Un regalo alla diplomazia armena
La foto di una mappa del mondo turco mostrata dai leader della coalizione di governo turca Recep Tayyip Erdogan e Devlet Bahceli è semplicemente un regalo per la diplomazia armena per plasmare la solidarietà all’estero al fine di interrompere il progetto del “corridoio Zangezur” turco-azero. Lo ha scritto qualche giorno fa l’arabologo Armen Petrosyan sulla sua pagina Facebook confidando che quella posa faccia finalmente aprire gli occhi a qualcuno.
Chissà se in qualche ministero degli Affari Esteri, non solo in Europa, qualche funzionario avrà osservato quella mappa e avrà cominciato a pensare che forse la coppia di dittatori Erdogan-Aliyev si sta allargando un po’ troppo.
Questa mappa, che è considerata il culmine dell’oggettivazione dell’ideologia panturca, delinea con chiarezza tutti i Paesi e le direzioni rispetto ai quali Ankara ha condotto per anni una politica mirata e, in futuro, guiderà maggiormente questa politica attivamente al fine di attuare il programma “Grande Turan” o “Asse turco” nelle condizioni attuali.
La mappa presenta i territori della penisola balcanica, di Russia, Iran, Cina, Mongolia, parti di Siria, Iraq e include i paesi di lingua turca (Azerbaigian, Kazakistan, Kyrgyzstan, Uzbekistan).
E, cosa più importante, la chiave di questo piano è proprio nella provincia di Syunik in Armenia, il presunto “corridoio di Zangezur”, che è chiamato a garantire un collegamento senza ostacoli tra tutte le sezioni del piano. Proprio lì dove gli azeri stanno attaccando militarmente gli armeni come accaduto lo scorso 16 novembre.
Ecco, gli azeri – mandati avanti dai turchi a fare il lavoro sporco – stanno cercando di prendere, con le buone o più probabilmente con le cattive, quella striscia di terra che è di vitale importanza per la realizzazione del loro mondo turco.
Noi vivamente ci auguriamo che nessuno – dentro l’Armenia o all’estero – possa mai compiere il folle atto di cedere a questi tiranni ciò a cui ambiscono. Non si tratta solo di porre una seria ipoteca sulla fine dell’Armenia e dell’Artsakh, ma anche di minare la sicurezza della nostra Europa.
In fondo, le grandi guerre sono sempre cominciate così: per un pezzo di terra, un corridoio. Da Danzica e Zangzour il passo è molto più breve di quanto si pensi…