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Davanti alla giornalista che lo intervista per ‘Euronews’ (un’intervista in parallelo con il premier armeno Pashinyan, stesse domande), l’autocrate presidente dell’Azerbaigian non si tira indietro. Non prova a camuffare quella irresistibile voglia di menare le mani che ha da quando è asceso al potere succedendo al padre.
Ilham Aliyev, forte dei successi militari grazie alla montagna di miliardi di dollari spesa in armamenti negli ultimi anni e grazie all’indispensabile aiuto del compare turco Erdogan, non si nasconde dietro inutili giri di parole anche quando logica e diplomazia imporrebbero di addolcire certe dichiarazioni.

Si contraddice in più di un’occasione ma da bravo padre-padrone del suo Paese non se ne cura, tanto le critiche in patria non arriveranno mai e all’estero il suo gas è troppo prezioso per ridare dignità alla politica internazionale.

Esordisce affermando che l’accordo tripartito del 9 novembre 2020 non è un trattato di pace (e in questo ha ragione) ma un “atto di capitolazione” dell’Armenia alla quale imporre poi le condizioni (ovviamente le sue) per una soluzione definitiva del contezioso.
Dietro ogni sua frase si nasconde un’ostilità latente, una voglia repressa di schiacciare definitivamente il nemico, prendersi tutto e risolvere una volta per tutte il problema. In fondo è quel che volevano i Giovani turchi nel 1915…

Non usa quasi mai l’espressione “Nagorno Karabakh” (che nel linguaggio azero è stata abolita) ma solo “Karabakh” nonostante il predetto accordo di tre anni fa la riportasse integralmente. Non dà valore a quella firma post-guerra ma poi rivendica che “l’Armenia ha l’obbligo sottoscritto dopo la seconda guerra del Nagorno Karabakh di consentirci l’accesso alla nostra exclave del Nakhchivan” (in realtà c’è solo una previsione di sblocco delle comunicazioni regionali non un diritto di occupare altra terra armena o di transito…).

Se vedremo un approccio costruttivo da parte degli armeni e soprattutto se questi ultimi metteranno da parte tutte le loro aspirazioni a contestare la nostra integrità territoriale allora potremo trovare una soluzione di pace molto preso forse anche entro la fine dell’anno” afferma: ma gli armeni lo hanno (imprudentemente, forse ora Pashinyan se ne sta pentendo) già fatto chiedendo solo la tutela e la sicurezza dei diritti della popolazione dell’Artsakh. Nel frattempo Aliyev continua a occupare pezzi di Armenia e ad avanzare rivendicazioni sulle “storiche terre azerbaigiane” che già detta così fa ridere per uno Stato nato nel 1918.

Nel suo traporto di certezze il patetico Aliyev si incarta parlando del blocco – a suo dire inesistente – del corridoio di Lachin: prima dice che sono passati 2000 armeni dal 23 aprile, poi parla di provocazione di Yerevan per il ferimento di un soldato (che, per la cronaca, aveva oltrepassato il ponte Hakari e piantato una bandiera dell’Azerbaigian in territorio dell’Armenia, evidente provocazione) e conferma che Baku ha chiuso la strada, poi ammette che i convogli della Croce Rossa sono stati fermati per “contrabbando” di sigarette, iphone e benzina: ma se il corridoio è aperto quale sarebbe il problema di far arrivare delle merci a Stepanakert?

Ma il meglio del dittatore azero arriva nel finale: alla domanda “Quale pensa sia la sua missione? Portare una pace duratura o vincere una guerra?” Aliyev non ha alcuna esitazione. “Vincere la guerra era la mia missione politica”. Un bravo consigliere gli avrebbe suggerito una risposta più diplomatica, meno diretta; ma nessuno si azzarda a contraddire il presidente che non è abituato a domande strane come quella conclusiva quando l’intervistatrice gli chiede cosa vorrebbe dire all’opinione pubblica armena: il sunto della sua risposta è che gli armeni dell’Armenia si devono fidare di lui e delle sue proposte, anzi condizioni, di pace mentre quelli dell’Artsakh dovrebbero essere contenti di diventare bravi cittadini dell’Azerbaigian (177° su 190 Stati per tutela dei diritti politici e civili…) oppure andarsene.

L’intervista si svolge nella città armena occupata di Shushi e il segnale è inequivocabile: qui ci sono e non me ne vado…

Qui il reportage di Euronews (in italiano)

(31) PREOCCUPAZIONE USA – Gli Stati Uniti sono profondamente preoccupati per il peggioramento della situazione umanitaria nel Nagorno-Karabakh a causa del continuo blocco di cibo, medicine e altri beni necessari per un’esistenza dignitosa. Lo ha affermato nella dichiarazione di Matthew Miller, portavoce del Dipartimento di Stato americano.

(31) UNIONE EUROPEA – Durante l’incontro dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea svoltosi in Spagna si è discusso, tra i tanti temi, anche della situazione nel Nagorno Karabakh e della crisi umanitaria causata dal blocco del Corridoio Lachin da parte dell’Azerbaigian. Durante la conferenza stampa tenutasi dopo l’incontro dei ministri degli Esteri, l’Alto Rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri e la Sicurezza, Josep Borel, ha invitato le autorità azere a garantire la libera e sicura circolazione attraverso il corridoio Lachin.

(31) CEDU – La CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) ha deciso di concedere all’Azerbaigian tempo fino al 7 settembre di quest’anno. sulla fornitura di informazioni riguardanti i tre civili rapiti dal Lachine Corridor il 28 agosto. Lo ha riferito l’ufficio del rappresentante della Repubblica d’Armenia per gli affari giuridici internazionali. L’Azerbaigian è obbligato a informare la corte sul luogo in cui si trovano, le condizioni di detenzione, lo stato di salute, le cure mediche ricevute e le misure adottate per il ritorno di queste persone.

(31) TRASFERIMENTO MALATI – 10 pazienti del “Republican Medical Center” CJSC del Ministero della Salute della Repubblica dell’Artsakh, insieme ai loro accompagnatori, sono stati trasferiti nei centri medici specializzati della RA con la mediazione e l’accompagnamento del Comitato Internazionale della Croce Rossa ricevere cure mediche specialistiche urgenti. Il Ministero della Salute informa che è previsto il rientro in Artsakh, accompagnato dalla Croce Rossa, durante la giornata di un paziente, che una volta era stato portato in Armenia per cure. Al momento, 34 bambini sono ricoverati nel Centro medico “Arevik”, 8 di loro sono nel reparto neonatale e di rianimazione. 94 pazienti sono ricoverati presso il “Republican Medical Center” CJSC, 7 sono nel reparto di terapia intensiva, 3 di loro sono in condizioni critiche.

(31) NUOVO MINISTRO DI STATO – Samvel Shahramanyan è stato nominato ministro di Stato dell’Artsakh. Secondo il decreto del Presidente della Repubblica dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan, il Ministro di Stato della Repubblica dell’Artsakh, Gurgen Nersisyan, è stato sollevato dall’incarico e il Segretario del Consiglio di Sicurezza, Samvel Sergey Shahramanyan, a cui sono stati conferiti ampi poteri, è stato sollevato dall’incarico precedentemente conferito e nominato Ministro dello Stato.

(31) DIMISSIONI HARUTYUNYAN – Arayik Harutyunyan ha annunciato le sue dimissioni. Qui il testo del suo messaggio.

(31) NUOVO COMANDO RUSSO – Il maggiore generale Kirill Kulakov è stato nominato nuovo comandante delle truppe russe di mantenimento della pace nel Nagorno-Karabakh. Kulakov è nato il 20 luglio 1969. Da marzo 2017 è stato comandante della Scuola superiore di comando militare di Kazan. Kulakov sostituisce il colonnello generale Alexander Lentsov, in servizio dall’aprile 2023.

(30) AIUTI DALLA FRANCIA – L’Azerbaigian ha bloccato l’ingresso dei beni umanitari inviati nell’Artsakh da diverse regioni della Francia. Dieci autotreni carichi di aiuti alimentari e non si sono incolonnati a Kornidzor dove ne sono presenti altre 21. L’Azerbaigian, tuttavia, blocca ancora il transito nel corridoio di Lachin. Nello stesso tempo, due autotreni della Mezzaluna Rossa hanno invano cercato di entrare in Artsakh da Aghdam ma sono stati fermati dai cittadini armeni che non vogliono aiuti dall’Azerbaigian.

(30) SINDACO DI PARIGI IN ARMENIA – Il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica dell’Artsakh, Sergey Ghazaryan, ha incontrato a Kornidzor il sindaco di Parigi Anne Hidalgo e la delegazione da lui guidata, arrivata in Armenia per accompagnare un carico umanitario inviato dalla Francia all’Artsakh e valutare la situazione sul campo. Il capo del dipartimento degli esteri della Repubblica dell’Artsakh ha presentato la situazione disastrosa che si è creata in vari settori dell’Artsakh a causa del blocco e il lavoro volto a risolverla.

(29) SOSTEGNO ALIMENTARE – Da domani inizierà il programma di sostegno sociale sotto forma di cibo ad alcune categorie di persone che vivono nella città di Stepanakert. Lo comunica il Ministero dello Sviluppo Sociale e della Migrazione della Repubblica dell’Azerbaigian, precisando che a partire dal 28 agosto 2023, i beneficiari del programma saranno persone di età inferiore a 18 anni,  persone di età superiore a 63 anni e persone con disabilità. Il sostegno per ciascun beneficiario comprenderà 1 kg di carne, 1 kg di patate e 1 kg di cereali. Per ricevere il sostegno, il beneficiario o un membro adulto della sua famiglia può presentare domanda fino al 21 settembre 2023 al Comitato di gestione delle ispezioni statali o Comitato per gli affari abitativi della Repubblica di Armenia, presentando il documento d’identità originale del beneficiario, il numero di servizio pubblico e, nel caso di una persona con disabilità, anche il certificato della decisione di prova.

(28) GLI AZERI “PERDONANO” I RAGAZZI RAPITI – Baku ha annunciato la chiusura del procedimento penale contro i tre giovani (Alen Sargsyan, Vahe Hovsepyan e Levon Grigoryan) rapiti dai soldati azeri al posto di blocco illegale di Lachin. Erano accusati di atti di disprezzo verso la bandiera dell’Azerbaigian. L’Ufficio del Procuratore Generale dell’Azerbaigian ha emesso un messaggio al riguardo. “Tenendo conto dell’età degli imputati, del loro sincero rimorso e del rispetto dei requisiti della legislazione procedurale, è stato applicato il principio di umanità e il procedimento penale contro di loro è stato fermato” si legge nel comunicato stampa dell’Azerbaigian.

(28) MANIFESTAZIONE SPONTANEA – Dopo il rapimento dei cittadini della Repubblica dell’Artsakh al posto di blocco illegale dell’Azerbaigian, a Stepanakert si è svolta in serata una grande manifestazione spontanea. La folla si è radunata in piazza della Rinascita davanti al palazzo presidenziale e a quello dell’Assemblea nazionale che si è riunita in seduta straordinaria alle 21 (ora locale) dibattendo per oltre cinque ore sugli sviluppi della crisi. All’evento hanno partecipato anche il secondo e il terzo presidente della Repubblica dell’Artsakh, Bako Sahakyan e Arkadi Ghukasyan. Al termine, il presidente Arayik Harutyunyan è uscito per rispondere alle domande delle persone radunate davanti al parlamento, comunicando innanzitutto di avere buone notizie sulla sorte dei ragazzi rapiti al checkpoint illegale in quanto convinto che presto verranno rilasciati. Ha altresì dato appuntamento per la mattina seguente alle famiglie dei ragazzi rapiti. Il capo del Paese ha assicurato che è in discussione la questione dell’apertura di una sola strada, ovvero quella del  corridoio di Lachin. Harutynunyan ha informato che sono state discusse tre questioni: il destino dei tre giovani dell’Artsakh che sono stati rapiti al checkpoint illegale azerbaigiano, la questione del pane, la necessità di riaprire il corridoio Lachin. Ha inoltre parlato riguardo le sue possibili dimissioni nei prossimi giorni che saranno oggetto di un valutazione a breve.

(28) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Il presidente Harutyunyan ha convocato una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza per discutere del rapimento dei tre ragazzi al checkpoint di Lachin.

(28) SONO TRE I RAGAZZI RAPITI – Sarebbero tre i ragazzi armeni dell’Artsakh fermati e sequestrati dagli azeri al checkpoint illegale di Lachin. Secondo i media azeri, gli armeni arrestati sono giocatori di calcio del club Martuni Avo ricercati dalle forze dell’ordine azere dal 2021 per aver presumibilmente “disonorato” la bandiera azera. Rischiano una pena detentiva di 10 giorni. In precedenza, l’Artsakh InfoCenter aveva denunciato il  rapimento  da parte dell’Azerbaigian di una sola persona, uno studente di 22 anni che si stava recando in Armenia per proseguire gli studi. Un altro studente era stato interrogato dalle guardie di frontiera azere quando è arrivata la notizia del rapimento, secondo Tigran Petrosyan, capo del consiglio anticrisi sotto il presidente dell’Artsakh.

(28) RAPITO STUDENTE ARMENO – La parte azera ha rapito al posto di controllo illegale nel corridoio di Lachin Alen Nelson Sargsyan, nato nel 2001, che si stava recando in Armenia dall’Artsakh accompagnato dalle forze di pace russe. Lo riferisce il quartier generale dell’informazione dell’Artsakh. Non si hanno ancora informazioni attendibili sui motivi del rapimento. Alen Sargsyan è uno studente che stava andando a Yerevan per continuare i suoi studi.

(28) TRASFERIMENTO MALATI – 6 pazienti medici del “Centro Medico Repubblicano” CJSC del Ministero della Salute della Repubblica di Armenia, insieme ai loro accompagnatori, sono stati trasferiti nei centri medici specializzati della Repubblica di Armenia con la mediazione e l’accompagnamento del Comitato Internazionale della Croce Rossa per ricevere assistenza medica specialistica urgente. In giornata è previsto il ritorno in Artsakh con i veicoli del CICR di 3 pazienti medici, insieme ai loro accompagnatori. Attualmente, 37 bambini sono ricoverati nel centro medico “Arevik”, 4 di loro sono nel reparto neonatale e di rianimazione mentre 87 pazienti stanno ricevendo cure ospedaliere presso il “Republican Medical Center” con 6 pazienti sono nel reparto di terapia intensiva (3 di loro sono in condizioni critiche).

(28) VIOLAZIONI AZERE SU YERASKH– Dal 25 al 27 agosto, l’Azerbaigian ha sparato più di 60 colpi contro la costruenda acciaieria (a capitale armeno-statunitense) di Yeraskh. Si tratta di un numero senza precedenti di colpi ad alta intensità in direzione della fabbrica in costruzione

(27) FARINA CONSEGNATA A STEPANAKERT – Entro la fine della giornata a Stepanakert verrà fornita farina in misura pari al 70% della domanda di pane di oggi e di domani. Lo riferisce il Fondo di sostegno agricolo e rurale della Repubblica dell’Azerbaigian.”Giornalmente vengono raccolte le scorte di grano e la farina risultante viene inviata direttamente ai panificati, secondo le possibilità.Questa mattina è già stata consegnata una notevole quantità di farina ai laboratori Stepanakert ed entro la fine della giornata sarà consegnato circa il 70% della domanda di pane di oggi e di domani.Anche nei distretti si sta lavorando adeguatamente in questa direzione“, si legge nella nota.

(26) CAMION FERMI – I camion che trasportano cibo e medicinali essenziali dall’Armenia all’Artsakh sono a Kornidzor da un mese. Secondo l’accordo iniziale, il carico di oltre 400 tonnellate doveva essere inviato attraverso le forze di pace russe nell’Artsakh assediato, dove la crisi umanitaria si intensifica di giorno in giorno. Ad oggi l’Azerbaigian impedisce il loro ingresso in Artsakh.

(26) INCONTRO CON I MEDIA – Il presidente dell’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh Davit Ishkhanyan ha incontrato i rappresentanti dei media della repubblica. Come riferito dal dipartimento stampa e pubbliche relazioni dell’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh, il capo del parlamento ha presentato le attività di 20 giorni dell’ufficio, con riferimento alle sfide esterne e interne.Parallelamente agli sforzi volti ad alleviare la difficile situazione nel Paese, sono stati compiuti sforzi per attivare la diplomazia parlamentare, riavviare le relazioni interparlamentari con l’Armenia e ripristinare contatti attivi con gruppi e circoli amichevoli.

(26) CIBO DA CHARTAR A STEPANAKERT – I residenti della città di Chartar, nell’Artsakh, hanno inviato il terzo lotto di sciroppo di gelso e grano korkot a Stepanakaret. I destinatari questa volta sono state le 200 famiglie di via Sasuntsi Davit nella capitale, ciascuna delle quali ha ricevuto 1 kg di korkot e 0,5 l di doshab.L’iniziativa è realizzata con il sostegno di un gruppo di patrioti di Chartar residenti in Russia, con l’aiuto degli operai e dei volontari del comune di Chartar.

(26) DISTRIBUZIONE CIBO – Da lunedì verrà organizzata la fornitura di prodotti a base di carne, patate e cereali per alcuni gruppi sociali di Stepanakert. Il ministro di Stato, Gurgen Nersisyan, ha dichiarato: “Negli ultimi giorni il governo ha svolto alcuni lavori preparatori per organizzare la distribuzione di prodotti a base di carne, patate e cereali ai rappresentanti di diversi gruppi sociali di Stepanakert (pensionati, disabili, sfollati, madri sole, famiglie con molti bambini, ecc.) dalla prossima settimana. Un ulteriore comunicato chiarificatore verrà rilasciato dagli organi competenti in merito alla procedura”.

(26) DISTRIBUZIONE FARINA – Nei prossimi giorni la farina verrà fornita ai panificati in un certo volume stabile, senza ridurre i volumi di produzione dei giorni precedenti. Il Fondo di sostegno ai villaggi e all’agricoltura ha informato di ciò, assicurando che le voci diffuse secondo cui la farina non verrà affatto fornita nei prossimi tre giorni sono false. La fondazione ha informato che nonostante vi siano diversi problemi legati all’organizzazione del raccolto, al volume di grano necessario, al funzionamento dei mulini e alla disponibilità di combustibile, nei prossimi giorni sarà possibile mantenere stabile il livello di approvvigionamento di farina e volume di produzione del pane, almeno il livello degli ultimi giorni.

(25) AIUTI DALLA FRANCIA – Su richiesta del Consiglio di coordinamento delle organizzazioni franco-armene (CCAF), il sindaco di Parigi Anne Hidalgo ha lanciato un’iniziativa invitando le comunità regionali della Francia a organizzare un convoglio umanitario nel Nagorno-Karabakh assediato dal 12 dicembre. 2022. Il programma è finanziato dalle regioni Ile-de-France, Auvergne-Rhône-Alpes, Hauts-de-France, Occitanie, Pays de la Loire e Provenza-Alpi-Costa Azzurra della Francia e da molte città del Paese. Anne Hidalgo, Xavier Bertrand, Bruno Retailleau, Jeanne Barseghian, nonché Patrick Karam e Michele Rubirola hanno deciso di accompagnare fisicamente questo convoglio che dovrebbe raggiungere il corridoio Lachin nel pomeriggio del 30 agosto. Inoltre, la CCAF chiede alle autorità francesi ed europee di utilizzare misure diplomatiche speciali affinché questo convoglio di 10 camion con beni essenziali attraversi il checkpoint stabilito dall’Azerbaigian e raggiunga la loro destinazione. L’idea di inviare un convoglio umanitario francese era stata annunciata per la prima volta da Laurent Wauquiez, presidente del consiglio regionale dell’Alvernia-Rodano-Alpi francese, a Yerevan a marzo.

(25) CONSIGLIO DI SICUREZZA ONU – La Francia presenterà un progetto di risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell’ONU per fornire aiuti ai 120.000 abitanti dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) che rischiano di morire di fame a causa del blocco illegale del corridoio Lachin da parte dell’Azerbaigian. Per l’approvazione del documento saranno necessari almeno nove voti e nessun veto da parte di Cina, Russia, Stati Uniti o Regno Unito.

(25) TRASFERIMENTO PAZIENTI – 10 pazienti dell’Artsakh sono stati trasferiti in centri medici specializzati della Repubblica di Armenia con la mediazione e l’accompagnamento del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Durante la giornata è previsto il ritorno ad Artsakh con i veicoli del CICR di 8 pazienti medici, insieme ai loro accompagnatori, che una volta erano stati inviati in Armenia per cure.

(25) MISSIONE OSCE – Andrzej Kasprzyk, rappresentante personale del Presidente in esercizio dell’OSCE, è in Armenia per visitare il Corridoio Lacin e riferire sulla situazione attuale, su istruzioni del Presidente in esercizio dell’OSCE. Recentemente ha visitato la zona di confine di Kornidzor, dove da più di un mese i veicoli carichi di aiuti umanitari inviati dall’Armenia per alleviare la crisi umanitaria aspettano di entrare nel Nagorno Karabakh.

(25) NAZIONI UNITE – Il professor Juan Mendes ha presentato alle Nazioni Unite un rapporto sulle conseguenze giuridiche del blocco del Nagorno Karabakh. È stato pubblicato anche sul sito web della Rappresentanza permanente dell’Armenia presso le Nazioni Unite.
Il 23 agosto la rappresentanza permanente dell’Armenia ha organizzato un dibattito presso la sede delle Nazioni Unite, durante la quale è stato presentato il parere esperto di Juan Mendes, ex consigliere speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la prevenzione del genocidio, professore di diritti umani presso l’Università americana di Washington riguardo al blocco in corso nel Nagorno Karabakh e all’ONU le possibilità di utilizzare strumenti di prevenzione. Alla discussione hanno preso parte i diplomatici degli Stati membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e di numerosi altri Paesi. Nel suo discorso di apertura, il rappresentante permanente della RA presso le Nazioni Unite Mher Margaryan ha presentato la situazione nel Nagorno Karabakh, sottolineando che la crisi umanitaria continua a peggiorare. Riferendosi alla riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’ONU, convocata il 16 agosto su richiesta della Repubblica di Armenia, il rappresentante permanente armeno ha sottolineato che l’ONU non può permettere che venga commesso un altro crimine e deve adottare misure chiare per impedirlo. Il professor Mendes, in particolare, ha sottolineato che nel contesto dell’attuale situazione nel Nagorno-Karabakh, il rifiuto di conformarsi alla sentenza obbligatoria della Corte internazionale di giustizia è un segnale per lanciare lo strumento di prevenzione precoce per prevenire il genocidio. Secondo il parere esperto del professor Mendes, la situazione nel Nagorno Karabakh costituisce una base sufficiente affinché la comunità internazionale possa attivare meccanismi di allerta precoce e il principio della responsabilità di proteggere.

(25) PRIGIONIERO ARMENO – Secondo quanto riferiscono i media azeri, rappresentanti dell’ufficio del difensore dei diritti umani hanno visitato il prigioniero armeno Gagik Voskanyan il quale avrebbe “espresso la sua soddisfazione per le condizioni di detenzione”. Voskanyan, un soldato dell’esercito di riserva, partecipante a un campo di addestramento, era stato catturato dagli azeri il 16 agosto e incriminato per “attraversamento illegale del confine di stato”.

(24) DICHIARAZIONI DI PASHINYAN – Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha annunciato che Baku sta continuamente silurando con vari mezzi il dialogo con Stepanakert, cercando di attribuire la responsabilità al Nagorno Karabakh. Il Primo Ministro ritiene essenziale attuare il punto 7 della dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020, che prevede il ritorno dei rifugiati e degli sfollati interni non solo nel territorio del Nagorno Karabakh, ma anche nelle regioni adiacenti .”Ciò significa che gli armeni non solo di Martakert, di alcuni villaggi di Hadrut, di alcuni villaggi di Martuni, ma anche di Getashen, Martunashen, Shahumyan e di altre regioni dovrebbero avere l’opportunità di tornare alle loro case con dignità e sicurezza“, ha affermato Pashinyan. Il premier armeno ha inoltre annunciato di aver ricevuto informazioni che si stanno sviluppando piani per aprire unilateralmente il corridoio Lachin, cioè per consentire solo l’uscita dal Nagorno Karabakh. Ha anche ricordato che molti residenti del Nagorno Karabakh si trovano attualmente nella Repubblica d’Armenia e non possono tornare nel Nagorno Karabakh. Di questi, circa 5.000 sono dovuti alla chiusura illegale del corridoio Lachin dal dicembre dello scorso anno e circa 30.000 sono dovuti al mancato rispetto del punto 7 della dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020.

(24) VIOLAZIONI AZERE – Nella notte tra il 23 e il 24 agosto, le forze armate azere hanno violato il cessate il fuoco nella regione di Martuni, nella Repubblica dell’Azerbaigian, utilizzando armi leggere. Non ci sono perdite da parte armena.La violazione del cessate il fuoco è stata segnalata al comando delle truppe russe di mantenimento della pace. 

(24) DICHIARAZIONI MINISTERO ESTERI STEPANAKERT – Il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica dell’Artsakh ha risposto all’informazione diffusa dal servizio azerbaigiano della BBC secondo cui le autorità del Nagorno Karabakh sarebbero propense ad accettare l’apertura della strada per Aghdam e che si terrà un incontro tra le parti su questo tema. che si terrà a Barda nei prossimi giorni. “Vorremmo sottolineare che la parte dell’Artsakh ha sempre agito in modo pacifico, partendo dalla posizione di una soluzione globale del conflitto azerbaigiano-karabakh attraverso i negoziati. Allo stesso tempo, tali negoziati dovrebbero svolgersi nel quadro del formato internazionale concordato tra le parti, che consentirà di garantire che i negoziati siano condotti in conformità con le norme e i requisiti del diritto internazionale. La parte dell’Artsakh ha più volte, attraverso i mediatori, preso iniziative riguardo agli incontri, ma la parte azera le ha respinte. Aggiungiamo che qualsiasi incontro sul territorio dell’Azerbaigian, soprattutto senza la presenza di mediatori internazionali, comporta rischi piuttosto grandi, soprattutto se si considera il fatto del rapimento di Vagif Khachatryan, che è sotto il mandato del CICR, in presenza delle forze di pace russe. Per quanto riguarda la strada di Aghdam, oggi il portavoce del Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian ha parlato di questo argomento,” si legge nella risposta del ministero.

(23) VIOLAZIONI AZERE – Quattro violazioni del regime di cessate il fuoco sono state registrate nelle regioni di Martuni e Shushi secondo quanto riferito dal ministero della Difesa russo che precisa che non risultano feriti.

(23) BUONI PER IL PANE – Da oggi, i residenti delle città di Martuni e Chartar, delle grandi comunità di Sosi, Karmir Pazar, Berdashen e Gishi, acquistano il pane con buoni sconto. Lo ha detto Hunan Hayrumyan, capo dell’amministrazione distrettuale di Martuni. “Tenendo conto del numero della popolazione e delle piccole scorte del raccolto di grano ottenuto, siamo giunti alla conclusione che dovremmo usarlo con parsimonia”, ha spiegato Hayrumyan. Egli ha osservato che il modulo del buono è già stato sviluppato e fornito ai residenti, il buono campione è stato inviato alle comunità. “Il buono riporta il nome del capofamiglia, il numero dei componenti della famiglia e la quantità di pane da fornire. Abbiamo preso in considerazione la massa del pane. diamo due pani ciascuno a una famiglia fino a tre membri, sei pani a una famiglia di sette persone e sette pani a una famiglia di otto persone. Abbiamo tenuto conto delle scorte di farina, della capacità dei mulini e non credo che ci saranno ostacoli in tali questioni. Sui tagliandi verranno segnate le date, dopo che i dipendenti dei panifici o dei negozi avranno consegnato il pane, indicheranno nel tagliando consegnato che è stato ricevuto il pane disponibile per ventiquattr’ore,” ha precisato Hayrumyan.

(22) ASSEMBLEA NAZIONALE – Il Presidente dell’Assemblea Nazionale della Repubblica dell’Artsakh, Davit Ishkhanyan, ha ricevuto oggi il Ministro degli Affari Interni della Repubblica d’Armenia, Karen Sargsyan. Durante l’incontro è stato evidenziato il ruolo e l’importanza del Ministero degli Affari Interni nel garantire il normale lavoro delle istituzioni statali nel Paese e nel mantenere la sicurezza interna e la solidarietà. Karen Sargsyan ha espresso la volontà di collaborare con l’Assemblea nazionale e i comitati competenti. Il Ministro degli Interni ha assicurato che il sistema degli Affari Interni, in particolare la Polizia, farà ogni sforzo per garantire la sicurezza pubblica e frenare le illegalità e gli oltraggi. Oggetto di discussione speciale sono state alcune questioni relative alla protezione civile della Repubblica dell’Azerbaigian. All’incontro era presente Marcel Petrosyan, presidente del Comitato permanente per la difesa, la sicurezza e l’applicazione della legge dell’Assemblea nazionale.

(22) ANCORA VIOLAZIONI AZERE – Intorno alle 12:30, le forze armate azere hanno aperto il fuoco contro una mietitrebbia che lavorava nei campi di Sarushen utilizzando armi leggere. Da diversi giorni gli azeri sparano in questa zona per ostacolare la raccolta del grano. L’incidente è stato segnalato al comando delle truppe russe di mantenimento della pace. In precedenza, tra le 6 e le 7 altre violazioni azere sono state registrate nelle regioni di Martakert e Martuni.

(22) TRASFERIMENTO MALATI – 7 pazienti medici del “Centro Medico Repubblicano” di Stepanakert, insieme ai loro accompagnatori, sono stati trasferiti in centri medici specializzati della Repubblica di Armenia con la mediazione e l’accompagnamento di il Comitato Internazionale della Croce Rossa per ricevere assistenza medica specialistica urgente. La parte azera continua a vietare la consegna di medicinali e forniture mediche tanto necessarie all’Artsakh da parte dei veicoli della Croce Rossa. Attualmente, 28 bambini sono ricoverati nell’unità medica “Arevik”, 4 di loro sono nel reparto neonatale e di rianimazione. Al “Republican Medical Center” 85 pazienti ricevono cure ospedaliere, 3 pazienti sono nel reparto di terapia intensiva con 2 in condizioni critiche.

(21) UCCISO SOLDATO ARMENO – Intorno alle 15:30, unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco sulla posizione armena situata nel settore di Akhpradzor (Armenia), a seguito della quale il militare Vanik Arami Ghazaryan è stato ferito mortalmente da arma da fuoco. Lo ha riferito il Dipartimento di informazione e pubbliche relazioni del Ministero della Difesa di Yerevan.

(21) TRASFERIMENTI – 41 cittadini della Russia e dell’Artsakh sono stati trasferiti in Armenia attraverso la mediazione delle forze di pace russe. I cittadini della Federazione Russa attendono da tempo il loro trasferimento e i cittadini dell’Artsakh sono studenti ammessi a università dell’Armenia o straniere. Secondo l’accordo preliminare raggiunto con le forze di pace, nei prossimi giorni proseguiranno i trasferimenti di studenti e cittadini russi. Tuttavia, la parte azera continua a ostacolare il movimento nei due sensi di molte persone. Ad oggi, centinaia di cittadini in Armenia sono in attesa di tornare in Artsakh, 333 persone sono in attesa di essere trasferite in Armenia attraverso la Croce Rossa per motivi sanitari di emergenza e pianificati, senza contare la necessità di movimento nei due sensi di migliaia di persone per scopi umanitari, di lavoro e altri. La parte azera continua a creare condizioni umilianti al posto di blocco illegale situato vicino al ponte Hakari, oltre a sorveglianza illegale e ostacoli per i cittadini dell’Artsakh. In particolare, contro la volontà delle persone, gli azeri ei giornalisti da loro invitati hanno filmato ancora una volta i loro volti e li hanno utilizzati a fini propagandistici. Inoltre, la parte azera non ha permesso ai veicoli delle truppe di pace russe di attraversare il ponte Hakari, costringendo i passeggeri ad attraversare il ponte con i loro bagagli a piedi, dopodiché hanno proseguito il loro cammino con i veicoli che sono venuti loro incontro. da Goris.

(21) VIOLAZIONI AZERE – Oggi, tra le 05:50 e le 06:30, le forze armate azere hanno violato il cessate il fuoco nelle regioni di Martakert, Askeran, Martun e Shushi utilizzando armi leggere. Segnalate anche ripetute violazioni verso l’Armenia all’altezza di Verin Shorza.

(20) AIUTI ALIMENTARI – Grazie al lavoro organizzativo intrapreso nei giorni scorsi, da domani verrà rilasciato un ulteriore volume di prodotti a base di carne al mercato centrale di Stepanakert con il prezzo massimo di 1 chilogrammo di carne bovina e suina fissato in 4.000 AMD (meno di 10 euro). Lo riferisce il quartier generale dell’informazione dell’Artsakh. “La vendita sarà effettuata nei punti vendita di prodotti a base di carne di Stepanakert, dove saranno presenti i dipendenti della polizia, del comitato delle entrate statali e del comitato di gestione dell’ispezione statale per escludere acquisti speculativi. Si stanno inoltre adottando misure per aumentare il più possibile il volume del pane” dichiara Info Center Artsakh

(19) INCONTRO HARUTYUNYAN – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan, ha incontrato un gruppo di membri dell’Unione dei parenti dei soldati uccisi e dispersi nella terza guerra dell’Artsakh. Harutyunyan ha presentato i passi compiuti dalle autorità nella direzione della revoca del blocco dell’Artsakh, ha parlato dei possibili sviluppi.

(19) VIOLAZIONI AZERE A SARUSHEN – Le Forze Armate dell’Azerbaigian stanno tenendo sotto tiro da molti giorni l’unico campo di grano della comunità di Sarushen, privando gli abitanti della possibilità di avere il pane. Da diversi giorni gli abitanti della comunità Sarushen della regione di Askeran della Repubblica dell’Artsakh stanno cercando di raccogliere il raccolto dell’unico campo di grano del villaggio per risolvere il problema del pane, ma le persone e i macchinari agricoli che si avvicinano al campo sono regolarmente presi di mira dalle posizioni azere situate nelle vicinanze.Sebbene ogni volta in Artsakh le forze di pace russe coordinino la data e l’ora del raccolto con la parte azera e si organizzino sul posto alla presenza delle forze di pace, tuttavia, non appena iniziano i lavori, il fuoco senza sosta da vari iniziano le armi da fucile, dopodiché vengono immediatamente fermate, e i civili vengono trasportati in salvo con l’aiuto delle forze di pace.

(19) CROCE ROSSA – Il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) ha rilasciato una dichiarazione in merito alla situazione intorno al corridoio Lachin. Il CICR rimane l’unica organizzazione umanitaria che opera nel Corridio di Lachin r per soddisfare le crescenti esigenze umanitarie, afferma la dichiarazione. “L’ultima fornitura di medicinali è avvenuta il 7 luglio e l’ultima fornitura di cibo è avvenuta il 14 giugno. Il CICR invita i responsabili delle decisioni a trovare un compromesso e rendere possibile la ripresa delle forniture umanitarie urgentemente necessarie“, afferma la dichiarazione.

(19) AIUTO ALLA POPOLAZIONE – Durante l’assedio di Artsakh, il Ministero dello sviluppo sociale e della migrazione della Repubblica di Armenia ha fornito sostegno a più di 50.000 persone (diversi gruppi sociali) sotto forma di forniture alimentari e igieniche secondo quanto dichiarato dal ministro di Stato Nersesyan. “Nelle ultime settimane, nella sola città di Stepanakert sono state sostenute più di 2.500 famiglie. Nei prossimi giorni verranno completate le restanti 4.500 domande, circa 700 donne incinte riceveranno cibo e articoli per l’igiene e il processo di accettare nuove domande inizierà il 22 agosto 2023.Nei distretti si sta tentando di fornire farina ai residenti delle comunità rurali, per indirizzare l’opportunità dei panifici a soddisfare i bisogni dei residenti delle comunità urbane“, ha affermato il Ministro di Stato.

(19) SEPOLTURA NEGATA – I parenti di Helen Dadayan, residente nella città di Chartar, Artsakh, vittima di un incidente stradale sull’autostrada Gyumri-Yerevan, si sono riuniti oggi davanti all’ufficio del CICR a Stepanakert, chiedendo che i resti della ragazza siano trasportati al patria. Il corpo si trova da una settimana all’obitorio di Goris (ARM) ma gli azeri non ne autorizzano il trasporto in Artsakh. I parenti si sono anche incontrati con il comandante delle forze di pace russe Lentsov.

(18) TRASFERIMENTO PAZIENTI – Undici pazienti del Centro medico repubblicano dell’Artsakh sono stati trasportati presso istituzioni mediche specializzate dell’Armenia per cure mediche specialistiche urgenti, con accompagnatori, nonché la mediazione e la scorta del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR). Nove pazienti, che erano stati trasferiti in Armenia per cure mediche nell’ambito del finanziamento statale, dovrebbero tornare ad Artsakh durante il giorno con i veicoli del CICR e insieme ai loro accompagnatori. Un totale di 27 bambini stanno attualmente ricevendo cure ospedaliere presso l’Arevik Medical Center di Artsakh, e otto di loro sono presso l’unità di terapia intensiva e neonatale. E 82 pazienti stanno ricevendo cure ospedaliere presso il Republican Medical Center, quattro di loro sono nell’unità di terapia intensiva e due di questi quattro sono in condizioni critiche.

(18) PROCESSO IN VISTA PER KHACHATRYAN – L’Azerbaigian intende processare il cittadino dell’Artsakh, Vagif Khachatryan, rapito a fine luglio al checkpoint di Lachin mentre era sul convoglio della Croce Rossa. Khachatryan “sarà davanti alla corte nel prossimo futuro”, ha detto ai media Emil Taghiyev, capo del dipartimento per le indagini speciali presso l’ufficio del procuratore militare dell’Azerbaigian. Vagif Khachatryan è accusato ai sensi degli articoli del codice penale azero di “genocidio” e “deportazione o reinsediamento forzato della popolazione” durante la prima guerra dell’Artsakh, che l’Azerbaigian stesso aveva scatenato contro l’Artsakh all’inizio degli anni ’90. Khachatryan è stato letteralmente portato via dagli azeri dalle mani dei dipendenti della Croce Rossa di recente.

(18) COMMENTO A CONSIGLIO SICUREZZA – Il ministero degli Esteri di Stepanakert ha rilasciato una nota a commento della riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu: “”Esprimiamo la nostra gratitudine a quei Paesi che sono rimasti fedeli ai principi del diritto internazionale e dell’umanesimo e hanno sottolineato nei loro discorsi la necessità dell’urgente sblocco del Corridoio Lachin e della fornitura di beni vitali alla popolazione bisognosa dell’Artsakh. Allo stesso tempo, è deludente che le singole delegazioni abbiano cercato di trovare un equilibrio immaginario ed estremamente pericoloso tra il desiderio del popolo dell’Artsakh di vivere liberamente, in sicurezza e con dignità nella propria patria e le ambizioni dell’Azerbaigian di sottometterlo e distruggerlo con la forza. Non può esserci compromesso tra, da un lato, i valori universali di libertà, dignità umana, pace e giustizia, e, dall’altro, manifestazioni estreme di violazioni sistematiche e su larga scala dei diritti umani compiute con la scopo della distruzione fisica delle persone. Ci aspettiamo che gli Stati membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dimostrino coerenza e una posizione di principio nel prevenire ulteriori atti criminali contro il popolo dell’Artsakh e rafforzino la loro posizione adottando una risoluzione che obbligherà l’Azerbaigian a revocare il blocco illegale del Corridoio di Lachin senza alcuna precondizione e interconnessione con percorsi alternativi in stretta conformità con la Dichiarazione Tripartita del 9 novembre 2020 e con le decisioni della Corte Internazionale di Giustizia. Dato il chiaro intento genocida dell’Azerbaigian, qualsiasi tentativo di ostacolare gli sforzi del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per porre fine all’assedio disumano e al disastro umanitario dell’Artsakh equivarrebbe a una tacita approvazione, se non complicità, dei crimini di Baku”.

(18) VIOLAZIONI AZERE – Intorno alle 9:20, le forze armate azere hanno violato il cessate il fuoco nella regione di Martuni di Artsakh aprendo il fuoco, con armi leggere, contro un trattore che lavorava in un campo del villaggio di Myurishen. 

(18) SMENTITE DIMISSIONI HARUTYUNYAN – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan non ha intenzione di dimettersi. Lo comunica l’addetta stampa del presidente armeno, Lusine Avanesyan, commentando la notizia che da ieri circola in rete da ieri.

(18) INTERROTTO INTERNET – Gli azeri hanno sabotato ieri sera il cavo di fibra ottica che dall’Armenia arriva in Artsakh. L’interruzione risulta all’altezza di Berdzor (vecchio corridoio di Lachin). In giornata, dopo mediazione delle forze di pace russe, il “guasto” è stato riparato.

(17) FUOCO SU AGRICOLTORI – Nei campi intorno al villaggio di Sarushen (regione di Askeran) sono stati sparti dagli azeri colpi all’indirizzo di una mietitrebbia. Le violazioni sono state registrate sia al mattino che nel pomeriggio.

(16) CONSIGLIO DI SICUREZZA ONU – Si è tenuta una sessione del Consiglio di sicurezza dedicata al blocco di Lachin. Dagli interventi di quasi tutti gli ambasciatori (in primo luogo, Usa, Russia, Ue, Francia, Regno Unito) è emersa la necessità di riaprire il passaggio lungo il corridoio di Lachin. Prospettata anche la possibilià di una ulteriore, aggiuntiva, via di aiuti da Aghdam. Evidenziata l’utilità di un colloquio diretto tra Stepanakert e Baku.

(16) AZERI SPARANO SU POSIZIONI ARMENE – L’Azerbaigian ha sparato contro postazioni armene, riferisce il servizio stampa del Ministero della Difesa dell’Armenia. Di conseguenza, intorno alle 17:30 (ora locale), le unità dell’esercito azero hanno aperto il fuoco – con armi leggere – in direzione delle posizioni armene situate nel settore del villaggio di Norabak nella provincia di Gegharkunik. 

(16) PRESIDENTE DELL’OSCE – Facendo seguito alle mie conversazioni telefoniche della scorsa settimana, in qualità di Presidente in esercizio dell’OSCE ho chiesto al mio Rappresentante personale Andrzej Kasprzyk di visitare l’area di Lachin e di riferirmi sull’attuale situazione in loco. Così si è espresso Bujar Osmani, presidente in esercizio dell’OSCE e ministro degli affari esteri della Macedonia del Nord. “Ribadisco il mio invito a concedere il libero passaggio attraverso il corridoio Lachin. Altre rotte dovrebbero aprirsi in parallelo. Gli aspetti umanitari devono sempre prevalere. Il dialogo sulle questioni politiche continuerà e l’OSCE è pronta a facilitare“, ha aggiunto Osmani. 

(16) CATTURATO SOLDATO ARMENO – La foto del riservista armeno GV, arrestato dalle forze armate dell’Azerbaigian, è apparsa nel dominio azero dei social media. All’inizio della giornata, il Ministero della Difesa dell’Armenia ha annunciato che, secondo i dati preliminari, il riservista GV, un partecipante al campo di addestramento militare, aveva abbandonato la sua posizione di combattimento ed erano in corso operazioni di ricerca per localizzarlo. Poco dopo quella dichiarazione, la parte azera aveva riferito che una persona armena è stata catturata. Dopo questo annuncio da parte azera, il Ministero della Difesa armeno ha rilasciato un filmato che mostra come un gruppo di militari delle forze armate azere si avvicina al riservista armeno GV, che è finito dalla parte azera in circostanze ancora indeterminate, prima parla con, poi arresta lui e prende in macchina in una direzione sconosciuta.

(15) ANNUNCIATO NUOVO VERTICE – A settembre si terranno i nuovi incontri armeno-azeri sul trattato di pace. Edmon Marukyan, l’Ambasciatore Generale dell’Armenia; lo ha annunciato in onda sulla compagnia televisiva pubblica dell’Armenia. “Le azioni dell’Azerbaigian interrompono il processo di pace. L’Armenia non abbandona il processo, rimanendo fedele al processo, ma è necessaria una parte opposta. L’Azerbaigian è obbligato a ritirare le sue truppe dal territorio sovrano dell’Armenia”, ha aggiunto Marukyan.

(15) PRIMO MORTO PER FAME IN ARTSAKH – L’ufficio del Difensore dei diritti umani ha oggi informato che un cittadino di Stepanakert – K. Hovhannisyan – di 43 anni è morto in conseguenza della malnutrizione dovuta alla penuria di cibo. “Cronica malnutrizione, carenza di proteine e calorie”: questa la diagnosi. Il blocco azero del Nagono Karabakh-Artsakh ha fatto dunque la sua prima vittima ufficiale.

(15) SPARI AZERI CONTRO MISSIONE EUMA – L’esercito azero ha aperto il fuoco contro gli osservatori dell’UE e il loro veicolo in direzione di Verin Shorzha, nella provincia di Gegharkunik secondo quanto ha dichiarato in una nota il ministero della Difesa dell’Armenia. La missione europea ha confermato la sparatoria. Nella medesima località, ieri, era stato gravemente ferito un soldato armeno.

(15) PROVOCAZIONI AZERE – Un certo numero di media online che operano sotto il coordinamento del Ministero della Difesa e dei servizi speciali dell’Azerbaigian martedì hanno continuato a pubblicare video falsi che presumibilmente raffigurano le nuove postazioni di combattimento dell’Esercito di difesa dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) e il trasferimento di armi e militari equipaggiamento alla linea di contatto, ha osservato l’Esercito di difesa dell’Artsakh in una dichiarazione.La parte azera, violando continuamente i propri obblighi derivanti dal documento tripartito del 9 novembre 2020, a seguito del quale l’Artsakh si trova in uno stato di disastro umanitario, tenta – attraverso la diffusione attiva di false informazioni – di addossare la colpa del degrado della situazione da parte dell’Artsakh e delle forze di pace russe, cerca di distogliere l’attenzione internazionale dalle sue azioni aggressive volte a portare a termine la pulizia etnica nell’Artsakh e svolge la preparazione delle informazioni per le successive provocazioni, ha aggiunto l’Esercito di difesa dell’Artsakh.

(14) TRASFERIMENTO MALATI – Il ministero della Salute comunica che con l’ausilio della Croce Rossa prosegue il trasferimento di malati gravi alla repubblica di Armenia per cure specialistiche. Tuttavia, una dozzina di pazienti hanno rifiutato il trasfrimento per timore di essere sequestrati dai soldati azeri al blocco di Lachin.

(11) LAVORI SU RETE ELETTRICA – Le frequenti interruzioni di corrente registrate durante la giornata sono dovute all’attuazione di interventi di ripristino d’urgenza del sistema produttivo attuati dalla società “Artsakh HPP”. Secondo la stessa, a causa del blocco di otto mesi dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian e della interruzione delle linee elettriche fornite dall’Armenia (nel territorio sotto controllo azero), l’azienda è costretta a lavorare con un programma sovraccarico, a causa dei quali problemi di localizzazione nell’apparecchiatura poiché la produzione e la fornitura di corrente elettrica sono diventate frequenti. E a causa del blocco completo, è diventato impossibile importare nuove apparecchiature per una rapida risoluzione dei problemi. Nel pomeriggio, l’incidente nel sistema di produzione è stato eliminato dal gruppo di specialisti di “Artsakh HPP” e quindi la fornitura di energia elettrica riprende secondo il programma stabilito da “Artsakhenergy”

(11) OPERAZIONI DI SMINAMENTO – Oggi, in diverse ore della giornata, i gruppi di sminamento del Servizio statale di AI, Fondazione “Centro di sminamento umanitario” e “The Halo Trust” effettueranno lavori di detonazione di munizioni nell’area delle comunità di Aygestan e Ivanyan di Regione di Askeran. Si tratta di ordigni azeri lanciati nel corso della guerra del 2020 e recuperati nei territori della repubblica di Artsakh.

(10) COLLOQUI CON I CATHOLICOS – Il Presidente dell’Assemblea Nazionale della Repubblica dell’Artsakh, Ishkhanyan, ha effettuato una telefonata con il Catholicos di tutti gli armeni Karekin II e il Catholicos della Grande Casa di Cilicia Aram I. Davit Ishkhanyan ha ringraziato per la “benedizione patriottica e gli auguri”. Entrambi i Catholicos hanno espresso il loro “pieno sostegno ai lavori in corso nella direzione di sbloccare la Repubblica dell’Artsakh e ristabilire il diritto all’autodeterminazione del nostro popolo”. “I Venerabili Padri hanno assicurato che la Chiesa Apostolica Armena sarà sempre accanto all’Artsakh e al popolo dell’Artsakh, e hanno espresso la loro disponibilità a una stretta collaborazione”, si legge nel messaggio.

(10) BABAYAN RISPONDE AGLI AZERI – L’Azerbaigian vuole presentare i negoziati Stepanakert-Baku come un dialogo intra-azerbaigiano; cioè, alcuni “criminali” – cioè noi – dovrebbero andare [a Baku] e dire: “perdonaci, stiamo diventando tuoi cittadini”. Lo ha dichiarato David Babayan, consigliere del presidente dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) ed ex ministro degli esteri dell’Artsakh, riferendosi alla dichiarazione dell’Azerbaigian di essere pronto a “tenere incontri regolari con gli armeni del Nagorno-Karabakh “. “Baku vuole discutere la questione dell’integrazione. Hanno stabilito una precondizione che rende impossibile qualsiasi incontro. Sincero interesse per la risoluzione del conflitto, quindi gli incontri dovrebbero essere tenuti in un formato diverso. E questo è semplicemente fare pressione su di noi, morire di fame noi, e poi raggiungere il loro obiettivo. Vediamo [che] il mondo è apatico e non fa alcun passo per migliorare questa situazione vergognosa”, ha detto Babayan.

(10) CARENZA DI ACQUA – A causa del clima secco e umido, si sta verificando una carenza d’acqua nei bacini idrici che alimentavano la città di Stepanakert. Lo comunica la direzione di “Jrmugh-sewer” CJSC. L’azienda è costretta a fornire acqua con pompe artigianali. A causa delle interruzioni di corrente della ventola e della mancanza di carburante, le pompe funzionano a metà capacità, in modalità ventola. Il dipartimento chiede al pubblico di utilizzare l’acqua il più parsimoniosamente possibile per evitare interruzioni idriche e di essere a conoscenza di occasionali interruzioni idriche.

(9) NEGOZIATI – L’Azerbaigian si dice pronto a tenere incontri regolari con gli armeni del Nagorno-Karabakh, e senza interferenze esterne. Mahur Gasimov, Capo del Dipartimento di Analisi e Studi Strategici presso il Ministero degli Affari Esteri (MFA) dell’Azerbaigian, ha assicurato che Baku ha un chiaro piano d’azione per l’attuazione del processo di reintegrazione degli armeni del Karabakh secondo quanto hanno riferito i media azeri. “Le misure economiche, sociali, culturali, educative, religiose e altri settori che saranno presi nell’ambito di questo processo offriranno l’opportunità di garantire i diritti della popolazione dell’Azerbaigian di origine armena. La parte azera è pronta per un dialogo a questo proposito con quei residenti armeni che sono veramente interessati a un tale dialogo, non con coloro che sono interessati solo alle manipolazioni. A questo proposito, siamo pronti a tenere regolarmente incontri con i residenti di nazionalità armena, senza interferenze esterne“, ha affermato. Apparentemente, il rappresentante dell’MFA azero ha dimenticato di menzionare che Baku considera il blocco del popolo dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) il metodo principale per stabilire un contatto con l’Artsakh.

(9) NUOVI AIUTI IN ATTESA – Un altro camion è appena arrivato a Kornidzor e si è accodato alla fila di autotreni, carichi di aiuti alimentari (19 dall’Armenia e due da un’azienda che produce dolciumi) in attesa di avere libero transito attraverso il blocco del checkpoint azero di Lachin. Questo nuovo automezzo è frutto dell’iniziativa di alcune città e regioni francesi in solidarietà e sostegno alla popolazione del Nagorno Karabakh che è sotto assedio da quasi 8 mesi e porta più di 20 tonnellate di carico umanitario (cibo e pasta) che è stato inviato alla città di Parigi da un certo numero di regioni francesi.

(9) TRASFERIMENTO MALATI – 10 pazienti del “Republican Medical Center” CJSC del Ministero della Salute della Repubblica di Armenia insieme ai loro accompagnatori sono stati trasferiti nei centri medici specializzati della Repubblica di Armenia con la mediazione e l’accompagnamento del Comitato Internazionale della Croce Rossa. I suddetti 10 pazienti stanno ricevendo l’emodialisi programmata, ma a causa della scarsità di medicinali e forniture mediche, non sono in grado di ricevere le cure mediche necessarie e rischiano la morte. Durante la giornata, è previsto il ritorno ad Artsakh di 9 pazienti, insieme ai loro accompagnatori, con veicoli del CICR, che una volta erano stati inviati in Armenia per cure nell’ambito dell’ordine statale. Al momento, 30 bambini stanno ricevendo cure ospedaliere nell’unità medica “Arevik”, 7 di loro sono nel reparto neonatale e di rianimazione. 85 pazienti ricevono cure ospedaliere presso il “Republican Medical Center” CJSC, 10 pazienti sono nell’unità di terapia intensiva, 4 di loro sono in condizioni critiche.

(9) ESPERTO: GENOCIDIO IN ATTO – Il blocco dell’Azerbaigian del Corridoio Lachin, che impedisce a cibo, medicine e altri rifornimenti essenziali di entrare nel Nagorno-Karabakh, è un’arma invisibile di genocidio. Lo afferma il rapporto di Luis Moreno Ocampo, uno dei massimi specialisti di diritto internazionale, ex procuratore capo della Corte penale internazionale.”Il mio contributo è spiegare perché questo dovrebbe essere considerato un genocidio contro gli armeni etnici del Nagorno-Karabakh ai sensi dell’articolo 2 (c) della Convenzione sul genocidio: “Creare deliberatamente condizioni di vita per un gruppo progettato per la sua distruzione fisica”.Non ci sono forni crematori qui, né attacchi di machete. La fame è l’arma invisibile del genocidio. Senza cambiamenti radicali immediati, questo gruppo di armeni morirà in poche settimane.Per molti versi, la fame degli armeni etnici del Nagorno-Karabakh è un prototipo di genocidio, attraverso l’imposizione di condizioni di vita finalizzate allo sterminio del gruppo. Questo chiude il tragico cerchio, poiché “il trattamento degli armeni da parte dei governanti turchi nel 1915 fornisce un paradigma per la clausola del genocidio, che si riferisce all’imposizione di condizioni di vita”.Come persona con una certa esperienza in questo campo, sono stato onorato di contribuire fornendo un rapporto imparziale e sono pronto ad aiutare qualsiasi parte che cerchi di impedire la distruzione degli armeni nel Nagorno-Karabakh“, ha detto Ocampo.

(8) APPELLO DEL PRESIDENTE – Il Presidente della Repubblica di Artsakh, Arayik Harutyunyan, ha rivolto un urgente video-appello alla comunità internazionale affinché adotti misure urgenti per prevenire il genocidio del popolo dell’Artsakh e per revocare l’assedio imposto dal blocco attuato dall’Azerbaigian. QUI IL TESTO IN ITALIANO.

(7) UNICEF – L’UNICEF aderisce all’appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite. In linea con i principi sanciti dal diritto umanitario internazionale e i diritti del bambino, l’UNICEF invita tutte le parti a garantire l’accesso umanitario alla distribuzione dei beni di prima necessità ai bambini e alle loro famiglie. “Esortiamo vivamente tutte le parti coinvolte e coloro che le influenzano a mettere la sicurezza e la sopravvivenza dei bambini al di sopra di ogni altra considerazione“, ha affermato l’UNICEF.

(7) NAZIONI UNITE – Nel loro rapporto, i relatori speciali delle Nazioni Unite hanno invitato l’Azerbaigian a ripristinare immediatamente il movimento libero e sicuro attraverso il Corridoio Lachin. “Gli esperti (ONU ndr) hanno invitato le autorità dell’Azerbaigian, in conformità con l’accordo di cessate il fuoco firmato nel novembre 2020, a ripristinare immediatamente la libera e sicura circolazione di persone, veicoli e camion in entrambe le direzioni del Corridoio Lachin. Hanno anche invitato le forze di pace russe di stanza nella regione a proteggere il corridoio in conformità con i termini dell’accordo di cessate il fuoco“, si legge nella dichiarazione dei relatori speciali, distribuita dall’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Notano che il blocco dell’unica strada che collega il Nagorno Karabakh con l’Armenia negli ultimi sette mesi ha portato la popolazione ad affrontare gravi carenze di prodotti alimentari, medicinali e igienici di base, ha influito sul lavoro delle istituzioni mediche ed educative e mette a rischio la vita delle persone. “Chiediamo al governo dell’Azerbaigian di adempiere ai suoi obblighi internazionali di rispettare e proteggere i diritti umani, compreso il diritto all’alimentazione, all’assistenza sanitaria, all’istruzione e alla vita. Sottolineiamo inoltre l’importanza della cooperazione e del dialogo tra tutte le parti coinvolte per la soluzione pacifica e stabile del conflitto del Nagorno Karabakh“, si legge nella nota.Il documento è stato firmato anche dal relatore speciale sul diritto all’alimentazione, Michael Fahri, e dal relatore sul diritto all’istruzione, Farid Shahid.

(7) PENURIA DI CONTANTI – Poiché l’Artsakh è stato bloccato dall’Azerbaigian dal 12 dicembre 2022 e il trasporto di merci umanitarie verso l’Artsakh è stato completamente interrotto dal 15 giugno di quest’anno, è sorto un problema di cassa nell’Artsakh secondo quanto ha informato il Ministero delle finanze e dell’economia della Repubblica dell’Artsakh. “Al fine di attuare i programmi di sostegno sociale definiti dalla decisione del governo della Repubblica dell’Artsakh, per pagare stipendi e pensioni e per garantire il flusso interno della circolazione del contante, si prega di incassare i fondi tenuti nei conti bancari secondo necessità e mantenere i fondi in contanti gratuiti nei conti bancari. Esortiamo ad assistere lo stato in modo da poter superare con sforzi congiunti le difficili sfide che devono affrontare il popolo dell’Artsakh“, ha aggiunto il ministero.

(7) NUOVO PRESIDENTE PARLAMENTO – Davit Ishkhanyan della fazione di opposizione della Federazione Rivoluzionaria Armena (ARF) è stato eletto nuovo presidente dell’Assemblea Nazionale della Repubblica dell’Artsakh. Secondo i risultati del rispettivo scrutinio segreto, Ishkhanyan ha ricevuto 22 voti a favore e 9 contrari. Succede ad Artur Tovmasyan dimessosi il 29 luglio scorso.

(6) HARUTYUNYAN SU CORRIDOIO – Il presidente della repubblica ha affermato che il disastro umanitario è il risultato della politica dell’Azerbaigian e ha fatto riferimento alla proposta di inviare aiuti via Agdam. Secondo lui, è necessario tener conto dell’importanza del Corridoio Lachin da parte della comunità internazionale.”Di conseguenza, molte decisioni sono state adottate ad esempio presso la Corte internazionale dell’Aia, ecc. È la testimonianza che il disastro umanitario è una conseguenza del fatto che l’Azerbaigian non rispetta le norme e i requisiti internazionali, non rispettando uno dei punti principali dell’Accordo tripartito“. In caso di qualsiasi proposta o decisione di vitale importanza, dobbiamo avere un consenso che dovrebbe esprimere i sentimenti del nostro popolo”, ha affermato il presidente Harutyunyan.

(6) HARUTYUNYAN SU TRATTATIVE – In un’intervvista ad Artsakh TV il presidente della repubblica ha dichiarato che l’Occidente ha compiuto uno sforzo per organizzare un incontro Baku-Stepanakert in un paese terzo. Naturalmente, c’è stata una risposta positiva da parte nostra, soprattutto perché era vicina al formato internazionale, ma l’Azerbaigian ha rifiutato quel formato. Harutyunyan ha altresì assicurato che qualsiasi decisione che riguardi il futuro dell’Artsakh, gli interessi vitali, la logica del nostro Movimento, il diritto all’autodeterminazione, sarà presa per consenso. ”Di conseguenza, si tengono incontri con le forze politiche: parlamentari, extraparlamentari, attori politici, ex alti funzionari: presidenti, leader del parlamento, nonché attivisti. “Fondamentalmente tutti hanno lo stesso punto di vista e visione riguardo al futuro dell’Artsakh. Voglio assicurare ancora una volta che qualsiasi decisione dello stato, del presidente, dovrebbe essere basata sugli interessi del popolo dell’Artsakh, e d’altra parte , dovrebbe essere comprensibile e accettabile per la nostra gente“, ha riassunto il presidente Harutyunyan.

(6) CROCE ROSSA VISITA PRIGIONIERO – Rappresentanti della Croce Rossa hanno fatto visita a Vagif Khachatryan, 68 anni, rapito dall’Azerbaigian il 29 luglio. Informata la figlia di Vagif Khachatryan, Vera Khachatryan. Ha anche riferito di aver ricevuto un biglietto della Croce Rossa, che dice: “Sto bene, ti penso, se tutto va bene, torno“.

(4) RUSSIA CRITICA SU ACCORDO BAKU-YEREVAN – Il capo del quarto dipartimento della CSI del ministero degli Esteri russo, Denis Gonchar, ha dichiarato all’agenzia Tass che un tentativo di concludere frettolosamente un trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian a scapito di un’attenta preparazione e pianificazione porterà solo a ulteriori conflitti in futuro. “Un trattato di pace elaborato in fretta e furia non sarà in grado di portare una pace duratura nella regione. Al contrario, creerà potenziali motivi per nuovi conflitti e tragedie future. Non è la velocità che dovrebbe essere visto come una priorità, ma, invece, un’attenta preparazione di soluzioni equilibrate e reciprocamente accettabili“, ha detto il diplomatico osservando che un certo numero di Paesi occidentali afferma che Baku e Yerevan potrebbero firmare un trattato di pace quasi già nelle prossime settimane o mesi. Secondo il diplomatico russo, i tempi per la firma dovrebbero essere determinati dalle parti stesse.

(4) SPARI CONTRO AGRICOLTORE – Il 4 agosto, il dipartimento di polizia del distretto di Askeran ha ricevuto un rapporto secondo cui, verso le 15, dalle postazioni di combattimento azere adiacenti all’area “Dravun Spring” del distretto amministrativo del villaggio di Nerkin Shnek, sono stati sparati colpi con fucili di diverso calibro contro un residente di 40 anni del villaggio di Khnapat che stava lavorando con una mietitrebbia in un campo di grano. Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito ma i lavori agricoli sono stati interrotti a causa della violazione del regime di cessate il fuoco. La violazione è stata segnalata al comando delle forze di pace russe.

(4) IPOTESI MARCIA PACIFICA – Un gruppo di residenti dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) ha in programma di organizzare una marcia pacifica verso il ponte Hakari dove l’Azerbaijan ha installato un posto di blocco illegale e sta tenendo sotto blocco il corridoio di Lachin. Hanno formato un’organizzazione chiamata Movimento Popolare per lo Sblocco del Corridoio per organizzare la suddetta marcia. Artur Osipyan, membro del gruppo di iniziativa di questo movimento, ha detto alla stampa di vedere una soluzione alla situazione attraverso la lotta pacifica. “In base alla situazione in cui ci troviamo, un gran numero di residenti pacifici e disarmati può recarsi ad Hakari e risolvere i problemi sul campo; cioè negoziare. Ciò non significa che stiamo rinunciando agli organi statali dell’Artsakh, contrariamente alle opinioni che sostengono che con questo passo faremmo ciò che ha detto [il presidente azero Ilham] Aliyev. Non è così. Con questo movimento popolare stiamo ancora una volta sollevando le questioni che abbiamo sollevato prima, per dimostrare che non ci sono criminali in Artsakh che hanno usurpato il potere e stanno dettando la loro volontà, ma che le persone e le autorità sono effettivamente d’accordo in tutte le questioni riguardanti l’autodeterminazione e lo status dell’Artsakh. Questo movimento è un movimento popolare indipendente. Questa è una nuova idea di movimento pannazionale che andremo a sbloccare noi stessi il corridoio“, ha detto Osipyan.

(3) I DUBBI DI PASHINYAN SU ALIYEV – Anche il primo ministro dell’Armenia comincia ad avere dei dubbi sulle reali intenzioni dell’Azerbaigian. “Il presidente dell’Azerbaigian afferma che i confini tra Armenia e Azerbaigian non sono stati determinati. I confini tra Armenia e Azerbaigian sono stati determinati dalla dichiarazione di Almaty del 1991, e ciò è stato ribadito da i risultati dell’incontro quadrilatero di Praga del 6 ottobre 2022, dove la dichiarazione di Almaty è stata accettata come base per la delimitazione e la demarcazione dei confini tra i due Paesi“, ha affermato il premier armeno. “Si ha l’impressione che il piano dell’Azerbaigian sia il seguente: firmare un trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian con disposizioni che lascino spazio per contestare il confine specificato dalla dichiarazione di Almaty, e successivamente presentare rivendicazioni territoriali all’Armenia nel processo di delimitazione del confine e demarcazione“, ha aggiunto Pashinyan.
Quanto alla chiusura del ponte sul fiume Hakari, Pashinyan ha affermato che “l’Azerbaigian continua ostinatamente a sostenere che uno dei motivi della chiusura del corridoio di Lachin il 15 giugno di quest’anno, come afferma, è la provocazione militare della parte armena. Permettetemi di ricordare: quel giorno, l’Azerbaigian aveva provato di mettere una bandiera sul bordo del ponte Hakari, attraverso il territorio dell’Armenia, ottenendo l’opposizione legale delle truppe di guardia di frontiera dell’Armenia. La suddetta azione dell’Azerbaigian è una provocazione, soprattutto nelle condizioni in cui il lavoro di delimitazione e demarcazione dei confini tra i due Paesi è ancora nella fase iniziale. La pratica dell’Azerbaigian di issare bandiere in vari luoghi volontariamente, e spesso con l’uso della forza, è simile a un atto di interruzione della delimitazione dei confini e del processo di pace in generale“, ha detto Pashinyan, aggiungendo che questo è stato visto anche nell’intervista del presidente dell’Azerbaigian a Euronews il giorno precedente.

(3) DICHIARAZIONE PASHINYAN – Il primo ministro dell’Armenia Nikol Pashinyan ha affermato che esiste una possibilità di raggiungere una pace duratura e sostenibile con l’Azerbaigian e ha invitato Baku ad astenersi da misure volte a ridurre queste possibilità. “Nonostante tutte le difficoltà, abbiamo davvero la possibilità di raggiungere una pace a lungo termine, sostenibile e duratura. E invito l’Azerbaigian ad astenersi da misure volte a diminuire questa possibilità, ad esempio il continuo siluramento del dialogo Stepanakert-Baku nell’ambito di un meccanismo internazionale, il blocco illegale del Corridoio Lachin e il rapimento di Vagif Khachatryan, che veniva trasportato dal CICR a Yerevan, dal Lachin Corridor all’inizio di questa settimana. Il rilascio di Vagif Khachatryan, di altri prigionieri, prigionieri di guerra e detenuti sarebbe un segnale impressionante di impegno per l’agenda di pace“, ha detto Pashinyan.

(3) RUOLO FORZA DI PACE RUSSA – Dopo la dichiarazione rilasciata dal presidente dell’Azerbaigian in un’intervista a Euronews secondo cui il corridoio Lachin non è bloccato, è necessario ascoltare la spiegazione delle truppe di pace russe in Nagorno Karabakh. Lo ha dichiarato oggi il primo ministro dell’Armenia Nikol Pashinyan alla riunione di gabinetto del governo armeno. “Perché non garantiscono l’ingresso degli aiuti umanitari inviati dal governo dell’Armenia in Karabakh se l’Azerbaigian afferma di non aver bloccato il corridoio di Lachin? Credo che il chiarimento di questa questione sia importante e i nostri organismi competenti dovrebbero lavorare per ottenere chiarimenti in merito“, ha sottolineato il premier armeno.
Dal canto suo, la portavoce del Cremlino, Maria Zhakarova, aveva dichiarato ieri che “le nostre forze di pace svolgono funzioni importanti, tra cui lo scambio di prigionieri, lo sminamento, gli aiuti umanitari e la gestione degli incidenti. Dal punto di vista del governo armeno, queste azioni non sono utili. Non è la prima volta che si presenta l’ambiguità della situazione. Dopo il conflitto armeno le autorità hanno riconosciuto il Nagorno Karabakh come azero, qualsiasi accusa secondo cui i loro sforzi (di mantenimento della pace) sono insufficienti è inappropriata“.

(3) NAZIONI UNITE SU BLOCCO LACHIN – “Il Segretario Generale delle Nazioni Unite è profondamente preoccupato per le segnalazioni di continue sfide legate alla libertà di movimento lungo il Corridoio Lachin. Ricorda la sua precedente dichiarazione sulla necessità per le Parti di attuare gli ordini della Corte internazionale di giustizia (IC), compresi gli ordini emessi il 22 febbraio 2023 e riaffermati il 6 luglio 2023, relativi alle misure per garantire la libera circolazione delle persone, veicoli e merci lungo il Corridoio Lachin in entrambe le direzioni.” Così una nota delle Nazioni Unite. Intanto oggi funzionari dell’Onu sono in visita nei pressi di Kornidzor (Armenia) dove stazionano da una settimana 19 autotreni con 360 tonnellate di aiuti umanitari per l’Artsakh (e anche due autotreni con 9 tonnellate di caramelle e dolci per i bambini della regione).

(2) AVVIATO CASO PENALE PER IL SEQUESTRO DI IERI – In relazione al sequestro avvenuto ieri, intorno alle 17:00, di un residente del villaggio Khndzristan della regione Askeran in Artsakh, Rashid Beglaryan, emergono ulteriori particolari. L’uomo, 62 anni, ha camminato dal villaggio Hin Shen della regione Shushi verso il ponte Hakari del Corridoio Lachin che collega la Repubblica del Nagorno Karabakh (Artsakh) e la Repubblica di Armenia. Nei pressi del (o non lontano dal) checkpoint illegale, militari sconosciuti dell’esercito azero, per motivi etnici, contro la volontà di Rashid Beglaryan, utilizzando forza, lo ha rapito. Il caso è stato preso in carico dal procuratore generale dell’Artsakh ed è stato avviato un procedimento penale ai sensi dell’articolo 418 (Crimini contro la sicurezza umana) del codice penale della Repubblica dell’Artsakh. La supervisione sulla legalità dei procedimenti penali preliminari del caso e la gestione giudiziaria sono svolte dall’ufficio del procuratore delle province di Shushi e Kashatagh.

(1) SEQUESTRATO ALTRO ARMENO – Secondo fonti azere, Rashid Beglaryan, cittadino della Repubblica dell’Artsakh (Nagorno Karabakh), nato nel 1962, è stato arrestato oggi dal servizio di frontiera azero vicino al villaggio di Aghavno passato sotto controllo dell’Azerbaigian un anno fa. L’uomo è stato sfollato dalla città di Shushi a seguito della guerra del 2020 e negli ultimi giorni risiedeva nel villaggio di Hin Shen nella provincia di Shushi. Secondo le prime informazioni, sarebbe finito accidentalmente in una zona sotto il controllo dell’Azerbaigian a causa dello smarrimento della strada. Le circostanze sono al vaglio degli organi preposti. Le autorità dell’Artsakh hanno informato le forze di mantenimento della pace russe dell’incidente.

(1) CONCILIO ECUMENICO – Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) chiede all’Azerbaigian l’immediata revoca del blocco dell’Artsakh, poiché più di 120.000 persone, tra cui 30.000 bambini, stanno soffrendo a causa di una crisi umanitaria sempre più grave. “Mentre la crisi umanitaria nell’enclave bloccata del Nagorno-Karabagh (Artsakh) raggiunge un livello tragico, il Consiglio ecumenico delle Chiese ribadisce le sue dichiarazioni e posizioni sulla necessità di un’azione urgente e immediata da parte della comunità internazionale”, ha affermato il segretario generale del WCC, Rev. Prof. Dr. Jerry Pillay.

(1) DICHIARAZIONI USA – Il Dipartimento di Stato americano, in risposta a una richiesta del servizio armeno di Voice dell’America, ha affermato che gli Stati Uniti sono a conoscenza della detenzione di Vagif Khachatryan al checkpoint del corridoio di Lachin, che veniva trasportato in Armenia per cure sotto la scorta di un’organizzazione umanitaria internazionale. Il Dipartimento di Stato ha aggiunto che, nel complesso, “gli Stati Uniti rimangono profondamente preoccupati per la continua chiusura del corridoio di Lachine da parte dell’Azerbaigian ai veicoli commerciali, umanitari e privati“. Secondo il Dipartimento di Stato americano, l’arresto del trasporto umanitario peggiora ulteriormente la situazione umanitaria e mina gli sforzi per rafforzare la fiducia nel processo di pace. “La libera circolazione di veicoli commerciali, umanitari e privati ​​attraverso il corridoio di Lachine deve essere ripristinata immediatamente“, si legge nella risposta del Dipartimento di Stato. “Affermiamo costantemente che la pace nella regione deve includere la protezione dei diritti e la sicurezza del popolo del Nagorno Karabakh. Accogliamo con favore il dialogo guidato da questo obiettivo“, ha sottolineato il Dipartimento di Stato americano nella sua risposta.
Dal canto suo, Samantha Power, amministratore dell’Agenzia per lo sviluppo internazionale degli Stati Uniti, ha dichiarato che l’insicurezza alimentare e la carenza di forniture mediche nel Nagorno Karabakh sono molto preoccupanti. “Mi unisco all’appello del segretario Blinken per il libero transito di forniture commerciali e umanitari attraverso il corridoio“, ha aggiunto.
In precedenza, Matthew Miller, rappresentante ufficiale del Dipartimento di Stato americano, aveva affermato nel briefing del 31 luglio che gli Stati Uniti continuano a credere nella possibilità di un trattato di pace e perché ciò avvenga Armenia e Azerbaigian dovranno scendere a compromessi difficili. Ha anche informato che Anthony Blinken è personalmente coinvolto nel processo di negoziazione per incoraggiare i leader a raggiungere la firma dell’accordo di pace.

(1) ANCORA BLOCCATI GLI AIUTI – Ancora per il sesto giorno, 360 tonnellate di aiuti umanitari inviati dall’Armenia al Nagorno Karabakh sono ferme nella zona di confine di Kornidzor. La parte armena sta aspettando il trasferimento delle merci alle truppe russe di mantenimento della pace, che a loro volta devono consegnarle al NagornoKarabakh. Ma la parte azera ancora non ha dato una risposta positiva.

Il 29 luglio, Vagif Khachatryan, 68 anni, che veniva trasportato dall’Artsakh (Nagorno Karabakh) in Armenia con gravi problemi di salute, accompagnato dal Comitato internazionale della Croce Rossa [CICR] per cure, è stato rapito da rappresentanti del servizio di frontiera azero al posto di blocco illegale nel Corridoio di Lachin e portato via in una direzione sconosciuta senza alcuna spiegazione. Qui di seguito il report sui fatti redatto dall’Ufficio del Difensore dei diritti umani della repubblica di Artsakh:

Fatti raccolti dall’ufficio del difensore civico sul rapimento di Vagif Khachatryan da parte dell’Azerbaigian
———————
Il 29 luglio, verso le 9:30, accompagnato dal CICR, previo accordo con la parte azera, il convoglio che trasportava pazienti dall’Artsakh all’Armenia ha raggiunto il “posto di blocco” illegale azero situato vicino al ponte Hakari.

Durante il controllo passaporti, Vagif Khachatryan, residente della comunità Patara della Repubblica dell’Artsakh, nato nel 1955, ha consegnato il suo passaporto ai rappresentanti del servizio di frontiera azero, che poi non lo hanno restituito. Quando è stato chiesto dalla figlia di Vagif Khachatryan e dal rappresentante del CICR perché non hanno restituito il passaporto, gli azeri hanno risposto che lo avrebbero restituito entro 5 minuti.
A quel punto, Vagif Khachatryan è stato scortato in uno studio medico situato presso il “posto di blocco” illegale dell’Azerbaigian, dove gli sono state poste domande relative alla salute, nonché sui motivi del suo trasferimento in Armenia.

Quindi Vagif Khachatryan è stato informato che doveva recarsi in una delle stanze situate vicino al “checkpoint” per 15 minuti per rispondere ad alcune domande. La figlia di Vagif e il rappresentante del CICR hanno insistito sul fatto che potevano porre le loro domande direttamente al posto di blocco e che non c’era bisogno di trasferirsi in un altro luogo. Successivamente, gli azeri hanno minacciato di farlo con l’uso della forza. Allo stesso tempo, secondo le testimonianze, molti militari azeri armati di mitra si sono radunati al posto di blocco.

Vagif Khachatryan e il rappresentante del CICR dell’Ufficio di Stepanakert (un cittadino straniero) sono stati caricati su un’auto Niva, che si è diretta verso la parte inferiore del ponte Hakari. Circa 10 minuti dopo, il rappresentante del CICR è tornato al posto di blocco su un’auto Chevrolet, mentre Vagif Khachatryan è stato portato via in una direzione sconosciuta. Secondo la testimonianza, il rappresentante del CICR è stato spinto fuori dall’auto dagli azeri.
Tutte queste azioni sono avvenute alla presenza della figlia di Vagif Khachatryan, che ha cercato di fare tutto il possibile per impedire il rapimento del padre, ma è stata minacciata con l’uso della forza.

Vagif Khachatryan, 68 anni, soffre di una malattia cardiovascolare ed era stato trasferito al Nork Marash Medical Center di Yerevan per essere operato.

Prima di trasferire i pazienti alle istituzioni mediche della Repubblica di Armenia, il CICR riceve il consenso di tutte le parti, inclusa la parte azera.
Pertanto, una volta raggiunto l’accordo, il CICR è responsabile del trasporto sicuro di queste persone.

Il procedimento penale avviato dall’ufficio del procuratore generale dell’Azerbaigian contro Vagif Khachatryan e il suo cosiddetto “arresto” all’interno del suo quadro è un pretesto falso e inverosimile per il suo rapimento. Secondo le informazioni ricevute e la ricerca condotta dall’Ufficio del difensore dei diritti umani della Repubblica di Armenia, è stato confermato che non ci sono dati su Vagif Khachatryan in nessun sistema di intelligence internazionale.
Di conseguenza, Vagif Khachatryan è una persona sotto protezione umanitaria internazionale, per la protezione dei cui diritti l’Ombudsman dell’Artsakh richiede quanto segue:

Una dichiarazione pubblica fatta dal CICR, che fa una valutazione legale di questo crimine dell’Azerbaigian, intraprende tutte le azioni derivanti dal mandato del CICR per riportare Vagif Khachatryan in Artsakh, per garantire la protezione dei diritti di Vagif Khachatryan prima del suo ritorno, per escludere la tortura e trattamento inumano nei suoi confronti.
Presentare alle organizzazioni internazionali e ai governi dei singoli Stati i fatti relativi al rapimento di un cittadino della Repubblica dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian e i crimini sistematicamente compiuti contro il popolo dell’Artsakh, perseguendo l’obiettivo innegabile della pulizia etnica e del genocidio, al fine di garantire la necessaria pressione internazionale sull’Azerbaigian.
Le organizzazioni internazionali dovrebbero prendere come base l’allarme espresso dal CICR e da una serie di organizzazioni internazionali per i diritti umani sulle violazioni su larga scala dei diritti del popolo dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian, applicare misure coercitive e punitive contro l’Azerbaigian per fargli adempiere ai suoi obblighi internazionali.

Il corridoio Lachin, che comprende anche il ponte Hakari, secondo la Dichiarazione trilaterale del 2020, è sotto il controllo delle forze di pace russe.
Il rapimento di Vagif Khachatryan è avvenuto a pochi metri dalla roccaforte del contingente di pace russo situata presso il ponte Hakari, che non ha fatto nulla per impedire il rapimento.
Tenendo conto del fatto che il corridoio di Lachin è considerato un territorio sotto il controllo delle forze di pace russe e la Federazione Russa è garante dell’attuazione delle disposizioni della Dichiarazione trilaterale, la Federazione Russa dovrebbe intraprendere tutte le azioni per restituire Vagif Khachatryan a Artsakh e ripristinare il pieno controllo del corridoio Lachin, prevenendo il ripetersi di casi di rapimento di cittadini Artsakh da parte dell’Azerbaigian.

[traduzione e grassetto redazionale]

Il ministero degli Esteri della Repubblica dell’Artsakh ha rilasciato un commento in merito al comunicato stampa rilasciato dal ministro degli Esteri russo a seguito dell’ultimo incontro tripartito di Mosca.

“In relazione al comunicato stampa rilasciato dal Ministro degli Esteri russo a seguito dei colloqui trilaterali con i Ministri degli Esteri di Armenia e Azerbaigian, avvenuti il ​​25 luglio 2023, riteniamo necessario affermare quanto segue.

La Repubblica dell’Artsakh apprezza molto gli sforzi di mediazione di lunga data della Federazione Russa, sia a livello nazionale che come Copresidente del Gruppo di Minsk dell’OSCE. Siamo grati alla Russia per il suo eccezionale contributo nel porre fine all’aggressione di 44 giorni dell’Azerbaigian e per la sua missione di mantenimento della pace nell’Artsakh.

Abbiamo preso atto che durante l’incontro, la parte russa ha presentato la sua valutazione delle misure che devono essere prese prontamente e senza indugio per fornire alla popolazione dell’Artsakh cibo, medicinali e altri beni essenziali e garantire la fornitura ininterrotta di elettricità e gas.

Pur non mettendo in discussione l’impegno della Russia nell’aiutare le parti a trovare una soluzione a lungo termine al conflitto Azerbaigian-Karabakh e facilitare la normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian, riteniamo necessario rilevare che la visione del dialogo tra Stepanakert e Baku proposta da la parte russa non è equilibrata. L’affermazione secondo cui è necessario un dialogo per concordare i diritti derivanti dagli obblighi internazionali, comprese le convenzioni sulla protezione dei diritti delle minoranze nazionali, riflette il punto di vista di una sola parte: l’Azerbaigian. Un tale approccio predetermina l’esito di ogni potenziale dialogo e quindi ne indebolisce e svaluta il significato.

L’affermazione che il conflitto Azerbaigian-Karabakh sia un problema di garantire i diritti di una minoranza nazionale è una falsa narrazione promossa dall’Azerbaigian con l’obiettivo di distorcere l’essenza del conflitto e giustificare la negazione del diritto del popolo dell’Artsakh all’autodeterminazione, determinazione principio fondamentale del diritto internazionale, più volte invocato dalla stessa Federazione Russa. 
I tentativi di trovare una soluzione al conflitto Azerbaigian-Karabakh basati sulla logica della salvaguardia dei diritti delle minoranze nazionali sono distaccati dalla realtà e non possono portare a una pace giusta, equilibrata e dignitosa. Sullo sfondo della palese inosservanza da parte dell’Azerbaigian delle disposizioni della Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, e il suo obbligo internazionale di attuare le decisioni legalmente vincolanti della Corte internazionale di giustizia, osservare le norme del diritto umanitario internazionale ed eliminare tutte le forme di discriminazione razziale, le affermazioni che suggeriscono che l’Azerbaigian aderirà volontariamente a qualsiasi meccanismo sono prive di qualsiasi fondamento. I tentativi di imporre una tale visione della risoluzione dei conflitti sono carichi di conseguenze catastrofiche.

Per quanto riguarda l’osservazione che la questione più delicata dei negoziati “resta il problema delle garanzie per i diritti e la sicurezza degli armeni del Nagorno-Karabakh nel contesto dell’assicurazione dell’integrità territoriale dell’Azerbaigian in piena conformità con la Dichiarazione del 1991 firmata dal leader delle ex repubbliche sovietiche ad Alma-Ata”, riteniamo opportuno ricordare ancora una volta che, al momento della firma del presente documento, la Repubblica dell’Artsakh aveva completato il processo di secessione dalla SSR dell’Azerbaigian in ottemperanza alla legislazione dell’Unione Sovietica Unione e le norme del diritto internazionale.

Inoltre, la Dichiarazione di Alma-Ata, come qualsiasi documento internazionale, dovrebbe essere guidata dagli scopi e dai principi della Carta delle Nazioni Unite e da altre norme e principi di diritto internazionale universalmente accettati. 
Pertanto, la Dichiarazione di Alma-Ata contiene gli stessi principi e norme della Carta delle Nazioni Unite, compreso il diritto all’autodeterminazione
Tuttavia, l’interpretazione del rapporto tra diverse norme giuridiche è soggetta alla logica generale dello sviluppo del diritto internazionale e della prassi internazionale. 
A questo proposito, riteniamo necessario sottolineare che il diritto alla secessione, fondato sul principio dell’autodeterminazione dei popoli, prevale sul principio dell’integrità territoriale degli Stati nei casi di massicce gravi violazioni dei diritti umani e di politiche discriminatorie
Questa formula, in particolare, è descritto nella Dichiarazione sui principi del diritto internazionale concernente le relazioni amichevoli e la cooperazione tra gli Stati, più volte invocata dal ministro degli Esteri russo. Esprimiamo il nostro consenso all’interpretazione più volte fornita dalla parte russa in merito al rapporto tra i principi del diritto all’autodeterminazione e l’integrità territoriale. Questo approccio si è affermato anche nelle pratiche giudiziarie di vari paesi.

Esortiamo con forza gli attori internazionali affinché nella risoluzione del conflitto Azerbaigian-Karabakh siano guidati esclusivamente dai principi del diritto internazionale e dagli interessi di persone che per quasi 8 mesi sono state sull’orlo di una catastrofe umanitaria, nonché sotto la crescente minaccia di pulizia etnica”.

[traduzione e grassetto redazionale]

Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha dichiarato l’Artsakh una zona disastrata, affermando che l’Artsakh si trasformerà in un campo di concentramento se non ci saranno urgenti interventi internazionali di sostegno.

Tenendo conto dell’attuale grave situazione e delle crescenti minacce all’esistenza fisica del nostro popolo, oggi dichiaro Artsakh una zona disastrata, in attesa di una risposta internazionale urgente e di un sostegno politico e umanitario da parte della comunità internazionale in forma collettiva e individuale“, ha dichiarato Harutyunyan in una conferenza stampa tenutasi oggi.

Parlando delle sue aspettative da parte della comunità internazionale, il presidente Harutyunyan ha dichiarato: “Prima di tutto chiediamo alle parti della dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, in particolare alla Russia, di attuare gli obblighi del garante della sicurezza, e chiediamo all’Armenia di rispettare il diritto all’autodeterminazione del popolo dell’Artsakh e di astenersi da qualsiasi dichiarazione o azione che riconosca l’Artsakh come parte dell’Azerbaigian“.

Ha aggiunto che Artsakh chiede al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di agire per prevenire la politica di genocidio portata avanti dall’Azerbaigian e garantire che quest’ultimo si conformi agli ordini della Corte internazionale di giustizia e della CEDU sull’apertura del corridoio Lachin.

Chiedo al Segretario generale delle Nazioni Unite di mostrare responsabilità e leadership morali e politiche per mettere in guardia la comunità internazionale sulla grave situazione in cui versa il popolo dell’Artsakh. Chiedo al signor Guterres di lanciare, senza esitazione e indugio, il sistema delle Nazioni Unite per risolvere questa situazione”, ha detto Harutyunyan, aggiungendo di essere pronto a contattare personalmente il Segretario generale online e presentare la situazione.

Il presidente della Repubblica dell’Artsakh si è rivolto alla nazione parlando della grave situazione, delle azioni imminenti in mezzo al deterioramento della sicurezza, della situazione umanitaria causata dal blocco dell’Azerbaigian ma anche della inattività della comunità internazionale che non è andata oltre a generici richiami all’Azerbaigian. “Se entro una settimana la situazione del popolo dell’Artsakh non tornerà a uno stato più o meno stabile e normale con l’intervento internazionale, allora ricorreremo ad azioni più dure sia nell’Artsakh che al di fuori di esso” dichiara Harutyunyan.

“Cari compatrioti,
sono più di sette mesi che il popolo dell’Artsakh combatte contro il nuovo crimine azero contro l’umanità, il blocco. Gli ostacoli alla circolazione di cittadini, veicoli e merci dell’Artsakh, il divieto totale di consegna anche di beni umanitari nell’ultimo mese, la continua interruzione della fornitura di gas ed elettricità, le periodiche aggressioni e provocazioni militari, il terrorismo psicologico mirano a reprimere e rompere il libero arbitrio e il diritto all’autodeterminazione del popolo dell’Artsakh, soggiogarlo con la forza e portare infine alla pulizia etnica.

Il popolo e le autorità della Repubblica dell’Artsakh hanno ripetutamente espresso le loro posizioni, di cui vorrei evidenziare quanto segue:

  1. Ci battiamo per la realizzazione, il riconoscimento e la protezione del nostro diritto inalienabile a una vita dignitosa e all’autodeterminazione nella nostra patria, e questo diritto è naturale e non soggetto a negoziazione e concessioni.
  2. Nelle condizioni della politica sistemica di odio etnico e discriminazione contro il popolo armeno prevalente in Azerbaigian, in particolare gli armeni dell’Artsakh stanno affrontando una reale minaccia di distruzione fisica, che è chiaramente evidenziata dai crimini contro l’umanità del 2020 manifestati dalla guerra e l’attuale blocco. In tali circostanze, riconoscere e tutelare il nostro diritto all’autodeterminazione esterna è un mezzo indispensabile non solo per gestire il nostro destino, ma anche per garantire l’esistenza fisica di un intero popolo indigeno.
  3. Considerando inaccettabile la guerra del 2020, le sue modalità criminali e le sue conseguenze, allo stesso tempo abbiamo dovuto tenere conto della nuova realtà formata dalla dichiarazione tripartita del 9 novembre, sperando che almeno fornisca un certo ambiente stabile per lungo tempo tempo per la nostra gente di vivere in sicurezza e dignità nella loro patria. Tuttavia, durante questo periodo, abbiamo avuto una serie di aggressioni militari da parte dell’Azerbaigian, e due anni dopo la fine della guerra, già un blocco, poi un assedio completo, violando non solo le ben note norme del diritto internazionale, ma anche molte disposizioni della Dichiarazione Tripartita, riguardanti il corridoio del Kashatagh (Lachin), le garanzie delle truppe russe di mantenimento della pace e altri aspetti.
  4. Allo stesso tempo, siamo sempre stati aperti a discutere con la parte azera tutte le componenti del conflitto azero-karabako e le preoccupazioni delle parti, ci siamo sempre mostrati una parte costruttiva, rendendoci conto della nostra situazione vulnerabile, ma cercando di preservare i nostri diritti e interessi vitali. Tuttavia, l’Azerbaigian non ha mai voluto avere un vero dialogo con noi, incoraggiato dall’impunità internazionale, scegliendo la via della crescente oppressione e sottomissione.

Durante tutto il blocco, abbiamo sperato che vari attori della comunità internazionale sollevassero il blocco, impedendone l’ulteriore approfondimento. Tuttavia, abbiamo sentito solo belle parole.
Non abbiamo visto l’attuazione pratica né della Dichiarazione Tripartita, né delle ordinanze della Corte Internazionale di Giustizia dell’ONU, né delle sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, né degli appelli delle organizzazioni internazionali, dei singoli stati e di altri attori.

La situazione della gente dell’Artsakh è diventata sempre più complicata.

Dopo l’estenuante blocco che dura da dicembre e il completo assedio dello scorso mese, ora in Artsakh abbiamo una grande carenza di cibo, carburante, medicine, igiene e altri beni di prima necessità; una sospensione quasi totale dei lavori agricoli, continue interruzioni delle infrastrutture idriche e di comunicazione, interruzioni nel lavoro di ospedali, panifici e altre strutture vitali per la mancanza di soluzioni alternative per l’approvvigionamento energetico; malnutrizione di bambini, donne incinte e altri gruppi vulnerabili; centinaia di famiglie separate, ecc., In pochi giorni, questa condizione diventerà molto più grave con tutte le sue conseguenze irreversibili.

Cari compatrioti,

Tenendo conto dell’attuale situazione disastrosa, ho deciso di ricorrere a una misura estrema, ovvero di unirmi al sit-in iniziato da molti cittadini in piazza della Rinascita a Stepanakert da questo momento. Questo è un ulteriore sforzo e allarme per attirare l’attenzione pratica internazionale, per sollecitare la comunità internazionale ad adempiere ai propri obblighi, per spingere il popolo armeno e tutti i nostri amici ad azioni attive e immediate.

Con questo sit-in, ci aspettiamo che Armenia, Russia, Stati Uniti, Francia, Unione Europea, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e altri organismi autorizzati, così come tutti gli altri attori correlati, si astengano dall’incoraggiare l’Azerbaigian e ignorino le sue ulteriori azioni aggressive e criminali.

Aderire al sit-in che è iniziato è un passo estremo verso l’adempimento dei miei obblighi costituzionali, civili e nazionali, in questa situazione non ho trovato un’altra opzione più efficace.

Durante questi giorni, avrò l’opportunità di comunicare con tutti i principali attori e gruppi del movimento popolare, società in Piazza della Rinascita, per discutere insieme ciò che dobbiamo fare e per prendere insieme le decisioni appropriate e attuarle.
Se entro una settimana la situazione del popolo dell’Artsakh non tornerà a uno stato più o meno stabile e normale con l’intervento internazionale, allora ricorreremo ad azioni più dure sia nell’Artsakh che al di fuori di esso.

Possa Dio proteggere l’Artsakh e il popolo dell’Artsakh”

Arayik Hartyunyan, Stepanakert 17 luglio 2023

[Traduzione e grassetto redazionale]

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217° giorno del #ArtsakhBlockade. Chi rimane neutrale in situazioni di ingiustizia e menzogna, ha scelto di stare dalla parte dell’oppressore (Korazym, 16 lug)

Nagorno Karabakh. L’Azerbaigian accusa Russia e Armenia di non rispettare il cessate-il-fuoco (Notizie geopolitiche, 16 lug)

218° giorno del #ArtsakhBlockade. Il popolo armeno nativo dell’Artsakh chiede nient’altro che poter vivere libero, sicuro e dignitoso nella propria patria (Korazym, 17 lug)

ARTSAKH. Sale la tensione a Stepanakert, i cittadini chiedono l’apertura del valico. La Francia promette armi per la difesa (AGC, 17 lug)

L’Ue cerca (ancora) di distendere la tensione tra Armenia e Azerbaigian. Ma è scambio di accuse sul Nagorno-Karabakh (Eunews, 17 lug)

219° giorno del #ArtsakhBlockade. Il Presidente dell’Artsakh: se entro una settimana la situazione non tornerà alla normalità, ricorreremo a misure più severe (Korazym, 18 lug)

Perchè l’Europa non può ignorare l’appello dell’istituto Lemkin sul Nagorno Karabakh (Gariwo, 18 lug)

L’Azerbaijan tiene sotto scacco il Nagorno Karabakh. “Chiuso unico accesso, si rischia genocidio” (Quotidiano nazionale, 18 lug)

NAGORNO KARABAKH/ “L’Ue è schiava del gas e gli azeri restano impuniti: allo stremo 120mila persone” (Il sussidiario, 19 lug)

220° giorno del #ArtsakhBlockade. Il diritto all’autodeterminazione degli Armeni dell’Artsakh non è in vendita (Korazym, 19 lug)

Armenia – Azerbaijan: progressi e sfide (Osservatorio Balcani Caucaso, 19 lug)

221° giorno del #ArtsakhBlockade. L’Artsakh ha il diritto di difendersi dal “pugno d’acciaio” turco-azero ed essere sostenuto dal mondo civilizzato– (Korazym, 20 lug)

Armenia-Azerbaigian, l’ambasciatore Nazarian: “Le accuse di Baku sulle mine celano gli effetti del blocco illegale del corridoio di Lachin” (Agenzia Nova, 20 lug)

Si prepara una nuova guerra tra Armenia e Azerbaigian (Domani, 21 lug)

Il premier armeno avverte: “Molto probabile una nuova guerra con l’Azerbaigian” (Agenzia Nova, 21 lug)

“Nuova guerra molto probabile”: alta tensione tra Armenia e Azerbaigian (Il Giornale, 21 lug)

222° giorno del #ArtsakhBlockade. Turchia e Azerbajgian contro Armenia e Artsakh con la dottrina genocida “una Nazione, due Stati”, mentre il mondo civilizzato osserva (Korazym, 21 lug)

Crisi umanitaria in Nagorno Karabakh (Artsakh) (Politicamente corretto, 22 lug)

La denuncia degli armeni: 120.000 persone in Nagorno Karabakh sono senza cibo (Corriere, 22 lug, video)

Nagorno-Karabakh, trattative in stallo con l’Azerbaigian. Il primo ministro armeno: “Senza un trattato di pace si rischia la guerra” (La Repubblica, 22 lug, per abb.)

223° giorno del #ArtsakhBlockade – Continuazione. Bisogna salvare gli Armeni. Oggi come ieri… Vox clamantis in deserto (Korazym, 22 lug)

224° giorno del #ArtsakhBlockade. Disastro umanitaria in Artsakh. Popolazione armena allo stremo. Non basta solidarietà a parole (Korazym, 23 lug)

224° giorno del #ArtsakhBlockade – Continuazione. Il Paese organizzatore del media forum a Shushi ha condannato 120.000 persone tra cui 30.000 bambini a una morte lenta (Korazym, 23 lug)

Il presidente armeno: «La guerra ha destabilizzato l’intero Caucaso. Ora l’Armenia vuole la pace» (Corriere della sera, 23 lug)

Presidente Armenia: “la guerra sconvolge il Caucaso”/ “Minacce Azerbaigian su Nagorno, l’ONU non fa nulla” (Il sussidiario, 23 lug)

225° giorno del #ArtsakhBlockade. 120.000 Armeni tra cui 30.000 bambini sotto assedio, per colpa dell’Azerbajgian, ma a causa dell’inerzia della comunità internazionale (Korazym, 24 lug)

«L’Azerbaigian trasforma l’Artsakh in un campo di concentramento» (Tempi, 25 lug)

226° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh – 1 (Korazym, 25 lug)

226° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh – 2 (Korazym, 25 lug)

Nagorno Karabah, chi esulta per il flop della mediazione europea? (Formiche, 25 lug)

Una rotta tra Nagorno Karabakh e Nakhchivan. Il progetto azero (e turco) che riaccende lo scontro con l’Armenia (Huffpost, 25 lug)

Sette mesi di «catastrofe umanitaria» in Artsakh (Tempi, 26 lug)

Armeni e azeri: negoziati in stallo. Nel Nagorno Karabakh si fa la fame (La nuova bussola quotidiana, 26 lug)

227° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Il “mai più” sta accadendo di nuovo (Korazym, 26 lug)

Azerbaijan, Baku dichiara guerra al suo economista di spicco (Osservatoio Balcani Caucaso, 26 lug)

Artsakh – Sta per compiersi un genocidio annunciato da tempo (Assadakah, 27 lug)

228° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Baku definisce l’invio di aiuti umanitari una “provocazione” (Korazym, 27 lug)

L’Azerbaigian blocca 19 tir carichi di aiuti: «Vuole far morire di fame gli armeni» (Tempi, 28 lug)

#StopArtsakhBlockade L’Azerbajgian sta per compiere in Artsakh un genocidio annunciato. Attiviamoci tutti #OpenLachinCorridor (Korazym, 28 lug)

229° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Per Azernews “Hitler è più umanista di qualsiasi leader armeno nella storia” (Korazym, 28 lug)

230° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Baku continua a bloccare gli aiuti umanitari da Yerevan a Stepanakert (Korazym, 29 lug)

231° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. “Cibo per la vita”. “O lo restituite. O siete complici” (Korazym, 30 lug)

232° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Gli Armeni lottano per la libertà, gli Azeri per rimanere schiavi (Korazym, 31 lug)

Una crisi umanitaria senza precedenti minaccia i cristiani armeni del Nagorno Karabakh (Insideover, 31 lug)

(29) CROCE ROSSA – Il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) sta adottando misure pertinenti attraverso il dialogo nell’ambito della sua capacità in merito alla detenzione di un cittadino di 68 anni che era stato trasportato dal CICR dal Nagorno Karabakh all’Armenia per essere curato; così ha dichiarato la responsabile CICR dell’Armenia Zara Amatuni.

(29) SEQUESTRATO CITTADINO ARMENO – L’Azerbaigian oggi ha rapito un cittadino dell’Artsakh di 68 anni che veniva trasferito in un istituto medico nella Repubblica di Armenia tramite il Comitato internazionale della Croce Rossa per essere curato. Il 68enne era tra i pazienti trasportati con un convoglio speciale della Croce Rossa presso le istituzioni mediche in Armenia per essere curato. L’individuo è stato bloccato dai soldati azeri e successivamente trasferito dal posto di blocco ad un altro luogo. Diversi altri cittadini trasportati in Armenia per i servizi medici di emergenza sono riusciti a raggiungere una struttura medica a Goris. Il CICR ha però annullato il ritorno dei cittadini dell’Artsakh che avrebbero dovuto tornare in Artsakh dopo aver ricevuto cure in Armenia.
Il cittadino rapito si chiama Vagif Khachatryan. È accusato dal regime dell’Azerbaigian di “aver creato gruppi criminali” e “di genocidio e sfollamento forzato o trasferimento di popolazione” per presunta partecipazione ad attività criminali nel villaggio di Meshali nel dicembre 1991.
Una folla si è radunata davanti all’ufficio di Stepanakert della Croce Rossa per protestare contro il rapimento del connazionale.
Il fratello di Vagif Khachatryan ha chiesto disperatamente al rappresentante del Comitato Internazionale della Croce Rossa di Stepanakert di attivarsi per il ritorno del congiunto a casa anche a costa di rinunciare alle cure specialistiche in Armenia.

(28) PEGGIORA LA SITUAZIONE SANITARIA – La situazione umanitaria in Artsakh (Nagorno Karabakh) causata dal blocco dell’Azerbaijan sta peggiorando di ora in ora con pazienti che muoiono per non aver ricevuto assistenza medica in tempo․ La radio pubblica dell’Artsakh ha riferito  che ci sono stati anche incidenti in cui le donne hanno dovuto interrompere la gravidanza in una fase precoce a causa della malnutrizione e dello stress. Mesrop Margaryan, capo del dipartimento di rianimazione e terapia intensiva dell’unità medica pediatrica di Arevik, ha affermato che ci sono stati casi in cui i bambini sono stati portati in ospedale in ritardo con i medici incapaci di fare molto per aiutarli.
L’aggravarsi della crisi nel settore sanitario sta già lasciando conseguenze visibili. La mancata ricezione di cure mediche tempestive ha provocato decessi, interruzione anticipata della gravidanza a causa di stress, malnutrizione e deterioramento delle condizioni di salute tra i bambini a causa della mancanza di farmaci adeguati“, ha affermato.
Mesrop Margaryan ha inoltre affermato che gli interventi chirurgici programmati sono stati annullati, a causa della carenza di carburante ci sono anche problemi con il trasporto dei pazienti. Inoltre ha informato che a due dei 23 bambini in cura nell’unità di terapia intensiva è stata diagnosticata la leishmaniosi, una malattia trasmessa all’uomo attraverso la puntura di insetti della specie Lutzomyia longipalpis. Se i pazienti non ricevono cure tempestive e adeguate, c’è un alto rischio di morte, ha spiegato, aggiungendo che in precedenza tali pazienti sarebbero stati trasportati in Armenia, ma ora non esiste tale opportunità.
Il medico ha affermato che dal 25 luglio il trasporto pubblico nel paese ha completamente cessato di funzionare, il che ha reso difficile per il personale medico che ora deve camminare per andare al lavoro. A causa della mancanza di carburante, i veicoli di emergenza vengono inviati per portare i pazienti in ospedale solo in casi estremi.

(28) REAZIONI INTERNAZIONALI – Gli Stati Uniti reieterano la richiesta di apertura del corridoio di Lachin: il vice capo della missione ad interim degli Stati Uniti, John Allelo, era tra i membri del corpo diplomatico che si è recato nel Syunik “Il DCM ad interim John Allelo si è unito al corpo diplomatico a Syunik e ha sentito da sfollati e funzionari regionali le sofferenze causate dal continuo blocco del corridoio Lachin. Ribadiamo l’appello del Segretario Blinken per un’immediata riapertura del corridoio al traffico commerciale e privato“, ha affermato l’ambasciata americana in una nota.
Il Ministero degli Affari Esteri olandese ha espresso preoccupazione per la situazione umanitaria nel Nagorno Karabakh innescata da un blocco di sette mesi da parte dell’Azerbaigian.
L’Ambasciata spagnola in Russia ha espresso il proprio sostegno alla dichiarazione dell’Alto rappresentante dell’UE per gli Affari esteri e la sicurezza Josep Borrell che aveva affermato che l’UE è profondamente preoccupata per la situazione umanitaria in NagornoKarabakh, aggiungendo che l’Azerbaigian deve garantire sicurezza e libertà di movimento lungo il corridoio Lachin.
Il  Segretario generale del Consiglio d’Europa, Maria Pežinović-Burich, ha dichiarato “Sono estremamente preoccupata per la grave situazione umanitaria e dei diritti umani nel Nagorno Karabakh, e il mio pensiero va ai residenti che stanno sopportando il peso maggiore di questa situazione“.
In precedenza, anche l’Unione europea, per tramite dell’Alto rappresentante Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, si era espressa definendosi “profondamente preoccupata per la grave situazione umanitaria che colpisce la popolazione locale del Nagorno-Karabakh. Le autorità dell’Azerbaigian sono obbligate a garantire la sicurezza e la libertà del traffico attraverso il Corridoio di Lachin nel prossimo futuro e a prevenire un ulteriore aggravamento della crisi. Abbiamo preso atto della disponibilità delle autorità azere a fornire cibo attraverso la città di Aghdam. Tuttavia, ciò non deve essere visto come un’alternativa all’apertura del Corridoio Lachin” ha dichiarato Borrell.

(28) VIOLAZIONI AZERE – Registrata una violazione azera nella regione di Shushi intorno alle 11 con armi leggere. Non risultano feriti.

(28) DIMISSIONI TOVAMASYAN – Il presidente dell’Assemblea nazionale, Artur Tovmasyan, ha annunciato le dimissioni dalla carica. “Cari connazionali, per mia decisione personale assumo la responsabilità politica di dimettermi dalla carica di Presidente dell’Assemblea nazionale, ma rimarrò sempre fedele all’idea adottata dal nostro popolo attraverso un referendum nel 1991. Continuerò a servire la Repubblica dell’Armenia e del suo popolo, della Repubblica dell’Artsakh e del suo popolo fino al mio ultimo respiro. Dio salvi il mondo armeno. Domani rassegnerò le mie dimissioni“, si legge in un comunicato diffuso oggi.

(28) DELEGAZIONI DIPLOMATICHE – Funzionari e diplomatici di 17 Paesi accreditati a Yerevan hanno compiuto oggi un sopralluogo nei prerssi di Kornidzor dove è ferma l’autocolonna di aiuti umanitari destinati all’Artsakh e bloccati dagli azeri. Intanto, l’Azerbaigian dichiara che “Yerevan sta cercando di compiere una provocazione su larga scala con il pretesto di “fornire aiuti umanitari agli armeni del Karabakh”.

(27) ASSEMBLEA NAZIONALE – Il parlamento dell’Artsakh, riunito in sessione straordinariat, ha rilasciato una lunga nota che si conclude con un appello alle Nazioni Unite perchè venga riconosciuta l’indipendenza dell’Artsakh. “Siamo più che convinti che il riconoscimento della Repubblica del Nagorno Karabakh (Artsakh ) da parte degli Stati membri delle Nazioni Unite diventerà un’affidabile garanzia di sicurezza per il nostro popolo, contribuirà alla creazione di condizioni favorevoli per la sua vita normale nella loro storia patria, così come la stabilità nella regione del Caucaso meridionale. Per garantire una pace duratura e permanente. Siamo profondamente convinti che l’unico modo per prevenire l’imminente tragedia sia riconoscere l’indipendenza della Repubblica del Nagorno Karabakh (Artsakh) sulla base del principio del RICONOSCIMENTO PER LA SALVEZZA.”

(27) EVACUATI PAZIENTI – Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha facilitato il trasferimento di 11 pazienti dall’Artsakh bloccato all’Armenia per le cure. I pazienti sono stati accompagnati dai loro assistenti. Altri 13 pazienti con assistenti che hanno completato il loro trattamento in Armenia sono rientrati nella Repubblica dell’Artsakh. Il ministero della Sanità dell’Artsakh ha affermato che l’Azerbaigian vieta continuamente la fornitura di farmaci essenziali e attrezzature mediche da parte del CICR al Nagorno Karabakh. 23 bambini sono ricoverati presso  l’Arevik Children’s Hospital di Stepanakert,  5 di loro sono in terapia intensiva e neonatale. 82 pazienti adulti sono ricoverati presso il Republican Medical Center di Stepanakert. 7 di loro sono in terapia intensiva (2 sono gravemente malati).

(27) MEZZI ANCORA FERMI – Nessuna novità sulla autocolonna di soccorsi ferma all’ingresso del corridoio di Lachin. Gli azeri con un comunicato del ministero degli Esteri parlano di “provocazione” e di “sabotaggio alla integrità territoriale dell’Azerbaigian”. L’Unione europea ha rilasciato un duro comunicato di condanna e sollecita l’apertura del corridoio di Lachin

(26) AUTOCOLONNA UMANITARIA BLOCCATA – La colonna di autotreni con gli aiuti umanitari dall’Armenia per l’Artsakh non ha ottenuto il permesso dagli azeri di imboccare il corridoio di Lachin sotto scorta russa. Gli automezzi sono fermi lungo i tornanti della strada che da Kornidzor conduce al pointe sul fiume Hakari. Infruttuosi per ora i negoziati del Comando delle forze di pace.

(26) LAVROV SU VERTICE MINISTRI ESTERI – Il Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergey Lavrov ha commentato i risultati dei colloqui trilaterali con il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica dell’Azerbaigian Jeyhun Bayramov e il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica dell’Armenia Ararat Mirzoyan. Tra l’altro ha dichiarato: “Abbiamo presentato ai nostri interlocutori le valutazioni della parte russa, tenuto conto delle segnalazioni effettuate dai peacekeeper russi in Nagorno-Karabakh, i passi che è altamente auspicabile compiere tempestivamente, senza indugio nell’interesse di fornire alla popolazione del Karabakh cibo, medicine, beni di prima necessità e garantire la fornitura ininterrotta di elettricità e gas. Questo è nell’interesse della gente comune, armeni, residenti nella regione. (…) Il percorso non è facile. Ci sono molte questioni complesse e importanti da risolvere. La più delicata era e rimane la questione della garanzia dei diritti e della sicurezza degli armeni del Nagorno-Karabakh nel contesto dell’assicurazione dell’integrità territoriale dell’Azerbaigian in piena conformità con la Dichiarazione del 1991 firmata dai leader delle ex repubbliche sovietiche in Alma-Ata. La sua efficacia è stata confermata oggi sia dalla leadership azera che da quella armena. Il lavoro sul trattato di pace viene costruito in accordo con questo. La parte armena comprende la necessità di convincere gli armeni del Nagorno-Karabakh a incontrare quanto prima i rappresentanti azeri per concordare i diritti derivanti dalla legislazione pertinente e dagli obblighi internazionali (in questo caso, dell’Azerbaigian), comprese numerose convenzioni su garantire i diritti delle minoranze nazionali.

(26) AIUTI UMANITARI DALL’ARMENIA – Diciannove autocarri con 360 tonnellate di aiuti umanitari sono partiti questa mattina da Yerevan diretti a Kornidzor, all’ingresso del corridoio di Lachin. Qui dovrebbero essere presi in consegna dalla forza di pace russa e scortati fino a Stepanakert sempre che gli azeri consentano il transito. Prima della partenza gli automezzi sono stati controllati da funzionari di missioni diplomatiche accreditate in Armenia affinchè fosse verificata la natura della merce trasportata.

(25) MANIFESTAZIONE A STEPANAKERT E YEREVAN – Miglia di persone partecipano in piazza della Rinascita a Stepanakert a un’imponente manifestazione contro il blocco azero e per rivendicare il diritto alla vita dell’Artsakh. In contemporanea si sta svolgendo un’altra manifestazione a Yerevan in piazza della Repubblica.

(25) VERTICE MINISTRI ESTERI – A Mosca vertice tra i ministri degli Esteri di Russia (Lavrov), Armenia (Mirzoyan) e Azerbagian (Bayramov). Quest’ultimo ha affermato che la dinamica del processo negoziale in corso sulla questione dell'[Artsakh] Nagorno-Karabakh è piuttosto alta aggiungendo  che i risultati del processo di negoziazione sono “leggermente inferiori alle dinamiche del processo di negoziazione stesso“. L’incontro è durato circa due ore.

(25) CONFERENZA STAMPA HARUTYUNYAN – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha dichiarato l’Artsakh una zona disastrata, affermando che l’Artsakh si trasformerà in un campo di concentramento se non ci saranno urgenti interventi internazionali di sostegno. “Tenendo conto dell’attuale grave situazione e delle crescenti minacce all’esistenza fisica del nostro popolo, oggi dichiaro Artsakh una zona disastrata, in attesa di una risposta internazionale urgente e di un sostegno politico e umanitario da parte della comunità internazionale in forma collettiva e individuale”, ha dichiarato Harutyunyan in una conferenza stampa tenutasi oggi. Il presidente si è rivolto anche esplicitamente al Segretario generale delle Nazioni Unite, Guterres, e al Consiglio di sicurezza dell’Onu. “Chiedo al Segretario generale delle Nazioni Unite di mostrare responsabilità e leadership morali e politiche per mettere in guardia la comunità internazionale sulla grave situazione in cui versa il popolo dell’Artsakh. Chiedo al signor Guterres di lanciare, senza esitazione e indugio, il sistema delle Nazioni Unite per risolvere questa situazione“, ha detto Harutyunyan, aggiungendo di essere pronto a contattare personalmente il Segretario generale online e presentare la situazione.

(25) INTERROTTI I TRASPORTI PUBBLICI – A causa della carenza di carburante causata dal blocco dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian, dal 18 luglio i trasporti pubblici a Stepanakert, la capitale dell’Artsakh, sono stati paralizzati, ma sono state mantenute comunque le rotte tra i distretti. Il Ministero dell’Amministrazione Territoriale e delle Infrastrutture della Repubblica dell’Artsakh ha informato che anche le scarse riserve di carburante sono state esaurite e pertanto da oggi il trasporto pubblico in tutto il territorio della repubblica sarà completamente interrotto.

(24) APPELLO DI HARUTYUNYAN – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) Arayik Harutyunyan ha rivolto un appello ai ministri degli affari esteri di Armenia, Russia e Azerbaigian in vista del loro prossimo incontro a Mosca domani 25 luglio. “Ancora una volta lancio l’allarme sull’urgente necessità di porre immediatamente fine al blocco di 225 giorni della Repubblica dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) da parte dell’Azerbaigian, compreso l’assedio completo di 40 giorni, che sta portando a un disastro umanitario sempre più grave nell’Artsakh” inizia il messaggio che si conclude con un invito a prevenire l’imminente pulizia etnica.

(24) OMBUDSMAN ARTSAKH – Il difensore dei diritti umani dell’Artsakh Gegham Stepanyan ha fatto appello ai capi delle strutture internazionali in merito al blocco della Repubblica dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) da parte dell’Azerbaigian. “Un intervento internazionale urgente è imperativo per fermare il disastro umanitario”, ha scritto sul suo account Twitter. L’Azerbaigian ha chiuso il corridoio Lachin che collega il Nagorno Karabakh all’Armenia e al mondo, privando più di 120.000 residenti di generi alimentari e beni di prima necessità da più di sei mesi.

(24) PRESIDENTE ARMENO E SEGRETARIO ONU – Nel corso di una visita di Stato in Italia, il presidente dell’Armenia Kachaturyan ha oggi incontrato il Segretario generale delle Nazioni Unite Guterrez con il quale ha discusso della questione inerente il blocco dell’Artsakh. Oggi, i membri di un’iniziativa chiamata Batsum (“Apertura” dall’armeno) hanno tenuto una protesta davanti all’ufficio delle Nazioni Unite a Yerevan e hanno consegnato una lettera indirizzata al coordinatore residente delle Nazioni Unite Niels Scott. Nella lettera, hanno chiesto di accettare con urgenza tutti gli aiuti umanitari raccolti e di trasportarli dall’Armenia attraverso il Corridoio Lachin fino all’Artsakh.

(24) TRASPORTO PAZIENTI GRAVI – Undici pazienti del Republican Medical Center della Repubblica dell’Artsakh, insieme ai loro accompagnatori, sono stati trasferiti in centri medici specializzati dell’Armenia attraverso la mediazione e l’accompagnamento del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Tredici sono invece rientrati in Artsakh al termine delle cure. Ad oggi, 20 bambini sono ricoverati all’ospedale pediatrico ‘Arevik’ mentre 76 adulti al ‘Repubblicano’ (dodici in terapia intensiva, due gravi).

(24) VIOLAZIONI AZERE – Un agricoltore di 64 anni stava guidando il suo trattore mentre svolgeva lavori agricoli nel villaggio di Shosh quando le truppe azere hanno aperto il fuoco di armi leggere di vario calibro nella sua direzione. L’uomo non ha riportato ferite ma il lavoro nei campi è stato sospeso.

(22) TRASPORTO PAZIENTI GRAVI – Con la mediazione e la scorta del Comitato Internazionale della Croce Rossa 13 pazienti del Republican Medical Center di Stepanakert sono stati trasportati in strutture mediche specializzate in Armenia. Durante la giornata è previsto anche il ritorno di 13 pazienti che hanno completato il loro trattamento in Armenia, insieme ai loro accompagnatori. Oltre 200 pazienti sono in attesa di essere trasferiti nei centri medici professionali della Repubblica di Armenia per cure mediche immediate. Nonostante gli sforzi compiuti, il CICR non è più in grado di garantire la fornitura dei medicinali necessari dall’Armenia, poiché la parte azera vieta anche la fornitura di medicinali. Ci sono 24 bambini nell’ospedale pediatrico “Arevik” e 7 bambini nell’unità di terapia intensiva e neonatale. 73 pazienti sono nel “Republican Medical Center”, 6 sono nell’unità di terapia intensiva di cui 2 in condizioni critiche.

(21) ALIYEV PREANNUNCIA INSEDIAMENTI IN KARABAKH – Parlando a un forum di media organizzato nella città occupata di Shushi, Aliyev ha promesso di “riportare più di 150.000 persone nelle regioni del Karabakh e dello Zangezur orientale” nei prossimi tre anni. Non “ritorno”, solo insediamento. Non è chiaro da chi: mercenari stabilitisi in Azerbaigian dal Medio Oriente o prigionieri ordinari. Secondo Aliyev, “è previsto il ritorno di 140.000 persone entro il 2026 nella sola regione del Karabakh”. Le autorità azere affermano che l’insediamento inizierà da Shushi. Pertanto, il presidente azero non esita a violare la clausola della dichiarazione tripartita, secondo la quale il ritorno dovrebbe avvenire sotto gli auspici dell’UNHCR, e intende insediare un numero di azeri nei territori occupati tale da “garantire la proprietà azera dei territori”. Nel corso dello stesso evento, il dittatore dell’Azerbaigian ha affermato che “se l’Armenia rinuncia a qualsiasi pretesa territoriale contro l’Azerbaigian, allora la firma di un accordo di pace entro la fine dell’anno è del tutto possibile. Tuttavia, se ciò non accade, non ci sarà pace. E questo non è un buon scenario per la regione, non porterà stabilità e sicurezza. Allo stesso tempo, data la situazione geopolitica molto delicata, ciò creerà difficoltà in futuro“. Aliyev ha inoltre aggiunto che “l’Armenia dovrebbe fare l’ultimo passo. Hanno già fatto una serie di passi dopo la guerra, e non direi che sono stati fatti volontariamente. Negli ultimi due anni e mezzo, ci sono stati diversi momenti che hanno mostrato chiaramente all’Armenia che se non riconosceranno la nostra integrità territoriale, allora non riconosceremo la loro“.

(21) VERTICE A MOSCA – Il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev ha confermato l’imminente incontro dei ministri degli Esteri dell’Azerbaigian e dell’Armenia a Mosca. Analoga conferma è giunta da Yerevan.

(21) PASHINYAN AVVERTE: RISCHI DI UNA NUOVA GUERRA – Il primo ministro armeno, Nikol Pashinian, ha dichiarato in una intervista rilasciata a media internazionali che «fino a quando non sarà firmato un trattato di pace»  la guerra resta una possibilità concreta e ha affermato che in Nagorno Karabakh è in corso un genocidio.

(21) ASSEMBLEA NAZIONALE – L’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh sullo sfondo del blocco in corso che dura ormai da mesi ha emesso un comunicato, invitando l’Armenia a chiedere all’Onu di concedere un mandato internazionale alla missione di pace schierata in Artsakh. Ha inoltre invitato i membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ad adottare le misure necessarie per ripristinare la pace e la sicurezza ad Arstakh.  

(20) MANIFESTAZIONE – Prosegue l’azione pacifica del movimento popolare nei pressi della postazione delle forze di pace russe; iniziata il 14 luglio, continua oggi nell’area dell’aeroporto di Stepanakert. Come informa il quotidiano ufficiale dell’amministrazione del distretto di Askeran “Berd”, la popolazione della regione di Askeran partecipa attivamente all’azione e il numero dei partecipanti aumenta di giorno in giorno. La leadership dell’amministrazione distrettuale, la città di Askeran, i collettivi di varie istituzioni e imprese, i residenti delle comunità partecipano all’azione pacifica in corso. 

(20) ASSEMBLEA NAZIONALE – Per domani, alle ore 10, è stata convocata una sessione straordinaria del parlamento.

(20) MORTALITA’ IN GRAVIDANZA – Tra le conseguenze del criminale e illegale blocco azero dell’Artsakh va purtroppo anche registrato il dato delle interruzioni non volontarie della gravidanza. Che, nell’ultimo mese, è aumentato di tre volte rispetto al passato. “Naturalmente, la situazione creata non può non avere un impatto molto negativo sia sulla fertilità che su tutti i tipi di complicazioni che già incontriamo durante il nostro lavoro pratico quotidiano” ha dichiarato il direttore esecutivo del Centro per la protezione della salute materna e infantile di Stepanakert, Vardges Osipov. “Devo menzionare che nell’ultimo mese il tasso di perdita del feto nelle prime fasi della gravidanza è aumentato di quasi tre volte. Il mese scorso purtroppo abbiamo avuto anche un certo aumento dei tassi di mortalità perinatale. Naturalmente, tutto ciò è dovuto a molte ragioni. Questo è uno stress vissuto dalla nostra popolazione, compresa la donna incinta. Oltre a tutto questo, una dieta equilibrata è molto importante. Tutti sanno che la nostra popolazione non ha accesso al cibo di base. Nel frattempo, questa è la chiave per avere una generazione sana“, ha detto Osipov. Ha sottolineato che soprattutto negli ultimi giorni è diventato impossibile per le donne incinte acquistare latticini, uova e altri alimenti ricchi di vitamine. Sono costretti a cercare di colmare la mancanza di vitamine necessarie con l’aiuto di pillole esistenti, che non possono sostituire le vitamine naturali.

(19) PROBLEMI PER L’AGRICOLTURA – Il governo della Repubblica dell’Artsakh, tramite il Ministero dell’Agricoltura, sta cercando in tutti i modi di sostenere i contadini nella produzione del pane quotidiano e dei prodotti agricoli, ma questo lavoro sta diventando sempre più difficile. A causa dei problemi sorti dal 15 giugno, si devono organizzare i lavori agricoli secondo priorità. Il ministro Georgi Hayriyan annovera tra queste priorità la mietitura del grano, attraverso la quale si risolverà il problema del pane. Secondo lui, c’è una quantità sufficiente di verdure nelle regioni della repubblica, ma a causa della mancanza di carburante per il trasporto, è diventato un problema consegnarle al consumatore.”Con il combustibile disponibile, abbiamo cercato di effettuare in parte l’approvvigionamento di erba e la coltivazione di ortaggi. Nell’ambito dei lavori realizzati, l’attenzione si è concentrata sulla sicurezza alimentare della popolazione. Tuttavia, molte direzioni, come l’orticoltura e l’apicoltura, sono state trascurate. Il numero di agricoltori che non siamo in grado di sostenere è in aumento“, ha dichiarato  Hayriyan, assicurando che stanno cercando di risolvere i problemi in modo centralizzato e di consegnare i prodotti agricoli prodotti ai residenti. Il ministro dell’Agricoltura ha inoltre dichiarato che fino al 15 giugno c’era la possibilità di importare alcuni prodotti agricoli e sementi attraverso la mediazione delle forze di pace russe, ma poi questo processo è diventato impossibile. Durante la semina primaverile, è stata data priorità alle colture che costituiscono la base della sicurezza alimentare. Tuttavia, l’annata agricola è iniziata con una siccità che ha avuto un impatto negativo sui raccolti autunnali; in alcune zone vi sono state anche grandinate e smottamenti. Anche la mancanza di fertilizzanti incide sulla produzione agricola.
Il settore dell’allevamento si trova in una posizione molto peggiore a causa del blocco: il mangime per bovini grandi e piccoli dovrebbe essere immagazzinato, ma è stato raccolto solo il 30 percento dell’erba. Inoltre è stata data priorità al grano per la produzione di pane per la popolazione.
A tali problemi si aggiunge la difficoltà nell’irrigazione dei campi perchè molti generatori a gasolio non funzionano per mancanza di carburante.

(18) MANIFESTAZIONE AD ASKERAN – Alcune centinaia di persone hanno manifestato fuori Askeran lungo la strada che conduce ad Akna (Aghdam) protestando contro la proposta azera di far giungere aiuti umanitari dall’Azerbaigian. Sono stati posti blocchi di cemento per impedire il transito dei mezzi. In giornata il ministero della Difesa dell’Artsakh aveva negato la disinformazione circa il passaggio di un convoglio azero.

(18) LA RUSSIA CHIEDE LO SBLOCCO – Il Vice Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, Andrei Rudenko, ha discusso della situazione nel Caucaso meridionale, nonché del processo di riconciliazione tra Yerevan e Baku, con l’Ambasciatore straordinario e plenipotenziario dell’Azerbaigian presso la Federazione Russa, Polad Byulbyuloglu. “La parte russa ha confermato la necessità del completo e immediato sblocco del Corridoio Lachin, il ripristino della comunicazione di trasporto in entrambe le direzioni, in conformità con la dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020, nonché la necessità di creare le condizioni per il normale supporto vitale del Nagorno Karabakh“, afferma una nota stampa del ministero di Mosca.

(18) SOLIDARIETA’ ONG EUROPEE– Le organizzazioni non governative della Repubblica dell’Artsakh accolgono e ringraziano le 470 ONG e associazioni europee che hanno inviato una lettera ai leader dell’Unione europea e del Consiglio europeo, esortandoli a prendere provvedimenti immediati ed efficaci per porre fine al blocco illegale in corso dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian. “Condividiamo l’opinione che sia necessario utilizzare tutte le leve affinché lo status dell’Artsakh rifletta la volontà democratica della sua popolazione armena nativa, nonché creare le condizioni per una pace e una sicurezza stabili. Siamo convinti che la soluzione duratura, dignitosa ed equa del conflitto azerbaigiano-Karabakh dovrebbe basarsi sul rispetto dei diritti individuali e collettivi del popolo dell’Artsakh, compreso il diritto all’autodeterminazione. Allo stesso tempo, condanniamo fermamente e consideriamo inaccettabile la dichiarazione del Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, basata sui risultati dell’ultimo incontro tenutosi a Bruxelles, con cui la strada Aghdam-Stepanakert è stata considerata come un modo per fornire sostegno umanitario alla popolazione dell’Artsakh” si legge in un comunicato diffuso dalle organizzazioni dell’Artsakh

(17) HARUTYUNYAN SI RIVOLGE ALLA NAZIONE – Il presidente dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan, si è rivolto oggi, alle 22 ora locale (le 20 in Italia) alla nazione. QUI IL TESTO DEL MESSAGGIO. Dopo il suo intervento ha deciso di prendere parte al sit-in permanente allestito in piazza della Rinascita. Il presidente ha descritto la grave situazione umanitaria che sta affrontando l’Artsakh e ha dato tempo una settimana alla comunità internazionale (“abbiamo sentito solo belle parole“) per intervenire per lo sblocco del corridoio di Lachin. “Se entro una settimana la situazione del popolo dell’Artsakh non tornerà a uno stato più o meno stabile e normale con l’intervento internazionale, allora ricorreremo ad azioni più dure sia nell’Artsakh che al di fuori di esso” ha concluso il suo messaggio Harutyunyan.

(17) RIGETTATA LA PROPOSTA AZERA – Il consigliere del presidente della repubblica, Artak Beglaryan, riferendosi al fatto che l’Azerbaigian ha proposto di consegnare beni umanitari all’Artsakh attraverso la rotta Aghdam-Stepanakert, ha dichiarato che tale proposta non è in alcun modo accettabile. “Questa stessa forma di pressione è un crimine internazionale. “A questo proposito, c’è stata la dichiarazione di Charles Michel, per noi molto dolorosa e inaccettabile, che sta cedendo a simili trappole criminali dell’Azerbaigian. In ogni caso, lo Stepanakert ufficiale farà un ulteriore annuncio al riguardo“, ha affermato sottolineando che il corridoio di Lachin è l’unica strada approvata a livello internazionale che collega l’Artsakh all’Armenia e al mondo intero. “È anche un corridoio umanitario, nessun’altra strada può sostituire quel corridoio” ha aggiunto.

(15) INCONTRO TRILATERALE A BRUXELLES – Si è svolto oggi, con inizio alle ore 13,45, un vertice trilaterale tra il presidente azero Aliyev, il Primo ministro armeno Pashinyan e il presidente del Consiglio d’Europa Michel. Il padrone di casa ha prima incontrato singolarmente Aliyev (ieri pomeriggio) e Pashinyan (questa mattina). Nel corso dell’incontro con il premier armeno, questi ha consegnato a Michel la lettera appello del presidente della repubblica dell’Artsakh.
Durante il trilaterale sono state discusse l’aggravarsi della crisi umanitaria in Nagorno Karabakh causata dal blocco illegale da parte dell’Azerbaigian del Corridoio Lachin, la delimitazione delle frontiere e le opere per garantire la sicurezza delle frontiere tra i due Paesi, lo sblocco dei trasporti regionali e delle infrastrutture economiche, l’accordo sulla normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian, i diritti e la sicurezza del popolo del Nagorno Karabakh, nonché le questioni relative ai prigionieri, alle persone scomparse e ad altre questioni umanitarie. È stato raggiunto un accordo per intensificare il lavoro verso la soluzione delle questioni discusse.

(15) POSIZIONE RUSSA – Secondo una dichiarazione del ministero degli Esteri russo, poichè la situazione nel NK Artsakh si sta sviluppando in uno scenario negativo e la crisi può portare le conseguenze più drammatiche. Mosca ha invitato Baku ad aprire con urgenza il corridoio Lachin. “Chiediamo alla leadership dell’Azerbaigian di adottare misure immediate per sbloccare immediatamente il Corridoio Lachin, per riprendere il movimento senza ostacoli di cittadini, veicoli e merci in entrambe le direzioni, nonché per ripristinare l’approvvigionamento energetico“, ha affermato il dipartimento in una nota.

(15) SMENTITE ALTRE BUGIE AZERE – L’ultima disinformazione in ordine di tempo da parte dell’Azerbaigian riguarda un presunto disturbo del GPS degli aerei che volano sulla rotta Baku- Fuzuli – Zangilan causato dall’Artsakh. Il ministero della Difesa di Stepanakert ha seccamente smentito la circostanza. Tali accuse potrebbero essere l’alibi azero per nuove azioni militari.

(14) APPELLO DEL PRESIDENTE – Il Presidente della Repubblica dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan, ha inviato lettere ai leader di tutti gli Stati membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Presidente in carica dell’OSCE, al Presidente del Consiglio europeo, al Segretario Generale del Consiglio d’Europa, nonché il Primo Ministro della Repubblica di Armenia, chiedendo l’applicazione di misure urgenti nel quadro degli obblighi internazionali assunti e misure efficaci per fermare il blocco illegale e completo dell’Artsakh effettuato dall’Azerbaigian e fermare i sistematici crimini di massa e il terrorismo contro il popolo dell’Artsakh. QUI IL TESTO TRADOTTO

(14) TRASFERIMENTO MALATI – Il rappresentante del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) in Azerbaigian ha incontrato il ministro degli Esteri Bayramov con il quale ha discusso le questioni della cooperazione tra l’Azerbaigian e il CICR, l’attuale situazione al checkpoint di Lachin, nonché le questioni delle attività del CICR in Artsakh. “Durante le discussioni, il ministro Jeihun Bayramov ha annunciato la possibilità di continuare il passaggio dei residenti di origine armena attraverso il valico di frontiera per scopi medici, con la mediazione del CICR, nel rispetto delle regole necessarie”, hanno riferito i mass media locali. Nel pomeriggio 11 pazienti e i loro accompagnatori sono stati trasportati dalla Croce Rossa dall’Artsakh all’Armenia e 8 sono ritornati a casa

(14) VIOLAZIONI AZERE – Colpi di mortatio da 60 e 82 mm sono stati sparati in giornata contro le postazioni armene nelle regioni di Shushi e Martuni.

(14) MANIFESTAZIONE A STEPANAKERT – Numerose migliaia di persone si sono date appuntamento in piazza della Rinascita per protestare contro il blocco azero. Tra le autorità intervenute, il difensore dei diritti umani (Stepanyan) e il ministro di Stato (Nersisyan). Al termine del raduno un corteo si è mosso verso il comando della forza di pace russa passando davanti alla sede della Croce Rossa. Dopo l’incontro con il comandante Lentsov è stato installato un presidio con tende da campo in piazza della Rinascita.

(13) VERTICE A BRUXELLES – E’ stato preannunciato per il giorno 15 luglio un vertice a Bruxelles tra Aliyev, Pashinyan e Michel.

(12) DELIMITAZIONE CONFINI – Si è tenuto un incontro al confine tra la Repubblica di Armenia (regione di Tavush) e la Repubblica dell’Azerbaigian (regione di Ghazak) tra il Comitato per la demarcazione del confine di Stato e la sicurezza delle frontiere tra la Repubblica di Armenia e la Repubblica dell’Azerbaigian e del Comitato di Stato sulla Demarcazione del Confine di Stato tra la Repubblica dell’Azerbaigian e la Repubblica di Armenia. La quarta riunione della commissione è stata presieduta dal Vice Primo Ministro dell’Armenia Mher Grigoryan e dal Vice Primo Ministro azero Shahin Mustafaev. Secondo gli accordi raggiunti a livello dei leader della Repubblica di Armenia e della Repubblica dell’Azerbaigian in diversi formati, le parti hanno proseguito la discussione sulle questioni di demarcazione dei confini, affrontando una serie di questioni organizzative e procedurali.Le parti hanno inoltre convenuto di determinare la data e il luogo della prossima riunione delle commissioni.

(12) FERITI SOLDATI ARMENI – Alle 05:30 ora locale, unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco in direzione delle posizioni armene situate nel settore Tegh (Armenia), a seguito del quale il soldato delle forze armate della Repubblica di Armenia è rimasto ferito. Il Ministero della Difesa  di Yerevan che le condizioni del militare sono ritenute soddisfacenti, la sua vita non è in pericolo. In seguito, intorno alle 12 un altro soldato armeno è stato ferito sempre nella stessa area; anche in questo caso le condizioni sono discrete e non v i è pericolo di vita.

(11) CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA – La Corte Internazionale di Giustizia con un’ordinanza emessa il 6 luglio e comunicata in data odierna ha ribadito l’obbligo a carico dell’Azerbaigian “a prendere tutte le misure a sua disposizione per garantire il movimento senza ostacoli di persone, veicoli e merci lungo il Corridoio Lachin in entrambe le direzioni”. La Corte ha confermato all’unanimità con la sua ordinanza giuridicamente vincolante del 6 luglio 2023 che l’ordinanza del 22 febbraio 2023 “si applica senza limitazioni” al checkpoint istituito dall’Azerbaigian e che l’esistenza e il funzionamento del checkpoint azero sul corridoio di Lachin costituiscono plausibilmente una discriminazione razziale.

(11) RICHIAMO PER AMBASCIATORE AZERO – Gli uffici della Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, e dell’Alto Commissario per le Relazioni Esterne dell’Unione Europea, Josep Borrell, hanno condannato e definito inaccettabile il comportamento dell’Ambasciatore dell’Azerbaigian presso l’UE, Vagif Sadikov, che ha minacciato il membri del Parlamento europeo, che hanno visitato l’Armenia e hanno conosciuto il confine con l’Azerbaigian. Vagif Sadikov è stato convocato al Servizio europeo per le relazioni esterne per il post minaccioso fatto su Twitter ai deputati europei. Sadikov aveva pubblicato un post su Twitter in merito alla visita della delegazione del Parlamento europeo in Armenia, minacciando i deputati del Consiglio d’Europa. Aveva pubblicato un’immagine e una descrizione di un fucile da cecchino di fabbricazione azera con la seguente didascalia: “Sanno cosa stanno facendo per proteggersi. Il fucile da cecchino “Istiglal IST-14.5″ prodotto in Azerbaigian ha un raggio di fuoco effettivo di circa 3000 metri. Stai lontano dal confine di stato dell’Azerbaigian…”

(11) CROCE ROSSA SU BLOCCO TOTALE – L’ufficio armeno della Croce Rossa Internazionale ha rilasciato il seguente comunicato: “Annunciamo che non sono stati trovati oggetti non autorizzati in nessun veicolo appartenente al CICR. Tutto il carico trasportato è soggetto a ispezione doganale da parte della Repubblica dell’Azerbaigian. Ci rammarichiamo che, a nostra insaputa, quattro autisti assunti abbiano tentato di trasportare merci commerciali con i propri veicoli, sui quali è stato temporaneamente apposto il logo del CICR. Le persone menzionate non erano dipendenti del CICR e i contratti di servizio firmati con loro sono stati immediatamente risolti dal CICR. Il nostro lavoro lungo il Corridoio di Lachin è sempre ed esclusivamente di natura umanitaria.  Come parte di questo lavoro vitale, più di 600 pazienti medici sono stati trasportati in Armenia per cure mediche urgenti, così come forniture mediche, cibo, alimenti per bambini e altri articoli essenziali sono stati trasferiti alle istituzioni mediche e alle famiglie locali. Questi lavori devono essere continuati. Le nostre attività sono costantemente coordinate con le parti e hanno un impatto vitale sulla vita di migliaia di persone”.

(11) BLOCCO TOTALE – Il servizio di frontiera statale dell’Azerbaigian ha annunciato la chiusura del checkpoint installato illegalmente nel corridoio di Lachin e la completa cessazione del traffico già limitato attraverso il corridoio. A motivo di tale decisione la scoperta di alcune stecche di sigarette e taniche di gasolio in entrata nella regione. Tali attività sopno state definite dagli azeri come “contrabbando”. A seguito della chiusura totale del checkpoint illegale azero, neppure i malati gravi possono essere trasportati da Stepanakert ai centri specilistici dell’Armenia.

(10) PRIGIONIERI ARMENI – Alla fine di giugno e all’inizio di luglio, il personale del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) ha nuovamente visitato i prigionieri di guerra armeni detenuti in Azerbaigian e altre persone detenute, tra cui 2 militari arrestati di recente. Si sono svolti incontri individuali con prigionieri di guerra armeni, a cui è stata data l’opportunità di comunicare con le loro famiglie.

(9) FORNITURA DI GAS SOSPESA – Dopo solo poche ore gli azeri hanno nuovamente chiuso il rubinetto del gasdotto che dall’Armenia dovrebbe portare il gas in Artsakh. Anche il rappresentante dell’Unione europea per il Caucaso meridionale, Toivo Klaar, ha commentato negativamente l’accaduto: “La giornata iniziata con una promessa si è conclusa di nuovo con una delusione. Come l’Unione Europea ha ripetutamente ripetuto, è molto importante che la fornitura di vettori energetici, così come la circolazione di persone e merci attraverso il corridoio di Lachine, sia ripristinata senza restrizioni“.

(8) RIATTIVATO IL GAS – Nel tardo pomeriggio è stato riattivato il flusso di gas dall’Armenia. Lo ha comunicato l’azienda “Artsakhgaz”.

(7) COLLOQUI STEPANAKERT-BAKU? – Secondo un quotidiano armeno, il presidente Harutyunyan ha dato la disponibilità a dialogare con Baku ma a condizione che la Russia assuma il ruolo di mediatore. In altre parole, la mediazione statunitense è respinta perché spinge esclusivamente l’Artsakh per l’integrazione mentre con i russi c’è ancora una possibilità di evitarla.

(7) CONDANNATI SOLDATI ARMENI A BAKU – Come era facilmente prevedibile, le autorità dell’Azerbaigian hanno condannato i militari armeni rapiti – Harutyun Hovakimyan e Karen Ghazaryan – a 11,5 anni di carcere. La farsa giudiziaria – solo una o due udienze – si è svolta nel tribunale di Sumgait, presieduto dal giudice Fahmin Gumbatov. Secondo la decisione del tribunale, Hovakimyan e Ghazaryan sono stati condannati a 11,5 anni di carcere. La corte è stata clemente: ieri il pm aveva chiesto 12 anni. Ricordiamo che i militari armeni sono stati rapiti da un gruppo eversivo azero nel territorio dell’Armenia a maggio.

(6) DICHIARAZIONI PASHINYAN – Intervenendo alla settimanale riunione del Governo, il primo ministro armeno ha dichiarato che i recenti negoziati di Washington non hanno fatto registrare progressi tangibili ma qualche piccolo passo avanti comunque c’è stato. Pashinyan ha altresì preannunciato un prossimo vertice a Bruxelles in ambito Ue. “I diritti e la sicurezza degli armeni del Nagorno-Karabakh dovrebbero essere affrontati nel quadro dei meccanismi internazionali del dialogo Baku-Stepanakert e dovrebbe essere firmato un trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian“, ha affermato. Inoltre ha ribadito che in Karabakh non è presente alcun soldato dell’Armenia ma solo l’Esercito di Difesa dell’Artsakh. Quanto alla questione del presunto “corridoio di Zangezur”, il premier armeno ha sottolineato che l’Azerbaigian continua ad accusare l’Armenia di non adempiere ai propri doveri e obblighi di garantire collegamenti di trasporto attraverso il suo territorio, con alcuni commenti ambigui nel corridoio: “Anche qui devo ripetere che l’Armenia non ha mai assunto alcun impegno scritto o orale per il corridoio e non accetterà mai alcuna interpretazione del genere. Per quanto riguarda le comunicazioni regionali, lo sblocco sotto la sovranità e la giurisdizione dei paesi, l’Armenia ha ripetutamente annunciato e continua ad annunciare di essere pronta per questo“.

(6) ATTESA RISPOSTA RUSSA – Il presidente del Consiglio anticrisi dell’Artsakh, Tigran Petrosyan, ha dichiarato le strutture appartenenti alla Federazione Russa sono state incaricate di affrontare molto seriamente la situazione creata dal blocco totale dell’Azerbaigian in Artsakh. “Dobbiamo aspettare fino alla fine di questa settimana, circa 4-5 giorni. Anche il comando delle truppe di mantenimento della pace è stato informato per iscritto della carenza di scorte di cibo nell’Artsakh. La nostra richiesta è di aprire la strada in breve tempo. Stiamo aspettando, e se la Russia non prenderà provvedimenti attivi durante quel periodo, questo sarà il suo atteggiamento nei nostri confronti. Aggiungo anche che abbiamo diverse proposte, ma non è giusto parlarne per ora, perché aspettiamo i passi della Russia“, ha detto Petrosyan. Secondo lui, se la parte russa non si muove attivamente, il governo presenterà le sue proposte al popolo, con aspetti positivi e negativi. “È molto probabile che la decisione venga presa tramite referendum, perché tali decisioni non possono essere adottate altrimenti“, ha aggiunto Petrosyan.

(5) RIUNIONE PRESIDENTE – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha tenuto una riunione per discutere la situazione operativa politico-militare e umanitaria, le azioni necessarie da intraprendere da parte delle autorità. Durante il suo discorso, il Presidente ha sottolineato il deterioramento della sicurezza e della situazione umanitaria, che pone minacce significative all’esistenza del popolo dell’Artsakh alla luce delle crescenti minacce dall’Azerbaigian e della completa sospensione del trasporto umanitario. “La situazione attuale, insieme ai suoi pericoli e alle nostre aspettative, è stata comunicata in tutti i modi possibili dalle autorità dell’Artsakh alle autorità competenti in Armenia, Russia e altri membri della comunità internazionale. È urgente un’azione urgente ed efficace da parte di tutti gli attori responsabili, ciascuno nell’ambito delle rispettive responsabilità. Data la situazione allarmante che stiamo affrontando, la popolazione dell’Artsakh e le autorità si aspettano risultati concreti nel più breve tempo possibile per alleviare la situazione umanitaria e di sicurezza e rimuovere il blocco” ha dichiarato il presidente.

(5) TRASFERIMENTO PAZIENTI – Quindici malati sono stati trasferiti con un convoglio della Crice Rossa in Armenia e 17 hanno compiuto il percorso inverso. 28 bambini sono ricoverati all’ospedale pediatrico “Arevik” e quattro di loro sono in terapia intensiva. 96 pazienti adulti sono invece ricoverati all’ospedale repubblicano con 7di loro in terapaia intensiva (4 in condizioni critiche).

(5) DEMOGRAFIA – Nella prima metà di quest’anno, il numero delle nascite nell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) ha superato il numero dei decessi e la crescita naturale ha superato l’indicatore dello stesso periodo dell’anno scorso. Il 51,5% dei bambini nati in Artsakh nei primi cinque mesi dell’anno in corso sono maschi e il 48,5% sono femmine. Inoltre, il numero di matrimoni e divorzi registrati in Artsakh è diminuito nella prima metà di quest’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

(5) SPOSTATO CONGRESSO DI MEDICINA – Il 6° Congresso medico internazionale dell’Armenia, che doveva svolgersi nella Repubblica dell’Artsakh, si terrà a Yerevan dal 6 all’8 luglio a causa del blocco.

(5) LE PRETESE DI ALIYEV – Il presidente azero, nel corso di un suo intervento a Baku durante la riunione ministeriale dell’Ufficio di coordinamento del Movimento dei non allineati, chiede il disarmo dell’Esercito di difesa dell’Artsakh e l’apertura del “corridoio Zangezur” rinnovando le sue ambizioni territoriali nei confronti dell’Armenia. “Poco dopo la fine del conflitto [del Karabakh], l’Azerbaigian ha presentato cinque principi fondamentali per la firma del trattato di pace con l’Armenia basato sul riconoscimento reciproco della sovranità e dell’integrità territoriale reciproche. Sebbene l’Armenia abbia dovuto riconoscere il Karabakh come parte dell’Azerbaigian, ci sono ancora resti delle forze armate armene nei territori dell’Azerbaigian, dove le forze di pace russe sono temporaneamente dispiegate“, ha detto Aliyev che ha ribadito che “gli elementi militari e paramilitari armeni sul terreno dovrebbero essere disarmati e smobilitati”. Inoltre, ha affermato che “l’Armenia impedisce anche l’apertura del corridoio Zangazur [(Zangezur)] [che prevede di collegare la parte principale dell’Azerbaigian con la Repubblica autonoma di Nakhchivan.] Il corridoio Zangazur è un altro impegno dell’Armenia derivante dall’atto di capitolazione ha firmato il 10 novembre 2020 e, pertanto, dovrebbe essere attuato.”

(5) MANCANZA CARBURANTE – Nelle condizioni del blocco completo dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian, dal 15 giugno il processo di emissione dei tagliandi per l’acquisto di benzina e gasolio viene effettuato nell’Artsakh solo secondo le procedure stabilite dalla decisione del governo atteso che l’importazione di carburante in Artsakh è stata interrotta già da 20 giorni. Marat Ohanyan, capo del dipartimento di amministrazione territoriale e controllo delle infrastrutture del servizio di supervisione statale dell’Artsakh, ha osservato: “Attualmente, vengono forniti buoni per l’esecuzione di lavori urgenti di alcune istituzioni statali, strutture mediche, trasporti pubblici, lavori agricoli urgenti, energia , comunicazioni, telecomunicazioni, servizi di pubblica utilità.Anche questo, in caso di estrema necessità e in quantità limitate.(…).” Il sistema di coupon per l’acquisto di benzina e gasolio è stato introdotto in Artsakh dopo il 12 dicembre 2022, quando l’importazione di carburante in Artsakh è diventata possibile solo grazie al trasporto umanitario di merci organizzato dalle truppe russe di mantenimento della pace. I buoni carburante vengono emessi in Artsakh solo dopo un esame approfondito di ogni rispettiva domanda presentata.

(4) 205° GIORNO DI BLOCCO – Il nuovo report sul blocco evidenzia che in questi 205 giorni di blocco, l’economia dell’Artsakh ha subito una perdita di circa 390 milioni di dollari USA, portando a un calo dell’indice del PIL annuo previsto (903 milioni di dollari) di oltre il 43%.

(4) IL PRESIDENTE SCRIVE A PUTIN – Il presidente dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan, ha inviato una lettera al presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. Tigran Petrosyan, presidente del Consiglio anti-crisi dell’Artsakh, ne ha dato notizia ma senza rendere pubblico il contenuto di questa lettera. “La maggioranza assoluta del popolo dell’Artsakh non credeva al capo della Repubblica d’Armenia, non al capo dell’Artsakh, ma alle parole del presidente della Federazione Russa Putin secondo cui gli armeni vivranno in sicurezza e dignitosamente nell’Artsakh. Le autorità dell’Artsakh hanno inviato una lettera a Putin, in cui viene presentata la terribile situazione del Paese e del popolo. Credo che se non vedremo passi chiari da parte della Federazione Russa nel prossimo futuro, il silenzio equivarrà alla distruzione“.

(3) COLPIRE LE SPIE – Il presidente della repubblica ha annunciato che saranno inasprite le pene nei confronti delle spie e non esclude neppure che si possa arrivare a ripristinare la pena di morte per chi si macchia di tale alto tradimento.

(3) TRASFERIMENTO PAZIENTI – Quindici malati sono stati trasferiti con un convoglio della Crice Rossa in Armenia e otto hanno compiuto il percorso inverso. 26 bambini sono ricoverati all’ospedale pediatrico “Arevik” e due di loro sono in terapia intensiva. 81 pazienti adulti sono invece ricoverati all’ospedale repubblicano con 10 di loro in terapaia intensiva (6 in condizioni critiche).

(1) ARAM I – Il Catholicos della Grande Casa di Cilicia Aram I ha avuto una conversazione telefonica con il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan nella giornata di ieri. Nel corso della conversazione, Sua Santità il Patriarca Aram I ha ribadito il suo pieno sostegno alla nostra gente in Artsakh. Poi il Patriarca ha riferito sui suoi incontri con il Primo Ministro della Greci e il Presidente di Cipro sulla questione dell’Artsakh e soprattutto sulla loro posizione. Il presidente Harutyunyan, a sua volta, ha toccato le sfide che l’Artsakh sta attualmente affrontando.

L’Assemblea nazionale dell’Artsakh (Nagorno Karabakh), a seguito dell’attacco azero di questa notte costato la vita a quattro soldati armeni, ha adottato una dichiarazione che invita la delegazione dell’Armenia attualmente a Washington DC a interrompere immediatamente i colloqui con l’Azerbaigian.

Le forze armate dell’Azerbaigian, violando ancora una volta gravemente il regime di cessate il fuoco in Nagorno Karabakh adottato il 9 novembre 2020, dall’1:30 del 27-28 giugno di quest’anno, hanno aperto il fuoco con vari tipi di armi in direzione del territorio della Repubblica dell’Artsakh, a seguito della quale sono stati uccisi quattro dei nostri compatrioti.

Nelle condizioni di blocco completo dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian, questa ennesima uccisione di cittadini dell’Artsakh per mezzo di artiglieria e UAV dimostra che la leadership politico-militare di quella repubblica, ignorando le chiamate e le decisioni internazionali autorevoli, si insinua con falsi programmi di pace e dialogo, e si adopera per azioni di genocidio con l’uso di strumenti militari, politici ed economici per raggiungere il suo obiettivo principale: la de-armenizzazione finale dell’Artsakh.

È degno di nota e significativo che questo nuovo episodio di violazioni regolari del regime di cessate il fuoco da parte dell’Azerbaigian, simile ai casi precedenti, sia stato registrato anche in un momento in cui sono in corso a Washington, con la mediazione del Segretario di Stato americano, colloqui dei ministri degli Esteri di Armenia e Azerbaigian sul tema di un accordo di pace armeno-azero. Ciò, ovviamente, conferma e dimostra ancora una volta che in realtà anche i colloqui sul trattato di pace in corso non sono altro che un’imitazione della formazione di un’atmosfera di pace e stabilità durature nella regione, presumibilmente nel contesto degli sforzi internazionali.

Profondamente preoccupati per l’attuale pericolosa realtà, facciamo appello al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a nome del popolo dell’Artsakh, ai leader dei paesi copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE, affinché compiano passi pratici concreti oltre alle dichiarazioni di solidarietà, esortazioni e consigli, in particolare ad applicare sanzioni all’Azerbaigian, frenandone le ambizioni aggressive.

Siamo convinti che il metodo di lavoro dei doppi standard renda l’Azerbaijan ancora più entusiasmante, rendendolo dilagante e incontrollabile.

Fermare le azioni antiumane e genocide dell’Azerbaigian, con le misure più severe nell’ambito della missione di pace della Federazione Russa.

La delegazione dell’Armenia a Washington parla per interrompere immediatamente i colloqui avviati fino all’istituzione di un cessate il fuoco completo sulla linea di contatto con l’Artsakh e ai confini dell’Armenia, e fornendo garanzie documentali per preservarlo. Altrimenti, la continuazione del i colloqui significheranno incoraggiare il comportamento aggressivo della parte azera e consentirlo a livello internazionale.

Inchinandoci davanti alla memoria dei nostri quattro martiri che hanno sacrificato la loro vita per la patria, siamo pronti a continuare il loro sacro lavoro”.

L’Assemblea Nazionale dell’Artsakh (Nagorno Karabakh), nella sua sessione ordinaria di oggi, tra le altre questioni all’ordine del giorno, sta discutendo la bozza della dichiarazione sulle violazioni del cessate il fuoco da parte dell’Azerbaigian.

Prima di ciò, tuttavia, il Presidente del parlamento, Artur Tovmasyan, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“Il blocco dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian dal 12 dicembre 2022 ha preso una svolta tragica il 5 marzo e il 28 giugno. Il 28 giugno, dall’1:30, le unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco, di artiglieria e UAV, nel direzione delle posizioni armene di Martakert e Martuni [regioni]. A seguito di un’altra provocazione azerbaigiana, la parte armena ha quattro vittime. Gloria eterna agli armeni che hanno sacrificato le loro vite mentre difendevano i confini dell’Armenia e dell’Artsakh!

L’Azerbaigian non solo sta deliberatamente affamando la popolazione dell’Artsakh, ma l’ha portata sull’orlo dell’annientamento. L’Artsakh non è mai stato e non farà mai parte dell’Azerbaigian indipendente, e qualsiasi discussione al riguardo è inaccettabile per noi. È la nostra linea rossa che nessuno ha il diritto di violare.

I copresidenti dell’OSCE e i leader di questi Paesi devono comprendere che l’annessione del nostro paese all’Azerbaigian porterà alla de-armeianizzazione e alla distruzione dell’Artsakh. Non possiamo cambiare l’ordine del mondo; il piccolo Artsakh non rappresenta una minaccia , ma è a rischio il diritto del nostro popolo a vivere in modo sicuro e pieno ed è un peccato che tutto ciò avvenga con il tacito consenso della comunità internazionale.

Apprezzo molto la risoluzione dell’APCE intitolata “Garantire un accesso libero e sicuro attraverso il Corridoio Lachin”, le dichiarazioni del Congresso degli Stati Uniti sui diritti e la sicurezza del popolo del Nagorno-Karabakh, la dichiarazione del Circolo dell’amicizia Francia-Artsakh: “Dobbiamo passare dalle parole all’azione.

Credo che il mondo civilizzato abbia tutta la leva per applicare sanzioni corrispondenti contro il regime azero, poiché l’Azerbaigian non solo ignora, ma calpesta anche le decisioni delle Corti internazionali di giustizia della CEDU“.