L’ormai ex co-presidente USA del Gruppo di Minsk, Richard Hoagland, nel suo ultimo giorno di incarico si lascia andare a dichiarazioni inaccettabili sulla risoluzione del contenzioso del Nagorno Karabakh
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Fonte: Tempi.it, 8 agosto, di Averi Kaczka
Secondo di una serie di articoli (il primo reportage lo trovate qui)
Nelle persone dal carattere forte l’eccezionale forza d’animo e la virtù derivano da un pesante onere e dalle difficoltà. Vale a dire, non sono sole le circostanze che un individuo affronta a formare la persona, ma quali azioni quella persona intraprende in risposta alle circostanze. Frankling D. Roosevelt, nonostante la paralisi dovuta alla poliomielite, divenne presidente degli Stati Uniti d’America e guidò il suo paese attraverso la Grande Depressione e la Seconda Guerra Mondiale. Se non si cerca di superare le sfide che la vita presenta, allora non è possibile ottenere ciò che appare impossibile. Se Roosevelt si fosse arreso alla poliomielite e si fosse lasciato consumare, non avrebbe compiuto le sue imprese. Invece di considerare la sua condizione come un semplice peso, un’ingiustizia del fato contro di lui, Roosevelt cercò di scavalcarla. Questo esempio serve a dimostrare che le difficoltà non dovrebbero essere considerate come un peso, ma come una sfida essenziale per lo sviluppo e il progresso.
Questo è il caso della gente di Artsakh: nonostante una dura storia di avversità, dalle atrocità del genocidio armeno all’occupazione sovietica, i conflitti con Turchia e Azerbaigian e l’attuale lotta per il riconoscimento della sua indipendenza, la gente di Artsakh è rimasta salda e unita. Terra di armeni formalmente distinta dall’Armenia, la Repubblica di Artsakh è un paese indipendente di circa 150 mila persone che cercano di superare il loro passato pieno di difficoltà e di svilupparsi come paese forte. In tutto il paese ci sono chiari e distinti indizi della storia di conflitti e battaglie che la popolazione ha affrontato. Tuttavia sono stati compiuti anche notevoli sforzi per superare questi conflitti.
Abbondano gli edifici in rovina, in particolare nella storica ex capitale Shushi, e i progetti di restauro sono costantemente in corso in tutto il paese, nel tentativo da parte degli abitanti di Artsakh di risanare la loro eredità culturale. L’inflazione e i salari bassi rendono il costo della vita alto, ma la generosità e gentilezza sono ancora una prassi comune tra la gente, persino (e soprattutto) verso quegli stranieri che vanno a trovarli. Alcune persone di Artsakh si sentono più a loro agio parlando russo anziché armeno, risultato dell’influenza sovietica, ma i giovani parlano entrambe le lingue e adottano rapidamente l’inglese come terza lingua. Questa inclusione dell’inglese all’interno della popolazione consente loro di avere una voce anche in Occidente.
Queste difficoltà non scoraggiano la gente di Artsakh, che anzi prendono le misure necessarie per superare gli ostacoli al fine di rafforzare il loro popolo e il proprio paese. L’anno scorso l’Artsakh stava affrontando un’escalation nel conflitto con l’Azerbaigian, ma la gente ora trae orgoglio dal Memoriale in ricordo della difesa di Shushi e dedica il terzo brindisi di ogni festa in onore dei propri soldati. Gli abitanti di Artsakh sono militari per necessità, ma non ne vengono toccati nel cuore. Cercano semplicemente di vivere una buona vita e di essere se stessi, di attenersi alle loro tradizioni e di difendere la propria identità così come la loro esistenza. Non sono solo le avversità che la gente di Artsakh affronta a definirli, ma anche i valori che custodiscono. Il simbolo nazionale di Artsakh, intitolato Meno enk mer lerner, “Siamo le nostre montagne”, esprime il profondo legame della gente di Artsakh con la loro terra e le loro tradizioni. Come le montagne, il popolo di Artsakh possiede una forza insormontabile. Non permettono che le difficoltà impediscano loro di prosperare, ma cercano di fare ciò che è buono e difficile perché è giusto e gratificante.
Nell’Occidente contemporaneo, e in particolare negli Stati Uniti, l’atteggiamento e l’approccio verso le difficoltà sono scivolati nella paralisi. Invece di affrontare le sfide che si incontrano, gli americani sono arrivati a credere che molte sfide della vita sono ostacoli da respingere perché ci si trova nel torto. La storia degli Stati Uniti non è mai stata facile, ma il paese ha prosperato perché la sua popolazione ha cercato l’eccellenza perseguendo il bene in senso aristotelico: l’aspirazione degli Stati Uniti è sempre stata quella di incarnare l’eccellenza. La storia del paese è piena di persone eccezionali come Roosevelt che hanno superato le avversità, a cominciare dall’esempio dei Padri Fondatori. In meno di due secoli gli Stati Uniti si sono trasformati da un paese appena divenuto indipendente alla più grande superpotenza mondiale.
Il raggiungimento del potere non si ottiene senza difficoltà e conflitti, né la storia degli Stati Uniti è stata senza macchie. Il coraggio degli americani nell’affrontare le avversità e la loro “caccia all’eccellenza” sono esemplari. Ma a causa dei loro errori e dei loro crimini sanguinosi, molti americani hanno sviluppato disprezzo e disapprovazione per gli Stati Uniti e la loro storia. C’è una grande paura e un profondo risentimento in molti americani disillusi che credono che il sogno americano sia fallito e che il loro paese abbia perso la forza. Hanno però dimenticato che sono le difficoltà e la determinazione – e non la facilità e il successo – a caratterizzare il sogno americano.
Come la storia dell’ascesa degli Stati Uniti è segnata dalle lotte, così anche lo sforzo del singolo cittadino americano verso il successo è una questione di avversità. Per gli americani è importante ricordare che la Dichiarazione di indipendenza promette ai cittadini il diritto di perseguire la felicità: questa promessa autorizza ciascuno a perseguire non una felicità svincolata, ma tutte le difficoltà che si accompagnano alla ricerca dell’eccellenza. Se uno fosse all’altezza della sfida, allora la felicità sarebbe alla sua portata. Non è la grandezza che l’America promette al suo popolo, ma la possibilità di raggiungere la grandezza. Lo stress, i conflitti e le sfide sono requisiti necessari allo sviluppo: sono colline da salire così che ciascuno possa raggiungere le proprie aspirazioni.
Eppure i giorni in cui le persone intraprendevano iniziative in America hanno ceduto il passo a esibizioni di diritti e apatia. Sebbene il fatto stesso di essere un cittadino americano sia un privilegio, ogni cosa che infrange il proprio comfort viene considerata un’ingiustizia. Quando si incontra una difficoltà la risposta standard è quella di condannarla come ingiustizia. Ora che le persone stanno diventando sempre più riluttanti ad afferrare un’occasione e fare ciò che è necessario, l’eccellenza per la quale l’America si è battuta scivola via.
Soprattutto ora in questi tempi di grande incertezza e dubbio, e ora che la prosperità e il potere degli Stati Uniti vacillano, è importante che gli americani non abbandonino la ricerca dell’eccellenza. Come la gente di Artsakh, devono affrontare di petto le avversità e, ancora una volta, fare ciò che è necessario per superare le sfide che si incontrano. Condannare completamente gli Stati Uniti per i suoi difetti equivale a ignorare gli enormi sforzi di un popolo che ha tentato di migliorare il mondo. Non è stato un compito portato a termine facilmente, ma in due secoli gli Stati Uniti hanno contribuito in larga parte al benessere del mondo. Essere un patriottico americano non significa esentare il proprio paese dalla colpa, ma riconoscere, sostenere e incarnare gli ideali sui cui l’America è fondata: quelli di libertà e indipendenza. E soprattutto significa rispettare la coraggiosa ricerca intrinseca a questi valori, la ricerca della verità e del bene.
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(31 ago 17) CHIUDE UFFICIO OSCE A YEREVAN – L’Ufficio dell’Osce di Yerevan ha terminato oggi, dopo diciassette anni di presenza, la propria attività. E’ la conseguenza della posizione dell’Azerbaigian (dove l’Ufficio Osce ha chiuso alcuni mesi or sono) che ha posto il veto al bilancio dell’Organizzazione nel Caucaso meridionale ed ha costretto alla chiusura di tutte le sedi; quella in Armenia era l’unica ancora in funzione. Inutili nei mesi passati sono state le pressioni delle presidenze di Germania e Austria affinché Baku rivedesse la propria posizione
(31 ago 17) ANTONIA ARSLAN IN ARTSAKH – La scrittrice italiana di origini armene, Antonia Arslan, si trova in Artsakh. Nella giornata odierna è stata ricevuta dal presidente Sahakyan con il quale ha discusso lo sviluppo di alcuni progetti in ambito culturale. All’incontro ha partecipato altresì una delegazione della “Tufenkian foundation”
(30 ago 127) RICEVUTA DA MIRZOYAN DELEGAZIONE DI PARLAMENTARI CANADESI – Il ministro degli Affari esteri, Karen Mirzoyan, ha ricevuto a Stepanakert una delegazione di parlamentari canadesi giunti in Artsakh Artsakh per condurre uno studio sulle violazioni del diritto umanitario internazionale e dei crimini militari commessi dall’Azerbaigian durante l’aggressione su larga scala lanciata contro Nagorno Karabakh nell’aprile del 2016. Mirzoyan ha accolto con favore l’iniziativa e ha sottolineato l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica nella comunità internazionale sulle ragioni e le conseguenze dell’aggressione azerbaigiana e sulla condanna delle persone responsabili per il contenimento dell’attività criminale delle autorità azerbaigiane. Durante l’incontro, il Ministro degli Esteri dell’Artsakh ha presentato i fatti dei crimini commessi dalle forze armate azerbaigiane durante l’aggressione di aprile e il periodo successivo. Karen Mirzoyan ha anche illustrato la storia del conflitto azzurro del Karabakh, la fase attuale del suo insediamento e la posizione della Repubblica di Artsakh sul raggiungimento di una soluzione duratura del conflitto.
(30 ago 17) SARGSYAN ARRIVA IN ARTSAKH – Il presidente dell’Armenia, Serzh Sargsyan, è giunto in Artsakh dove si tratterrà alcuni giorni per partecipare alle celebrazioni del 26° anniversario della dichiarazione di indipendenza (2 settembre).
(29 ago 17) SCHOFER: CREDO CHE UNA SOLUZIONE SIA POSSIBILE – Il nuovo co-presidente Usa del Gruppo di Minsk, Andrew Shofer, nel corso di un’intervista all’agenzia azera APA ha dichiarato che vorrebbe «vedere che i presidenti dell’Azerbaigian e dell’Armenia accettino di incontrarsi al più presto possibile, e concentrare negoziati sulla buona fede a spostare in avanti il processo di pace. Capisco che ci sono molti problemi difficili da discutere, ma credo che sia possibile una risoluzione. Per far ciò, tuttavia, le leadership di Azerbaigian e Armenia devono prima dimostrare la volontà politica necessaria per portare la pace in questa regione. Questo conflitto è andato avanti troppo a lungo» ha aggiunto.
(28 AGO 17) SARGSYAN SUI COLLOQUI CON PUTIN – Nel corso di una conferenza stampa, il presidente dell’Armenia ha risposto anche ad alcune domande relative al recente incontro con il collega russo Putin. In particolare, ha dichiarato che non è stato discusso alcun dispiegamento di forze di pace lungo la linea di contatto tra Nagorno Karabakh e Azerbaigian. Il presidente armeno inoltre ha considerato non casuali le dichiarazioni dell’ex co-presidente USA Hoagland giunte in concomitanza con il vertice presidenziale di Sochi.
(28 ago 17) MIRZOYAN INCONTRA COLLEGA DELL’ABKHAZIA – Il ministro degli Esteri della repubblica ha incontrato a Stepanakert il collega Daur Kove della repubblica di Abkhazia. Nel corso dell’incontro i due ministri hanno discusso dello sviluppo delle relazioni fra i due Stati e della cooperazione fra i due ministeri. Al termine si è tenuta una conferenza stampa.
(28 ago 17) INSEDIATO NUOVO CO-PRESIDENTE USA – Da oggi Andrew Schofer ricopre il ruolo di co-presidente USA del Gruppo di Minsk dell’Osce. Laureato a Yale nel 1985, master in Affari internazionali alla Columbia University, il nuovo rappresentante statunitense vanta venticinque anni di esperienza diplomatica in diverse ambasciate e negli ultimi anni si è “specializzato” nella risoluzione dei conflitti: dal 2011 al 2014 è stato vice capo missione a Cipro, mentre dal 2015 ha ricoperto il ruolo di incaricato d’affari presso la missione USA a Vienna nelle organizzazioni internazionali. Succede a Richard E. Hoagland. Nel suo mandato affiancherà i co-presidenti russo (Igor Popov) e francese (Stephane Visconti).
(26 ago 17) MORTO SOLDATO FERITO DA FUOCO AZERO – Artak Bisharyan, il ventiseienne soldato armeno rimasto seriamente ferito da fuoco azero, è morto questa notte all’ospedale di Stepanakert dove era ricoverato. Il presidente Sahakyan ha conferito un’onorificenza postuma “Per servizio, in battaglia” al caduto.
(25 ago 17) SAHAKYAN ISPEZIONA SUPERSTRADA – Il presidente Bako Sahakyan si è recato oggi in visita nelle regioni di Martakert e Shahumian dove ha ispezionato lo stato di avanzamento dei lavori di riammodernamento della strada che collega Vardenis (Armenia) a Martakert. Presente anche il premier Haroutyunyan e funzionari dell’amministrazione civile oltre a un rappresentante del fondo Hayastan che sponsorizza parte degli interventi.
(24 ago 17) ANCA CONDANNA LE RACCOMANDAZIONI DI HOAGLAND – Il “Armenian National Committee of America” (ANCA) ha bollato come “inaccettabili” le dichiarazioni del co-presidente USA del Gruppo di Minsk dell’Osce riguardo le ipotesi di risoluzione del conflitto sul Nagorno Karabakh. Il direttore esecutivo dell’ANCA, Aram Hamparian, ha criticato la “riscrittura leggera” dei cosiddetti Principi di Madrid fatta da Hoagland le cui dichiarazioni non sono di aiuto al subentrante nuovo co-presidente USA Andrew Schofer che da lunedì prossimo assumerà l’incarico già ricoperto da Hoagland.
(24 ago 17) MIRZOYAN: LA NOSTRA POSIZIONE E’ IMMUTATA – Il ministro degli Esteri della repubblica del Nagorno Karabakh-Artsakh, Karen Mirzoyan, ha commentato le odierne dichiarazioni di Hoagland. «La nostra posizione rispetto a tali proposte è conosciuta e rimane invariata. Qualsiasi modello di risoluzione del conflitto azerbaigiano-karabako, volto a garantire una pace stabile e a lungo termine, è impossibile senza la piena partecipazione dell’Artsakh in tutte le fasi del processo negoziale e non può ignorare le realtà esistenti» ha dichiarato il ministro secondo il quale la guerra di aprile del 2016 ha dimostrato chiaramente che gli approcci, sconnessi alla realtà, sono pericolosi e possono aprire la strada a sviluppi imprevisti. «Oggi, prima di tutto, è necessario adottare misure costanti per garantire l’irreversibilità del processo di pace e l’attuazione degli accordi raggiunti, in particolare, sull’attuazione di meccanismi di indagine sulle violazioni del cessate il fuoco. Gli accordi non realizzati diventano zavorre e impediscono la possibilità di un cambiamento positivo nei negoziati».
(24 ago 17) NALBANDIAN: INESATTEZZE E OMISSIONI NELLE PAROLE DI HOAGLAND – In un successivo intervento il ministro Nalbandian ha aggiunto: «Ho già avuto l’opportunità di rispondere a questa domanda oggi e ho affermato che essi (i punti enunciati da Hoagland, NdR) esprimono generalmente le disposizioni delle cinque ben note dichiarazioni sulla soluzione del conflitto di Nagorno-Karabakh fatta dai presidenti della Co-Presidenza del Gruppo di Minsk Paesi». Alla domanda se il co-presidente Hoagland ripete le disposizioni presentate in precedenza, Nalbandian ha dichiarato che il diplomatico americano ha cercato di aderire alle disposizioni, ma la sua dichiarazione conteneva “alcune inesattezze e omissioni”. «Ma ripeto che la posizione sull’accordo di conflitto nel Nagorno-Karabakh non è espressa da una dichiarazione individuale, ma da proposte e dichiarazioni comuni dei paesi co-presiedenti, in particolare le cinque dichiarazioni adottate a livello presidenziale, che sono state ripetutamente riaffermate dai co-Presidenti, come ad esempio la dichiarazione di Amburgo adottata dai ministri degli Esteri dei paesi co-presiedenti. Questa è la posizione dei paesi co-presidenti del gruppo di Minsk» ha detto Nalbandian. Secondo il ministro degli Esteri, oltre ai sei punti sulla risoluzione del conflitto, le dichiarazioni dei presidenti e dei ministri degli esteri dei paesi co-presiedenti si riferiscono ai tre principi del diritto internazionale: non uso di forze o minaccia di forze, uguaglianza e autodeterminazione dei popoli e l’integrità territoriale. «L’Armenia ha ripetutamente espresso la sua posizione sulle dichiarazioni espresse dai co-Presidenti, a differenza dell’Azerbaigian, che ignora queste affermazioni fingendo di non esistere affatto. Pertanto, Baku si oppone chiaramente agli approcci dei paesi co-presiedenti. La parte azerbaigiana è stata recentemente impegnata a comporre scenari sulla soluzione del problema, inventando alcuni elementi per la risoluzione, mentre le dichiarazioni dei co-Presidenti riaffermano che queste esperienze non hanno nulla a che vedere con la realtà. Nella sua ultima dichiarazione, Hoagland inizia l’elenco dei punti dalla determinazione dello status giuridico finale di Nagorno-Karabakh attraverso l’espressione della volontà, che deve avere una forza giuridica, anche per l’Azerbaigian» ha sottolineato Nalbandian che ha ricordato come «sia divenuta una prassi comune per Baku ritirarsi dal precedente che fa riferimento anche alle misure di costruzione della fiducia, ha spiegato. In particolare, la dichiarazione dei ministri degli Esteri dei paesi co-presidenti adottata ad Amburgo ha anche esortato per l’attuazione degli accordi raggiunti al vertice di Vienna e di San Pietroburgo. Come sappiamo, Armenia e Artsakh hanno ripetutamente espresso la disponibilità a farlo, mentre l’Azerbaigian rifiuta di sostenere i propri impegni. L’Armenia continuerà a intraprendere sforzi congiunti con i Paesi co-presidenti del Gruppo Minsk di OSCE per trovare una soluzione esclusivamente pacifica al conflitto Azerbaigian-Karabakh.»
(24 ago 17) NALBANDIAN: HOAGLAND NON DICE NULLA DI NUOVO – Il ministro degli Esteri dell’Armenia, Edward Nalbandian, commentando con i giornalisti le affermazioni del co-presidente USA del gruppo di Minsk, Richard Hoagland, ha dichiarato che non vi è nulla di nuovo rispetto a quanto già discusso in passato. «Se esaminate le cinque dichiarazioni dei presidenti degli stati di co-presidenza, non c’è niente di nuovo nei confronti di questi punti» ha detto Nalbandian. Il ministro ha aggiunto che un’altra questione è che l’Azerbaigian evita di esprimere la propria posizione in merito a queste affermazioni. Inoltre, non solo elude, ma finge anche che tali offerte, principi o elementi non esistano.
(24 ago 17) HOAGLAND (USA) ENUNCIA I PUNTI CHIAVE DI UN ACCORDO – Il co-presidente USA del gruppo di Minsk dell’Osce, Richard Hoagland, ha informalmente enunciato i punti chiave che dovrebbero essere la base di un accordo sul Nagorno Karabakh. Questo il testo secondo “Voice of America”: «UNO – All’area entro i confini dell’ex regione autonoma del Nagorno-Karabakh, che non è controllata da Baku, dovrebbe essere concesso uno status ad interim che, almeno, fornisca garanzie per la sicurezza e l’autogoverno. DUE – i territori occupati che circondano Nagorno-Karabakh dovrebbero essere restituiti al controllo azero. Non ci può essere alcuna soluzione senza rispetto per la sovranità dell’Azerbaigian e il riconoscimento che la sovranità su questi territori deve essere ripristinata. TRE – C’è un corridoio che collega l’Armenia al Nagorno-Karabakh. Deve essere abbastanza largo per fornire un passaggio sicuro, ma non può comprendere l’intera area del distretto di Lachin. QUATTRO O CINQUE, mi scusi. No, sono quattro. (Risate) – Un insediamento permanente dovrà riconoscere il diritto di tutti gli sfollati – sfollati internamente – e dei rifugiati a ritornare nei loro primi luoghi di residenza. Successivamente, un accordo deve includere garanzie internazionali di sicurezza che includano un’operazione di mantenimento della pace. Non esiste uno scenario in cui la pace possa essere garantita senza un’operazione di pace ben progettata che gode della fiducia di tutte le parti. È giunto il momento per le parti di impegnarsi nei negoziati di pace, basandosi sulla base del lavoro svolto finora. Quindi ci siamo, le questioni fondamentali della politica che siamo convinti – noi co-presidenti e i nostri governi – potrebbero portare a una pace duratura nella zona e alla prosperità e alla sicurezza per tutta la regione e tutti i suoi popoli e la popolazione.»
(24 ago 17) ANDREW SCHOFER NUOVO CO-PRESIDENTE USA – L’attuale rappresentante USA co-presidente del gruppo di Minsk dell’Osce, Richard Hoagland, ha annunciato che da lunedì 28 agosto lascerà l’incarico a favore di Andrew Schofer, già incaricato d’affari presso la missione statunitense per le organizzazioni internazionali a Vienna
(21 ago 17) CRESCE INDICE ECONOMICO NEL PRIMO SEMESTRE – Secondo il Servizio di statistica nazionale, l’indice economico della repubblica di Artsakh è cresciuto, dato di fine giugno, del 15% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Da gennaio a giugno 2017 il PIL della repubblica ha fatto registrare il dato di 102,2 miliardi di dram (circa 182 milioni di euro) a fronte degli 87,7 miliardi (circa 155 milioni di euro) del medesimo semestre del 2016.
(18 ago 17) ALLO STUDIO INCONTRO PRESIDENZIALE ENTRO FINE ANNO – In occasione del meeting tra i ministri degli Esteri di Armenia (Nalbandian) e Azerbaigian (Mammadyarov), previsto per settembre a New York, si discuterà di un possibile vertice fra i presidenti da calendarizzare entro la fine dell’anno. Lo ha annunciato il vice ministro degli Affari Esteri dell’Armenia, Shavarsh Kocharyan.
(17 ago 17) KARAPETYAN VISITA TALISH E MATAGHIS – Prosegue il tour privato del Primo ministro dell’Armenia, Karapetyan, in Artsakh. Oggi ha visitato le località di Talish e Mataghis duramente colpite dai bombardamenti azeri dell’aprile 2016 e ha preso visione dei lavori di ricostruzione.
(16 ago 17) PRIMO MINISTRO ARMENIA IN ARTSAKH – Karen Karapetyan, Primo Ministro dell’Armenia, si trova in Nagorno Karabakh-Artsakh per una visita informale di alcuni giorni. Accompagnato dal collega Haroutyunyan si è recato oggi in visita nella regione di Shahoumyan dove, tra l’altro, ha verificato lo stato di avanzamento dei lavori della superstrada Vardenis (Armenia) – Martakert (Artsakh). Successivamente si è recato nella regione di Karvachar dove ha presenziato alla cerimonia di inizio lavori di una nuova fabbrica di imbottigliamento acqua.
(15 ago 17) VESCOVO BELGA IN VISITA IN ARTSAKH – Il vescovo belga Jean Kockerols, della diocesi cattolica di Mechelen-Brussel , si trova in Artsakh dove ha avuto una serie di incontri con autorità civili e religiose. Nella giornata odierna è stato ricevuto dal presidente dell’Assemblea nazionale Ashot Goulyan, presente anche l’arcivescovo armeno apostolico Pargev Martirosyan.
(14 ago 17) DRONI ISRAELIANI PER GLI AZERI – Secondo quanto riferito dal “Jerusalem Post” gli azeri avrebbero chiesto ai tecnici israeliani che hanno consegnato alcuni droni armati, modello Orbiter 1K UAV, di testare l’arma contro le postazioni armene di difesa. Come confermato anche dal quotidiano “Maariv” gli esperti della compagnia “Israeli Aeronautics Defense Systems” si sarebbero rifiutati di assecondare la richiesta degli azeri e si sarebbero limitati a fornire informazioni sui meccanismi operativi del drone armato.
(14 ago 17) UCCISO SOLDATO ARMENO LUNGO LINEA DI CONTATTO – Il diciannovenne Arman Movsisyan è stato mortalmente colpito da fuoco azero questa mattina intorno alle ore 11 (locali). La grave violazione del cessate-il-fuoco è avvenuta lungo la linea di contatto nel settore nord orientale. Il presidente della repubblica, Bako Sahakyan, ha conferito un’ onorificenza postuma “Per servizio, in battaglia” al giovane caduto.
(11 AGO 17) HOAGLAND (USA) CHIEDE RIMOZIONE CECCHINI – Il co-presidente degli Stati Uniti del gruppo Minsk di Richard Hoagland ha chiesto, in un’intervista a “Voice of America“, la rimozione dei cecchini lungo i due lati della linea di contatto che separa l’Azerbaigian e l’Artsakh (Nagorno Karabakh). «Capisco che è difficile parlare attualmente della demilitarizzazione completa. Tuttavia, dobbiamo ridurre la probabilità di scontri militari. Innanzitutto, è necessario ritirare i cecchini dalla linea di contatto e dalla zona di confine, aumentare il numero di osservatori e installare attrezzature speciali. Se le due parti armate si affacciano vicine, c’è sempre la probabilità di scontri militari» ha dichiarato il diplomatico statunitense.
(10 ago 17) PROCEDE LA RICOSTRUZIONE DI TALISH – Aumenta, mese dopo mese, il numero di edifici del villaggio di Talish oggetto di ricostruzione dopo l’aggressione azera del 2016. al momento sono diciassette le case in restauro con interventi eseguiti da otto diverse ditte edili. Tutte le case saranno dotate di rifugi anti bombardamento.
(10 ago 17) LA BARONESSA COX DI NUOVO IN ARTSAKH – La baronessa britannica Carolin Cox è nuovamente in Artsakh dove ha incontrato le autorità locali. Si tratta dell’86° viaggio della Cox da sempre paladina della causa armena.
(9 ago 17) MIGLIORANO LE CONDIZIONI DEL SOLDATO FERITO – Sono in miglioramento le condizioni di Artur Mayrayan, rimasto gravemente ferito da fuoco azero lo scorso 28 luglio mentre si trovava in una postazione di difesa lungo la linea di contatto.
(9 ago 17) MONITORAGGIO OSCE SENZA INCIDENTI – Nessuna violazione dell’accordo di cessate il fuoco è stata registrata questa mattina nel corso di un monitoraggio condotto dall’Osce lungo la linea di contatto, all’altezza di Akna (regione di Askeran), in corrispondenza con la strada che conduce alla cittadina azera di Hindarkh.
(5 ago 17) SITUAZIONE RELATIVAMENTE CALMA SU LINEA DI CONTATTO – Nell’ultima settimana sono state registrate “solo” 110 violazioni azere del cessate-il-fuoco. La situazione rimane da alcuni giorni relativamente calma lungo la linea di contatto mentre la tensione sembra essersi spostata sul confine tra Armenia e Azerbaigian dove in settimana si sono segnalati colpi di mortaio contro civili abitazioni armene nella regione di Tavush. Il giovane, originario della provincia di Tavush, è ancora ricoverato presso l’ospedale militare di Yerevan.
(2 ago 17) IN ARRIVO RESTAURATORI ITALIANI A DADIVANK – Un gruppo di restauratori italiani sarà presente in Artsakh nel mese di agosto per curare i restauri di una delle chiese del complesso di Dadivank. Lo ha annunciato l’abate Hovhannisyan che ha precisato che l’intervento sarà mirato alla pulizia di alcune iscrizioni sulle pareti interne e delle decorazioni vicino ai portali di accesso. I lavori di restauro totale del magnifico complesso di Dadivank saranno completati entro il 2020.
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Fonte: Formiche.net, 12 luglio di Francesco De Palo
Cosa si cela dietro le accuse all’Armenia di molti parlamentari italiani filo-Baku? Secondo il Ministero della Difesa della Repubblica dell’Azerbaijian lo scorso 4 luglio le forze armate dell’Armenia hanno colpito il villaggio di Alkhanli con mortai da 82 e 120 mm e lanciagranate pesanti. Il bilancio parla di una donna e una bambina morte.
Alcuni parlamentari italiani, tra cui il deputato piddino Khalid Chaouki, il senatore trentino della Lega Nord Sergio Divina e il senatore del M5S Vito Petrocelli, hanno accusato l’Armenia di “atti di vandalismo”, ma nessuno ha fatto cenno al fatto che nelle ultime settimane l’Azerbaijian ha continuato a violare gli accordi di cessate il fuoco trilaterale del 1994-1995. Cosa si cela dietro le dichiarazioni di fuoco contro Erevan? C’è il rischio che una serie di vicissitudini politiche fra due Paesi possano essere strumentalizzate dietro il peso di altri ben più consistenti interessi geopolitici?
Esiste una lobby della comunicazione che dà più peso specifico ad un fatto piuttosto che ad un altro? Risponde al vero il fatto che l’Armenia sta conducendo attacchi sistematici, deliberati e mirati alla popolazione civile come sottolineato da Hikmat Hajiyev, portavoce del Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaijian?
A fronte delle numerose analisi che pendevano oggettivamente dalla parte di Baku, è utile affrontare il nodo anche dall’altro punto di vista e provare a decifrare fatti e premesse. Il recente incidente nel villaggio di Azhariana di Alkhanli può essere considerato come risposta ad una provocazione azera?
“Prima di fare dichiarazioni, ognuno dovrebbe esplorare i fatti in modo completo, anziché rendere commenti ufficiali dell’Azerbaigian che sono così lontani dalla realtà” racconta Victoria Bagdassarian, Ambasciatrice armena in Italia, secondo cui il partito armeno non agisce mai come iniziatore dell’attacco, “ma sempre pronto se necessario e quando è costretto a prendere misure di ritorsione per calmare qualsiasi azione provocatoria dell’Azerbaijian ed esercitare il suo pieno diritto all’autodifesa”.
Come dimostrano le recenti dichiarazioni delle Co-Presidenze del Gruppo Minsk in seno all’ OSCE, quello è l’unico ente a livello internazionale che dispone del pieno mandato per la risoluzione dei conflitti Nagorno – Karabakh. Nella dichiarazione dello scorso 18 maggio infatti i Co-Presidenti hanno osservato che “secondo le informazioni raccolte da più fonti affidabili, il 15 maggio, le forze armate azerbaigiane hanno sparato un missile attraverso la linea di contatto, colpendo attrezzature militari”.
Inoltre lo scorso 4 luglio le forze armate azerbaigiane hanno utilizzato un sistema multiplo di lanciarazzi contro Nagorno-Karabakh. In risposta, l’esercito di difesa di Nagorno-Karabakh si è sentito obbligato a prendere misure per contrastare le azioni aggressive del partito azerbaigiano. Secondo Aldo Di Biagio, senatore di Ap-Ce, membro della Commissione diritti umani del Senato, a pochi giorni dall’acuirsi degli attriti lungo la linea di contattato con l’area del Nagorno-karabakh che è stato teatro di attacchi da entrambe le fazioni, “è opportuno chiarire la responsabilità del Governo di Baku e le tattiche di attacco perpetrate in aperta violazione del cessate il fuoco e che hanno legittimato la risposta militare armena, al di là della retorica e della mistificazione della realtà a cui purtroppo si continua ad assistere anche da parte di interlocutori italiani”.
Secondo l’ambasciatrice armena in Italia, al fine di comporre un mosaico equilibrato e completo, è utile ricordare che le posizioni Nagorno-Karabakh sono state attaccate dal luogo in cui si trova la popolazione civile dell’Azerbaijan. “Non è la prima volta che la leadership azerbaigiana utilizza la popolazione transfrontaliera come uno scudo umano per bombardare il territorio di Artsakh. Questo fatto è stato portato all’attenzione della comunità internazionale in numerose occasioni”.
E molte foto sono state pubblicate da Artsakh Defense Army: dimostrano che l’Azerbaijan pone le sue installazioni militari in insediamenti pacifici.
Una tesi corroborata dal fatto che, in occasione del Consiglio Permanente dell’Osce dello scorso 6 luglio, il rappresentante francese ha presentato una nuova dichiarazione a nome del gruppo OSCE Minsk in relazione alle recenti violazioni del cessate il fuoco nella linea di contatto Nagorno – Karabakh: si chiedeva di rinunciare a qualsiasi “azione ostile che avrebbe potuto comportare vittime civili inaccettabili”. E i co-presidenti hanno considerato l’incidente del 4 luglio come un’azione provocatoria che mina gli sforzi di pace e potrebbe provocare una rottura nei prossimi negoziati.
“Ricordiamo alle parti i loro obblighi derivanti dalle Convenzioni di Ginevra, ovvero astenersi da ogni azione ostile che potrebbe portare a vittime civili inaccettabili. Invitiamo le parti ad adottare misure immediate per attenuare la situazione e rispettare rigorosamente l’accordo di cessate il fuoco 1994/1995″, recita la dichiarazione.
“Ci rammarichiamo – conclude l’ambasciatrice – della perdita di qualsiasi vita civile indipendentemente dalla loro nazionalità. Finché l’Azerbaijian non riesce ad attuare i propri impegni internazionali, la stessa leadership dell’Azerbaijian ha piena responsabilità per tutte le vittime umane di quelle provocazioni”.
Continuano i tentativi azeri di creare una similitudine fra le due regioni e far passare il principio che il Nagorno Karabakh potrà godere di “autonomia”. Ma la storia ci insegna che…
Fonte: Tempi.it, 5 luglio di Stephanie Havens
Il paese di Artsakh esiste staccato dalla parte occidentale del mondo. Quel poco che sappiamo di Artsakh dai media tradizionale (sempre di dubbia autenticità) riguarda solo la “guerra” tra i nativi armeni di Artsakh e l’Azerbaijan. Non viene mai scritto nulla sulla vita quotidiana di Artsakh, decisamente diversa dalle suggestioni che provengono dai media riguardo a una situazione di caos e guerra costante.
Al contrario, non c’è alcuna guerra in atto e la gente vive come noi in America, prendendo il caffè alla mattina prima di andare al lavoro per sostenere la propria famiglia. Ci sono maestosi edifici governativi, diversi alimentari e negozi di abbigliamento, ristoranti e trasporti pubblici. Il livello del crimine è basso e ho capito facendo ritorno ogni sera a piedi al mio appartamento che le strade di Stepanakert (capitale del Nagorno Karabakh, ndr) sono più sicure di quelle di New York. Anche quando è tardi, i bambini giocano nella piazza di Stepanakert e i genitori si sentono abbastanza sicuri per guardarli solo a distanza.
È vero che restano ancora delle tensioni tra Artsakh e Azerbaijan, ma gli armeni non indietreggiano davanti al male, piuttosto rimangono forti e resistono con coraggio. Sono onesti, gran lavoratori, attenti alla famiglia e generosi, anche nei confronti degli stranieri come me che conoscono solo la parola “Barev!” della loro lingua. Come popolo sono determinati ad accrescere e proteggere la loro cultura e la loro storia, sempre avendo chiaro in mente che cosa significa essere un uomo e una donna di Artsakh.
L’Occidente non ha guadagnato nulla dall’aver voltato le spalle al popolo armeno. Come americana, trovo questa ignoranza particolarmente deplorevole, visto che abbiamo legami storici con gli armeni. Nel 1915, mentre il genocidio armeno prendeva piede in Turchia, la Near East Relief veniva fondata in Syracuse, New York (non lontano dalla mia città d’origine) con l’obiettivo di proteggere e offrire riparo ai rifugiati armeni. La fondazione e i suoi volontari sono stati cruciali nell’assicurare la sopravvivenza del popolo armeno e i nostri sforzi in questo senso offrono un’idea di ciò che rende grandi noi americani, la consapevolezza cioè che ogni persona umana ha ugualmente diritto alla vita ed è libero di scegliere la sua strada verso la felicità.
Crediamo anche che quando questi diritti umani basilari vengono calpestati, abbiamo l’obbligo di proteggerli, non solo a parole ma anche con i fatti. Eppure abbiamo dimenticato questi atti eroici e la Near East Relief non ha più un’idea chiara su cosa significa essere americani. Un esempio simile di virtù americane dovrebbe essere vicino ai nostri cuori, invece l’abbiamo spazzato via dalla nostra memoria. Questo oblio non è un caso, ma è diventato la normalità di una cultura e di un’identità americane che sono più confuse che mai.
È ripetendo certe azioni che il carattere di un uomo si forma. Ripentendo gesti generosi, un uomo diventa generoso. Allo stesso modo, la storia incoraggia le abitudini di una comunità di persone. In Artsakh genitori e figli restano legati per tradizione e questo obbliga i genitori a sapere come facilitare questo tipo di legami. Le loro tradizioni portano a buone abitudini come l’essere bravi genitori e così facilitano la crescita di brave persone. Gli armeni di Artsakh praticano ancora le loro tradizioni millenarie. Conoscono i propri monumenti storici, soprattutto chiese cristiane, e sono sempre pronti a condividere informazioni sulla loro collocazione, data di costruzione e importanza culturale. Sono orgogliosi quando parlano dei loro re antichi e delle loro grandi imprese. Conoscono la loro storia e quindi sanno chi sono. La loro storia li rende uniti e coerenti come comunità.
In Occidente invece siamo divisi, perché ci mancano le radici. I popoli occidentali provengono da diversi retroterra e hanno opinioni le più diverse, ma ci deve essere qualcosa di più profondo che ci unisce. Il popolo di Artsakh affonda le radici nella sua storia e queste radici lo tiene insieme, a prescindere dalle differenze esistenti tra singoli armeni. Questa unità li rende forti, anche davanti ai grandi mali che minacciano la loro distruzione.
Ora l’Occidente affronta i suoi stessi mali. I recenti attacchi terroristici di Manchester e Londra che ci hanno scioccati e spaventati sono un’ulteriore prova di questo. Mentre fatichiamo a trattare con e rispondere a questi atti insondabili, ritengo che possiamo imparare molto dagli armeni. Hanno la forza e la saggezza di agire prendendo le mosse dalla loro cultura e storia. Quando devono combattere il male, guardano al bene presente nel loro passato e con quella conoscenza si rivolgono a difendere il futuro. Penso che l’Occidente abbia perso di vista sia la sua cultura che la sua storia. Io amo gli ideali sui quali è stata costruita l’America, ma sono orripilata dall’opinione prevalente tra gli americani che cerca di smantellare e distruggere ciò che un tempo ci ha resi orgogliosi. Dimenticando ciò in cui un tempo credevamo abbiamo anche perso la volontà di combattere, perché laddove manca una convinzione vera non può esserci un’azione chiara.
Se vogliamo veramente fronteggiare la minaccia al mondo occidentale dobbiamo voltarci verso il nostro passato e riunirci nella nostra storia comune. Non siamo così diversi dai nostri predecessori e di certo non siamo superiori. Come umani siamo tutti capaci di successi, così come di fallimenti. Ciò che di buono abbiamo in Occidente è stato costruito dai nostri predecessori e quel bene lo dobbiamo difendere per i nostri figli. Gli armeni capiscono bene questo ragionamento, avendo perso così tante persone del loro popolo, insieme a territori storici e siti culturali. Dovendo vivere a Stepanakert per i prossimi tre mesi, so che imparerò molto da queste persone e spero che comunicando la loro bontà e il loro coraggio, potrò ispirare l’Occidente ad investire su ciò che gli è proprio.
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(28 lug 17) AUMENTANO I MATRIMONI IN ARTSAKH – Buone notizie dal punto di vista demografico. Nei primi sei mesi dell’anno sono stati registrati nella repubblica 368 matrimoni con un incremento di circa il 30% rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso allorché ne furono registrati 283. Nella capitale Stepanakert sono state registrate 142 unioni matrimoniali a fronte delle 86 del 2016, mentre a Martakert si è passati da 40 a 53 matrimoni.
(27 lug 17) NESSUNA DECISIONE SU INCONTRO PRESIDENZIALE – Nessuna decisione è stata ancora presa riguardo la proposta dei co-presidenti del gruppo di Minsk di organizzare un incontro tra Sargsyan e Aliyev. Lo ha dichiarato alla stampa il vice ministro degli Esteri dell’Armenia Shavarsh Kocharyan.
(26 lug 17) RIUNIONE SU STRADA VARDENIS-MARTAKERT – Il presidente della repubblica Bako Sahakyan ha presenziato oggi a una riunione operativa riguardante lo status dei lavori della strada che collega Vardenis (Armenia) al capoluogo regionale Martakert. L’arteria è interessata da alcuni mesi da lavori di ristrutturazione che la renderanno percorribile a ogni mezzo e in ogni stagione, consentendo un più veloce collegamento tra Armenia e Artsakh. Ala riunione, tenutasi nel villaggio di Yeghegnout (Shahoumian) hanno partecipato le autorità locali e i rappresentanti delle società che stanno eseguendo i lavori di riammodernamento della strada.
(25 lug 17) NUOVE LEGGI FIRMATE DA SAHAKYAN – Il presidente della repubblica Sahakyan ha firmato oggi venti nuove leggi, fra le quali il nuovo codice giudiziario della repubblica del Nagorno Karabakh-Artsakh, modifiche ai codici di procedura civile e penale, norme di carattere amministrativo relative all’autogoverno del territorio.
(22 lug 17) VIOLAZIONI AZERE – Il ministero della Difesa dell’Artsakh ha rivelato che nella prima metà dell’anno sono state registrate oltre novemila violazioni azere dell’accordo di cessate-il-fuoco con circa 121.000 colpi sparati all’indirizzo delle postazioni armene.
(20 lug 17) SAHAKYAN IN CARICA DAL PROSSIMO SETTEMBRE – Il presidente Bako Sahakyan, rieletto come presidente transitorio fino al 2020, inizierà ufficialmente il nuovo mandato il 7 settembre.
(19 lug 17) BAKO SAHAKYAN ELETTO PRESIDENTE TRANSITORIO – Bako Sahakyan, uscente, è stato eletto dall’Assemblea nazionale presidente della repubblica transitorio. Guiderà il Paese fino alle elezioni politiche del 2020. A scrutinio segreto ha ottenuto 28 voti dai membri dell’Assemblea nazionale, quattro preferenze sono andate al candidato Eduard Aghabekyan, leader di “Movimento 88”. Hanno partecipato al voto 32 deputati sui 33 aventi diritto. Il presidente dell’Armenia, Sargsyan, ha inviato un messaggio di congratulazioni al collega.
(19 lug 17) MONITORAGGIO OSCE – Osservatori dell’Osce hanno compiuto oggi una ricognizione di monitoraggio al passo Omar nel settore settentrionale della linea di contatto fra Nagorno Karabakh-Artsakh e Azerbaigian. Anche in questa occasione la parte azera si è rifiutata di condurre i diplomatici fin alla sua prima linea.
(18 lug 17) RIUNIONE ORGANIZZATIVA PER IL VOTO DI DOMANI – Il presidente dell’Assemblea nazionale, Ashot Ghoulyan, ha convocato una riunione di lavoro per stabilire le modalità di svolgimento della sessione di domani allorché i 33 deputati del parlamento saranno chiamati a scegliere il presidente della repubblica che guiderà transitoriamente il Paese fino alle elezioni politiche del 2020.
(18 lug 17) AMB. KASPRZYK A COLLOQUIO CON PRESIDENTE SAHAKYAN – A Stepanakert il presidente della repubblica Bako Sahakyan ha ricevuto l’a.b. Andrzej Kasprzyk, rappresentante personale del presidente dell’Osce in carica. Nel corso dell’incontro è stata discussa la situazione lungo la linea di contatto. In precedenza Kasprzyk aveva incontrato il ministro degli esteri Karen Mirzoyan.
(18 lug 17) ESTERI ARTSAKH RISPONDE ALLE ACCUSE AZERE – Il ministero degli Affari Esteri del NK-Artsakh ha risposto con una nota alle accuse del presidente azero Aliyev che aveva definito “ridicole” le prossime elezioni presidenziali. «Come abbiamo ripetutamente affermato, elezioni libere, eque, trasparenti e concorrenziali, come parte integrante dei processi politici nella Repubblica di Artsakh, hanno l’obiettivo di organizzare la vita pubblica nella Repubblica e formare il governo attraverso un processo democratico. Non possono in alcun modo avere un impatto negativo sugli sforzi dei Co-Presidenti del gruppo di Minsk dell’OSCE finalizzati a garantire una soluzione pacifica del conflitto azero-karabakho. Questa posizione è stata confermata in una forma o nell’altra dai Co-Presidenti del Gruppo Minsk nelle loro numerose dichiarazioni» ha dichiarato Artak Nersisyan, capo del Dipartimento pubbliche relazioni del ministero. «Crediamo che le elezioni siano una delle forme per esprimere la volontà del popolo e pertanto il loro comportamento è pienamente coerente con la logica di una soluzione pacifica del conflitto. La reazione negativa dell’Azerbaigian ai processi politici di Artsakh non è causata da preoccupazioni per gli sforzi dei Co-Presidenti del Gruppo di Minsk, che Baku stesso sconvolge in ogni modo, ma il desiderio di escludere l’esistenza stessa di Artsakh. È evidente che l’irreversibilità del rafforzamento della statualità dell’Artsakh e delle sue istituzioni provoca una reazione nervosa da Baku. Inoltre, il rifiuto dell’Azerbaigian della realtà oggettiva è uno dei principali ostacoli nel processo di risoluzione del conflitto» ha aggiunto.
(17 lug 17) CRESCE IL TURISMO IN ARTSAKH – Nel periodo tra gennaio e giugno 2017 l’afflusso di turisti nella repubblica del Nagorno Karabakh-Artsakh ha fatto registrare un incremento del 26% rispetto al 2015. Le risorse economiche legate al turismo sono cresciute del 35% rispetto al medesimo periodo.
(15 lug 17) MINISTRO DIFESA ARMENIA IN ARTSAKH – Il ministro della Difesa dell’Armenia, Vigen Sargsyan, ha iniziato oggi una visita nella repubblica del Nagorno Karabakh-Artsakh che si concluderà dopodomani. Nel corso della sua permanenza Sargsyan si recherà presso alcune postazioni di difesa del settore settentrionale della linea di contatto.
(13 lug 17) ELEZIONI FISSATE PER IL 19 LUGLIO – Il presidente dell’Assemblea nazionale Ashot Goulyan ha fissato per il prossimo 19 luglio la data per l’elezione del presidente della repubblica transitorio.
(12 lug 17) SONO DUE I CANDIDATI ALLA PRESIDENZA – Sono ufficialmente due i candidati a ricoprire il ruolo di presidente transitorio in vista della modifica dell’assetto costituzionale della repubblica così come votato nel referendum del febbraio scorso. Il presidente rimarrà in carica sino alle elezioni politiche del 2020 allorché contestualmente verrà indicato il nuovo Capo dello Stato. I due candidati sono l’attuale presidente Bako Sahakyan e il leader di “Movimento-88” Eduard Aghabekyan. Essi saranno votati entro la fine del mese dall’Assemblea nazionale che dovrà esprimersi con una maggioranza qualificata di almeno 21 voti a favore. Al momento sembra che Sahakyan goda dell’appoggio di 28 deputati sui 33 che compongono il Parlamento dell’Artsakh.
(12 lug 17) SI LAVORA PER UN VERTICE PRESIDENZIALE – Il Gruppo di Minsk dell’Osce sta lavorando per organizzare un incontro tra i presidenti di Armenia e Azerbaigian. Nella giornata di ieri in Bruxelles i co-presidenti del Gruppo di Minsk hanno incontrato i ministri degli Esteri che hanno concordato di organizzare entro fine anno ad alto livello. Intanto a settembre, a New York, in occasione della 72 a sessione delle Nazioni Unite, i ministri degli Esteri si incontreranno nuovamente.
(11 lug 17) INCONTRO MINISTRO DEGLI ESTERI – A Bruxelles si sono incontrati oggi i ministri degli Esteri di Armenia (Eduard Nalbandian) e Azerbaigian (Elmar Mammadyarov). Il vertice è stato promosso dai co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’Osce.
(11 lug 17) ONORIFICENZA POSTUMA AL CADUTO – Il presidente della repubblica ha conferito un’onorificenza postuma “Per servizio, in battaglia” al giovane Vazgen Poghosyan mortalmente colpito ieri, intorno alle 17,40, da fuoco azero. Il militare armeno era originario della regione di Vayotz Dzor in Armenia
(10 lug 17) GLI AZERI UCCIDONO ANCORA – Nuova grave violazione azera del cessate-il-fuoco lungo la linea di contatto nel settore orientale. Il ventenne soldato armeno Vazgen Poghosyan è stato mortalmente colpito da fuoco proveniente dall’Azerbaigian. Contravvenendo agli appelli internazionali che invitano le parti ala moderazione, l’Azerbaigian continua ad alimentare la tensione lungo la linea di frontiera con il Nagorno Karabakh Artsakh.
(10 lug 17) ALIYEV ED ERDOGAN SI INCONTRANO – Il presidente turco e quello azero si sono incontrati a Istanbul in occasione del 22° congresso Opec. Nel corso dell’incontro, durato circa un’ora e mezza, i due hanno anche discusso della questione del Nagorno Karabakh.
(7 lug 17) IN CONDIZIONI CRITICHE UNO DEI FERITI – I tre soldati dell’Esercito di difesa del Karabakh sono ricoverati all’ospedale di Stepanakert. Secondo fonti militari uno dei tre avrebbe riportate lesioni alla testa e si troverebbe in condizioni critiche. ferite a una gamba per un suo commilitone.
(7 lug 17) VIOLAZIONI AZERE, TRE ARMENI FERITI – Nonostante gli appelli delle organizzazioni internazionali, da ultime le Nazioni Unite, non accenna a diminuire la tensione lungo la linea di contatto. Nella mattinata odierna, nuove violazioni azere hanno provocato il ferimento di tre soldati armeni. Si tratta di Robert Gasparyan (nato nel 1969), Hambardzum Hartyunyan (1997) e Vahe Badalyan (1998). Al momento non sono note le condizioni dei feriti.
(5 lug 17) BABAYAN CONDANNA LE PROVOCAZIONI AZERE – Il portavoce presidenziale Davit Babayan ha condannato le nuove provocazioni azere di martedì sera riferendo che l’Esercito di difesa ha rilasciato un video degli attacchi e l’audio di una conversazione tra comandanti azeri che conferma la responsabilità dell’Azerbaigian nelle violazioni del cessate-il-fuoco. Babayan si è detto sicuro che i co-presidenti del Gruppo di Minsk hanno già preso nota dei documenti e si è detto convinto che queste provocazioni servono solo al regime di Baku per coprire il nuovo scandalo di forniture di armi allo Stato Islamico.
(5 lug 17) L’OSCE CHIEDE DI CESSARE LE AZIONI MILITARI – I co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’Osce sono stati informati dell’attività bellica registrata nella regione di Fizuli e hanno chiesto alle parti di cessare le attività belliche. Il portavoce dell’Esercito di difesa dell’Artsakh ha espresso le condoglianze per la morte dei due civili all’interno dell’insediamento di Alkhali denunciando il fatto che le postazioni lancia razzi azere siano state collocate a ridosso delle case trasformando i residenti in scudi umani.
( 5 lug 17) GLI AZERI SPARANO, GLI ARMENI RISPONDONO – Nel corso della giornata di ieri si sono registrate numerose violazioni azere del cessate-il-fuoco. In particolare nella serata, intorno alle ore 19,30 locali, lungo il settore più meridionale della linea di contatto, gli azeri hanno sparato diversi razzi di fabbricazione turca TR-107 che non hanno colpito le postazioni di diefsa dell’Artsakh. In risposta l’Esercito di difesa ha colpito le batterie azere che, in spregio alle convenzioni internazionali, erano state collocate all’interno dell’insediamento di Alkhanli. Viene riferita anche la morte di due civili. Il ministero della difesa del Nagorno Karabakh ha smentito che un soldato armeno sia rimasto ferito nella giornata di ieri. Lo stesso ministero ha diffuso un video che mostra gli attacchi azeri.
(4 lug 17) MONITORAGGIO OSCE – Una missione di osservazione lungo la linea di contatto tra Artsakh e Azerbaigian (all’altezza della regione di Martuni) è stata condotta oggi da delegazioni dell’Osce. Non sono state registrate violazioni del cessate-il-fuoco. Come già avvenuto in passato le autorità azere non hanno consentito che i diplomatici si avvicinassero alla prima linea.
(3 lug 17) LA CITTA’ DI ALFORTVILLE SI GEMELLA CON BERDZOR – La municipalità di Alfortville, città di oltre 44.000 abitanti nel nord della Francia, ha siglato con Berdzor una dichiarazione di amicizia. Si tratta della nona dichiarazione tra una città francese e una comunità dell’Artsakh.
(1 lug 17) CONGRESSO PARTITO DEMOCRATICO DELL’ARTSAKH – Il quinto congresso del Partito Democratico dell’Artsakh si è svolto oggi a Stepanakert ed ha indicato Bako Sahakyan, attuale presidente della repubblica, quale candidato per le prossime elezioni presidenziali.
(1 lug 17) ANNUNCIATE PROSSIME ELEZIONI PRESIDENZIALI – Il portavoce del presidente della repubblica, Babayan, ha annunciato che le prossime elezioni presidenziali si terranno tra il 19 e il 29 luglio. In virtù del referendum che a febbraio ha approvato la riforma della costituzione (con il passaggio da sistema semipresidenziale a sistema presidenziale) il prossimo mandato sarà di transizione prima delle nuove elezioni politiche fissate per il 2020 con le quali gli elettori eleggeranno il presidente e i deputati dell’Assemblea Nazionale.
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Colpita dagli azeri con lancia granate una postazione difensiva armena lungo la linea di contatto. Nuova gravissima violazione del cessate il fuoco
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