dell’Azerbaigian nell’Artsakh], ci sono state posizioni [militari dell’Artsakh] sotto assedio, da dove i nostri militari sono stati portati fuori attraverso i negoziati”, ha dichiarato il deputato Tigran Abrahamyan.
* La presenza delle potenti forze armate iraniane nella regione impedirà qualsiasi cambiamento nella geopolitica e nei confini regionali. Lo ha affermato il presidente iraniano Ebrahim Raisi, intervenendo alla parata militare dedicata all’anniversario della guerra del 1980-88 con l’Iraq. Il presidente Raisi ha aggiunto che i diritti degli armeni devono essere rispettati quindi è necessario garantire la sicurezza e i diritti degli armeni nella regione e gli attuali confini non possono essere modificati.
* A Stepanakert, le persone rimuovono le foto dei loro parenti morti dal tabellone commemorativo degli eroi, in modo che gli azeri non le profanino. Sui social network circolano le foto di Stepanakert, dove si vede che le persone hanno rimosso le foto dei loro parenti morti nella guerra dei 44 giorni dal tabellone commemorativo collocato nella piazza Rinascimentale della città. La gente ha paura che gli azeri profanino quelle foto se entrano in città.
* In risposta alle urgenti necessità mediche della città assediata di Martuni, furono inviati veicoli della Croce Rossa. Un residente della città, parlando a Radio Azatutyun, ha rivelato che questi veicoli trasportavano 9 feriti che non potevano essere portati a Stepanakert nei giorni scorsi. I media azeri hanno anche pubblicato filmati che mostrano il movimento dei veicoli del CICR (Comitato Internazionale della Croce Rossa).

(22) CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO – La Corte europea dei diritti dell’uomo ha pienamente soddisfatto la richiesta presentata dall’Armenia e ha applicato misure provvisorie contro l’Azerbaigian, riferisce il Rappresentante dell’AR per le questioni legali internazionali. “Il 22 settembre 2023, la Corte europea dei diritti dell’uomo, ritenendo che l’attuale situazione nel Nagorno-Karabakh comporta un rischio di gravi violazioni della Convenzione, ha applicato l’articolo 39 secondo il Regolamento della Corte. La Corte ha deciso, nonostante l’accordo di cessate il fuoco raggiunto il 20 settembre 2023, di indicare al governo dell’Azerbaigian di astenersi dall’adottare qualsiasi misura che possa comportare la violazione degli obblighi derivanti dalla Convenzione, in particolare dell’articolo 2 (diritto alla vita) e dell’articolo 3 ( divieto della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti). La Corte ha inoltre deciso di dare immediata comunicazione della suddetta misura provvisoria al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa in conformità con l’articolo 39 § 2“, si legge nella nota.

(22) DICHIARAZIONI TURCHE – La Turchia ha accusato l’Armenia dell’aggressione militare dell’Azerbaijan contro l’Artsakh (Nagorno-Karabakh), affermando che questa è stata “una conseguenza del fatto che l’Armenia non ha adempiuto ai propri obblighi derivanti dagli accordi precedentemente raggiunti”. Lo ha dichiarato il ministro della difesa nazionale turco Yasar Guler in un’intervista al quotidiano Milliyet.

(22) BABAYAN COMMENTA LA SITUAZIONE – I media azeri annunciano che il Ministero per le situazioni di emergenza del Paese ha deciso di inviare un carico di cibo nell’Artsakh per scopi umanitari. Secondo le stesse informazioni, 2 camion da 20 tonnellate sono stati inviati ad Artsakh con vari prodotti alimentari e articoli per l’igiene e 2 auto con il pane. Davit Babayan, consigliere del presidente della Repubblica dell’Artsakh, rappresentante per incarichi speciali, ex ministro degli Affari esteri, ha dichiarato: “L’Azerbaigian non ha fornito alcun aiuto umanitario all’Artsakh, l’Artsakh si aspetta che gli aiuti umanitari arrivino dall’Armenia attraverso il corridoio Berdzor“. Davit Babayan ha anche informato che al momento la situazione nell’Artsakh è stabile, ma complicata. “Ora, ovviamente, alcune cose si stanno ripristinando, ci aspettiamo che i beni umanitari arrivino dall’Armenia attraverso il corridoio Berdzor. Stiamo aspettando che il primo carico umanitario entri nell’Artsakh assediato da Goris e raggiunga Stepanakert attraverso il corridoio Berdzor“, ha sottolineato Davit Babayan. Lui ha anche sottolineato che, oltre a tutto questo, nell’Artsakh dovrebbero essere effettuate le operazioni di ricerca per trovare le vittime e le persone scomparse a seguito dell’aggressione azera. Per quanto riguarda la dichiarazione resa ieri in diretta da Nikol Pashinyan secondo cui “non esiste alcuna minaccia diretta da parte dell’Azerbaigian alla popolazione dell’Artsakh”, Davit Babayan ha detto: “Non voglio davvero commentare queste affermazioni, cosa dovrei dire: abbiamo sfollati, persone morte, persone scomparse, persone sotto assedio, compresi bambini morti, qualunque cosa dica, non voglio commentare“, ha concluso Davit Babayan.

(22) AGGIORNAMENTI SITUAZIONE (ore 12) – * Nella odierna riunione di governo, l’Armenia ha deciso di allestire una stazione umanitaria a Kornidzor, in prossimità dell’uscita del corridoio di Lachin. Nella motivazione della decisione si menziona che lo scopo della stazione è quello di unire gli sforzi delle organizzazioni internazionali e dei gruppi stranieri, presentare oggettivamente la crisi umanitaria alle strutture internazionali e straniere, sostenere il lavoro delle organizzazioni per i diritti umani e delle organizzazioni internazionali media volti ad aprire il Corridoio Lachin e a superare la crisi umanitaria. La stazione umanitaria fungerà da piattaforma attraverso la quale sarà possibile presentare tutta la verità sulla crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh alle organizzazioni per i diritti umani e alla comunità mondiale, organizzare le loro visite e fornire informazioni sullo svolgimento degli eventi direttamente dal ambiente in cui l’onere umanitario viene accumulato allo scopo di fornire aiuti.
* La Commissione europea sta mobilitando aiuti umanitari per un valore di 500.000 euro a sostegno delle persone colpite dall’escalation dei combattimenti nel Nagorno Karabakh. “In fuga dalla violenza, migliaia di persone sono ora costrette ad abbandonare le proprie case e hanno bisogno di assistenza. Gli aiuti umanitari dell’UE aiuteranno le vittime a soddisfare i loro bisogni primari attraverso aiuti finanziari, oltre a fornire loro alloggio e sostegno psicologico e sociale. Questo finanziamento di emergenza si aggiunge agli 1,17 milioni di euro in aiuti umanitari che l’UE ha stanziato all’inizio di quest’anno per far fronte alla crisi nel Nagorno-Karabakh.
* Gli azeri hanno smantellato il monumento al carro armato armeno nella zona occupata di Shushi. I media azeri pubblicano filmati dello smantellamento.

(21) NAZIONI UNITE – Alle 21 ora italiana è iniziata la riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU alla quale partecipano anche Armenia e Azerbaigian.

(21) LA SITUAZIONE IN ARTSAKH – *Attualmente, dopo la completa cessazione delle ostilità ottenuta durante il processo negoziale mediato dal comando del contingente russo di mantenimento della pace, 704 persone, tra cui 440 bambini, rimangono nella sede delle forze di pace sulle circa 5000 che erano state portate durante l’attacco.
* Smentita la consegna di aiuti umanitari alla popolazione. In giornata due camion russi erano passati dal checkpoint sul fiume Hakari.
* L’ex ministro di Stato Ruben Vardanyan ha chiesto che le Nazioni Unite inviino una missione di soccorso per la popolazione armena.

(21) DICHIARAZIONE PESKOV – È improbabile che qualcuno si prenda il compito di delineare i tempi per la conclusione di un trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian, ha detto il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov. “Ora difficilmente qualcuno si assumerà il compito di delineare i tempi, ma dato che la questione principale dell’appartenenza del Karabakh in quanto tale è stata ora risolta – è stata risolta e risolta dalla decisione dell’Armenia di riconoscere l’appartenenza del Karabakh – allora possiamo diciamo che sono stati ottenuti progressi sostanziali” ha dichiarato Peskov.

(21) VITTIME AZERE – Secondo media azeri l’azione di guerra dell’Azerbaigian sarebbe costata la vita ad almeno una ottantina di soldati.

(21) PROGRAMMATO ALTRO INCONTRO – “È stato raggiunto un accordo per tenere il prossimo incontro nel prossimo futuro”, riferiscono i media azeri, citando l’ufficio presidenziale azerbaigiano riguardo alla riunione che si è avuta oggi nella citta di Yevlak in Azerbaigian. Come già riportato, il Nagorno Karabakh era rappresentato all’incontro di oggi dal deputato Davit Melkumyan e dal segretario ad interim del Consiglio di Sicurezza, Sergey Martirosyan. Il deputato Ramin Mammadov ha rappresentato l’Azerbaigian. “Credo che i negoziati di oggi a Yevlakh siano il primo di molti incontri. Non ci si dovrebbe aspettare che tutti i problemi tra gli armeni del Karabakh e l’Azerbaigian vengano risolti durante un incontro” ha dichiarato Elchin Amirbekov, rappresentante del presidente dell’Azerbaigian con incarichi speciali.

(21) DICHIARAZIONE BORRELL – L’Unione europea ha attribuito all’Azerbaigian la responsabilità del rispetto dei diritti e della sicurezza degli armeni del Nagorno-Karabakh e ha detto che prenderà provvedimenti contro l’Azerbaigian se ricorre all’oppressione, ha detto il capo della diplomazia dell’UE Josep Borrell. “L’Azerbaigian è responsabile del rispetto dei diritti e della garanzia della sicurezza degli armeni del Karabakh, compreso il diritto di vivere nelle proprie case senza essere soggetti a minacce e discriminazioni. Lo spostamento forzato di civili, mediante l’uso di mezzi militari o di altro tipo, incontrerà una forte risposta da parte dell’UE. L’UE è pronta ad adottare misure adeguate se la situazione dovesse peggiorare ulteriormente”, ha affermato Borrell in una nota.

(21) ALIYEV SI SCUSA CON PUTIN – Aliyev ha telefonato a Putin e si è scusato per i cinque soldati russi della forza di pace (compresi due vicecomandanti) colpiti nel corso dell’attacco. Ha inviato condoglianze alle famiglie e dando la disponibilità a provvedere all’ssistenza materiale per le famiglie. Il presidente azero ha dichiarato che sarà aperta un’inchiesta. Tre anni fa la guerra dei 44 giorni terminò quando gli azeri dal Nakhjivan abbatterono un elicottero che voleva sul cielo dell’Armenia pensando che fosse armeno (e invece era russo…).

(21) AGGIORNAMENTO (ore 13) – * Il vertice di Yevlakh si è concluso. Il rappresentante degli armeni dell’Artsakh ha dichiarato dopo l’incontro a Yevlakh che non esiste un accordo definitivo con Baku, è necessario concordare i dettagli. Allo stesso tempo, il rappresentante di Aliyev ha dichiarato che i negoziati tra gli armeni dell’Artsakh e l’Azerbaigian possono portare alla conclusione di un trattato di pace, che metterà fine al conflitto. La delegazione armena (video) sta rientrando a Stepanakert.
* Il ministero della Difesa russo ha dichiarato che durante l’attacco azero di ieri sono morti due vicecomandanti e tre soldati della forza di pace.
* Più di sessanta deputati europei hanno chiesto al Commissario agli Affari Esteri della UE che l’Unione applichi sanzioni all’Azerbaigian.

(21) AGGIORNAMENTO (ore 12) – *Gli azeri, che stanno circondando Stepanakert, sono entrati nel villaggio di Haterk e hanno ucciso un civile. Giungono da altri villaggi notizie di esecuzioni sommarie di civili.
* questa mattina i soldati nemici di sono avvicinati alla capitale provenendo da Shushi e ne è scaturito uno scontro a fuoco con là forze di difesa armene.
* tutti i giornalisti e operatori ti sono stati allontanati dal luogo a Yevlakh dove si sta svolgendo l’incontro tra la delegazione armena è quella azera. Al meeting partecipa anche il vice comandante delle forze di pace russa Kovgan

(21) AGGIORNAMENTO (ore 11) – Circa trenta minuti fa udite a Stepanakert tre forti esplosioni (provenienti da fuori città probabilmente) nonché colpi di arma da fuoco. Nella capitale non c’è gas e manca la corrente. Il segnale telefonico e internet è molto debole a causa della distruzione degli impianti da parte degli azeri.

(21) AGGIORNAMENTO (ore 9) – Oggi, nella cittadina dell’Azerbaigian si incontrano una delegazione dell’Artsakh e una azera. Sia i rappresentanti dell’Artsakh che quelli dell’Azerbaigian si trovano già nel luogo d’incontro per i negoziati sul futuro dell’Artsakh. L’Artsakh è rappresentato dal deputato del “Partito Democratico dell’Artsakh” Davit Melkumyan. La delegazione armena è giunta a Yevlakh. La parte azera è rappresentata dal deputato Mammadov.
* Gli azeri sono arrivati praticamente alle porte di Stepanakert e hanno installato checkpoint. Molti sobborghi sono isolati e non c’è modo di contattare la popolazione li residente.
* La polizia armena sta svolgendo un controllo rafforzato in città per salvaguardare la sicurezza degli abitanti.

(20) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 23) – * Sarebbero otto i soldati russi della forza di pace morti nel corso dell’attacco azero.
* L’ufficio dell’ombudsman dell’Artsakh riferisce che si sono migliaia di “dispersi”, persone di cui non si hanno più notizie. Molti villaggi sono rimasti isolati, completamente circondati dai soldati azeri e non c’è la possibilità di contatto. Ignota la sorte di queste persone.
* Violazoni azere verso le 22,50 ora locale lungo il confine con l’Armenia nella regione di Gegharkunik. Sparati colpi con armi di piccolo calibro.
* Il premier Pashinyan ha dichiarato che le forze di pace russe devono garantire la sicurezza della popolazione armena dell’Artsakh e assumersene la responsabilità anche in quanto mediatrici dell’accordo tra Baku e Stepanakert.
* Nel corso della notte la popolazione di Stepanakert (senza corrente elettrica) è rimasta nei rifugi.
* A causa del terrorismo in Azerbaigian, le infrastrutture vitali sono state interrotte da 35 ore, privando l’intera popolazione dell’accesso all’elettricità, a Internet e alle comunicazioni mobili.
* È stata aperta una sede operativa annessa al Servizio statale per le situazioni di emergenza, dove vengono raccolti i dati dei partecipanti alle operazioni militari e dei civili, di cui non si sa ancora dove si trovino. Lo rende noto l’Istituto nazionale degli affari interni e delle comunicazioni dell’Artsakh.

(20) COLLOQUIO PUTIN-PASHINYAN – “Su iniziativa della parte armena, ha avuto luogo una telefonata tra il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin e il primo ministro della Repubblica armena Nikol Pashinyan. Sono stati discussi gli ultimi sviluppi della situazione nel Nagorno-Karabakh“, afferma una nota del Cremlino. I due leader hanno discusso delle ulteriori operazioni delle forze di pace russe nel Nagorno-Karabakh, compresa l’assistenza alla popolazione civile. “Nonostante le difficili condizioni, le forze di pace continuano a svolgere i loro compiti in modo accurato e a fornire un’assistenza completa alla popolazione civile e ai rifugiati, comprese le forze dei medici militari“, continua la nota.
In precedenza ègiunta notizia che un veicolo che trasportava forze di pace russe è finito sotto il fuoco uccidendo diversi soldati russi.

(20) EVACUAZIONI – Più di 10.000 persone sono attualmente evacuate dalle loro comunità native, costrette a trovare rifugio in altri insediamenti dell’Artsakh, dove può essere garantita una relativa sicurezza. Lo riferisce l’ufficio dell’Ombudsman dell’Artsakh

(20) BILANCIO VITTIME – Secondo l’ufficio dell’Ombudsman dell’Artsakh il bilancio delle vittime armene è di almeno 200 morti e oltre 400 feriti.

(20) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 18) – * Il presidente della repubblica, Samvel Shahramanyan, si è recato all’ospedale repubblicano per incontrare i feriti.
* Un veicolo delle forze di pace russe è stato colpito dagli azeri e il conducente è morto come ammesso dal ministero della Difesa di Mosca.
* Il villaggio di Metz shen (distretto di Shushi) è circondato e non può essere evacuata la popolazione. Gli azeri continuano a sparare in direzione dell’insediamento.
* Charles Michel ha twittato informando di aver parlato con Aliyev e di aver chiesto oltre al cessate-il-fuoco che venga garantito un “trattamento sicuro e dignitoso” agli armeni del Karabakh. “I loro diritti e la loro sicurezza devono essere garantiti in modo credibile. Accesso necessario per l’assistenza umanitaria immediata” ha scritto

(20) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 15) – * Nonostante il (presunto) accordo di cessate-il-fuoco gli azeri continuano a bombardare in direzione di Martuni probabilmente per occupare la città (se già non fatto).
* L’organizzazione dell’aviazione civile ha provveduto, per la sicurezza dei passeggeri cancellare tutti i voli da e per Armenia, Azerbaigian e Iran.
* Giungono notizie che gli azeri avrebbero catturato dei residenti nel villaggio di Taghavard e in altre comunità.
* I residenti di Martakert non vogliono arrendersi.
* Presso l’aeroporto di Ivanian, dove c’è la base russa, ci sono al momento oltre 2600 persone di cui un migliaio bambini.

(20) IPOTESI DI ACCORDO – Fonti armene e azere confermano che è stato raggiunto un accordo fra Stepanakert e Baku per la fine dei combattimenti. Al momento l’azione azera sarebbe tuttavia ancora in corso. L’accordo – concordato con il Comando russo – prevede:
* il ritiro di tutti i soldati armeni dall’area sotto controllo dei peace keeping (ulteriormente ridottasi dopo questo attacco)
* scioglimento e sul completo disarmo delle forze armate armene del Nagorno Karabakh (Artsakh)
* ritiro degli equipaggiamenti pesanti e di tutte le armi dal territorio del Nagorno Karabakh.
È stato concordato per domani a Yeklav un incontro tra rappresentanti di Stepanakert e Baku avente per oggetto la questione della reintegrazione della popolazione armena dentro l’Azerbaigian.

(20) FORSE TREGUA – L’Info center Artsakh comunica che le autorità della Repubblica hanno accettato la proposta del Comando russo delle forze di pace per un cessate il fuoco alle ore 13 (locali, 11 in Italia). Vedremo se gli azeri si comporteranno analogamente o continueranno a combattere.

(20) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 10) – * Il bilancio delle vittime accertate ha raggiunto il numero di 32 con oltre 200 feriti alcuni in gravi condizioni. Secondo l’ex ministro di Stato Ruben Vartanyan il numero delle vittime supererebbe il centinaio.
* Diverse fonti confermano che gli azeri indirizzano i loro colpi verso i veicoli della forza di pace russa che sta cercando di evacuare civili attraverso il corridoio di Lachin e il ponte sul fiume Hakari. Questo è un particolare strano perchè Aliyev vuole ripulire l’Artsakh e quindi più gente va via e meglio è; evidentemente, per ora, ci sono altri piani cioè continuare ad affamare la popolazione, terrorizzarla con le bombe e poi…
* Le forze di pace russe hanno comunque evacuato dai villaggi circa 2000 civili portati in basi militari o in luoghi più sicuri (compreso un migliaio di bambini) e ai quali è stato fornito un pasto caldo.
* Le autorità di Stepanakert avrebbero accettato di negoziare con gli azeri a Yevlakh ma solo a condizione che l’attività bellica cessi. Cosa che non sta avvenendo.
* Ieri il Segretario di Stato USA Blinken ha chiamato Aliyev per invitarlo a cessare l’azione militare ma il presidente azero non demorde dalla sua azione.
* Annunciata per questa sera alle 19 (ora locale, le 17 in Italia) una manifestazione a Yerevan.

(20) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 8) – * pesanti combattimenti lungo la linea di contatto e ancora bombardamenti su Stepanakert e altre aree residenziali.
* Martakert sotto attacco. Si parla di possibile evacuazione della popolazione.
* si conferma l’occupazione azera del monastero di Amaras.
* al momento sono otto i civili caduti (compresi due bambini) ma non ci sono i dati fuori Stepanakert. Un’ambulanza che stava andando a Martakert a prendere dei cadaveri in obitorio è stata bersagliata dai colpi azeri e il guidatore è rimasto ferito.
* alcuni villaggi della regione di Shushi sono completamente circondati. I russi volevano evacuare la popolazione attraverso il video cibo corridoio di Lachin ma sono stati bersagliati dagli azeri.

(19) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 23) – * Il numero delle vittime è salito a 27 con oltre 200 feriti. Mancano ancora i dati dai distretti di Askeran e Martuni.
* Alcuni peacekeeper russi sarebbero stati colpiti da fuoco azero mentre evacuavano la popolazione da Karmir Shuka.
* Disordini a Yerevan di fronte al palazzo del governo in piazza della Repubblica. 34 feriti di cui 16 agenti di polizia. Anche l’ambasciata russa continua a essere bloccata da altri manifestanti.

(19) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 22) – * Secondo le informazioni ricevute dall’obitorio di Stepanakert da parte dell’Ufficio del Difensore dei Diritti Umani, alle ore 20 (le 18 in Italia) ci sono 25 vittime a seguito dell’attacco terroristico su vasta scala da parte dell’Azerbaigian, tra cui 2 civili.A causa della mancanza di carburante e di comunicazioni il trasferimento delle vittime e dei feriti a Stepanakert è ostacolato.
* Continua l’attività bellica azera. Riferiti violenti combattimenti tra le parti. Gli azeri avrebbero guadagnato alcune posizioni ma a costo di pesanti perdite.
* Continuano i raid aerei su Stepanakert e gli allarmi delle sirene in una città che al momento è senza elettricità.
* Il Ministero degli Esteri russo ha chiesto al governo armeno di prendere misure contro i dimostranti che stanno bloccando l’ambasciata a Yerevan impedendo l’entrata e l’uscita.
* Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite programmato per il 21 settembre.
*Al momento risultano 138 feriti fra i quali 29 civili ma non si hanno notizie da Askeran e Martuni.
* Le popolazioni di sei comunità (Khramort, Khnapat, Sarnakhpyur, Nakhijevanik, Machkalashen, Chankatah) sono state evacuate. Secondo l’ombudsman dell’Artsakh circa 7000 persone sono state evacuate dalle loro case nei distretti di Askeran, Martuni, Shushi e Martakert.
* Erdogan all’Assemblea generale delle Nazioni Unite: “L’Armenia deve aprire il corridoio di Zangezur e il Nagorno Karabakh è Azerbaigian. Non c’è alcun compromesso su questo.”
* Il nemico – stando alle indagini condotte anche sui social – dovrebbe aver subito molte perdite.

(19) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 18) – * I combattimenti continuano lungo tutta la linea di contatto. Le forze armate azere utilizzano artiglieria e sistemi missilistici, droni da combattimento e aviazione militare.
* Circa 20 minuti fa, l’aeronautica militare azera ha lanciato un attacco aereo sulle zone residenziali della città di Martakert e sui villaggi del distretto di Askeran.
* Ci sono molte vittime civili a seguito dell’attacco dell’Azerbaigian all’Artsakh (Nagorno Karabakh), molte donne, anziani e bambini, morti o feriti. Così riferisce la presidenza della Repubblica dell’Artsakh.
* Il ministero della Salute riferisce un bilancio parziale di cinque vittime e ottanta feriti.
* Attualmente, l’unità medica pediatrica “Arevik” di Stepanakert ha ricoverato 9 bambini con ferite da schegge in varie parti del corpo. Di questi, 6 sono in condizioni moderate, mentre 3 sono in condizioni gravi. Un bambino è stato sottoposto a un intervento chirurgico per emorragia interna, un altro ha già subito un intervento chirurgico al torace per danni penetranti da schegge e un terzo bambino ha una grave lesione cerebrale traumatica.
* La comunità di Yeghtsahogh nel distretto di Shushi, con una popolazione di 150 persone, è stata colpita direttamente dalle forze armate azere hanno distrutto la scuola della comunità. Non vi è alcuna possibilità di evacuare i residenti poiché sono completamente circondati dalle truppe azere.
* Stepanakert è nuovamente sotto i colpi degli azeri, allarme antiaereo in funzione.

(19) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 17) – * Baku si è dichiarata pronta a incontrare i rappresentanti di Stepanakert che nelle ore passate avevano chiesto lo stop dell’azione militare e l’avvio di negoziati. Gli azeri hanno dato disponibilità per un incontro a Evlakh, villaggio che si trova in territorio dell’Azerbaigian non lontano dalla linea di contatto.Tuttavia, questo incontro si potrà fare solo se gli armeni alzeranno bandiera bianca e aboliranno “il regime illegale” in Karabakh. Cioè: arrendetevi tutti e consegnatevi altrimenti continuiamo a bombardare.
* Al momento il bombardamento su Stepanakert (colpiti anche diversi edifici civili, foto) è cessato. Colpi di arma da fuoco provengono dalla linea di contatto tra la capitale e Shushi (occupata dagli azeri).
* Nessuna informazione sul bilancio delle vittime militari da una parte e dall’altra.

(19) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 16) – * Il numero dei feriti (civili) è salito a 23. Al momento sempre due le vittime accertate.
* Gli azeri hanno sparato con razzi e mortai lungo la linea di contatto e hanno fatto tentativi per avanzare. Pare che queste azioni siano state respinte dalla difesa armena. Nell’ultima mezz’ora segnalata una diminuzione dell’intensità dei combattimenti.
* La Francia ha condannato l’attacco azero e ha chiesto la convocazione di una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
* Il premier armeno Pashinyan ha dichiarato che l’Azerbaigian sta cercando di coinvolgere l’Armenia in guerra ma l’Armenia non farà guerra all’Azerbaigian per il Nagorno Karabakh. Proteste a Yerevan, chiusa piazza della Repubblica, manifestanti gridano “Traditore!”.Il premier armeno ha avuto una conversazione telefonica con il Segretario di Stato USA Blinken e il presidente francese Macron.
* Il ministero della Difesa dell’Azerbaigian ha rilasciato un comunicato nel quale tra l’altro si legge che. “Per garantire l’evacuazione della popolazione dalla zona di pericolo, sono stati creati corridoi umanitari e punti di accoglienza sulla strada Lachin e in altre direzioni. Donne, bambini, anziani, persone con disabilità e malati riceveranno l’assistenza medica necessaria, acqua potabile e cibo.” (Prima ti affamo e ti asseto, poi bombardo le tue case, alla fine ti faccio fuggire e ti do anche da mangiare…)
* Secondo fonti da verificare, gli azeri nel loro attacco avrebbero colpito anche la base russa che sitriva nei pressi dell’aeroporto di Ivanian. Secondo altre fonti alcune postazioni russe si troverebbero sotto fuoco incrociato.
* Il consigliere del presidente Aliyev, Hikmet Hajiyev, ha dichiarato che “l’Azerbaigian ha raggiunto i suoi obiettivi in Karabakh” e ha invitato l’esercito di difesa armeno a disarmarsi e sciogliersi.

(19) AGGIORNAMENTI SULL’ATTACCO AZERO (ore 15) – * Arriva la notizia dei primi morti tra i civili causati dall’operazione “antiterrorismo” delle froze armate azere. Una delle vittime è un bambino. Anche undici feriti (otto bambini). Colpite dalle bombe aree residenziali di Stepanakert.
* Iran allerta le forze armate nel settore nord occidentale del Paese.
* Si è riunito il Consiglio di sicurezza dell’Armenia presieduto dal premier Pashinyan.
* I russi hanno smentito la versione azera di essere stati preavvertiti dell’attacco e riferiscono di averne avuto notizia solo poco prima dell’inizio delle operazioni militari.
* Il sindaco di Martuni riferisce “questa è una guerra, abbiamo feriti!”.
* Convocato urgentemente il Consiglio di sicurezza dell’Artsakh dal presidente Shahramanyan.
* “Le azioni militari dell’Azerbaigian devono essere immediatamente fermate, creando l’opportunità di un dialogo sincero tra Baku e Karabakh”. Così il presidente del Consiglio europeo, Charlese Michel, che per la prima volta indirizza a un destinatario preciso il suo messaggio.

(19) DICHIARAZIONE DEL MINISTERO DEGLI ESTERI DELL’ARMENIA – “Il 19 settembre l’Azerbaigian ha scatenato un’altra aggressione su larga scala contro la popolazione del Nagorno-Karabakh, volta a completare la sua politica di pulizia etnica.Guidato da un senso di impunità, l’Azerbaigian si è assunto apertamente la responsabilità dell’aggressione. Il Ministero della Difesa dell’Azerbaigian ha dichiarato che nell’area di responsabilità del contingente russo di mantenimento della pace nel Nagorno-Karabakh vengono lanciate “misure antiterrorismo”, riguardo alle quali, secondo la dichiarazione ufficiale della parte azera, il comando delle forze armate russe Il contingente di mantenimento della pace e il centro di monitoraggio russo-turco sono stati informati.
Condanniamo fermamente l’aggressione dell’Azerbaigian contro il Nagorno-Karabakh e le atrocità di massa che rappresentano la continuazione dell’uso su larga scala della forza scatenato dall’Azerbaigian contro il Nagorno-Karabakh esattamente tre anni fa, nel settembre 2020. Con il pretesto di “distruggere i militari oggetti”, l’Azerbaigian sta bombardando gli insediamenti civili, la città di Stepanakert e altre città e villaggi.
La parte armena ha ripetutamente avvertito che le continue azioni aggressive dell’Azerbaigian contro il Nagorno-Karabakh, la non nascosta retorica guerrafondaia, la propaganda assolutamente falsa e riprovevole di chiamare la popolazione del Nagorno-Karabakh “terrorista” perseguono un obiettivo: sottomettere la popolazione del Nagorno -Karabakh alla pulizia etnica attraverso l’uso della forza e privare la popolazione del Nagorno-Karabakh del diritto di vivere liberamente e con dignità nella propria patria. Il blocco illegale del corridoio Lachin, l’unica strada che collega il Nagorno-Karabakh con l’Armenia, dal dicembre 2022, e il blocco totale del Nagorno-Karabakh perseguono lo stesso obiettivo.
Tra l’altro, l’attacco è stato preceduto dalla diffusione di false informazioni, anche da parte del Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian, sulle attività minerarie e di sabotaggio, che indicano la pianificazione dell’attacco e la preparazione del campo informativo. Ribadiamo ancora una volta che le forze armate e l’equipaggiamento militare della Repubblica d’Armenia non sono dispiegati nel Nagorno-Karabakh, tutte le notizie sulle operazioni minerarie e di sabotaggio sono false e inventate.
Chiediamo ai partner internazionali, ai membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che ha la responsabilità primaria del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, al contingente russo di mantenimento della pace dispiegato nel Nagorno-Karabakh sulla base della Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 firmata dai leader di Armenia, Azerbaigian e la Russia, ad intraprendere passi chiari e inequivocabili per porre fine all’aggressione dell’Azerbaigian.”

(19) DICHIARAZIONE BORRELL – Josep Borrell, Alto Rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza ha rilasciato la seguente dichiarazione sull’escalation militare nell’Artsakh: “L’Unione Europea condanna l’escalation militare lungo la linea di contatto e in altre località del Karabakh. L’UE deplora la perdita di vite umane causata da questa escalation. Chiediamo la cessazione immediata delle ostilità e che l’Azerbaigian interrompa le attuali attività militari. “C’è un urgente bisogno di riprendere il dialogo tra gli armeni del Karabakh e Bak. Questa escalation militare non deve essere usata come pretesto per forzare l’esodo della popolazione locale. “La violenza deve finire per creare un ambiente favorevole ai colloqui di pace e di normalizzazione. È necessario un impegno genuino da parte di tutte le parti per lavorare verso risultati negoziati. L’UE resta pienamente impegnata a facilitare il dialogo”.

(19) VITTIME TRA LA POPOLAZIONE – Primi morti tra la popolazione civile: l’ombudsman dell’Artsakh comunica due vittime (un bambino) e diversi feriti. 6-7 dei quali sarebbero bambini. Colpite dai missili aree residenziali di Stepanakert.

(19) ATTACCO AZERO – Le prime violazioni azere con colpi di mortaio si sono trasformate in un vero e proprio attacco alla repubblica di Artsakh con impiego di razzi, mortai e droni da bombardamento. Sirene antiaeree suonano a Stepanakert colpita in più punti. Così anche Askeran e Shosh (sotto a Shushi). L’Azerbaigian parla di “operazione antiterrorismo”.

(19) VIOLAZIONI AZERE – Intorno alle 11:10 ora locale, le forze armate azere hanno violato il cessate il fuoco nella regione di Askeran utilizzando un mortaio. Non ci sono state vittime da parte armena a causa della violazione del cessate il fuoco.

(19) TRASFERIMENTO PAZIENTI – 7 pazienti del “Centro Medico Repubblicano”, insieme ai loro accompagnatori, sono stati trasferiti in centri medici specializzati della Repubblica di Armenia con la mediazione e l’accompagnamento dei medici del Comitato Internazionale della Croce Rossa. In giornata è previsto il rientro di sei pazienti precedentemente in cura in Armenia.

(18) RICHIESTE AZERE – Il Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian ha rilasciato una nota nella quale tra l’altro si legge: “Chiediamo all’Armenia di smettere di aumentare il proprio potenziale militare, di astenersi da piani revanscisti, di non violare e non mettere in discussione l’integrità territoriale e la sovranità dell’Azerbaigian, di smettere di sponsorizzare il separatismo e il terrorismo nella regione del Karabakh dell’Azerbaigian. Chiediamo inoltre il ritiro immediato dell’esercito armeno, lo scioglimento delle strutture militari e delle cosiddette strutture “governative” del regime fantoccio subordinato all’Armenia, il disarmo di tutte le forze armate armene illegalmente di stanza nel territorio dell’Azerbaigian”, ha dichiarato ufficiale di Baku, aggiungendo che “in tal caso, in regime illegale, si può applicare l’amnistia ai cosiddetti ‘rappresentanti’”.

(18) NUOVO MINISTRO DI STATO – Il presidente della repubblica Samvel Shahramanyan ha nominato oggi Artur Harutyunyan alla carica di Ministro di Stato. Il presidente ha convocato un lungo incontro di lavoro nel quale ha presentato il nuovo ministro di Stato Artur Harutyunyan ai membri del governo e ai funzionari del sistema giudiziario. Il capo del Paese ha sottolineato che nel prendere la decisione ha tenuto conto dell’elevata professionalità, conoscenza ed esperienza di Artur Harutyunyan nel sistema statale, nonché come del fatto che egli è il capo della fazione più numerosa del parlamento (“Libera patria”) e deve assumersi la sua parte di responsabilità nella risoluzione dei problemi che lo Stato deve affrontare.

(18) TRASFERIMENTI – Il quartier generale dell’informazione dell’Artsakh informa che oggi, con il supporto e l’accompagnamento delle truppe russe di mantenimento della pace, 28 persone sono state trasferite dall’Artsakh all’Armenia e 27 dall’Armenia all’Artsakh. “Sono tutte persone con bisogni umanitari urgenti, tra cui la salute, l’assistenza familiare, il ricongiungimento familiare. Centinaia di altre persone nell’Artsakh e in Armenia con urgenti necessità di trasporto stanno aspettando la loro occasione, per non parlare delle migliaia di persone che hanno bisogno di viaggiare in entrambe le direzioni per scopi meno urgenti” si legge in una nota dell’Info Center Artsakh.

(18) ARRIVATI AIUTI A STEPANAKERT – Contemporaneamente, su due direttrici, sono arrivati i primi aiuti per l’Artsakh. I camion inviati dalla Croce Rossa lungo la strada Akna-Askera e il corridoio Lachin sono già arrivati ​​a Stepanakert. Eteri Musayelan, responsabile delle pubbliche relazioni dell’ufficio del Comitato Internazionale della Croce Rossa di Stepanakert, ha dichiarato: “I carichi sono arrivati ​​attraverso il corridoio Lachin e la strada Akna-Askera allo stesso tempo. Uno dei camion ha portato medicine e pannolini per bambini, il camion che è arrivato attraverso il corridoio Lachin ha portato farina”. Si tratta, come si vede, di modesti quantitativi che certo non risolvono la crisi umanitaria in Artsakh. Dall’Armenia, via Lachin, sono arrivate oggi 23 tonnellate di farina mentre dall’altra strada sono giunte forniture mediche e igieniche di produzione russa e svizzera che dopo l’esame tecnico verranno assegnate ai dipartimenti competenti e utilizzate secondo necessità. Secondo quanto comunicato dal centro informazioni dell’Artsakh, tra pochi giorni sarà nuovamente pianificato il trasporto di merci dalla città russa di Rostov nelle stesse direzioni con veicoli del CICR.

(17) VIOLAZIONI AZERE, FERITO ARMENO – L’ennesima violazione azera del cessate-il-fuoco ha determinato il ferimento di un soldato armeno nella regione di Martakert. Fortunatamente la sua vita non è in pericolo.

(17) POSIZIONE IRAN – Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian in un’intervista al quotidiano in lingua araba “Al-Wefaq” pubblicato a Teheran ha dichiarato che “Teheran non permetterà di chiudere la frontiera o di bloccare la storica via che collega l’Iran con l’Armenia“. Nella stessa intervista, il capo della diplomazia iraniana ha affermato ancora una volta che Teheran non fornisce alla Russia droni d’attacco.

(17) RIUNIONE PRESIDENTE – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh, Samvel Shahramanyan, ha convocato una riunione di lavoro alla quale hanno partecipato i membri del Consiglio di Sicurezza. Lo ha riferito il Dipartimento principale delle informazioni dell’Ufficio del Presidente della Repubblica dell’Artsakh.”Il Ministro della Difesa-Comandante dell’Esercito della Difesa Kamo Vardanyan ha fornito un rapporto sulla situazione operativa lungo la linea di contatto.Sono stati discussi la situazione e le sfide alla sicurezza in prima linea e cosa fare per affrontarle. Il Presidente ha molto apprezzato il lavoro svolto dalle strutture di potere e ha dato istruzioni. Si è fatto riferimento anche alla difficile situazione umanitaria del paese e alle misure adottate per alleviarla“, si legge nel messaggio.

(17) ACCORDO PER AIUTI UMANITARI – L’Artsakh ha accettato il trasporto simultaneo di beni umanitari attraverso il corridoio Berdzor e la strada Akna-Stepanakert. “Tenendo conto dell’aggravarsi del disastro e della situazione della sicurezza nel paese, le autorità della Repubblica dell’Artsakh hanno deciso di accettare la proposta congiunta dell’ufficio Stepanakert del Comitato internazionale della Croce Rossa e del comando del gruppo militare russo che stanno effettuando un’operazione missione di mantenimento della pace per trasferire simultaneamente carichi umanitari a Karmir attraverso il corridoio Berdzor, l’autostrada Goris-Stepanakert e la strada Akna-Stepanakert con veicoli del Comitato Internazionale della Croce (carichi di origine straniera)” si legge nel comunicato dell’Info Center Artsakh.
Da prime indiscrezioni arriveranno in Artsakh attraverso la strada Akna-Stepanakert prodotti svizzeri, russi, spagnoli e indiani. La farina di produzione armena entrerà attraverso la strada Goris-Stepanakert. Il trasporto delle merci sarà effettuato esclusivamente dai mezzi dell’Ufficio della Croce Rossa Internazionale. Le auto della Mezzaluna Rossa non entreranno nella strada Akna-Stepanakert.

(16) PROPOSTE TURCHE – La Turchia ha proposto di tenere un incontro quadrilatero sulla questione Artsakh a livello dei leader di Turchia, Russia, Azerbaigian e Armenia. “Abbiamo avanzato la proposta di tenere un incontro tripartito, anche quadrilatero, con Putin, Aliyev e Pashinyan, con la mia partecipazione sulla situazione in Karabakh“, ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante un briefing all’Assemblea generale delle Nazioni Unite prima di partire. per gli Stati Uniti.Il presidente turco Recep Erdogan ha annunciato che Russia, Azerbaigian e Armenia non hanno ancora ricevuto risposta alla proposta. Al momento, 18 bambini sono ricoverati nel centro medico pediatrico “Arevik”, tre di loro sono nel reparto di terapia intensiva e neonatale. 72 pazienti stanno ricevendo cure ospedaliere presso il “Republican Medical Center” CJSC, 6 pazienti sono nel reparto di terapia intensiva, 4 di loro sono in condizioni critiche.

(16) TRASFERIMENTO PAZIENTI –  8 pazienti del “Centro Medico Repubblicano”, insieme ai loro accompagnatori, sono stati trasferiti in centri medici specializzati della Repubblica di Armenia con la mediazione e l’accompagnamento dei medici del Comitato Internazionale della Croce Rossa

(16) DENUNCE AZERE – L’Azerbaigian ha avviato un processo arbitrale contro l’Armenia per “distruzione su larga scala dell’ambiente”. Lo ha detto Chingiz Asgarov, vicepresidente della Corte Suprema dell’Azerbaigian, alla conferenza internazionale dei giudici su “L’accesso alla giustizia nel campo dell’ecologia”. 

(15) MINACCE AZERE – Dopo l’istituzione del posto di blocco, le procedure per l’arresto e il trasferimento di circa 400 persone ricercate (armeni dell’Artsakh) sono state accelerate secondo quanto riferisce il procuratore generale dell’Azerbaigian. Secondo il procuratore generale, “diversi armeni che hanno commesso crimini di guerra in Karabakh sono stati arrestati”. La popolazione armena della regione deve dunque aspettarsi il pugno pesante delle autorità azere nella disgraziata ipotesi dovesse finire sotto controllo dell’Azerbaigian.

(15) PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh, Samvel Shahramanyan, ha convocato una riunione di lavoro il cui ordine del giorno comprendeva la situazione creatasi nella repubblica a seguito del blocco totale dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian e i meccanismi per superarla. Sono state discusse anche altre questioni urgenti legate alla soluzione dei problemi alimentari della popolazione, al prezzo dei prodotti agricoli, alla distribuzione dei prodotti vitali e altro.

(15) SEPOLTURA NEGATA – I resti della ventunenne Helene Dedeyan, morta in uno spaventoso incidente stradale in Armenia a fine luglio costato la vita a undici persone, sono ancora nell’obitorio di Goris in quanto l’Azerbaigian impedisce il trasferimento della salma al villaggio natale della ragazza, Chartar (regione di Martakert). Lo zio di Helen, Mushegh Safaryan, ha dichiarato che tre giorni fa sono stati compiuti alcuni progressi nel trasferimento del corpo della ragazza all’Artsakh, la parte azera aveva permesso di organizzare il trasferimento del corpo di Helen all’Artsakh, ma alla fine lo ha impedito. “Con il nuovo comandante delle forze di pace e gli sforzi delle nuove autorità dell’Artsakh, abbiamo portato il corpo di Helen al posto di blocco con un’ambulanza, ma la parte azera ha detto che potevamo effettuare il trasferimento solo attraverso la Croce Rossa. Di conseguenza, le emissioni di documentari sono ricominciate. La parte azera chiede che nei documenti venga indicata come destinazione finale del trasferimento della Croce Rossa non la Repubblica dell’Artsakh, ma la Repubblica dell’Azerbaigian, e la parte armena si oppone a questa formulazione. Non ho alcuna speranza nemmeno dalla Croce Rossa, il trasporto attraverso di loro è impossibile“, ha detto lo zio della ragazza deceduta.
Questa sera è giunta la notizia che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha respinto la richiesta di trasferire i resti di Helen Dadayan in Artsakh

(15) IRAN E TURCHIA – L’editorialista e analista dei giornali turchi Anadolu Gazete e Istiklal, Ahmed Sandal, ha fatto riferimento agli ultimi sviluppi legati alla questione del “Corridoio Zangezur” da parte dell’Azerbaigian e della Turchia. Presentando la situazione attuale, l’analista turco scrive che per la Turchia è molto importante il “corridoio Zangezur”, che creerà un collegamento diretto con l’Azerbaigian, attraverso il quale la Turchia si collegherà con le repubbliche turche dell’Asia centrale. Secondo Ahmed Sandal è quest’ultima circostanza che spinge l’Iran a opporsi al “corridoio Zangezur”. “Il più grande rivale della Turchia nella regione è l’Iran. E lo stesso Iran che crea problemi alla Turchia in Iraq e Siria, farà lo stesso nel caso del “corridoio Zangezur”, – ha scritto l’analista turco, sottolineando che in questo caso, come ha sottolineato prima, l’Iran può impedire il “Corridoio Zangezur” per entrare in guerra.

(14) TRASFERIMENTI – Artak Beglaryan, ex ministro di Stato dell’Azerbaigian, su Telegram ha scritto riguardo al trasferimento di persone dall’Artsakh all’Armenia sottolineando come la macchina della propaganda azera abbia iniziato ancora una volta a speculare sul trasferimento di persone dall’Artsakh all’Armenia da parte delle forze di pace russe, presentando quest’ultimo gruppo come l’evacuazione dei militari armeni dall’Artsakh. Beglaryan ha precisato che:
Non un solo soldato armeno è nell’Artsakh da molto tempo, come hanno ripetutamente annunciato le autorità dell’Artsakh e dell’Armenia.Dal 15 giugno al 21 agosto, l’Azerbaigian ha vietato completamente la circolazione di persone, veicoli e merci attraverso il corridoio Lachin, ad eccezione del trasporto di un numero molto limitato di pazienti medici effettuato dalla Croce Rossa. Dal 21 al 28 agosto, diverse centinaia di studenti e cittadini russi e i loro familiari sono stati trasferiti dall’Artsakh all’Armenia dalle forze di pace russe. Tuttavia, dopo il rapimento terroristico di tre studenti dell’Artsakh dal posto di blocco illegale dell’Azerbaigian il 28 del mese, i trasferimenti si sono interrotti. Secondo le mie informazioni, gli studenti in fila, i cittadini russi e i cittadini della RA che un tempo lavoravano nell’edilizia, nell’estrazione mineraria e in altri settori dell’Artsakh e sono diventati disoccupati sono stati trasferiti in Armenia a seguito del ripristino dei trasporti negli ultimi giorni. Probabilmente è proprio quest’ultimo gruppo che gli azeri cercano di presentare come soldati.
È importante sottolineare che sia quello di agosto che gli ultimi trasferimenti sono stati effettuati unilateralmente, perché la parte azera non consente alle forze di pace di riportare molti cittadini dell’Artsakh in fila dall’Armenia all’Artsakh. Questo è uno dei vividi esempi della politica di pulizia etnica e di sfollamento forzato dell’Azerbaigian, quando i residenti dell’Artsakh possono effettivamente lasciare la loro terra natale, ma non possono tornarvi dalle loro famiglie
.”

(14) HARUTYUNYAN – L’ex presidente della Repubblica dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan, è stato inserito nella lista dei complici dell'”aggressione russa” della base ucraina “Peacemaker”. Come motivo è stato menzionato che Arayik Harutyunyan ha accolto con favore la decisione di autoproclamarsi delle repubbliche di Donetsk e Lugansk.

(14) TRASFERIMENTO MALATI – 9 pazienti del “Centro Medico Repubblicano” insieme ai loro accompagnatori sono stati trasferiti in centri medici specializzati della Repubblica di Armenia con la mediazione e l’accompagnamento dei medici del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Durante la giornata è previsto il ritorno nell’Artsakh di un paziente.

(13) APERTURA LACHIN – L’ingresso al corridoio di Lachin rimane ancora chiuso in quanto gli azeri impediscono il transito ai mezzi carichi di aiuti umanitari. I negoziati sino ad ora non hanno consentito di sbloccare la situazione. Intanto, la Francia chiederà all’OSCE di realizzare l’apertura del corridoio Lachine secondo quanto annunciato dall’ambasciatore francese presso l’organizzazione.

(13) AIUTI RUSSI – Il Ministero dello Sviluppo Sociale e della Migrazione della Repubblica dell’Artsakh ha pubblicato un messaggio in cui informa a quali famiglie verranno distribuiti gli aiuti umanitari russi che hanno raggiunto l’Artsakh. “Si prevede che nei prossimi giorni i generi alimentari essenziali trasportati in Artsakh attraverso la Croce Rossa russa saranno distribuiti alle famiglie con il seguente status: alle famiglie dei militari caduti con figli minorenni, alle famiglie con figli disabili, alle famiglie con 5 o più figli minorenni“,  si legge nel messaggio.

(13) PRIGIONIERO ARMENO – Vagif Khachatryan, 68 anni, rapito dall’Azerbaigian il 29 luglio, ha inviato una lettera alla sua famiglia il 30 agosto. Tsovinar Khachatryan, una delle sue figlie, ne ha parlato con la stampa:
“Ha scritto: vi penso, sono ancora vivo, state bene, salutate tutti. Adesso sappiamo che prende le medicine mattina e sera. Dicono che la sua salute è normale. La Croce Rossa viene una volta al mese, il momento per la seconda visita non è ancora arrivato”, ha detto Tsovinar Khachatryan.

(13) TRATTATIVE DI PACE – Sargis Khandanyan, presidente della Commissione per le relazioni estere della RA, ha detto oggi ai giornalisti che l’Azerbaigian non ha ancora risposto alle proposte della RA riguardo alla pace. Anche il ministro degli Esteri dell’Azerbaigian Jeyhun Bayramov ha annunciato che i negoziati per la firma del trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian si sono interrotti per il momento. Oggi nel corso di un botta e risposta con il governo nell’Assemblea nazionale, il ministro degli Esteri della RA Ararat Mirzoyan ha dichiarato che “la parte armena ha consegnato la quinta edizione dell’accordo sulla regolamentazione delle relazioni e l’instaurazione di relazioni pacifiche alla parte azera, toccava a noi farlo, e lo abbiamo fatto. E proprio ieri abbiamo ricevuto nuove proposte dalla parte azera“.

(13) IRAN ESCLUDE GUERRA – Il ministro della Difesa iraniano, generale di brigata Mohammad Reza Ashtiani, ha dichiarato che nella regione caucasica non inizierà una guerra e che la posizione della Repubblica islamica rispetto alla geopolitica regionale è chiara. Dopo gli ultimi incontri presso il quartier generale delle Forze armate iraniane, la Repubblica islamica ha annunciato la sua ferma posizione: il Paese non accetterà alcun cambiamento geopolitico regionale, ha sottolineato il ministro.

(13) FERITO ARMENO – Intorno alle 12:15, le forze armate azere hanno violato il cessate il fuoco in direzione di Nor Shen utilizzando armi leggere. Il Ministero della Difesa della Repubblica dell’Artsakh riferisce che a seguito della violazione del cessate il fuoco vi è un ferito da parte armena. La sua vita non è in pericolo. L’incidente è stato segnalato al comando delle truppe di mantenimento della pace della Federazione Russa.

(13) UNIONE EUROPEA – L’Unione Europea si sta impegnando per risolvere la situazione umanitaria degli armeni del Nagorno Karabakh e ritiene che il passaggio del carico umanitario russo attraverso la strada Aghdam-Askeran sia un passo importante che dovrebbe contribuire alla riapertura del corridoio Lachin secondo quanto riporta una dichiarazione del presidente Charles Michel.
In linea con gli elementi e le proposte delineati pubblicamente nella nostra dichiarazione del 1° settembre 2023, il presidente Michel ha continuato a impegnarsi attivamente nel portare avanti questi e altri approcci, concentrandosi principalmente sulla riduzione delle tensioni e sulla situazione umanitaria degli armeni del Karabakh. In particolare, negli ultimi giorni il presidente Michel ha avuto intensi contatti, sia con il primo ministro armeno Nikol Pashinyan che con il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev durante le conversazioni telefoniche del 9 settembre 2023, ma anche con il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan ai margini del vertice del G20 di Nuova Delhi del 10 settembre 2023.Questi sforzi, sostenuti dall’interazione quotidiana del suo ufficio e dell’RSUE Toivo Klaar con Baku, Yerevan e i rappresentanti degli armeni del Karabakh, sono stati mirati ad allentare le tensioni e a elaborare una soluzione per sbloccare l’accesso umanitario agli armeni del Karabakh. In questo contesto, notiamo il passaggio oggi di una consegna umanitaria russa attraverso la rotta Ağdam-Askeran. Comprendiamo tutte le sensibilità associate a questo sviluppo; ci aspettiamo che crei uno slancio per la ripresa delle regolari consegne umanitarie alla popolazione locale.
La situazione sul campo si sta deteriorando rapidamente. È fondamentale garantire la fornitura di prodotti essenziali agli armeni del Karabakh. L’apertura oggi della rotta Agdam-Askeran è un passo importante che dovrebbe facilitare la riapertura anche del corridoio Lachin. Chiediamo a tutte le parti interessate di mostrare responsabilità e flessibilità nel garantire che vengano utilizzate sia la rotta Lachin che quella Agdam-Askeran. Questa difficile situazione sul campo dura da troppo tempo; è ora importante trovare soluzioni sostenibili e reciprocamente accettabili per garantire l’accesso umanitario, anche prima della stagione autunnale e invernale.
Ribadiamo la nostra forte convinzione che il corridoio Lachin debba essere sbloccato, in linea con gli accordi passati e con l’Ordinanza della Corte Internazionale di Giustizia, e sottolineiamo la nostra convinzione nell’utilità anche di altre vie di rifornimento, a beneficio della popolazione locale. L’UE si aspetta che gli sviluppi odierni siano seguiti da passi più concreti nei prossimi giorni e settimane, anche per quanto riguarda il dialogo tra gli armeni di Baku e del Karabakh sui loro diritti e la loro sicurezza, gli sforzi di riconciliazione e il processo di pace globale tra Armenia e Azerbaigian
“.

(13) MANCATA RISPOSTA AZERA – La parte azera non ha ancora risposto alle nuove proposte della parte armena riguardo al trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian. Lo ha detto Sargis Khandanyan, presidente della commissione per le relazioni estere dell’Assemblea nazionale armena, in una conversazione con i giornalisti. Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan aveva annunciato durante la sessione governativa del 25 agosto che la parte armena aveva trasmesso alla parte azera le nuove proposte riguardo al trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian. 

(13) DICHIARAZIONI INTERNAZIONALI – Matthew Miller, portavoce del Dipartimento di Stato americano, ha sottolineato che il Segretario di Stato americano è personalmente coinvolto nella soluzione della situazione tra Armenia e Azerbaigian e nell’ultima settimana ha avuto molte conversazioni su questo argomento.”Nelle ultime 24 ore, una spedizione di aiuti umanitari è entrata nel Nagorno-Karabakh attraverso la rotta di Aghdam, e quindi ribadiremo il nostro appello sulla questione specifica dell’importanza dell’apertura dei due corridoi verso il Paese (ndr. sull’importanza di raggiungere un accordo come obiettivo a lungo termine”, ha detto Miller.
Maria Zakharova, rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo, in un’intervista a “RIA-Novosti” ha detto che la ragione della dura reazione di Mosca ad alcune espressioni di Yerevan è che erano basate su inesattezze, non avevano nulla a che fare con la realtà.”Questo è il motivo della nostra reazione. Per questo motivo l’ambasciatore è stato chiamato al Ministero degli Esteri“, ha detto sottolineando che “la Russia non è nemica dell’Armenia e non lo sarà mai“.

(12) P.A.C.E. – La Commissione PACE ha deciso di chiedere all’Ufficio di presidenza di organizzare una discussione sulla crisi umanitaria nell’Artsakh con una procedura d’urgenza. La commissione ha proposto di organizzare un dibattito sulla crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh con una procedura urgente  nella sessione di ottobre e di organizzare urgenti udienze congiunte sulla crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh da parte degli Stati membri del Consiglio d’Europa sull’attuazione degli obblighi (monitoraggio) e dei Comitati sulla migrazione, sui rifugiati e sugli sfollati.

(12) C.E.D.U. – Siranush Sahakyan, presidente del Centro per il diritto internazionale e comparato, ha inviato una richiesta alla Corte europea in merito al trasferimento dei resti della nativa dell’Artsakh Helen Dadayan, morta in un tragico incidente stradale sull’autostrada Yerevan-Gyumri, vicino al villaggio di Lanjik, ad Artsakh il 14 agosto. “Entro 7 giorni lavorativi la Corte europea pubblicherà la decisione. Ora stiamo aspettando”, ha detto Sahakyan. A quasi un mese di distanza dal decesso l’Azerbaigian si oppone alla richiesta di portare i resti della ragazza per la sepoltura nel villaggio natale di Chartar. Il corpo è ancora all’obitorio di Stepanakert.

(12) DICHIARAZIONE PUTIN – Il presidente russo Vladimir Putin durante il suo discorso alla sessione plenaria del Forum economico orientale ha toccato anche il tema dell situazione del Nagorno Karabakh dichiarando che nel caso in cui le attuali autorità della Repubblica Armena riconoscano il Nagorno Karabakh come parte dell’Azerbaigian, sorgono questioni relative agli aspetti umanitari e al mandato di dispiegamento delle forze di pace russe. “Sì, il mandato è ancora valido, e le questioni di carattere umanitario, di non consentire la pulizia etnica, ovviamente, non sono scomparse da nessuna parte, e su tutto questo sono completamente d’accordo. Spero che la leadership dell’Azerbaigian, come ci ha sempre detto e ci dice ancora, non sia interessata ad alcuna pulizia etnica, al contrario, è interessata che il processo si svolga senza intoppi“, ha detto Putin

(12) DICHIARAZIONE ZAKHAROVA – Maria Zakharova, rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri russo, commentando la fornitura di aiuti umanitari russi agli armeni dell’Artsakh ha dichiarato che la Russia sta adottando misure coerenti per risolvere la difficile situazione umanitaria nel Nagorno-Karabakh.
Su iniziativa del Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, Sergey Lavrov, il 25 luglio, durante un incontro tripartito con i capi dei ministeri degli Esteri dell’Azerbaigian e dell’Armenia a Mosca, è stato avviato un piano parallelo di sblocco di Lachin e Aghdam (Akna ) ed è stato sviluppato in collaborazione con tutte le parti interessate. Considerata la significativa differenza di posizioni e l’alto livello di sfiducia reciproca, questo lavoro non è stato facile. Come primo passo, il 12 settembre, una partita di aiuti umanitari è stata consegnata alla regione attraverso l’organizzazione non governativa tutta russa “Croce Rossa russa”. Circa 15 tonnellate di cibo, articoli per l’igiene personale e biancheria da letto sono state donate ai residenti del Nagorno Karabakh che necessitano di aiuto.Ci aspettiamo che, tenendo conto dell’intesa raggiunta in precedenza, nel prossimo futuro, parallelamente alla rotta Aghdam (Akna), venga sbloccato anche il corridoio di Lachin, dopodiché gli aiuti umanitari arriveranno regolarmente nella regione in entrambe le direzioni. Ci auguriamo che in questo modo la situazione umanitaria nel Nagorno-Karabakh si stabilizzi e venga ripristinata la vita normale della popolazione locale. Ciò, a sua volta, creerà le condizioni per avviare un dialogo tra Baku e Stepanakert e per riprendere il lavoro ritmico di attuazione dell’intero complesso di accordi tripartiti sulla regolamentazione delle relazioni armeno-azerbaigian al più alto livello nel 2020-2022“, ha osservato Zakharova.

(12) STRADA AKNA CHIUSA AGLI AZERI – La strada Akna-Askeran continua ad essere chiusa dalla popolazione dell’Artsakh per impedire l’ingresso del carico “umanitario” inviato dall’Azerbaigian alla popolazione dell’Artsakh dai camion della Mezzaluna Rossa. I partecipanti all’azione hanno assicurato che la resistenza continua. Stanno lottando affinché nessun aiuto umanitario inviato dall’Azerbaigian entri nell’Artsakh.”Al momento stiamo facendo la fila al panificio a turno per comprare il pane secco della giornata. E verremo di nuovo qui la sera. Sopportiamo condizioni meteorologiche avverse. l’importante è che nessuno degli aiuti o dei beni inviati dal nostro nemico entri nell’Artsakh, altrimenti si scoprirà che abbiamo tradito i nostri fratelli martiri“, ha detto uno dei partecipanti all’azione.

(12) TRASFERIMENTO PAZIENTI – 13 pazienti medici del “Centro Medico Repubblicano”, insieme ai loro accompagnatori, sono stati trasferiti in centri medici specializzati della Repubblica di Armenia con la mediazione e l’accompagnamento di il Comitato Internazionale della Croce Rossa per ricevere assistenza medica specialistica urgente. Durante la giornata è previsto il ritorno all’Artsakh con veicoli del CICR di 5 pazienti medici che sono stati inviati in Armenia per cure nell’ambito dell’ordine statale. Attualmente, 26 bambini sono ricoverati nell’unità medica “Arevik”, 7 di loro si trovano nel reparto neonatale e di rianimazione. 91 pazienti stanno ricevendo cure ospedaliere presso il “Republican Medical Center” CJSC, 5 pazienti sono nel reparto di terapia intensiva, 3 di loro sono in condizioni critiche.

(12) CAMION RUSSO A STEPANAKERT – Un camion della Croce Rossa russa, carico di beni umanitari di fabbricazione russa, è entrato nella Repubblica dell’Artsakh attraverso la città di Askeran. Il veicolo trasporta mille scatoloni di prodotti alimentari (circa 11 kg a pezzo), 270 set di biancheria e coperte (richieste dall’ospedale), 200 kit igienici (sapone, dentifricio), 192 set per l’infanzia.

(11) ESERCITAZIONE USA-ARMENIA – Nell’ambito dei preparativi per la partecipazione alle missioni internazionali di mantenimento della pace, l’11 settembre è stato annunciato l’inizio dell’esercitazione militare armeno-americana “Partner Eagle-2023” presso il centro di addestramento “Zar” della brigata di mantenimento della pace del Ministero della Difesa dell’Armenia. Alla cerimonia di apertura dell’esercitazione militare congiunta era presente il capo di stato maggiore delle forze armate della RA, il primo viceministro della difesa, il tenente generale Edward Asryan.

(10) AIUTI RUSSI – L’ex consigliere presidenziale Beglaryan ha dichiarato che nessun automezzo russo con aiuti umanitari è entrato in Artsakh a causa di ulteriori ostacoli e condizioni da parte dell’Azerbaigian che non erano stati precedentemente concordati.

(10) USA E CORRIDOI – Gli Stati Uniti hanno chiesto di aprire contemporaneamente il corridoio Lachin e la strada che attraversa Aghdam, in modo che sia possibile trasportare merci verso l’Artsakh. Gli Stati Uniti sono preoccupati per il rapido deterioramento della situazione umanitaria nel Nagorno-Karabakh. “Notiamo che i carichi umanitari sono vicino a Lachin e Aghdam e ribadiamo il nostro appello ad aprire immediatamente entrambi i corridoi in modo che i carichi umanitari tanto necessari raggiungano gli uomini, le donne e i bambini del Nagorno-Karabakh”, si legge nella nota.Il Dipartimento di Stato ha inoltre invitato i leader dei due Paesi a non intraprendere alcuna azione che aumenti la tensione. Gli Stati Uniti ritengono inammissibile l’uso della forza per risolvere le controversie.

(10) GIURAMENTO PRESIDENTE – Oggi, è stata convocata una sessione speciale presso l’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh, dedicata alla cerimonia di insediamento del neoeletto Presidente della Repubblica dell’Artsakh, Samvel Shahramanyan. Il neoeletto presidente ha prestato giuramento con la mano sulla Costituzione e sul Vangelo del XVII secolo. È stato suonato l’inno nazionale della Repubblica dell’Artsakh.
Il precedente presidente, Arayik Harutyunyan, si è congratulato con il neoeletto Presidente della Repubblica dell’Artsakh, Samvel Shahramanyan, esprimendo a quest’ultimo il suo sostegno incondizionato. Arayik Harutyunyan si è congratulato con il neoeletto Presidente della Repubblica dell’Artsakh, Samvel Shahramanyan, esprimendo a quest’ultimo il suo sostegno incondizionato.
Messaggi di congratulazioni sono pervenuti anche da ec presidenti dell’ARtsakh e dal Catholicos KarekinII

(9) AIUTI DALLA RUSSIA – Le autorità della Repubblica dell’Artsakh hanno deciso di consentire l’ingresso di merci russe attraverso la città di Askeran. Il Governo della Federazione Russa ha preso un’iniziativa per fornire aiuti umanitari alla Repubblica dell’Artsakh, tenendo conto della crisi umanitaria creatasi. “Gli aiuti, che contengono prodotti vitali della produzione russa, sono stati inviati ad Artsakh l’altro giorno dalla Croce Rossa russa, con i veicoli di tale organizzazione. Le autorità della Repubblica dell’Artsakh, sulla base della necessità di mitigare i gravi problemi umanitari causati dal blocco totale attuato dall’Azerbaigian, hanno deciso di consentire l’ingresso delle merci russe nella nostra repubblica attraverso la città di Askeran.Allo stesso tempo è stato raggiunto un accordo secondo il quale il trasporto di merci umanitarie sarà ripristinato attraverso il corridoio Lachin da parte delle forze di pace russe e del Comitato internazionale della Croce Rossa”, si legge nel messaggio del Centro informazione.

(9) COLLOQUI PASHINYAN – Il premier armeno ha avuto oggi colloqui telefonici con il presidente francese Macron, il presidente iraniano Raisi, il cancelliere tedesco Sholz e il Segretario di Stato statunitense Blinken, il Primo ministro georgiano Gharibashvili. Le conversazioni hanno avuto per oggetto la situazione nella regione con le minacce azere e la crisi umanitaria in Artsakh.

(9) DICHIARAZIONE UE – L’Unione Europea ha rilasciato una dichiarazione in merito all’elezione del Presidente della Repubblica dell’Artsakh. Lo scrive Nabira Masrali, portavoce per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Ue.”Per quanto riguarda le cosiddette “elezioni presidenziali” del 9 settembre 2023 a Stepanakert, l’Unione europea riafferma di non riconoscere il quadro costituzionale e giuridico per lo svolgimento delle elezioni.Allo stesso tempo, l’UE ritiene importante che gli armeni del Karabakh si uniscano attorno a una leadership di fatto che abbia la capacità e la volontà di impegnarsi in discussioni efficaci con Baku. L’UE è impegnata a sostenere questo processo”.

(9) REAZIONE TURCA – La Turchia ha considerato l’elezione del presidente dell’Artsakh come un passo volto a minare i “negoziati pacifici”. Nel testo della dichiarazione la Repubblica dell’Artsakh viene presentata come “parte dell’Azerbaigian”. Ankara ha inoltre invitato l’ONU e le organizzazioni internazionali a non riconoscere le elezioni del presidente della Repubblica dell’Artsakh.

(9) NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA – Samvel Shahramanyan è stato eletto presidente della Repubblica d’Artsakh. Alle ore 11 (locali), è iniziata la sessione straordinaria dell’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh. Alla votazione segreta e riservata hanno partecipato 23 deputati, 22 dei quali hanno votato a favore e 1 contro. A seguito della votazione, l’Assemblea nazionale armena ha deciso di eleggere Samvel Sergeyi Shahramanian presidente dell’Assemblea nazionale armena.

(8) ALTRI TRASFERIMENTI DI PAZIENTI – Un convoglio della Croce Rossa ha trasferito oggi in Armenia dieci pazienti che necessitano di cure specialistiche. Tre sono previsti in rientro in giornata dall’Armenia.

(8) NUOVO PRESIDENTE DOMENICA – L’elezione del presidente dell’Artsakh avrà luogo il 9 settembre. Gagik Baghunts, presidente ad interim dell’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh, ha rilasciato una dichiarazione sulla convocazione di una sessione speciale dell’Assemblea nazionale per l’elezione del presidente. “Guidati dalla prima parte dell’articolo 168.1 della Costituzione e dalle parti 2a e 3a dell’articolo 149.1 della Legge sul “Regolamento dell’Assemblea Nazionale”, i partiti “Patria Libera – KMD”, “Giustizia”, “Federazione Rivoluzionaria Armena” e “Partito Democratico dell’Artsakh” hanno nominato Samvel Sergey Shahramanian come candidato alla presidenza della Repubblica, mentre la fazione “Patria Unita” ha nominato Samvel Andraniki Babayan.
La richiesta della fazione “Patria Unita” di nominare Samvel Andranik Babayan come candidato alla presidenza della Repubblica e i documenti allegati sono stati restituiti a causa della mancata presentazione del certificato di cittadinanza della Repubblica dell’Artsakh negli ultimi dieci anni e residenza stabile nella Repubblica dell’Artsakh negli ultimi dieci anni. Secondo le parti 3 e 4 dell’articolo 149.1 della legge “Regolamento dell’Assemblea nazionale”, il 9 settembre 2023, alle ore 11:00, sarà convocata con forza di legge una sessione straordinaria dell’Assemblea nazionale sulla questione della l’elezione del Presidente della Repubblica
“.
Nel marzo 2023, l’Assemblea nazionale dell’Artsakh ha adottato un progetto di emendamento alla Costituzione, secondo il quale al parlamento veniva concesso il diritto di eleggere il presidente del paese in caso di legge marziale.

(7) LIBERATI I TRE RAGAZZI RAPITI – Il regime azero di Aliyev ha rilasciato i tre studenti armeni dell’Artsakh che erano stati rapiti dieci giorni fa al checkpoint illegale all’ingresso del corridoio di Lachin. Sono stati consegnati all’Armenia dopo dieci giorni di detenzione e non potranno più fare rientro a casa e riabbracciare le proprie famiglie. Erano stati accusati di “disprezzo per la bandiera dell’Azerbaigian” perché, a quanto pare, nel 2021 avevano calpestato una bandiera azera mentre con tutta la loro squadra del Martuni Avo uscivano dallo spogliatoio dello stadio. Inizialmente il procuratore generale azero aveva concesso loro il perdono ma in ogni caso si sono fatti dieci giorni di carcere.

(7) VIOLAZIONI AZERE – Registrate oggi nella regione di Shushi due violazioni del cessate-il-fuoco. Ancora spari contro una mietitrebbia nella zona di Sarashen per impedire il lavoro agricolo nei campi.

(7) MONITORAGGIO EUROPEO – La missione di monitoraggio dell’UE ha aumentato le sue attività di pattugliamento nelle zone di confine delle regioni di Gegharkunik e Syunik per registrare eventuali sviluppi militari.

(7) OCAMPO: GENOCIDIO – Ci sono ragionevoli motivi per ritenere che nel 2023 sarà commesso un genocidio contro gli armeni che vivono nel Nagorno-Karabakh. Lo ha annunciato l’ex procuratore della Corte penale internazionale, Luis Moreno Ocampo, nel corso di un’udienza convocata al Congresso degli Stati Uniti, riferisce 1lurer.”Questo è un genocidio in corso, in corso. Molte persone non devono morire. Esistono diversi formati su come può essere il genocidio. In un caso, il bilancio delle vittime potrebbe essere pari a zero. In altre parole, è possibile creare le condizioni che portano alla distruzione delle persone. Il blocco del corridoio Lachin crea esattamente tali condizioni per la distruzione“, ha affermato, sottolineando che il genocidio di 120.000 persone che vivono nel Nagorno-Karabakh dovrebbe essere evitato.”Gli armeni nel Nagorno-Karabakh hanno bisogno che voi facciate sì che il ‘mai più’ diventi una realtà’“, ha detto, rivolgendosi al pubblico, ricordando loro il genocidio del 1915.

(7) TRASFERIMENTO MALATI – 10 pazienti medici del “Centro Medico Repubblicano” del Ministero della Salute della Repubblica di Artsakh, insieme ai loro accompagnatori, sono stati trasferiti nei centri medici specializzati della Repubblica di Armenia con la mediazione e l’accompagnamento del Comitato Internazionale della Croce Rossa per ricevere cure mediche specialistiche urgenti. Al momento, 28 bambini sono ricoverati nel centro medico “Arevik”, 5 di loro sono nel reparto di terapia intensiva e neonatale. 91 pazienti sono ricoverati presso il “Republican Medical Center” CJSC, 4 pazienti sono nel reparto di terapia intensiva, 2 dei quali sono in condizioni critiche.

(6) RIUNIONE DI GOVERNO – Il presidente ad interim della Repubblica dell’Artsakh, Davit Ishkhanyan, ha convocato una riunione di lavoro, il cui ordine del giorno era la situazione nella Repubblica dell’Artsakh. All’incontro hanno partecipato il presidente ad interim dell’Assemblea nazionale Gagik Baghunts, il ministro di Stato Samvel Shahramanyan, il capo dell’ufficio del presidente Karen Shahramanyan, i capi del potere strutture e fazioni parlamentari, il sindaco di Stepanakert.Il ministro della Difesa, comandante dell’Esercito di Difesa Kamo Vardanyan, ha riferito sulla situazione sulla linea di contatto con l’Azerbaigian e sulle misure adottate per garantire la sicurezza e la difesa della Repubblica dell’Artsakh. Il ministro di Stato Samvel Shahramanian ha presentato ai partecipanti alla consultazione le misure adottate per superare il disastro umanitario e ha parlato dei passi necessari per affrontare le nuove sfide.

(6) MACRON NEL CAUCASO – Secondo fonti non ufficiali, il presidente francese Emmanuel Macron visiterà Yerevan e Baku il 9 e 10 settembre probabilmente con nuove proposte per risolvere la crisi regionale. In precedenza Macron aveva visitato l’Armenia nel 2018 per il festival della francofonia.

(6) ESERCITAZIONE ARMENIA-USA – l Ministero della Difesa della Repubblica di Armenia informa che, nel quadro della preparazione per la partecipazione alle missioni internazionali di mantenimento della pace, l’esercitazione congiunta armeno-americana “Eagle Partner-2023” si terrà dall’11 al 20 settembre in Armenia presso il Centro di addestramento “Zar” di la Brigata di mantenimento della pace del Ministero della Difesa e il Centro di addestramento N del Ministero della Difesa. ‘esercizio prevede operazioni di stabilizzazione tra le parti in conflitto durante le missioni di mantenimento della pace. Lo scopo dell’esercitazione è quello di aumentare il livello di interoperabilità delle unità che partecipano a missioni internazionali di mantenimento della pace nel quadro delle operazioni di mantenimento della pace, di scambiare le migliori pratiche nella gestione e nella comunicazione tattica, nonché di aumentare la prontezza dell’unità armena per il previsto valutazione del “Concetto di Capacità Operativa” NATO/GSC. 85 militari americani e 175 armeni parteciperanno alle esercitazioni. 
Il portavoce del Cremlino, Peskov, ha definito “inquietanti” le notizie sull’esercitazione congiunta armeno-statunitense.

(6) PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA – Le tre fazioni di opposizione del Parlamento della Repubblica dell’Artsakh – “ARF”, “Ardarutyun” e “Partito democratico dell’Artsakh” – hanno indicato Samvel Shahramanyan, attuale Ministro di Stato dell’Artsakh, per la carica di Presidente della Repubblica dell’Artsakh. Secondo la Costituzione della Repubblica d’Armenia, il presidente è eletto con 2/3 voti dei deputati in Parlamento. Se il presidente non viene eletto al primo turno, i due candidati con più voti andranno al secondo turno. in questo caso l’elezione avviene già a maggioranza semplice dei voti. Arayik Harutyunyan aveva presentato le sue dimissioni dalla carica di Presidente della Repubblica d’Armenia il 1° settembre. Anche Gurgen Nersisyan, Ministro di Stato dell’Armenia, era stato sollevato dal suo incarico, e Samvel Shahramanyan era stato nominato a quella posizione, sollevato dalla carica di Segretario del Consiglio di Sicurezza.

(6) ECONOMIA – Finore, durante il blocco (ancora in corso), l’economia dell’Artsakh ha subito danni per circa 509 milioni di dollari.

(5) DICHIARAZIONI RUSSE – “La Russia continua a svolgere un ruolo coerente e molto importante nella stabilizzazione e nella deconflittualità della situazione in questa regione. Continueremo a svolgere questo ruolo”, ha affermato il ​​portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov. Secondo lui in questo caso “è molto importante che tutti i paesi interessati di questa regione aderiscano agli accordi tripartiti firmati due anni fa. “Rispettare questi accordi è la chiave del successo“, ha aggiunto Peskov. Peskov, inoltre, ha dichiarato, in risposta alle affermazioni del premier Pashinyan, che la Russia non lascerà il Caucaso.
In un briefing Maria Zakharova, rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo, rispondendo alla domanda su cosa sta facendo la parte russa per allentare la tensione nel Nagorno Karabakh e porre fine alla crisi umanitaria ha dichiarato che la parte russa è in costante contatto con tutti i partner interessati attraverso il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero della Difesa e altri dipartimenti competenti e sta adottando misure per risolvere la crisi umanitaria.
Agiamo in conformità con gli accordi tripartiti globali firmati tra i leader della Federazione Russa, dell’Azerbaigian e dell’Armenia nel 2020-2022. Siamo a favore dell’accesso senza ostacoli agli aiuti umanitari attraverso le rotte di Lachin e Aghdam, e allo stesso tempo chiediamo di evitare un’inutile politicizzazione di questo problema”, ha affermato Zakharova aggiungendo che l’Unione Europea “come prima, anche in questo caso prende spudoratamente in prestito le iniziative della parte russa, mentre, in generale, i risultati delle azioni dell’Unione Europea non portano alla soluzione della situazione“. Zakharova ha anche definito “inaccettabili” i “tentativi di Yerevan di incolpare la Russia”.
La portavoce ha altresì dichiarato che la Russia esprime le sue condoglianze per la morte dei militari armeni a seguito di un’altra aggressione azera contro le posizioni armene a Sotk e sostiene lo spiegamento della missione CSTO nella zona di confine armeno-azerbaigiano: “Esprimiamo le nostre condoglianze per la morte dei militari armeni nel villaggio di Sotk e invitiamo le parti ad astenersi da azioni che portino all’escalation, alla tensione e, soprattutto, alle vittime umane. Questo tragico incidente ha confermato ancora una volta la scarsa efficienza della missione dell’Unione Europea in Armenia“.

(5) NUOVA BIBLIOTECA A STEPANAKERT – Nonostante la grave crisi in atto in Artsakh la cultura rimane sempre importante. Oggi a Stepanakert presso l’Università Accreditata Statale Grigor Narekatsi è stata aperta una biblioteca intitolata al professor Vardan Hakobyan. Il rettore dell’università Sevak Hakobyan ha sottolineato che la biblioteca è stata aperta a spese del fondo e dei fondi personali dei libri di Vardan Hakobyan. l patrimonio librario della Biblioteca ammonta a più di diecimila libri.

(5) MISSIONE EUROPEA – La missione dell’UE ha riferito a Bruxelles sulla tensione al confine armeno-azerbaigiano. In una dichiarazione la missione riferisce che “abbiamo annunciato che il 1 settembre, a partire dalle 07:50, le forze armate azere hanno aperto un intenso fuoco in direzione delle posizioni armene situate nelle comunità Sotk e Norabak di Gegharkunik Marz. L’Azerbaigian ha utilizzato anche mortai e droni. La parte armena conta 3 vittime e 2 feriti. Le nostre pattuglie monitorano le aree di confine e le zone di conflitto per riferire sulle operazioni militari e sulla sicurezza“. missione.

(5) TRASFERIMENTO MALATI – 9 pazienti del “Centro Medico Repubblicano” del Ministero della Salute della Repubblica di Artsakh, insieme ai loro accompagnatori, sono stati trasferiti nei centri medici specializzati della Repubblica di Armenia con la mediazione e l’accompagnamento del Comitato Internazionale della Croce Rossa per ricevere cure mediche specialistiche urgenti. Durante la giornata è previsto il ritorno all’Artsakh con i veicoli del CICR di 2 pazienti, che erano stati indirizzati in Armenia per cure. Al momento, 24 bambini sono ricoverati nel centro medico pediatrico “Arevik”, 7 di loro sono nel reparto neonatale e di rianimazione. 90 pazienti sono ricoverati presso il “Republican Medical Center”, 3 pazienti sono nel reparto di terapia intensiva, 1 di loro è in condizioni estremamente gravi.

(4) ANCORA COLPI VERSO I CAMPI – Nella mattinata dalle postazioni azere sono nuovamente partiti colpi all’indirizzo della mietitrebbia che opera nei campi intorno a Sarushen. E ancora una volta gli agricoltori hanno dovuto sospendere il lavoro nei campi.

(4) FERME ALCUNE SCUOLE – In diverse scuole di Stepanakert oggi e domani non si svolgeranno le lezioni perchè gli edifici saranno destinati a centro di smistamento dei buoni per acquistare il pane (in vigore da domani).

(3) VIOLAZIONI AZERE – Secondo quanto comunicato dal ministero della Difesa di Stepanakert, oggi, intorno alle 14:20 (ora locale), le forze armate azere hanno violato il regime di cessate il fuoco in direzione di Chankatagh nella regione di Martakert nell’Artsakh, utilizzando armi leggere e lanciagranate AGS-17. L’esercito azerbaigiano ha sparato contro un camion cisterna che portava acqua per i villaggi della zona. In seguito alla violazione del cessate il fuoco da parte armena una persona è rimasta ferita. La sua vita non è in pericolo, come riferito dal Ministero della Difesa dell’Artsakh.

(2) ANNIVERSARIO INDIPENDENZA – Una cerimonia si è svolta al memoriale di Stepanakert per ricordare il 32° anniversario dell’indipendenza della repubblica di Artsakh.

(1) GRAVE IL BILANCIO DELL’ATTACCO – Sono tre i militari armeni deceduti a seguito dell’attacco azero nella regione di Gegharkunik in Armenia. I quattro caduti sono Andranik Arshaki Antonyan, Arsen Alexander Mkrtichyan, Vachagan Saroi Vardanyan; Narek Kareni Poghosyan, inizialmente dato per deceduto, è invece ancora vivo sia pure in gravi condizioni. La parte armena ha anche un altro ferito. L’Azerbaigian non ha reso noto il dato ma secondo fonti non ufficiali dovrebbe aver riportato cinque morti e tre feriti.

(1) STUDENTI RAPITI – I rappresentanti del Comitato Internazionale della Croce Rossa hanno visitato i tre studenti-calciatori detenuti in Azerbaigian, che sono stati arrestati dalla parte azera il 28 agosto mentre si trasferivano dal Nagorno Karabakh all’Armenia accompagnati dalle truppe di mantenimento della pace.

(1) ATTACCO AZERO – Intorno alle 7,50 ora locale (5,550 in Italia) le forze armate dell’Azerbaigian hanno attaccato postazioni difensive in direzione del villaggio di Sotk (Armenia) utilizzando copi di mortaio e droni. Due soldati armeni sono rimasti uccisi e uno ferito. Verso le 12,30 nuovi colpi azeri verso postazioni armene in direzione del villaggio di Norabak.

Il ministero degli Esteri della repubblica di Artsakh (Nagorno Karabakh) ha rilasciato il seguente comunicato:

“Attribuiamo grande importanza agli appelli fatti al più alto livello dalle Nazioni Unite, dall’Unione Europea, dal Consiglio d’Europa e da altri rispettati attori internazionali per l’immediata revoca da parte dell’Azerbaigian del blocco illegale del Corridoio Lachin. Allo stesso tempo, è evidente che tali appelli non hanno alcun impatto sulla leadership dell’Azerbaigian, che, in un clima di impunità e completa mancanza di responsabilità, continua la sua politica di genocidio e sottopone alla fame 120mila persone dell’Artsakh, creando insopportabili condizioni di vita per loro.

Nei loro comunicati e negli appelli effettuati periodicamente da strutture internazionali, organizzazioni e singoli Stati, tutti nessuno escluso hanno preso atto del blocco illegittimo del Corridoio Lachin e hanno sottolineato la necessità di ripristinare la libertà di movimento lungo il corridoio. Tuttavia, non vengono prese misure specifiche ed efficaci in questa direzione. Nel frattempo, la catastrofe umanitaria e la crisi dei diritti umani nella Repubblica dell’Artsakh peggiorano ogni giorno che passa.

Le recenti dichiarazioni provenienti dall’Azerbaigian sulla possibilità di utilizzare percorsi alternativi per la presunta consegna di aiuti umanitari all’Artsakh dimostrano ancora una volta che Baku sta usando il blocco come arma e mezzo per esercitare pressioni sulla popolazione dell’Artsakh. Le autorità azere sfruttano la sofferenza delle persone e la catastrofe umanitaria che hanno creato per raggiungere i loro obiettivi politici. Tali azioni e comportamenti dell’Azerbaigian devono essere fermamente respinti dalla comunità internazionale come disumani.

A questo proposito, ancora una volta, esortiamo con forza tutti gli stati interessati, le organizzazioni internazionali e gli altri attori a passare dalle parole ai fatti per porre fine ai crimini internazionali commessi dall’Azerbaigian contro l’Artsakh e il suo popolo. Ricordiamo che la prevenzione del genocidio è un obbligo erga omnes, che richiede ad ogni Stato uno sforzo attivo e continuo per prevenire la commissione di tali crimini.

La fine della catastrofe umanitaria in corso e della crisi dei diritti umani nella Repubblica dell’Artsakh è una vera sfida per l’efficacia degli attori internazionali coinvolti. Siamo convinti che, in conformità con i loro impegni, siano in grado di affrontare una violazione così evidente ed eclatante dell’ordine internazionale da parte dell’Azerbaigian e prevenire il crimine di genocidio. Altrimenti ogni appello alla pace e alla normalizzazione sarà slegato dalla realtà e privo di ogni sostanza e prospettiva”.

Stepnakert, 5 agosto 2023