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Il dipartimento Pubbliche relazioni del ministero degli Affari Esteri della repubblica del Nagorno Karabakh-Artsakh rilascia una breve nota a commento della vicenda catalana.

A Bruxelles l’Eufoa (EUropean Friends Of Armenia) ha ospitato il nuovo ministro degli Esteri e l’Ombudsman dell’Artsakh. L’Europa come stabilizzatrice di pace nel Caucaso

Dopo un anno e mezzo tornano a parlarsi Sargsyan e Aliyev che si impegnano a intensificare il processo negoziale. Cauto ottimismo del gruppo di Minsk e un incontro a sorpresa del Presidente armeno

(30 ott 17) ERDOGAN IN AZERBAIGIAN ACCUSA GLI ARMENI – Violente parole contro gli armeni sono state pronunciate dal presidente turco Erdogan nel corso della sua visita in Azerbaigian. «Noi malediciamo la politica di occupazione dell’Armenia» ha dichiarato, aggiungendo che «il conflitto del Nagorno Karabakh  è una ferita sanguinante non solo per l’Azerbaigian, ma anche per la Turchia».

(30 ott 17) PREANNUNCIATO INCONTRO MINISTERIALE PER META’ NOVEMBRE – I co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’Osce hanno comunicato che sono in corso i preparativi per un incontro tra i ministri degli Esteri di Armenia e Azerbaigian. La data è stata fissata indicativamente per metà novembre.

(30 ott 17) GIORNATA DEI LAVORATORI DELLA PROTEZIONE CIVILE – Celebrata oggi la Giornata dedicata ai lavoratori in servizio nella Protezione civile. Il presidente Sahakyan ha partecipato a una cerimonia nel corso della quale ha consegnato alcune onorificenze di Stato e tenuto un discorso.

(28 ott 17) IL PRESIDENTE RICEVE IL MINISTRO DELLA DIFESA DELL’ARMENIA – Il presidente della repubblica Bako Sahakyan ha ricevuto oggi a Stepanakert il ministro della Difesa dell’Armenia Vigen Sargsyan. Nel corso dell’incontro, al quale ha partecipato anche il ministro della Difesa dell’Artsakh, Levon Mnatsakanyan, si è discusso tra l’altro della costruzione di infrastrutture per le forze armate. In giornata Sahakyan ha anche incontrato il sindaco di Yerevan Taron Margaryan.

(28 ott 17) SITUAZIONE TESA SULLA LINEA DI CONTATTO -Una nota del ministero della Difesa dell’Artsakh evidenzia come nel corso dell’ultima settimana la situazione lungo la linea di contatto con l’Azerbaigian sia stata “relativamente tesa”.

(25 ott 17) MAYILIAN RICEVE KASPRZYK – Il ministro degli esteri, Masis Mayilian, ha ricevuto l’ambasciatore Andrzej Kasprzyk, rappresentante personale del Presidente dell’Osce in carica, al quale ha illustrato la situazione lungo la linea di contatto e informato riguardo le recenti violazioni azere con lancio di missili Spike. Anche il ministro della Difesa, Levon Mnatsakanyan, ha incontrato il diplomatico dell’Osce.

(25 ott 17) MONITORAGGIO OSCE SU LINEA DI CONTATTO – nella giornata odierna è stata compiuto un monitoraggio lungo la linea di contatto tra Artsakh e Azerbaigian nel settore sudorientale all’altezza della regione di Hadrut. Non sono state rilevate violazioni del cessate-il-fuoco. Nella notte sono stati invece contati 23 colpi di mortaio azero verso le postazioni armene nelle regioni di Martakert e Martuni.

(24 ott 17) DIFESA: INCONTREREMO L’OSCE – In una conferenza stampa il ministro della Difesa dell’Artsak, Levon Mnatsakanyan, ha dichiarato che la tensione di questi ultimi giorni è legata all’aumento di attività dei cecchini azeri lungo la linea di contatto. La scorsa settimana un giovane soldato armeno è stato mortalmente colpito. Il ministro ha informato che è intenzione delle autorità della repubblica incontrare a breve i rappresentanti dell’Osce per illustrare la situazione e segnalare questa attività azera di provocazione culminata tra domenica e lunedì nel lancio di due missili anticarro Spike contro le postazioni armene. A domanda ha risposto che se le provocazioni continueranno, alla fine «una risposta ci sarà».

(24 ott 17) DELEGAZIONE MESSICANA IN ARTSAKH – Una delegazione di parlamentari messicani è in visita nella repubblica di Artsakh (Nagorno Karabakh) dove oggi ha incontrato le autorità locali e deposto un omaggio floreale al monumento dedicato ai caduti della guerra di liberazione.

(23 ott 17) ALTRO MISSILE SPIKE LANCIATO DAGLI AZERI – A meno di 24 ore di distanza gli azeri hanno nuovamente violato l’accordo di cessate-il-fuoco lanciando un altro missile anticarro Spike verso le postazioni armene di difesa.

(22 ott 17) ARTIGLIERIA PESANTE AZERA CONTRO POSTAZIONI ARMENE – Nel corso della giornata le forze armate azere hanno indirizzato diversi colpi di mortaio verso le postazioni armene nel settore nord orientale della linea di contatto (direzione Mataghis). Viene altresì registrato il lancio di un missile anticarro Spike il cui uso era stato duramente censurato nel luglio scorso dai mediatori del Gruppo di Minsk..

(20 ott 17) COSTITUITO IL GRUPPO DI AMICIZIA CON LA VALLONIA – Prosegue la visita di Sahakyan a Brussels dove oggi ha partecipato alla cerimonia di costituzione del gruppo di amicizia parlamentare Vallonia-Artsakh che segue a due giorni di distanza la costituzione del gruppo di amicizia con le Fiandre. In giornata il presidente della repubblica ha anche incontrato il Catholikos della Grande Casa di Cilicia Aram I.

(20 set 19) ONORIFICENZA POSTUMA AL GIOVANE CADUTO – Il presidente della repubblica ha conferito l’onorificenza “Per servizio, in battaglia” al giovane Tigran Khachatryan, mortalmente colpito da cecchini azeri ieri pomeriggio. A margine di un incontro con l’omologo polacco Waszczykowski , il ministro degli Esteri dell’Armenia ha commentato l’accaduto sottolineando come tutti gli sforzi per raggiungere una soluzione pacifica del conflitto vengano sistematicamente vanificati dall’Azerbaigian con speculazioni e violazioni del cessate-il-fuoco.

(19 ott 17) PROSEGUE LA VISITA DEL PRESIDENTE IN BELGIO – Bako Sahakyan ha oggi incontrato la presidente Nadia Gortzounian e il direttore  Nicolas Tavitian della “Armenian General Benevolent Union” (AGBU). Sempre a Brussels il presidente della repubblica di Artsakh ha avuto un incontro con il Consiglio direttivo dell’EUFOA (EUropean Friends Of Armenia) guidato da Diogo Pinto.

(19 ott 17) ALTRO SOLDATO ARMENO COLPITO DAI CECCHINI – Il diciannovenne Tigran Khachatryan è stato mortalmente colpito da cecchini azeri questo pomeriggio, alle 15,50 locali, mentre si trovava nella sua postazione di difesa nel settore nord orientale della linea di contatto. Si tratta del secondo caduto nel mese di ottobre dopo che lo scorso 10 ottobre aveva perso la vita Chaplin Margaryan, due i caduti a settembre.

(18 ott 17) SAHAKYAN IN BELGIO – Il presidente della repubblica Bako Sahakyan è giunto ieri in Belgio per una visita di lavoro. Nella giornata odierna è intervenuto all’apertura 4° Congresso dell’ E.A.F.J.D. (European Armenian For Justice and Democracy) con un discorso incentrato sui legami tra Armenia, Artsakh e Diaspora. Ha quindi visitato il parlamento fiammingo di Brussels dove ha partecipato alla cerimonia costitutiva del gruppo di amicizia parlamentare Fiandre-Artsakh.

(17 ott 17) DICHIARAZIONE ONU SUL NAGORNO KARABAKH – Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario Generale delle Nazioni Unite (ONU), ha rilasciato una dichiarazione a nome del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres a riguardo del processo di pace sul Nagorno Karabakh. «Il Segretario Generale accoglie con favore il vertice tenutosi il 16 ottobre a Ginevra, in Svizzera, tra il presidente della Repubblica di Armenia, Serzh Sargsyan e il presidente della Repubblica di Azerbaigian, Ilham Aliyev, organizzato sotto gli auspici dei co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’Osce. Egli è incoraggiato dall’accordo dei Presidenti di adottare misure per intensificare il processo negoziale e di adottare ulteriori misure per ridurre le tensioni sulla linea di contatto. Il Segretario Generale ribadisce il sostegno delle Nazioni Unite per gli sforzi in corso di mediazione dei Co-Presidenti e incoraggia i lati a costruire il momento positivo creato da questo vertice per raggiungere un accordo pacifico negoziato del conflitto nel Nagorno-Karabakh»

(16 ott 17) IL COMUNICATO UFFICIALE DELL’INCONTRO – «Il presidente della Repubblica dell’Armenia Serzh Sargsyan e il presidente della Repubblica di Azerbaigian Ilham Aliyev hanno tenuto oggi un vertice a Ginevra, in Svizzera. Anche i ministri degli Esteri, Edward Nalbandian e Elmar Mammadyarov, hanno partecipato alla riunione che è stata organizzata sotto gli auspici dei Co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE (Igor Popov della Federazione Russa, Stephane Visconti di Francia, e Andrew Schofer degli Stati Uniti d’America ). Ha partecipato anche il Rappresentante personale del Presidente in carica dell’OSCE,  Andrzej Kasprzyk. L’incontro si è svolto in un’atmosfera costruttiva. I Presidenti hanno accettato di adottare misure per intensificare il processo negoziale e ad adottare ulteriori misure per ridurre le tensioni sulla linea di contatto. I Co-Presidenti hanno espresso la loro soddisfazione per questi colloqui diretti, che hanno avuto luogo dopo un lungo intervallo. Rimangono pronti a lavorare con le parti per mediare una soluzione pacificamente negoziata del conflitto di Nagorno Karabakh. Come prossimo passo, i Co-Presidenti organizzeranno sessioni di lavoro con i Ministri nel prossimo futuro».

(16 ott 17) SARGSYAN COMMENTA INCONTRO CON ALIYEV – Dopo l’incontro con il collega azero, il presidente dell’Armenia si è recato presso la sede diplomatica nazionale a Ginevra dove ha incontrato esponenti della comunità armena di Svizzera ai quali ha dato notizia del colloquio con Aliyev. «Alcuni minuti fa ho concluso l’incontro con il presidente dell’Azerbaigian: non abbiamo alcunché di concreto, il cosiddetto accordo sul modo di risolvere il conflitto. Ma abbiamo accettato di adottare misure per alleviare la tensione per evitare perdite in prima linea. Voglio affermare che sia il Presidente dell’Azerbaigian sia io siamo profondamente interessati a questo. Anche lui comprende molto bene la complessità del problema, naturalmente, anche io, ma il problema è tale che non ci sarà mai una soluzione facile. Ma voglio che voi tutti foste fiduciosi su una questione, ossia che per noi non esiste alcuna soluzione che possa in qualche modo compromettere la sicurezza di Karabakh. L’unico accordo per noi è che il Karabakh sia fuori dall’Azerbaigian. Nessun leader armeno può mai prendere una tale decisione e attuarlo» ha detto il presidente.

(16 ott 17) ESTERI ARTSAKH COMMENTA MEETING DI GINEVRA – Il ministero degli Affari esteri della repubblica di Artsakh ha commentato il meeting presidenziale di Ginevra. considerando lo stesso molto importante dal punto di vista della creazione di condizioni per l’attivazione del processo negoziale, che è stato gravemente danneggiato a seguito dell’aggressione contro Karabakh scatenata dall’Azerbaigian nel mese di aprile 2016. «Siamo convinti che una delle basi per garantire i progressi nel processo di negoziazione è la rigorosa adesione agli accordi del 1994 e del 1995, nonché la realizzazione degli ultimi accordi, in particolare, l’attuazione di meccanismi di indagine sugli incidenti lungo la linea di contatto e l’espansione dell’Ufficio di Rappresentanza Personale del Presidente in carica dell’OSCE nonché l’aumento delle sue capacità di monitoraggio. Riteniamo che il ripristino dei colloqui a pieno titolo con la partecipazione diretta della Repubblica di Artsakh in tutte le fasi dovrebbe costituire un ulteriore passo avanti per il raggiungimento di un reale progresso nel processo di risoluzione del conflitto Azerbaigian-Karabakh».

(16 ott 17) SAHAKYAN. IL DESTINO DELL’ARTSAKH NON PUO’ ESSERE DETERMINATO SENZA LA SUA PARTECIPAZIONE DIRETTA – Il presidente della repubblica di Artsakh (Nagorno Karabakh) in occasione delle consultazioni per il piano programmatico del governo ha dichiarato che il destino di Artsakh non può essere determinato senza la sua partecipazione diretta a tutte le fasi del processo di negoziazione. Riflettendo sulle vie per risolvere il conflitto del Karabakh e sulla politica estera della Repubblica di Artsakh, Sahakyan ha sottolineato anche che «L’indipendenza e la sicurezza sono valori inviolabili per noi, (…) [e] l’ulteriore sviluppo e rafforzamento della Repubblica di Artsakh sono un tema chiave. Stepanakert si è impegnata per la risoluzione  pacifica del conflitto nell’ambito del gruppo di Minsk dell’OSCE. Continueremo  – ha proseguito il presidente – a mostrare una posizione di principio verso la ripresa del pieno formato del processo di negoziazione. Sarà necessario dare una nuova qualità al [processo] del riconoscimento della nostra repubblica. Fin dall’inizio siamo riusciti a costruire la nostra politica estera secondo i precetti di equilibrio e diversità. Una tale politica è condizionata anche dalla presenza della diaspora armena e, con i nostri passi, contribuiremo solo a rafforzare tale potenziale

(16 ott 17) CONCLUSO INCONTRO, LE PARTI CONCORDANO  DI INTENSIFICARE I NEGOZIATI – Si è concluso l’incontro fra i due presidenti armeno e azero. le parti, come si legge in un comunicato, concordano di intraprendere misure per intensificare i negoziati di pace. I co-presidenti del gruppo di Minsk hanno espresso soddisfazione per l’andamento dell’incontro.

(16 ott 17 INCONTRO PRESIDENZIALE A GINEVRA – Il presidente dell’Armenia Serzh Sargsyan e quello dell’Azerbaigian Ilham Aliyev si sono incontrati oggi a Ginevra, nella sede della rappresentanza permanente dell Svizzera presso le Nazioni Unite, su iniziativa del Gruppo di Minsk dell’Osce. I lavori sono iniziati nel primo pomeriggio. I due presidenti hanno avuto una riunione presenti anche i rispettivi ministri degli Esteri e gli ambasciatori dei Paesi co-presidenti del Gruppo di Minsk, ma hanno anche avuto modo di un colloquio riservato.

(16 ott 17) SARGSYAN ARRIVA A GINEVRA E INCONTRA ARAM I – Il presidente dell’Armenia, Serzh Sargsyan, è arrivato a Ginevra dove nel primo pomeriggio incontrerà il collega azero Aliyev. Nell’aeroporto della città svizzera ha avuto un colloquio con il Catholikos della Grande Casa di Cilicia, Aram I, in transito per Bruxelles.

(13 otto 17) ANNUNCIATO VERTICE PRESIDENZIALE IL 16 OTTOBRE A GINEVRA – Lunedì 16 ottobre a Ginevra, Svizzera, si terrà – su iniziativa del Gruppo di Minsk dell’Osce –  un vertice fra il presidente dell’Armenia Serzh Sargsyan e quello dell’Azerbaigian Ilham Aliyev. L’annuncio è stato dato ufficialmente oggi. I due presidenti si erano incontrati l’ultima volta circa un anno e mezzo fa a San Pietroburgo.

(10 ott 17) SOLDATO ARMENO UCCISO DA FUOCO AZERO – Il diciannovenne Chaplin Margaryan  è stato mortalmente colpito questo pomeriggio da cecchini azeri mentre si trovava nei pressi della sua postazione difensiva lungo la linea di contatto, settore nord orientale. Il giovane, che stava eseguendo opere di ingegneria nella postazione, è stato immediatamente portato in ospedale a Stepanakert dove è spirato.

(8 ott 17) FESTA DEL RACCOLTO, IN MIGLIAIA A STEPANAKERT – Tradizionale appuntamento oggi a Stepenakert con la “Festa del raccolto”. Migliaia di visitatori hanno affollato piazza della Rinascita favoriti da una bella giornata di sole. Ben 900 sono state le richieste pervenute nei giorni scorsi per allestimento di stand. Anche il presidente Sahakyan ha visitato la fiera.

(7 ott 17) COPRESIDENTI GM A YEREVAN – Gli ambasciatori dei Paesi co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’Osce sono a Yerevan dove hanno avuto incontri con le massime autorità dello Stato. Tra l’altro sono in corso con le parti i contatti per l’organizzazione di un vertice presidenziale tra Sargsyan e Aliyev.

(7 ott 17) SAHAKYAN RICEVE DELEGAZIONE SENATO CALIFORNIA – Il presidente della repubblica ha ricevuto oggi a Stepanakert una delegazione di senatori della California.

(6 ott 17) SI DIMETTE AGRAMUNT, PRESIDENTE PACE – Il discusso Presidente dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE), lo spagnolo Pedro Agramunt, noto per le sue posizioni filo azere, è stato costretto a rassegnare le dimissioni dopo le polemiche piovute negli ultimi mesi sul suo controverso mandato.

(5 otto 17) AZERBAIGIAN PRONTO A LASCIARE IL CONSIGLIO D’EUROPA – Durante un incontro con una delega del Comitato politico e di sicurezza del Consiglio d’Europa il presidente azero Aliyev ha accennato alla possibilità che l’Azerbaigian abbandoni l’organizzazione. Secondo il presidente azero la motivazione di tale scelta risiede nel fatto che quando l’Azerbaigian entrò nel Consiglio d’Europa era convinto che questo potesse risolvere il contenzioso del Nagorno Karabakh e quindi sarebbe deluso dal mancato successo. In realtà le recenti prese di posizione del Consiglio sulla questione dei diritti umani in Azerbaigian ha determinato un progressivo raffreddamento delle relazioni con Baku.

(3 ott 17) NUOVO CO-PRESIDENTE USA A STEPANAKERT – L’amb. Andrew Schofer, nuovo co-presidente del Gruppo di Minsk dell’Osce per gli Stati Uniti,  si è recato oggi in visita a Stepanakert per un primo contatto con le autorità locali. E’ stato ricevuto dal presidente Sahakyan e, in precedenza, dal ministro della Difesa Mnatsakanyan. Schofer ha definito «molto produttivo» l’incontro con Sahakyan.

(2 ott 17) CONCLUSO FORUM ECONOMICO INTERNAZIONALE – Si sono chiusi oggi i lavori, iniziati il 29 settembre, di un Business Forum intitolato “Politica d’investimento della Repubblica Artsakh. Partenariato pubblico-privato come base dello sviluppo globale dell’economia nazionale “. Nel quadro della riunione plenaria, si sono svolti sessioni specifiche, incontri B2B e riunioni di lavoro bilaterali. Gli scopi principali del Forum erano l’organizzazione di negoziati tra Artsakh, Armenia e società estere, anche in una situazione informale;  l’individuazione di nuovi contatti commerciali,  l’espansione della sfera di attività imprenditoriale e la discussione dei principali problemi economici con i rappresentanti del governo. Hanno partecipato al forum membri del governo della repubblica di Artsakh, rappresentanti di vari sindacati e associazioni, nonché capi delle grandi aziende della Repubblica di Artsakh, della Repubblica di Armenia e di paesi stranieri.

(2 ott 17) NUOVO PRESIDENTE REGIONALE A MARTAKERT – Il presidente della repubblica Bako Sahakyan ha nominato Edgar Haroutyunyan nuovo presidente dell’amministrazione regionale di Martakert. Subentra a Vladik Khachatryan che ha lasciato l’incarico per altra attività.

 

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Si tratta dell’ottavo Stato nordamericano che vota un analogo pronunciamento. Il testo completo della risoluzione

La squadra azera, prossima avversaria in Champions league della Roma, è il fiore all’occhiello del regime di Aliyev. I rischi della trasferta per alcuni tifosi giallorossi

il presidente dell’Armenia Sargsyan all’ONU: per il democraticamente sviluppato Artsakh, l’Azerbaijan semplicemente simboleggia l’arretratezza medievale

Fonte: Tempi.it, 20 settembre 17,  di Vittorio Robiati Bendaud

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Viaggio in Nagorno Karabakh, dove tra antiche chiese e monasteri sventrati vive una comunità nobile e gloriosa, orgogliosa della propria identità

Un viaggio in Armenia e Artsakh (ossia l’odierna Repubblica Armena del Nagorno Karabakh), in compagnia di Antonia Arslan. Per chi come me da anni nutre simpatia, vicinanza e profondo apprezzamento per il popolo armeno e la sua causa, si è trattato di un’occasione unica, sognata e realizzatasi. Con questo viaggio sono ipso facto divenuto persona sgradita in Turchia e Azerbaigian… pazienza. Il mio rammarico è per i due popoli, quello turco e quello azero, che meriterebbero dirigenze politiche ben diverse dalle attuali. È doveroso però ricordare che esistono, in seno al popolo turco e al popolo azero, scrittori, pensatori religiosi e laici, persone comuni, che dissentono dalle leadership governative e religiose dei due Stati e che, in relazione agli armeni, caldeggiano riflessioni nuove, ripensamenti del passato e del presente, strategie più rosee per il futuro.

Desidero premettere un interrogativo amaro, che mi accompagna da tempo e da cui non riesco a liberarmi. Con l’avvento dell’islam e le sue iniziali enormi conquiste, gran parte dei territori del Vicino Medio Oriente e del Nord Africa da cristiani divennero musulmani. Parimenti accadde nei territori bizantini e armeni dell’Asia Minore, dell’Anatolia e del Caucaso. Se è vero che questi cristianesimi orientali, al pari dell’ebraismo, coesistettero con l’islam governante e imperante, è pur vero che l’ebraismo e i cristianesimi orientali sopravvissero all’islamizzazione e al Dar al-Islam. I musulmani conquistarono anticamente quei territori, ma furono minoranze conquistatrici a fronte di ampie maggioranze cristiane conquistate. La domanda che si impone è: come fu possibile che migliaia di questi cristiani (e, in misura minore, ebrei) in pochi secoli si siano convertiti all’islam liberamente, abbracciando la fede dei conquistatori?

Probabilmente la risposta risiede, come molti studiosi indicano, nel sistema perverso di protezione e contemporanea umiliazione/svilimento della Dhimma, che permetteva ai cristiani e agli ebrei di risiedere in territori islamizzati. La Dhimma e le sue conseguenze rendevano allettante per molti la conversione all’islam, per stare finalmente tranquilli, per fugare discriminazioni, per esasperazione. È un dato di fatto che dove l’islam è giunto il cristianesimo è fortemente regredito. Armeni, ebrei e cristiani assiri, pur a fronte di perdite di centinaia di migliaia di loro fratelli, alcuni dei quali trasformatisi drammaticamente poi in delatori e persecutori, hanno “retto” meglio di altri. Fu molto più difficile cioè ottenere la loro conversione. Andare in Armenia e in Artsakh, come andare in Israele, per me è significato andare nella terra di chi, a costi immensi, è persistito nella propria identità. In questo caso, la più antica nazione cristiana del mondo.

Da europeo, credo altresì che siano vere le parole che ho udito personalmente da Bako Sahakhyan, il presidente dell’Artsakh: quel confine armeno è l’estremo confine attuale dell’Occidente. E io aggiungo, con convinzione, “con Israele”. Tuttavia, nella coscienza comune europea, se è già purtroppo complicata una riflessione simile in relazione ad Israele, la nescienza diviene assordante e colpevole per quanto riguarda le vicende armene. Vedere chiese e monasteri, per lo più di antichissima fondazione e di raro incanto, sventrati; steli religiose (khatchkar) infrante deliberatamente a decine di migliaia; villaggi rurali di contadini bombardati per cancellare la presenza armena e la sua storia è un fatto che perdura da decenni. Palmira, cioè, non è per nulla un fatto nuovo, un inedito. Questa è una lezione intrisa di sangue che le pietre di Armenia urlano a noi occidentali, una lezione che molti di noi disprezzano, perché non la conoscono e non vogliono conoscerla, e perché turba le loro delicate menti “cosmopolite”. È verissimo che al genocidio è seguito il genocidio culturale, che è stato perpetrato impunemente, nel silenzio dell’Occidente, per decenni. Innumerevoli paesini montani del Nagorno Karabakh testimoniano per il visitatore tutto questo, paesini che rivedono oggi gli eredi del popolo che abitò e fecondò per secoli e millenni questa terra. Un popolo di contadini ingegnosi e dignitosi, di mercanti e di monaci, di architetti e sognatori, di poeti e di raffinate copiste (sì, al femminile, come fu per la giovane Gayané) di Bibbie e codici. La distruzione del bello e delle vestigia antiche in certe parti del mondo non è solo un orrore bellico, è una strategia inveterata. L’Isis ha copiato stilemi ben più vecchi, ancor più vecchi delle distruzioni che sto ora raccontando.

Un popolo solare
Eppure il governo dell’Artsakh, piccola enclave di tenaci resistenti armeni, non abbatte le moschee presenti, ma le fa restaurare. Anche per evidenziare agli osservatori internazionali una sostanziale differenza rispetto alle forze nemiche. E così accade per i molti cimiteri islamici, che non vengono rimossi e i morti lasciati al loro riposo. È chiaro che la frontiera che ho visitato è una frontiera in guerra, calda. Ed il popolo armeno lì residente è ben armato e militarizzato (due anni di servizio militare obbligatori, da poco facoltativo anche per le ragazze). E ho conosciuto l’arcivescovo Pargev Martirosyan, un eroe nazionale: un arcivescovo letteralmente in trincea e combattente per il suo popolo, non solo con le armi della preghiera. Alla domanda se Sua Eccellenza fosse sul fronte durante la terribile guerra, la risposta è immediata: «Si capisce. Dove altro avrei dovuto essere? Il vescovo è un padre per i figli e per i nipoti. Dovevo stare con i miei familiari e difendere la mia gente».

Ma se il confine è caldo e le armi realtà tristemente ben nota, è altrettanto vero che questo è un popolo solare, che ama mangiare il proprio pane e bere il proprio vino. E brindare, molte volte brindare. Con gli armeni, come con gli ebrei, i vicini hanno invalidato e capovolto drammaticamente la profezia di Isaia per cui le lance si sarebbero mutate in falci. E però questo è un popolo di giovani che si sposano e fanno bambini, tanti bambini. E che vogliono il meglio per i loro figli, il che significa per gli armeni: cultura, cristianesimo e ospedali.

Scuole, asili, case per soldati
Una lezione di vita me l’hanno data i miei compagni di viaggio armeni della diaspora, per lo più americani, promotori di iniziative di solidarietà per l’Artsakh legate alla Fondazione Tufenkian. Persone colte, stimati professionisti, donne e uomini estremamente affabili con la volontà inesausta di beneficare il proprio popolo, di investire in se stessi. Un’attenzione delicata e materna, pacifica e nobile, per scuole, asili, case per giovani soldati feriti, centri medici, aiuti per l’agricoltura locale. E infine non posso non pensare, in chiusura, a un’amica cara, ossia alla nostra Antonia Arslan. Noi italiani abbiamo in mente l’autrice italo-armena della Masseria delle Allodole e di altri scritti. Solo pochi hanno capito che l’autrice della Masseria rappresenterà per la letteratura italiana e la sua storia ciò che rappresentò Se questo è un uomo di Primo Levi, ossia un fondamentale, nuovo tassello. Ma comprendo anche i silenzi dei critici, immersi nel mare di scribacchini starnazzanti nostrani.

Quello che ho visto in Armenia e in Artsakh è però molto di più. Ho visto giovani donne fermarsi per capire se era lei o non era lei. Ragazze commuoversi, vecchie tremare. Bambini farle festa e decorati militari mettersi sull’attenti. Antonia, con Charles Aznavour, è la voce e la bandiera di un popolo antico, nobile e glorioso, sofferente e risorto, combattivo e ospitale. Antonia è per questa gente ciò che Elie Wiesel è stato per gli ebrei. Ed è segno che c’è ancora speranza, forza, coraggio e senso nella letteratura.

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Fonte: Lettera 43, 7 settembre,  di Alessandro da Rold e Luca Rinaldi

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Si torna a indagare sulla gigantesca rete di riciclaggio continentale. Un giro da 20 miliardi di dollari. Coinvolta anche l’Italia sull’accordo per il gasdotto Tap. Come funziona la «diplomazia al caviale».

In Europa si torna a parlare del gas azero e di quell’immenso giro di denaro che tra il gennaio e l’ottobre 2014 ha messo in moto una rete di riciclaggio da 20 miliardi di dollari passati per 19 banche russe e finiti sui conti di oltre 5 mila società domiciliati in 732 banche dislocate in 96 Paesi nel mondo.

PRODOTTI 3 MILIARDI IN TRE ANNI. È uno schema che la Organized Crime and Corruption Reporting Project (Occrp) ha ribattezzato come «Lavatrice russa». Fa parte del “gioco” la lavatrice azera, che ha prodotto in tre anni circa 3 miliardi di dollari. La segnalazione è arrivata in questo senso per prima dalla Danske Bank, la banca danese che ha registrato movimenti anomali nella filiale estone che riportavano direttamente al governo e alla classe dirigente di Baku. Ma sono stati una serie di documenti in possesso del giornale danese Berlingske e condivisi con la stessa Occrp che ha svelato la possibile presenza dei notabili azeri nello schema.

«I soldi erano indirizzati a politici, giornalisti e personalità influenti con l’obiettivo di adottare una linea morbida nei confronti del presidente azero Ilham Aliyev»

Uno dei passaggi “preferiti” della lavatrice azera è il Regno Unito. Qui sarebbero transitati 16 mila pagamenti riservati da parte della classe dirigente azera, col placet del governo di Baku. Denari destinati a una rete di politici, giornalisti e personalità influenti con l’obiettivo di adottare una linea morbida nei confronti del presidente Ilham Aliyev in un momento in cui il lo stesso si è trovato a fronteggiare un mare di critiche per l’arresto di attivisti per i diritti umani e giornalisti.

DI MEZZO I CONTESTATI GASDOTTI. Insomma, quella che viene chiamata «diplomazia al caviale», o «caviar diplomacy». Buona pure per favorire gli interessi economici della classe dirigente azera, tra cui leggere alla voce Trans Adriatic Pipeline, meglio nota come Tap, ovvero il metanodotto da 871 chilometri che collegherà l’Azerbaijan con l’Europa approdando nel Salento. Di mezzo anche il contestato metanodotto Snam Rete Gas, che porterà il gas della Tap nella rete di distribuzione nazionale e seguirà un percorso di 55 chilometri e 90 metri, da Melendugno a Brindisi.

Nel giugno 2014 non sfuggì agli osservatori più attenti l’incontro romano tra il presidente azero Aliyev e l’allora premier Matteo Renzi. Negli stessi giorni faceva il suo ingresso come lobbista di British Petroleum, parte integrante del consorzio che realizzerà le opera per la Tap, l’ex premier britannico Tony Blair. Pochi mesi dopo, a novembre, il pranzo tra Blair e Renzi in cui il primo avrebbe dato indicazioni al secondo sulla «via della sinistra italiana». E forse anche sul Tap.

SOLDI DALLA FONDAZIONE A ROMA. Ma la diplomazia al caviale in Italia si è manifestata, a proposito di fondazioni, pure con i denari della fondazione Aliyev quando l’allora sindaco Gianni Alemanno e l’ambasciatore azero a Roma Vaqif Sadiqov firmarono un documento per destinare 110 mila euro in arrivo dalla stessa fondazione al restauro della Sala dei Filosofi di Palazzo Nuovo dei Musei Capitolini. Obiettivo «rafforzare i rapporti di collaborazione» già avviati nel campo della cultura con l’arrivo del monumento al poeta Nizami Ganjavi (definito «poeta azerbaigiano», in realtà nato in Persia due secoli prima della fondazione dello Stato azero) a Villa Borghese.

Nel frattempo anche la procura di Milano potrebbe riservare sorprese nei prossimi mesi. Alla fine di luglio infatti la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della procura diretta da Francesco Greco, esperto di reati finanziari, contro il proscioglimento nel 2014 del parlamentare dell’Udc Luca Volontè, accusato di aver ricevuto da politici azeri una tangente da 2 milioni 390 mila euro per orientare il suo voto come membro dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa in favore del governo dell’Azerbaijan.

TRANSAZIONI IN SOCIETÀ OFFSHORE. I soldi, come ha verificato la Guardia di finanza dopo una segnalazione della Bcc di Barlassina, erano transitati sulla società italiana Lgv, intestata alla moglie di Volontè, e alla sua fondazione politica, Novae Terrae. I soldi sarebbero passati su società offshore in Estonia e Lettonia.

Per i pm Elio Ramondini e Adriano Scudieri il parlamentare dell’Udc avrebbe sfruttato il suo ruolo di capogruppo dei popolari europei per convincere altri parlamentari a votare contro contro il rapporto Strassaer sulle condizioni degli 85 prigionieri politici nella repubblica caucasica. Un favore al governo azero.

CASSAZIONE CONTO LA DECISIONE DEL GUP. Per la Cassazione la decisione del gup, che aveva deciso di archiviare «perché inutile la celebrazione del dibattimento», era sbagliata. «L’immunità prevista dall’articolo 68 primo comma della Costituzione (“i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e di voti dati nell’esercizio”) non preclude la perseguibilità del reato di corruzione per esercizio della funzione in relazione all’attività del membro del parlamento».

LA PROCURA PUÒ RIAPRIRE L’INDAGINE. Per la Cassazione, infatti, come riporta anche il Fatto Quotidiano, «il gup di Milano, nel decretare il non luogo a procedere, non ha fatto alcuna valutazione sulla sostenibilità in dibattimento dell’accusa, ma si è limitato ad elevare erroneamente l’insindacabilità delle condotte ascritte all’imputato e quindi l’operatività della clausola di immunità». Gli atti sono stati di nuovo inviati alla procura che ora può riaprire l’indagine. E chissà che non vengano fatti altri approfondimenti sulla gigantesca “lavatrice azera” e sulla diplomazia al caviale che avrebbe corrotto politici in tutta Europa.

Un’inchiesta del quotidiano britannico “The Guardian” svela che solo dal 2012 al 2014 l’Azerbaigian ha speso quasi tre miliardi di dollari per la ‘politica del caviale’. E in Italia?…